Rassegna 24 Febbraio

LEONARDO

La guerra cambia le sorti della delle aziende Difesa. A due anni dall’assalto su larga scala della Russia all’Ucraina, l’industria europea della difesa è in piena espansione. Il conflitto e le tensioni geopolitiche altrove, compreso il Medio Oriente, hanno incrementato il portafoglio ordini dei grandi operatori affermati e dei loro fornitori. L’anno scorso la spesa globale per la difesa ha raggiunto la cifra record di 2,2 miliardi di dollari, mentre in Europa è salita a 388 miliardi di dollari, livelli che non si vedevano dai tempi della guerra fredda, secondo l’Istituto internazionale di studi strategici.
Sylvia Pfeifer sul Financial Times

La Bei per la Difesa. La presidente della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), Nadia Calvino, ha proposto otto priorità per potenziare l’istituzione, tra cui rafforzare l’industria della difesa e promuovere l’innovazione tecnologica, in un incontro con i ministri delle Finanze dei Ventisette a Gent. Attualmente, la BEI può finanziare progetti a doppio uso, civile e militare, e si sta valutando se ampliare l’ambito di applicazione del mandato della banca in questo settore, tema su cui ci sono diverse opinions tra i governi. Calvino ha rivelato l’intenzione di moltiplicare i finanziamenti nei settori della sicurezza e della difesa, con un occhio alle nuove tecnologie e alle infrastrutture critiche, mentre alcuni governi e politici considerano la creazione di uno nuovo strumento finanziario comune per la difesa europea.
Beda Romano sul Sole

Eurobond Difesa, Berlino non ci sta. L’Unione Europea è divisa sulle questioni di un eventuale nuovo Recovery Fund e l’Unione dei mercati dei Capitali, con un serrato confronto tra Francia e Germania riguardo la possibilità di emettere eurobond per finanziare la difesa comune e sulla creazione di un unico mercato dei capitali che vede Berlino contraria a una cooperazione a più velocità. Il tedesco Lindner rifiuta l’idea di debito comune per la difesa, argomentando la presenza di responsabilità nazionali e differenze nell’appartenenza alla NATO, mentre dal lato francese, Le Maire spinge per un’unione dei mercati dei capitali rapida e inclusiva per tutti gli stati membri. Mario Draghi parteciperà alla riunione di Gent in qualità di ascoltatore, e lavora a un rapporto sulla competitività in Europa per la Commissione UE, con le sue raccomandazioni che diventeranno la base programmatica della prossima Commissione dopo le elezioni europee, e il suo nome circola tra i possibili candidati per le alte cariche nelle istituzioni europee.
Claudio Tito su Repubblica

Berlino boccia Parigi. La Francia ha presentato all’Eurogruppo un piano per un mercato dei capitali integrato a partire da un gruppo ristretto di paesi volontari, spingendo per una supervizione europea volontaria e lancio di prodotti di risparmio comuni, ma la proposta ha suscitato divergenze, con l’Italia ancora indecisa e la Germania contraria, soprattutto all’idea di eurobond per la difesa. Il ministro francese Bruno Le Maire punta a mobilitare parte dei 35 trilioni di euro risparmiati dai cittadini europei per stimolare crescita e innovazione, contrastando il deflusso di capitali e rafforzando la competitività europea a livello globale. Durante l’incontro, sono stati discussi anche i modi per incrementare la spesa per la difesa al 2% del PIL, come richiesto dalla Presidente della BCE Christine Lagarde, e l’estensione dei finanziamenti della Banca europea per gli investimenti a progetti militari.
Marco Bresolin sulla Stampa

Primi passi per la Difesa comune. Di fronte alle crescenti tensioni geopolitiche e alle incertezze relative al supporto della NATO da parte degli Stati Uniti, i paesi dell’Unione Europea stanno incrementando gli sforzi verso l’autonomia difensiva. Sebbene nel passato i tentativi di formare una difesa comune abbiano avuto esiti variabili, oggi si ritiene urgente rafforzare la capacità militare comune e l’industria della difesa europea, supportata parzialmente da fondi UE. L’integrazione difensiva dell’Europa, tuttavia, rimane una sfida complessa a causa delle diverse capacità e impegno dei paesi membri, richiedendo rilevanti risorse finanziarie e una volontà politica condivisa per superare gli ostacoli verso una maggiore autonomia difensiva.
Ferdinando Nelli Feroci su Repubblica

Comunità locali. La globalizzazione, tanto decantata trenta anni fa e che pure ha avuto aspetti positivi nella complessiva crescita mondiale, rivela la presenza e l’influenza determinante di alcune lobbies economico e finanziarie e di gruppi di potere oligarchici. Raghuran Rajan, grande economista, nel suo celebre libro Il terzo pilastro (Università Bocconi Editore, 2019), di fronte alle disuguaglianze e alla conseguente crisi dell’ordine mondiale, propone un modo per ripensare il rapporto fra mercato e Stato, immettendo un nuovo elemento: il rafforzamento in chiave sussidiaria del potere e della vitalità delle comunità locali. È questa la sfida ai sostenitori della post-democrazia. Come combatterla? Con un rinnovato protagonismo dei corpi sociali, che devono ridiventare “comunità pensanti”, come da tempo li ha chiamati Luciano Violante.
Giorgio Vittadini sul Sole

Costi difesa alle stelle. A due anni dall’inizio dell’offensiva russa in Ucraina e dal grave deterioramento dei rapporti tra Mosca e il Vecchio Continente, molti Paesi europei hanno deciso di aumentare drasticamente i propri bilanci per la difesa. I paesi vicini alla Russia, tuttavia, dedicano molte più risorse ai loro eserciti in proporzione alle loro risorse.
Maxime Heuze su la Tribune

Basta armi. Il sondaggio Demopolis indica che circa la metà degli elettori di Fratelli d’Italia sono divisi sull’invio di armi all’Ucraina, con un crescente malcontento che va contro la linea interventista del governo di Giorgia Meloni. Mentre il 65% degli intervistati preferirebbe un approccio diplomatico al conflitto, la premier Meloni sostiene pubblicamente il non mostrare “segno di stanchezza” nell’appoggio all’Ucraina, sebbene abbia ammesso di percepirla tra le opinioni pubbliche. La rilevazione evidenzia che anche tra gli elettorati di altri partiti, come il Partito Democratico, M5S e Lega, c’è una variante percentuale significativa tra favorevoli e contrari all’invio di assistenza militare all’Ucraina.
Michelangelo Mecchia sul Fatto

Saab vende aerei all’Ungheria. L’Ungheria acquisisce altri quattro aerei da combattimento Gripen C prodotti da Saab. Il gruppo svedese ha firmato venerdì un contratto con l’Amministrazione svedese dei materiali per la difesa (FMV), che a sua volta ha concluso una modifica al contratto firmato con Budapest nel dicembre 2001 per la vendita di 14 Gripen C/D. c La modifica del contratto (del 2001, ndr) per i quattro aerei aggiuntivi è stata firmata dal Ministero della Difesa ungherese e dalla FMV il 23 febbraio 2024, ha annunciato Saab venerdì.
Michel Cabirol su la Tribune

Fuori Leonardo dall’università. Scritte contro la rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Tiziana Lippiello, sulla facciata di San Sebastiano, sede dell’ateneo. «Free Palestine», «Fuori Leonardo spa dall’università» e l’accostamento della rettrice a Israele.
Sul Corriere della Sera

Cariche e manganellate. Le immagini dei ragazzini colpiti in una stradina del centro di Pisa, ammanettati a faccia in giù o col volto insanguinato hanno creato un problema politico. E infatti i massimi responsabili del governo tacciono, la difesa d’ufficio della polizia la lasciano a seconde eterne linee. “Sono partiti all’improvviso – dice uno dei promotori, 17 anni – Le facciamo spesso le manifestazioni non autorizzate, non era la prima, forse pensavano volessimo andare al Sant’Anna”, contestato per la partnership con Leonardo che produce armamenti. Invece il timore della polizia era che volessero arrivare alla sinagoga o al cimitero ebraico.
Leonardo Bison sul Fatto

Disclosure. Il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi: “Metteremo ai voti alcune mozioni dei collettivi, anche di quelli in piazza oggi. Con alcune io sono d’accordo, per esempio per un immediato cessate il fuoco, con altre meno. Non concordo con il boicottaggio totale delle università israeliane, credo che l’università debba gettare ponti. E poi faremo un momento di disclosure su alcune questioni, come il fatto che noi non finanziamo aziende militari. Prendiamo soldi da Leonardo, sì, ma non solo noi, sono migliaia di progetti Pnrr diversi”.
Leonardo Bison sul Fatto

ECONOMIA

Ecofin. Durante l’incontro dell’Ecofin, la Francia ha lanciato un inaspettato appello per rilanciare il mercato unico dei capitali in Europa, suggerendo tre pilastri fondamentali: sorveglianza europea, un prodotto di risparmio pan-europeo, e una garanzia unica per le cartolarizzazioni, ricevendo però reazioni contrastanti con la Germania contraria e l’Olanda aperta al dialogo. L’Eurogruppo mira a raggiungere un accordo entro marzo su una dichiarazione politica che funga da base per la futura legislazione, con l’intento di centralizzare la sorveglianza dei mercati e facilitare l’accesso per le PMI e gli investimenti. La presidente della BCE Christine Lagarde sottolinea la necessità di finanziamenti ambiziosi per raggiungere gli obiettivi climatici e di difesa, evidenziando la mancanza di un mercato unico europeo abbastanza competitivo rispetto agli altri attori globali.
Beda Romano sul Sole

Chi cresce. Il Ftse Mib ha raggiunto 32.700 punti, livello che non vedeva dal 2008, con solo 4 titoli sui 40 totali che hanno toccato i massimi storici, mentre la maggior parte rimane significativamente sotto i loro record, con esempi come Telecom Italia e Saipem che scambiano a un valore inferiore di oltre il 98% dai loro picchi. L’indice italiano mostra ancora potenziale di crescita nonostante in confronto globale si posizioni in fondo alla classifica con il rapporto prezzo/utili a 12 mesi di 8,7 volte, al di sotto della maggior parte degli altri listini. Secondo gli analisti, il settore bancario rimane promettente per il 2024, influenzato dai risultati solidi e possibili tagli dei tassi da parte delle banche centrali, mentre i settori tecnologico e industriale hanno già mostrato una performance eccellente all’inizio del 2024.
Elena Dal Maso su Milano Finanza

Cdp e Intesa per le Pmi. Cassa depositi e prestiti (Cdp) e Intesa Sanpaolo hanno lanciato un’iniziativa volta a sostenere le piccole e medie imprese (PMI) e le mid cap italiane con un social bond da 800 milioni di euro, destinato a finanziare la crescita sostenibile delle aziende nel rispetto del “Green, social and sustainability bond framework” di Intesa Sanpaolo. Almeno il 51% dei fondi sarà dedicato alle PMI per erogare nuovi crediti fino a 20 milioni di euro, per un periodo minimo di due anni, con l’obiettivo di incentivare la transizione verso un’economia più sostenibile e sostenere il tessuto imprenditoriale in un mercato in evoluzione.
Celestina Dominelli sul Sole

Intesa, Profumo di Abi. Intesa Sanpaolo punta alla presidenza dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e considera Francesco Profumo come candidato principale, mentre il presidente attuale della banca, Gian Maria Gros Pietro, emerge come piano B. La banca, che costituisce una quota significativa del settore bancario italiano, potrebbe cercare di modificare lo statuto dell’Abi per accomodare la possibile presidenza di Profumo, che necessiterebbe anche di ricoprire un ruolo in una controllata di Intesa prima di una nomina all’Abi. Intesa Sanpaolo potrebbe però incontrare ostacoli procedurali, e se le modifiche allo statuto non fossero possibili, potrebbe presentare Gros Pietro come suo candidato alla presidenza Abi.
Andrea Greco su Repubblica

Record Nasdaq. La settimana si è conclusa con nuovi record per le borse, con il Nasdaq che ha raggiunto un nuovo massimo e Nvidia che ha superato la capitalizzazione di 2.000 miliardi di dollari, mentre Milano ha chiuso con un +3%. Gli investitori mostrano euforia, soprattutto attorno al settore dell’intelligenza artificiale guidato da Nvidia, ma gli esperti avvertono di un potenziale rischio di correzione a breve termine a causa di un’ottimica eccessiva sugli scenario di crescita. Gli investitori sono in attesa di dati chiave che potrebbero influenzare il mercato azionario e obbligazionario, come le cifre sull’inflazione nell’Eurozona e i dati sui prezzi contenuti nei dati sul PIL USA del primo trimestre.
Maximilian Cellino sul Sole

Le Granolas. Undici società, soprannominate “Granolas”, hanno spinto i titoli europei a un livello record questa settimana, con un contributo di proporzioni maggiori rispetto alle più note “Magnificent Seven” negli Stati Uniti. L’acronimo croccante è stato coniato da Goldman Sachs per le società farmaceutiche GSK e Roche, il gruppo olandese di chip ASML, le svizzere Nestlé e Novartis, il produttore di farmaci danese Novo Nordisk, le francesi L’Oréal e LVMH, la britannica AstraZeneca, la società tedesca di software SAP e il gruppo sanitario francese Sanofi. Negli ultimi 12 mesi il gruppo ha rappresentato il 50% dei guadagni dell’indice Stoxx Europe 600, che giovedì ha toccato un nuovo massimo, e circa la metà di tutte le fusioni degli ultimi cinque anni.
George Steer sul Financial Times

Sostegno al reddito. Il ministro italiano dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha preparato un documento per il Consiglio Agrifish di Bruxelles, sollecitando maggiori risorse per la tutela dei redditi degli agricoltori e il rafforzamento della sovranità alimentare europea, a causa dell’inadeguatezza dell’attuale Politica agricola comune (Pac) dopo l’emergenza Covid e i conflitti attuali. Lollobrigida propone riforme strutturali immediate e a lungo termine, tra cui la revisione degli accordi commerciali internazionali, la cancellazione della regola della messa a riposo dei terreni e un rinnovato sostegno diretto agli agricoltori tramite stoccaggi ed aiuti alla produzione. Il “No Paper” italiano si inscrive in un contesto di proteste agricole e richiede anche maggiore trasparenza del mercato e il rafforzamento delle direttive UE contro le pratiche sleali, con la Premier italiana che riproporrà questi temi nel Consiglio dei Capi di Stato e di Governo di marzo.
Giorgio dell’Orefice sul Sole

Pnrr. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per la sanità in Italia, a tre anni e mezzo dalla sua nascita, ha visto solo il 3,7% del suo budget di 15,6 miliardi di euro effettivamente utilizzato, mentre è presente un forte ritardo nell’implementazione di progetti chiave come la telemedicina e l’assistenza territoriale, con preoccupazioni espresse in merito alla fattibilità del piano di medicina territoriale a causa della mancanza di personale e di un accordo con i medici di base. Anche se i ministeri coinvolti nel Pnrr sono ottimisti sulla possibilità di un’accelerazione nei progressi entro l’anno corrente, l’effettivo stato di avanzamento dei progetti rimane poco chiaro a causa di problemi nel sistema di registrazione della spesa. A livello nazionale, di 191,49 miliardi di euro stanziati per il Pnrr, sono stati rendicontati 45,6 miliardi, con oltre 24 miliardi spesi nei due anni del 2021 e 2022, mentre il resto deve essere investito nei prossimi due anni e mezzo.
Federico Fubini sul Corriere

Faro Consob. Il mercato finanziario specula su un possibile maxi polo finanziario tra Unicredit e Mediobanca, con un occhio alle Assicurazioni Generali, una mossa che ha fatto crescere significativamente il valore delle azioni dei gruppi coinvolti. La suggestione di questa operazione ha attirato l’attenzione della Consob ed è stata positivamente accolta dal mercato, che vede potenziali benefici strategici e un aumento del potere nel settore del risparmio gestito e delle assicurazioni. Tuttavia, ci sono complessità e sfide regolamentari da affrontare, oltre a timori di un impatto diluitivo sui risultati per Unicredit e preoccupazioni sulla coesione dell’investment banking di Mediobanca, rendendo incerta l’evoluzione di questo risiko bancario e assicurativo.
Daniela Polizzi sul Corriere

Proiezione europea. Il commento dell’economista Ignazio Angeloni esplora l’idea di un’aggregazione tra Unicredit, Mediobanca e Generali, ipotizzando che tale fusione potrebbe creare un forte gruppo bancario-assicurativo italiano con proiezioni europee, nonostante le complessità di governance e le diverse visioni di azionisti e manager. Nonostante sia un’operazione interna all’Italia, si ritiene che ciò potrebbe porsi come un punto di riferimento solido per le aziende italiane e preparare il paese per future aggregazioni bancarie europee, adattandosi alle attuali condizioni finanziarie favorevoli delle banche. La reazione positiva della Borsa e l’opinione divisa tra gli analisti mostrano una certa aspettativa che nel settore bancario italiano stia per verificarsi un evento di grande rilevanza, anche se non necessariamente questa specifica fusione.
Mariarosaria Marchesano sul Foglio

Maxi compenso. Il CEO di Stellantis Carlos Tavares potrebbe ricevere un compenso totale di 36,5 milioni di euro nel 2023, un aumento sostanziale rispetto agli anni precedenti, a seguito del successo dell’integrazione tra FiatChrysler e Peugeot che ha generato notevoli profitti e crescita per l’azienda. La gestione e la performance finanziaria di Stellantis hanno suscitato polemiche in Italia, dove il segretario generale della FiomCgil, Michele De Palma, ha messo in discussione la sostenibilità di tali compensi elevati nel contesto di difficoltà lavorative, richiedendo chiarezza sul futuro del sito produttivo di Mirafiori a Torino. In parallelo, si prospettano nuovi progetti per lo stabilimento di Mirafiori che potrebbe iniziare l’assemblaggio di veicoli della cinese Leapmotor, start-up elettrica in cui Stellantis ha investito e di cui detiene una quota significativa, espandendosi così nel mercato internazionale.
Francesco Bertolino sul Corriere

Confindustria. Per la prima volta nella storia di Confindustria, è possibile che si arrivi allo scrutinio finale con tre candidati alla presidenza: Edoardo Garrone, Emanuele Orsini e Antonio Gozzi, sostenuti rispettivamente da Assolombarda e Piemonte, Emilia e Toscana, e Brescia, Bergamo e Farmaindustria. I candidati hanno presentato le loro linee programmatiche con approcci e temi differenti: Garrone e Gozzi enfatizzano analisi economiche e questioni di energia, mentre Orsini adotta un approccio più discorsivo. Il processo di elezione, condotto da un consiglio di saggi, vede delle consultazioni territoriali con Garrone in netto vantaggio in un recente incontro a Torino, mentre Alberto Marenghi sembra lontano dal raggiungere il necessario 20% di supporto.
Gilda Ferrari sulla Stampa

La presidente tifa per i tedeschi. Il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha incontrato una percentuale elevata di aziende tedesche nel corso del suo mandato, con dati che suggeriscono un numero di incontri triplicato rispetto al suo predecessore, Jean-Claude Junker, evidenziando una preferenza per il settore privato tedesco e americano. Questi incontri sono accelerati con l’avvicinarsi della campagna elettorale per il suo secondo mandato, manifestando una forte attenzione verso le lobby e gli interessi industriali, in particolare nel settore chimico europeo. Nonostante l’ufficio di von der Leyen affermi che gli incontri riflettano le priorità politiche della Commissione e non la nazionalità dei partecipanti, il report di Politico.eu suggerisce una corsa frenetica agli incontri con lobbisti e imprenditori che riflette le dinamiche politiche occidentali legate in particolare alle strategie USA e alle imprese tedesche.
Carlo Tarallo sulla Verità

Ilva e Marcegaglia. Il Gruppo Marcegaglia ha accettato l’appello del ministro delle Imprese per pagare in anticipo 20 milioni di euro in fatture all’ex Ilva, ora in amministrazione straordinaria, per garantire la liquidità necessaria a mantenere attiva la produzione di Taranto. Questa mossa, oltre a fornire la liquidità immediata per sbloccare le materie prime ferme per le fatture insolute, potrebbe anche posizionare Marcegaglia come un attore chiave nel futuro rilanciato dell’acciaieria. Nel frattempo, il governo si impegna anche a livello europeo per ottenere un prestito ponte da 320 milioni di euro, indispensabile per salvaguardare gli impianti e sostenere l’azienda, mentre il commissario Giancarlo Quaranta lavora sulla due diligence e i piani di rilancio, anticipando un percorso di mesi e non anni.
Sofia Fraschini sul Giornale

Agnelli. L’ingresso della famiglia Agnelli nella scena editoriale italiana ha avuto un impatto significativo, influenzando la stampa e la politica nel paese. Il libro “Le mani sull’informazione” di Paolo Panerai parla di come gli Agnelli abbiano esercitato il loro potere attraverso il Corriere della Sera e altre testate, affrontando talvolta controversie come nel caso della P2 e di Di Bella, così come strategie e alleanze che hanno riguardato figure come Gheddafi e vari governi italiani. La passione dell’Avvocato Agnelli per i giornali non era solo per il potere implicito che conferivano, ma anche per rimanere al centro delle vicende italiane, una passione che ha visto infine John Elkann seguire le orme familiari.
Paolo Panerai su Milano Finanza

POLITICA ITALIA

La mia idea di pace. La Premier italiana Giorgia Meloni ha organizzato un vertice del G7 in videocollegamento da Kiev, sottolineando l’importanza della difesa dell’Ucraina come mezzo per scongiurare il caos internazionale e mantenere l’ordine basato sulle regole, nella giornata simbolo del secondo anniversario dall’invasione russa dell’Ucraina. Meloni evidenzia la determinazione dell’Italia nel sostenere l’Ucraina, nel riconoscere le responsabilità russe nella morte di Alexei Navalny, e si è espressa a favore di una pace giusta e duratura, sottolineando l’importanza del coinvolgimento occidentale per un futuro sia di Kiev che della regione mediorientale. Nonostante la stanchezza per il protrarsi della guerra, la Meloni ribadisce che la crisi ucraina colpisce più vicino di quanto si pensi, sottolineando inoltre l’impegno del suo governo nel supporto all’Ucraina e nella promozione di relazioni strategiche con il continente africano e il rafforzamento delle relazioni internazionali in contesti di crisi globali.
Giorgia Meloni a Fausto Biloslavo sul Giornale

Il G7 della Meloni. La premier italiana Giorgia Meloni sarà a Kiev per un vertice G7 virtuale e per discutere un accordo di sicurezza tra Italia e Ucraina con Zelensky, promettendo aiuti per dieci anni senza specificare le cifre, diversamente dai dettagli forniti dai suoi omologhi europei. Mentre Roma resta vaga sull’ammontare degli aiuti promessi all’Ucraina, la Meloni incontrerà Joe Biden a Washington per affrontare sfide globali e continuare a sostenere l’Ucraina contro l’aggressione russa, con gli Stati Uniti che annunciano nuove sanzioni contro la Russia. L’ambiguità italiana sugli aiuti all’Ucraina sta diventando problematica a livello internazionale, soprattutto dopo che il cancelliere tedesco Scholz ha esposto dettagli finanziari più trasparenti e critica Italia per il suo contributo limitato.
Tonia Mastrobuoni su Repubblica

Lo sgarbo di Macron. Emmanuel Macron, presidente francese, ha scelto di non partecipare al G7 organizzato da Giorgia Meloni, preferendo presenziare a un evento nazionale e organizzare un proprio vertice su Kiev a Parigi. Tale scelta potrebbe riflettere tensioni tra Francia e Italia su questioni come la politica estera e la difesa all’interno della UE, specialmente in relazione alle prossime elezioni europee e a una possibile rielezione di Trump negli USA. Le azioni di Macron sono viste come una risposta alla cautela dimostrata da Meloni sul caso Navalny e alla sua vicinanza agli Stati Uniti, evidenziando una crescente distanza nelle relazioni franco-italiane.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Basta insulti. Il presidente Mattarella ha criticato la crescente violenza e la mancanza di civiltà nel discorso politico, esprimendo solidarietà alla premier Meloni e richiamando tutti alla dignità politica, in seguito a vari episodi di aggressioni verbali e attacchi simbolici come il manichino bruciato. La solidarietà nei confronti di Meloni è stata espressa da vari leader politici, e anche Elly Schlein del PD ha condannato la violenza politica, sottolineando l’importanza di un confronto democratico basato sulle idee e le proposte.
_Adriana Logroscino sul Corriere

Forza Italia. Durante il congresso di Forza Italia, Antonio Tajani è stato acclamato come nuovo segretario del partito, in un contesto che ha ricordato con emozione la figura di Silvio Berlusconi, descritto come il “Maradona” della politica. Il partito dimostra di poter procedere sul suo cammino anche in assenza del suo fondatore, posizionandosi apertamente vicino a Giorgia Meloni mentre rifugge da un’alleanza con la Lega di Salvini; Tajani promuove un’agenda europeista con il sostegno di figure sia nazionali che europee come Ursula von der Leyen e Manfred Weber. Questo congresso segna un punto di svolta per Forza Italia, che si apre alle liste civiche e si propone come un partito moderato, unito e autonomo, capace di riempire lo spazio politico tra l’opposizione e l’attuale governo, riformando inoltre il proprio statuto e preparandosi alle future sfide europee.
Paola Di Caro sul Corriere

Sondaggio. Fratelli d’Italia registra un calo al 28,2% delle intenzioni di voto, segnando il dato più basso dalle elezioni politiche e lasciando aperta la competizione con Lega e Forza Italia, che sono vicine rispettivamente all’8,3% e al 7,9%. Nel centrosinistra, il Partito Democratico si contrae al 18,3% mentre il Movimento 5 Stelle risale al 17%, con indici di gradimento del governo e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che restano stabili. Le prossime elezioni europee porranno sfide per i partiti minori, che necessitano di aggregazioni per superare la soglia del 4% per l’accesso al Parlamento europeo, mentre i leader di partito non vedono grandi cambiamenti di gradimento, con Antonio Tajani in testa che cresce di due punti.
Nando Pagnoncelli sul Corriere

Terzo Mandato. Fratelli d’Italia registra un calo al 28,2% delle intenzioni di voto, segnando il dato più basso dalle elezioni politiche e lasciando aperta la competizione con Lega e Forza Italia, che sono vicine rispettivamente all’8,3% e al 7,9%. Nel centrosinistra, il Partito Democratico si contrae al 18,3% mentre il Movimento 5 Stelle risale al 17%, con indici di gradimento del governo e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che restano stabili. Le prossime elezioni europee porranno sfide per i partiti minori, che necessitano di aggregazioni per superare la soglia del 4% per l’accesso al Parlamento europeo, mentre i leader di partito non vedono grandi cambiamenti di gradimento, con Antonio Tajani in testa che cresce di due punti.
Giovanna Vitale su Repubblica

La trappola di Salvini. Luca Zaia, presidente del Veneto e noto come “il doge”, affronta un periodo di incertezza politica dopo il rifiuto di estendere il limite di due mandati per i presidenti regionali, che segna un potenziale fine al suo lungo regno. Nonostante la pressione del leader della Lega, Matteo Salvini, di candidarsi alle elezioni europee per tentare di rinvigorire i consensi del partito, Zaia sembra riluttante e preferisce uno stile di attesa piuttosto che un confronto diretto. Mentre la base veneta del partito supporta la resistenza di Zaia e la maggiore coalizione di governo mostra le sue crepe, lui contempla un possibile futuro come capo di un nuovo centro politico in opposizione alle inclinazioni di destra imposte da Fratelli d’Italia e dalla Lega salviniana.
Enrico Ferro su Repubblica

Pd e Cinquestelle. Il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli sostiene che, nonostante le differenze con il PD, specialmente sulla guerra in Ucraina, l’alleanza può essere un valore aggiunto; evidenzia un accordo sui temi del salario minimo e della sanità pubblica. Durante la campagna elettorale, Patuanelli mostra fiducia nel rinnovamento del fronte progressista, in particolare in Sardegna con la candidata Todde, e accenna alle difficoltà del centrodestra, unito principalmente dalla gestione del potere. Esprime infine scetticismo verso una collaborazione con Calenda, a causa dei suoi atteggiamenti ritenuti incoerenti, nonostante il bisogno di un’alleanza più ampia per contrastare le destre.
Matteo Pucciarelli su Repubblica

Vannacci sotto inchiesta. Il generale Roberto Vannacci è sotto indagine della Procura militare per peculato e truffa per illecite indennità di servizio, rimborsi per eventi non organizzati e uso non autorizzato dell’auto di servizio durante il suo incarico a Mosca. L’ispezione ministeriale ha rilevato incongruenze nelle autocertificazioni e nelle richieste di rimborso presentate da Vannacci, che dovrà ora fornire chiarimenti alle autorità giudiziarie.
Fiorenza Sarzanini sul Corriere

POLITICA MONDO

Nuove sanzioni. Due anni dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa e gli Stati Uniti intensificano la pressione su Mosca attraverso nuove sanzioni, rispondendo alla preoccupazione dell’Ucraina per la crescente aggressività russa e la necessità di supporto militare. Gli incontri diplomatici, come il G7 presieduto da Giorgia Meloni e il vertice a Parigi, mirano a discutere come supportare meglio l’Ucraina e affrontare la questione della sovranità strategica europea, all’ombra della possibile mancanza di supporto degli USA in caso di elezione di Trump. L’Unione Europea continua a sostenere l’Ucraina nonostante le difficoltà, incluso un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, mentre si stanno considerando ulteriori modi per supportare l’Ucraina nella guerra.
Stefano Montefiori sul Corriere

La guerra sarà ancora lunga. La guerra tra Russia e Ucraina è prevista essere lunga, senza cambiamenti significativi sul campo prima del 2025 o 2026. Stefano Ruzza, professore a Torino, analizza due fattori critici: il picco dell’economia di guerra russa e il livello di sostegno internazionale all’Ucraina, con la Russia che si affida a pressione militare, la mobilitazione economica non illimitata, e operazioni psicologiche, mentre l’Ucraina punta sull’innovazione e supporto esterno. Entrambi i lati si preparano per un’estenuante guerra di attrito, mentre l’Ucraina sviluppa difese profonde sul fronte e la Russia cerca di capitalizzare la sua eredità sovietica in messaggi efficaci e manipolazione politica.
Antonella Scott sul Sole

A corto di colpi. Le forze armate ucraine stanno affrontando una grave carenza di munizioni, droni e missili antiaerei, soprattutto a seguito del blocco di 61 miliardi di dollari di aiuti militari americani da parte del Congresso. I soldati ucraini stanno rispondendo con meno di 2.000 cannonate di grosso calibro al giorno rispetto alle 10.000 sparate dai russi, e l’Ucraina potrebbe resistere fino a fine primavera prima che la situazione diventi critica. L’Ucraina sta cercando di ottenere sostegno dagli alleati europei, con la Germania che si sta emergendo come un partner principale, mentre l’UE stessa invita a sostenere l’Ucraina con ulteriori approvvigionamenti di munizioni.
Lorenzo Cremonesi sul Corriere

Confiscare i fondi russi. L’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Jack Markell, sostiene che la confisca e il trasferimento dei fondi russi congelati all’Ucraina è una delle opzioni discusse tra i membri del G7, sotto la presidenza italiana guidata da Giorgia Meloni. Considerando la violazione delle norme internazionali da parte della Russia, gli Stati Uniti, insieme ai partner del G7, valutano le implicazioni legali di una tale mossa, pur riconoscendo la necessità di rispondere efficacemente. Inoltre, i rapporti bilaterali tra Italia e USA sono definiti molto forti, con la reciproca intenzione di rafforzare ulteriormente la collaborazione specialmente in temi come il supporto all’Ucraina e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Alberto D’Argenio su Repubblica

Con gli F16 ci riprenderemo i cieli. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, ha escluso trattative con la Russia, insistendo sulla necessità di aiuti militari europei e sostenendo che senza il supporto, l’Europa rischia il proprio futuro. Mettendo in evidenza la disparità nella produzione di munizioni tra Russia e Ucraina e segnalando che il paese ha ricevuto solo la metà delle munizioni promesse dall’Europa, Podolyak richiede missili a lungo raggio, droni, contromisure elettroniche e F-16 per riottenere la superiorità aerea. Allo stesso tempo, commenta la situazione politica europea e le possibili elezioni, affermando la necessità di collaborazione tra tutte le parti per contrastare l’obiettivo della Russia di indebolire l’Europa.
Letizia Tortello sulla Stampa

L’atomica. Sergey Karaganov, ex consigliere del Cremlino e direttore del Consiglio di Politica Estera e della Difesa, avverte che un’eventuale guerra tra NATO e Russia potrebbe culminare in un attacco nucleare contro l’Europa, poiché nessun presidente USA sacrificherebbe città americane per difendere quelle europee. Sostiene che l’Occidente debba ritirarsi dall’Ucraina per evitare ulteriori perdite di vite o una sconfitta umiliante come in passate guerre o, nella peggiore delle ipotesi, uno scenario nucleare. Karaganov afferma anche che la Russia interviene per liberare il mondo dal dominio occidentale, ma non riconosce la contraddizione nell’eliminare la sovranità ucraina, pur considerando un futuro dialogo con l’Europa non necessario per il rinascimento russo.
Giovanni Pigni sulla Stampa

Le munizioni per la pace. La viceministra degli Esteri ucraina Iryna Borovets esprime gratitudine per il sostegno dell’Italia e del G7 verso l’Ucraina e auspica che la presidenza italiana del G7 possa tradursi in azioni concrete per aiutare il suo paese in guerra contro la Russia. Borovets evidenzia le drastiche trasformazioni subite dall’Ucraina a causa del conflitto, compresi i cambiamenti psicologici dei suoi cittadini e la dipendenza da aiuti esterni, sottolineando l’urgenza di munizioni per contrastare l’appoggio militare fornito a Russia da paesi come la Corea del Nord e l’Iran. Infine, la missione di Borovets a Delhi mira a coinvolgere partner internazionali nel supporto all’Ucraina, sottolineando il ruolo critico del paese nella sicurezza alimentare globale nonostante il conflitto abbia ridotto significativamente le proprie esportazioni agricole.
Giulia Pompili sul Foglio

L’ultimo azzardo. Il testo discute e critica la narrazione corrente dell’invasione russa dell’Ucraina, sostenendo che i conflitti attuali sono radicati in decenni di tensioni politiche e militari, inclusi l’allargamento della NATO e le operazioni di sovversione in Ucraina da parte degli USA. Fabio Mini afferma che la spedizione militare russa del 2022 in Ucraina non è stata immotivata o illegale come spesso viene rappresentata, ma una risposta a una lunga storia di provocazioni occidentali, e sostiene che l’Ucraina e l’Occidente sono bloccati in un conflitto alimentato da interessi esterni. Alla fine, si mette in discussione l’efficacia delle operazioni di intelligence e d’influenza volte a destabilizzare la Russia e si fa presente la difficoltà di sfuggire alla disinformazione e di ricordare la storia in maniera obiettiva.
Fabio Mini sul Fatto

Voglio i funerali. Lyudmila Navalnaya, madre di Aleksei Navalny, sfida le autorità russe rifiutando un funerale segreto per suo figlio e insistendo sui riti tradizionali, mentre la vedova Yulia Navalnaya e la figlia Dasha si apprestano a portare avanti la lotta politica di Aleksei. Aleksei Navalny, principale oppositore di Putin, è morto in carcere sotto circostanze sospette, e la sua famiglia accusa il regime di assassinio, con il fratello Oleg inclusi nella lista dei ricercati. La famiglia Navalny, unita dal dolore e dal coraggio, si confronta con le autorità russe per ottenere giustizia per Aleksei e continuare il suo impegno per la dissidenza politica, mentre la comunità internazionale è chiamata ad affrontare la minaccia russa e le violazioni della legalità internazionale.
Irene Soave sul Corriere

Usa bocciano Israele. Il “piano” di Benjamin Netanyahu è descritto come una mera lista di principi e intenzioni che non affronta le preoccupazioni internazionali e sembra preludere a una possibile occupazione di Gaza da parte di Israele senza riconoscere alcuna legittimità politica ai palestinesi. L’articolo evidenzia l’assenza di una soluzione politica alla questione palestinese, la mancata menzione del ritorno dei profughi e le azioni che potrebbero portare a una nuova ondata di radicalizzazione. Infine, si ritiene che l’espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania esacerbi le tensioni nella regione, portando a una potenziale escalation del conflitto e al rischio di radicalizzazione tra i giovani palestinesi.
Marco di Liddo sul Sole

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