Rassegna stampa 18 marzo

LEONARDO

Leonardo vince con Webuild. Leonardo ha vinto con Webuild un arbitraggio relativo allo stadio Bayt di Al Khor City in Qatar, utilizzato per i Mondiali di calcio 2022. Il contenzioso, avviato nel 2019 con Psc contro Galfar Al Misnad Engineering, Salini-Impregilo (ora Webuild) e Circolai, mirava al recupero di pagamenti e costi extra non saldati derivanti da un contratto di subappalto del 2016. Un lodo arbitrale di ottobre ha stabilito che Webuild e i suoi alleati debbano pagare a Leonardo 146,5 milioni di euro. A questa somma, si sono aggiunti 11 milioni in marzo, dopo la richiesta di correzione del lodo da parte di Leonardo e Psc.
Carlotta Scozzari su Affari e Finanza

Mbda da record. Il presidente francese Emmanuel Macron è intenzionato a trasformare l’industria francese in un’economia di guerra rafforzata, reagendo al contesto geopolitico incerto e alla guerra in Europa. Mbda ha annunciato ordini record nel 2023, con un forte interesse europeo per i suoi sistemi antiaerei, e ha mostrato un incremento del fatturato e degli ordini rispetto all’anno precedente. La maggior parte degli ordini di Mbda erano per missili antiaerei, con la Francia e l’Italia che ne hanno ordinati insieme quasi 700, e la Polonia che ha fatto un grande ordine alla sua sussidiaria britannica. Mbda, di proprietà di Airbus, Bae Systems e Leonardo, ha un valore nel portafoglio ordini di 28 miliardi e prevede di investire pesantemente nella produzione e nell’assunzione di nuovo personale.
Anais Ginori su Affari e Finanza

Cybersecurity. L’Italia ha progredito nella cybersecurity dal tempo del governo Monti, istituendo misure come l’Agenzia nazionale per la cybersecurity e il Polo strategico nazionale (Psn). Gli azionisti della società sono Tim al 45%, Leonardo al 25, Cdp Equity al 20 e Sogei al 10. Psn è fuori dal Cloud Act americano e può usare, per i dati più critici e soprattutto quelli ritenuti strategici, la tecnologia di altri, per esempio Google e Oracle, gestendosela in casa e approvando norme che hanno influenzato anche gli Stati Uniti. Nonostante ciò, vi è la sfida della frammentazione tra le Regioni e l’esigenza di maggiore protezione dei dati, sottolineata dalla crescente frequenza degli attacchi cyber e dall’esigenza di un talento qualificato nel campo. Per rafforzare la sovranità digitale e la sicurezza, è necessario un approccio unificato a livello nazionale che superi le divisioni regionali e risponda ai nuovi standard di certificazione europea.
Ferruccio de Bortoli sul Corriere Economia

Sovranità digitale. L’importanza della sovranità digitale per proteggersi dai rischi del cyberspazio, sottolineando che il contesto geopolitico multipolare e le evoluzioni tecnologiche creano notevoli sfide per la sicurezza e la stabilità dei Paesi democratici. La risposta degli Stati Uniti alle minacce digitali è stata più integrata e veloce, mentre l’Europa soffre di una mancanza di rilevanza geopolitica e industriale a causa di frammentazione interna, suggerendo che una maggiore integrazione europea potrebbe rafforzare la competitività dell’Ue. La strategia per raggiungere la sovranità digitale come mezzo di difesa e promozione dello sviluppo economico e industriale è al centro di un manuale scritto da Roberto Baldoni.
Roberto Baldoni su Affari e Finanza

Guerre stellari. Il ritorno del “fantasma delle guerre stellari” segnala un’escalation nella competizione spaziale tra le superpotenze, con SpaceX di Elon Musk incaricata di sviluppare una costellazione di satelliti spia per l’intelligence americana, finanziata con un investimento di 1,8 miliardi di dollari. Il progetto, parallelo al programma Starlink per l’internet globale, mira a garantire supremazia tecnologica e sorveglianza onnicomprensiva, tramite la divisione StarShield dell’azienda, ma solleva preoccupazioni per la potenziale violazione del trattato spaziale del 1967. Mentre gli Stati Uniti intendono mantenere il vantaggio strategico in risposta alle capacità di Mosca e Pechino di colpire satelliti in orbita, il crescente militarismo spaziale potrebbe compromettere la sicurezza internazionale e scatenare contromosse dagli altri attori globali.
Paolo Ottolina sul Corriere

