Rassegna stampa 14 giugno

SICUREZZA

Da Knds a Rheinmetall? Solo pochi mesi fa, Leonardo ha annunciato il suo ingresso nel circolo della cooperazione europea in materia di difesa. L’azienda, che è partner dell’Eurofighter, ora vuole diventare un attore importante anche nei sistemi terrestri, in particolare nei carri armati. Ma ora le trattative corrispondenti con il produttore di carri armati franco-tedesco KNDS sono fallite. Entrambe le società hanno annunciato questa settimana di aver interrotto le discussioni sulla formazione di una partnership. Non riuscivano a mettersi d’accordo sulla questione di quale parte del lavoro dovesse essere lasciata agli italiani. Alla base c’è l’ordine del governo italiano per 132 carri armati principali Leopard 2A8 e 140 veicoli di supporto, tra cui carri armati ingegneri e posaponti, un ordine del valore di 8,2 miliardi di euro fino al 2037. Ma fallito il tentativo di formare un’alleanza italo-tedesca con KNDS entra in gioco Rheinmetall?
Christian Schubert su Frankfurter Allgemeine

Rottura. Al vertice del G7 in Puglia, Giorgia Meloni è attualmente sotto i riflettori come ospite dei principali capi di Stato e di governo. I grandi attori mondiali di tutto il mondo chiedono la cooperazione internazionale, soprattutto nelle questioni relative agli armamenti che sono diventate così importanti. Vogliono almeno coordinare meglio le spese e gli ordini e avviare programmi comuni per non costruire due volte. Ma quanto sia difficile realizzare questi nobili obiettivi nella realtà della politica europea degli armamenti lo si vede ora anche nella costruzione dei carri armati. L’Italia deve sostituire il suo inventario ormai obsoleto e quest’anno ha ordinato non meno di 132 Leopard al produttore franco-tedesco KNDS. Come al solito, quando si spendono miliardi in questo modo, i produttori locali dovrebbero ricevere una parte del lavoro in modo che il denaro delle tasse vada a beneficio anche del paese acquirente. Ma ora KNDS e il produttore italiano Leonardo hanno litigato così tanto che hanno interrotto le trattative su un’alleanza.
Christian Schubert su Frankfurter Allgemeine

Elicotteri, contratto da 600 milioni per NHI (Airbus-Leonardo-Fokker). Commessa Nato da oltre 600 milioni di euro ((648,18 milioni di dollari) per il consorzio NHIndustries, joint venture tra Airbus Helicopters, Leonardo e Fokker Aerostructures. Di questi, rivelano fonti vicino all’operazione, circa 300 milioni andranno al gruppo italiano guidato da Roberto Cingolani. La NATO Helicopter Management Agency (NAHEMA) e NHIndustries (NHI) hanno firmato un contratto per lo sviluppo e la fornitura della versione software 3 (SWR3) per l’elicottero NH90, il più grande programma elicotteristico europeo volto a soddisfare le esigenze per una risorsa versatile in grado di eccellere nelle operazioni terrestri e navali. NAHEMA è responsabile della gestione e del supporto del programma per elicotteri NH90 per conto delle nazioni NATO. NHIndustries (NHI) è una joint venture formata da Airbus Helicopters, Leonardo Helicopters e Fokker Aerostructures, e si dedica alla progettazione, produzione e supporto dell’elicottero NH90.
_su finanza.repubblica.it, su finanza.stampa.it, su su flightglobal.com, su janes.com, su verticalmag.com, su reuters.com, su milanofinanza.com _

Boeing, nuovo caos 787. Boeing affronta un’altra sfida con il suo 787 Dreamliner, dopo aver rilevato che centinaia di fissaggi sono stati montati in modo scorretto sulle fusoliere di alcuni aerei non ancora consegnati. Questo errore di montaggio, che interessa circa 900 elementi per aereo, si aggiunge ai precedenti problemi di produzione che hanno colpito il gigante aeronautico americano. Nonostante non vi sia un rischio immediato per la sicurezza dei voli, l’azienda sta indagando sulle cause del difetto e valuterà se saranno necessarie ulteriori lavorazioni. Intanto, la notizia ha causato una reazione negativa in borsa, con un calo delle azioni di Boeing.
su Sole 24 Ore

Boeing e Airbus, troppa esternalizzazione?. Quindici anni dopo aver esternalizzato in modo significativo la produzione dei loro aerei, Airbus e Boeing stanno considerando di riportare in-house alcune attività a seguito di problemi di qualità, come quelli riscontrati con l’equipaggiamento prodotto da Spirit Aerosystems. Durante il Paris Air Forum, esperti del settore hanno discusso le ragioni dell’esternalizzazione e la possibile inversione di tendenza. Boeing ha annunciato l’intenzione di riacquistare Spirit Aerosystems, mentre Airbus ha già iniziato a reintegrare le attività aerostrutturali con la creazione di Airbus Atlantic e Airbus Aerostructures GmbH. Embraer, al contrario, ha mantenuto molte competenze interne pur collaborando con Safran in joint venture. Infine, la gestione della supply chain globale rimane una sfida, con particolare attenzione alla resilienza dei flussi logistici e all’impatto ambientale
Florine Galéron su Tribune

Alla ricerca degli F-16. Durante il G7 in Giappone, l’Ucraina di Zelensky ricevette la promessa di F-16 per rafforzare la sua difesa aerea, dando vita alla cosiddetta “coalizione dei jet”. Nonostante l’impegno di vari paesi, gli aerei non sono ancora stati consegnati a causa della lunga durata dell’addestramento richiesto per i piloti ucraini e della limitata disponibilità di basi per la formazione. Alcuni paesi hanno espresso la disponibilità a permettere l’uso degli F-16 anche per attacchi contro bersagli in territorio russo, mentre altri, come il Belgio, si sono opposti. Gli Stati Uniti rimangono scettici sull’impatto degli F-16 nel conflitto, e nonostante l’addestramento in corso, il processo è lento e l’Ucraina sente la pressione del tempo contro di sé.
Micol Flammini su Foglio

Thierry Breton, non credo vedremo un esercito europeo nella nostra vita. Il Commissario europeo Thierry Breton, durante il Paris Air Forum 2024, ha escluso la possibilità di vedere un’esercito europeo nel corso della nostra vita, sottolineando che la difesa rimane una prerogativa degli Stati membri, pur promuovendo la cooperazione nelle industrie della difesa. Ha inoltre discusso del rafforzamento della difesa europea, citando l’aumento della produzione di munizioni e l’adozione del Fondo europeo di difesa, e ha sostenuto l’iniziativa della Prima ministra estoniana per un fondo di 100 miliardi di euro per la difesa. Infine, Breton ha parlato della necessità di una maggiore integrazione europea in termini di inter-operabilità e infrastrutture condivise, e ha menzionato la finalizzazione del progetto della Constellation Irise, nonché l’importanza della sovranità spaziale europea e delle regole sull’uso dell’intelligenza artificiale.
Maxime Heuzé su Tribune

L’Europa produrrà nel 2025 tante munizioni quante ne produce la Russia. Il Commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton, ha annunciato al Paris Air Forum un significativo aumento della produzione europea di munizioni, con l’obiettivo di raggiungere una capacità produttiva pari a quella della Russia entro il 2025. Breton ha attribuito questo incremento al Fondo europeo di difesa, che ha stimolato la ricerca e lo sviluppo nel settore della difesa, incluso il finanziamento di carri armati, missili e cyberdifesa. La produzione di obus è raddoppiata in meno di un anno, raggiungendo un milione di unità all’anno nel gennaio 2024, con l’obiettivo di arrivare a 2,5 milioni nel 2025. In risposta alla crescente minaccia russa, alcuni paesi europei, come l’Estonia, hanno chiesto ulteriori finanziamenti per la difesa, proponendo la creazione di un fondo europeo da 100 miliardi di euro, una richiesta sostenuta anche da Breton
Maxime Heuze su Tribune

IA fonte di vulnerabilità. Patrice Caine, CEO di Thales, ha discusso le sfide e le opportunità dell’intelligenza artificiale (IA) al Paris Air Forum, sottolineando l’importanza della collaborazione tra uomo e macchina sia in ambito militare che civile. Ha evidenziato l’uso dell’IA nella tecnologia militare, come nei sistemi di mira degli aerei da combattimento, e nel controllo del traffico aereo civile per ottimizzare le rotte e ridurre le emissioni di CO2. Caine ha anche messo in guardia contro le vulnerabilità dell’IA, rivelando che Thales si esercita nell’hacking dei sistemi IA per rafforzare la sicurezza. Infine, ha espresso la necessità di un maggiore coinvolimento degli stati democratici nella regolamentazione dell’IA, pur riconoscendo che altre tecnologie emergenti, come il quantistico, potrebbero avere un impatto ancora maggiore.
Coline Vazquez su Tribune

Il dopo Ariane 6. Josef Aschbacher, direttore generale dell’ESA, ha annunciato che l’agenzia sta già lavorando al successore di Ariane 6, il nuovo lanciatore pesante europeo previsto dopo il 2030. Il primo volo di Ariane 6 è fissato per il 9 luglio e sarà cruciale per garantire l’accesso indipendente dell’Europa allo spazio. Aschbacher sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale e l’obiettivo di aumentare l’autonomia strategica europea, pur riconoscendo la necessità di collaborare con partner come gli Stati Uniti. L’ESA affronta anche la sfida dei mini-lanceur e punta a decisioni chiave nella conferenza ministeriale del 2025. Infine, Aschbacher discute la relazione con la Commissione europea, enfatizzando la necessità di una collaborazione a lungo termine per il successo dei programmi spaziali dell’UE.
Michel Cabirol su Tribune

