SICUREZZA
Le cinque sfide dell’aereonautica e della difesa. L’industria aeronautica e della difesa affronta sfide senza precedenti in un contesto di forte domanda e tensioni geopolitiche, dovendo gestire la crescita del traffico aereo, la sicurezza, la sovranità, la guerra e la concorrenza. Con 4,7 miliardi di passeggeri attesi nel 2023 e una previsione di raddoppio entro il 2040, le compagnie aeree devono rinnovare le flotte con aerei più efficienti, mentre i produttori come Airbus e Boeing affrontano difficoltà produttive e sfide logistiche. La sicurezza nel settore aereo richiede un rinnovato impegno culturale a seguito di incidenti atipici post-pandemia. La guerra in Ucraina e altre crisi hanno evidenziato la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento, spingendo l’industria verso una maggiore autonomia. Infine, l’industria europea dell’armamento affronta la concorrenza degli Stati Uniti, con la Francia che cerca di rafforzare la propria posizione nonostante l’Europa tenda a preferire fornitori americani.
Léo Barnier su Tribune
Boeing, il momento di un nuovo aereo. Boeing si trova di fronte a una decisione cruciale: sviluppare o meno un nuovo aereo per sostituire il 737 e competere meglio con Airbus. La scelta arriva dopo che il 737 Max ha subito gravi incidenti e ha perso terreno rispetto alla famiglia di aerei A320neo di Airbus, in particolare l’A321neo. Boeing deve anche affrontare la crescente pressione per ridurre le emissioni dannose per il pianeta e la concorrenza emergente dalla Cina. Gli esperti suggeriscono che Boeing potrebbe aver bisogno di sviluppare un nuovo aereo più grande a corridoio singolo, che potrebbe richiedere un investimento fino a 20 miliardi di dollari. Tuttavia, il CEO di Boeing ha indicato che un nuovo aereo potrebbe non essere lanciato fino alla metà degli anni 2030, in attesa di motori più efficienti, mentre la società continua a esplorare nuove tecnologie e carburanti sostenibili.
Niraj Chokshi su New York Times International Edition
Rischio rating. Nel 2023, Airbus e Boeing hanno consegnato rispettivamente 735 e 538 aerei commerciali, e il differenziale riassume la profondità della crisi del secondo, un tempo leader mondiale, che ora corre il rischio di un declassamento del suo rating creditizio alla categoria delle obbligazioni spazzatura. Nel primo trimestre, Boeing ha consegnato 83 aerei commerciali (-36%) e ha ridotto la produzione mensile del 737 Max a un massimo di 38 unità per incorporare miglioramenti nella gestione della qualità. Il limite di produzione fa parte del piano imposto dall’autorità di regolamentazione statunitense (Faa) dopo l’incidente del 5 gennaio del volo Alaska Airlines che ha perso parte della fusoliera durante il volo. Nel primo trimestre, Boeing ha registrato ricavi e perdite operative rettificate rispettivamente di 15.569 e 388 milioni di dollari e un free cash flow negativo di 3.929 milioni di dollari.
su Expansión
Capogiro. Airbus ha raggiunto un record di ordini e prevede di aumentare la produzione a livelli mai visti, mettendo sotto pressione i suoi fornitori, tra cui PME e ETI francesi, che devono potenziare le loro capacità industriali e affrontare sfide finanziarie. Mecachrome, con un fatturato di 600 milioni di euro e oltre 4.000 dipendenti, prevede di assumere altre 400 persone, mentre nel Sud-Ovest della Francia si stima la necessità di 10.000 assunzioni annuali per dieci anni. Le crisi delle materie prime e la penuria di componenti elettronici hanno complicato la produzione. Liebherr Aerospace e altre aziende stanno investendo in nuove fabbriche e tecnologie, come l’intelligenza artificiale, per migliorare la produzione e la qualità. Infine, la transizione verso la decarbonizzazione sta spingendo le aziende a investire in nuovi materiali e tecnologie, come i sistemi a idrogeno di Liebherr, nonostante ciò comporti una forte pressione sulla liquidità delle aziende.
Florine Galéron su Tribune
Microtecnica diventa francese. Dopo mesi di silenzio e calma apparente all’ex Microtecnica di Torino, interrotti solo da un cambio al vertice (Marco Rancati ha preso il posto di Laura Holmes), ora il governo italiano ha approvato l’acquisizione da parte del colosso francese Safran, superando il precedente veto. Microtecnica, fondata nel 1929, produce sistemi di controllo di volo, valvole per motori, sistemi di gestione dell’aria, componenti oleodinamid per elicotteri per iconsorzi Tornado (dal 1974), Eurofighter, Airbus, per aerei ed elicotteri Leonardo, Mitsubishi, Cessna
su Stampa
Atos. Sembra che il salvataggio di Atos stia per concludersi, con il consiglio di amministrazione che si è riunito per scegliere tra due proposte di ristrutturazione finanziaria. Secondo le informazioni, il consiglio avrebbe optato per il piano proposto da David Layani di OnePoint, insieme a Walter Butler e Econocom, rifiutando l’offerta del miliardario ceco Daniel Kretinsky. Nonostante nessuna delle offerte abbia ottenuto la maggioranza qualificata dei creditori, più di un terzo di questi avrebbero rifiutato l’offerta di Kretinsky, che richiedeva l’annullamento di un debito maggiore rispetto a Layani. Atos dovrebbe annunciare ufficialmente la decisione e procedere con la ristrutturazione entro la fine dell’estate, con Layani destinato a diventare il principale azionista
Ivan Letessier su Figaro
Piaggio Aerospace. Mancano due settimane al termine per la presentazione delle offerte per l’acquisto di Piaggio Aerospace. L’indiano Randeep Singh Grewal dovrebbe invece restare in pista, mentre secondo fonti del Secolo XIX, i commissari confiderebbero nell’arrivo di quattro offerte nuove: il gruppo statunitense Sabrewing Aircraft; un costruttore del settore brasiliano (circolano i nomi di Flyer, Paradise e Scoda Aeronàutica); un fondo di investimento degli Emirati Arabi e un fondo statunitense. «Dopo la proroga annuale della terna commissariale, questo è l’ultimo tentativo di vendere Piaggio intera – riflette una fonte – Se anche questa volta non emergeranno offerte consistente, si sarà costretti a vendere le singole attività: sui motori c’è interesse da parte di operatori italiani». In campo tra ci sarebbe «Umbragroup, ma non Leonardo» dice la fonte.
