Rassegna stampa 1 ottobre

SICUREZZA

Spazio. Massimo Comparini, nuovo managing director della business unit Space di Leonardo e presidente del cda di Thales Alenia Space, sottolinea l’importanza dell’indipendenza tecnologica europea nel settore spaziale rispetto a Cina e USA. Leonardo si concentra sullo sviluppo di tecnologie avanzate come le quantum technologies e l’intelligenza artificiale, sia per infrastrutture che per servizi, puntando a posizionarsi al centro delle politiche dell’UE e a sfruttare il budget UE di 14,8 miliardi di euro per i programmi spaziali 2021-2027. Comparini, con una vasta esperienza nel settore, è incaricato di identificare nuove opportunità di business e di promuovere collaborazioni con agenzie spaziali e governi. L’obiettivo è fare di Leonardo un leader europeo nel settore, superando la frammentazione e collaborando a livello tecnologico con gli Stati Uniti. «Lo spazio — afferma Comparini — sta cambiando, anche abbastanza rapidamente, nei suoi domini applicativi che, in fin dei conti, sono una sorta di tessuto connettivo delle società e delle economie di oggi» e a fronte di questa realtà «la divisione Spazio si pone l’obiettivo di mettere insieme il mondo delle tecnologie spaziali, che evolvono, e quello delle tecnologie digitali. E di essere, quindi, un solution provider un fornitore di architetture che crea una connessione tra queste capacità, utilizzando naturalmente il sistema industriale di Leonardo, del quale è parte».
Raoul de Forcade su Sole 24 Ore

Meloni e Black Rock. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno incontrato Larry Fink, CEO di BlackRock, per discutere potenziali investimenti in data center, infrastrutture energetiche, trasporti e nodi strategici in Italia. Un comitato misto, guidato dalla presidenza del Consiglio, si occuperà di identificare e attivare progetti di collaborazione pubblico-privata. Nonostante non siano state rivelate cifre specifiche, l’incontro segna un punto di svolta in un lungo periodo di avvicinamento tra BlackRock e l’Italia. BlackRock, attraverso la sua controllata Global Infrastructure Partnership, ha lanciato un’iniziativa con Microsoft e MGX per investire in infrastrutture di intelligenza artificiale, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un investimento totale fino a 100 miliardi di dollari. Fink non ha hai fatto mistero di nutrire fiducia nell’Italia di Meloni né di ritenersi soddisfatto per le partecipazioni negli istituti di credito italiani e nelle società, da Enel a Leonardo, dove la settimana scorsa ha ottenuto dal Governo il disco verde a detenere una quota superiore al 3% del capitale.
su Sole 24 Ore

Grande finanza. Il governo di Giorgia Meloni, dopo aver criticato la grande finanza internazionale, apre le porte a BlackRock, il più grande fondo finanziario del mondo, per investimenti in Italia, soprattutto in settori strategici come l’intelligenza artificiale, l’energia e i trasporti. Un comitato di collaboratori della premier sarà creato per coordinare i progetti con BlackRock, guidato da Larry Fink, che gestisce un patrimonio di oltre 9 trilioni di dollari. Durante un incontro tra Meloni e Fink, si è discusso di investimenti in data center e infrastrutture energetiche, con un possibile coinvolgimento di Enel, in cui BlackRock è già secondo azionista. Inoltre, si prevede una collaborazione in altri settori come il trasporto elettrico e il Piano Mattei, con l’obiettivo di finanziare lo sviluppo e la cooperazione con i Paesi africani. BlackRock sta anche lavorando a un fondo per la finanza climatica, invitando l’Italia a partecipare. Un interesse particolare è quello delle colonnine di ricarica per i veicoli a trazione elettrica. Un ambito che, salvo sorprese, potrebbe essere discusso prima della fine dell’anno. Negli stessi mesi in cui, dopo aver conquistato il 3% di Leonardo, dovrebbero finalizzarsi le trattative con Sace: in ballo c’è la gestione di asset fino a 3 miliardi di euro.
Ilario Lombardo su Stampa

Investimenti. La premier Giorgia Meloni ha incontrato Larry Fink, CEO di BlackRock, per discutere potenziali investimenti in Italia, con particolare attenzione allo sviluppo di data center per l’intelligenza artificiale. Durante il vertice a Palazzo Chigi si è parlato anche di infrastrutture energetiche, trasporti, reti idriche e telecomunicazioni, oltre a porti e aeroporti. BlackRock, che gestisce quasi 10mila miliardi di dollari e ha già investimenti significativi in Italia, ha mostrato interesse in un ampio ventaglio di settori. Il fondo ha in portafoglio partecipazioni in Sace, Leonardo (per ora) con il 3%, Enel, Unicredit, Intesa, Banco Bpm e Italo. Meloni ha sottolineato l’importanza di un nuovo partenariato con l’Africa e la finanza climatica, in vista di una conferenza in Italia nel 2025. È stato concordato un gruppo di lavoro per identificare e sviluppare progetti congiunti, incluso il rapido avvio della costruzione di data center.
Francesco Malfetano su Messaggero

Schlein Meloni e la Finanza. Elly Schlein, segretaria del PD, ha incontrato a Milano alcuni manager e imprenditori, tra cui Bruno Rovelli di BlackRock – tra le più importanti società d’investimento al mondo con sede a New York, che una settimana fa ha ottenuto il via libera dal governo Meloni per salire sopra la quota del 3% del capitale di Leonardo – per discutere questioni economiche e finanziarie, con un focus sulla crescita sostenibile e l’equità sociale. L’incontro, tenuto in riserbo e senza pubblicità, ha visto la partecipazione di una dozzina di figure del settore. Contemporaneamente, a Roma, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto Larry Fink, CEO di BlackRock, a Palazzo Chigi per discutere di investimenti in Italia. Entrambi gli eventi sottolineano l’importanza del dialogo tra politica e finanza, con Schlein e Meloni che operano su fronti paralleli per attrarre investimenti e promuovere lo sviluppo economico del paese.
Simone Canettieri su Foglio

Eurofighter. L’offerta di Leonardo alla Polonia non riguarda solo il velivolo Eurofighter, ma anche la possibilità di avere un moderno sistema di supporto logistico in risposta alle esigenze dell’Aeronautica Militare del Paese. La Difesa polacca ha più volte sottolineato che un elemento importante nella selezione sarà la compensazione e altri benefici industriali che confluiranno nell’economia nazionale. Anche in questo caso, l’offerta dell’Eurofighter ha un vantaggio competitivo: la volontà di creare una joint venture per le macchine polacche.
su biznes.wprost.pl

Più 92%. La crisi dell’automotive e il crollo in Borsa di Stellantis hanno colpito duramente gli Elkann, ma la controllata Exor trova sollievo nel settore della difesa con Iveco Defence Vehicles (IDV), che ha visto un incremento dei profitti del 92% grazie alle commesse statali. Nonostante una generale contrazione dei ricavi di Iveco, la divisione difesa ha mostrato una redditività elevata, con un utile operativo che supera quello di settori come autobus e camion e addirittura raddoppia rispetto all’anno precedente. Iveco Defence si posiziona tra i leader italiani nell’export militare e sta negoziando la vendita della divisione difesa al gruppo Leonardo per almeno 1 miliardo di euro. Nel frattempo, le azioni di Iveco hanno subito fluttuazioni ma mantengono un guadagno rispetto alla fine dell’anno precedente, nonostante un calo significativo dopo la pubblicazione dei conti semestrali.
Giulio da Silva su Il Fatto Quotidiano