A scuola di Spazio. Fondazione Leonardo presso l’Accademia dei Lincei organizza le lezioni sullo Spazio rivolte a studenti di licei scientifici e scuole superiori. Nel corso della giornata conclusiva, interverranno Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, e l’astronauta Roberto Vittori, che discuterà l’importanza di ritornare sulla Luna. La serie di incontri si concluderà con l’intervento del presidente dell’Accademia dei Lincei, Marco Tavani, sul futuro potenziale dell’astrofisica.
Carlo Cinelli sul Corriere Economia

Mar Rosso. Con il cacciatorpediniere Caio Duilio, la marina militare italiana partecipa alla missione europea Aspides per difendere le rotte commerciali nel Mar Rosso dalle minacce degli Houthi. Scopo della missione offrire protezione ravvicinata a convogli mercantili e abbattere droni nemici grazie ai cannoni Oto Melara. I soldati del 2° reggimento della brigata San Marco sono costantemente in allerta, pronti a contrastare attacchi con mitragliatrici e difese missilistiche, mentre la Centrale operativa di combattimento coordina le azioni di difesa e sorveglianza. Il contrammiraglio Stefano Costantino dirige le operazioni marittime della missione che coinvolge anche altre navi militari europee, puntando a garantire sicurezza e rassicurare gli armatori nonostante il calo del traffico marittimo nella zona a causa delle minacce ribelli.
Fausto Biloslavo sul Giornale

Gap da 56 miliardi. Le nazioni europee membro della NATO affrontano una carenza di spesa per la difesa di 56 miliardi di euro, con gli stati piú indebitati come Italia, Spagna e Belgio che lottano per raggiungere l’obiettivo di spesa per la difesa del 2% del PIL richiesto. Molti paesi devono ridurre la spesa in altri settori e riformulare le politiche fiscali per rispettare i nuovi limiti dell’UE e aumentare la spesa militare, mentre la Russia rappresenta una minaccia crescente. La Germania, che rappresenta la maggiore discrepanza in valore, si è impegnata a colmare il proprio divario, ma nel complesso ciò mette pressione sui bilanci europei in un periodo di tensioni geopolitiche e difficoltà economiche.
Martin Arnold sul Financial Times

Questione di Stati. Bernard Carayon critica l’idea di Bruxelles di creare un commissario alla Difesa europeo e sottolinea che la difesa è una questione di competenza esclusiva degli Stati membri e dei loro Parlamenti, non della Commissione Europea. Il testo argomenta che tale mossa potrebbe minacciare l’autonomia degli Stati nazionali e il controllo sulle proprie industrie della difesa, che attualmente si affida a clienti fuori dall’Europa data la prevalenza di preferenze americane nelle acquisizioni europee. Carayon sostiene l’importanza di una difesa europea basata sulla cooperazione degli interessi nazionali piuttosto che sull’ingerenza della Commissione Europea, riferendosi ai casi fallimentari di gestione della Commissione in passate crisi, e critica inoltre le iniziative franco-tedesche di cooperazione industriale nella difesa che ignorano gli interessi nazionali.
Bernard Carayon sul Figaro

Kiev vuole produrre da sola. L’Ucraina chiede agli alleati occidentali di investire nella produzione locale di armi, sostenendo che è in grado di produrre armamenti avanzati a prezzi competitivi e che la sua maggiore capacità produttiva supera gli attuali finanziamenti. L’industria della difesa del Paese, in precedenza moribonda, si è rivitalizzata dopo l’invasione, ma ha bisogno di ulteriori contratti per sostenere la sua crescita, con potenziali investimenti in discussione con diversi Paesi. Nel frattempo, gli aiuti militari statunitensi sono stati rinviati dal Congresso, le nazioni europee si stanno concentrando sul rifornimento delle proprie scorte e sul sostegno all’Ucraina, e i funzionari ucraini guardano all’Occidente per ottenere i finanziamenti necessari a mantenere la rinascita del settore della difesa.
Ben Hall sul Financial Times

Taurus. Il cancelliere Olaf Scholz (SPD) ha chiesto che venga chiarita l’accusa di tradimento dei segreti dopo la riunione straordinaria della commissione per la difesa sulla possibile consegna di missili da crociera Taurus all’Ucraina lunedì scorso. “Il tradimento dei segreti è qualcosa che non può accadere – ha detto sabato – ed è per questo che è sempre giusto, e giusto anche in questo caso, che si indaghi”. L’incidente riguarda dettagli tecnici della pianificazione dei dati di destinazione di Si è discusso dei missili da crociera Taurus, che si trovano nella parte segreta dell’incontro e, a quanto pare, sono apparsi in seguito in un resoconto dei media. La presidente della commissione Marie-Agnes Strack-Zimmermann (FDP) aveva annunciato un’azione penale a causa dell’incidente. Sulla piattaforma X ha scritto venerdì: “La denuncia è in corso.” E ha aggiunto: “Chi tradisce segreti per far passare la propria agenda non ha posto in parlamento.” La vice leader dei Verdi, Agnieszka Brugger, che è anche lei una membro del comitato di difesa, ha dichiarato domenica alla FAZ: “In linea di principio, tutti dovrebbero finalmente “comprendiamo che viviamo in tempi più pericolosi di prima e che non si può rivelare tutto senza compromettere la sicurezza del nostro Paese”. si tratta di un testo del portale Internet “T-Online” in cui vengono spiegate le possibili ragioni per cui Scholz il Toro non vuole consegnare missili da crociera all’Ucraina.
Sulla Frankfurter Allgemeiner Zeitung

Contratto annullato. Dopo mesi di negoziati, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno inviato una lettera ad Airbus Helicopters per annullare il contratto di acquisto di 12 elicotteri Caracal, firmato a dicembre 2021, del valore stimato tra 750 e 800 milioni di euro. Gli EAU avevano esercitato pressione sul costruttore europeo per ridurre il prezzo a 620 milioni di euro, oltre a richiedere consegne più rapide, maggior supporto, trasferimento tecnologico e l’integrazione di missili specifici. Nonostante l’impegno personale del CEO di Airbus Helicopters, Bruno Even, per mantenere il rapporto strategico e rispondere alle domande degli EAU, le loro esigenze non sono state soddisfatte, portando all’annullamento del contratto e alla ricerca di alternative come l’NH90 o elicotteri dal sud-coreano KAI.
Su latribune.fr

Macron a Scholz: tu pacifista io…* Il presidente francese Emmanuel Macron ha presentato i risultati del colloquio con il cancelliere Olaf Scholz (SPD) al quotidiano “Le Parisien” sul volo di ritorno da Berlino. “La mia intenzione era di venire in Germania molto rapidamente in modo che non si discutesse su presunte divergenze strategiche: non esistono”, ha detto Macron all’edizione domenicale del quotidiano francese. Venerdì, durante lo scambio individuale in inglese presso la Cancelleria federale, hanno trovato “molto terreno comune in termini di obiettivi e situazione” in Ucraina. “Solo il modo in cui vengono tradotti è diverso perché la cultura strategica è diversa nei nostri paesi”, ha detto Macron. Scholz è influenzato dalla cultura pacifista dell’SPD. Inoltre, “la Germania ha una cultura strategica di grande cautela, non interferenza e si tiene lontana dall’energia nucleare”, ha affermato il presidente. “Questo modello è molto diverso da quello francese, che dispone di armi nucleari e ha mantenuto e ampliato un esercito professionale”, ha affermato Macron.
Sulla Frankfurter Allgemeiner Zeitung

Scommessa. Il titolo di Fincantieri ha registrato un incremento del 26% in un mese, guidato dai positivi risultati del 2023 e dai rumors di trattative per l’acquisizione delle attività militari sottomarine di Wass da parte di Leonardo. Il mercato sta considerando la possibilità che Fincantieri possa espandersi attraverso acquisizioni esterne, ipotesi che potrebbe portare a un aumento di capitale, secondo quanto suggerito dagli analisti di Equita.
Su Nordest Economia

Maestri del mare. Fincantieri necessita di manodopera qualificata per gestire un considerevole portafoglio ordini di navi fino al 2030, e si sta concentrando sulla formazione di personale specializzato sia in Italia che in altri paesi, con un’allusione all’approccio di “testa d’opera” e un’enfasi sulle competenze digitali e tecniche. Per rispondere a questa esigenza, sono stati avviati progetti come “Maestri del Mare”, con l’ambizione di reclutare e formare personale attraverso corsi specifici, con un’imminente assunzione di 90 persone già prevista per l’estate. Inoltre, Fincantieri si sta specializzando anche nel settore difesa e ha siglato accordi con le marine estere, puntando sulla robotica e le tecnologie avanzate come parte della sua strategia a lungo termine e del suo nuovo piano industriale 2023-2027.
Su Affari e Finanza

