Rassegna stampa 10 giugno

SICUREZZA

A scuola con la Nasa. Il progetto pilota Moonshot!, promosso dallo Space Center Houston e Novi Education, è stato lanciato in due istituti italiani per avvicinare gli studenti al settore della space economy, un mercato in rapida crescita che si stima raggiungerà il valore di un trilione di dollari entro il 2030. Il CEO dello Space Center Houston, William T. Harris, sottolinea l’importanza dell’educazione STEM per preparare la futura forza lavoro alle molteplici opportunità nel settore spaziale, dove l’Italia gioca un ruolo significativo grazie alla sua attiva partecipazione in progetti come il programma Artemis della NASA. Il programma Moonshot! mira a sviluppare competenze essenziali come la curiosità, il pensiero critico e la risoluzione dei problemi, con l’obiettivo di espandersi anche nelle scuole pubbliche italiane, dopo il successo iniziale nelle scuole private bilingue.
Alessia Cruciani su L’Economia del Corriere della Sera

Spazio. Alla fine della Guerra Fredda, lo spazio si trasformò in un luogo collaborativo: passò da teatro di battaglia tra Stati Uniti e URSS a diventare uno dei luoghi di maggior consenso politico. Gli anni ’80, ’90 e il primo decennio degli anni 2000 hanno visto nuovi paesi integrarsi nei viaggi spaziali. Astronauti di tutte le nazionalità sono arrivati alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Fino ad allora l’esplorazione spaziale era stata trainata soprattutto da fondi pubblici statali, ma nel secondo decennio di questo secolo tutto cambiò: aziende come SpaceX, di Elon Musk, o Blue Origin, di Jeff Bezos, cominciarono a puntare gli occhi su le stelle e su un business spaziale emergente che prometteva enormi profitti.
Patricia Biosca su Abc

Musk in India. I giganti indiani delle telecomunicazioni Mukesh Ambani e Sunil Bharti Mittal si stanno preparando a lanciare servizi internet via satellite, in concorrenza con Starlink di Elon Musk, che sta affrontando ostacoli normativi in India. Mentre Bharti Airtel di Mittal, in partnership con Eutelsat OneWeb, è pronta ad avviare le operazioni, JioSpaceFiber di Ambani è in attesa dell’approvazione normativa, con un possibile annuncio previsto in occasione dell’assemblea annuale di Reliance. Nonostante i progressi locali, Starlink di Musk, con la sua vasta rete satellitare e le sue capacità di lancio, rimane un concorrente formidabile, anche se al momento non dispone dei gateway indiani necessari per avviare i servizi.
Stephen F Morris su inancial Times

Revolv Space. La startup olandese Revolv Space, fondata da due ingegneri aerospaziali italiani, sta espandendo le sue attività in Italia con l’apertura di una nuova sede a Torino, grazie a un investimento di 2,6 milioni di euro ottenuto da due fondi di Venture Capital italiani. Questo finanziamento contribuirà allo sviluppo di SARA, un innovativo attuatore per pannelli solari destinato a migliorare le prestazioni dei piccoli satelliti, e all’incremento delle capacità produttive dell’azienda. L’espansione in Italia è accompagnata da un piano di assunzioni e si inserisce nel più ampio contesto dell’attrattiva dell’ecosistema spaziale italiano, con sviluppo principale a Torino, grazie alla presenza di grandi come Thales Alenia Space e Leonardo.
su Giorno – Carlino – Nazione Economia&Lavoro

Davos russo. Il Forum Economico di San Pietroburgo (SPIEF), soprannominato il “Davos russo”, si è svolto con una partecipazione internazionale ridotta, in assenza quasi totale degli occidentali, ma con la presenza di delegazioni da Cina, Africa, Medio Oriente e persino i talebani, concentrando l’attenzione sulla mobilitazione del complesso militare-industriale russo, vitale per la crescita economica del paese. Durante l’evento, sono emerse preoccupazioni relative al progetto governativo di aumentare le tasse per finanziare la guerra, mentre i pesi massimi dell’industria russa, come Gazprom e Vnesheconombank, hanno dominato il forum, nonostante la guerra in Ucraina e le sue conseguenze fossero poco percepite. Il forum ha evidenziato una Russia più isolata e concentrata sull’autosufficienza, con un’economia sempre più statalizzata e un aumento della presenza del settore militare-industriale, mentre i pochi partecipanti stranieri rimasti osservavano la situazione, preoccupati per il futuro delle loro imprese nel paese.
Benjamin Quénelle su Echos