Gilda Ferrari su Secolo XIX
Berlino e i satelliti. Berlino intensifica gli acquisti militari, con l’imminente approvazione parlamentare dell’acquisto di tre satelliti dal costruttore nazionale OHB, per un valore vicino ai 2,1 miliardi di euro, destinati a missioni di comunicazione. Inoltre, è prevista la firma di un contratto da 3 miliardi di euro per l’acquisizione di due fregate F126. Infine, si prevede un ulteriore ordine di 20 caccia Eurofighter per un costo di 4 miliardi di euro, che sarà formalizzato in seguito.
su Echos
Ce lo dirà il sistema dove e quando colpire. Il vice primo ministro ucraino vuole digitalizzare l’amministrazione civile. In qualità di vicecapo del governo lei è responsabile anche della digitalizzazione. Quanto è importante il loro ruolo nella guerra? Ha garantito che lo Stato continuasse a funzionare e che inizialmente fossimo in grado di mantenere i contatti con i nostri cittadini nelle aree occupate. Siamo stati in grado di reagire rapidamente ai problemi. Utilizzando l’applicazione Dija abbiamo trasferito rapidamente l’equivalente di 23 milioni di euro alle persone che sono dovute fuggire. Finora i nostri agenti ci hanno inviato rapporti sui movimenti delle truppe nemiche mezzo milione di volte. L’invasione della Russia ha costretto alla fuga molti cittadini. Sì, molte famiglie sono state separate. Gli uomini prestano servizio militare, le donne vivono altrove. Ecco perché abbiamo creato la possibilità di sposarci online, tramite una connessione video. La guerra ha notevolmente aumentato il numero dei servizi digitali. I russi sono molto forti nella guerra elettronica. Come fa l’Ucraina a contrastare questa superiorità? Sono loro. Abbiamo quindi bandito bandi di gara per aziende nel campo della guerra elettronica. Quindi abbiamo creato un mercato in cui competono tra loro. Esistono già migliaia di prodotti diversi per l’anteriore. Per questo resistiamo bene.
L’intelligenza artificiale ha già un ruolo? Sì, a livello tattico. Li usiamo per guidare i droni sul bersaglio negli ultimi 200 o 300 metri quando la connessione viene interrotta dai jammer. Ma dovrebbe essere utilizzato su scala più ampia, questo è il nostro obiettivo: in futuro i droni esploreranno costantemente il campo di battaglia e il sistema ci dirà dove dovremmo colpire con quale arma.
Sembra fantascienza. È una necessità strategica. L’azienda Palantir ci fornisce un prodotto gratuito che regola contemporaneamente la scelta della destinazione e consente la digitalizzazione della logistica. Per utilizzarlo in modo efficiente sono necessari anche importanti cambiamenti organizzativi.
Ivo Mijnssen su Handelsblatt
Cosi addestriamo i nostri marinai. L’ammiraglio Aurelio De Carolis descrive l’addestramento dei marinai italiani come essenziale per garantire la sicurezza in mare e la protezione delle infrastrutture critiche come cavi sottomarini e gasdotti. La Marina Militare, con oltre 10.000 militari, si concentra in Puglia, dove si trovano le principali basi navali, e mantiene la flotta in efficienza grazie agli arsenali di Taranto e Brindisi. Recentemente, la Marina ha condotto l’esercitazione Mare Aperto, la più grande mai realizzata nel Mediterraneo, con la partecipazione di 10mila militari di 26 nazioni e l’impiego di un vasto arsenale di mezzi. L’ammiraglio De Carolis sottolinea l’importanza dell’addestramento per affrontare situazioni reali e conferma l’impegno della Marina in diverse missioni internazionali, come evidenziato dal messaggio del presidente Mattarella in occasione della festa della Marina Militare a Civitavecchia.
Maristella Massari su Gazzetta del Mezzogiorno
IA businness school. A Bologna si è tenuta una conferenza annuale di EFMD che ha visto la partecipazione di oltre 600 leader di business school da tutto il mondo, per discutere il ruolo dell’intelligenza artificiale (IA), le tensioni geopolitiche e la sostenibilità nel panorama aziendale. L’evento, organizzato dalla Bologna Business School, ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare e centrato sull’uomo per affrontare le rapide transizioni tecnologiche. Kevin Scott di Microsoft e Benedetto Vigna di Ferrari hanno evidenziato sia le opportunità sia le sfide poste dall’IA. Infine, è emersa la necessità di un sistema educativo che promuova l’adozione delle nuove tecnologie e un apprendimento orientato all’individuo, con Bologna Business School che emerge come esempio di collaborazione tra accademia e imprese.
Claudio Tucci su sole 24 Ore
Hig cede Dgs. Il fondo di investimento HIG Capital ha venduto DGS, leader italiano nel settore della cybersecurity, al fondo globale ICG per una cifra vicina ai 500 milioni di euro. I co-fondatori e il management di DGS reinvestiranno nell’azienda, che vanta un fatturato di oltre 340 milioni di euro e un Ebitda cresciuto a 43 milioni. DGS, con sede a Roma e oltre 25 anni di esperienza, si è specializzata nella trasformazione digitale e nei servizi di cybersecurity, impiegando più di 1.900 dipendenti. Durante il periodo di investimento di HIG, DGS ha triplicato le sue dimensioni attraverso crescita organica e 8 acquisizioni, consolidando la sua posizione nel mercato IT. Advisor finanziari e legali hanno supportato l’operazione, con Morgan Stanley e Fineurop Soditic per DGS, e Barclays Bank Ireland e Terzi e Partners per ICG
Carlo Festa su Sole 24 Ore
ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO
Sui tassi più tempo avverte Lagarde. Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), in un’intervista al Sole 24 Ore, ha dichiarato che non sarà facile riportare l’inflazione al 2% e che la discesa dei tassi non sarà lineare. Ha sottolineato che l’economia dell’area euro si rafforzerà, ma la BCE non è vincolata a un percorso prestabilito e valuterà la situazione ad ogni tappa. L’orientamento accomodante è stato rimosso per mantenere un’intonazione restrittiva e sarà necessario analizzare ulteriori dati, in particolare su salari e produttività, per prendere decisioni future. Lagarde ha anche discusso la creazione dello scudo anti-spread TPI e l’importanza del rispetto delle nuove regole di bilancio nell’area euro
Isabella Bufacchi su Sole 24 Ore
Produzione in calo, pil trainato dai servizi. a produzione industriale italiana ha registrato ad aprile un calo tendenziale per il quindicesimo mese consecutivo, con una diminuzione del 2,996% secondo l’Istat, influenzata dal caro prezzi che ha indebolito i consumi. Tuttavia, la Confcommercio rimane ottimista, prevedendo la possibilità di superare una crescita del Pil dell’1% nel 2024 se l’inflazione rallenterà e i consumi riprenderanno. Nonostante la crisi industriale, il settore dei servizi, in particolare commercio, turismo e trasporti, sta vivendo un periodo positivo, con un aumento di 3,5 milioni di lavoratori dal 1995 al 2023. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, sottolinea tuttavia la carenza di 170 mila lavoratori nel turismo per la prossima stagione estiva, a causa della mancanza di competenze specifiche, e invoca maggiori politiche attive e formazione per colmare questo divario. –
Mario Sensini su Corriere della Sera
Le sfide economiche della Ue. La nuova Commissione europea affronta sfide economiche cruciali, tra cui la necessità di una politica industriale flessibile e l’investimento in energia nucleare per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La spesa prevista per il nucleare è di 550 miliardi di euro, mentre si propone un mercato europeo dell’energia per ridurre i costi. Si discute anche la transizione dell’industria automobilistica verso la neutralità tecnologica e l’estrazione di materie prime critiche. Inoltre, la direttiva sulle case green e l’aumento della spesa per la difesa pongono interrogativi sui finanziamenti, con il debito comune come possibile soluzione nonostante l’opposizione di alcuni paesi. Infine, rimane da completare l’unione bancaria e il mercato unico dei capitali per rafforzare il settore finanziario europeo
Marcello Astorri su Giornale
Concordato flop. Il governo ha posticipato la scadenza per aderire al concordato fiscale dal 15 al 31 ottobre, sperando di attrarre più contribuenti e aumentare le entrate. Questa riforma, parte della riforma fiscale approvata il 16 marzo dell’anno scorso, mira a finanziare il taglio delle tasse attraverso un accordo tra partite IVA e Agenzia delle Entrate. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha espresso timori che la riforma non raggiunga il numero di adesioni sperato, che potrebbe arrivare fino a 4,5 milioni di contribuenti. In aggiunta alla proroga, è previsto uno sconto sull’acconto delle imposte da versare entro novembre, con una tassazione flat anziché ordinaria, per incentivare ulteriori adesioni. Tuttavia, l’incasso potrebbe non essere sufficiente per coprire le promesse del governo, come il taglio delle aliquote Irpef o la riduzione delle imposte per i redditi più alti.
Giuseppe Colombo su Repubblica
Le regole non frenino l’IA. Kevin Scott, Chief Technology Officer di Microsoft, ha paragonato l’intelligenza artificiale (IA) all’elettricità durante un convegno alla Bologna Business School, sottolineando il suo potenziale trasformativo in tutti i settori. Egli esprime preoccupazione per una regolamentazione affrettata che potrebbe limitare lo sviluppo di applicazioni benefiche, citando esempi personali in campo sanitario ed educativo. Scott enfatizza la necessità di un salto di produttività per affrontare problemi globali e vede nell’IA il candidato più promettente. Discussione sul rischio di un oligopolio nell’IA è stata affrontata, con Scott che prevede un futuro in cui la tecnologia diventerà più economica e accessibile, portando a una maggiore uguaglianza attraverso la risoluzione di problemi.
Filippo Santelli su Repubblica
Emirati pronti a investire nelle pmi. Gli Emirati Arabi Uniti, rappresentati dal ministro dell’Economia Abdulla bin Touq Al Marri, hanno espresso l’intenzione di rafforzare la partnership economica con l’Italia, con particolare attenzione a settori come turismo, energie rinnovabili e agricoltura sostenibile. Durante l’evento Investopia Europe a Milano, Al Marri ha sottolineato l’importanza della collaborazione con l’Unione Europea e le opportunità che gli Emirati offrono alle aziende italiane per espandersi nella regione araba e oltre. Gli Emirati hanno attratto investimenti diretti esteri per 20,7 miliardi di dollari nel 2021 e 23 miliardi nel 2022, posizionandosi tra i primi 20 paesi destinatari a livello globale. Il governo degli Emirati prevede di investire 160 miliardi di dollari nei prossimi trent’anni per raggiungere la neutralità carbonica, concentrando gli sforzi su settori chiave come le energie rinnovabili e la sostenibilità.
su Corriere della Sera
Ita-Lufthansa scoglio finale. La Commissione Europea non ha ancora dato il via libera alla fusione tra ITA Airways e Lufthansa, con particolare attenzione ai voli transatlantici, temendo un possibile dominio del mercato e un aumento dei prezzi per i consumatori. Lufthansa ha proposto di escludere ITA dalla joint venture con United Airlines e Air Canada per due anni come compromesso. Mentre le trattative continuano e si avvicina la scadenza del 4 luglio per la decisione formale, si sospetta che la Commissione possa essere incline a respingere l’acquisizione, nonostante le pressioni politiche. Intanto, sembra risolta la questione degli slot a Linate e l’apertura a nuovi vettori su alcune rotte, con Volotea e easyJet interessate. Lufthansa è determinata a concludere l’accordo, specialmente ora che la situazione finanziaria di ITA è migliorata.
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore
Auto al palo. Stellantis ha registrato una crescita del 1,8% nelle vendite in Europa nei primi cinque mesi del 2024, aumentando la sua quota di mercato. Tuttavia, in Italia la situazione è meno positiva, con un calo della produzione automobilistica del 31% ad aprile e un crollo delle vendite del 13%. Nonostante ciò, il gruppo ha ottenuto buoni risultati nel settore dei veicoli elettrici, con la Peugeot E-208 e la Fiat 500e in testa alle vendite in Francia. In Italia, Stellantis affronta difficoltà sia nella produzione sia nelle vendite, con una riduzione della quota di mercato e l’attivazione della cassa integrazione per alcuni lavoratori
Sandro Iacometti su Giornale
POLITICA & CRONACA DAL MONDO
L’Onu approva il piano per Gaza. Fabrizio Di Amato, presidente del gruppo Maire, discute la transizione energetica enfatizzando l’importanza di prodotti decarbonizzati e sostenibili economicamente. Maire fornisce soluzioni tecnologiche per ridurre le emissioni di CO2 nei processi industriali, come dimostra un impianto in Nord Italia che trasforma scarti plastici in nuova materia prima. Di Amato sottolinea la necessità di un mix di soluzioni per la transizione energetica, inclusa la trasformazione dei rifiuti in combustibili neutrali dal punto di vista carbonico. L’azienda, che ha chiuso i progetti in Russia a causa della situazione geopolitica, è apprezzata dagli investitori per la sua capacità di anticipare gli obiettivi e per la sua crescita a livello europeo.
su Sole 24 Ore
Ci prova Blinken. Il segretario di Stato USA Antony Blinken è impegnato in un delicato viaggio in Medio Oriente, mirato a promuovere la tregua proposta dal presidente Joe Biden, dopo che Israele ha liberato quattro ostaggi detenuti da Hamas. In Egitto, Blinken ha incontrato il presidente Al Sisi, discutendo la situazione umanitaria e la chiusura del valico di Rafah. In Israele, ha incontrato il primo ministro Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant, cercando di mitigare le tensioni politiche interne e sostenere l’accordo di cessate il fuoco. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato il piano USA, con Hamas che si dichiara pronta a trattare, mentre Israele pone condizioni per la sicurezza. La situazione rimane complessa, con questioni irrisolte sul controllo di Gaza e i dettagli del cessate il fuoco
Marta Serafini su Corriere della Sera
Ostaggi in bilico. Il blitz israeliano di sabato non è riuscito a risolvere la crisi degli ostaggi detenuti da Hamas, che tiene ancora almeno 120 persone, tra cui donne e bambini, alcuni dei quali potrebbero essere stati uccisi durante i raid o su ordine di Hamas stesso. Esperti ritengono che Hamas possa spostare i prigionieri nei tunnel, complicando ulteriormente gli sforzi di intelligence e le operazioni di salvataggio. Nonostante il successo tattico del raid di sabato, che ha visto la liberazione di alcuni ostaggi, la strategia generale rimane invariata a causa dell’alto costo in termini di risorse, rischi e vittime collaterali. Le condizioni degli ostaggi rimangono preoccupanti, con segni di abusi mentali e fisici, e la diplomazia sembra essere l’unica soluzione percorribile per la loro liberazione di massa.
Ser. su Corriere della Sera
Hamas spaccata. La leadership di Hamas è divisa sulla proposta di cessate il fuoco avanzata da Israele e mediata dal Qatar, con i leader politici aperti all’accordo e i capi militari che richiedono un impegno israeliano per un cessate il fuoco completo prima di qualsiasi trattativa. La proposta include una tregua di sei settimane e uno scambio di prigionieri, con ulteriori negoziati per un cessate il fuoco a lungo termine. L’operazione di salvataggio israeliana a Gaza, che ha liberato quattro ostaggi e rivelato la possibile infiltrazione israeliana in Hamas, ha messo ulteriore pressione sui leader politici di Hamas, che rischiano di essere espulsi dal Qatar se rifiutano l’accordo. La guerra, scatenata da un attacco di Hamas, ha causato distruzione e morte a Gaza, aumentando le critiche interne, soprattutto dopo le vittime dell’operazione di salvataggio, con Hamas che sta perdendo potere negoziale man mano che diminuiscono gli ostaggi ancora in vita
Anshel Pfeffer su Times
Conferenza di pace. Circa 90 paesi parteciperanno al vertice di pace per l’Ucraina in Svizzera il 15-16 giugno, esclusi Russia e Cina, con incertezze sulla presenza di Turchia, Brasile e Sud Africa. Il vertice, che mira a delineare un percorso per la pacificazione, è stato criticato dal Cremlino come propaganda occidentale, ma la Svizzera spera possa essere il preludio a ulteriori colloqui. La conferenza affronterà temi come sicurezza nucleare, aiuti umanitari e sicurezza alimentare, mentre la Svizzera si prepara a fronteggiare un aumento degli attacchi informatici. Nel frattempo, l’Ucraina affronta problemi interni con le dimissioni di Mustafa Nayyem, responsabile della ricostruzione, in seguito a contrasti con il governo. La Svezia ha inoltre annunciato la sua disponibilità a unirsi alla missione di polizia aerea della NATO in Lettonia dal 2025
Carlo Marroni su Sole 24 Ore
Kiev, lascia il capo della ricostruzione. Le dimissioni di Mustafa Nayyem, capo dell’Agenzia per la ricostruzione in Ucraina, aggiungono ostacoli al percorso di adesione del paese all’Unione Europea, mettendo in luce problemi di corruzione, inefficienza e rivalità politica. Nayyem ha denunciato pubblicamente, tramite Facebook e messaggi ai partner internazionali, gli errori e le inefficienze del governo, in particolare la mancata approvazione di finanziamenti per progetti essenziali e ritardi burocratici. Il suo esclusione dalla Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina sembra essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Intanto, la guerra continua con nuovi bombardamenti russi e azioni militari ucraine, mentre si discute la possibilità di fornire caccia F-16 all’Ucraina, una mossa che potrebbe intensificare ulteriormente le tensioni con la Russia
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera
I russi voglio o destabilizzarvi. Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, in un’intervista con Lorenzo Cremonesi, discute le implicazioni dei risultati delle elezioni europee, sottolineando che non si dovrebbe attribuire il cambiamento politico solo all’influenza della Russia, né parlare di un crollo della politica europea tradizionale. Podolyak osserva che l’elettorato europeo desidera una politica più decisa e chiara, con meno burocrazia e una risposta forte alle sfide contemporanee. Riguardo alla Russia, afferma che il paese mira a destabilizzare l’Europa e a imporre il “diritto dei forti”, conducendo una guerra ibrida e minando le basi della convivenza civile. Infine, Podolyak enfatizza la necessità per l’Ucraina di diffondere informazioni sul pericolo rappresentato dalla Russia e di lavorare insieme agli altri paesi europei, anche quelli con posizioni politiche distanti. Nel frattempo, si segnala che Putin ha in programma visite ufficiali in Corea del Nord e Vietnam
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera
Modi in continuità. Il primo Consiglio dei ministri del terzo governo Modi in India ha segnato un forte segnale di continuità, confermando i ministri chiave dei dicasteri di Finanze, Esteri, Interni e Difesa, tutti membri del BJP. Nirmala Sitharaman rimane al Ministero delle Finanze, dove ha gestito la spesa in infrastrutture e il deficit durante la pandemia, mentre S. Jaishankar, apprezzato diplomatico di carriera, continua come Ministro degli Esteri, avendo gestito periodi diplomaticamente delicati. Amit Shah, figura chiave e vicina a Modi, conserva il Ministero degli Interni, essendo stato artefice di politiche divisive, e Rajnath Singh rimane Ministro della Difesa, lavorando sulla diversificazione degli approvvigionamenti militari e sull’aumento della produzione domestica. Modi ha ringraziato i leader mondiali per le felicitazioni ricevute per il suo terzo mandato, mentre persistono polemiche sui movimenti borsistici anticipatori degli exit poll.
Marco Masciaga su Sole 24 Ore
SPECIALE ELEZIONI EUROPEE
Le destre pesteranno i piedi agli europeisti. Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha reagito ai risultati preliminari delle elezioni europee, prevedendo che i partiti di destra daranno problemi ai filo-europeisti. La propaganda russa celebra la sconfitta dei partiti di Macron in Francia e di Scholz in Germania, sostenendo che le loro politiche hanno fallito. Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, critica i leader di Francia e Germania per la loro gestione della crisi economica e migratoria e il loro coinvolgimento nella guerra in Ucraina. Intanto, la Russia cerca di consolidare la sua influenza nel gruppo dei Brics, che si sta espandendo e discuterà temi come le crisi internazionali e la de-dollarizzazione. La Cina e la Russia si posizionano come leader di un’alternativa al G7, che si riunirà in Italia nella stessa settimana.
Giovanni Pigni su Stampa
Von der Leyen ha più chance. Dopo le elezioni europee, sono iniziate le trattative per i ruoli chiave dell’Unione Europea, con i socialisti che si oppongono al dialogo con i Conservatori. Ursula von der Leyen del Ppe è la favorita per la presidenza della Commissione, mentre il presidente francese Macron, indebolito dai risultati elettorali, sembra avere meno influenza rispetto al passato. Sono stati nominati i negoziatori per i principali gruppi politici, con l’obiettivo di chiudere le trattative entro fine mese. Nel Parlamento, i gruppi cercano alleanze e stabiliscono condizioni, mentre i non iscritti e i nuovi partiti potrebbero essere decisivi per la formazione delle maggioranze. Nel frattempo, la destra estrema e i Conservatori e Riformisti europei (Ecr) valutano possibili unioni, con l’obiettivo di rafforzare la loro posizione politica.
Francesca Basso su Corriere della Sera
I due forni di Ursula. L’articolo di Paolo Valentino analizza la situazione politica europea, mettendo in guardia dal considerare la vittoria dell’estrema destra in Francia come un fenomeno esteso a tutta Europa. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, è vista come la vera vincitrice delle elezioni, ma deve ancora assicurarsi la riconferma. Per ottenere una maggioranza solida, potrebbe cercare supporto sia a destra, con Giorgia Meloni e i Conservatori e Riformisti, sia con i Verdi, offrendo concessioni sul Green Deal. Nonostante i potenziali ostacoli, si prevede che von der Leyen riuscirà a navigare tra le difficoltà politiche, anche se il voto segreto potrebbe riservare sorprese.
Paolo Valentino su Corriere della Sera
Macron spera nella coalizione antidestra. Il presidente francese Emmanuel Macron ha sorpreso molti annunciando elezioni anticipate dopo una sconfitta elettorale, una mossa rischiosa che ha portato a turbolenze in Borsa e a un aumento dei tassi sul debito. Durante una visita a Oradour-sur-Glane, luogo di un massacro nazista, ha enfatizzato la necessità di coraggio di fronte all’odio e al nazionalismo, in un momento in cui la destra estrema guadagna terreno. I sondaggi indicano che il partito di Macron è in svantaggio rispetto al Rassemblement National, che parte favorito per le prossime elezioni. A sinistra, si discute la formazione di un fronte unito contro l’estrema destra, con Raphaël Glucksmann che propone condizioni stringenti per il sostegno, mentre la situazione politica complessiva rimane tesa e incerta
Stefano Montefiori su Corriere della Sera
Lo schock. La decisione del presidente francese Emmanuel Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale ha lasciato ministri e deputati della maggioranza in uno stato di shock e dubbi sulla sua efficacia. La mossa, vista come un tentativo di rafforzare la sua posizione in vista delle imminenti elezioni legislative, è stata una decisione personale e urgente, che ha sorpreso anche alleati e avversari politici, creando tensione e incertezza all’interno del suo partito e nel panorama politico nazionale ed europeo.
Louis Hausalter su Figaro
Bardellamania. Jordan Bardella, 28 anni, è diventato un fenomeno popolare in Francia, guadagnandosi il soprannome di “re dei selfie” grazie alla sua forte presenza sui social media, dove vanta oltre 1,3 milioni di follower. Il giovane politico del Rassemblement National (RN), partito di estrema destra francese, è considerato il candidato naturale a primo ministro dopo aver ottenuto il 31,3% dei voti in una recente elezione, con Marine Le Pen che mira alla presidenza nel 2027. Bardella, che si descrive come figlio dell’immigrazione con radici italiane, ha saputo conquistare nuovi elettorati grazie a uno stile che sembra moderato. Nonostante la sua ascesa, non sembra esserci rivalità con Le Pen, e il suo successo tra i giovani e altri gruppi tradizionalmente non affiliati all’estrema destra potrebbe portarlo a una posizione di potere inedita nella storia politica francese
Anais Ginori su Repubblica
Battuto e umiliato Scholz esclude il voto. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo una significativa sconfitta elettorale, ha scartato l’ipotesi di elezioni anticipate, sottolineando che la Germania non seguirà l’esempio della Francia. Scholz ha espresso preoccupazione per l’avanzata dell’estrema destra, rifiutando la normalizzazione di questi partiti e ribadendo l’impegno a contrastarli. Nonostante la sconfitta, il Partito Socialdemocratico (SPD) ha deciso di non apportare cambiamenti significativi alla squadra di governo, evitando di “bruciare” nomi popolari come quello del ministro della Difesa Boris Pistorius. Scholz si concentra su impegni internazionali, tra cui la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina e le nomine europee, dove negozierà per mantenere posizioni chiave all’interno di partiti democratici tradizionali, evitando alleanze con le estreme destre.
Mara Gergolet su Corriere della Sera
Un nuovo muro. La Alternative für Deutschland (AfD) ha guadagnato terreno nella vecchia DDR, attirando i giovani che si sono allontanati dai Verdi, spinti da preoccupazioni sull’immigrazione e la crisi economica. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è descritto come un “re senza terra” dopo i risultati delle elezioni, con pressioni per nuove elezioni e un voto di fiducia. La CDU è riuscita a mantenere la sua posizione, mentre la SPD ha subito una significativa sconfitta. La popolarità dell’AfD tra i giovani è in parte attribuita alla loro opposizione al governo e al fascino di sfidare ciò che è proibito. Infine, la Germania appare ancora divisa, con l’est del paese che mostra un forte sostegno per l’AfD e una certa simpatia per la Russia, riflettendo una continuità di pensiero nazionalista e illiberale risalente alla DDR
Uski Audino su Stampa
A Ursula non serve Giorgia. Jean-Claude Juncker, ex presidente della Commissione Europea, sostiene che i 40 seggi di margine della coalizione europeista saranno sufficienti per la rielezione di Ursula von der Leyen, senza necessità di appoggi dall’ultradestra, come Fratelli d’Italia o Giorgia Meloni. Juncker consiglia di includere i Verdi piuttosto che l’estrema destra, per una maggioranza più completa. Esprime preoccupazione per l’ascesa dell’ultradestra in Europa, ma si dice rassicurato dalla presenza di una maggioranza europeista al Parlamento. Infine, ritiene che la Commissione debba essere più inclusiva e i governi nazionali più coerenti nelle loro politiche europee
Marco Bresolin su Stampa
Se vince Trump Giorgia diventerà più radicale. Charles Kupchan, ex consigliere di Obama, esprime preoccupazione per l’ascesa dell’estrema destra in Europa e teme che una vittoria di Trump nelle presidenziali USA possa spingere leader come Giorgia Meloni a radicalizzare la loro posizione. Kupchan osserva che, nonostante la crescita dell’estrema destra, il centro in Europa resiste ancora, ma la sua tenuta è incerta. Egli mette in guardia sul rischio che la democrazia liberale possa essere smantellata, citando esempi di erosione democratica in vari paesi. Infine, sottolinea l’importanza per le forze democratiche di adottare misure anche scomode per preservare la democrazia, e nota che Meloni potrebbe cambiare rapidamente linea politica se ciò fosse nel suo interesse, soprattutto in risposta a un cambiamento nel panorama politico statunitense
Paolo Mastrolilli su Repubblica
Italia elemento di forza. La leader del partito Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dopo una vittoria elettorale significativa, si appresta a influenzare maggiormente le dinamiche politiche europee, sostenendo che l’Italia, sotto la sua guida, avrà un ruolo più rilevante. In Italia, il centrodestra ha ottenuto un successo in Piemonte, mentre il centrosinistra ha conquistato Bergamo e Cagliari. Meloni, in vista delle trattative per le posizioni chiave dell’UE, afferma che l’Italia valuterà la proposta formale, suggerendo che un commissario importante potrebbe essere parte del negoziato. Nonostante le polemiche sulla sicurezza e le condizioni delle forze dell’ordine ospitate su una nave da crociera, Meloni enfatizza la forza e la coesione del suo governo, respingendo l’idea di possibili tensioni interne e riconoscendo la crescita di tutti i partiti alleati
Monica Guerzoni su Corriere della Sera
La tela della Meloni. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, si prepara per le trattative europee e chiede al suo gruppo dirigente di agire con prudenza. È probabile che indichi il suo gruppo a Strasburgo a votare a favore del presidente della Commissione, soprattutto se il commissario italiano fosse Giancarlo Giorgetti, obbligando così anche la Lega di Salvini al sostegno. Meloni mira a ottenere un ministero di peso e una vicepresidenza della Commissione, evitando al contempo alleanze fisse con socialisti e liberali. La strategia è quella di non autoescludersi dal dibattito europeo, mantenendo una posizione flessibile sui singoli provvedimenti e sfruttando l’appoggio del PPE di Manfred Weber. La partita europea è cruciale e Meloni è attenta a evitare il “fuoco amico” che potrebbe compromettere la sua posizione
Francesco Verderami su Corriere della Sera
Il piano di Giorgia. Giorgia Meloni, premier italiano e presidente del partito ECR, emerge come figura di rilievo dopo le elezioni europee, mirando a rafforzare il ruolo dell’Italia nella UE. Mentre Ursula von der Leyen si avvicina alla riconferma come presidente della Commissione, le trattative politiche si intensificano, con Meloni che punta a ottenere un commissario europeo di peso per l’Italia. Il partito ECR lavora per espandersi e superare il gruppo Renew, guadagnando il terzo posto tra i gruppi parlamentari più numerosi dell’Europarlamento. Meloni, sfruttando il buon risultato elettorale italiano, non ha obiezioni su von der Leyen e cerca di consolidare la posizione dell’ECR, nonostante le complesse dinamiche interne e le possibili alleanze.
Adalberto Signore su Giornale
Contano i voti. Il Partito Democratico (Pd) italiano emerge rafforzato dalle elezioni europee, con un incremento di oltre un milione di voti rispetto all’alleanza del 2022, mentre il Movimento 5 Stelle (M5S) viene più che doppiato dal Pd. Francesco Boccia, capogruppo del Pd, sottolinea l’importanza dell’unità della coalizione e rifiuta l’idea che la leadership sia decisa a tavolino, affermando che sono gli elettori a determinarla. Giorgia Meloni, nonostante abbia perso voti rispetto alle Politiche, rimane la leader indiscussa della destra, ma viene criticata per aver governato pensando solo agli italiani di destra. Il Pd conferma la sua opposizione a qualsiasi accordo con i nazionalisti in Europa e si impegna a fermare le destre, promuovendo un’idea di società progressista e sostenibile.
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera
L’ora del pragmatismo. Luca Ciriani, ministro di Fratelli d’Italia (FdI), celebra il successo del suo partito nelle elezioni regionali, in particolare in Friuli Venezia Giulia e Pordenone, dove FdI ha ottenuto rispettivamente il 34% e il 41% dei voti. Ciriani rifiuta di criticare altri partiti, come la Lega, che sono stati superati da FdI nel Nord-Est. Sottolinea che non ci saranno cambiamenti nella fase 2 del governo, nonostante il buon risultato elettorale, e ritiene che il voto rafforzi la posizione dei partiti di destra in Europa. Ciriani respinge le preoccupazioni sull’autonomia, affermando che il Sud non sarà penalizzato e che le riforme continueranno con più forza. Infine, nonostante le tensioni in campagna elettorale, prevede stabilità nella maggioranza e non si aspetta richieste particolari da parte di Forza Italia, nonostante il sorpasso sulla Lega.
Francesco Olivo su Stampa
Lega nazionale mentre per Bossi… Matteo Salvini, leader della Lega, si è espresso positivamente sui risultati delle elezioni europee, sottolineando la crescita del centrodestra e la sconfitta delle previsioni negative. Ha elogiato il successo di candidati come Vannacci e ha difeso le scelte politiche del partito, nonostante alcune polemiche interne. Salvini ha inoltre criticato l’ex segretario Bossi per il suo presunto voto ad un altro partito, considerandolo una mancanza di rispetto verso i militanti della Lega. Ha ribadito l’importanza dell’unità del centrodestra a livello europeo e ha confermato l’obiettivo di rafforzare la Lega come partito nazionale, in vista del congresso federale autunnale, evidenziando la crescita del partito anche nel Sud Italia
Fabio Rubini su Libero Quotidiano
Un’Europa che non piace a nessuno. Roberto Vannacci, candidato indipendente della Lega, ha festeggiato la vittoria alle elezioni europee con amici e familiari, esprimendo soddisfazione per il suo risultato personale e quello dell’ultradestra in Europa. Con oltre mezzo milione di voti, si è posizionato come il secondo più votato in Italia dopo Giorgia Meloni. Vannacci vede nel voto un segnale di rifiuto verso l’Europa attuale e un desiderio di cambiamento. Nonostante il calo della Lega rispetto al 2019, Vannacci evita di commentare, lasciando ogni dichiarazione a Matteo Salvini, e sottolinea la necessità di un’Europa diversa, in linea con la volontà popolare
Elisa Sola su Stampa
Budapest aspetta. Ilaria Salis, candidata della lista Alleanza verdi-sinistra, ha superato la soglia di sbarramento alle elezioni europee grazie a oltre 170.000 preferenze, mentre era agli arresti domiciliari a Budapest. Il suo successo elettorale le garantisce l’immunità parlamentare, che la libererà dai vincoli giudiziari e sospenderà il processo a suo carico, a condizione che l’Italia comunichi ufficialmente la sua elezione a Bruxelles e Budapest. Il padre di Ilaria, Roberto Salis, critica il ministro degli Esteri Tajani per non aver ancora inviato la documentazione necessaria, mentre il ministro respinge le accuse. Ilaria Salis, arrestata a febbraio 2023 dopo essere stata aggredita da estremisti di destra, si è rivolta ai suoi elettori su Instagram, esprimendo il suo impegno per i diritti dei detenuti e la lotta contro l’avanzata delle destre radicali in Europa.
Giovanni Bianconi su Corriere della Sera
Fdi cresce al Nord mentre il Sud punisce i Cinquestelle . Le elezioni hanno visto un duopolio tra Fratelli d’Italia e il Partito Democratico, che hanno staccato gli altri partiti, nessuno dei quali ha superato il 10% dei voti. Fratelli d’Italia ha guadagnato terreno soprattutto al Nord, mentre il PD ha rafforzato la sua presenza al Sud, dove il Movimento 5 Stelle ha subito una forte perdita di consensi. La Lega, nonostante un calo al Nord, ha incrementato i suoi voti al Sud e nelle Isole, diventando più nazionale. L’analisi dell’Istituto Cattaneo evidenzia l’importanza dei candidati e delle preferenze in un contesto di bassa affluenza, con il PD e Avs che sono gli unici due partiti ad aumentare i voti in termini assoluti. All’estero, l’astensione ha dominato, con il PD che ha ottenuto la maggioranza dei voti tra gli italiani residenti all’estero
Renato Benedetto su Corriere della Sera
Flussi. Il panorama politico italiano evidenzia un rinnovato bipolarismo tra centrosinistra e centrodestra, con Fratelli d’Italia (FdI) che guadagna voti da Forza Italia e Lega, mentre il Partito Democratico (Pd) attrae elettori anche dall’ex Movimento 5 Stelle (M5S). Molti ex sostenitori del M5S hanno scelto l’astensione, e la perdita di consensi del movimento è particolarmente marcata nel Sud Italia, dove il M5S ha storicamente ottenuto un forte sostegno. Il centrodestra rimane stabile nel suo complesso, mentre al Sud la Lega mostra segni di recupero. Il voto proporzionale ha beneficiato il centrosinistra, ma a differenza del centrodestra, manca di una coalizione consolidata. Queste dinamiche confermano una tendenza alla bipolarizzazione, nonostante la frammentazione interna dei blocchi politici
Concetto Vecchio su Repubblica
Ora un’alternativa c’è. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), afferma che il suo partito rappresenta ora un’alternativa concreta dopo aver ridotto il distacco da Fratelli d’Italia (FdI) da due milioni a un milione di voti. Il Pd ha ottenuto vittorie significative nelle grandi città italiane nelle recenti elezioni amministrative. Schlein enfatizza il rafforzamento dell’identità del Pd e il suo impegno a sfidare il governo sui temi sociali. Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle (M5S) affronta un periodo di riflessione interna, mentre Schlein esclude qualsiasi alleanza con le destre a livello europeo, ribadendo l’importanza dell’unità e della costruzione di un’alternativa alle destre in Italia
Carmelo Lopapa su Repubblica
Record non cercato. Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e membro del Partito Democratico (PD), è stato sorpreso dal suo stesso successo elettorale, diventando il più votato del suo partito e superando persino alcuni leader nazionali. Decaro attribuisce la vittoria a una politica che risponde alle nuove esigenze del Paese, come la sanità e il salario minimo, e critica la destra per cercare di dividere il paese. Sottolinea l’importanza della verità e del mantenimento delle promesse per guadagnare consenso. In seguito all’esito delle elezioni, ritiene che il PD abbia la responsabilità di unire una coalizione progressista per contrastare la destra, enfatizzando l’opposizione all’autonomia differenziata e la necessità di costruire un programma condiviso a livello locale. Decaro difende la sua amministrazione dalle accuse di connivenza con la mafia, sottolineando la lotta contro la criminalità e l’orgoglio della città di Bari.
Giuliano Foschini su Repubblica
Cirio riparte dalla sanità. Alberto Cirio esprime soddisfazione per la sua riconferma come presidente del Piemonte, ottenendo il 56% dei consensi, un risultato superiore rispetto alle elezioni del 2019 e migliore di quello di Enzo Ghigo nel 2000. Cirio, che ha seguito lo spoglio ad Alba con famiglia e amici, dedica la vittoria a Berlusconi e non teme la virata del centrodestra verso Fratelli d’Italia, sottolineando la solidità della coalizione. Sottolinea l’importanza di una politica di moderazione e la necessità di un’Europa più vicina ai cittadini. In ambito sanitario, promette miglioramenti con un nuovo sistema di prenotazioni ispirato a quello delle vaccinazioni. Infine, rivendica la collaborazione istituzionale con il sindaco di Torino, Lo Russo, e sottolinea l’importanza della Costituzione e della libertà
Gianni Pilon su Stampa
Un’occasione unica. Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio italiano e della Commissione Europea, mette in guardia sulle elezioni del 9 giugno 2024, sottolineando che potrebbero rappresentare un vero cambiamento epocale. Sottolinea che la nuova Europa vede una crisi del tradizionale asse franco-tedesco e pone l’accento sulla necessità per il Partito Democratico (Pd) di sviluppare una cultura di governo e di sfruttare l’opportunità di diventare un punto di riferimento per l’opposizione, grazie anche alla crescita di Giorgia Meloni e alla fragilità dell’opposizione. Prodi vede in Elly Schlein una possibile figura unificatrice dell’opposizione e sottolinea l’importanza di superare le differenze personali in favore di una coalizione basata su grandi temi. Infine, discute i cambiamenti nel panorama politico europeo, dove la destra guadagna terreno e il peso di Francia e Germania sembra ridursi, portando a un’Europa con idee diverse e potenzialmente più frammentata
Fabio Martini su Stampa
I cocci del terzo polo. Carlo Calenda e Matteo Renzi, rispettivamente leader di Azione e Italia Viva, hanno subito una sconfitta elettorale, ottenendo rispettivamente il 3,3% e il 3,8% dei voti, senza raggiungere il quorum. Renzi attribuisce la colpa della frattura tra i due partiti a Calenda, sostenendo che avrebbero potuto ottenere sette parlamentari europei se fossero rimasti uniti. Calenda nega le voci di sue dimissioni e rifiuta la responsabilità per il mancato accordo con Emma Bonino, mentre Renzi si rammarica per la mancata opportunità e annuncia un congresso straordinario. Entrambi i leader devono affrontare il disappunto degli elettori e la necessità di ricostruire il cosiddetto Terzo polo
Liana Milella su Repubblica
Subito la giustizia, poi il premierato. Guido Crosetto, ministro della Difesa italiano, in un’intervista, smentisce che la legislatura sia in pericolo, enfatizzando la necessità di affrontare problemi interni e internazionali con scelte coraggiose. Prioritaria è la riforma della giustizia, mentre il premierato non è al centro dell’agenda politica di Meloni, che comprende molteplici riforme. Crosetto nega tensioni con il Presidente Mattarella e sottolinea la fiducia nel ministro Nordio per una giustizia centrata sul cittadino. Non prevede rimpasti di governo e difende il bipolarismo come antidoto agli estremismi. Infine, a livello europeo, sostiene la necessità di un’agenda che unisca i leader oltre le appartenenze politiche, senza escludere l’Italia e la sua leader Meloni
Tommaso Ciriaco su Repubblica
Lo strappo di Parigi e i nostri conti. I mercati hanno reagito con moderata preoccupazione alla situazione economica della Francia, il secondo Paese dell’eurozona, che sta affrontando incertezze finanziarie. L’euro si è indebolito e le Borse dell’area euro hanno registrato cali, con un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, in particolare in Francia e in Italia. Questa reazione è dovuta alle proposte del Rassemblement National, che include la riduzione dell’età pensionabile e il taglio delle imposte, finanziati presumibilmente con la riduzione dei sussidi agli immigrati. Queste politiche rischiano di violare le nuove regole europee di bilancio, in un momento in cui Francia e Italia dovrebbero essere più rigorose nei loro conti. L’Italia, in particolare, deve stare attenta alle sue fragilità finanziarie e alle interdipendenze nell’eurozona, poiché un indebolimento della Francia potrebbe avere ripercussioni dirette sull’economia italiana
Federico Fubini su Corriere della Sera
Far valere la sua influenza. La premier italiana Giorgia Meloni sta valutando se sostenere Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, per un secondo mandato, mantenendo un atteggiamento riservato sulle sue intenzioni. Meloni, la cui influenza è in crescita, potrebbe essere decisiva per von der Leyen, che cerca appoggio tra i leader dell’UE e i voti dei parlamentari europei, in particolare i 25 MEP del partito di Meloni. Durante un’intervista radiofonica, Meloni ha suggerito che il suo sostegno potrebbe avere un prezzo, come l’allentamento delle politiche ambientali dell’UE. Nonostante la crescita dei partiti di destra, von der Leyen rimane ottimista dopo che il suo gruppo, il Partito Popolare Europeo, ha mantenuto la maggioranza al Parlamento Europeo. Meloni, che ha visto crescere il suo partito al 29% dei voti, sembra intenzionata a rimanere influente a livello europeo, cercando attenzione su temi come l’immigrazione e magari ottenendo la posizione di Commissario economico per l’Italia
Tom Kington su Times
I pesi diversi della Meloni. Lina Palmerini analizza i risultati elettorali di Fratelli d’Italia (FdI) guidato da Giorgia Meloni, evidenziando una disparità geografica: FdI ha ottenuto un forte sostegno al Nord, superando il 30%, ma si è posizionato secondo al Sud, dietro al Partito Democratico. Questa distribuzione del consenso pone interrogativi sulle future riforme, in particolare sull’autonomia differenziata voluta dalla Lega, che potrebbe favorire l’opposizione se perseguita senza cautela. Vi è anche una certa preoccupazione per il premierato e un eventuale referendum, dato il calo di voti per FdI e la potenziale unione delle opposizioni in tale contesto. Infine, l’articolo sottolinea la necessità per la sinistra, in particolare per Elly Schlein, di bilanciare le proposte tra il Sud, dove ha avuto successo, e le regioni più produttive del Nord
Lina Palmerini su Sole 24 Ore
Un quadro stabile. Le recenti elezioni europee non hanno portato a cambiamenti significativi, mantenendo un quadro di stabilità sia a livello europeo sia italiano. A Bruxelles, la coalizione di Popolari, Socialisti e Liberali conserva la maggioranza, nonostante una leggera diminuzione dei seggi. In Italia, le elezioni hanno confermato i rapporti di forza post-elezioni politiche 2022, con Meloni e Tajani che emergono come vincitori e Salvini che subisce una leggera sconfitta. Il Partito Democratico si rafforza, mostrando la capacità di mobilitare la propria base elettorale, mentre il Movimento 5 Stelle subisce una sconfitta più pesante del previsto. Il risultato non altera gli equilibri di potere, ma solleva interrogativi sulla formazione di un’efficace coalizione di opposizione al governo di centro-destra
Roberto D’Alimonte su Sole 24 Ore
Cosa ci conviene. L’Europa, descritta come resiliente ma rallentata da crisi politiche, soprattutto in Francia e Germania, si affida ora a un’Italia con un governo stabile ma alle prese con deboli investimenti pubblici e problematiche migratorie. Meloni, pur non essendo una fervente europeista, si trova nella posizione di dover sostenere l’Unione Europea per interesse nazionale, dimostrando una crescita dal suo iniziale scetticismo. Il testo suggerisce che l’Italia, grazie alla sua stabilità politica, potrebbe avere un ruolo chiave nella costruzione di un’Europa futura, meno regolatoria ma sperabilmente non meno ambiziosa nelle riforme economiche. Infine, si accenna alle sfide interne che Meloni potrebbe affrontare, inclusa la tensione tra nord e sud del paese, e la necessità di bilanciare le politiche nazionali con gli impegni europei.
Antonio Polito su Corriere della Sera
Il bivio italiano. “Il Bivio Italiano” di Aldo Cauullo analizza il panorama politico europeo e italiano in seguito alle elezioni, evidenziando l’ascesa di nuovi partiti come il movimento spagnolo “Se acabó la fiesta”, e il cambiamento dei governi nei principali Paesi europei. L’articolo si concentra sulle scelte strategiche di Giorgia Meloni, leader della destra italiana, che deve decidere se sostenere la Commissione Europea e dividere il suo gruppo politico o mantenere l’unità e opporsi a Bruxelles. Viene sottolineato il declino di alcuni partiti storici e il fallimento di nuovi progetti politici, mentre la destra populista guadagna terreno. Infine, Cauullo riflette sulle implicazioni delle scelte politiche in Francia e Italia per il futuro dell’Europa, con particolare attenzione al ruolo dell’estrema destra e alle sfide economiche e sociali che entrambi i Paesi devono affrontare
Aldo Cazzullo su Corriere della Sera
Un centro in bilico tra due fronti. Giorgia Meloni ha consolidato il suo sostegno a destra, mentre Elly Schlein ha fatto altrettanto a sinistra, sebbene con un’alleanza meno concreta. Oltre il 50% degli elettori non ha votato, segnando un record negativo. Nel centro, c’è una nebulosa moderata senza un’identità chiara o leader forti, con Forza Italia che ne ha catturato solo una parte. Le Europee hanno mostrato il fallimento delle ambizioni centriste di Renzi e Calenda e la difficoltà delle sinistre di attrarre voti con candidati cattolici. Si ritiene necessario un rinnovamento dell’opposizione, meno radicale e più aperta a nuove alleanze, per colmare il vuoto moderato
Massimo Franco su Corriere della Sera
Unione sottosopra e Italia bipolare. Stefano Folli, nell’articolo “Il punto Unione sottosopra e Italia bipolare”, analizza il panorama politico italiano ed europeo in seguito a recenti eventi elettorali. Con le elezioni nazionali italiane previste fra tre anni, le principali forze politiche hanno il tempo di adeguare le loro proposte a un contesto in rapida evoluzione. Folli cita l’esempio del presidente francese Macron, che ha sciolto l’Assemblea nazionale in risposta a una sconfitta elettorale, dimostrando la necessità di affrontare le sfide correnti. In Italia, Giorgia Meloni deve definire il suo ruolo nell’Europa che cambia, mentre il Partito Democratico di Elly Schlein deve trovare risposte ai temi che hanno portato al successo della destra in Europa, come sicurezza e immigrazione.
Stefano Folli su Repubblica
Il futuro di Giorgia fra Macron e Le Pen. Le recenti elezioni europee hanno segnato un punto di svolta, delineando una fase di stabilità politica per i prossimi 24 mesi sia per il governo che per l’opposizione in Italia. Giorgia Meloni, come leader del governo, è di fronte alla sfida di realizzare riforme significative e forse costruire un grande partito conservatore, mentre Elly Schlein, alla guida dell’opposizione, deve affrontare la frammentazione e le divergenze ideologiche per formare un’alternativa credibile al governo di destra-centro. Il futuro politico di Meloni potrebbe essere influenzato dalla dinamica politica in Francia, in particolare dall’esito delle elezioni legislative e dal potenziale impatto di un governo francese influenzato da Marine Le Pen. Questi sviluppi potrebbero ridefinire il panorama politico sia a livello nazionale che europeo, con implicazioni per la posizione di Meloni nel contesto dell’Unione Europea
Giovanni Orsina su Stampa
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