Rassegna stampa 18 aprile

SICUREZZA

Difesa aerea all’Ucraina. Il governo tedesco ha inviato una lettera a diversi paesi, sollecitando la fornitura di sistemi di difesa aerea all’Ucraina per contrastare gli attacchi missilistici russi. L’iniziativa è stata confermata dal ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, che ha espresso gratitudine per la leadership tedesca in materia di difesa aerea. La Germania, che guida la NATO’s Capability Coalition Integrated Air and Missile Defense con Francia e USA, ha richiesto di considerare ogni possibile trasferimento di sistemi o componenti di difesa aerea. La situazione sul fronte orientale ucraino è peggiorata, con appelli ripetuti del presidente Zelenskyy per ulteriore sostegno difensivo, soprattutto dopo il recente attacco missilistico alla più grande centrale elettrica di Kiev, che ha spinto a richieste di un pacchetto di assistenza militare di 60 miliardi di dollari dagli Stati Uniti.
Christopher Miller su Financial Times

Sostegno all’Ucraina. Durante un attacco iraniano, Israele ha dimostrato una notevole capacità di difesa aerea, ma la preoccupazione rimane per la possibilità di mantenere la resistenza a lungo termine senza il continuo supporto occidentale, in particolare se decidesse di rispondere agli attacchi, aumentando le tensioni con l’Iran. Sebbene molte delle offensive iraniane siano state intercettate, funzionari militari israeliani riconoscono che un conflitto su larga scala potrebbe sfondare le loro difese. Questa situazione riecheggia le difficoltà affrontate dall’Ucraina, il cui presidente Zelenskyy ha chiesto aiuti militari simili a quelli forniti a Israele. Allo stesso tempo, ex alleati occidentali come il Regno Unito sollevano questioni sull’assistenza reciproca, evidenziando il rifiuto iniziale di Israele di sostenere l’Ucraina contro la Russia. Il dilemma per Israele resta bilanciare le esigenze della sicurezza nazionale con il rischio di indebolire il sostegno internazionale contrastando direttamente l’Iran.
Samehul Srivastava su Financial Times

Subito la difesa aerea a Kiev. I leader europei si sono impegnati a garantire all’Ucraina una difesa aerea urgente, con la Germania che ha già consegnato due sistemi Patriot e ne invierà un altro, prendendo l’iniziativa condivisa tra i ministri degli Esteri e della Difesa. L’azione, battezzata IAAD, mira a incoraggiare altri Paesi, inclusi quelli del Golfo Arabo, a considerare quali armamenti potrebbero condividere. Il presidente ucraino Zelensky ha ringraziato per il supporto ricevuto e ha evidenziato la necessità di ulteriori sistemi di difesa aerea per proteggere le città e le centrali nucleari, in seguito ad attacchi russi che hanno provocato vittime. I leader UE hanno anche discusso di Medio Oriente e relazioni con la Turchia, mentre il segretario generale della NATO ha chiesto maggiori aiuti militari per l’Ucraina promuovendo un incontro tra UE e NATO.
Francesco Basso su Corriere della Sera

Fondi comuni. Enrico Letta, ex premier italiano, ha presentato un rapporto sul futuro del mercato unico europeo, commissionato dalla UE, che sottolinea la necessità di superare la frammentazione degli Stati membri per recuperare competitività globale. Il documento, frutto di 440 riunioni e visite in 65 città, evidenzia come l’europa abbia perso terreno a livello economico mondiale e come settori esclusi in passato dall’integrazione, come telecomunicazioni, energia e difesa, necessitino di un approccio unificato per aumentare l’efficienza. Letta suggerisce di utilizzare risorse e fondi comuni, simili al Recovery fund della pandemia, per investimenti strategici in infrastrutture energetiche, digitalizzazione, transizione verde e difesa, al fine di prevenire il rischio di deindustrializzazione e sfruttare il risparmio privato europeo. Il rapporto fa leva sull’importanza di un mercato unico per il progresso sociale e l’impresa, richiamando l’attenzione sull’urgente bisogno di modernizzazione e su un modello di crescita che incorpore parametri del XXI secolo come la digitalizzazione e il cambiamento climatico.
Claudio Tito su Repubblica