Impazienza per i Mirage. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando all’Assemblea nazionale francese, ha enfatizzato l’importanza esistenziale della lotta dell’Ucraina contro la Russia per l’Europa e ha ringraziato la Francia per l’annunciata consegna dei caccia Mirage 2000-5, che serviranno a difendere efficacemente lo spazio aereo ucraino. Zelensky ha espresso la speranza che la Russia possa tornare a essere una nazione normale anziché un progetto imperiale e ha sottolineato la necessità di un maggiore impegno per la pace, ricevendo applausi bipartisan. Durante la visita in Francia, Zelensky ha incontrato Emmanuel Macron, che ha supportato l’avvio delle negoziazioni per l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea, rifiutando di specificare il numero di aerei e istruttori inviati per non dare vantaggi informativi alla Russia
Yves Bourdillon su Echos

Le nostre navi per blindare il Mediterraneo. L’ammiraglio Enrico Credendino, Capo di Stato maggiore della Marina militare italiana, sottolinea la necessità di un maggiore impegno delle marine europee nel Mediterraneo, in seguito alla riduzione della presenza statunitense e all’aumento delle attività russe nella regione. La Marina italiana, con un personale meno numeroso rispetto a quello di altre marine europee, che obbliga quindi ad esempio le nostre navi a stare in mare più a lungo rispetto ai 4 mesi delle Fremm francesi, affronta sfide crescenti, tra cui la necessità di un maggior numero di militari e civili per gestire adeguatamente le operazioni navali. Le missioni italiane si estendono dal Mar Rosso al Pacifico, con particolare attenzione alla sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali e alla lotta contro nuove minacce come i droni e i missili balistici.
Greta Cristini su Messaggero

Fincantieri e decarbonizzazione. Fincantieri mira a innovare il settore navale con un piano industriale 2023-2027 che enfatizza la sostenibilità e la digitalizzazione, adottando tecnologie come motori di ultima generazione e l’uso di LNG come combustibile. La compagnia si impegna nella decarbonizzazione con progetti come Zeus, una nave-laboratorio alimentata a idrogeno, e collabora con Intesa Sanpaolo per finanziare la transizione verso pratiche più sostenibili. L’obiettivo è realizzare la prima nave da crociera a emissioni zero entro il 2035, con un percorso che include l’introduzione di navi alimentate a LNG e, in futuro, l’uso di batterie a idrogeno e motori a metanolo.
Sandro Neri su Giorno – Carlino – Nazione Economia&Lavoro

Vola il drone del Politecnico. Gli studenti del Politecnico hanno sviluppato un drone alimentato a energia solare, denominato Ra, che verrà presentato oggi presso l’Energy Center, nonostante un precedente tentativo fosse stato interrotto da proteste pro Palestina, che avevano bloccato la presentazione per contestare la presenza di un rappresentante di Avio Aereo. Il progetto, guidato dal professor Paolo Maggiore e con il supporto dell’astronauta Maurizio Cheli, mira a dimostrare la fattibilità di missioni di lunga durata in completa autonomia energetica. Il prototipo Amelia ha già effettuato un volo di 20 minuti, e l’obiettivo del team Icarus è ora raggiungere un’autonomia di oltre 10 ore, nonostante le controversie legate ai rischi di dual use delle ricerche accademiche.
su Stampa Torino

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Produttività. Le piccole e medie imprese (PMI) italiane hanno un impatto significativo sul PIL e sull’occupazione nazionale, superando la media delle altre economie avanzate, ma soffrono di un gap di produttività e di difficoltà nella scalabilità. Il report di McKinsey sottolinea che migliorare la produttività delle PMI italiane al livello delle migliori a livello internazionale potrebbe aumentare il PIL del 6,4%, ma solo il 5% delle PMI italiane è diventato grandi aziende negli ultimi 20 anni, rispetto al 19% della media internazionale. I fattori che limitano la crescita delle PMI italiane includono la minore propensione all’adozione tecnologica, la carenza di competenze e talenti, e un mercato dei capitali poco sviluppato, con McKinsey che suggerisce l’importanza delle alleanze tra imprese per migliorare la produttività.
Marta Casadei su Sole 24 Ore

