Rassegna stampa 12 maggio

SICUREZZA

Crosetto: 2% solo se L’Ue cambierà le regole. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, sostiene che l’Italia non raggiungerà il 2% del PIL in spese militari richiesto dalla NATO senza cambiamenti nelle regole europee, poiché ciò richiederebbe tagli ad altri settori cruciali del bilancio. Sottolinea l’importanza di rafforzare la sicurezza nel Mediterraneo e di adeguare le leggi alle minacce attuali, come la presenza di sottomarini russi. Crosetto afferma che l’Occidente deve continuare a inviare armi all’Ucraina per impedire l’avanzata russa su Kiev e che le armi sono necessarie per mantenere la difesa ucraina fino a quando la diplomazia non porrà fine al conflitto. Inoltre, l’Italia è disposta a partecipare a una missione ONU per Gaza e a riconsiderare le regole d’ingaggio per la missione UNIFIL in Libano. Infine, Crosetto evidenzia la necessità di adattare le forze armate italiane a un mondo in rapido cambiamento, richiedendo più risorse e addestramento.
Beppe Boni su Giorno – Carlino – Nazione

Bei per la difesa. La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha deciso di espandere il finanziamento a progetti legati alla difesa e sicurezza, pur mantenendo il divieto di investire nella produzione di armi. La BEI ha aggiornato la definizione di beni e infrastrutture a duplice uso, militare e civile, e ha semplificato l’accesso ai finanziamenti per le PMI e le start-up innovative attraverso linee di credito gestite da banche nazionali e intermediari. La presidente della BEI, Nadia Calvino, ha sottolineato l’intensificazione del sostegno all’industria europea della sicurezza e della difesa per garantire la sicurezza dell’Europa. Inoltre, la BEI ha eliminato il requisito che i progetti a duplice uso dovessero generare oltre il 50% delle entrate dall’uso civile, permettendo ora anche il finanziamento di progetti utilizzati dalle forze armate o di polizia con applicazioni civili.
su Corriere della Sera

Fincantieri, non solo sottomarini. Le strategie di Fincantieri dopo l’acquisto di Wass nell’underwater: non solo sottomarini, ma anche droni per la difesa delle infrastrutture critiche, cavi che trasportano dati ed esplorazione dei fondali
Massimo Minella su Repubblica Genova

Fincantieri, subacquea strategica. «Lo shipbuilding è un’industria strategica, che dobbiamo valorizzare ancora di più. Avendo chiaro in mente qual è la nostra distintività. Due giorni fa abbiamo chiuso un accordo per acquisire da Leonardo Wass, storica azienda italiana che ci permetterà di rafforzarci ulteriormente nella subacquea – ha ricordato Folgiero -. Di fronte all’attuale scenario geopolitico è fondamentale difendere le infrastrutture critiche. E il Polo Nazionale della Dimensione Subaquea ha il ruolo di accelerare lo sviluppo delle soluzioni per il settore, in un’ottica duale. L’industria della subacquea vale a livello globale 400 miliardi di euro, di cui 100 solo di Difesa. Fincantieri vuole essere un leader globale in ambito subacqueo»
Laura Ivani su Secolo XIX

Green. Venerdì a Roma Emma Marcegaglia presiederà il B7, il forum delle imprese parallelo al G7 dei leader che si riunisce in Puglia tra un mese. Interverranno leader di grandi gruppi come Lany Fink di Blackrock, Jen-Hsun Huang di Nvidia o per l’Italia Claudio Descalzi di Eni e Roberto Cingolani di Leonardo.
Federico Fubini su Corriere della Sera

No a pacifismi infantili. Durante un convegno a Milano, gli ex ministri della Difesa Lorenzo Guerini e Roberta Pinotti, appartenenti all’ala moderata del Partito Democratico, hanno sottolineato la necessità di una politica di difesa europea matura e priva di ipocrisie, soprattutto in relazione al sostegno militare all’Ucraina. Hanno criticato le posizioni pacifiste, come quella del candidato alle europee Marco Tarquinio, sottolineando l’importanza di una deterrenza credibile e di investimenti in tecnologia difensiva. Pinotti ha evidenziato la necessità di considerare gli eurobond anche per la difesa, mentre Guerini ha ribadito che la discussione su armi offensive e difensive è irrilevante di fronte all’aggressione subita dall’Ucraina. Entrambi hanno messo in guardia contro il pacifismo e hanno sostenuto l’idea di una maggiore integrazione europea in materia di difesa.
Francesca del Vecchio su Stampa

Uk, una potenza militare preoccupata. L’ex Impero britannico, che amministrava un quarto dell’umanità alla vigilia della Grande Guerra, non ha rinunciato al suo status di principale forza armata del mondo. Gli sforzi legati ai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente hanno tuttavia evidenziato le sue debolezze e sollevato interrogativi sulle sue capacità.
Cécile Ducourtieux su Monde

IA energivora. Le aziende tecnologiche come Alphabet, Amazon e Microsoft stanno investendo massicciamente in data center per gestire i carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale (AI), con spese che si avvicinano a quelle delle industrie energetiche tradizionali. Questi data center richiedono enormi quantità di elettricità, tanto che il consumo combinato di queste aziende nel 2022 è stato paragonabile a quello della Colombia. L’industria tecnologica sta spingendo per l’uso di energia pulita e sta investendo direttamente in progetti di energia rinnovabile, come l’accordo tra Microsoft e Brookfield per costruire 10,5 GW di capacità rinnovabile. Inoltre, le aziende stanno esplorando soluzioni innovative per l’energia, come microreti, batterie, software avanzato e persino reattori nucleari modulari, per garantire un’alimentazione costante e sostenibile ai loro data center. Questi sforzi sono parte di una strategia più ampia per sostenere la crescente domanda di energia pulita e gestire in modo flessibile il consumo energetico dei data center.
su Economist

Forze armate arabe inefficaci. Quando gli equipaggi della difesa aerea araba hanno aiutato a respingere l’attacco missilistico dell’Iran contro Israele in aprile, hanno ricevuto molti elogi. Eppure gli Stati arabi non sono solitamente lodati per la loro abilità marziale; molti hanno una pessima reputazione militare. Sono stati ripetutamente umiliati nelle guerre con Israele. Si sono dimostrati inefficaci durante la guerra del Golfo del 1991; l’Egitto ha schierato due divisioni corazzate, ma l’America le ha rapidamente messe da parte quando hanno faticato a superare la pur limitata resistenza irachena. Altri Paesi del Golfo, come l’Arabia Saudita, hanno fornito solo una manciata di truppe. Più di recente, nonostante il considerevole sostegno militare americano, l’intervento a guida saudita nello Yemen si è trasformato in un pantano.
su Economist

Kuiper, l’alternativa a Elon Musk. Il terzo uomo più ricco del mondo, Elon Musk, è diventato una persona troppo importante per la geopolitica globale? Non è colpa di Tesla, la sua azienda di auto elettriche, che è il secondo produttore del settore dopo la cinese BYD. Nemmeno per i suoi social network La sua rete satellitare è leader mondiale ed è fondamentale nella difesa dell’Ucraina e degli Stati Uniti. La chiave della riluttanza degli Stati Uniti e di molti dei suoi alleati si trova in posizioni più vulnerabili, ad esempio ‘Starlink’ ha in orbita 6.350 dispositivi e vuole arrivare a 42.000. Intanto Taiwan cerca di creare una propria rete per prevenire l’invasione cinese.
Pablo Pardo su El Mundo

Scontro tra America e Cina nello spazio. La competizione spaziale tra Stati Uniti e Cina si intensifica con il lancio di satelliti spia da entrambe le nazioni, mirati al rafforzamento delle capacità di sorveglianza e spionaggio militare. La Cina, con oltre 400 satelliti lanciati negli ultimi due anni, sta sfidando il predominio americano, specialmente con il satellite Yaogan-41 che potrebbe monitorare l’Indo-Pacifico e minacciare le forze USA e alleate. Gli USA rispondono con un contratto da 1,8 miliardi di dollari con SpaceX per sviluppare una costellazione di satelliti che potrebbe fornire una copertura continua della Terra. Questa corsa allo spazio riflette una strategia dove il controllo e la sorveglianza spaziali diventano essenziali per la sicurezza nazionale e la guerra moderna, con implicazioni significative per il futuro della difesa e del conflitto globale.
Luca Miele su Avvenire

Tempesta solare. Una potente tempesta solare, la più intensa dal 2003, ha causato spettacolari aurore boreali visibili dal Polo Nord fino alla Cina e persino in Puglia. L’espulsione di materia ed energia dal Sole, classificata di grado G5, ha raggiunto il picco di effetti sulla Terra tra Russia, Cina e India, con potenziali rischi per le reti elettriche e i satelliti di telecomunicazione e geoposizionamento. Nonostante le preoccupazioni, non si sono verificate segnalazioni di danni alle infrastrutture moderne. L’evento è parte di un ciclo solare di circa 11 anni, caratterizzato da macchie solari e getti di materia che possono estendersi per milioni di chilometri. Le aurore, causate dall’interazione delle particelle solari con l’atmosfera terrestre, mostrano colori diversi a seconda degli elementi gassosi coinvolti, con l’ossigeno che produce il verde e l’azoto il blu, viola o rosa.
Leopoldo Benacchio su Sole 24 Ore

Università. Al Politecnico e all’Università Statale di Milano, gruppi studenteschi e centri sociali hanno piantato tende e sventolato una grande bandiera palestinese per protestare contro la collaborazione degli atenei con istituzioni israeliane, in segno di solidarietà con la Palestina e contro il genocidio a Gaza. La protesta, denominata “Acampada”, si collega a un movimento giovanile più ampio e include rivendicazioni contro l’aumento degli affitti per gli studenti. Gli attivisti chiedono alle università di interrompere i rapporti con le università israeliane e con aziende come Leonardo spa, accusate di essere coinvolte nello sviluppo di tecnologie militari. Nonostante la richiesta di un dialogo con le università, non è stato ancora richiesto un incontro formale con il rettore, suggerendo una possibile mancanza di interesse per un vero dialogo. Intanto, si prevede una riunione tra i rettori e il ministro dell’università e della ricerca per discutere la situazione
Marta Bravi su Giornale Milano

Autobus a Seri, i sindacati dicono no. Isindacati si schierano contro le notizie sul passaggio di proprietà di Industria Italiana Autobus al gruppo Seri arrivate dal ministero delle Imprese e del made in Italy. «La presunta chiusura dell’accordo tra gli attuali azionisti pubblici di IIA e il gruppo Seri per la cessione a quest’ultima dell’azienda produttrice di autobus insediata a Flumeri e Bologna ci lasciano interdetti, a fronte del fatto che era stato concordato un ulteriore incontro il prossimo 23 maggio al Mimit», scrivono Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm
su Corriere di Bologna

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Superbonus. Il Governo è alle prese con tensioni interne riguardanti la gestione del Superbonus, una misura di incentivi fiscali per la ristrutturazione edilizia. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha proposto di spalmare i crediti relativi al 2024 su dieci anni per contenere il deficit, ma il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si oppone a misure retroattive e chiede un coinvolgimento maggiore del suo partito, Forza Italia, nelle decisioni. Il Partito Democratico critica la maggioranza per il caos creato, mentre l’associazione dei costruttori, Ance, esprime una valutazione positiva sulla nuova norma, pur con riserve sulla retroattività.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Con me non si fa altro deficit. La linea è chiara: «Con me al Tesoro non si fa altro deficit». Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito la sua posizione di rigore fiscale, sottolineando che non ci saranno ulteriori deficit con lui al Tesoro e che è necessario un approccio graduale per disintossicare l’economia dall’effetto “droga” del Superbonus. Giorgetti ha affrontato la sfida di ridurre l’impatto del Superbonus sui conti pubblici senza danneggiare il settore edilizio, mentre si confronta con la possibilità che Eurostat possa rivedere il trattamento contabile dei bonus edilizi. L’obiettivo è di riportare l’indebitamento netto e il deficit sotto i limiti stabiliti, con la necessità di trovare coperture finanziarie adeguate per qualsiasi nuova spesa. Il ministro ha chiarito che non ci saranno nuovi deficit e che per spendere è necessario tagliare la spesa corrente o aumentare le tasse, mantenendo una linea di rigore anche in vista delle prossime elezioni europee
Mario Sensini su Corriere della Sera

I super dazi di Biden. Il presidente americano Joe Biden sta considerando l’introduzione di dazi significativamente più alti su prodotti cinesi come auto elettriche, batterie, pannelli solari e microchip, in una mossa che potrebbe anticipare le promesse protezionistiche di Donald Trump in vista delle elezioni. Queste tariffe, che potrebbero quadruplicare quelle esistenti, hanno un chiaro significato elettorale e mirano a proteggere l’industria americana dalla concorrenza cinese, che offre prodotti a prezzi competitivi e di qualità crescente. Sebbene al momento non ci siano auto elettriche cinesi vendute negli Stati Uniti a causa delle tariffe già in vigore, l’aumento dei dazi potrebbe influenzare il mercato globale e spingere l’Europa a considerare misure simili per proteggere i propri produttori. La Commissione europea sta già indagando sulle importazioni di auto elettriche cinesi e potrebbe decidere di aumentare le tariffe attuali, che sono del 10%.
Filippo Santelli su Repubblica

Giorgetti vede Vestager per Ita-Lufthansa. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, incontrerà la vicepresidente della Commissione Europea, Margrethe Vestager, a Bruxelles martedì per discutere l’accordo tra Ita Airways e Lufthansa. Recentemente, sono stati proposti impegni aggiuntivi per mitigare le preoccupazioni dell’antitrust UE, tra cui la cessione di slot a Milano-Linate e l’apertura di rotte verso l’Europa centrale. Inoltre, è stato suggerito un congelamento biennale dell’alleanza transatlantica da Fiumicino. L’UE ha iniziato un market test per valutare l’impatto di queste proposte sulla concorrenza aerea, con un verdetto previsto per il 14 luglio.
su Sole 24 Ore

Fs, sfida vinta. Nicoletta Giadrossi, presidente di Ferrovie dello Stato (FS) dal 2021, ha posto l’accento sulla sostenibilità, integrandola come principio guida in tutti i processi decisionali e operativi del gruppo. FS ha adottato misure per ridurre le disuguaglianze e promuovere la parità di genere, oltre a rafforzare la governance allineandosi volontariamente al Codice di Autodisciplina delle società quotate. L’azienda sta implementando l’intelligenza artificiale per migliorare la manutenzione predittiva e definisce il proprio ruolo come operatore sistemico di mobilità, puntando al rinnovo infrastrutturale e alla connettività territoriale.
Giovanni Maria De Francesco su Giornale

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Stallo. Hamas ha diffuso un video dell’ostaggio israeliano Nadav Popplewell, rapito il 17 ottobre, annunciando la sua morte in un raid israeliano. La situazione a Rafah è tesa, con sfollati che non possono tornare a causa delle macerie e dei combattimenti. Il primo ministro israeliano Netanyahu sta proponendo un piano per il controllo della Striscia di Gaza senza coinvolgere l’Autorità Palestinese, prevedendo un’amministrazione privata araba temporanea. I negoziati per una tregua sono fermi, e le delegazioni hanno lasciato l’Egitto senza accordi, mentre la Casa Bianca si oppone all’invasione di Rafah da parte di Israele.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Il voto Onu una frattura. L’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, ex Commissario UE, evidenzia una frattura tra i paesi europei all’ONU riguardo al voto sulla risoluzione che chiede l’adesione della Palestina, con l’Europa divisa tra sì, no e astenuti. Il voto, che ha visto una maggioranza a favore ma che sarà bloccato dal veto USA nel Consiglio di Sicurezza, segnala l’isolamento di Israele. Le divisioni europee riflettono differenti relazioni con Israele e atteggiamenti verso i palestinesi, influenzati da fattori storici e demografici. Questa situazione contrasta con l’unità europea sulla questione ucraina e mette in luce la difficoltà dell’UE di influenzare la politica mediorientale. Nelli Feroci sottolinea anche le crescenti tensioni tra Israele e USA, con possibili ripercussioni sul processo di pace in Medio Oriente
Marco Ventura su Messaggero

Putin e la terra bruciata. Kharkiv, la seconda città ucraina, sta vivendo momenti di intensa tensione con attacchi russi che alcuni abitanti affermano essere senza precedenti, persino peggiori dei primi giorni dell’invasione. Il ministero della Difesa russo sostiene di aver preso sei villaggi, mentre l’Ucraina afferma di aver respinto l’avanzata. Nonostante il governatore Oleh Sinegubov e il sindaco Ihor Terekhov assicurino che la situazione è sotto controllo, c’è incertezza sulla veridicità di queste affermazioni. Gli esperti militari, sia russi che americani, dubitano che la Russia abbia le forze necessarie per un’offensiva su larga scala, ma c’è il timore che Putin possa comunque tentare di prendere Kharkiv, rischiando di trasformarla in un “inferno in terra”, nonostante le probabilità di successo siano basse.
Anna Zafesova su Stampa

Mosca non ha la forza di sbaragliarci. Il governatore di Kharkiv, Oleh Syniehubov, afferma che nonostante l’intensificarsi degli attacchi russi, con bombardamenti su diversi insediamenti vicini al confine, la città non è in pericolo imminente di un attacco di terra. Syniehubov, in carica dal dicembre 2021, sottolinea che la situazione attuale è diversa rispetto all’invasione del 24 febbraio 2022, poiché ora la città ha più esperienza nella difesa e la Russia non dispone di forze sufficienti per un’occupazione. Nonostante le tattiche russe descritte come “barbariche”, che hanno causato la fuga di civili, il governatore è convinto che Kharkiv resisterà, anche per il suo valore simbolico per Putin. Le forze ucraine hanno respinto diversi tentativi di sfondamento e la regione si prepara ad accogliere e assistere ulteriori sfollati
Francesco Battistini su Corriere della Sera

Camporini: Karkiv un diversivo. ‘ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica italiana, Vincenzo Camporini, ha discusso la strategia di Putin nell’offensiva su Kharkiv, suggerendo che l’obiettivo sia riaffermare il controllo su territori rivendicati dalla Russia. Secondo il think tank ISW, l’attacco potrebbe essere un diversivo per concentrare le forze ucraine lì e attaccare altrove, come l’oblast di Sumy. Camporini è scettico su un coinvolgimento militare della Bielorussia e ritiene che gli aiuti militari occidentali, nonostante i ritardi, stiano raggiungendo l’Ucraina. Nonostante le difficoltà, Putin non avrebbe ridimensionato i suoi obiettivi politici, ma un controllo effettivo dell’Ucraina richiederebbe risorse che la Russia potrebbe non avere. Camporini esclude l’uso dell’arma nucleare da parte della Russia, ritenendolo irrazionale e controproducente.
Stefano Graziosi su La Verita’

Trump non vuole la Haley come vice. La possibile candidatura a vicepresidente di Nikki Haley, ex ambasciatrice USA all’ONU, per affiancare Donald Trump è stata rapidamente smentita dallo stesso Trump. Il sito Axios aveva rivelato che Haley era considerata per bilanciare Trump e attrarre l’elettorato moderato, ma Trump ha negato con un post su Truth. Nonostante la smentita, il nome di Haley persiste come possibile strategia per riconquistare una parte dell’elettorato repubblicano e sostenere la raccolta fondi. Tuttavia, le differenze politiche tra Haley e Trump rendono la loro alleanza improbabile, e Trump ha dimostrato di non essere incline a seguire consigli.
Massimo Basile su Repubblica

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Piantedosi. Piantedosi ha respinto le critiche sulla presunta mancanza di forze dell’ordine nelle città, sottolineando che le aggressioni agli agenti dimostrano il contrario. Ha inoltre annunciato un potenziamento del sistema delle espulsioni e ha difeso l’operato delle forze dell’ordine. Per quanto riguarda l’immigrazione, ha evidenziato l’importanza di un dialogo regionale nel Nord Africa e l’apertura imminente di centri in Albania. Infine, ha messo in luce l’impegno del governo nel prevenire infiltrazioni criminali nei meccanismi di spesa del Pnrr e nel valorizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha anche parlato degli sforzi per risolvere il caos passaporti, con risultati positivi e apprezzamenti da parte degli utenti e del settore turistico.
Manuela Perrone su Sole 24 Ore

Allarme corruzione. L’inchiesta evidenzia una crescente preoccupazione per la corruzione in Italia, con casi che si estendono dal Piemonte alla Sicilia e un costo stimato di 237 miliardi di euro all’anno, circa il 13% del PIL nazionale. Il governo attuale, guidato da Giorgia Meloni, è accusato di indebolire gli strumenti a disposizione dei magistrati per combattere la corruzione, attraverso proposte di riforma che includono l’abolizione dell’abuso d’ufficio e limitazioni all’uso di intercettazioni avanzate come i trojan. Nonostante ciò, le statistiche mostrano che le inchieste spesso portano a condanne, e l’Italia si posiziona al 42° posto su 180 nel Corruption Perception Index di Transparency International. Le nuove regole sugli appalti pubblici e le riforme in tema di giustizia sollevano ulteriori preoccupazioni tra i magistrati e gli esperti del settore.
Giuliano Foschini su Repubblica

Toghe intimidite, lotta ai corrotti impossibile. Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, esprime preoccupazione per le pressioni che potrebbero compromettere l’indipendenza della magistratura e rendere la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata più difficile. Cantone critica la proposta di separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, ritenendola inutile e potenzialmente dannosa per l’imparzialità della giustizia. Sottolinea l’importanza di una legge sul conflitto di interessi e la necessità di mantenere strumenti investigativi efficaci, come il trojan, per combattere la corruzione. Infine, avverte che indebolire le indagini sulla corruzione potrebbe avere ripercussioni negative anche sulla lotta alla mafia, come sottolineato dal procuratore nazionale Antimafia.
Liana Milella su Repubblica

Bucci, diamo da mangiare ai maiali. Il sindaco di Genova Marco Bucci, non indagato, è al centro di intercettazioni che sollevano sospetti su possibili pressioni e accordi riguardanti i fondi per la ricostruzione post-crollo del ponte Morandi. Bucci, paragonando la situazione a quando da bambino dava da mangiare ai maiali, discute con il presidente della Liguria Giovanni Toti di spartizioni portuali e del trasferimento di depositi chimici. Le intercettazioni suggeriscono che Bucci e Toti potrebbero aver favorito gli interessi dell’imprenditore Spinelli, che aveva contribuito alla campagna elettorale di Bucci, nel contesto del riassetto portuale e dell’utilizzo dei fondi Morandi.
Matteo Indice su Stampa

Crosetto: pm politicizzati stravolgono le leggi. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto esprime amarezza per l’intensità dello scontro politico e con la magistratura in Italia, che non ritiene correlato alla campagna elettorale. Crosetto critica la politizzazione della magistratura e suggerisce la necessità di regole chiare per evitare abusi. Afferma che, al termine del suo mandato, potrebbe ritirarsi a vita privata a causa del disprezzo per chi, a suo avviso, antepone interessi personali al servizio dello Stato. Crosetto commenta la situazione politica e rifiuta l’idea di un controllo politico sulla giustizia.
Federico Capurso su Stampa

Nordio cerca il dialogo ma l’Anm dice no. Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha cercato di rassicurare i magistrati sull’indipendenza della magistratura e sulla riforma del CSM durante il congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati a Palermo, sottolineando che nessuna riforma comprometterà l’autonomia giudiziaria. Tuttavia, i magistrati, rappresentati da Alessandra Maddalena e altri, rimangono scettici, temendo che la separazione delle carriere possa minare l’indipendenza della magistratura. Il governo, con il sostegno di FI, insiste sulla necessità di riforme per l’efficienza della giustizia, mentre l’opposizione, guidata da Elly Schlein, avverte contro una giustizia che potrebbe diventare troppo influenzata dal potere esecutivo.
Adriana Logroscino su Corriere della Sera

Meloni frena sulla separazione delle carriere. La riforma della giustizia, in particolare la separazione delle carriere, un punto chiave per Forza Italia, incontra ostacoli e ritardi nonostante le promesse iniziali del Guardasigilli Carlo Nordio. Il clima politico si surriscalda a seguito di tensioni tra politici e magistratura, e il governo sembra voler evitare ulteriori conflitti. Forza Italia insiste sull’importanza della riforma, ma il calendario fitto del governo e le dinamiche della campagna elettorale rendono incerto il futuro di queste riforme.
Emanuele Lauria su Repubblica

Duello in tv: o tutti o nessuno. ll Movimento 5 Stelle, guidato da Giuseppe Conte, ha accusato la Rai di violare la par condicio per aver organizzato un confronto televisivo tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, escludendo altri partiti. La polemica si accende mentre si avvicina il dibattito del 23 maggio, con la preoccupazione che tale evento possa influenzare in modo indebito le elezioni europee, in un contesto di prevista bassa affluenza alle urne. La Rai è sotto osservazione da parte dell’Agcom, che dovrà valutare la conformità alla normativa sulla parità di trattamento tra i partiti. Alcuni suggeriscono un dibattito inclusivo di tutte le forze politiche, ma né Meloni né Schlein sembrano favorevoli, preferendo una polarizzazione che potrebbe giovare alle loro posizioni.
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera

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