Francesi a decollo verticale. Latécoère, azienda aeronautica di Tolosa, si lancia nel mercato dei VTOL (aeromobili a decollo e atterraggio verticale) firmando un contratto con EVE, controllata di Embraer, per essere il fornitore esclusivo delle porte di un nuovo VTOL elettrico. Questo ingresso nel settore rappresenta una novità per il sotto-traitant aéronautique, che si riprende dopo una fase di riorganizzazione. Il progetto EVE, che ha già preordini per circa 3.000 modelli, si avvale della catena di fornitura esistente e punta a un aereo con quattro posti passeggeri e uno per il pilota. Latécoère, impegnata in una produzione carbon-neutral delle porte, svilupperà il progetto a Tolosa e produrrà in Messico, mirando alla consegna dei primi modelli nell’estate del 2025 e all’entrata in servizio del VTOL nel 2026.
Pierrick Merlet su Tribune

Kiev più vicina alla Nato. Durante il G7 in Italia, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno firmato l’Ukraine Bilateral Security Agreement, rafforzando il sostegno americano all’Ucraina e delineando un percorso per l’ingresso di Kiev nella NATO. Biden ha annunciato nuove sanzioni contro chiunque supporti lo sforzo bellico russo e ha criticato la Cina per il suo aiuto a Mosca. L’accordo, della durata di dieci anni, prevede aiuti militari e finanziari all’Ucraina, inclusi 50 miliardi di dollari ottenuti dai beni russi congelati, e promette una stretta collaborazione per la difesa, anche se non equivale all’Articolo 5 della NATO. Biden ha ribadito che l’uso delle armi americane dovrebbe limitarsi a obiettivi vicini al confine ucraino e ha respinto l’idea di attacchi diretti a Mosca, nonostante la pressione di Zelensky.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Suoni per stanare i russi. Il sommergibile italiano Scirè, uno degli otto della Marina militare, sorveglia il Mediterraneo per intercettare le unità russe, sfruttando i suoni per identificare e tracciare le navi. L’equipaggio, altamente addestrato nell’ascolto, utilizza un potente sonar per distinguere i diversi tipi di imbarcazioni e movimenti sottomarini. La missione di sorveglianza è resa più critica dal ridimensionamento della presenza americana, spingendo l’Italia a intensificare il controllo sulle acque territoriali. Il sommergibile, dotato anche di armamenti come mine e siluri, privilegia la tattica di rimanere non rilevato, agendo come un “fantasma” sotto la superficie del mare
Nicola Pinna su Messaggero

La macchina da guerra della IA. Un programma IA chiamato Lavender è stato utilizzato per generare elenchi di obiettivi, inclusi civili, basandosi su dati di intelligence e tollerando un tasso di errore del 10%. Questo ha portato a un elevato numero di vittime civili e alla distruzione di intere aree residenziali. È l’uso controverso dell’intelligenza artificiale (IA) da parte dell’esercito israeliano nel conflitto con Hamas a Gaza a far discutere. Viene sollevata la questione se tali tattiche possano essere considerate genocidio o crimini di guerra. Altri paesi, come gli Stati Uniti e l’Ucraina, hanno utilizzato sistemi simili, ma con maggiore cautela. L’uso dell’IA in contesti militari richiede un’attenta valutazione etica e legale, e la pressione e il desiderio di vendetta possono portare a conseguenze strategiche e morali disastrose.
Almerico Bartoli su The Post Internazionale-TPI

Guerra intelligente. La guerra moderna è sempre più caratterizzata dall’uso di tecnologie avanzate come droni e sistemi di intelligenza artificiale (IA) che possono operare autonomamente, riducendo il ruolo umano nelle operazioni militari. Questo sviluppo, evidente in conflitti come quello in Ucraina, solleva preoccupazioni etiche e legali, poiché la velocità e l’autonomia delle macchine potrebbero superare la capacità di reazione umana. Esperti e ricercatori suggeriscono la necessità di regolamentazioni per prevenire l’uso incontrollato di armi autonome, ma finora gli Stati Uniti e la Russia si sono opposti a un bando completo. Invece, una dichiarazione politica promossa da Washington mira a un uso responsabile dell’IA in ambito militare, senza tuttavia vietare le armi più pericolose. La crescente dipendenza dalle macchine in guerra rischia di portare a conflitti in cui gli umani potrebbero non essere in grado di intervenire efficacemente per porre fine alle ostilità.
Giulio Alibrandi su The Post Internazionale-TPI

Grottaglie. I lavoratori dello stabilimento Leonardo di Grottaglie hanno scioperato e manifestato, guidati dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, per chiedere risposte concrete e garantire un futuro lavorativo di fronte al rischio di blocco della produzione delle fusoliere della Boeing, che potrebbe lasciare circa 1250 dipendenti senza lavoro. La protesta, culminata in un tentativo di raggiungere l’aeroporto Arlotta durante un incontro del G7, mira a ottenere un impegno per la diversificazione delle attività e il pieno impiego dei lavoratori, con un appello alle istituzioni affinché supportino le richieste dei lavoratori.
Valentina Castellaneta su Gazzetta del Mezzogiorno

Autobus. I vertici di Seri Industrial hanno presentato al Mimit il piano industriale per la ristrutturazione di Industria italiana autobus, che include l’aggiornamento della gestione, la transizione da autobus a combustione interna a quelli elettrici, l’espansione nella produzione di planavi, collaborazioni internazionali e la tutela dei posti di lavoro. Il piano mira a modernizzare l’azienda e a renderla competitiva nel mercato globale dei trasporti.
su Sole 24 Ore

Autobus 2. L’Industria Italiana Autobus (IIA) è al centro di una complessa trattativa per il suo rilancio, con il governo che attende miglioramenti al piano industriale proposto dalla cordata Gruppioni-Marchesini e Stirpe-Benedetto. Nel frattempo, il gruppo Seri Industrial ha esteso la sua offerta vincolante per sostituire Leonardo nell’azionariato di IIA, proponendo un piano che include il rinnovamento manageriale e la transizione verso la produzione di autobus elettrici. L’azienda ha inoltre espresso l’intenzione di concentrare ricerca e produzione a Bologna, mentre circolano voci che il governo potrebbe preferire Seri come azionista privato in alleanza con China city industrial group. I sindacati, tradizionalmente contrari a Seri, chiedono di valutare tutte le proposte e insieme alla Regione sollecitano il mantenimento di una forte presenza pubblica nell’azienda fino al suo effettivo rilancio.
su Corriere di Bologna

A Figliuolo la sicurezza del G7. Il generale Francesco Paolo Figliuolo guida un contingente di 2.200 militari per assicurare la sicurezza del vertice G7 a Borgo Egnazia, con un’operazione che vede l’impiego di tre task force per il controllo di terra, mare e spazi aerei. Le forze speciali sono pronte a intervenire in caso di crisi, turbative dell’ordine pubblico o attentati terroristici. Le operazioni sono suddivise tra la Brigata meccanizzata Pinerolo, la Brigata Marina San Marco e il Comando operazioni aerospospaziali, con il supporto di assetti navali, aerei e satellitari. Questa è la prima volta che il Comando operativo di vertice interforze (COVI) attiva il Joint operation center in un’operazione reale, dimostrando la capacità di gestire comunicazioni e sorveglianza in un evento di tale importanza
Maristella Massari su Gazzetta del Mezzogiorno

Nomine. Sul calare di legislatura, siccome le nomine sono triennali, il governo Meloni dovrà rifare il giro anche per le quattro aziende più grosse (Eni, Enel, Poste, Leonardo). È vero che è un termine talmente lontano per la miopia italiana, ma è pure vero che, a parametri invariati, chi oggi è al comando può pensare serenamente a continuare.
Carlo Tecce su Espresso

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Prezzo unico dell’energia. Il settore energetico europeo sollecita l’adozione di un prezzo unico per l’elettricità nell’UE e meccanismi fiscali omogenei per rafforzare la competitività globale e favorire una transizione verde equa e proporzionale alle capacità industriali. Filippo Girardi di Anie enfatizza l’importanza di una rete elettrica europea interconnessa e di standard tecnici uniformi, mentre Paolo Taglioli di Assoidroelettrica evidenzia l’incertezza causata dalle gare per le concessioni idroelettriche in Italia. Il Parlamento europeo ha approvato riforme che promuovono le energie rinnovabili, mentre il settore solare chiede una strategia che includa sia tecnologie innovative sia quelle collaudate. Infine, si sottolinea la necessità di una politica energetica unitaria per affrontare la crisi energetica e mantenere la competitività europea.
Sara Deganello su Sole 24 Ore

Bankitalia, crescita 0,6 ma rischio frenate. La Banca d’Italia ha confermato le stime di crescita economica per l’Italia, prevedendo un aumento del Prodotto Interno Lordo (PIL) dello 0,6% nel 2024, dello 0,9% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026. Tuttavia, lo scenario è afflitto da rischi al ribasso, dovuti principalmente all’incertezza geopolitica e alle tensioni sui mercati internazionali. L’inflazione è prevista all’1,1% nel 2024 e a poco più dell’1,5% nei due anni successivi. Gli investimenti, in particolare nel settore edilizio, potrebbero subire una marcata contrazione a causa della riduzione degli incentivi e delle condizioni di finanziamento restrittive. Le proiezioni non tengono conto dell’ultima stima Istat che, se inclusa, potrebbe portare a una revisione al rialzo dello 0,1% per la crescita nel 2024
Carlo Marroni su Sole 24 Ore

Un milione di poveri in meno dal reddito di cittadinanza. Il governo italiano ha riconosciuto che il Reddito di Cittadinanza, introdotto nell’aprile 2019 e poi abolito dal governo Meloni, ha aiutato circa un milione di persone all’anno a uscire dalla povertà assoluta. Il Reddito di Cittadinanza è stato sostituito da due nuovi sussidi, l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro, ma mancano ancora dettagli su questi nuovi aiuti. La commissione povertà del ministero del Lavoro ha suggerito di adeguare l’ISEE all’inflazione, dopo aver criticato alcuni aspetti del Reddito di Cittadinanza che non copriva adeguatamente tutti i poveri assoluti. Il rapporto evidenzia anche che le politiche attive per l’inserimento lavorativo non hanno funzionato efficacemente
Valentina Conte su Repubblica

Bce coraggiosa, con i tassi bassi riparte il risiko. Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco BPM, durante un evento organizzato da La Stampa, ha discusso le prospettive economiche italiane ed europee, sottolineando la crescita economica dell’Italia e la stabilità governativa che favorisce la pianificazione a lungo termine. Ha elogiato la BCE per il suo coraggio nel ridurre i tassi prima della Federal Reserve e ha previsto che, nonostante un attuale focus sullo sviluppo interno, le banche potrebbero tornare a considerare fusioni e acquisizioni in futuro. Castagna ha inoltre enfatizzato l’importanza di una traiettoria seria per la riduzione del debito pubblico e ha discusso il ruolo della Fondazione Crt nell’azionariato di Banco BPM, riconoscendo il valore aggiunto al territorio. Infine, ha sottolineato la necessità di un’ulteriore integrazione europea, in particolare per quanto riguarda l’unione bancaria e il mercato unico dei capitali
Fabrizio Goria su Stampa

Risponderemo. Il Cremlino ha dichiarato che risponderà alle sanzioni statunitensi che hanno colpito la Borsa di Mosca, mirate a limitare ulteriormente le attività di import-export della Russia. La Banca Centrale di Russia ha cercato di rassicurare risparmiatori e imprese sulla stabilità dei mercati e sulla sicurezza dei depositi in valuta, nonostante il rublo sia ora scambiato solo sui mercati secondari. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha annunciato che la Russia sta preparando contromisure adeguate. Intanto, la Banca Centrale ha iniziato a quotare il rublo fuori Borsa, mostrando un inaspettato rafforzamento della valuta russa. Le sanzioni hanno portato a un aumento della volatilità e delle differenze tra i prezzi di acquisto e vendita di dollari ed euro, con possibili ripercussioni sull’inflazione e sui consumatori russi.
Antonella Scott su Sole 24 Ore

La Cina ricorre contro i dazi. La Cina sta valutando di presentare un reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) in risposta ai nuovi dazi imposti dall’Unione Europea sui veicoli elettrici cinesi. L’UE ha fissato dazi compensativi variabili dal 17,4% al 38,1% per i produttori cinesi come BYD, Geely e Saic, a seguito di indagini che hanno rivelato sussidi pubblici ingiusti ai produttori cinesi. He Yadong, portavoce del Ministero del Commercio cinese, ha dichiarato che la Cina adotterà tutte le misure necessarie per proteggere i diritti delle sue imprese. I nuovi dazi, che si aggiungono a quelli già esistenti, entreranno in vigore il 5 luglio, con la possibilità per le aziende cinesi di commentare i calcoli dei dazi prima della loro applicazione definitiva. La Commissione UE pubblicherà un regolamento dettagliato entro il 4 luglio 2024, mentre si cercano vie di mezzo per mantenere una concorrenza leale senza chiudere il mercato europeo ai veicoli elettrici cines
Rita Fatiguso su Sole 24 Ore

La vendetta di Pechino su auto formaggi e vino. La Cina sta pianificando ritorsioni commerciali contro prodotti europei come auto, formaggi e vino, in risposta ai nuovi dazi UE sulle auto elettriche cinesi, che hanno causato una significativa perdita di valore di mercato per i produttori europei. Le misure europee, destinate a proteggere i produttori locali, hanno paradossalmente danneggiato le loro quotazioni in borsa, mentre alcune aziende cinesi e Tesla hanno guadagnato. La Francia e la Germania sono i principali bersagli delle contromisure cinesi, che mirano a pressionare Bruxelles a cambiare rotta. La Cina sta anche cercando di aggirare i dazi europei investendo direttamente in Europa, come dimostra il potenziale investimento della Dongfeng in Italia, mentre il premier cinese Li Qiang visita l’Australia per discutere di commercio
Federico Fubini su Corriere della Sera

Sanzioni russe, Unicredit vince. La Corte d’Appello inglese ha annullato una sentenza sfavorevole a Unicredit, sostenendo che la banca italiana non doveva pagare le lettere di credito a compagnie aeree russe a causa delle sanzioni imposte dopo l’invasione dell’Ucraina. Il caso riguardava circa 68 milioni di dollari in lettere di credito, inizialmente emesse da Sberbank e confermate da Unicredit, legate a contratti tra società di leasing irlandesi e compagnie aeree russe. Un tribunale di Londra aveva in precedenza deciso che Unicredit doveva effettuare i pagamenti, ma la Corte d’Appello ha ribaltato tale decisione, affermando che le sanzioni impedivano alla banca di fornire fondi per beni soggetti a restrizioni. Questo verdetto rappresenta un successo legale per Unicredit, che ha affrontato diverse dispute simili legate alle sanzioni contro la Russi
Luca Gualtieri su Mf

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Si al prestito da 50 miliardi. I leader del G7 hanno raggiunto un accordo per utilizzare i profitti derivanti dagli asset russi congelati per sostenere l’Ucraina, impegnandosi a fornire circa 50 miliardi di dollari entro la fine dell’anno. Questo finanziamento, che verrà erogato attraverso prestiti straordinari per accelerare le entrate, mira a supportare le esigenze militari, di bilancio e di ricostruzione dell’Ucraina. Gli asset russi rimarranno congelati fino a quando Mosca non porrà fine alla guerra e risarcirà i danni causati. Il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che sarà la Russia, e non i contribuenti europei, a pagare per i danni in Ucraina. Il summit del G7 si svolge in un periodo di turbolenza politica interna per molti dei paesi membri, ma l’accordo dimostra l’unità nel sostegno a Kyiv e nelle priorità di politica estera.
James Politi su Financial Times

Intesa sugli asset russi. Durante un incontro del G7 in Puglia, è stato rafforzato il sostegno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky con un nuovo prestito di 50 miliardi di dollari e un accordo bilaterale di sicurezza con gli USA. Nonostante l’accordo, permangono incertezze sui dettagli finanziari ancora da negoziare. L’intesa, che potrebbe fungere da ponte per l’adesione dell’Ucraina alla NATO, non prevede l’intervento di truppe americane in Ucraina ma supporto attraverso armi, munizioni e addestramento. Inoltre, sono state annunciate nuove sanzioni contro la Russia e una “flotta ombra” di petroliere che eludono l’embargo sul greggio russo, mentre si discute l’utilizzo delle riserve valutarie russe congelate come garanzia per il prestito all’Ucraina
Beda Romano su Sole 24 Ore

Accordo decennale. Gli Stati Uniti e l’Ucraina, rappresentati dai presidenti Joe Biden e Volodymyr Zelensky, hanno siglato un importante accordo bilaterale di sicurezza della durata di dieci anni, che Zelensky ha definito una “giornata storica”. L’accordo è visto come un ponte per l’Ucraina verso la NATO e prevede un impegno americano a lungo termine, incluso il sostegno militare e l’addestramento delle forze ucraine. Durante il G7, Biden ha delineato tre pilastri del sostegno a Kiev: l’accordo di sicurezza, un prestito di 50 miliardi di dollari garantiti dai profitti degli asset russi, e nuove sanzioni contro individui e aziende che supportano l’aggressione russa. La risposta russa alle azioni degli USA è stata definita come “molto dolorosa” per Bruxelles. Zelensky ha anche discusso con Xi Jinping, che ha promesso di non vendere armi alla Russia, mentre Biden ha ribadito il supporto americano all’Ucraina, indipendentemente dalle future elezioni presidenziali negli Stati Uniti
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Dare la caccia alla flotta fantasma di Mosca. L’ex primo ministro britannico David Cameron, ora ministro degli Esteri, ha dichiarato che il Regno Unito è impegnato a supportare l’Ucraina e a imporre sanzioni severe contro individui e aziende che sostengono la guerra russa, estendendo le misure punitive a livello globale. Ha sottolineato l’importanza di fermare la cosiddetta “flotta fantasma” che trasporta petrolio russo illegalmente e ha ribadito il diritto dell’Ucraina di difendersi, anche colpendo obiettivi oltre i propri confini. Cameron ha espresso soddisfazione per la collaborazione con la premier italiana Meloni e ha difeso la sua decisione di dimettersi dopo il referendum sulla Brexit, ritenendola ancora corretta. Nonostante la Brexit, ha enfatizzato il desiderio del Regno Unito di rimanere vicino e partner dell’UE, lavorando insieme su questioni come l’Ucraina.
Luigi Ippolito su Corriere della Sera

Uniti sui fondi russi. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden, in un’intervista rilasciata durante il G7, ha discusso l’unità dei Grandi sulla mobilitazione dei profitti dei beni sovrani russi a favore dell’Ucraina. Ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra alleati, con l’Italia che ha giocato un ruolo chiave nel raggiungere un accordo. Sullivan ha anche toccato temi come l’importanza dello screening degli investimenti stranieri e la necessità di tecnologie fidate, evidenziando le opportunità per gli investimenti americani in Italia. Infine, ha confermato l’impegno del G7 sulla salute delle donne e i diritti riproduttivi, e ha espresso un parere positivo sulla partecipazione del Papa al summit.
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Tensione Macron Meloni. Durante il G7, è emersa una tensione tra il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente italiana Giorgia Meloni a causa di una polemica sull’aborto, con Macron che ha espresso rammarico per la mancanza del tema nel documento finale, mentre Meloni ha criticato l’uso del summit per fare campagna elettorale. I leader hanno discusso anche di Medio Oriente, Africa e infrastrutture globali, e hanno raggiunto un accordo storico per fornire ulteriori 50 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina. La Russia ha reagito negativamente all’accordo, avvertendo di possibili crisi finanziarie. Il G7 ha anche visto la partecipazione di importanti figure dell’industria e della finanza, discutendo sinergie tra vari progetti di investimento globali. Infine, Papa Francesco è atteso al G7 per incontrare diversi leader mondiali e discutere di vari conflitti globali.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

L’ira della premier. Durante il G7 a Borgo Egnazia, si è verificato uno scontro politico tra la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, culminato in uno scambio di sguardi gelidi e un baciamano privo di calore. Macron ha espresso il suo disappunto per l’esclusione della questione dell’aborto dal documento finale del G7, un’azione che Meloni ha percepito come un tentativo di isolare l’Italia e danneggiare la sua immagine. L’incidente rischia di influenzare le trattative per le nomine di alto livello nell’UE, mentre la premier italiana si difende dalle accuse di aver manipolato il testo del summit. Nel frattempo, la cerimonia del G7 è stata caratterizzata dalla presenza dei paracadutisti della Folgore e dalla firma dei leader su un pannello con il logo dell’evento, con l’Air Force One di Joe Biden parcheggiato all’aeroporto di Brindisi.
Monica Guerzoni su Corriere della Sera

Il monito di Mattarella. Durante una cena di gala al Castello Svevo, il Presidente italiano Sergio Mattarella ha ospitato importanti leader mondiali, tra cui la Premier Giorgia Meloni, ma senza la presenza del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, assente per stanchezza dovuta alla campagna elettorale e a problemi familiari. Nel suo discorso, Mattarella ha toccato temi cruciali come la dignità delle persone, la condanna dell’attacco di Hamas contro Israele, la crisi in Ucraina e ha messo in guardia contro i neoimperialismi, sottolineando l’importanza dei valori condivisi dai Paesi del G7. Ha inoltre affrontato il dibattito sull’aborto, enfatizzando il rispetto dei diritti della persona. Il menu della cena includeva piatti italiani raffinati, accompagnati da selezionati vini locali
Monica Guerzoni su Corriere della Sera

G7 contro Bibi. Il G7 ha espresso toni duri nei confronti di Israele e dei coloni, sostenendo pienamente il piano di pace proposto dal presidente USA Joe Biden, che mira a un cessate il fuoco immediato a Gaza e alla fine del conflitto. Il comunicato finale enfatizza la necessità di rispettare il diritto internazionale e di evitare azioni unilaterali che pregiudichino la soluzione dei due Stati. Viene riconosciuta l’importanza di unire Gaza e la Cisgiordania sotto l’Autorità Palestinese e condannata la violenza dei coloni e il terrorismo. Il G7 supporta anche le operazioni di difesa marittima contro gli attacchi Houthi e incoraggia il rafforzamento della sicurezza in Cisgiordania per favorire la creazione di uno Stato palestinese
Ilario Lombardo su Stampa

Drone nel Mar Rosso. Gli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno condotto il loro primo attacco riuscito con un drone marino contro una nave commerciale nel Mar Rosso, aumentando la minaccia per le imbarcazioni nella regione. La nave colpita, la carrier a secco con bandiera liberiana Tutor, è stata attaccata vicino al porto di Hodeida, subendo danni significativi e perdendo il controllo. Questo attacco segna un’escalation nelle azioni degli Houthi, che mirano a dimostrare sostegno ai palestinesi di Gaza durante il conflitto con Israele. La sicurezza marittima è ora in allerta, con le compagnie di navigazione che si preparano a interruzioni delle consegne e alcune prenotano le spedizioni con mesi di anticipo, mentre i costi di spedizione aumentano a causa delle rotte alternative più lunghe. Nonostante una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per un cessate il fuoco, gli armatori dubitano che ciò influenzerà gli Houthi, che continuano a mirare a un impatto sull’economia globale
Robert Wright su Financial Times

La rete di Bollorè. In Francia il leader dei Repubblicani Eric Ciotti ha incontrato il magnate Vincent Bolloré, annunciando una storica alleanza con il Rassemblement National di Marine Le Pen. Bolloré, già sostenitore di Sarkozy e proprietario di influenti media, è visto come il promotore di un’unità delle destre in Francia. L’annuncio ha causato uno scisma all’interno dei Repubblicani, con Ciotti destituito e sostituito da Annie Genevard, ma lui rifiuta di accettare la decisione. A sinistra, intanto, si forma un’alleanza sotto il nome di Front Populaire, escludendo figure come Raphaël Glucksmann. Il presidente Macron, nonostante la sua popolarità a Parigi, si trova di fronte a un paese diviso e insofferente, mentre la politica francese sembra sempre più polarizzata e turbolenta.
Aldo Cazzullo su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Sanzioni dopo la rissa. La tensione politica in Italia è alta a seguito della decisione della destra di approvare riforme sul premierato e sull’autonomia, nonostante le violenze fisiche e verbali in Parlamento. L’opposizione di centrosinistra, composta da PD, M5S, Avs, e +Europa, si è unita per la prima volta in una protesta contro il governo, accusato di minare le basi democratiche della Costituzione. Durante i dibattiti, 11 deputati sono stati sospesi, tra cui Leonardo Donno del M5S, vittima di aggressioni. Le opposizioni hanno anche abbandonato l’aula in segno di protesta, mentre le forze centriste hanno scelto di non partecipare. La protesta si è estesa anche al Senato, dove le senatrici dell’opposizione hanno occupato i banchi del governo per bloccare il dibattito sulle riforme
Giovanna Vitale su Repubblica

Meloni furiosa con i suoi per la rissa. Una violenta rissa scoppiata alla Camera dei deputati in Italia ha attirato l’attenzione internazionale, con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, che si è infuriata per l’incidente avvenuto poco prima del G7 in Italia. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha definito l’evento un “harakiri” per l’immagine del paese. Dopo sei ore di dibattito, l’ufficio di presidenza ha proposto sanzioni per undici deputati, con l’opposizione che ha criticato la mancanza di distinzione tra provocatori e aggressori. Nel frattempo, al Senato, le senatrici hanno protestato contro una proposta di riforma sul premierato, occupando i banchi del governo. Le sanzioni sono state approvate grazie ai voti di Italia Viva e +Europa, mentre le altre opposizioni hanno espresso dissenso
Federico Capurso su Stampa

Non c’è serenità. Roberto Occhiuto, governatore della Calabria e vicesegretario di Forza Italia, critica l’attuale trattativa sulla legge dell’Autonomia differenziata, ritenendo che non ci sia la serenità necessaria per discuterla in quanto la percezione pubblica è quella di una legge divisiva. Sottolinea l’importanza di definire e finanziare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) prima di concedere autonomie su materie non coperte dai Lep, per evitare disparità tra le regioni. Occhiuto propone una valutazione dell’impatto delle intese sull’autonomia prima della loro attuazione e auspica che le riforme non diventino strumenti di lotta politica. Infine, ammette una responsabilità del suo partito nel non aver saputo comunicare efficacemente sul tema al Sud, dove il Partito Democratico ha utilizzato l’argomento come leva di contestazione
Alessandra Arachi su Corriere della Sera

L’ombra di Vannacci su Salvini. Il generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega con mezzo milione di preferenze alle Europee, è al centro delle discussioni interne al partito per la sua crescente influenza e ambizione politica. Vannacci, che potrebbe optare per il collegio Nord Ovest, lascerebbe spazio ad altri candidati in diverse circoscrizioni, rafforzando così la strategia di espansione nazionale della Lega. Il suo rapporto con Matteo Salvini è strategico, soprattutto dopo la difesa di Salvini nei confronti delle accuse a Vannacci di istigazione all’odio razziale. Tuttavia, sorgono dubbi sulla durata del tandem Salvini-Vannacci, con quest’ultimo che nega aspirazioni di leadership ma intende ampliare il suo seguito. Infine, alcuni membri della Lega sospettano che Vannacci stia preparando il terreno per un suo movimento politico attraverso il comitato “Il mondo al contrario”.
Federico Capurso su Stampa

Vannacci rischia il processo militare. Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega e generale, rischia un processo militare per presunta istigazione all’odio razziale, legata a passaggi del suo libro “Il mondo al contrario”. La procura militare aveva richiesto l’archiviazione, ma il giudice per le indagini preliminari ha fissato un’udienza per decidere se procedere con l’imputazione. Due associazioni hanno denunciato Vannacci, sostenendo che nel libro ci sarebbero frasi che potrebbero configurare il reato di istigazione all’odio. Il caso ha attirato l’attenzione anche della procura ordinaria di Roma per la stessa accusa. Matteo Salvini ha espresso solidarietà a Vannacci, sottolineando che i problemi sono iniziati da quando si è unito alla Lega.
Giuseppe Scarpa su Repubblica

Ho già dato. Francesco Rutelli, ex leader della Margherita, in un’intervista rilasciata in occasione del suo compleanno, esclude un suo ritorno in politica per federare il Terzo Polo, sottolineando che è il momento per una nuova generazione di prendere il testimone. Nonostante i numerosi inviti ricevuti, soprattutto dall’area della sua ex formazione politica, Rutelli preferisce dedicarsi a progetti che ama, come la formazione nel settore audiovisivo e la sostenibilità ambientale. Critica le politiche europee in materia di green economy, ritenendole eccessivamente regolamentate e poco competitive a livello globale. Infine, annuncia la pubblicazione di un libro sulle città e sull’immobilismo urbano, proponendo una visione di sviluppo basata su investimenti, tecnologie e integrazione
Paolo Festuccia su Stampa

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati