Ottanta anni fa l’ingresso ad Auschwitz dell’Armata Rossa. Mattarella alla cerimonia nel campo

Così venne svelato l’orrore nazista al mondo. Di quella scoperta sconvolgente c’è anche preziosa testimonianza in un documentario in bianco e nero dal titolo “Memory of the camps”, girato e prodotto da Sidney Bernstein e curato Alfred Hitchcock

 

Il  27 gennaio del 1925 l’Armata Rossa entrò ad Auschwitz-Birkenau, svelandone tutto l’orrore al mondo. Nevicava quel giorno e i soldati russi non sapevano quello che avrebbero visto. Non sapevano che nel campo erano tenuti prigionieri 7mila persone, consumate da fame e malattie. Non sapevano dei cadaveri accatastati, dei  cumuli di vestiti. Non sapevano che in quel gigantesco deserto fatto di spettrali baracche erano morti un milione e centomila uomini, donne e bambini, in gran parte ebrei, ma tra i quali c’erano anche  omosessuali, dissidenti politici, massoni e altri gruppi perseguitati dai regimi nazista e fascista.

Di quella scoperta sconvolgente c’è anche preziosa testimonianza in un documentario in bianco e nero dal titolo “Memory of the camps”, girato e prodotto da Sidney Bernstein e curato Alfred Hitchcock inviato di guerra per conto della autorità militari britanniche. Un cortometraggio, della durata di circa 50 minuti, che sarebbe dovuta uscire subito dopo la liberazione dell’Europa dal nazismo. Un progetto che fu abbandonato e ripreso solo nel 2014 quando, dopo il restaurato realizzato dall’Imperial War Museum di Londra, venne presentato in anteprima mondiale al Festival di Berlino.

Una ricorrenza quella di oggi che  è diventata un simbolo universale della lotta contro l’odio, la discriminazione e il totalitarismo. E in questo ottantesimo anniversario, segnato da rigurgiti di razzismo, intolleranza, antisemitismo, le celebrazioni assumono un carattere ancora più significativo. Per decisione degli organizzatori, nessuna personalità politica prenderà la parola e il microfono sarà riservato esclusivamente ai sopravvissuti, le voci più autentiche di quella tragedia, capaci di trasmettere l’orrore e la memoria di quell’orrore alle nuove generazioni. “Vogliamo concentrare l’attenzione sugli ultimi sopravvissuti che sono ancora tra noi, sulle loro storie, il loro dolore, il loro trauma e sull’eredità morale che ci lasciano”, ha spiegato Piotr Cywiński, direttore del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau, in un’intervista al Guardian.

Alla cerimonia sono stati comunque invitati numerosi capi di Stato e di governo, incluso il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nonostante il mandato d’arresto internazionale pendente a suo carico per presunti crimini di guerra nella Striscia di Gaza e che comunque non ci sarà. Grande assente la Russia, che pur ebbe un ruolo storico importante nella liberazione dei prigionieri del più grande lager nazista,  esclusa per volontà del governo polacco in risposta alla guerra in Ucraina. Dall’Italia arriverà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ci saranno poi al gran completo i politici tedeschi, il presidente Frank-Walter Steinmeier, il premier Olaf Scholz, il leader dell’opposizione Friedrich Merz. E poi Emmanuel Macron per la Francia,  re Carlo per il Regno Unito,  Alexander Van der Bellen per l’Austria,  la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

 

 

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