Fondi per la ricerca. L’Italia mantiene la quinta posizione nell’ottenimento di fondi UE per la ricerca attraverso il programma Horizon Europe, con un tasso di successo del 10% nelle proposte, migliorato rispetto al ciclo precedente. Nonostante la concorrenza sia diminuita con l’uscita del Regno Unito dall’UE, il nostro Paese ha incassato 2,8 miliardi di euro, meno di Germania, Francia, Spagna e Olanda, ma mostra segnali di ripresa, soprattutto nei grant dell’European Research Council e nelle infrastrutture di ricerca. Le istituzioni italiane più performanti rimangono le stesse, con la speranza che l’impulso del PNRR possa ampliare la capacità di attrazione del Paese e migliorare ulteriormente l’acquisizione di fondi europei.
Eugenio Bruno su Sole 24 Ore

La nuova Europa delle incompiute. Il testo sembra essere un insieme di estratti da vari articoli che trattano temi economici e politici europei, con particolare attenzione all’Italia. Viene menzionata la situazione dei conti pubblici italiani e la possibile procedura per deficit eccessivo da parte della Commissione Europea, che terrà conto di vari fattori, inclusi i costi per la difesa. Viene inoltre accennato al ritardo nell’attuazione delle riforme in Italia, in particolare quelle relative alla concorrenza in settori specifici, e all’impegno del governo di presentare un disegno di legge entro la fine del 2024. Infine, si tocca il tema dell’Unione bancaria europea e la necessità di iniziare a lavorare verso un mercato unico dei capitali e un Testo unico della finanza europea.
Francesca Basso su L’Economia del Corriere della Sera

Eterni precari. L’80% dei lavoratori con contratti a tempo determinato non ottiene la stabilizzazione, e il 50% perde il lavoro dopo i primi due anni; un fenomeno che la Banca d’Italia attribuisce a imprese che preferiscono assumere nuovo personale temporaneo anziché stabilizzare quello esistente. Maurizio Landini, segretario della Cgil, critica l’uso indiscriminato dei contratti a termine e punta al referendum sul Jobs Act per rafforzare le tutele dei lavoratori, sottolineando la necessità di reintegrare chi viene licenziato ingiustamente. La precarietà lavorativa è aumentata negli ultimi 7-8 anni, con un picco nel 2022, e la Banca d’Italia nota un uso sistematico della precarietà come strategia per contenere salari e carriere, soprattutto tra i giovani e nei settori meno legati alla stagionalità
Luca Monticelli su Stampa

Tassi giù, vantaggi per chi è green. La Banca centrale europea ha ridotto i tassi d’interesse di 0,25%, interrompendo un lungo periodo di costi elevati del denaro, una mossa che non ha scoraggiato gli investimenti e ha aiutato a dimezzare l’inflazione secondo Christine Lagarde. Il mercato dei titoli legati alla sostenibilità ambientale sta crescendo, e le banche stanno svolgendo un ruolo chiave nella transizione ecologica delle imprese, orientando i criteri di assegnazione del credito verso obiettivi di sostenibilità e coinvolgendo tutta la filiera. Infine, i finanziamenti che premiano le pratiche sostenibili stanno diventando più attraenti per le aziende, grazie ai tassi d’interesse più elevati, mentre l’Italia emerge come leader nel settore del riciclo e dell’innovazione sostenibile.
Nicola Saldutti su L’Economia del Corriere della Sera

Frenata sui pannelli solari. Il governo italiano ha emanato un decreto d’emergenza che ostacola lo sviluppo di pannelli solari su terreni agricoli, richiedendo installazioni più costose sopraelevate per non compromettere la sovranità alimentare, nonostante alcune contestazioni da parte di agricoltori ed esperti di energia solare. Questo provvedimento, che deve ancora essere approvato dal parlamento, solleva dubbi sulla capacità dell’Italia di raggiungere l’obiettivo di 80GW di capacità solare entro il 2030 e rende gli investimenti nel settore meno attraenti, aumentando i costi del 20-40%. Mentre alcuni agricoltori vedono i pannelli fotovoltaici come una salvezza per la loro terra incolta e un’opportunità di reddito, il lobby agroalimentare Coldiretti sostiene l’investimento in irrigazione piuttosto che lo sviluppo di parchi solari su terreni marginali.
Amy Kazmin su Financial Times

Forniture vicino casa. Le aziende europee stanno adottando strategie di “reshoring” per ridurre la dipendenza dalle forniture cinesi, un fenomeno accelerato dagli shock recenti e dalle tensioni geopolitiche. Un sondaggio rivela che molte imprese in Germania, Spagna e Italia hanno iniziato a sostituire i fornitori cinesi con altri europei o nazionali, sebbene ciò comporti sfide e costi più elevati. La ricerca di un equilibrio tra autonomia produttiva e cooperazione internazionale è complessa, con la politica che spesso ha aspettative diverse dalla realtà imprenditoriale, e le aziende che cercano di bilanciare sicurezza e costi nella ristrutturazione delle loro catene di fornitura.
Filippo Santelli su Repubblica Affari&Finanza