Vergogna europea importare il 78% di armi. L’ex premier italiano Enrico Letta ha espresso preoccupazione che il suo report sul futuro del mercato unico dell’UE venga trascurato, come è successo per studi simili in passato. Nel suo dossier, critica l’Europa riguardo la Difesa, sottolineando la dipendenza nell’importazione di armamenti, con il 78% proveniente da paesi extracomunitari. Pone inoltre l’accento sul disastro nel settore delle telecomunicazioni, caratterizzato da un eccessivo frammentario. Il suo rapporto, “Molto più di un mercato”, affronta questioni quali la necessità di maggiori investimenti privati e la creazione di un fondo europeo per finanziare l’economia reale, oltre a proporre una “quinta libertà” per il mercato unico dedicata a ricerca, innovazione e istruzione. Letta incita a non perdere l’opportunità di rafforzare la posizione dell’UE su questi temi strategici, consapevole del ritardo europeo in certi settori chiave rispetto a potenze come USA e Cina.
Marco Bresolin su Stampa

F35 in mostra per gli ambasciatori Nato. L’azienda Leonardo ospita a Cameri l’unico polo aeronautico in Europa per l’assemblaggio e la manutenzione degli F35, una visita di trentadue ambasciatori NATO, guidati dal vice segretario generale Dan Geoana. L’impianto, punto di riferimento per la sicurezza dei cieli europei, produce un terzo degli assiemi alari del programma internazionale F35 e assembla i velivoli per le forze aeree italiane e olandesi. Possiede una capacità produttiva annua di 55 ali e 18-20 aerei, con piani di espansione futura. Oltre all’importanza strategica, Leonardo sottolinea anche il contributo al settore dell’occupazione con una forza lavoro stabilizzata e giovane. L’impianto, iniziato nel 2011 e con le prime attività produttive nel 2012, conferma inoltre gli ordini per la produzione di F35 destinati a vari paesi, con l’Italia che prevede di acquisire 90 velivoli.
Roberto Lodigiani su Stampa Novara-Vco

Modello europeo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, durante il giuramento solenne interforze a Taranto, ha presenziato all’evento insieme al capo di Stato maggiore della Marina, Enrico Credendino, e al comandante generale dei Carabinieri, Teo Luzi, lodando l’impegno e il senso di responsabilità dei militari. La cerimonia ha visto la partecipazione degli allievi del 26esimo corso marescialli della scuola sottufficiali della Marina e del 142esimo corso della scuola allievi Carabinieri. Crosetto ha sottolineato l’importanza delle forze armate e della Marina in particolare, date le attuali tensioni internazionali e il ruolo strategico di Taranto per la difesa e l’economia italiana. Inoltre, ha evidenziato la necessità di una maggiore integrazione delle difese europee, la cooperazione tra le forze armate nazionali, e ha ammesso che l’Europa deve recuperare il terreno perduto negli investimenti sulla difesa negli ultimi anni.
Maristella Massari su Gazzetta del Mezzogiorno

Il grande riarmo francese. L’industria della difesa francese è stata stimolata dal conflitto in Ucraina, portando a un risveglio di un settore composto da 4000 imprese e una decina di grandi gruppi, con più di 30 miliardi di euro in ordini concentrati su materiale pesante e alta tecnologia. Il presidente Emmanuel Macron ha richiamato il concetto di “economia di guerra” evocando una produzione più rapida e flessibile in risposta alla crisi. Tuttavia, non siamo ancora in una situazione di mobilitazione generale come quella vista in Russia, Ucraina e Israele. Nel territorio francese, vi è un forte investimento negli armamenti con aziende come MBDA, che sta espandendo le proprie fabbriche e assumendo personale. Malgrado l’intensificazione produttiva, permangono sfide quali la carenza di manodopera specializzata, l’accesso alle materie prime e i componenti strategici, così come la riluttanza delle banche a finanziare il settore militare.
Jean Michel Bezat su Le Monde

