Rassegna stampa 17 aprile

SICUREZZA

L’Europa secondo Draghi. L’ex premier italiano Mario Draghi ha delineato in Belgio un piano di riforme ambiziose per l’Unione Europea, mirando a un’Europa più integrata e competitiva in risposta alle sfide globali attuali come i cambiamenti tecnologici e la competizione geopolitica. Sottolineando la necessità di rivedere le regole per gli investimenti e di promuovere una difesa integrata, sistemi energetici decarbonizzati e autonomi, e una leadership nell’innovazione digitale, il suo rapporto suggerisce dei cambiamenti nei settori industriali e nelle politiche economiche dell’UE. Ormai vicine le elezioni europee, Draghi è considerato una figura chiave per la futura leadership europea, con il suo rapporto sulla competitività commissionato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che sarà consegnato a giugno alla nuova Commissione. La visione di Draghi riceve riscontri positivi, indicando una strategia comunitaria per fronteggiare sfide come il protezionismo e la dipendenza da potenze esterne in settori vitali.
Monica Guerzoni su Corriere della Sera

I tre pilastri di Supermario. L’ex premier Mario Draghi ha delineato una ricetta economica incentrata su tre pilastri: favorire la nascita di colossi, investire su difesa e reti e qualificare i lavoratori. Spiega la necessità di creazione di colossi europei in settori chiave, investimenti in difesa e infrastrutture digitali e verdi, e la qualificazione dei lavoratori. Criticando l’austerità per aver danneggiato il consumo interno e la coesione sociale, preconizza una nuova competitività europea basata sulla cooperazione e il finanziamento congiunto. Enrico Letta proporrà un sistema per finanziare queste strategie, incluse le politiche di aiuti di Stato. Il piano di Draghi punta su un’erogazione centralizzata dei fondi per la difesa e su investimenti che possano essere supportati anche dal settore privato, con maggiore integrazione dei mercati finanziari europei. Infine, si sottolinea l’importanza di rafforzare le catene di approvvigionamento europee e formare una forza lavoro qualificata all’interno dell’UE, in una visione che coniuga liberalismo economico e keynesismo.
Giovanni Maria de Francesco su Giornale

Telespazio. Gabriele Pieralli è stato nominato nuovo amministratore delegato di Telespazio, azienda che gestisce il primo e più importante teleporto civile mondiale nel Fucino. Con una formazione in Ingegneria elettronica e specializzazione in telecomunicazioni, nonché un’esperienza come senior vice presidente in Leonardo, Pieralli è anche presidente del consiglio di Thales Alenia Space Italia. Pieralli succede a Luigi Pasquali come capo di Telespazio.
su Sole Messaggero e Centro L’Aquila Avezzano Sulmona

Borsa. Le aziende del settore della difesa hanno registrato notevoli guadagni in borsa quest’anno, con la tedesca Rheinmetall in testa allo Stoxx 600 con un aumento del 188%, seguita dall’italiana Leonardo e da altre importanti aziende. Gli analisti stanno alzando le previsioni di crescita per diverse società a causa dell’aumento della spesa per la difesa in Europa, in parte determinata da conflitti come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Indra ha visto il suo obiettivo di prezzo aggiornato dagli analisti che sono fiduciosi che l’azienda crescerà e rispetterà le previsioni sugli utili futuri. Gli esperti hanno alzato le aspettative anche per Thales e Leonardo, sulla base rispettivamente dei giorni investiti e delle proiezioni finanziarie. Infine, anche BAE Systems e Safran hanno registrato un aumento delle loro valutazioni, mentre Rheinmetall ha registrato uno spettacolare rialzo in borsa nonostante alcuni analisti abbiano ridotto le loro raccomandazioni sul suo valore.
su Expansión

Boeing. La Boeing ha affermato che i numerosi test di stress condotti sul 787 Dreamliner hanno confermato la sicurezza e la resistenza dei materiali compositi usati nell’aereo, senza segni di cedimento. L’ex ingegnere della Boeing, Sam Salehpour, ha sollevato dubbi sulla sicurezza del modello 787 e sulla cultura aziendale in merito alla sicurezza, testimoniando davanti a una sottocommissione del Senato americano. A seguito delle preoccupazioni espresse da Salehpour riguardo a presunte “scorciatoie” nella produzione, la FAA ha avviato un’indagine mentre Boeing ha smentito queste affermazioni. In passato, Boeing aveva risolto delle problematiche trovate nei giunti fusoliera introducendo una rivisitazione totale del processo produttivo e delle procedure di qualità. Nonostante i problemi precedenti, consegne dei 787 sono riprese nell’agosto 2022 dopo che la FAA ha dato l’autorizzazione.
Mara Monti su Sole 24 Ore

Grottaglie. Boeing ha ridotto il ritmo di ritiro delle fusoliere del 787 dallo stabilimento Leonardo di Grottaglie, portandolo a 5 al mese, con un accumulo di 40 fusoliere non consegnate. L’incertezza sul futuro dello stabilimento e la dipendenza da Boeing come unico cliente destano preoccupazione tra sindacati e lavoratori. La Fim, Fiom e Uilm sollecitano Leonardo a diversificare la produzione e a non dipendere esclusivamente dalle fusoliere, esplorando altre opportunità come gli aerotaxi a decollo verticale e gli elicotteri per la Marina inglese.
su Corriere del Mezzogiorno Puglia

La scuola dei Top Gun. L’International Flight Training School (IFTS) a Decimomannu è un centro di addestramento avanzato per piloti militari, gestito dall’Aeronautica Militare Italiana e dall’industria di difesa Leonardo. Il campus di elite è noto per le sue tecnologie all’avanguardia, in particolare il Ground Based Training System (GBTS), che consente agli allievi di allenarsi efficacemente a terra, riducendo così i costi e le ore di volo necessarie. La scuola, attiva dal 4 luglio del 2022, offre un’esperienza confortevole e completa, con strutture residenziali e per il tempo libero simili a quelle di un resort di lusso. L’IFTS può formare 80 corsisti all’anno, provenienti da Italia e altre nove nazioni, con una domanda in crescita, includendo anche gli Stati Uniti. Questo progetto sinergico, completamente italiano, non solo aumenta la capacità operativa dei piloti militari ma contribuisce anche all’economia locale, creando posti di lavoro e coinvolgendo imprese sarde nella costruzione delle strutture.
Andrea Massidda su Nuova Sardegna

Mbda da record. Mbda Italia, leader nel settore della difesa, sta vivendo una fase di crescita presso lo stabilimento del Fusaro a Bacoli, dove ha investito circa 80 milioni di euro in cinque anni di ristrutturazione per diventare un avanzato centro di ricerca, sviluppo e produzione di missili. Nel 2023, l’azienda ha ottenuto un significativo aumento della produzione e ha arricchito il team con 55 nuovi lavoratori, arrivando a 533 impiegati, con ulteriori 50 assunzioni previste per il 2024. L’azienda svolge un ruolo chiave nei programmi internazionali di difesa e ha assegnato ordini per oltre 30 milioni di euro a 76 aziende locali solo nell’anno corrente, avendo forti legami con il tessuto industriale e accademico della Campania. Infine, il managing director Giovanni Soccodato sottolinea l’importanza delle autorizzazioni celeri da parte delle autorità locali per permettere ulteriori espansioni dello stabilimento, che mira a raggiungere almeno 650 dipendenti.
Paolo Picone su Corriere del Mezzogiorno Campania

Crosetto. Il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha espresso preoccupazione per la sicurezza dei soldati italiani della missione Unifil in Libano e ha scritto all’ONU chiedendo una maggiore protezione. Nonostante la partecipazione sia ritenuta importante per la politica estera, preoccupano le possibili conseguenze di un’escalation tra Israele e Iran che potrebbero coinvolgere non intenzionalmente le truppe italiane. Crosetto ha precedentemente suggerito l’idea di un ritiro se l’ONU non garantisse adeguatamente la sicurezza, tuttavia tale ipotesi non è concreta. La tensione in Libano è alta e l’Italia è coinvolta nei dialoghi per stabilizzare la regione, ma qualsiasi modifica alla missione necessita dell’approvazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Francesco Olivo su Stampa

Chi non vuole la difesa europea. Il progetto di un esercito europeo, nonostante il supporto iniziale e le missioni condivise, è ostacolato da divergenze di interesse e politiche estere differenti tra gli Stati membri dell’UE. Benché esistano iniziative come l’Helsinki Headline Goal del 1999, che prevedeva una forza militare congiunta, e sondaggi che mostrano il favore degli italiani verso questa idea, l’effettiva realizzazione è complicata dalla mancanza di una visione comune dell’uso della forza. Le capacità militari e il bilancio di difesa europeo sono frammentati e mancano di coordinazione, e gli sforzi verso una standardizzazione di armamenti e la cooperazione industriale sono resi difficili dai grandi gruppi nazionali del settore, come Dassault, Krauss-Maffei e Leonardo. Inoltre, la difesa europea risulta ancora dipendente dall’ombrello della NATO e dalle decisioni degli Stati Uniti.
Fausto Biloslavo su Panorama

Senza scudo. L’Europa si trova in uno stato di vulnerabilità in materia di difesa antimissile, non avendo un sistema paragonabile all’Iron Dome israeliano. L’Italia particolarmente ha solo sei unità del sistema Samp-T, di cui due al momento non sono operativi, che non bastano a proteggere adeguatamente il territorio nazionale. In caso di attacco, l’Italia si affiderebbe alle difese aeree delle fregate Fremm, agli incrociatori con missili Aster 30 e ai voli degli F35 e degli Eurofighter, ma la copertura sarebbe comunque insufficiente. Nonostante la discussione in Parlamento, non si sono fatti passi significativi per risolvere queste lacune nella difesa aerea, un problema che affligge anche altri paesi europei.
Gian Micalessin su Giornale

Netanyahu ci ascolti. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha avuto un dialogo costruttivo con il suo omologo israeliano, Israel Katz, in merito agli sviluppi recenti tra Israele e Iran, nonché una possibile escalation del conflitto. Tajani ha trasmesso l’appello del G7 affinché Israele consolidi il successo politico e militare senza ulteriori azioni militari, mentre Katz ha ascoltato e promesso di comunicare la posizione italiana al primo ministro Netanyahu. La situazione rimane incerta, ma l’Italia spera che Israele consideri le richieste internazionali per evitare un conflitto più ampio. L’Italia, con una tradizione di dialogo e mediazione, si propone di giocare un ruolo, anche modesto, nel promuovere la pace e la sicurezza nella regione e potrebbe partecipare a future missioni di peacekeeping in appoggio a uno stabilizzato stato di Palestina.
Francesco Olivo su Stampa

Fronda anti Rutte. La successione per il ruolo di segretario generale della Nato, con l’uscita di Jens Stoltenberg a ottobre, vede come favorito il primo ministro olandese Mark Rutte, con il supporto di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia. Tuttavia, Klaus Iohannis, presidente della Romania, ha presentato la sua candidatura promuovendo maggiori investimenti nella difesa e sostenendo l’Ucraina. L’articolo solleva incertezze sulla candidatura di Rutte a causa di una fronda di paesi meno convinti, tra cui Ungheria, Romania, Slovacchia e Turchia, e della perplessità di alcune fasce del partito repubblicano americano, che preferiscono Iohannis. La situazione è complicata da questioni tecniche come il contributo al bilancio della Nato e da posizioni politiche, ad esempio nei confronti della Cina. Nonostante Rutte sia il favorito, il contesto politico interno alla Nato e il prossimo ambiente politico statunitense potrebbero influenzare l’esito della scelta del nuovo segretario generale.
Stefano Graziosi su La Verita’

Zelensky. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sollecitato maggiori aiuti dai paesi occidentali, in particolare dagli Stati Uniti, richiedendo sistemi di difesa antimissilistica per proteggere l’Ucraina dagli attacchi alle infrastrutture energetiche, parallelando la situazione con la difesa fornita a Israele contro i missili iraniani. Tuttavia, a Washington, la Camera è divisa sul pacchetto di aiuti militari proposto da Biden, con lo speaker repubblicano che vuole separare la votazione in questioni distinte: Ucraina, Israele, Taiwan, e sicurezza nazionale, incontrando opposizione sia da alcuni repubblicani sia da democratici esasperati dalla mancanza di progressi. La situazione è complicata ulteriormente da come verrà gestita la votazione finale al Senato. Nel frattempo, nuove sanzioni sono state annunciate dagli USA e Germania contro l’Iran, evidenziando l’urgenza con cui l’Occidente percepisce la situazione in Medio Oriente e le tensioni esistenti nella gestione delle crisi internazionali.
Roberto Festa su Il Fatto Quotidiano

Sapienza. All’Università La Sapienza di Roma si sono verificati scontri quando 300 studenti, supportati da docenti e personale universitario, hanno manifestato contro gli accordi di collaborazione con atenei israeliani, condannando le azioni della rettrice Antonella Polimeni, a cui si chiede di dimettersi dalla fondazione MedOr. Nell’intento di interrompere le discussioni del Senato accademico e dopo un tentativo di irruzione al commissariato, ci sono stati due arresti e alcuni feriti sia tra gli agenti che tra i manifestanti. Il partito politico Italia Viva ha criticato la manifestazione definendola violenta, mentre Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine e ai docenti colpiti, condannando la manifestazione come un atto di delinquenza. Nonostante la contestazione, l’università mantiene la collaborazione con entità accademiche palestinesi e israeliane, mentre l’escalation militare e la crisi umanitaria in Palestina suscitano dolore e orrore.
Marco Principini su Giorno – Carlino – Nazione

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Fmi. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ridotto le stime di crescita per l’Italia, prevedendo un Pil che si fermerà allo 0,7% nel 2025, sebbene meglio delle previsioni per la Germania. Nonostante la crisi energetica e le sfide create dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, una nuova recessione è stata evitata e l’inflazione è sotto controllo, ma l’outlook futuro per l’Europa è meno ottimistico, con un rallentamento della crescita economica. Mentre l’India e gli Stati Uniti stanno trainando la crescita globale, l’Europa affronta previsioni di crescita ridotte; in Italia, ad esempio, la crescita è tenuta frenata e si prevede un incremento della disoccupazione. In Europa, si spera nei tagli dei tassi per sostenere l’economia, mentre le preoccupazioni includono la situazione in Iran, che potrebbe influenzare i prezzi del petrolio, e i problemi economici della Cina, che potrebbero alimentare tensioni commerciali globali.
Massimo Gaggi su Corriere della Sera

Fmi. Secondo le previsioni del FMI, l’economia statunitense crescerà quest’anno al doppio del ritmo di qualsiasi altro paese del G7, con un tasso del 2,7%, evidenziando il suo dominio globale e influenzando le aspettative di riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Gli Stati Uniti guidano la crescita tra i paesi del G7, con il Canada a seguire al 1,2% e la Germania ultima con uno 0,2%, mentre il ruolo propulsivo dell’economia americana potrebbe portare la Fed a posticipare i tagli dei tassi previsti se l’inflazione persiste. In questo contesto di forti aspettative di crescita negli USA, altre banche centrali come la BCE e la Bank of England potrebbero ridurre prima i loro tassi, non affrontando lo stesso tipo di pressione inflazionistica a causa della domanda. A livello globale, l’attività economica si è dimostrata resiliente nonostante gli aumenti dei tassi per il controllo dell’inflazione, con una crescita mondiale prevista stabile al 3,2% per quest’anno e il prossimo, ma la proiezione per la crescita della Cina è stata ridotta al 4,6%.
Claire Jones su Financial Times

Def. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha espresso scetticismo sulla politica economica italiana, segnalando divergenze significative rispetto alle previsioni del governo italiano. Il deficit dell’anno scorso al 7,2% del PIL e l’approccio proposto dall’esecutivo per un risanamento lento del debito sono in contrasto con le raccomandazioni del FMI per un’azione più decisa. Il Documento di Economia e Finanza (DEF) italiano prevede una crescita economica più ottimistica rispetto alle stime del FMI, che prevede impatti negativi per la stretta sul Superbonus e valutazioni più pessimistiche sul debito pubblico. Queste differenze segnalano che i prossimi mesi vedranno negoziati tesi tra l’Italia e gli enti di regolamentazione europei e internazionali sul piano di riduzione del debito, con potenziali discussioni meno concilianti di quanto desiderato dal governo.
Federico Fubini su Corriere della Sera

G7 del clima. Il G7 Clima, Energia e Ambiente guidato dall’Italia si terrà a Venaria Reale il 29 e 30 aprile, mirando a fare da collegamento tra la COP28 di Dubai e la futura COP29 a Baku, Azerbaijan. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha evidenziato l’obiettivo del vertice, ovvero rendere pratici gli indirizzi emersi dalla COP28, coinvolgendo numerose delegazioni, incluso il G7 appena conclusosi e il prossimo G20 in Brasile. I lavori prevedono sessioni tecniche su clima, energia e ambiente, con un comunicato finale che sintetizzerà i risultati. L’Italia punta a chiudere le centrali a carbone entro il 2025 (esclusa la Sardegna) e ad affermare la sua indipendenza dal gas russo, pur esprimendo preoccupazione per le tensioni in Medio Oriente. Il ministro ha poi chiuso la questione di un possibile referendum sul nucleare in Italia, ritenendolo inappropriato, in quanto i referendum precedenti riguardavano una forma diversa di energia nucleare rispetto a quella attuale.
Celestina Dominelli su Sole 24 Ore

Stop agli automatismi del Superbonus. Le frodi connesse ai bonus edilizi in Italia hanno raggiunto un totale di 15 miliardi di euro, portando il governo a riconsiderare il sistema di erogazione degli incentivi fiscali. Le cessioni di Super Ace hanno visto frodi per 100 milioni su 518 milioni in credito di imposta, spingendo verso una maggiorazione dei controlli e la potenziale sostituzione di sconti fiscali automatici con contributi diretti. Il Mef mette in discussione la compatibilità degli sconti fiscali automatici con le regole UE e suggerisce una stretta sui crediti d’imposta a favore di metodi più monitorabili come i contributi diretti. Nel frattempo, i Comuni stanno aumentando i controlli sugli immobili che hanno usufruito dei bonus. Si prevede una revisione delle agevolazioni in scadenza nel 2024, tendendo verso limitazioni più stringenti e trasformazione dei crediti di imposta in contributi diretti.
Giovanni Parente su Sole 24 Ore

Pichetto ferma il Ponte. Il Ministero dell’Ambiente ha posto 239 richieste di chiarimento alla società incaricata del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, sollevando questioni sui costi, rischi quali tsunami, e normative ambientali. Tra queste, si richiede una maggiore analisi sul costo-beneficio e sugli impatti ambientali e paesaggistici. Oppositori del progetto lo definiscono inattuabile, mentre il Vicepremier Pichetto sostiene che la richiesta di integrazioni è normale per un progetto così grande. Il Ministero dell’Ambiente esprime dubbi sulla compatibilità del progetto con gli aggiornamenti normativi e sulle stime relative alla qualità dell’aria e all’impatto marino. Nonostante le critiche, sia il governo che la società si dicono tranquilli, con la società che ha promesso di fornire tutti i chiarimenti richiesti entro i termini legali.
Paolo Baroni su Stampa

Stop a Mirafiori. Stellantis annuncia una nuova fase di cassa integrazione per lo stabilimento di Mirafiori, che vedrà una fermata dal 22 aprile al 6 maggio, insieme all’approvazione dei conti e alla controversa remunerazione del CEO Carlos Tavares. Tavares incasserà 36,5 milioni di euro per il 2023, con 23,5 milioni di euro di stipendio base e incentivi, più 13 milioni di incentivi a lungo termine, il che ha sollevato critiche da parte dei sindacati che sottolineano come il suo stipendio equivalga a quello di mille operai. Nel contempo, la presenza cinese si fa sentire con Dongfeng che esplora la possibilità di produrre in Italia, nonostante il ritiro di altri produttori cinesi. Mentre si discute sulla remunerazione dei dirigenti, Stellantis vanta utili per 18,6 miliardi di euro e prevede la distribuzione di 4,7 miliardi di euro in dividendi.
Andrea Rinaldi su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Sanzioni. L’Unione Europea sta considerando di ampliare le sanzioni contro l’Iran a seguito di un attacco diretto verso Israele, con molti paesi dell’UE che supportano nuove restrizioni mirate ai network iraniani che forniscono gruppi militanti sostenuti da Teheran nella regione. Tuttavia, vi sono resistenze nell’etichettare la Guardia Rivoluzionaria iraniana come organizzazione terroristica, per paura di esacerbare le tensioni durante un periodo particolarmente instabile in Medio Oriente. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha indicato un possibile allargamento delle sanzioni relative alle forniture militari all’Ucraina, una mossa sostenuta da molti governi, inclusi Berlino e Parigi. Il ministro degli Esteri di Israele, Israel Katz, ha richiesto nuove sanzioni contro l’Iran e ha sollecitato nazioni diverse a sostenere sanzioni contro il programma missilistico iraniano e a dichiarare la Guardia Rivoluzionaria un’organizzazione terroristica. I governi occidentali cercheranno di conciliare la necessità di azioni forti con la volontà di evitare un conflitto regionale durante il prossimo incontro del G7, mentre qualsiasi decisione dell’UE sulle sanzioni necessita del consenso di tutti i 27 stati membri.
Andrew F England su inancial Times

Escalation. Il governo israeliano sta valutando la gravità e il metodo di ritorsione contro l’Iran dopo che Teheran ha lanciato oltre 300 droni e missili dal suo territorio in un attacco diretto, il primo del suo genere. Le operazioni israeliane hanno in genere preso di mira il coinvolgimento militare iraniano in modo occulto nei Paesi vicini e, sebbene i funzionari affermino che è necessaria una risposta forte per ristabilire la deterrenza, devono far fronte agli appelli internazionali alla moderazione. Le opzioni sul tavolo vanno dai cyberattacchi agli attacchi militari diretti e alle azioni segrete come gli omicidi mirati all’interno dell’Iran, tattica usata da Israele in passato. Queste strategie vengono prese in considerazione nel timore che una ritorsione inadeguata possa rafforzare ulteriormente l’Iran, mentre una risposta pesante potrebbe far salire le tensioni fino alla guerra totale. Gli analisti avvertono che le tradizionali regole di ingaggio potrebbero non essere più applicabili, aumentando il rischio di errori di calcolo tra i due avversari.
James Shotter su Financial Times

Prova di forza. Israele ha annunciato che risponderà all’attacco balistico iraniano quando riterrà opportuno. Un missile, uno dei 120 lanciati dall’Iran, è stato esibito come prova dell’aggressione da parte dello stato ebraico. Nonostante le minacce dell’Iran di usare nuove armi, il clima è di attesa per una risposta misurata, con la consapevolezza che un’escalation coinvolgerebbe attori regionali e globali. Il confronto con Hezbollah al confine libanese s’intensifica, con la distruzione di droni e l’eliminazione di comandanti. Nel contesto più ampio, Israele considera Hamas parte di un sistema guidato dall’Iran e si prepara a difendersi su tutti i fronti.
Fabiana Magrì su Stampa

Scegliere i bersagli giusti. Il dilemma di Netanyahu è scegliere bersagli di bombardamento che bilancino esigenze politiche e militari, un compito strategico noto come “targeting”. La priorità è dimostrare la determinazione di Israele di reagire agli attacchi senza scatenare una guerra totale o irritare gli Stati Uniti, mantenendo conto delle possibili rappresaglie iraniane. Le opzioni includono colpire basi militari in Siria con un attacco limitato, attaccare direttamente l’Iran tenendo conto dei rischi legati al loro programma nucleare, oppure condurre operazioni cyber per incapacitare infrastrutture iraniane senza spargimento di sangue. Gli obiettivi attualmente in considerazione comprendono siti legati a droni iraniani, bunker di missili balistici, o porti strategici iraniani, con la consapevolezza che qualsiasi scelta comporta significative implicazioni geopolitiche.
Gianluca Di Feo su Repubblica

Erdogan e Xi per la pace. Il presidente turco Erdogan ha proposto un nuovo piano per la pace tra Mosca e Kiev, il nono tentativo da Istanbul nel 2022, che include misure come il rinnovo del trattato Start-3, la neutralità dell’Ucraina fino al 2040, e lo scambio di prigionieri. Il giornale Nov Gazeta Europe riferisce che tale piano potrebbe essere una mascherata per un’iniziativa degli USA, che in realtà svantaggerebbe l’Ucraina, un’accusa che Kiev sembra condividere nel rigettare piani differenti dai suoi dieci punti di pace. Di contro, la Russia valuta questo piano Erdogan come accettabile in parte, ma sottolinea che non tratterà sul destino di Crimea e altre regioni annesse almeno fino a maggio. La diplomazia cinese entra in gioco con la disponibilità espressa da Xi Jinping di supportare un vertice di pace paritario tra Mosca e Kiev, suggerendo un potenziale ruolo di intermediario della Cina al summit previsto in Svizzera. Cina e Turchia vengono così descritte come potenziali beneficiari, capaci di influenzare positivamente gli sviluppi diplomatici stando un passo indietro.
Rosalba Castelletti su Repubblica

La Russia vuole l’Ucraina neutrale. Dmitrij Suslov, consigliere del Cremlino e direttore del Centro di studi europei e internazionali a Mosca, sostiene che la Russia non combatte per territori ma per ottenere una Ucraina neutrale e sicurezza garantita. La situazione militare è favorevole alla Russia, ma anche con la mobilitazione in Ucraina, la vittoria territoriale non è l’obiettivo principale di Mosca. I negoziati di tregua sono influenzati anche dalle prossime elezioni USA e dalle dinamiche europee, ma l’occidente punta a una cessazione delle ostilità senza risolvere le questioni di sicurezza che la Russia considera critiche, pertanto le prospettive di pace sono scarse. Nonostante l’incertezza economica e il confronto a lungo termine con l’occidente, la Russia pianifica di continuare il riarmo senza subire le stesse sorti dell’Urss, confidando in una crescita economica sostenuta da settori non militari.
Paolo Valentino su Corriere della Sera

La Cina si riarma. La ministra degli Esteri giapponese Yoko Kamikawa esprime preoccupazione per il riarmo cinese e dichiara l’intenzione del Giappone di potenziare le proprie difese in collaborazione con gli alleati, soprattutto gli Stati Uniti. Nel corso dell’intervista, evidenzia l’importanza dell’agenda “Donne, Pace e Sicurezza” e l’impegno del Giappone per la parità di genere e l’empowerment femminile. Sottolinea la positiva collaborazione tra Italia e Giappone, rafforzata dalla visita della premier Meloni, e conferma il sostegno del Giappone per il successo del G7 in Puglia. Infine, Kamikawa, che potrebbe diventare la prima premier donna del Giappone, partecipa al G7 dei ministri degli Esteri a Capri con l’obiettivo di promuovere ulteriormente il suo paese e il ruolo delle donne in politica.
Paolo Salom su Corriere della Sera

Sanzioni a Teheran. Gli Stati Uniti, tramite la segretaria al Tesoro Janet Yellen, hanno annunciato nuove sanzioni all’Iran in risposta agli attacchi contro Israele, esaminano l’uso dei beni russi congelati per sostenere l’Ucraina contro l’invasione di Putin e considerano possibili azioni contro le entità cinesi che supportano la Russia. Durante i vertici del FMI e della Banca Mondiale a Washington, è stato chiaro che l’Italia, in quanto presidente del G7, avrà un ruolo chiave nella gestione di questi temi. Yellen ha sottolineato la necessità di lavorare con gli alleati per usare le autorità sanzionatorie contro le attività considerate maligne e destabilizzanti. Inoltre, gli Stati Uniti continuano a indagare su come colpire il finanziamento iraniano al terrorismo e intendono discutere l’uso dei beni russi per aiutare l’Ucraina, pur riconoscendo la necessità di bilanciare le conseguenze sul mercato finanziario. Infine, la Cina è stata messa in guardia riguardo all’assistenza militare fornita alla Russia, con la possibilità di affrontare sanzioni economiche se tale aiuto persiste.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

 

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Non cercate il consenso. Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha lanciato un messaggio chiaro ai membri del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) durante la cerimonia di intitolazione della sede a Vittorio Bachelet, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1980. Mattarella ha sottolineato che i consiglieri devono agire con responsabilità e garantire la massima credibilità alla magistratura, evitando di cercare consenso o cedere a logiche di scambio. Il ruolo dei membri del Csm è cruciale per il corretto equilibrio dei poteri costituzionali e per la fiducia dei cittadini nell’indipendenza della giustizia. È stato posto l’accento sulla necessità di decisioni prese con senso delle istituzioni e sulla richiesta dei cittadini di una giustizia trasparente ed efficiente. Il Vicepresidente Fabio Pinelli e l’ex presidente della Consulta Marta Cartabia hanno anche sottolineato l’importanza del ruolo dei magistrati e della loro condotta professionale per mantenere la fiducia pubblica.
Giovanni Bianconi su Corriere della Sera

Fi e Lega litigano sui tempi dell’Autonomia. La disputa sull’autonomia sta causando tensioni all’interno della maggioranza, in particolare tra Forza Italia e la Lega. Forza Italia, con l’appoggio sostanziale di Fratelli d’Italia, chiede più tempo per esaminare gli emendamenti al disegno di legge, contrariamente alla posizione irremovibile della Lega. Mentre rimane confermata la data del 29 aprile per discutere la legge in aula, la possibile dilazione dei lavori delle commissioni potrebbe portare a un rinvio. La posizione di Forza Italia, espressa dal segretario Antonio Tajani, è di garantire che la riforma favorisca l’intera Italia, mentre la Lega, sotto la pressione dei tempi elettorali, vuole accelerare il processo, nonostante le divergenze interne, inclusa la discussione sulla candidatura di Roberto Vannacci alle Europee. Queste dinamiche alimentano un clima di diffidenza reciproca, con implicazioni sia per il disegno di legge sull’autonomia sia per altre leggi chiave, come quella sul premierato sostenuta da Fratelli d’Italia.
Emanuele Lauria su Repubblica

Le carte di Supermario. Nel Parlamento europeo a Bruxelles, le discussioni si concentrano su Mario Draghi, considerato la piattaforma per il prossimo esecutivo UE 2024-2029, nonostante non ci fosse convocazione ufficiale e l’attenzione fosse ufficialmente rivolta al Premio cinematografico Lux. Con le elezioni europee in avvicinamento e la candidatura di Ursula von der Leyen indebolita da vari fattori, il nome di Draghi emerge nei dialoghi bilaterali come potenziale presidente della Commissione Europea. Il dibattito coinvolge il PPE, che dovrà probabilmente proporre la designazione, e si considera l’eventualità di un presidente “tecnico” oltre le appartenenze partitiche, nel contesto di una UE alle prese con sfide globali e incertezze politiche. Tra gli orchestratori di questa operazione, figura Emmanuel Macron, che opera dietro le quinte per mantenere un equilibrio politico europeo, proponendo un leader autorevole come Draghi, in particolare di fronte alle minacce esterne come la Russia.
Claudio Tito su Repubblica

Il rischio del bis del Colle. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha avuto diversi contatti diretti con l’ex presidente della BCE Mario Draghi, il quale ha recentemente mostrato un’improvvisa accelerazione verso una possibile candidatura per ruoli di vertice nell’UE, come presidente della Commissione o del Consiglio europeo. Draghi ha delineato il suo progetto di Europa in un discorso a La Hulpe, lasciando intendere le sue ambizioni politiche. Nel contesto delle elezioni europee, le posizioni di potere degli Stati membri e dei principali partiti potrebbero cambiare, influenzando le candidature. Meloni è cauta, consapevole delle molte variabili in gioco e del potenziale vantaggio di avere Draghi come alleato nella UE, malgrado ciò potrebbe significare perdere un commissario italiano di FdI. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, riconosce i meriti di Draghi, mentre a Palazzo Chigi c’è chi teme che una mossa così anticipata possa esporre Draghi al rischio di esaurire il suo slancio prima della decisione ufficiale, come accadde durante la sua precedente corsa al Quirinale nel 2022.
Adalberto Signore su Giornale

Campolargo. Elly Schlein, segretaria del PD, ha tagliato i ponti con Giuseppe Conte a seguito dell’uscita del M5S dalla giunta Emiliano, considerando grave il comportamento di Conte e sospettando che egli cerchi di erodere i consensi del PD. L’ultimo contatto tra i due è stato una chiamata formale cinque giorni fa. Schlein si concentra ora sulla campagna elettorale per le Europee, attaccando il governo Meloni piuttosto che Conte, e cerca di costruire un’alternativa alle destre, lavorando con oppositori politici come Calenda e Renzi. La tensione tra i due leader è acuita da accuse di opportunismo e trasformismo da parte di Conte, che Schlein respinge a difesa del suo partito e dei suoi militanti.
Giovanna Vitale su Repubblica

Bibi non può tirare la corda. L’Iran ha minacciato Israele con l’uso di armi mai viste prima, mettendo in discussione come dovrebbe rispondere il governo israeliano guidato da Netanyahu, tra la moderazione chiesta dalle potenze occidentali o un’azione dura contro Teheran. Il gabinetto di guerra israeliano, composto da Netanyahu, Gallant e Gantz, è diviso su quale azione intraprendere, soprattutto dopo la recente richiesta di iniziative diplomatiche da Gerusalemme per isolare l’Iran tramite sanzioni. La risposta israeliana all’Iran influenza anche la situazione a Gaza, dove Hamas continua a rappresentare una minaccia, anche se indebolita. Il sostegno internazionale a Israele dipenderà da come affronterà le minacce iraniane e di Hamas, mentre Teheran persegue un’espansione regionale e una stretta alleanza con la Russia. Inoltre, Netanyahu deve considerare la pressione degli Stati Uniti per una soluzione bilaterale con i palestinesi, che potrebbe influenzare il rapporto fra Washington e Gerusalemme.
Stefano Stefanini su La Stampa

La scossa alla Bella Addormentata. Mario Draghi ha destato l’attenzione con un intervento che Salvatore Rossi definisce difficile da contestare, data l’autorevolezza e la chiarezza del suo approccio. Draghi ha proposto un manifesto, avendo esordito con un approccio scherzoso citando un premio Nobel, ma poi ha sottolineato che le imprese dovrebbero competere globalmente senza interferenze governative, presupponendo che tutti seguano regole di competizione libere e corrette. Tuttavia, evidenzia Draghi, ciò non accade più, come dimostrato dall’influenza che Stati Uniti e Cina esercitano sulle proprie imprese. L’Europa, paragonata da Draghi a una “bella addormentata”, risulta troppo lenta e poco energica nelle sue reazioni, concentrata su competizioni interne e limitando le proprie aziende a causa di regolamentazioni eccessive. Draghi sollecita un cambiamento radicale e urgente della politica europea per affrontare la competizione globale, anche attraverso azioni tra Stati disposti a procedere insieme prima della prossima revisione dei Trattati europei.
Salvatore Rossi su Stampa

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