Fondo sovranista. Il governo italiano sta valutando la creazione di un fondo sovranista, guidato dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp), per investire in piccole e medie imprese quotate, con l’obiettivo di promuovere il patriottismo finanziario. Vi sono dubbi sulla capacità del fondo di operare a condizioni di mercato senza favorire ingiustamente alcune aziende, e si sollevano preoccupazioni sull’impatto che questo potrebbe avere sugli investimenti dei risparmiatori. Il fondo rischia di entrare in conflitto con gli interessi dei risparmiatori che cercano rendimenti ottimali, in quanto l’Italia rappresenta solo l’1% del PIL mondiale e potrebbe non essere la scelta più attraente per una diversificazione globale del rischio.
Francesco Manacorda su Repubblica Affari&Finanza

Battaglia Musk. Elon Musk sta affrontando una battaglia contro alcuni fondi d’investimento per un maxi bonus da 56 miliardi di dollari, precedentemente congelato a seguito di opposizioni legali. Il premio, stabilito nel 2018 in base ai risultati di Tesla, è ora soggetto a una nuova votazione in assemblea, dove il Norges Bank Investment Management, un importante azionista, si è espresso contro, preoccupato per l’entità e le implicazioni del pacchetto retributivo. La controversia arriva in un periodo critico per Tesla, che affronta una performance sotto le aspettative e dubbi sulla sua tecnologia di guida autonoma, mentre Musk rischia di lasciare la sua posizione in caso di esito negativo del voto.
Federica Cella su Corriere della Sera

Ita-Lufthansa. Ita Airways e Lufthansa sono in trattative finali con l’Antitrust europeo per ottenere l’approvazione alla loro fusione, affrontando l’ultimo ostacolo relativo al ruolo di Ita nei voli Italia-Nord America. La Commissione Europea, guidata dalla commissaria Margrethe Vestager, ha giudicato insufficienti le proposte di compromesso presentate, che prevedevano l’esclusione di Ita dalla joint venture transatlantica per due anni. Le parti sono sotto pressione per raggiungere un accordo che soddisfi sia l’Antitrust sia le esigenze delle compagnie aeree, senza isolare definitivamente Ita dall’alleanza commerciale che genera miliardi di ricavi.
Leonard Berberi su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Distrutto caccia stealth. Le forze ucraine hanno dichiarato di aver distrutto un caccia stealth russo Su-57 in un aeroporto nella regione di Astrakhan, segnando un importante successo nel conflitto; immagini satellitari confermerebbero l’attacco. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha discusso con Emmanuel Macron l’uso dei profitti degli asset russi congelati per aiutare l’Ucraina, mentre si prevede un G7 in Puglia che potrebbe portare nuove pressioni sulle banche cinesi che aiutano la Russia. Un report di Bloomberg rivela che il Cremlino avrebbe forzato migranti e studenti africani in Russia a unirsi alle truppe russe in Ucraina, minacciando di non rinnovare i loro visti se rifiutano di arruolarsi.
su Sole 24 Ore

Colpito super caccia russo. Un caccia russo Su-57 è stato presumibilmente abbattuto vicino a Kharkiv, un’azione descritta da Kiev come un segno del successo ucraino nel contenere l’avanzata russa, nonostante Mosca affermi di aver migliorato le proprie posizioni nella regione. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani è a Berlino per discutere del sostegno all’Ucraina, mentre la Germania aggiorna i suoi piani di difesa prevedendo coscrizione obbligatoria e razionamenti in caso di conflitto. Le nuove direttive tedesche contemplano la trasformazione della vita civile in scenario bellico, con la possibilità di riutilizzo di professionisti in ruoli di servizio e l’accumulo di scorte alimentari e di carburante per la popolazione.
Fa. su Corriere della Sera

Soldati travestiti per il blitz. Durante un’operazione di salvataggio nella Striscia di Gaza, forze speciali israeliane, travestite da profughi, hanno liberato quattro ostaggi israeliani, causando però la morte di oltre 200 palestinesi e suscitando condanne internazionali per l’alto numero di vittime civili. Il consigliere alla Sicurezza nazionale degli USA, Jake Sullivan, ha espresso rammarico per le perdite civili e ha suggerito che un accordo sarebbe preferibile per la liberazione degli ostaggi, mentre dettagli emergono sulla strategia di travestimento e sull’uso di un veicolo con materassi per infiltrarsi. L’operazione, denominata “Operazione Arnon” in onore di un eroe israeliano, ha visto la morte di un comandante israeliano e la smentita da parte di Al Jazeera dell’identità di un uomo associato agli ostaggi, definito un portavoce del ministero del lavoro a Gaza.
Marta Serafini su Corriere della Sera