Australia incrementa le spese per la difesa. L’Australia aumenterà la spesa per la difesa di oltre 50 miliardi di dollari australiani (32 miliardi di dollari statunitensi) nel prossimo decennio in risposta alla minaccia percepita da Pechino, incrementando il budget per la difesa dal 2% al 2,4% del PIL entro il 2034. L’incremento dei fondi sarà destinato al patto di sicurezza Aukus tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti, alla flotta navale, alla capacità missilistica a lungo raggio e all’ampliamento delle forze militari. Tale mossa segue la strategia di difesa riveduta nel 2023, in risposta al potenziamento militare della Cina e alle crescenti tensioni sino-americane nella regione Indo-Pacifico. Il governo riapproprierà circa 73 miliardi di dollari australiani da altri settori, tra cui la gestione dei progetti e alcune dotazioni militari, per finanziare la strategia, che include anche l’acquisto di sottomarini a energia nucleare e la costruzione di 26 nuove navi da guerra. Esperti avvertono sui rischi di sovra-costi e ritardi nei progetti verso la fine del decennio e dal fronte politico emergono critiche sul metodo di gestione della spesa difensiva.
Nic Fides su Financial Times

IA per gli eserciti. La guerra moderna è fortemente influenzata dai conflitti come quello in Ucraina e Medio Oriente, dove i droni stanno diventando sempre più autonomi grazie all’intelligenza artificiale (IA). Gli Stati Uniti hanno annunciato il programma Replicator che mira a sviluppare un vasto esercito di droni IA entro il 2025, con l’obiettivo di deterrenza più che di aggressione, soprattutto nei confronti della Cina. Intanto, il dualismo tra USA e Cina in campo IA si intensifica, con una competizione che ricorda la Guerra Fredda e che vede la Cina prevalere nell’hardware e gli USA nel software. L’esempio dell’Ucraina mostra l’efficacia dei droni anche di basso costo nelle operazioni belliche, mentre il Pentagono studia modi per aumentare la produzione di sistemi sostituibili. L’evoluzione dei droni suscita anche preoccupazioni per un possibile aumento delle vittime civili e per la pressione verso l’autonomia completa di queste armi.
Francesca Canto su Domani

Stallo. Il TAR del Lazio deve decidere sulla controversia riguardante il Drone Dome, un sistema anti-droni per l’aeroporto di Fiumicino, con un appalto assegnato all’azienda israeliana Rafael ma contrastato dalla società italiana Elettronica. L’attivazione di questo sistema strategico sia per la sicurezza civile che militare rimane bloccata, influenzando i rapporti geopolitici internazionali e la difesa aeroportuale, un aspetto critico in un contesto di crescenti minacce da droni ostili. Il dibattito comprende anche implicazioni strategiche più ampie, come la protezione degli sviluppi tecnologici e le relazioni diplomatiche, con conseguenze sulla sicurezza aeroportuale europea che sempre più si dota di tali sistemi di difesa.
Alessandro da Rold su La Verita’

Grottaglie. La crisi della Boeing sta causando incertezze per il futuro dello stabilimento Leonardo di Grottaglie, dove decine di sezioni di fusoliera attendono il ritiro senza date confermate. Il consigliere regionale Di Gregorio, il sindaco D’Alò e il consigliere comunale Rossini hanno espresso preoccupazione per la dipendenza dello stabilimento dal solo cliente Boeing. Sindacati e lavoratori temono ripercussioni sull’occupazione e sollecitano sostegno da parte delle istituzioni, che hanno già investito pubblicamente nella struttura.
su Taranto Buonasera

Boeing. Il gruppo Boeing è sotto inchiesta negli Stati Uniti, con audizioni al Senato focalizzate sulle procedure di produzione e sicurezza del Boeing 787 Dreamliner e del 737 Max, che hanno avuto vari problemi, inclusa l’esplosione di un pannello, che hanno danneggiato la reputazione del costruttore. Le consegne di Boeing sono scese del 50% da metà marzo, dopo che le autorità statunitensi hanno imposto restrizioni alla produzione, mentre un rapporto di febbraio da parte di un gruppo di esperti ha criticato le procedure di sicurezza di Boeing. Un ingegnere-insider di Boeing, Sam Salehpour, presenterà documenti che suggeriscono una produzione negligente e raccomanda di mettere a terra tutta la flotta; nel frattempo, gli analisti rivedono al ribasso le valutazioni del titolo, che ha già perso il 41% dal inizio dell’anno, predirendo ulteriori diminuzioni di prezzo.
Daniela Turri su La Verita’

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Confindustria vede rosa. Il Centro Studi di Confindustria ha migliorato le stime di crescita del Pil italiano per il 2024, prevedendo un aumento dello 0,9%, e un ulteriore incremento all’1,1% per il 2025. La crescita è aiutata dal miglioramento della domanda globale, dal probabile taglio dei tassi da parte della BCE e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tuttavia, persistono rischi quali i costi energetici elevati rispetto alla media europea e potenziali ritardi nella riduzione dei tassi d’interesse. Il rapporto evidenzia anche la sfida della competitività, dato l’aumento del costo del lavoro per unità di prodotto in Italia, e fornisce indicazioni di policy su come affrontare tali sfide per mantenere la crescita.
Nicoletta Picchio su Sole

Pnrr. Il quarto decreto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) italiano è diventato un provvedimento “omnibus”, contenendo una varietà di misure diverse, alcune delle quali non correlate con gli obiettivi del Pnrr. Al suo interno si trovano, ad esempio, fondi per l’Albania volti a gestire i migranti, deroghe sui contributi previdenziali, provvedimenti per l’ex Ilva, e una controversa norma che permette l’accesso ai consultori da parte di associazioni anti-abortiste. Vi sono inoltre cambiamenti normativi nel settore della sicurezza sul lavoro, e modifiche alle regolamentazioni per le guide turistiche, come l’abbassamento dei requisiti professionali. In aggiunta, il decreto contiene norme specifiche che favoriscono determinate figure politiche, come la possibilità per Renato Brunetta di ricevere nuovamente lo stipendio presso il Cnel.
Serena Riformato su Stampa

Fmi. Il rapporto Fiscal Monitor del Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede un incremento del debito pubblico mondiale che raggiungerà il 100% del Pil entro il 2029, con particolare enfasi sulla situazione di Italia, Stati Uniti, Cina e Regno Unito. Il debito globale è già salito al 93% del Pil nel 2023, con un aumento record negli USA e in Cina, paesi che continueranno a vedere crescere il loro indebitamento a livelli preoccupanti. Il FMI raccomanda di terminare le misure di sostegno economico post-pandemia e di adottare riforme per contenere l’aumento della spesa, anche previdenziale. Il debito pubblico italiano è previsto in crescita fino al 145% del Pil nel 2029, richiedendo sforzi supplementari per raggiungere gli obiettivi di deficit settati dal ministero delle Finanze. La situazione è complicata anche da politiche di stimolo economico e da previsioni ottimistiche di finanziamento.
Gianluca di Donfrancesco su Sole 24 Ore

Biden sfida Pechino. Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha affermato che non ci sarà una guerra commerciale con la Cina nonostante la sua richiesta di triplicare i dazi su acciaio e alluminio cinesi, citando la loro importanza per l’economia e sicurezza nazionale americana. La Cina ha risposto alle accuse di competizione sleale negandole e lamentandosi delle mosse di Biden. Mentre si avvicina il voto del 5 novembre, Biden, parlando da Pittsburgh – un’area industriale chiave –, rimane fermo sulle politiche commerciali adottate dal suo predecessore, Donald Trump, enfatizzando il sostegno per i lavoratori americani. Il rappresentante per il commercio degli USA, Katherine Tai, è incaricato di valutare l’aumento dei dazi e di indagare il settore della cantieristica, trasporto marittimo e logistica.
Sam Fleming su Financial Times

Difendere il Made in Italy. Il Made in Italy rappresenta oltre un terzo dell’export italiano e si distingue per qualità, stile e design, caratteristiche apprezzate globalmente. Il settore, che include abbigliamento, automotive, alimentare e arredamento, impiega 2,1 milioni di lavoratori e genera 454 miliardi di euro in ricavi, contribuendo significativamente all’economia nazionale. Nonostante le sfide poste dall’inflazione e dalle crisi geopolitiche, le imprese italiane dimostrano resistenza, con molti che non risentono dell’attuale crisi inflattiva o addirittura registrano crescita. Per promuovere e proteggere ulteriormente il brand, si propone di incrementare le esportazioni in Paesi con alta domanda di prodotti italiani e supportare le imprese nell’esportazione stabile, sfruttando anche la rete delle Camere di Commercio estere e il contributo degli italiani all’estero.
Vera Viola su Sole 24 Ore

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

G7 contro la disinformatjia. Il G7 dei ministri degli Esteri si è riunito a Capri per discutere, tra le altre questioni, le sanzioni contro l’Iran in risposta all’attacco a Israele, e le azioni comuni contro la disinformazione, con particolare attenzione alle interferenze russe. Il ministro italiano degli Esteri, Antonio Tajani, e il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, hanno tenuto un incontro bilaterale durato un’ora, conclusosi con la firma di un Memorandum of Understanding per combattere la manipolazione informativa straniera. Hanno convenuto sulla necessità di una maggiore copertura aerea per l’Ucraina, su una richiesta di cessate il fuoco per la guerra di Gaza e sull’impegno di raggiungere il 2% del PIL per la NATO, citando l’impegno dell’Italia in missioni internazionali. Italia e Stati Uniti si impegnano a collaborare nella lotta alla disinformazione e a investire in tecnologie avanzate per la sicurezza digitale.
Francesca Schianchi su Stampa

G7, sanzioni all’Iran. Durante il vertice dei ministri degli Esteri del G7 a Capri, sono state discusse nuove sanzioni contro l’Iran per la sua fornitura di droni e missili, e la necessità di una de-escalation con Israele. I ministri hanno anche esaminato il sostegno alla difesa aerea dell’Ucraina e la situazione di instabilità in Africa subsahariana, con particolare attenzione al Niger post-golpe. Gli Stati Uniti, l’Italia e la Germania stanno guidando l’iniziativa per accelerare la consegna di sistemi di difesa a Kiev, con l’Italia che potrebbe offrire una linea di credito per gli acquisti militari ucraini. Inoltre, si sta considerando l’utilizzo dei profitti generati dai beni russi sotto sequestro per sostenere ulteriormente l’Ucraina.
Alberto Magnani su Sole 24 Ore

I conflitti rischiano di allargarsi. Il Presidente italiano Sergio Mattarella ha visitato oltre 700 soldati italiani presso una base militare in Bulgaria, evidenziando la rapida dispiegazione di forze NATO nell’Europa orientale a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Durante la sua visita in Bulgaria, ha discusso di sicurezza e pace con il presidente bulgaro Rumen Radev, ribadendo il pieno sostegno a Kiev e l’importanza di raggiungere una conclusione equa del conflitto che rispetti la sovranità di ciascun Stato. Mattarella ha espresso preoccupazione per il rischio di allargamento dei conflitti, sia in Ucraina che in Medio Oriente, sottolineando l’urgenza di una soluzione politica basata sulla formula dei due Stati per israeliani e palestinesi. Ha anche toccato la questione dei Balcani, segnalando l’ingerenza russa e la necessità di accelerare l’integrazione europea di quei Paesi, nonché l’importanza di una politica economica europea orientata alla competitività per garantire un futuro ai giovani.
Ugo Magri su Stampa

Jet e difesa aerea. Le forze armate iraniane superano numericamente quelle israeliane, contando su 580.000 effettivi attivi e 200.000 riservisti, contro i 169.500 militari attivi e 465.000 riservisti di Israele. Nonostante Iran e Israele spendano rispettivamente 9,95 e 24 miliardi di dollari per la difesa, Israele prevale in termini di potenza aerea, con velivoli militari più avanzati e solidi sistemi di difesa aerea. Al contrario, l’Iran ha un notevole arsenale missilistico e una crescente flotta di droni. Il dato terrestre vede l’Iran con più carri armati ma Israele si avvale di modelli più avanzati, mentre sul fronte navale l’Iran supera Israele per numero di unità. Infine, l’Iran estende la sua influenza regionale supportando milizie alleate in tutto il Medio Oriente, inclusi Hezbollah e gli Houthi.
Francesco Semprini su Stampa

Ucraina. Un raid missilistico russo ha colpito la città ucraina di Chernihiv provocando 17 morti e 60 feriti, inclusi bambini, mettendo in luce ancora una volta la vulnerabilità di Kiev di fronte all’offensiva russa. Il bombardamento a Chernihiv, che ha danneggiato edifici civili e un istituto di istruzione, è avvenuto mentre si attende l’approvazione di un pacchetto di aiuti statunitensi per l’Ucraina da 60 miliardi di dollari, ostacolato dal veto repubblicano. Nel frattempo, l’efficacia dei sistemi di difesa israeliani per contrastare i missili provenienti dall’Iran diventa un argomento di confronto per le difese ucraine. La crisi sarà oggetto di discussione al vertice G7 a Capri e in un Consiglio NATO-Ucraina, con Kiev che rafforza la richiesta di maggiore difesa antiaerea. Secondo la BBC, le vittime militari russe hanno superato le 50 mila, con un aumento del 25% rispetto all’anno precedente, mostrando il notevole costo umano per le conquiste territoriali perseguite da Mosca con tattiche aggressive e sacrifici continui delle proprie forze armate.
Marta Serafini su Corriere della Sera

Scudo a Kiev. Un gruppo di eurodeputati e due ministri tedeschi hanno inviato due lettere distinte per sollecitare gli Stati, inclusi quelli extra NATO, a fornire sistemi di difesa anti-missile all’Ucraina, in particolare i Patriot e gli italo-francesi Samp-T, per contrastare l’intensificarsi degli attacchi russi. Il presidente ucraino Zelensky ha espresso in un incontro con l’UE la necessità di avere lo stesso livello di sicurezza di Israele e ha riportato un attacco devastante a Chernihiv che ha provocato 17 vittime. La NATO è stata spinta ad aumentare il supporto difensivo all’Ucraina, nonostante le preoccupazioni di alcuni alleati circa il loro arsenale. Durante il vertice UE, si è discusso anche della crisi in Medio Oriente, condannando l’attacco iraniano contro Israele e invocando un cessate il fuoco per i palestinesi, illustrando così la connessione tra i vari scenari di conflitto nel mondo.
Marco Bresolin su Stampa

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Università. Napoli torna da oggi ad ospitare per il secondo anno il Festival euromediterraneo dell’economia, diretto da Roberto Napoletano e organizzato con l’ex ministro Patrizio Bianchi (presso il Centro congressi della Federico II, in via Partenope), mentre a metà maggio Sorrento vedrà la nuova edizione del Forum Sud di Ambrosetti. Il Sud strategico come hub energetico e ponte tra la sponda sud del Mediterraneo e l’Europa è ormai un punto di riferimento obbligato per la politica, le imprese, i sistemi universitari e la nascita della Rete degli atenei del Mediterraneo.
Nando Santonastaso sul Mattino

Draghi. L’ex premier italiano Mario Draghi ha suggerito un cambiamento radicale per l’Europa in un rapporto commissionato da Ursula von der Leyen, suscitando reazioni miste nella politica italiana. Alcuni membri del Partito Democratico hanno espresso sostegno, mentre altri, inclusa Elly Schlein, rimangono fedeli al loro candidato Schmit, e la Lega di Salvini critica il suo metodo. Il rapporto di Draghi è considerato fondamentale per il futuro dell’UE da Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni; tuttavia, Fratelli d’Italia sembra non interessato a sostenere Draghi per un ruolo chiave nell’UE. Antonio Tajani resta cauto sulle speculazioni di candidature future, mentre Carlo Calenda e Matteo Renzi sono pro-Draghi. Il presidente francese Macron considera Draghi un prezioso alleato ma rimanda le discussioni su nomine alla Commissione europea a dopo le elezioni.
Monica Guerzoni su Corriere della Sera

Draghi. Rumors continuano a circolare sulla possibilità che l’ex premier italiano Mario Draghi possa assumere un ruolo significativo a livello internazionale, dopo essere stato associato alla guida della NATO e ora alla presidenza della Commissione Europea. Draghi sembra alternare tra divertimento e irritazione per queste speculazioni, che emergono dopo il suo recente discorso su un piano di competitività richiesto da Ursula von der Leyen. Ci sarà da aspettare fino alle elezioni di giugno per capire gli equilibri all’interno del Parlamento europeo e come questi influenzeranno la selezione del presidente della Commissione. Nel contesto della politica italiana, Giorgia Meloni evidenzia un solido rapporto di collaborazione con von der Leyen, nonostante la campagna elettorale, mentre a livello europeo si osserva la tensione tra le varie fazioni, con Emmanuel Macron che pare desideroso di sostituire l’attuale presidente della Commissione.
Francesco Verderami su Corriere della Sera

Salvini contro Draghi. Matteo Salvini attacca Mario Draghi per le sue scelte passate e teme l’isolamento politico in Europa, mentre all’interno della Lega figure di spicco come Giancarlo Giorgetti sostengono che Draghi sia il candidato ideale per una posizione di vertice nell’UE. Giorgia Meloni, pur avendo preferenze diverse, è pronta a sostenere Draghi se le circostanze lo favoriranno, riflettendo l’opinione di altri esponenti di Fratelli d’Italia. La decisione, tuttavia, pende dalle valutazioni di Meloni, mentre altri politici come Antonio Tajani e Licia Ronzulli riconoscono il potenziale positivo di una tale nomina. A Bruxelles, Emmanuel Macron e il primo ministro estone Kaja Kallas esprimono stima per Draghi, nonostante la discussione sulle cariche di vertice dell’UE sia ancora prematura.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Draghi, grande freddo della Meloni. La premier italiana Giorgia Meloni mostra freddezza verso l’ipotesi di una candidatura di Mario Draghi a ruoli di rilievo nell’Unione Europea, quali la presidenza del Consiglio Europeo o della Commissione UE. I suoi fedelissimi manifestano scetticismo e sostengono che daranno il loro assenso solo se non ci saranno valide alternative. Nel frattempo, politici europei come Emmanuel Macron e Matteo Salvini esprimono opinioni contrastanti su Draghi, tra complimenti e critiche. Meloni si impegna a guadagnare un commissario di peso per l’Italia in Europa, cercando di influenzare le nomine UE, mentre Draghi propone in un discorso a Bruxelles cambiamenti radicali per l’UE, riaccendendo i dibattiti sul suo futuro ruolo in Europa.
Ilario Lombardo su Stampa

Voto di scambio in Sicilia. Un’inchiesta giudiziaria ha coinvolto il vicegovernatore della Sicilia, Luca Sammartino, ora sospeso, accusato di corruzione nell’ambito di un vasto sistema di scambio voti e cooperazione con la mafia. Le indagini dei pm di Catania hanno rilevato le attività illecite di Sammartino, che prometteva favori inutile per assicurarsi voti, come nel caso di un farmacista cui era promesso l’eliminazione della concorrenza in cambio di preferenze elettorali. Inoltre, il sindaco di Tremestieri Etneo e altri politici locali sono accusati di aver pattuito un accordo elettorale con il clan mafioso Santapaola. Due carabinieri sono coinvolti come “talpe”, fornendo informazioni segrete riguardanti le indagini in corso. Questo scandalo ha exacerbato le tensioni nella Lega e messo in discussione la strategia di Matteo Salvini nel Meridione, evidenziando come il Sud continui ad essere un problema per il partito.
Salvo Palazzolo su Repubblica

COMMENTI E CONTRIBUTI

Perchè va ascoltato Draghi. Mario Draghi ha presentato anticipazioni di uno studio commissionato dalla Commissione Europea che hanno riorientato il focus delle imminenti elezioni per il Parlamento Europeo, mettendo in evidenza scomode verità riguardo al futuro economico dell’UE. Secondo Draghi, l’Europa rischia di diventare irrilevante in un mondo dominato da potenze come gli Stati Uniti, la Cina e potenzialmente l’India, se gli elettori non considereranno le questioni maggiori che affronta il continente. È suggerito che l’Europa dovrebbe ampliare la collaborazione anche nell’ambito dell’istruzione, incentivare start-up innovative e costruire un sistema energetico comune, oltre a sviluppare una politica di difesa condivisa piuttosto che affidarsi alla NATO. Gli elettori europei sono incoraggiati a riflettere sulla lungimiranza delle politiche, piuttosto che limitarsi a visioni nazionali ristrette, per garantire un futuro per l’Unione Europea.
Mario Deaglio su Stampa

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati