SICUREZZA
Fine dell’alleanza con Knds. Leonardo, colosso italiano dell’aeronautica e della difesa, ha interrotto le trattative per un’alleanza strategica con il gruppo franco-tedesco KNDS. In un comunicato stampa diffuso martedì sera, il colosso italiano dell’aeronautica e della difesa ha annunciato “l’interruzione” delle discussioni su una “alleanza strategica” con il gruppo bellico franco-tedesco. Leonardo ha ribadito il suo impegno a fornire all’esercito italiano una soluzione performante e aggiornata, integrando nel suo portafolio Oto Melara, storico produttore di carri armati e veicoli blindati. L’alleanza avrebbe potuto portare Leonardo a partecipare al programma franco-tedesco MGCS per un futuro carro armato da combattimento, con l’Italia che attualmente ha uno status di osservatore nel programma e una possibile collaborazione con altri partner internazionali qualificati.
su lesechos.fr
Leonardo rompe con Knds. Leonardo ha interrotto le trattative con il gruppo franco-tedesco KNDS per un’alleanza nella produzione di carri armati e blindati per fanteria, dopo sei mesi di discussioni e una lettera d’intenti firmata a dicembre. L’obiettivo dell’alleanza era la partecipazione di Leonardo alla realizzazione dei futuri carri armati Leopard 2A8 e altri progetti, ma le parti non hanno trovato un accordo sulla configurazione dei mezzi e sulla divisione della produzione. Leonardo sta ora valutando altre collaborazioni, in particolare con il gigante tedesco Rheinmetall, per fornire all’Esercito italiano soluzioni performanti e interoperabili, mantenendo la posizione per sviluppi futuri verso il Main Ground Combat System.
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore
Leonardo abbandona Knds. Leonardo ha interrotto i negoziati con il consorzio franco-tedesco KNDS per lo sviluppo di un carro armato europeo, dopo disaccordi sull’integrazione di tecnologie italiane nel modello Leopard 2A8. Il governo italiano, con l’approvazione del Parlamento, valuta ora la possibilità di collaborare con Rheinmetall per lo sviluppo di un nuovo modello, il KF51 Panther, che potrebbe includere maggiori contributi italiani. Questa decisione fa parte di un più ampio programma di rinnovamento delle forze corazzate italiane, con un budget complessivo di 20 miliardi di euro destinati all’acquisto di nuovi carri armati e veicoli cingolati per il trasporto truppe.
Gianluca di Feo su Repubblica
Salta il negoziato. Dopo sei mesi di trattative, il negoziato tra Leonardo, azienda italiana dell’aerospazio e difesa, e il gruppo franco-tedesco Knds per la fornitura di carri armati Leopard 2 all’Esercito italiano è fallito a causa dell’impossibilità di accordarsi sulla produzione in Italia, nonostante fosse previsto un investimento di 8,2 miliardi di euro. Leonardo, guidata da Roberto Cingolani, sta valutando altre collaborazioni, tra cui quella con la tedesca Rheinmetall, mentre l’Europa cerca di superare la frammentazione nel settore dei carri armati, con diversi Paesi che operano modelli differenti. La situazione attuale contrasta con gli USA, dove un unico modello di carro armato è adottato in diverse varianti, e alcuni Paesi europei si orientano verso soluzioni non europee, come la Polonia che ha acquistato carri K2 dalla Corea del Sud.
su Secolo XIX, su Messaggero, su Giornale, su Corriere, su Verità
Rottura. La partnership tra Leonardo e KNDS per la fornitura di carri armati Leopard 2 all’Italia è stata annullata a causa di disaccordi sulla trasferibilità della tecnologia, mettendo a rischio l’acquisto pianificato di 130 versioni da combattimento. Leonardo aveva intenzione di integrare i propri sistemi nei carri armati, che sarebbero stati assemblati nello stabilimento di La Spezia, ma KNDS ha interrotto le trattative, citando divergenze sulla configurazione standard del Leopard. Questa rottura potrebbe influenzare altri progetti di difesa italiani, come l’acquisto di veicoli da combattimento su cingoli e la partecipazione di Leonardo nel consorzio KNDS, essenziale per il consolidamento dell’industria europea della difesa terrestre.
su DEFENSENEWS.COM
Rheinmetall costruisce nuovi veicoli corazzati in Ucraina. La compagnia d’armi Rheinmetall ha concordato con l’Ucraina la costruzione di carri armati Lynx nel paese devastato dalla guerra. A margine della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Berlino, i rappresentanti di entrambe le parti hanno concordato di avviare la produzione. “Quest’anno produrremo la prima Lynx”, ha detto all’Handelsblatt il ministro delle industrie strategiche Olexander Kamyshin. Né lui né il capo della Rheinmetall Armin Papperger hanno fornito informazioni specifiche sulla posizione, citando problemi di sicurezza. L’Ucraina sta espandendo la propria industria delle armi con l’aiuto di partner stranieri per diventare in futuro più indipendente dalle importazioni di armi. Al centro di tutto ciò c’è la società di armi ucraina Industria della Difesa (ex Ukroboronprom), controllata dallo stato, con la quale Rheinmetall ha fondato diverse joint venture. Lunedì i partner hanno anche messo in funzione una fabbrica nella quale dovranno essere riparati i carri armati danneggiati nei combattimenti.
Roman Tyborski su Handelsblatt
Partner ucraino. All’inizio della settimana Armin Papperger era di nuovo in Ucraina. Indossando un giubbotto protettivo, l’amministratore delegato della compagnia d’armi Rheinmetall ha co-aperto un impianto di riparazione per carri armati tedeschi. I veicoli da combattimento della fanteria Marder vengono riparati lì da qualche tempo, ma il ministro ucraino per le industrie strategiche, Oleksandr Kamyshin, e Dmytro Klimenkov, vice ministro della Difesa ucraino, erano ancora interessati ad una “apertura politica”. Non è certo un caso che sia stata collocata proprio nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha preso parte alla conferenza internazionale per la ricostruzione del suo Paese a Berlino. Il messaggio è chiaro: l’Ucraina resta difendibile e la Germania gioca un ruolo importante in questo. Il gruppo DAX con sede a Düsseldorf e l’Ucraina hanno una stretta collaborazione. Rheinmetall è il più importante alleato del settore privato del paese nel settore degli armamenti.
Jonas Janssen su Frankfurter Allgemeine
La guerra non è solo armi e proiettili. Il direttore di Les Echos , Nicolas Barré, passa in rassegna i più interessanti articoli della settimana scorsa: riprende l’intervista dell’AD e DG di Leonardo con Anne Bauer. Nell’intervista, Roberto Cingolani spiega perché la guerra non è più solo una questione di armi e proiettili, sottolinea la necessità di una digitalizzazione massiva della difesa europea in risposta alle lezioni apprese dal conflitto in Ucraina, sostiene la necessità di una maggiore integrazione dei progetti di difesa europei, come l’unificazione dei programmi per l’avionica del futuro, e promuove la cooperazione industriale come stimolo per i governi verso una maggiore collaborazione.
su LESECHOS.FR
Fincantieri. Fincantieri si prepara per un aumento di capitale fino a 500 milioni di euro, essenziale per l’acquisizione dell’ex Wass da Leonardo, con l’assemblea dei soci che ha dato il via libera per la ricapitalizzazione e un successivo raggruppamento azionario. La Consob dovrebbe approvare il prospetto informativo sull’aumento di capitale entro fine mese, permettendo al consiglio di amministrazione di fissare i termini definitivi, incluso il prezzo di emissione delle azioni scontato sul Terp. L’operazione finanziaria mira a rafforzare la posizione di Fincantieri nel settore subacqueo, con l’obiettivo di diventare leader nel mercato globale, valutato in 400 miliardi di euro, e di espandersi in regioni strategiche come il Sud-Est asiatico, il Mar Nero e il Medio Oriente.
Celestina Dominelli su Sole 24 Ore
Nuova gelata sugli ordini Boeing. Boeing ha ricevuto ordini per soli quattro aerei a maggio, nessuno dei quali per il suo modello 737 Max, che ha subito un incidente a gennaio, mentre la concorrente Airbus ha ottenuto ordini netti per 15 velivoli nello stesso periodo. La situazione degli ordini di Boeing è ulteriormente aggravata dalla cancellazione di un ordine da parte di Aerolineas Argentinas, con un impatto negativo sulle quotazioni dell’azienda, che ha visto un calo del 30% da inizio anno e rischia di perdere il suo rating investment grade. Nonostante le speranze di Boeing in una ripresa degli ordini in vista del Farnborough International Airshow di luglio, il mercato rimane scettico.
su Sole 24 Ore
Boeing apre alla concorrenza sulla navetta per lo spazio. La navetta Starliner di Boeing, lanciata con quattro anni di ritardo rispetto a SpaceX, rappresenta una nuova alternativa per la NASA per il trasporto di astronauti, nonostante i suoi costi più elevati e i ritardi nello sviluppo. SpaceX, fondata da Elon Musk con l’obiettivo di ridurre i costi dei lanci spaziali, domina il mercato dei lanciatori e dei servizi satellitari, avendo effettuato un numero record di lanci e servendo una vasta gamma di clienti, inclusi concorrenti nel settore. Il successo di SpaceX e il suo ruolo centrale nell’economia dello spazio sono ulteriormente rafforzati dalla crescita esponenziale del mercato dei servizi satellitari e dalla sua capacità di lanciare satelliti a costi significativamente ridotti rispetto alle industrie tradizionali e ai concorrenti.
Patrizia Caraveo su Sole 24 Ore
Controllo di Atos. David Layani, fondatore di Onepoint, è stato scelto da Atos, insieme a Walter Butler e Econocom, per guidare il piano di ristrutturazione del gruppo informatico in difficoltà, preferendo la sua offerta a quella del miliardario Daniel Kretinsky. Layani, che aveva iniziato a prepararsi due anni prima, è diventato azionista di riferimento di Atos con il 21% del capitale e, dopo una procedura di salvataggio accelerata, diventerà il CEO dell’azienda. Nonostante le sfide e lo scetticismo iniziale, Layani ha dimostrato la sua tenacia e la sua capacità di navigare nel mondo degli affari, passando da un passato nel poker a un ruolo di primo piano nel capitalismo francese.
Lucas Mediavilla su Figaro
Lezioni dall’Ucraina. L’esercito francese sta pianificando esercitazioni in Romania per testare la resistenza e l’adattabilità dei suoi posti di comando (PC) alle moderne minacce come i droni e gli attacchi cyber, con un’enfasi sulla mobilità e la dissimulazione per proteggere i PC dalle rilevazioni e dagli attacchi nemici. Ispirandosi alle tattiche ucraine, l’esercito francese sta esplorando l’uso di tecnologie come Starlink per comunicazioni flessibili e sicure, e sta valutando nuovi modelli operativi per i PC, inclusa la riduzione delle loro dimensioni e l’uso di applicazioni per la gestione delle operazioni. La strategia di adattamento dell’esercito francese include anche la responsabilizzazione del comando, promuovendo la cultura del risultato e la decentralizzazione delle decisioni, in risposta alla crescente complessità del campo di battaglia e all’evoluzione delle società democratiche.
Nicolas Barotte su Figaro
Dopo i droni, i robot killer. L’Ucraina sta implementando robot da combattimento sul campo per ridurre il rischio per i soldati umani, rispondendo all’uso di droni e alla superiorità numerica delle forze nemiche. I robot terrestri, come il “Rys” Lynx, sono controllati a distanza e possono svolgere diverse funzioni, inclusa l’evacuazione dei feriti e il supporto offensivo. Mentre la guerra si evolve con l’uso crescente di tecnologie autonome e droni, emergono questioni etiche e strategiche sull’automazione del campo di battaglia e sul ruolo dell’intelligenza artificiale, con un dibattito in corso sulla regolamentazione internazionale e l’efficacia di tali sistemi.
Cyrille Louis su Figaro
De Gaulle, il braccio armato della Nato. Il gruppo aeronavale francese, con il portaerei Charles de Gaulle, è tornato a Toulon dopo una missione di 35 giorni in Mediterraneo, durante la quale è stato per la prima volta sotto il comando operativo della NATO. Il gruppo ha partecipato all’esercizio navale italiano Mare Aperto, mirato alla gestione dell’escalation e alla preparazione per un conflitto di alta intensità, dimostrando la capacità di interazione con tutti i comandi NATO e rafforzando il messaggio di deterrenza verso la Russia. L’esercizio ha coinvolto oltre 9000 militari di 22 paesi e ha enfatizzato l’importanza della standardizzazione delle procedure e della capacità di inviare messaggi chiari senza innescare un’escalation, preparando le marine alleate a gestire meglio i rischi in caso di conflitto.
Nicolas Barotte su Figaro
Ursula guarda Meloni per il bis. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea uscente, sta cercando supporto per la sua rielezione e vede in Giorgia Meloni e i suoi europarlamentari alleati potenziali, nonostante le complessità politiche all’interno del gruppo ECR. Meloni mira a ottenere posti di rilievo per l’Italia nella nuova Commissione, come una vicepresidenza con deleghe importanti e il controllo di portafogli come Difesa, Concorrenza, Commercio o Energia. Tra i nomi italiani in lizza per ruoli chiave ci sono l’ambasciatrice Elisabetta Belloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, mentre si ipotizza anche un possibile secondo mandato per Roberta Metsola alla presidenza del Parlamento Europeo.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera
Cloud di Stato. Il governo italiano ha ridimensionato gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) relativi al progetto del Cloud nazionale, con l’obiettivo di settembre 2024 ora rivisto al ribasso, richiedendo che 100 enti pubblici migrino almeno un servizio al Polo Strategico Nazionale (PSN), anziché tutti i servizi. Il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, conferma che sono in corso oltre 230 migrazioni da parte di enti centrali, ASL e aziende ospedaliere, e che il governo sta lavorando per risolvere le criticità emerse, incluso il contenzioso con Fastweb-Aruba, che ha portato a un risarcimento di 5,9 milioni di euro. Butti sottolinea l’impegno del governo nel mantenere i finanziamenti del PNRR al sicuro e nel cercare una soluzione per il risarcimento del danno causato da errori del precedente governo, come la bocciatura della gara che ha decretato l’assegnazione del Psn alla cordata Tim-Cdp-LeonardoSogei, con la possibilità di una definizione transattiva del contenzioso civile.
Carmine Fotina su Sole 24 Ore
Bus, Regione contro governo. Una delegazione del gruppo cinese CCIG, specializzato in mobilità green, ha visitato la sede bolognese di Industria Italiana Autobus (IIA), mentre si discuteva al ministero delle Imprese e del Made in Italy l’offerta di acquisizione da parte di una cordata bolognese, che non è stata considerata sostenibile per il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali. L’assessore regionale al Lavoro dell’Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, ha espresso forte dissenso verso il percorso di acquisizione proposto dal gruppo Seri Industrial e ha richiesto un incontro plenario per valutare soluzioni industriali idonee a garantire il futuro di IIA e la salvaguardia dei posti di lavoro. Colla ha inoltre sottolineato la necessità di evitare il rischio che i fondi del Pnrr vengano dirottati su soggetti con produzione e commercializzazione all’estero, in riferimento all’interessamento di gruppi cinesi per IIA.
Alessandra Testa su Corriere di Bologna
Drone solare. Il team Icarus del Politecnico di Torino ha presentato il progetto Ra, mirato a sviluppare il primo drone solare italiano con una missione approvata dall’ENAC, durante un evento pubblico con la partecipazione dell’astronauta Maurizio Cheli. Diversi gli interventi durante la presentazione, tra cui quello di Luca Bedon, Head Research and Technology di Avio AeroIl. Il prototipo iniziale, Amelia, ha già effettuato un volo inaugurale dimostrando la fattibilità del progetto, e ora il team punta a raggiungere un’autonomia di oltre 10 ore per il futuro velivolo, Record Aircraft 2.0, la cui costruzione è prevista per l’autunno 2024. L’evento ha visto il contributo di esperti in propulsione aerospaziale elettrica e il sostegno istituzionale del Politecnico, enfatizzando l’importanza della collaborazione multidisciplinare e del supporto aziendale nella formazione e nella ricerca.
Loredana Polito su Giornale del Piemonte e della Liguria
ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO
Cina e asset russi al centro del G7. Il G7 sta discutendo l’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare un sostegno da 50 miliardi di dollari all’Ucraina, con gli USA che propongono di usarli come garanzia per un prestito, mentre l’UE vorrebbe utilizzare gli interessi per acquistare armi per Kiev. Il vertice affronta anche temi come le sanzioni secondarie contro la Russia, che potrebbero impattare le imprese europee, e le tensioni tra USA e Cina, con l’America pronta a sanzionare Pechino per il suo sostegno a Mosca, mentre l’UE esita a causa dei legami economici. Inoltre, il G7 discute la sovraccapacità dell’economia cinese e la sicurezza economica, con gli USA e il Giappone preoccupati per la concorrenza sleale e l’UE che valuta dazi sulle auto elettriche cinesi, in un contesto di misure di sicurezza rafforzate per il vertice a Borgo Egnazia.
Beda Romano su Sole 24 Ore
Pichetto atomico, governo nucleare. Il governo Meloni, attraverso il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato l’inclusione dell’energia nucleare nel Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) definitivo, considerandola essenziale per raggiungere gli obiettivi energetici e di decarbonizzazione dell’Italia. Pichetto Fratin sostiene che il mix energetico attuale non è sufficiente per soddisfare la proiezione di consumo di energia elettrica del 2050, e propone l’adozione di reattori nucleari di nuova generazione, come gli Small modular reactor (Smr) e gli Advanced modular reactor (Adr), per integrare le fonti rinnovabili. Il passaggio al nucleare sarà supportato da un adeguamento del quadro giuridico-regolamentare e dalla decisione dell’Unione europea di classificare l’energia nucleare come sostenibile nella sua tassonomia verde, permettendo così la remunerazione degli impianti nucleari similmente alle rinnovabili.
Luciano Capone su Foglio
Ferma la gigafactory delle batterie Stellantis. Stellantis ha sospeso il progetto della Gigafactory di Termoli, bloccando la trattativa sindacale per il trasferimento degli addetti e rimandando la discussione a fine anno, suscitando la protesta dei sindacati in attesa dell’avvio dei lavori e della chiusura dell’accordo per un investimento di oltre 2 miliardi di euro e 2.000 posti di lavoro. La joint venture ACC, composta da Stellantis, Total Energies e Mercedes Benz, ha deciso di rivedere la tecnologia dell’impianto per la produzione di batterie, optando per una soluzione più economica e mettendo il progetto in attesa a causa del mercato delle auto elettriche stagnante, creando tensioni con i sindacati e il governo per i fondi del Pnrr coinvolti. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, esprime preoccupazione per le modifiche al progetto e convoca un tavolo di discussione, mentre Stellantis conferma l’impegno nello stabilimento di Termoli per la produzione di motori endotermici e lo sviluppo di nuovi modelli ibridi.
Diego Longhin su Repubblica
Dazi. La Commissione europea sta preparando l’imposizione di dazi sulle auto elettriche cinesi, in risposta ai sussidi statali che permettono alle aziende cinesi di esportare a prezzi di dumping, rischiando così di innescare una guerra commerciale con la Cina, che ha minacciato ritorsioni sui prodotti agroalimentari e alcolici europei. La Cina ha tempo fino a novembre per negoziare un’intesa amichevole, mentre l’UE segue l’esempio degli Stati Uniti che hanno già aumentato i dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi. Questa mossa dell’UE mira a proteggere il Green Deal e a rafforzare la competitività dell’industria europea, in linea con le azioni già intraprese per altri prodotti come l’acciaio e i pannelli solari.
Emanuele Bonini su Stampa
Ita-Lufthansa ultimo miglio. La Commissione europea sta per esprimere il suo parere informale sulla trattativa tra ITA Airways e Lufthansa, con una decisione attesa entro la prima settimana di luglio, mentre i sindacati discutono con i vertici di ITA su temi come il rinnovo del contratto collettivo nazionale e l’acquisizione del 41% di ITA da parte di Lufthansa per 325 milioni di euro. ITA ha registrato un aumento del 36% dei ricavi nei primi cinque mesi del 2024 rispetto al 2023, con una crescita dell’Ebit e progetti di espansione della flotta e nuove rotte, come Roma-Bangkok, e sta negoziando con Bruxelles su questioni come i collegamenti con l’America del Nord e la concorrenza in alcune rotte europee. Sindacati e dirigenti di ITA sono ottimisti sui risultati finanziari e sulla stagione estiva in arrivo, ma sottolineano l’importanza di un esito positivo dalla Commissione europea per il futuro della compagnia e per i benefici dei cittadini.
Giorgio Pogliotti su Sole 24 Ore
Fondi Usa per il nucleare pulito dell’Eni. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha erogato un primo finanziamento pubblico di 15 milioni di dollari alla joint venture tra Eni e il MIT, Commonwealth Fusion Systems (CFS), per il loro progetto di fusione nucleare a confinamento magnetico. Questo finanziamento fa parte del programma Milestone del DOE, che eroga fondi in base al raggiungimento di obiettivi prestabiliti, e si inserisce in un contesto più ampio di finanziamenti privati, con CFS che ha già accumulato 1,8 miliardi di dollari per il prototipo Sparc, previsto per il 2026. Il piano a lungo termine di CFS mira alla costruzione di 10.000 centrali Arc nei prossimi 20 anni, con una stima di costi di 500 milioni di dollari per Sparc e 1,5 miliardi per la prima centrale commerciale Arc.
Angela Zoppo su Mf
Cassaforte. Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, ha registrato un flusso di dividendi pari a 890 milioni di euro nel 2023, in crescita del 23% rispetto all’anno precedente, grazie alla redditività e alla crescita di valore delle sue partecipazioni in aziende come EssilorLuxottica, Generali, Mediobanca, Unicredit e Covivio. Il valore di mercato delle partecipazioni di Delfin è aumentato del 50% in due anni, raggiungendo i 40 miliardi di euro, sostenuto dalla performance delle aziende in portafoglio e dalla visione del fondatore Leonardo Del Vecchio, con la prospettiva che i dividendi superino il miliardo di euro nel 2024. Nonostante non sia stato divulgato l’utile netto di Delfin, si stima che possa essere oltre 700-750 milioni di euro, con la possibilità di una distribuzione di dividendi straordinari tra gli otto soci, a condizione che raggiungano un accordo unanime.
Daniela Polizzi su Corriere della Sera
POLITICA & CRONACA DAL MONDO
Francia, asse a destra contro Macron. I Repubblicani in Francia hanno annunciato una sorprendente alleanza con Marine Le Pen per le elezioni legislative, sfidando il presidente Macron, il quale ha dichiarato che non si dimetterà anche in caso di sconfitta. La politica francese è in uno stato di grande agitazione, con scioglimento dell’Assemblea nazionale e manifestazioni contro il Rassemblement National, mentre Macron insiste sulla correttezza della sua decisione di indire elezioni anticipate. I sondaggi prevedono un forte vantaggio per il Rassemblement National, con la sinistra e la maggioranza macronista in ritardo, e il presidente Macron si prepara ad affrontare importanti appuntamenti internazionali, tra cui il G7 in Puglia.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera
Gollisti con Le Pen. Dopo il successo del Rassemblement National alle elezioni europee, il presidente dei Républicains, Eric Ciotti, ha annunciato un’alleanza con il partito di Marine Le Pen per le imminenti elezioni, segnando una svolta storica nella politica francese e rompendo il tradizionale “cordone sanitario” attorno all’ex Front National. Questa alleanza ha causato divisioni all’interno dei Républicains, con alcuni membri che si oppongono fermamente alla collaborazione con l’estrema destra e altri che sostengono la mossa come una strategia per contrastare la maggioranza di Emmanuel Macron. La nuova coalizione tra i Républicains e il Rassemblement National potrebbe ottenere la maggioranza assoluta necessaria per governare, mentre la sinistra si unisce in un nuovo Fronte Popolare e la destra estrema considera Zemmour un ostacolo alla sua “normalizzazione” verso il potere.
Anais Ginori su Repubblica
Ursula alla prova franchi tiratori. Ursula von der Leyen, presidente uscente della Commissione europea e candidata del PPE per un secondo mandato, è impegnata in trattative per assicurarsi la riconferma prima dai leader UE e poi dal Parlamento europeo. I numeri sembrano essere dalla sua parte, con il sostegno dei popolari, socialisti e liberali che potrebbero garantirle oltre 400 voti, superando la maggioranza richiesta di 361 voti, e con leader come Tusk e Mitsotakis che conducono le trattative. Tuttavia, la sfida rimane nel convincere la maggioranza e gestire la presenza di franchi tiratori, oltre a negoziare le diverse posizioni all’interno del PPE e le altre cariche UE in gioco, mantenendo l’unità del partito e rispondendo alle diverse esigenze dei Paesi membri.
Francesca Basso su Corriere della Sera
Tajani: Le Pen? Lontana dal Ppe. Antonio Tajani, leader di Forza Italia (FI), mira a espandere il partito e a posizionarlo come forza centrale nel centrodestra e nel Partito Popolare Europeo (PPE), aspirando a diventare un punto di riferimento per gli italiani e per un’ampia coalizione politica. FI, che ha superato il 10% alle elezioni europee, punta a crescere ulteriormente lavorando per l’Italia e per un governo europeo che possa includere Popolari, Liberali e Conservatori, escludendo però un’alleanza con partiti come quello di Marine Le Pen. Tajani, con la sua esperienza internazionale, intende continuare a influenzare la politica europea e italiana, mantenendo FI come un attore chiave sia a livello nazionale che europeo.
Paola di Caro su Corriere della Sera
Meloni e Le Pen. Giorgia Meloni sta considerando di ritardare l’approvazione del prossimo presidente della Commissione europea fino alle elezioni legislative in Francia, sperando in una vittoria di Marine Le Pen per rafforzare la posizione dei Conservatori e influenzare la politica dell’UE. Meloni ha avuto contatti con Le Pen per coordinare una strategia e sta valutando se accontentarsi di un accordo con Ursula von der Leyen o cercare un’alternativa che possa spostare l’equilibrio politico a destra. Questa manovra rischiosa potrebbe lasciare l’Unione Europea senza una guida chiara durante un periodo internazionale critico, con il potenziale di ridurre il potere di veto italiano se Macron dovesse vincere o limitare l’ascesa di Le Pen.
Tommaso Ciriaco su Repubblica
Salvini da Le Pen. Matteo Salvini, leader della Lega, si prepara a incontrare i rappresentanti delle destre europee, tra cui Marine Le Pen, e insiste affinché Giorgia Meloni rifiuti alleanze con socialisti ed ecofanatici, nonostante la necessità di Meloni di dialogare con partner politici diversi. Salvini evoca l’eredità di Berlusconi e considera una possibile alleanza con i gruppi di Identità e democrazia (Id) e Conservatori e Riformisti europei (Ecr), mentre all’interno della Lega cresce la tensione dopo le critiche a Umberto Bossi e la possibile espulsione di membri critici come Paolo Grimoldi. Nel frattempo, la Lega cerca di rafforzare la sua posizione a Bruxelles, mentre Salvini e Le Pen si preparano a un incontro chiave per discutere il futuro della destra europea.
Emanuele Lauria su Repubblica
Europa a rischio paralisi. La possibile vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen nelle elezioni politiche francesi potrebbe causare una paralisi nel processo di integrazione europea, con Bruxelles e le istituzioni comunitarie già in allarme. Un governo antieuropeo in Francia, in coabitazione con il presidente Emmanuel Macron, potrebbe portare a un blocco nell’avanzamento dell’Unione Europea, minando la storica alleanza franco-tedesca e influenzando negativamente il confronto con la Russia. La situazione politica interna in Francia mostra una destra reazionaria in crescita e un’opposizione divisa, con il rischio che l’attesa di un cambiamento politico possa essere un costo troppo alto sia per i francesi sia per l’intera Europa.
Claudio Tito su Repubblica
Agli europei la difesa aerea di Kiev. Durante la prima giornata della Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina a Berlino, sono stati discussi l’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare l’Ucraina, con l’UE che ha annunciato lo sblocco di 1,5 miliardi di euro e il G7 che potrebbe approvare prestiti garantiti dai proventi futuri di tali beni. Il presidente ucraino Zelensky ha enfatizzato l’importanza di una difesa aerea robusta per contrastare l’avanzata russa, ringraziando la Germania e l’Italia per i sistemi di difesa antimissile promessi e alludendo a una nuova decisione non ancora divulgata. Alcuni parlamentari tedeschi hanno proposto un’alleanza di Paesi per la difesa aerea dell’Ucraina, mentre partiti estremisti tedeschi hanno boicottato il discorso di Zelensky al Bundestag, rifiutando gli aiuti militari a Kiev.
Paolo Mastrolilli su Repubblica
Bundestag. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto al parlamento tedesco, chiedendo ulteriore sostegno militare e finanziario, in particolare nuove batterie antiaeree, nonostante le contestazioni dei partiti di estrema destra e di sinistra. Zelensky ha enfatizzato la necessità di unità europea contro la Russia e ha dichiarato che non ci sono attualmente prospettive per colloqui di pace con Mosca, mentre una conferenza di pace è prevista in Svizzera con la partecipazione di circa cento Paesi. La Germania ha promesso ulteriore sostegno, incluso l’invio di sistemi di difesa aerea, mentre l’Italia ha annunciato contributi per infrastrutture e altri settori in Ucraina per un totale di 140 milioni di euro.
Uski Audino su Stampa
Sfida russa nei Caraibi. Il sottomarino nucleare russo Kazan è stato avvistato nelle acque vicino a Miami, seguito da vicino dall’US Navy, in un periodo di alta tensione tra Mosca e Washington. La Russia ha condotto esercitazioni militari nell’Atlantico, inclusa una simulazione di attacco con armi missilistiche, mentre il portavoce della sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha sminuito la minaccia, affermando che non ci sono armi nucleari a bordo. Queste mosse russe, compresa la visita del Gorshkov all’Avana, sono viste come un tentativo di esercitare pressione sul vertice del G7 e sul supporto occidentale all’Ucraina, nonostante sembrino avere l’effetto contrario.
Gianluca R Feo su epubblica
Tregua, le condizioni di Hamas. Hamas ha posto nuove condizioni per una tregua, richiedendo il ritiro delle truppe israeliane dal valico di Rafah e dall’Asse Filadelfia, condizioni che Israele considera un rifiuto della proposta di cessate il fuoco. Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, sembra fare un calcolo politico cinico, credendo che più combattimenti e morti civili palestinesi possano essere vantaggiosi per Hamas, un atteggiamento che potrebbe ostacolare la tregua. La situazione rimane tesa mentre i negoziati continuano, con la comunità internazionale, inclusi gli Stati Uniti, che cercano di mediare un accordo, e la possibilità di un accordo unilaterale tra Hamas e gli Stati Uniti per il rilascio di ostaggi americani viene considerata come pressione su Israele.
Marta Serafini su Corriere della Sera
Biden Jr colpevole. Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è stato dichiarato colpevole di aver mentito sull’uso di droghe durante l’acquisto di una pistola nel 2018 e ora rischia fino a 25 anni di carcere. Il presidente Biden ha dichiarato di accettare il verdetto e non intende graziare suo figlio, mentre Hunter ha in programma di fare ricorso. La condanna arriva in un periodo politicamente carico, con l’ex presidente Trump che etichetta la famiglia Biden come criminale e le indagini che continuano su altre accuse contro Hunter, inclusa l’evasione fiscale, mentre il sistema giudiziario si prepara per ulteriori processi e la campagna elettorale si intensifica.
Viviana Mazza su Corriere della Sera
A processo per colpire il padre. Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, è stato incriminato per aver ottenuto una pistola mentre faceva uso di droghe, un’accusa che molti ritengono sia stata perseguita con particolare severità a causa della sua identità e del clima di forte contrapposizione politica tra repubblicani e democratici. I repubblicani hanno prima bloccato un patteggiamento che avrebbe evitato a Hunter la detenzione, poi hanno preso le distanze dalla sentenza temendo possa influenzare la politica sul controllo delle armi e desiderosi di concentrarsi su altre accuse contro di lui. La campagna di Trump e i suoi alleati continuano a sfruttare il caso per attaccare il presidente Biden, mentre alcuni repubblicani, come il senatore Lindsey Graham, criticano la sentenza come eccessiva e potenzialmente dannosa per la giustizia americana.
Massimo Gaggi su Corriere della Sera
POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA
Le due Italie. Il voto alle elezioni europee ha evidenziato una netta divisione tra le grandi città, dove il Partito Democratico (Pd) ha ottenuto la maggioranza, e le province, dove Fratelli d’Italia (FdI) ha trionfato, segnando un Paese diviso tra centri urbani e periferie. In particolare, FdI ha ottenuto risultati significativi in aree tradizionalmente conservatrici e ricche, come Viterbo e Vicenza, interpretando il senso di isolamento e la richiesta di riconoscimento delle periferie rispetto alle classi dirigenti percepite come distanti. Analisti e politici sottolineano la necessità per la sinistra di riconquistare questi territori e affrontare il malcontento che si esprime anche attraverso l’astensionismo, soprattutto nelle zone popolari dove il voto è più basso e dove il M5S ha perso terreno.
Concetto Vecchio su Repubblica
Campo allargato per vincere. Le recenti elezioni per il Parlamento Europeo hanno rafforzato le posizioni dei leader del Partito Democratico (Pd) e dei Fratelli d’Italia (FdI), con risultati che influenzano anche la politica nazionale, come dimostrato in Francia con la vittoria del Rassemblement National e in Italia dove FdI e Pd hanno ridotto le loro distanze. In Italia, FdI ha ottenuto oltre il 28% dei voti, mentre il Pd è salito poco sopra al 24%, con gli altri partiti, inclusi M5S, FI e Lega, che seguono a una distanza maggiore. La geografia elettorale mostra una divisione tradizionale tra Centro-Nord e Centro-Sud, con il Pd e i suoi alleati che mantengono un forte legame territoriale, mentre il Centro-Destra, guidato da Giorgia Meloni, prevale in diverse aree, specialmente quando il Centro-Sinistra non si presenta unito.
Ilvo Diamanti su Repubblica
Assedio a Salvini. All’interno della Lega, emergono tensioni e sfide alla leadership di Matteo Salvini, con il Veneto come epicentro della corsa alla segreteria, dove Roberto Marcato si candida per il congresso federale. Il partito mostra una frattura tra la visione nazionalista e quella del territorio, con risultati elettorali contrastanti tra le elezioni europee e le amministrative. Le polemiche interne si intensificano anche sulla possibile espulsione di Umberto Bossi, con Attilio Fontana che difende il fondatore, mentre altri membri del partito criticano la direzione attuale e suggeriscono un cambio di rotta.
Francesco S Moscatelli su tampa
Conte ha snaturato i Cinquestelle. Luigi Di Maio critica l’ex premier Giuseppe Conte, accusandolo di aver snaturato il Movimento 5 Stelle (M5S) rendendolo un partito chiuso e verticistico, modellato a sua immagine e somiglianza. Di Maio osserva che il M5S ha perso il suo primato in regioni chiave e nelle elezioni europee ha avuto una performance paragonabile a quella delle amministrative, mentre il Partito Democratico (Pd) ha saputo meglio interpretare la difesa dei diritti sociali. Infine, Di Maio suggerisce che il M5S dovrebbe rivedere la sua politica estera, in particolare riguardo all’Ucraina e alla NATO, e si concentra sul suo futuro personale, con l’imminente nascita del figlio e il desiderio di costruire una famiglia, pur continuando il suo mandato nelle istituzioni europee.
Niccolò Carratelli su Stampa
No a veti su Renzi e Calenda. Stefano Bonaccini, presidente del Partito Democratico e della Regione Emilia-Romagna, ribadisce il suo impegno nella politica italiana e critica il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata, ritenendolo un provvedimento vuoto e non condiviso. Bonaccini enfatizza l’importanza di una riforma condivisa e del pieno coinvolgimento del Parlamento, citando l’esempio positivo dell’Emilia-Romagna e sottolineando il bisogno di una forte cultura di governo nell’opposizione. Infine, rifiuta l’idea di veti su Renzi e Calenda, sostenendo la necessità di un’ampia coalizione che includa contributi diversi per costruire un’alternativa credibile alla destra.
Fabio Martini su Stampa
Commissario tecnico. L’Italia sta cercando di ottenere un ruolo di rilievo nella prossima Commissione Europea, mirando a un portafoglio importante, possibilmente con un vicepresidente, e sta considerando candidati come Roberto Cingolani per l’Industria della Difesa o Vittorio Colao per la transizione digitale. Tuttavia, vi sono preoccupazioni che un candidato politicamente troppo esposto possa essere respinto dall’Europarlamento, quindi è essenziale proporre un profilo con esperienza adeguata. Tra i possibili candidati figurano anche l’ex ministro dell’Economia Daniele Franco e altri ex ministri del governo Draghi, mentre si attendono ulteriori sviluppi e discussioni a Bruxelles.
Marco Bresolin su Stampa
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