Se ne va Benny Gantz. Benny Gantz, ex ministro della Difesa e capo dell’esercito israeliano, si è dimesso dal gabinetto di guerra del primo ministro Binyamin Netanyahu, criticando Netanyahu per aver esitato su decisioni cruciali a causa di considerazioni politiche e per non aver dato priorità alla restituzione degli ostaggi. Gantz, che aveva perso influenza nel gabinetto a causa della dipendenza di Netanyahu dai partner di coalizione di estrema destra, ha chiesto elezioni anticipate ed è tornato all’opposizione con il suo partito centrista Unità Nazionale, lasciando Netanyahu con una maggioranza risicata e una maggiore pressione da parte dell’estrema destra. Nonostante il sostegno pubblico alle elezioni anticipate e al cessate il fuoco per garantire il rilascio degli ostaggi, Netanyahu si trova ad affrontare sfide interne alla coalizione, tra cui le potenziali ripercussioni di un’imminente sentenza della Corte Suprema sull’arruolamento degli studenti dei seminari ultraortodossi.
Anshel Pfeffer su Times

Iran, il dopo Raisi. Il Consiglio dei Guardiani dell’Iran ha approvato solo sei candidati, tutti conservatori o ultraconservatori, per le elezioni presidenziali, escludendo figure moderate e riformiste come Larijani e Ahmadinejad. Tra i candidati, Mohammad Qalibaf e Saeed Jalili emergono come i più forti, mentre l’unico riformista ammesso, Masoud Pezeshkian, ha poche chance di successo. La competizione sembra essere una conferma della volontà dei conservatori di mantenere il controllo, in un contesto di crescente disaffezione politica evidenziata dal calo dell’affluenza alle urne.
Gabriella Colarusso su Repubblica

SPECIALE ELEZIONI EUROPEE

Francia e Germania guidano lo spostamento a destra. I partiti di estrema destra e nazionalisti hanno registrato un’impennata nelle elezioni dell’UE, primeggiando in Francia e guadagnando seggi significativi in Germania e in altri Paesi, segnalando uno spostamento verso politiche anti-immigrazione e mettendo in dubbio iniziative ambientali come il Green Deal europeo. Si prevede che il Parlamento europeo vedrà un aumento dei rappresentanti dell’estrema destra, con il Rassemblement National in Francia e il partito Alternativa per la Germania (AfD) in forte ascesa, mentre i tradizionali partiti di centro-sinistra e dei Verdi hanno subito perdite. Questo cambiamento del panorama politico complica la candidatura alla rielezione della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e riflette una più ampia inclinazione a destra dell’Europa, con implicazioni per la futura direzione politica dell’UE.
Alice Hancock su Financial Times

Trionfa Le Pen, la Francia torna alle urne. Il partito di estrema destra francese Rassemblement National, guidato da Jordan Bardella, ha ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni, costringendo il presidente Macron a sciogliere l’Assemblea Nazionale e indire elezioni anticipate. Macron ha annunciato in televisione la dissoluzione del Parlamento e la convocazione di nuove elezioni legislative per il 30 giugno e il 7 luglio. La reazione di Macron segue la richiesta di Bardella, che ora mira a diventare primo ministro, mentre il partito di Macron e i socialisti hanno subito pesanti sconfitte.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Vince il Ppe ma Sanchez tiene. In Spagna, il Partido Popular (PP) ha ottenuto una vittoria con il 34% dei voti, mentre il PSOE di Pedro Sánchez ha limitato le perdite, ottenendo il 30% dei seggi al Parlamento Europeo, nonostante gli scandali e la gestione dell’indipendentismo catalano. In Portogallo, i socialisti hanno superato di poco l’Alleanza Democratica di centro-destra con un 32,1% contro il 31,3%, mentre il partito di estrema destra Chega ha subito un calo, ottenendo solo il 9,8% dei voti. Nonostante i risultati, né la Spagna né il Portogallo saranno determinanti nel Parlamento UE come sperato, e l’estrema destra di Vox in Spagna e Chega in Portogallo non hanno ottenuto un successo significativo, con Vox che si attesta al 9,6% e Chega che scende dal 18% delle elezioni nazionali.
Andrea Nicastro su Corriere della Sera

Orban vince ma perde l’otto per cento. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha vinto le elezioni, ma con una percentuale ridotta al 44,9%, mentre l’opposizione, guidata dall’ex alleato Péter Magyar, ha ottenuto un sorprendente 30%, sfidando lo strapotere di Orbán e promettendo di liberare l’Ungheria dall’influenza di Russia e Cina. Magyar, avvocato di 43 anni e ex membro del governo, ha guadagnato sostegno denunciando la corruzione e scandali legati alla moglie, la ministra della Giustizia Judit Varga. Questo risultato elettorale, interpretato come un referendum sul governo di Orbán, indica un’Ungheria divisa e potrebbe influenzare la politica estera del paese, in particolare le relazioni con l’UE e il sostegno all’Ucraina.
Francesco Battistini su Corriere della Sera

Crolla Scholz. Il partito socialdemocratico del cancelliere tedesco Olaf Scholz ha subito un duro colpo nelle elezioni europee, scendendo al 14% dei voti, mentre l’ultradestra di Alternative für Deutschland (AfD) è diventata la seconda forza politica in Germania con il 16%, e la coalizione semaforo (socialdemocratici, verdi e liberali) ha perso oltre il 10% rispetto al 2019. I Verdi hanno registrato un forte calo, soprattutto a causa della controversa legge sul riscaldamento e della loro svolta militarista dopo l’invasione russa dell’Ucraina. In Austria, il partito di estrema destra FPÖ è diventato il primo partito, mentre i partiti euroscettici hanno ottenuto un successo significativo sia in Germania che in Austria, con un forte appoggio tra i giovani elettori e nonostante gli scandali recenti.
Uski Audino su Stampa

L’ora delle scelte. Le destre europee sono di fronte a una scelta cruciale tra l’ultranazionalismo e una posizione più moderata, con la necessità di chiarire le proprie politiche sull’immigrazione e il rapporto con l’Europa. Durante la campagna elettorale, molte forze politiche hanno evitato di enfatizzare le differenze, ma ora devono affrontare temi divisivi come l’immigrazione, le relazioni transatlantiche e le simpatie filo-russe. Infine, la questione della leadership è centrale per i partiti di destra, che si basano su figure carismatiche, e le scelte future determineranno se prevalgono gli interessi nazionali o una visione più unitaria dell’Europa.
Francesca Sforza su Stampa

Ora la Nato più debole in Ucraina. I falchi russi e alcuni politologi vicini a Putin festeggiano i risultati delle elezioni del Parlamento europeo, interpretandoli come un segnale di indebolimento della NATO e della posizione europea sull’Ucraina, con aspettative che i cittadini europei non vogliano un conflitto con la Russia. Nonostante l’entusiasmo russo, analisti e pubblicazioni come “Russia in Global Affairs” rimangono cauti, sostenendo che i centristi mantengono la maggioranza e che non ci saranno cambiamenti significativi nella politica estera europea sull’Ucraina. Alcuni commentatori russi vedono la crescita della destra non sistemica in Europa come un’opportunità per migliorare le relazioni con la Russia, mentre altri, come il politologo Sergej Markov, avvertono che anche i partiti di destra stanno diventando più sistemici e meno favorevoli alla Russia.
Rosalba Castelletti su Repubblica

Meloni vince, Macron crolla. Giorgia Meloni e il suo partito Fratelli d’Italia (FdI) escono rafforzati dalle elezioni europee, superando il risultato delle politiche del 2022 con un 28,9% dei voti, mentre la Lega di Matteo Salvini scende all’8,5%, superata da Forza Italia che ottiene il 9,1%. Il Partito Democratico (Pd) si conferma come seconda forza politica in Italia, guadagnando voti e raggiungendo il 24,5%, mentre il Movimento 5 Stelle continua a perdere terreno, scendendo al 10,3%. Le liste minori come Alleanza Verdi e Sinistra superano lo sbarramento con il 6,9%, mentre la lista Stati Uniti d’Europa, che include Italia Viva e +Europa, rischia l’esclusione dall’Europarlamento con il 3,9%.
Paolo Foschi su Corriere della Sera

La prova da leadership. Giorgia Meloni, premier italiano, ha rafforzato la sua posizione politica in Italia, creando un sistema quasi bipolare con la vittoria di Elly Schlein, e ora si prepara ad affrontare sfide significative in Europa. La sua leadership è in crescita mentre altri leader europei affrontano difficoltà, e la sua scelta di alleanze a Bruxelles sarà cruciale, soprattutto con la possibile formazione di una maggioranza tra popolari, socialisti e liberali. Meloni deve gestire le divergenze all’interno della sua coalizione e assicurare il sostegno dell’UE per affrontare le sfide economiche imminenti, con la prospettiva di influenzare la direzione politica dell’Europa e mantenere un profilo anti-putiniano.
Francesco Verderami su Corriere della Sera

Ora l’accelerazione sul premierato. Il governo di Giorgia Meloni, dopo le elezioni, appare rafforzato e senza necessità di rimpasti, con la coalizione di centrodestra che dimostra di non aver subito logorio e si prepara a dare un’accelerazione alla riforma del premierato. Forza Italia, con Antonio Tajani, supera la Lega di Matteo Salvini, influenzando gli equilibri all’interno della maggioranza e potenzialmente aumentando la propria influenza nel governo, mentre si osserva una posizione più debole della Lega e questioni aperte sull’autonomia e la politica europea. Le urne suggeriscono che non ci saranno grandi cambiamenti nel governo, ma emergono sfide future, come la gestione delle divisioni sulla politica estera, in particolare il sostegno a Kiev e la fornitura di armi.
Emanuele Lauria su Repubblica

La via stretta di Giorgia. Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia, celebra il suo successo come unico leader di un grande Paese europeo a guadagnare consenso, mentre i suoi omologhi in Francia e Germania perdono terreno. Tuttavia, Meloni si trova di fronte alla complessità di far valere il suo successo a Bruxelles, dove l’asse tra il Partito Popolare Europeo (PPE) e i Socialisti potrebbe ostacolare la sua influenza. La situazione è ulteriormente complicata dalle mosse strategiche del presidente francese Macron e dalle dinamiche interne all’Europarlamento, dove il gruppo ECR, nonostante una leggera crescita, non ha la forza di cambiare significativamente i rapporti di potere.
Ilario Lombardo su Stampa

Abbiamo contagiato l’Europa. Giovanni Donzelli, esponente di Fratelli d’Italia, sostiene che il governo di Giorgia Meloni abbia avuto un’influenza positiva in Europa, contrariamente alle previsioni negative della sinistra. Donzelli nega la possibilità di un rimpasto di governo in seguito agli exit poll e ribadisce l’intenzione di proseguire con le riforme promesse, tra cui fisco e giustizia. Infine, sottolinea l’unità all’interno del centrodestra e la necessità di una voce unica europea per non indebolire la posizione dell’Italia e dell’Europa sul palcoscenico internazionale.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera

Centrodestra vincente. Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, di Forza Italia, ha espresso cautela nell’interpretare i dati elettorali che vedono il suo partito in crescita, sottolineando l’importanza del risultato per dimostrare la vitalità del partito dopo la scomparsa del suo presidente. Zangrillo ha affermato che la situazione consolidata del centrodestra in Italia è un segnale positivo per la continuità del governo, nonostante le differenze tra i partiti della coalizione. Ha inoltre evidenziato la necessità di una riflessione in Europa a seguito dell’avanzata delle destre, che potrebbe influenzare la formazione della nuova maggioranza, non necessariamente riflettendo la precedente alleanza tra PPE, PSE e liberali.
Paolo Baroni su Stampa

Effetto Vannacci. La Lega di Matteo Salvini ha ottenuto un deludente 8,5% alle elezioni, superata dal 9,2% di Forza Italia, nonostante l’effetto positivo sperato dalla candidatura del generale Vannacci. Il risultato segna un passo indietro rispetto alle politiche del 2022 e pone la Lega come terza forza del centrodestra, alimentando le tensioni interne e le voci di un possibile cambio di leadership, con il nome di Massimiliano Fedriga che circola come alternativa. Mentre la destra in Europa guadagna terreno, la Lega si confronta con la sfida di rafforzare la propria posizione in Italia, in un contesto politico in cui anche il M5S si attesta al 10,5%, avvicinandosi agli obiettivi di Salvini.
Francesco Moscatelli su Stampa

Il dovere di unire. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), celebra un risultato elettorale positivo, sottolineando il ruolo del partito come perno dell’alternativa e l’importanza di rimanere uniti. Schlein, che ha contribuito a rilanciare il Pd oltre il 20%, enfatizza l’obiettivo di invertire la rotta e di mantenere un’identità chiara per il partito. Durante la campagna elettorale, la segretaria ha mostrato un atteggiamento propositivo e si è impegnata a unire le forze progressiste, mentre il Pd si prepara a sostenere la sua leadership nell’opposizione e nel Parlamento europeo.
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera

Conte tradito dal Sud. Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto il peggior risultato della sua storia nelle elezioni europee, scendendo sotto la soglia del 10% dei voti, con un particolare calo di sostegno nel Sud Italia, tradizionale roccaforte del partito. Il leader Giuseppe Conte, che ha gestito il partito e la campagna elettorale in modo personalizzato, riconosce la delusione e annuncia una riflessione interna, mentre crescono le critiche e le richieste di un cambiamento di direzione all’interno del Movimento. La sconfitta elettorale ha acceso il dibattito sulle scelte di candidatura e sul futuro della leadership, con alcuni che suggeriscono un ritorno di figure storiche del partito e altri che vedono in questo esito un’opportunità per una rinnovata ascolto delle basi e dei malcontenti.
Emanuele Buzzi su Corriere della Sera

Superata la prova del voto. L’Europa sta vivendo una svolta a destra, con una netta distinzione tra una destra europeista e filo-NATO e una destra nazionalista e vicina a figure come Donald Trump. In Italia, il governo di Giorgia Meloni esce rafforzato dalle urne, distinguendosi positivamente rispetto ad altri grandi Paesi europei, mentre l’opposizione rimane frammentata e indebolita, con il Partito Democratico che si afferma ma non riesce a contrastare efficacemente la coalizione di governo. Il risultato delle elezioni, sebbene influenzato da un crescente astensionismo, suggerisce una preferenza per una destra moderata rispetto a estremismi e populismi, e pone l’Italia di fronte alla sfida di interpretare e contribuire agli equilibri europei in un contesto di crescente polarizzazione politica.
Massimo Franco su Corriere della Sera

Terremoto sui governi di Francia e Germania. Il voto in Europa ha visto un importante spostamento a destra, mettendo in crisi i leader di Francia e Germania, Macron e Scholz, e aprendo scenari imprevedibili per le dinamiche dell’Unione Europea. Le sconfitte di questi leader potrebbero influenzare la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea, con il Parlamento europeo che potrebbe vedere un cambiamento nelle alleanze a causa dell’avanzata delle destre. La situazione politica attuale potrebbe portare a negoziati difficili su temi chiave come la difesa, l’agricoltura e la transizione climatica, delineando un’Europa divisa tra chi desidera affrontare le sfide collettivamente e chi predilige un ritorno al nazionalismo.
Paolo Valentino su Corriere della Sera

La bandiera sovranista sull’Europa. L’editoriale di Ezio Mauro discute il crescente supporto per i movimenti di destra in Francia e Germania, che ostacolano il processo di integrazione e rafforzamento dell’Unione Europea. Questo cambiamento riflette una sfiducia nella democrazia e nelle istituzioni tradizionali, alimentata da sentimenti anti-sistema e da una perdita del senso storico e valoriale europeo. L’autore suggerisce che, nonostante la vittoria della destra, c’è ancora la possibilità per i cittadini di riprendere il controllo e rinnovare il loro impegno verso un’Europa più forte e integrata.
Ezio Mauro su Repubblica

Il governo adesso è più forte. Il successo di Giorgia Meloni e del suo partito Fratelli d’Italia, insieme all’avanzata delle destre radicali in Europa, emerge come dato significativo dalle urne, nonostante i dati ancora provvisori. A sinistra, Elly Schlein del Partito Democratico supera il 20% e si avvicina a Fratelli d’Italia, mentre i centristi Renzi, Bonino e Calenda non raggiungono la soglia di sbarramento se non uniti. Il panorama politico europeo è in attesa di un equilibrio tra europeisti ed euroscettici, con la sfida tra un’Europa sovranazionale e un’Europa delle nazioni, mentre le destre estreme cercano legittimazione e Meloni potrebbe riacquistare centralità nel nuovo Europarlamento.
Marcello Sorgi su Stampa

L’unione europea sposta il baricentro a destra. Il panorama politico europeo sta virando a destra, influenzando le dinamiche interne dei Paesi membri e le elezioni per il Parlamento Europeo, con un’ascesa dei partiti sovranisti e pressioni sul centrismo europeista. Questo cambiamento potrebbe avere un impatto sulle nomine dei Presidenti della Commissione e del Consiglio, e sulle politiche dell’UE, in particolare sulla guerra in Ucraina e sulle relazioni con le grandi potenze mondiali. Il nuovo Parlamento Europeo si trova di fronte a sfide significative, tra cui la necessità di una risposta europea alla guerra, la pressione migratoria, il declino demografico e la competizione economica e tecnologica con gli Stati Uniti e la Cina.
Stefano Stefanini su Stampa

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