Mosca. La Russia prevede di aumentare la spesa per la difesa di un quarto l’anno prossimo, segnale della determinazione del presidente Vladimir Putin a proseguire l’invasione dell’Ucraina e intensificare lo scontro con l’Occidente. Il ministero delle Finanze ha stanziato un record di 13,5 trilioni di rubli (145 miliardi di dollari) per la difesa, in aumento rispetto ai 10,8 trilioni di quest’anno. Nonostante le aspettative di un crollo economico a causa delle sanzioni, il PIL russo è cresciuto del 3,6% l’anno scorso e si prevede che rimanga stabile nel 2024. La spesa totale per la difesa e la sicurezza rappresenterà circa il 40% del bilancio totale. Il ministro delle Finanze Anton Siluanov ha sottolineato una riduzione della dipendenza della Russia dai ricavi petroliferi, con un prezzo di pareggio del petrolio fissato a 60 dollari al barile, nonostante la Russia trovi modi per vendere il petrolio a prezzi superiori al limite imposto dal G7.
Max Seddon su Financial Times

Più soldi alla difesa. Il presidente russo Vladimir Putin ha celebrato il “giorno della riunificazione”, ricorrenza che segna l’annessione unilaterale di regioni ucraine alla Federazione Russa, avvenuta il 30 settembre 2022. Nel suo messaggio, Putin ha ribadito che gli obiettivi della “operazione militare speciale” in Ucraina saranno raggiunti e ha accusato i Paesi occidentali di aver trasformato l’Ucraina in una colonia e base militare contro la Russia. La legge di bilancio presentata alla Duma prevede un aumento delle spese militari, nonostante le difficoltà economiche, con un impegno di 13.500 miliardi di rubli per il 2025. In parallelo, è stato firmato un decreto che chiama alle armi 133.000 giovani, nonostante le assicurazioni che non verranno inviati al fronte ucraino. Le spese per la difesa superano quelle per le politiche sociali, mentre si prevede un calo delle entrate dal settore energetico.
Antonella Scott su Sole 24 Ore

Il turno di Rutte. Mark Rutte, ex primo ministro olandese, è il nuovo segretario generale della NATO, succedendo al norvegese Jens Stoltenberg. Conosciuto per il suo approccio consensuale e la sua leadership non aggressiva, Rutte affronta sfide come l’adesione dell’Ucraina, la minaccia russa e il rischio di un disimpegno americano, specialmente se Donald Trump dovesse tornare alla presidenza degli Stati Uniti. La NATO, che ha visto un aumento dei membri e delle spese militari dopo l’invasione russa dell’Ucraina, si trova a dover mantenere l’impegno a lungo termine nonostante le restrizioni di bilancio europee. Rutte dovrà gestire la delicata questione dell’adesione dell’Ucraina all’alleanza, che divide i membri e potrebbe influenzare le trattative di pace con la Russia.
Florentin Collomp su Figaro

Le sfide di Rutte. Jens Stoltenberg ha concluso il suo mandato decennale come Segretario Generale della NATO, passando il testimone a Mark Rutte, ex Primo Ministro olandese, durante una cerimonia a Bruxelles. Rutte eredita un’organizzazione rafforzata, con un aumento delle spese militari degli stati membri e la sfida di resistere all’aggressione russa in Ucraina. Stoltenberg, nel suo “testamento” pubblicato, sottolinea i cambiamenti nel panorama della sicurezza mondiale dal 2014, evidenziando le minacce come il terrorismo, le tecnologie disruptive, i cyberattacchi e il cambiamento climatico. Consiglia inoltre di mantenere l’aumento delle spese militari e di bilanciare la libertà con il libero scambio, avvertendo contro le dipendenze commerciali, in particolare dalla Cina. Infine, mette in guardia sull’importanza di non dare per scontato il legame transatlantico, specialmente in vista delle elezioni americane e delle possibili divergenze strategiche tra USA e Europa.
Anne Bauer su Echos

I dieci anni che hanno rianimato l’Alleanza. Durante il mandato di Jens Stoltenberg come Segretario Generale della NATO, l’alleanza euro-atlantica ha affrontato sfide significative e ha visto un rafforzamento della cooperazione militare tra i suoi membri. L’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e le critiche di Donald Trump hanno messo alla prova l’unità dell’organizzazione, culminando nella dichiarazione di “morte cerebrale” dell’Alleanza da parte del presidente francese Macron nel 2019. Tuttavia, l’aggressione russa contro l’Ucraina ha portato a un ritorno ai principi fondamentali della difesa collettiva europea, con un aumento delle spese per la difesa e una maggiore presenza militare statunitense in Europa. L’espansione dell’OTAN con l’ingresso di nuovi membri, tra cui Finlandia e Svezia, e l’organizzazione di grandi esercitazioni militari come Steadfast Defender hanno dimostrato la crescente potenza dell’Alleanza, che rimane la principale forza militare mondiale, nonostante dipenda dal consenso dei suoi Stati membri.
su Echos

Cybertech. Cybertech Europe 2024 si terrà l’8 e il 9 ottobre a Roma, presso la Nuvola Convention Center, con l’obiettivo di riunire esperti e leader del settore della cybersecurity per discutere le ultime sfide e scoperte tecnologiche. L’evento, organizzato in collaborazione con Leonardo e con Accenture come innovation partner, vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali e sarà un’occasione per networking e formazione di nuove alleanze. Temi chiave includeranno la “security by design”, l’approccio “zero trust” per la protezione dello spazio e l’importanza strategica della cybersecurity per la space economy. La conferenza prevede una sessione plenaria di apertura e vari eventi paralleli dedicati a tematiche specifiche come machine learning, telemedicina e quantum computing.
su SPACECONOMY360.IT

Tra Piano Draghi e Stellantis. Il Politecnico sta elaborando un nuovo piano strategico per i prossimi dieci anni, con l’obiettivo di diventare una “european university” come delineato nel rapporto Draghi e discusso in Commissione Europea. Il rettore Stefano Corgnati punta sulla collaborazione con importanti aziende, fondazioni bancarie, organizzazioni datoriali e istituzioni locali per definire le strategie di crescita dell’ateneo e, di conseguenza, dello sviluppo urbano. Il piano, che si intitola “Poli in transition”, mira a rispondere rapidamente alle esigenze di un mondo in cambiamento, con una revisione annuale dopo i primi tre anni. L’approccio del rettore Corgnati è più intenso e veloce rispetto al suo predecessore, con l’intenzione di approvare il piano strategico entro dicembre. Intorno ai due tavoli di discussione, ci sono aziende di primo piano come Eni, Stellantis, Spea, Leonardo. Ma anche le fondazioni bancarie, in primis Compagnia di San Paolo, Le organizzazioni datoriali, il mondo delle cooperative e le istituzioni, come Comune e Regione.
Paolo Coccorese su Corriere Torino

Aggancio. La Crew-9 Dragon di SpaceX, lanciata da Cape Canaveral, Florida, si è agganciata autonomamente alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) domenica sera. La navicella, parte della nona missione di rotazione dell’equipaggio commerciale della NASA in collaborazione con SpaceX, tornerà sulla Terra a febbraio. A bordo ci saranno gli astronauti della Crew-9 e gli astronauti della NASA Suni Williams e Butch Wilmore, che erano rimasti bloccati sulla ISS da giugno a causa di un’avaria al Boeing Starliner. Il successo di questa missione sottolinea la crescente collaborazione tra NASA e il settore privato nello spazio, guidata da aziende come SpaceX di Elon Musk.
su Sole 24 Ore

Meccanica in crisi nella moda. L’industria meccanica, in particolare quella legata alla moda, alla precisione e al settore medicale, sta affrontando una grave crisi con una riduzione degli ordini fino all’80%. I sindacati richiedono un incontro urgente con Confindustria per affrontare la situazione che vede un calo significativo di commesse e l’uso crescente degli ammortizzatori sociali. La crisi è aggravata dall’impennata dei costi energetici, dalle tensioni geopolitiche e dall’aumento dei dazi e dei costi di trasporto. La CNA chiede all’Europa una deroga temporale alle norme bancarie e una proroga allo stop dei motori termici, mentre i sindacati temono la perdita di competenze qualificate nel settore a causa della cassa integrazione e della ricerca di lavoro in altri campi. «A completare il quadro — spiega Massimiliano Martelli, presidente di Cna meccanica per la città metropolitana di Firenze — lo stop di ordinativi per le grandi carpenterie, che in mancanza di nuovi contratti, da ottobre, saranno costrette a ricorrere alla cassa integrazione per circa la metà dei loro dipendenti. Si tratta dell’inizio di una crisi che nella Metrocittà sta risparmiando solo le aziende che collaborano con la Leonardo Spa e la Nuovo Pignone».
Azzurra Giorgi su Repubblica Firenze

Fincantieri. Il Canada sta per lanciare una gara d’appalto del valore di 40-65 miliardi di euro per rinnovare la sua flotta sottomarina con 12 nuovi sottomarini. Fincantieri, azienda con una lunga esperienza nella costruzione di sottomarini e recentemente rafforzata dall’acquisizione del business Underwater Armaments e Systems da Leonardo, è tra i concorrenti internazionali per questo contratto. La competizione vede coinvolti anche altri grandi produttori mondiali di sottomarini, come Mitsubishi, Hanwha Ocean, Navantia, Naval Group e ThyssenKrupp Marine Systems. Il Canada mira a potenziare la sua difesa nell’Artico, una regione che si prevede diventerà una rotta marittima strategica entro il 2050. Gli interessati alla gara devono presentare la loro candidatura entro il 18 novembre.
Sofia Fraschini su Giornale

Quattro sottomarini ai Paesi Bassi. Naval Group ha finalmente firmato il contratto per la vendita di quattro sottomarini alla Marina Reale Olandese, nonostante le sfide come il ricorso legale dell’azienda tedesca TKMS e il cambio di governo nei Paesi Bassi. Il programma Orka, che prevede la sostituzione dei sottomarini olandesi con quattro nuovi sottomarini della classe Barracuda, ha un valore di 5,65 miliardi di euro e si estenderà fino al 2039. Questo contratto è il risultato di una campagna commerciale durata oltre sette anni e prevede la consegna dei primi due sottomarini entro dieci anni dalla firma, con gli altri due previsti entro il 2039. Il programma Orka è parte di un progetto più ampio che mira al rinnovamento quasi totale della flotta olandese, con un investimento stimato di oltre 11 miliardi di euro. Inoltre, l’accordo include una stretta cooperazione con l’industria olandese, con un piano di cooperazione industriale che coinvolge imprese e istituti di ricerca locali per rafforzare l’autonomia strategica dei Paesi Bassi.
Michel Cabirol su Tribune

Tempo e qualità. L’indagine “Italy’s Best Employers 2025” condotta da Statista ha rivelato le aziende migliori per cui lavorare in Italia, secondo i voti degli stessi dipendenti. Google si posiziona al primo posto, seguito da Olio Carli e Tenaris, mentre aziende come Volkswagen, Axa e Apple figurano tra le prime posizioni. L’indagine evidenzia l’importanza di fattori come flessibilità lavorativa, welfare aziendale e l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Esperti del settore sottolineano la necessità di adattarsi ai cambiamenti, come l’introduzione dell’intelligenza artificiale e la settimana lavorativa ridotta, e di coinvolgere i dipendenti in progetti strategici e percorsi di crescita. Il sondaggio ha coinvolto oltre 20mila lavoratori che hanno espresso la loro opinione su vari aspetti del mondo del lavoro, inclusi ambiente aziendale, opportunità di sviluppo e condizioni di lavoro. In classifica anche Leonardo.
Fabio Sottocornola su Buone Notizie Corriere della Sera

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Spesa giù. Il Piano di bilancio strutturale italiano prevede l’utilizzo di quasi 52 miliardi di euro di deficit aggiuntivo nei prossimi tre anni, nonostante l’impegno a ridurre la spesa primaria netta reale dell’1,75% entro il 2029 per rispettare i nuovi vincoli dell’UE. Questa riduzione della spesa si tradurrà in una crescita nominale molto limitata, che in termini reali si traduce in una contrazione a causa dell’inflazione. Tuttavia, un aumento delle entrate e una revisione del PIL hanno allargato i margini di manovra, permettendo al governo di non ricorrere a nuove spese anticipate. Il Piano di bilancio prevede anche l’introduzione di un Ecobonus dal 2025, con finanziamenti agevolati per i bassi redditi, e richiede ulteriori misure per bilanciare minori spese o maggiori entrate. Le audizioni parlamentari sul Piano inizieranno giovedì e si concluderanno l’8 ottobre con l’intervento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

Sale la pressione fiscale. Il Piano strutturale di bilancio prevede un aumento della pressione fiscale al 42,8% nel 2025, con un incremento rispetto agli anni precedenti e una stabilità fino al 2026. Contrariamente alle promesse di riduzione fiscale del governo di Giorgia Meloni, le accise sul gasolio subiranno un aumento, eliminando lo sconto rispetto alla benzina. L’opposizione critica le norme sul ravvedimento speciale collegate al concordato biennale, considerandole un favore agli evasori. Per ridurre l’IRPEF per il ceto medio sono necessari almeno 2,5 miliardi, ma il ministro dell’Economia Giorgetti è scettico sulla fattibilità. Il governo conferma il taglio del cuneo fiscale per redditi fino a 35 mila euro, mentre non si menziona l’ampliamento della Flat tax per redditi più alti.
Luca Monticelli su Stampa

Eurobond. Il Rapporto Draghi sostiene che per rendere l’Europa competitiva sono necessari investimenti privati annuali tra i 750 e gli 800 miliardi di euro. Gli eurobond sono considerati uno strumento utile, ma secondario, rispetto alla necessità di canalizzare il risparmio privato verso settori chiave e completare i mercati unici. Il rapporto anticipa le critiche dei Paesi più frugali, come Germania e Olanda, sottolineando che gli investimenti pubblici devono essere affiancati da sforzi privati e che un aumento del 2% della produttività potrebbe coprire un terzo della spesa necessaria. Draghi enfatizza l’importanza di una vera sovranità europea e di superare le dipendenze esterne, proponendo una strategia che integri il mercato dei capitali e promuova l’emissione di debito comune.
Morya Longo su Sole 24 Ore

Competitività. Il Rapporto sul Futuro della competitività dell’Europa, presentato da Mario Draghi, identifica tre sfide cruciali per l’UE: innovazione, decarbonizzazione e autonomia strategica, in un contesto di tensioni geopolitiche e demografia sfavorevole. L’Europa rischia l’irrilevanza senza un’azione comune, e il rapporto suggerisce un aumento degli investimenti al 27% del PIL dell’UE, con un impegno finanziario significativo di 750-800 miliardi di euro annui. Il settore privato, che attualmente guida gli investimenti, necessita di incentivi pubblici per mobilitare risorse aggiuntive, mentre il bilancio dell’UE dovrebbe essere rafforzato per centralizzare la gestione dei progetti e competere globalmente. Il debito pubblico è visto come uno strumento per finanziare interventi eccezionali, con la creazione di un “safe asset” europeo. Il rapporto di Daniele Franco sottolinea l’urgenza di rafforzare la capacità di azione comune dell’Europa per evitare marginalizzazione e impoverimento.
Daniele Franco su Sole 24 Ore

Bollette. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha incontrato a Milano un gruppo selezionato di industriali e finanziari per discutere le prospettive economiche italiane, seguito da un dialogo con il sindaco Beppe Sala sulle politiche industriali e la ricostruzione dell’area riformista della sinistra. Schlein ha espresso preoccupazione per il rischio di perdita di competitività dell’Italia in Europa, sottolineando la necessità di una politica energetica che riduca i costi e aumenti la sostenibilità. Ha inoltre presentato il suo libro “L’imprevista” e ribadito l’importanza di un’unità nella coalizione progressista, nonostante le sfide interne e la necessità di attrarre investimenti e innovazione nel Paese.
Giovanna Vitale su Repubblica

Tendenza negativa. L’industria e i servizi hanno mostrato una tendenza negativa nel terzo trimestre, secondo Confindustria, con un calo significativo dell’indice Rtt in agosto (-5,5%), che ha quasi annullato l’aumento di luglio (+4,1%). Tuttavia, le aspettative per settembre migliorano, con la maggior parte delle grandi imprese che prevede un aumento della produzione industriale: il 36,6% si aspetta un aumento rilevante e il 40% un aumento moderato. Le costruzioni mostrano maggiore stabilità, con un lieve aumento dell’Rtt in agosto (+0,8%). Le aspettative sulla disponibilità di manodopera sono diventate positive per la prima volta da dicembre 2023, e la domanda e gli ordini sono considerati i principali fattori di traino della produzione. Tuttavia, i costi di produzione e le condizioni finanziarie continuano a preoccupare, con aspettative peggiorate rispetto ai mesi precedenti.
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

Confindustria ottimista. Confindustria mostra un crescente ottimismo tra le grandi imprese industriali, con un sondaggio di settembre che prevede un aumento della produzione: il 36,6% degli intervistati si aspetta un significativo incremento, mentre il 40,7% prevede una crescita moderata. Questo rappresenta un’inversione rispetto alle aspettative negative di agosto. Le prospettive di domanda e ordini sono viste come il principale motore della produzione nei prossimi mesi, con un saldo positivo tra le imprese che vedono questi fattori come propulsivi. Tuttavia, c’è preoccupazione per l’aumento dei costi di produzione e un peggioramento delle condizioni finanziarie. Nonostante ciò, la disponibilità di manodopera è migliorata per la prima volta da dicembre 2023, con un saldo positivo.
su Messaggero

Condono e polemiche. Il decreto Omnibus, contenente una sanatoria fiscale per il periodo 2018-2022, è in procinto di essere approvato al Senato con un voto di fiducia, nonostante le polemiche. L’emendamento in questione offre una sanatoria ai contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale per il 2024-25, una misura criticata dal PD e dai 5 Stelle come un premio agli evasori e una potenziale perdita di 781 milioni di euro per lo Stato. Difensori dell’emendamento, come Lega e Fratelli d’Italia, sostengono che favorirà la crescita e garantirà maggiori entrate fiscali. Il decreto include anche misure contro la pirateria nel calcio e un bonus di Natale per lavoratori dipendenti con figli, mentre rimane aperta la questione dell’ingresso dei tifosi nei cda delle società calcistiche.
Enrico Marro su Corriere della Sera

Fusioni bancarie auspicabili. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha comunicato al Parlamento europeo che l’economia europea è in uno stato di stagnazione, ma ha espresso fiducia che l’inflazione si stia riducendo verso l’obiettivo del 2%. Durante la riunione di politica monetaria di ottobre, la BCE terrà conto di questa tendenza all’inflazione in calo. Lagarde ha anche sottolineato che le fusioni bancarie transfrontaliere sono desiderabili e ha chiarito che i tassi di interesse saranno mantenuti restrittivi per il tempo necessario. Nonostante i segnali di una possibile contrazione economica, in particolare in Germania, Lagarde prevede un miglioramento a lungo termine, sostenuto da un aumento dei redditi reali che potrebbe stimolare il consumo delle famiglie.
_ Gianluca di Donfrancesco su Sole 24 Ore_

Unicredit. La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha espresso sostegno alle fusioni bancarie transfrontaliere, come quella potenziale tra Unicredit e Commerzbank, sottolineando i vantaggi che grandi istituti bancari possono avere nella competizione globale. Durante un’audizione al Parlamento europeo, Lagarde non ha commentato direttamente su operazioni specifiche, ma ha ribadito la sua posizione favorevole alle fusioni che creano istituti più grandi e competitivi. Ha anche evidenziato che la BCE svolgerà il suo ruolo di supervisione per assicurare che le regole siano rispettate. Infine, ha ricordato che non tutte le fusioni sono positive e che i rischi devono essere valutati attentamente.
Fabrizio Goria su Stampa

Berlino scontenta. Il governo tedesco sta esercitando pressioni su alcune banche d’investimento, tra cui Bank of America, per interrompere il loro supporto alla costruzione di una partecipazione di UniCredit in Commerzbank, considerando un potenziale accordo come un atto ostile. UniCredit, una delle maggiori banche italiane, sta cercando di acquisire Commerzbank in quella che sarebbe la più grande fusione bancaria transfrontaliera in Europa dall’inizio della crisi finanziaria. Tuttavia, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito l’azione di UniCredit un “attacco non amichevole”, e la Germania, che detiene il 12% di Commerzbank, teme che una fusione possa danneggiare le piccole imprese tedesche. Nonostante l’opposizione tedesca, la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha sostenuto la necessità di banche più grandi in Europa per competere a livello internazionale.
Ben Martin su Times

Borsa in rally in Cina. La Banca centrale cinese ha imposto alle banche commerciali di ridurre i tassi di interesse sui mutui esistenti per alleviare il peso delle famiglie e stimolare l’economia, in crisi a causa del rallentamento del settore immobiliare. Questa misura ha portato le Borse cinesi in rally, con un aumento del 10% che segna l’ingresso ufficiale in un bull market. Le banche, tra cui Industrial and Commercial Bank of China e China Construction Bank, hanno già iniziato ad adeguare i tassi. Inoltre, la città di Guangzhou ha revocato le restrizioni sugli acquisti di case da parte di non residenti, e la Banca centrale ha tagliato il tasso sui reverse repo per iniettare liquidità nel sistema bancario. Queste azioni si inseriscono in un contesto di contrazione economica, con gli indici PMI che segnalano una frenata sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi.
Rita Fatiguso su Sole 24 Ore

Rotte per l’Europa. Le compagnie aeree cinesi stanno espandendo la loro presenza in Europa, sfruttando il vantaggio di poter sorvolare lo spazio aereo russo, il che riduce tempi e costi di volo. Al contrario, le compagnie europee, come Lufthansa, British Airways e Virgin Atlantic, stanno riducendo o cancellando i voli verso la Cina a causa dell’impossibilità di attraversare lo spazio aereo russo, che comporta tempi di volo più lunghi e costi maggiori. China Eastern Airlines ha aumentato significativamente i voli verso l’Italia, inaugurando nuove rotte e incrementando le frequenze esistenti. Complessivamente, i collegamenti aerei dall’Asia verso l’Italia sono in crescita, con un aumento del 9,8% rispetto al periodo pre-Covid, e anche Singapore Airlines sta potenziando i suoi voli da e per l’Italia.
Mara Monti su Sole 24 Ore

Inflazione giù. La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha segnalato la possibilità di un taglio dei tassi di interesse a ottobre, in risposta al rallentamento della crescita economica e alla probabile discesa dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%. In una recente audizione al Parlamento Europeo, Lagarde ha espresso fiducia nel fatto che l’inflazione tornerà al target in modo tempestivo, e questa aspettativa influenzerà le decisioni della prossima riunione di politica monetaria. I dati di settembre hanno mostrato un calo dell’inflazione oltre le attese in Italia, Germania, Francia e Spagna, con previsioni di un’ulteriore disinflazione nell’Eurozona. La maggioranza degli analisti ora prevede una riduzione dei tassi già a ottobre, con un possibile ritmo accelerato di tagli nei prossimi mesi.
Francesco Ninfole su Mf

Un danno i dazi. Mario Draghi, intervenendo presso il think tank Bruegel, ha sottolineato che i singoli paesi europei sono troppo piccoli per affrontare da soli le sfide globali e ha messo in guardia contro i danni di una guerra commerciale con gli USA, in particolare in caso di vittoria di Donald Trump. Ha ribadito la necessità di investire e di integrare maggiormente l’UE a livello di mercato unico, tecnologie e industria, citando una cifra di 800 miliardi di euro annui necessari per gli investimenti, senza però focalizzarsi sul debito pubblico comune. Contemporaneamente, Christine Lagarde, attuale presidente della BCE, ha parlato al Parlamento europeo, indicando che non sono previsti ulteriori tagli immediati dei tassi di interesse, nonostante le pressioni di mercati e stati membri, e ha evidenziato che l’inflazione sembra sotto controllo. Entrambi concordano sulla necessità per l’UE di adattarsi ai cambiamenti globali, con Lagarde che vede positivamente le fusioni bancarie nell’area euro.
Claudio Tito su Repubblica

Sicurezza online. L’Arpa Sicilia ha ricevuto un finanziamento di 1,5 milioni di euro dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale per migliorare la sicurezza delle sue reti informatiche e proteggere i dati aziendali. Il contributo, parte del PNRR e gestito dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, servirà a rafforzare le difese contro gli attacchi hacker nelle 13 sedi regionali dell’agenzia, inclusa la Direzione Generale. Il progetto ARES – Arpa Resilient Environment Security mira a incrementare la sicurezza, formare i dipendenti e certificare il data center secondo gli standard nazionali, con l’obiettivo di creare un’infrastruttura regionale sicura entro il 2025. L’Arpa Sicilia, che si è classificata quarta su 98 progetti presentati, utilizzerà il finanziamento per implementare nuove tecnologie e proteggere le proprie infrastrutture da attacchi informatici.
su MF Sicilia

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Pronti all’attacco. Le forze israeliane sono pronte per un’imminente offensiva terrestre in Libano contro l’infrastruttura di Hezbollah, con il coordinamento degli Stati Uniti, che cercano di limitarne la portata e la durata. Questa sarebbe la prima offensiva terrestre di Israele in Libano dal 2006 e comporterebbe rischi significativi, data la superiorità aerea di Israele e la forza di Hezbollah. Gli attacchi aerei israeliani hanno già causato molte vittime e sfollati, e nonostante la richiesta di cessate il fuoco da parte degli USA e di altri paesi, il primo ministro israeliano Netanyahu insiste sulla prosecuzione dell’offensiva. Il Libano è aperto a una soluzione diplomatica che preveda il ritiro di Hezbollah dalla frontiera, mentre gli Stati Uniti hanno inviato truppe aggiuntive nella regione per proteggere le forze americane e difendere Israele.
Felicia Schwartz su Financial Times

Attacco a Beirut. Israele ha effettuato incursioni terrestri limitate in Libano e ha lanciato un attacco aereo nel centro di Beirut, il primo in quasi due decenni. Le forze israeliane hanno mirato a posizioni di artiglieria di Hezbollah e ad altre infrastrutture vicino al confine, oltre a raccogliere informazioni per una possibile operazione più ampia. L’offensiva israeliana ha causato oltre 1.000 morti in Libano e fino a un milione di sfollati. Tre leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina sono stati uccisi in un attacco a Beirut, mentre Hezbollah promette di continuare a confrontarsi con Israele. Nonostante le pressioni internazionali per una de-escalation, il primo ministro israeliano Netanyahu insiste che l’offensiva continuerà, mentre Israele ha anche colpito obiettivi in Yemen e Siria.
Raya Jalabi su Financial Times

Invasione limitata. Beirut è stata colpita da bombardamenti, e Hezbollah ha minacciato di combattere se le forze israeliane entrano in Libano, dove è stata avviata un’invasione limitata. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso libertà agli iraniani e ha avvertito che non c’è luogo nel Medio Oriente fuori dalla portata di Israele. Nel frattempo, le truppe israeliane si preparano per un’incursione di terra, mentre i soldati italiani in Libano si sono rifugiati nei bunker. Gli attacchi aerei israeliani continuano nella Striscia di Gaza, causando ulteriori vittime.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Tregua necessaria. Gli Stati Uniti stanno inviando migliaia di truppe e mezzi aerei in Medio Oriente per rafforzare la sicurezza e difendere Israele, portando il totale delle forze nella regione a 43 mila soldati. Il presidente Joe Biden ha espresso la necessità di una tregua immediata, nonostante Israele stia pianificando un’operazione limitata di terra in Libano. La pressione internazionale, guidata dagli USA e dalla Francia, per un cessate il fuoco è stata messa in pausa dopo l’uccisione del leader di Hezbollah da parte di Israele. L’amministrazione Biden ha avvisato l’Iran che un attacco diretto a Israele potrebbe portare a una risposta più dura. Nel frattempo, la portaerei USS Abraham Lincoln prolunga la sua presenza nel Mediterraneo come parte del rafforzamento delle difese.
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Scommessa ad alto rischio. L’ingresso delle truppe israeliane nel Libano meridionale segna una decisione strategica di Gerusalemme di eliminare la minaccia di Hezbollah, non solo limitandosi a intimidirla ma cercando di rimuoverla completamente dalla zona a sud del fiume Litani. Questa mossa va oltre gli obiettivi della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 2006, che non è stata attuata efficacemente. Israele, che precedentemente non considerava Hezbollah una minaccia esistenziale, ora cerca di rompere l’accerchiamento creato dall’asse sciita guidato da Teheran. L’operazione militare di terra potrebbe portare a diversi scenari, da un’incursione temporanea al controllo territoriale, ma è incerta e rischiosa, soprattutto considerando la possibile reazione dell’Iran e la resistenza di Hezbollah, nonostante la perdita della sua leadership carismatica. La regione osserva con incertezza, e le capitali arabe sunnite non mostrano grande preoccupazione per le sorti di Hezbollah o dell’Iran.
Stefano Stefanini su Stampa

Chi ha tradito Nasrallah? Guido Olimpio esplora le teorie su chi potrebbe aver tradito Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, portando al suo assassinio. Tra i sospetti c’è una talpa vicina alla leadership di Hezbollah, l’Iran, che avrebbe potuto cercare vantaggi diplomatici e la fine delle sanzioni, e forze politiche libanesi che avrebbero potuto collaborare con Israele per un nuovo ordine regionale. Altri sospetti includono l’Arabia Saudita, che avrebbe potuto lavorare con alleati libanesi per indebolire lo schieramento sciita. Le speculazioni sono numerose, ma non ci sono prove concrete che identifichino i responsabili del tradimento e dell’attacco che ha ucciso Nasrallah.
Guido Olimpio su Corriere della Sera

Giallo sui funerali. La situazione riguardante i funerali del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso in un raid israeliano, è avvolta nel mistero a causa di preoccupazioni per la sicurezza. Il portavoce di Hezbollah non ha fornito dettagli sulle esequie né ha nominato un successore. Si discute sulla possibilità di tenere cerimonie in Libano e in Iran, e si considera la sepoltura di Nasrallah nella città santa di Karbala, in Iraq, un onore riservato ai massimi religiosi sciiti. Tuttavia, la situazione è complicata dalla minaccia israeliana di bloccare i trasporti e dalla difficoltà di garantire la sicurezza. Alcuni analisti suggeriscono che evitare il funerale potrebbe indebolire ulteriormente Hezbollah, ma la situazione rimane incerta mentre gli attacchi israeliani continuano.
su Corriere della Sera

L’America punta su Aoun. La diplomazia di Beirut è alla ricerca di una soluzione al conflitto con Israele, con l’esercito regolare libanese (LAF) che potrebbe garantire la sicurezza dei confini meridionali in conformità con la risoluzione ONU 1701, che pose fine alla guerra del 2006. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot è arrivato a Beirut per promuovere un’intesa diplomatica, mentre gli Stati Uniti vedono nel generale Joseph Aoun, comandante delle LAF, una figura chiave per la gestione del conflitto e una potenziale presidenza del Libano. La risoluzione 1701 richiede il ritiro di Hezbollah a nord del fiume Litani e il rafforzamento delle LAF, che attualmente mancano di risorse e supporto aereo. Il primo ministro libanese Najib Miqati sottolinea l’importanza della diplomazia e la capacità del Libano di attuare la risoluzione 1701, mentre rimane incerto il ruolo futuro di Hezbollah e le garanzie che Israele potrebbe fornire per un ritiro completo.
su Repubblica

Lunga battaglia. La milizia filo-iraniana Hezbollah, indebolita da intensi bombardamenti israeliani che hanno causato oltre 1.500 morti e molti dispersi, promette una lunga battaglia nonostante la perdita del suo leader Hassan Nasrallah. Il movimento, che ha subito gravi danni alla sua infrastruttura e capacità militare, è incerto sul sostegno dell’Iran e sulla successione del comando. Israele e gli Stati Uniti intensificano la pressione militare, con tank israeliani al confine e squadroni di caccia americani inviati nella regione. Hezbollah, che ha aumentato gli attacchi missilistici contro Israele, si trova in un momento critico senza le regole di ingaggio del 2006 e con la necessità di riorganizzarsi. La sepoltura di Nasrallah potrebbe avvenire a Kerbala, in Iraq, ma ciò richiederebbe l’assenso israeliano, che controlla lo spazio aereo libanese.
Gabriella Colarusso su Repubblica

Bibi pigliatutto. Benjamin Netanyahu ha consolidato la sua posizione di primo ministro di Israele con l’ingresso nel governo di Gideon Saar, un tempo rivale politico. Questa mossa ha permesso di ampliare la maggioranza a 68 seggi su 120, riducendo l’influenza dell’estrema destra di Ben Gvir e Smotrich, che precedentemente aveva il potere di destabilizzare l’esecutivo. L’accordo tra Netanyahu e Saar potrebbe portare quest’ultimo a diventare ministro della Difesa, rimpiazzando Yoav Gallant. Nonostante le critiche, i sondaggi mostrano un rafforzamento del Likud di Netanyahu, che supera i rivali politici e potrebbe mantenere il potere fino al 2026, a meno di ulteriori colpi di scena.
Francesca Caferri su Repubblica

Ultima tentazione. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in risposta all’attacco di Hamas, ha promesso un’azione che ridisegnerà il Medio Oriente. A un anno di distanza, con l’invasione del Sud del Libano imminente, le sue parole assumono un nuovo significato alla luce della possibile espansione del conflitto verso l’Iran. Netanyahu, rafforzato dall’uccisione del leader di Hezbollah e da un aumento del consenso interno, ha lanciato un messaggio diretto alla popolazione iraniana, promettendo cambiamenti una volta che l’Iran sarà libero. Israele sta combattendo su più fronti e, nonostante la speranza di evitare un conflitto diretto con l’Iran, Netanyahu mira a distruggere i gruppi terroristici alleati dell’Iran, contando sul supporto degli Stati Uniti. L’operazione “Nuovo Ordine”, che ha portato all’uccisione di Nasrallah, è parte di una strategia più ampia per destabilizzare l’influenza iraniana nella regione.
Fabio Tonacci su Repubblica

Unifil. Il contingente italiano di 1.200 soldati in Libano, il più numeroso di UNIFIL, si prepara a entrare nei bunker in risposta all’invasione israeliana del territorio sorvegliato dalle Nazioni Unite, sospendendo i pattugliamenti. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma che i militari sono al sicuro e non è prevista un’evacuazione immediata, nonostante la tensione elevata e la possibilità di un piano di fuga se la situazione dovesse peggiorare. La missione Mibil, volta ad addestrare l’esercito libanese, è attualmente in stallo, mentre l’UE discute di rafforzare il ruolo di UNIFIL per mantenere la stabilità. Nonostante la garanzia di sicurezza da parte di Israele, incidenti recenti dimostrano che nessuno è completamente al sicuro.
Francesco Olivo su Stampa

Fermare l’intervento armato. Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera dell’UE, ha lanciato un appello urgente contro ogni ulteriore intervento militare in Libano, avvertendo che ciò aggraverà la situazione. L’appello è stato emesso durante una riunione d’emergenza dei ministri degli Esteri dell’UE, che hanno discusso anche dell’evacuazione dei cittadini europei dal Libano. Nonostante l’appello, le forze israeliane hanno iniziato operazioni militari nel sud del Libano, focalizzate su obiettivi di Hezbollah. Gli Stati membri dell’UE, insieme agli Stati Uniti, hanno espresso la necessità di un cessate il fuoco e hanno iniziato a coordinare l’evacuazione dei propri cittadini. L’UE si sta inoltre mobilitando per sostenere il Libano con aiuti umanitari e per evitare il collasso delle sue istituzioni.
Marco Bresolin su Stampa

L’arsenale israelinao. La terza guerra del Libano mette a confronto Israele e Hezbollah, quest’ultimo potenziato militarmente ma inferiore alla macchina da guerra israeliana. Hezbollah, sostenuto dall’Iran, dispone di un vasto arsenale missilistico e di combattenti esperti, influenzando significativamente il Libano e altre milizie sciite nella regione. Israele, con un esercito ben equipaggiato e tecnologicamente avanzato, vanta una potente difesa aerea con l’Iron Dome e potenziali capacità nucleari. Nonostante le critiche interne, Hezbollah teme che il conflitto possa trascinare il Libano in una guerra totale, mentre Israele continua a rafforzare la sua supremazia militare.
Francesco Semprini su Stampa

Bibi verso il disastro. Thomas L. Friedman, giornalista vincitore del premio Pulitzer, ha espresso preoccupazione per la strategia adottata dal governo israeliano di Benjamin Netanyahu in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Secondo Friedman, l’approccio di Israele, che consiste nell’invadere Gaza e colpire Hezbollah senza una strategia di uscita, è una trappola che l’amministrazione Biden non è riuscita a prevenire. Egli sostiene che la vera minaccia per Israele viene sia dall’Iran che dalla coalizione di governo israeliana, che si rifiuta di adottare una strategia di guerra efficace a causa degli interessi politici di Netanyahu e degli interessi ideologici della sua coalizione. Friedman critica la mancanza di una road map diplomatica da parte degli Stati Uniti e avverte che la politica attuale di Israele sta portando il paese verso l’isolamento e la rovina.
Simona Siri su Stampa

Diserzioni. L’esercito ucraino è alle prese con gravi difficoltà: le nuove reclute, che sostituiscono i veterani, sono spesso male addestrate e poco motivate, portando a episodi di panico e diserzione in prima linea. Il presidente Zelensky ha ammesso la situazione critica, mentre la stampa ucraina tende a minimizzare il fenomeno, che però è ampiamente discusso online e genera malcontento popolare. Si stima che circa 80.000 soldati abbiano abbandonato l’esercito senza permesso, riducendo le forze in prima linea a meno di 400.000 unità. La corruzione e la cattiva gestione alimentano il problema, con persone che si arricchiscono lontano dal fronte, mentre la Russia annuncia un aumento del 30% nella spesa per la difesa per intensificare l’offensiva in Ucraina.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Intergruppo pace. Al Senato è stato formato un intergruppo parlamentare per la pace, la diplomazia e il dialogo multilaterale, con il sostegno trasversale di diversi partiti. L’arcivescovo Giuseppe Baturi ha esortato i politici a non abusare della fede cristiana per promuovere odio e a lavorare per la pace, in linea con gli insegnamenti di Papa Francesco. L’iniziativa, promossa dall’associazione Remind, mira a superare le divisioni politiche e a promuovere una cultura di pace e dialogo. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e altri politici hanno espresso il loro sostegno, sottolineando l’importanza della diplomazia e del dialogo per risolvere i conflitti. Remind ha anche evidenziato come la pace sia vantaggiosa per la crescita economica dell’Europa, in contrasto con gli attuali conflitti che rallentano lo sviluppo rispetto a Stati Uniti e Cina.
Angelo Picariello su Avvenire

Rete antibellica. Un gruppo di europarlamentari, guidati dall’eurodeputato del M5s Danilo Della Valle, sta formando un intergruppo per la pace nel Parlamento di Strasburgo, rispondendo all’appello di Flavio Lotti, coordinatore del comitato per la Marcia di Assisi. L’obiettivo è promuovere soluzioni diplomatiche ai conflitti, come quello in Ucraina, e sottrarre il tema pacifista ai sovranisti che lo usano per fini elettorali. L’iniziativa ha già ottenuto il sostegno di diversi parlamentari e si cerca l’appoggio di Verdi e Socialisti. Della Valle sottolinea l’importanza di non lasciare la bandiera della pace in mano a chi la usa strumentalmente e mira a ridurre la spesa militare europea in favore di soluzioni condivise e diplomatiche.
Matteo Marcelli su Avvenire

Austria nel caos. Le elezioni in Austria hanno portato a un risultato storico per il partito di estrema destra FpÖ, che ha ottenuto il 28,9% dei voti, ma senza una maggioranza chiara. Il leader del FpÖ, Herbert Kickl, si trova di fronte alla difficoltà di trovare alleati per formare un governo, dato che gli altri partiti hanno escluso una collaborazione con lui. In Europa, esponenti dell’estrema destra hanno celebrato il successo del FpÖ, mentre in Austria si discute la possibilità di una coalizione a tre senza l’ultradestra. Il presidente austriaco, Alexander van der Bellen, ha un ruolo chiave nella formazione del nuovo governo e ha sottolineato l’importanza del rispetto dei pilastri democratici. La comunità ebraica esprime preoccupazione per il successo del FpÖ, considerato vicino a ideologie nazional-socialiste.
su Corriere della Sera

Orban come modello. L’ex cancelliere austriaco Franz Vranitzky, in carica dal 1986 al 1997 e artefice dell’ingresso dell’Austria nell’Unione Europea, esprime preoccupazione per l’ascesa del partito nazional-liberale FpÖ e il suo leader Herbert Kickl, che ha indicato il modello illiberale di Orbán in Ungheria come esempio da seguire. Vranitzky critica i partiti tradizionali austriaci per la loro passività in Europa e per non aver saputo rispondere alle paure e preoccupazioni degli elettori su temi come immigrazione, pandemia ed euroscetticismo. Sottolinea l’importanza di spiegare chiaramente perché non si dovrebbe governare con Kickl, evidenziando le sue posizioni restrittive su stato di diritto e libertà individuali. Infine, avverte che in caso di un governo che includa la FpÖ, l’Europa non dovrebbe isolare l’Austria, ma piuttosto sviluppare forme di solidarietà con il popolo austriaco e i politici europeisti.
Paolo Valentino su Corriere della Sera

Insieme per paccare l’Europa. Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione europea e leader dell’alleanza rosso-verde in Olanda, esprime preoccupazione per l’avanzata delle destre in Europa, sottolineando il loro legame con Putin e il rischio che rappresentano per l’unità dell’UE. Critica la destra radicale per la sua incapacità di governare efficacemente e per cercare capri espiatori come migranti e istituzioni europee. Timmermans mette in guardia sul pericolo che rappresentano per la democrazia e lo stato di diritto, e sottolinea l’importanza di difendere questi valori. Inoltre, discute l’impatto di una potenziale vittoria di Trump negli Stati Uniti e difende il Green Deal come essenziale per il futuro economico e ambientale dell’Europa.
Claudio Tito su Repubblica

Falsa partenza. A soli tre mesi dal successo elettorale, il leader laburista britannico Keir Starmer e il suo governo sono coinvolti in uno scandalo riguardante regali e favori ricevuti, che ha portato alla clamorosa defezione della deputata Rosie Duffield. Duffield ha criticato aspramente Starmer per corruzione e politiche crudeli, come i tagli ai sussidi per i pensionati. Starmer è accusato di aver ricevuto regali per oltre 133 mila sterline negli ultimi cinque anni, alcuni dei quali non dichiarati, e di aver favorito donatori con accesso privilegiato e influenza sulle nomine governative. Questi scandali, uniti alla mancanza di un progetto politico chiaro, hanno causato un crollo nei sondaggi per i laburisti, che ora sono solo leggermente avanti ai conservatori, mentre la destra populista di Nigel Farage guadagna terreno.
Luigi Ippolito su Corriere della Sera

Berlino gigante tranquillo. La Germania ha ridotto significativamente il proprio arsenale militare negli ultimi decenni, passando da 4.000 carri armati nel 1992 a soli 339 nel 2021, e ha visto una diminuzione simile in altre categorie di armamenti. Questo disarmo è stato attribuito a un senso di colpa storico e alla pressione degli Stati Uniti e degli alleati europei. Nonostante il suo passato non colonialista e una diversa visione filosofica rispetto agli USA, la Germania continua a supportare l’Ucraina contro la Russia, anche se il cancelliere Scholz ha espresso dubbi su questa politica. L’articolo suggerisce che la Germania dovrebbe essere liberata dal divieto di possedere armi nucleari per rafforzare la sua posizione in Europa e nel mondo, e critica la trasformazione della NATO da strumento difensivo a offensivo.
Massimo Fini su Il Fatto Quotidiano

Fondi neri, a rischio l’eleggibilità di Le Pen. Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, è sotto processo con altre 24 personalità del suo partito, accusati di aver utilizzato fondi del Parlamento europeo per pagare collaboratori che lavoravano per il partito in Francia e non a Strasburgo. Le Pen, che si dichiara serena, rischia fino a dieci anni di ineleggibilità, il che potrebbe precluderle la candidatura alle prossime elezioni presidenziali. Il processo, che è iniziato a seguito di una segnalazione del 2015, potrebbe durare fino al 27 novembre. Il Parlamento europeo si è costituito parte civile, chiedendo un rimborso di due milioni di euro, dopo che un milione è già stato restituito dal partito. Jean-Marie Le Pen, a causa delle sue condizioni di salute, non parteciperà al processo.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Meloni invita il Ppe. La leader dei conservatori europei e premier Giorgia Meloni ha invitato una delegazione del Partito Popolare Europeo (PPE) al congresso del gruppo ECR, che si terrà a Dubrovnik, Croazia, dal 18 al 20 ottobre. L’obiettivo è avvicinare ECR al PPE e uscire dall’isolamento politico, nonostante l’opposizione di socialisti e liberali. Meloni, che ha annunciato l’intenzione di lasciare la leadership di ECR, potrebbe essere sostituita dall’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, una scelta che potrebbe creare tensioni con il PPE. La partecipazione del PPE al congresso di ECR rappresenterebbe un segnale politico significativo e senza precedenti, indicando un possibile riavvicinamento tra i due gruppi.
Lorenzo di Cicco su Repubblica

Lite Salvini Tajani. La vittoria del Partito della Libertà (FpÖ) in Austria ha scatenato tensioni nel centrodestra italiano, con posizioni divergenti tra i suoi esponenti. Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, ha espresso la necessità di escludere la FpÖ da un governo a guida popolare, suggerendo una coalizione alternativa. Matteo Salvini, leader della Lega, ha respinto le preoccupazioni di Tajani riguardo a un allarme neonazista, sottolineando il rispetto per il voto popolare e confermando l’invito ai rappresentanti della FpÖ a Pontida. La discussione si estende anche ad altri membri della Lega, che criticano la sinistra e parte del centrodestra per non accettare il risultato elettorale austriaco. Matteo Renzi coglie l’occasione per sottolineare le divisioni interne al centrodestra, nonostante la loro capacità di unirsi in occasione delle elezioni.
Marco Cremonesi su Corriere della Sera

Forza Italia e neonazisti. Il capogruppo della Lega a Bruxelles, Paolo Borchia, critica Antonio Tajani di Forza Italia per aver associato gli alleati austriaci del Fpö a rigurgiti neonazisti, in seguito al loro successo elettorale. Borchia respinge tali affermazioni, sostenendo che il Fpö non ha caratteristiche di estrema destra e che la loro vittoria rappresenta un’opportunità per i sovranisti di rompere l’isolamento in Europa. Mentre Forza Italia cerca di attrarre un elettorato di centro, emerge una discrepanza tra la direzione del partito e le preferenze degli elettori, specialmente sul tema dello ius soli. Borchia sostiene politiche migratorie realistiche e ritiene che le tensioni con Tajani non influenzeranno la maggioranza in Italia, ma suggerisce che Forza Italia rifletta sulla propria direzione politica.
Pietro Guastamacchia su Foglio – Inserto

Schlein, basta polemiche. La leader del Partito Democratico, Elly Schlein, invita a porre fine alle polemiche interne e a concentrarsi sulla ricostruzione della sinistra e sulla lotta contro l’avversario politico, Giorgia Meloni. Matteo Renzi critica Giuseppe Conte per il suo sostegno a Meloni, mentre emergono tensioni tra Italia Viva e i Verdi riguardo al referendum sulle trivellazioni. Schlein, evitando le dispute, prosegue il suo lavoro di ricucitura del partito e incontra figure importanti come il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per discutere di politica industriale e potenziali alleanze. Nonostante la tranquillità apparente, Schlein è consapevole della difficoltà nel ricostruire la sinistra e valorizza il dibattito interno al partito come segno di democrazia.
su Corriere della Sera

C’è chi vuole un Paese centralista. Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia, difende la legge sull’Autonomia, respingendo le critiche di chi la considera divisiva e affermando che l’attuale sistema istituzionale crea disparità tra Nord e Sud. Sostiene che la legge Calderoli segue la direzione voluta da chi aveva richiesto l’Autonomia in Costituzione e che le polemiche attuali sono basate su propaganda e falsità. Fedriga insiste sull’importanza di accelerare i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) indipendentemente dall’Autonomia. Inoltre, esprime fiducia nell’assoluzione di Salvini nel processo Open Arms, considerando le accuse una strumentalizzazione politica. Infine, minimizza le tensioni interne alla Lega e ribadisce il suo impegno a lavorare per il partito, ignorando le speculazioni su un possibile ritiro di Salvini.
Cesare Zapperi su Corriere della Sera

Corteo vietato. Il questore di Roma ha vietato una manifestazione pro-Palestina prevista per l’8 ottobre, su indicazione del Ministero dell’Interno, a causa di preoccupazioni legate al rischio di antisemitismo e alla situazione di tensione in Medio Oriente. Nonostante il divieto, gli organizzatori pro-Palestina hanno annunciato l’intenzione di procedere con la manifestazione, sfidando le autorità. Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso preoccupazione per la possibilità che la manifestazione possa esaltare atti violenti e ha sottolineato l’importanza di monitorare l’antisemitismo. La situazione è tesa, con il Viminale determinato a far rispettare il divieto e gli organizzatori decisi a manifestare, portando a uno scontro diretto tra le due parti.
Francesco Grignetti su Stampa

Sovranità del cibo. Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha discusso di vari temi in un’intervista, tra cui il successo nel combattere la peste suina e le misure contro lo sfruttamento dei lavoratori agricoli. Ha evidenziato l’importanza della sovranità alimentare, ora riconosciuta anche a livello europeo, e ha respinto le critiche sul ritardo del governo nell’affrontare la peste suina, citando l’azione del nuovo commissario. Lollobrigida ha anche parlato di istruzione, rifiutando l’idea di un flop del liceo del Made in Italy e sottolineando l’importanza di alternative educative che facilitino l’occupazione. Infine, ha discusso di politica estera e interna, esprimendo serenità sulle scelte elettorali di altri paesi e fiducia nella continuità del governo attuale.
Filippo Femia su Stampa

Ero nel panico. L’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha testimoniato per quattro ore in Procura a Roma, dichiarandosi in preda al panico per la gestione del suo rapporto con Maria Rosaria Boccia, manager indagata per lesioni e minaccia allo Stato. Ha indicato il 9 agosto come il giorno in cui ha compreso la gravità della situazione, quando Boccia ha preteso che rivelasse la loro relazione alla moglie. Sangiuliano ha poi rassegnato le dimissioni il 6 settembre, in seguito a un agosto turbolento che ha portato a due indagini su di lui. Gli investigatori stanno ora esaminando se Boccia avesse complici nel presunto ricatto, mentre lei continua a postare messaggi enigmatici sui social media.
Giuseppe Scarpa su Repubblica

25 mila euro per archiviare lo sparo. Il deputato sospeso di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, ha risarcito con una somma tra i 20 e i 30mila euro Luca Campana, ferito da uno sparo durante una festa di Capodanno, chiudendo così il caso giudiziario per lesioni. Pozzolo, unico indagato per lo sparo, insiste di non essere stato lui a sparare, sostenendo che il colpo sia partito accidentalmente da Pablito Morello, ex capo scorta del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, presente alla festa. Nonostante il risarcimento, Pozzolo dovrà comunque affrontare un’udienza preliminare il 19 ottobre per reati legati al possesso e uso dell’arma. La vicenda ha sollevato polemiche politiche e interrogazioni parlamentari, ma Pozzolo spera di chiudere il capitolo e continuare la sua carriera politica, ribadendo la sua presunta innocenza.
Elisa Sola su Stampa

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