Contratto. Atitech ha siglato un contratto con la compagnia francese Corsair per eseguire le manutenzioni periodiche degli aerei a Capodichino e Fiumicino. Il presidente e CEO di Atitech, Gianni Lettieri, anticipa che l’accordo rinforzerà una collaborazione vantaggiosa tra le due entità. Corsair, con base a Parigi e operativa da quasi 40 anni, collega la Francia con i suoi territori d’oltremare, mentre Atitech vanta una clientela che supera le 100 aziende, incluse compagnie aeree e organizzazioni governative.
Su Corriere economia del Mezzogiorno

Satelliti spia. Elon Musk, attraverso la sua azienda SpaceX, sta costruendo una rete di satelliti spia come parte di un contratto da 1,8 miliardi di dollari con il National Reconnaissance Office (NRO) degli Stati Uniti, con l’obiettivo di sostenere le forze di terra militari e migliorare la capacità di sorveglianza e ricognizione spaziale. Ci sono preoccupazioni in merito all’affidabilità di Musk come partner del Pentagono, specialmente dopo episodi controversi, come l’ordine di disattivare temporaneamente la rete Starlink usata dall’Ucraina. Allo stesso tempo, Musk rende open source il codice di “Grok”, un’intelligenza artificiale creata a sua immagine da xAI, segnando un nuovo capitolo nella competizione con OpenAI e la sua visione per l’intelligenza artificiale accessibile e beneficiosa per tutti.
Raffaele d’Ettorre sul Messaggero

Due galli nel pollaio dell’IA. Elon Musk ha intentato una causa a Sam Altman, leader di OpenAI e co-ideatore di ChatGPT, per presunti tradimenti degli ideali non-profit dell’organizzazione; tuttavia, molti credono che il vero motivo sia il desiderio di Musk di dominare il settore dell’intelligenza artificiale. La rottura tra i due, una volta alleati, rispecchia la storia di ambizioni e rivalità lungo la strada verso l’innovazione tecnologica, con Musk che ora si trova di fronte alla competizione di Microsoft e la propria piattaforma di IA, Grok. Sebbene ai tempi OpenAI decidesse di diventare un’entità for-profit per finanziare le proprie ricerche, questo ha portato alla scissione di Musk dall’organizzazione e ha segnato l’inizio di una competizione strategica nel mercato dell’AI, ora fortemente conteso tra i giganti tecnologici, che solleva dubbi sulla effettiva validità legale della causa intrapresa da Musk.
Mario Platero su Affari e Finanza

Galassia ChatGpt. Sam Altman, un influente imprenditore e investitore noto per essere il fondatore di OpenAI, sta investendo in una serie di iniziative tecnologiche in avanguardia che includono energia pulita, intelligenza artificiale, biotecnologie, ed evoluzioni nel campo finanziario. La sua visione del futuro si concretizza in imprese come la fusione nucleare di Helion Energy, voli supersonici civili con Hermeus, biotecnologie per la riprogrammazione cellulare tramite Retro Biosciences e TrialSpark, e l’innovazione finanziaria in Africa attraverso Wave Mobile. Il suo portafoglio riflette la convinzione nel potere trasformativo della tecnologia per il PIL futuro e include una preoccupazione per le implicazioni etiche dell’intelligenza artificiale, come evidenziato dalla sua partecipazione in Worldcoin, mirato a contrastare i profili fake creati dall’AI.
Massimo Sideri sul Corriere Economia

Minaccia IA. Gli hacker stanno implementando software di intelligenza artificiale nei loro attacchi, tra cui algoritmi di “machine listening” che possono clonare voci e riconoscere suoni digitati per scoprire password, aumentando la minaccia di attacchi informatici. Governo, aziende e servizi segreti sono preoccupati dalla crescente sofisticazione delle minacce, che rende sempre più difficile distinguere i tentativi di phishing da comunicazioni legittime. Gli algoritmi migliorano la sintassi e la grammatica dei messaggi falsi e le immagini allegate, rendendo più credibili le email di phishing. La cosiddetta “ingegneria sociale” si avvale di dati personali reperibili online per creare messaggi mirati e convincere le vittime a condividere informazioni sensibili. Infine, gli hacker utilizzano password trapelate per creare elenchi di password comuni da usare in attacchi automatizzati, aumentando l’efficacia dei loro sforzi di intrusione.
Aldo Fontanarosa su Affari e Finanza

ECONOMIA

Spread. Lo spread italiano, ovvero il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi, si è stabilizzato a 126 punti, un livello basso che non si registrava dall’era Draghi, quando aveva raggiunto un picco di 250. Il miglioramento potrebbe essere interpretato come segnale di fiducia nei confronti del governo Meloni, con il ministro dell’Economia Giorgetti che ipotizza ulteriori cali. Nonostante l’ottimismo, l’Italia mantiene il più alto spread all’interno dell’Eurozona, e influenzano positivamente questo indicatore sia le policy fiscali prudenti che il meccanismo di intervento della BCE, pur rimanendo critica la spesa per interessi sul debito italiano rispetto al PIL.
Valentina Conte su Repubblica

Superbonus. Il 4 aprile è la scadenza per comunicare opzioni su spese 2023 per il bonus casa, mentre il decreto “blocca cessioni” limita la trasferibilità dei crediti d’imposta per cantieri avviati dopo il 17 febbraio 2023; tuttavia, le imprese dispongono di un potenziale di acquisto crediti per 68 miliardi. A dicembre 2023, le asseverazioni per il superbonus hanno toccato un record di 9,66 miliardi di euro, spinto dalla corsa agli incentivi prima dei tagli previsti. Di fronte a un mercato dei crediti bloccato e un’onerosa eredità di oltre 100 miliardi di crediti da smaltire, il Governo dovrà ridisegnare incentivi e implementare direttive UE sulle case green, nel contesto di un possibile futuro ritorno – seppur limitato – della cessione crediti e dello sconto in fattura.
Giuseppe Latour sul Sole

Case green. Il Ministro dell’Ambiente italiano, Gilberto Pichetto Fratin, ha espresso soddisfazione per il recepimento meno rigoroso della direttiva UE sulle case green, la quale, pur imponendo interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, terrà comunque conto delle specificità nazionali come l’anzianità degli immobili e la frammentazione della proprietà. Fratin prevede sgravi fiscali per incentivare interventi di rinnovamento energetico come l’installazione di pompe di calore e miglioramenti isolanti, escludendo sanzioni per i proprietari inadempienti e sottolineando la necessità di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei consumi energetici stabiliti dall’UE. Inoltre, l’Italia sta lavorando sull’espansione delle energie rinnovabili e sulla firma di accordi internazionali per consolidare il suo ruolo di hub energetico europeo, tra cui un accordo bilaterale di cooperazione sul gas con la Germania.
Paolo Baroni sulla Stampa

C’è da correre per il Pnrr. Fino al 2023, l’Italia ha speso meno della metà dei 102 miliardi di euro ricevuti dall’UE per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con solo 45,6 miliardi impiegati, evidenziando una spesa sbilanciata verso la fine del programma. Il governo ha riveduto il PNRR con nuovi impegni e la cancellazione di progetti inadatti, mentre si dibatte sulla sua capacità di stimolare la crescita economica. Ci sono 194 miliardi da spendere entro l’estate 2026, ma la macchina burocratica deve ancora accelerare la spesa, nonostante i nuovi investimenti green e le revisioni, aumentando la vulnerabilità dell’intero piano e sollevando la questione se chiedere un rinvio.
Giuseppe Colombo su Affari e Finanza

Zes al rallenattore. La Zona economica speciale (Zes) unica per il Mezzogiorno è partita lentamente e non è ancora completamente operativa, con preoccupazioni dal settore industriale di perdere investimenti a causa dei ritardi. L’organizzazione della Zes unica, che include 2.550 Comuni di otto regioni italiane, si sta ancora strutturando, ed è necessario attendere almeno altri due mesi per il Piano strategico; intanto sono state presentate oltre 300 domande di adesione. Per ottimizzare l’attrattività delle Zes, si suggeriscono procedure semplificate e incentivi fiscali, mentre il passaggio alla piena operatività è urgente per non vanificare gli sforzi e attirare investimenti che impattino positivamente sullo sviluppo del Sud Italia.
Raffaele Lorusso su Affari e Finanza

Frenata pericolosa. L’Europa affronta delle sfide significative nel perseguire gli obiettivi del Green Deal, inclusa la necessità di oltre 600 miliardi di euro all’anno per finanziare la transizione verde, senza fonti chiare di reperimento dei fondi, causando preoccupazioni circa la competitività delle aziende e la realisticità degli obiettivi. Mentre il dibattito politico e le preoccupazioni economiche rallentano i progressi, comprese questioni come la Carbon frontier tax non ancora implementata e l’uso dei fondi ETS, esiste anche ottimismo per il potenziale positivo della politica verde, come dimostrato dagli investimenti nell’energia rinnovabile e nelle tecnologie pulite. La transizione verso un’economia sostenibile è urgentemente necessaria, e i fondi europei come quelli del Just Transition Fund sono essenziali per affrontare le problematiche ambientali, sebbene le loro implementazioni siano spesso in ritardo o insufficienti.
Eugenio Occorsio su Affari e Finanza

Maxiutili. Nel 2023, le banche italiane hanno registrato utili complessivi di 28 miliardi di euro, un incremento dell’87% rispetto al 2022, principalmente attraverso margini di interesse significativi, commissioni per servizi resi ai clienti e investimenti finanziari. I tassi dei mutui a tasso variabile sono saliti drasticamente mentre gli interessi sui depositi sono rimasti fermi, e nonostante la riduzione di costi operativi e il calo di crediti problematici, il settore bancario si è astenuto dal tradurre questi guadagni in benefici per i depositanti. Gli azionisti, principalmente grandi fondi d’investimento internazionali, sono stati i principali beneficiari attraverso dividend significativi, nonostante una legge bancaria che richiederebbe un impatto più equilibrato di variazioni di tassi di interesse per debitori e creditori.
Milena Gabanelli sul Corriere

Debito Tim sotto i riflettori. Telecom Italia (Tim) sta affrontando una situazione finanziaria critica, con un debito salito a 7,5 miliardi di euro e un piano industriale che non ha convinto il mercato, causando un crollo del valore delle azioni. La vendita dell’infrastruttura di rete al fondo americano KKR appare come l’unica opzione attualmente percorribile, nonostante le perplessità dell’azionista principale Vivendi e le questioni regolamentari sollevate dai concorrenti, che temono potenziali impatti anticoncorrenziali. L’approvazione definitiva del piano di vendita della rete da parte dell’Antitrust UE è incerta e posticipazioni potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione finanziaria di Tim, mentre all’assemblea del 23 aprile si discuterà anche il rinnovo del CDA, con possibili nuove direzioni strategiche all’orizzonte.
Giovanni Pons su Affari e Finanza

Italiani più che cinesi. Ferdinando Uliano, in procinto di essere eletto segretario Fim-Cisl, sottolinea l’importanza di focalizzarsi sulla crescita della produzione negli impianti italiani di Stellantis, piuttosto che attrarre costruttori cinesi che possano avere un impatto negativo sull’industria auto nazionale. Uliano critica l’insufficienza degli incentivi all’auto e la necessità di una strategia a supporto dell’acquisto e della produzione di auto, sottolineando la transizione verso i veicoli elettrici e il bisogno di sostenere la produzione a lungo termine. Appoggia un aumento del 30% della produzione, specialmente a Mirafiori, e una saturazione degli stabilimenti esistenti come priorità, mentre rimane scettico sui benefici dell’aggiunta di produttori che non si integrino nella filiera italiana, citando passati fallimenti con investitori cinesi.
Diego Longhin su Repubblica

POLITICA MONDO

Plebiscito. Le elezioni in Russia hanno visto un presunto plebiscito per Vladimir Putin, rieletto con circa l’88% dei voti, mentre gli exit poll e le cifre ufficiali hanno mostrato un’affluenza oltre il 73%. Nonostante i dati, si sono registrate proteste con focalizzazione su Alexei Navalny, il dissidente deceduto, con file ai seggi e decine di arresti, insieme a denunce di mancanza di libertà e onestà elettorale da parte della Casa Bianca. Putin ha menzionato per la prima volta Navalny, affermando di essere stato pronto a liberarlo a condizione che non facesse ritorno, in un contesto di crescente dissenso e tensione, con incidenti anche nel giorno del voto.
Fabrizio Dragosei sul Corriere

Un voto da zar. Vladimir Putin viene rieletto presidente della Russia con l’87,8% dei voti in un’elezione segnata dall’assenza degli oppositori e dalla forte affluenza del 74,22%. Nonostante le pressioni e le strategie delle autorità per scoraggiare il dissenso, si sono verificate proteste pacifiche e legali, come la comparsa di code ai seggi a mezzogiorno, un segno di speranza per alcuni russi. Tuttavia, Yulia Navalnaya, vedova dell’oppositore Navalny, in coda all’ambasciata russa a Berlino, simboleggia un atto di sfida al regime, mentre Putin proclama che la Russia sarà più forte e focalizzata sull’Ucraina, aumentando così il divario tra la Russia ufficiale e quella che aspira al cambiamento.
Rosalba Castelletti su Repubblica

Biden: pseudoconsultazioni. La Casa Bianca e le cancellerie europee hanno denunciato le elezioni russe come “pseudo consultazioni”, non riconoscendo la legittimità del voto nelle regioni occupate dall’esercito russo. La posizione dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, che considerano le elezioni russe né libere né corrette a causa di censura, repressione e mancanza di monitoraggio indipendente, verrà discussa in un vertice con i ministri degli Esteri e al summit dei leader UE, valutando ulteriori passi da intraprendere. Queste condanne internazionali sollevano preoccupazioni di possibili interferenze russe durante le imminenti campagne elettorali in Europa e negli Stati Uniti, specialmente in relazioni con l’Ucraina e la sua situazione di conflitto.
Claudio Tito su Repubblica

Netanyahu, non si parla così a un alleato. Le relazioni tra Israele e Stati Uniti sono tese, con figure chiave della politica americana come Chuck Schumer e Nancy Pelosi che criticano il governo di Netanyahu e suggeriscono la necessità di elezioni anticipate, motivando tale pressione con la gestione della guerra e l’image internazionale di Israele. Il primo ministro Netanyahu rifiuta la proposta, ritenendola inappropriata per un alleato democratico e sostiene che votazioni anticipate potrebbero significare una sconfitta nella guerra in corso; allo stesso tempo conferma che i piani di attacco contro Gaza continuano. Anche l’Italia, attraverso le dichiarazioni del presidente Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni, esprime preoccupazione per la situazione a Gaza e sostiene gli sforzi per una tregua, dando priorità all’apertura di corridoi umanitari e alla cessazione delle ostilità.
Andrea Nicastro

Trump evoca il bagno di sangue. Donald Trump ha predetto un “bagno di sangue” in America se non verrà rieletto a novembre, affermando durante un comizio in Ohio che libererà gli assalitori del Congresso e allontanerà gli immigrati clandestini, descritti come “animali”. I comizi dell’ex presidente sono caotici ma efficaci tra i suoi sostenitori, nonostante errori e frasi shock che i media continuano a seguire. Trump utilizza un linguaggio incendiario e dati falsi per dipingere un quadro apocalittico dell’America sotto Biden, attirando critiche per le sue dichiarazioni simili a quelle dei discorsi di Hitler, nonostante neghi di leggere tali opere.
Massimo Gaggi

POLITICA ITALIA

Intesa con Al Sisi. Giorgia Meloni, in visita al Cairo, ha firmato un memorandum tra l’UE e l’Egitto, insieme a una serie di accordi bilaterali tra Italia ed Egitto, noto come Piano Mattei, che mira a rafforzare la cooperazione economica e contrastare i flussi migratori irregolari con un finanziamento di 7,4 miliardi di euro. La premier si è detta soddisfatta dei progressi, nonostante le critiche di alcune opposizioni europee e la delicata questione del caso Regeni, su cui insiste che la giustizia deve fare il suo corso. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE, e Meloni hanno confermato il loro impegno reciproco, sostenendo che l’Egitto è un partner affidabile per la sicurezza del Mediterraneo e per promuovere democrazia e diritti umani.
Monica Guerzoni sul Corriere

Patto da sette miliardi. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni, accompagnata dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e da leader di altri quattro paesi UE, ha negoziato un’intesa con l’Egitto, presieduto da Al Sisi, per un pacchetto di aiuti da 7,4 miliardi di euro in cambio della cooperazione nella gestione dei flussi migratori e della mediazione a Gaza. Nel silenzio sul caso di Giulio Regeni, la visita ufficiale ha riconosciuto l’Egitto come partner strategico per la sicurezza e include investimenti e prestiti per rafforzare le frontiere e garantire i rimpatri, nonostante critiche per la mancanza di attenzione ai diritti umani. La visita ha inoltre incluso la firma di dieci memorandum su vari settori tra Italia ed Egitto e discussioni sulla situazione a Gaza, con l’UE che esprime preoccupazione e chiede maggiori sforzi per un cessate il fuoco.
Lorenzo Di Cicco su Repubblica

Via i diritti umani. Giorgia Meloni ha incontrato il presidente egiziano Al Sisi al Cairo, sottolineando che la posizione dell’Italia sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore ucciso nel 2016, non cambia, mentre si va avanti su altri fronti della cooperazione. La visita segue una risoluzione dell’Europarlamento che condanna il trattamento disumano dei migranti in Egitto e un appello di Amnesty Internacional sul rispetto dei diritti umani, ma l’UE ha stanziato 7,4 miliardi di euro per l’Egitto senza vincoli sui diritti umani. Intanto, il processo italiano sugli agenti segreti egiziani accusati dell’omicidio di Regeni prosegue, ma senza le notifiche effettive agli imputati. Domani si potrebbe discutere sulla lunga lista di testimoni, tra cui compaiono nomi illustri come il presidente egiziano Abdel Fatah Al Sisi, l’ex premier Matteo Renzi e l’ex ministro degli esteri Paolo Gentiloni e Marco Minniti, l’ex responsabile della autorità delegata per la sicurezza della Repubblica.
Ilario Lombardo sulla Stampa

Azzardo. Dopo la vittoria elettorale e l’insediamento del suo governo, Giorgia Meloni si trova di fronte a difficoltà diplomatiche in Europa, dovendo valutare la propria alleanza con Ursula von der Leyen, la cui posizione sta diventando più debole. Meloni è sotto pressione per definire una strategia alternativa che potrebbe includere il sostegno a una candidatura di Mario Draghi per un ruolo di leadership nelle istituzioni europee. La dinamica geopolitica sta cambiando, con il trio Macron, Scholz e Tusk che rappresenta la spina dorsale di una “maggioranza Ursula” senza Ursula, mentre Meloni e von der Leyen si concentrano su questioni di politica migratoria piuttosto che sulla crisi ucraina.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

No a fughe in avanti. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, critica le posizioni del presidente francese Macron sull’invio di truppe in Ucraina, sottolineando che l’Italia non è in guerra con la Russia e sottolineando l’importanza dell’unità europea di fronte a Putin. Tajani allude ai rischi di un’intervento militare diretto e promuove la diplomazia come strada per la pace, mentre esprime preoccupazione per gli episodi di antisemitismo nelle università italiane. Inoltre, discute la possibilità di una forza di pace dell’ONU a Gaza e si pronuncia su temi come il progetto di difesa comune europea, la futura missione Áspides e la riforma della giustizia, mettendo in evidenza l’importanza del coordinamento europeo e Nato e la necessità di un approccio moderato alle politiche ambientali e di difesa.
Federico Novella sulla Verità

Basilicata. Piero Marrese, presidente della Provincia di Matera e membro del PD, è stato scelto come candidato unitario del centrosinistra per le prossime elezioni regionali in Basilicata, con l’appoggio di PD, M5S, Verdi, socialisti e +Europa, nonostante l’abbandono di Azione e la possibile convergenza di questo partito verso il candidato di Forza Italia, Vito Bardi. Il dialogo per un’alleanza con la lista civica di Angelo Chiorazzo, Basilicata casa comune, è in corso, ma difficoltà sorgono nelle trattative con Azione, dopo che il suo leader Carlo Calenda accusa i suoi ex alleati di essere diventati “ruota di scorta” del M5S e rifiuta il contatto. Il PD si mantiene ottimista per un’unità più ampia, puntando sulla capacità di Marrese come amministratore e sul dialogo per rafforzare l’alleanza contro il centrodestra, che vede infatti la sua coalizione aumentare con possibili appoggi ad altri candidati.
Adriana Logroscino sul Corriere

L’Opa di Tajani su Salvini. Il centrodestra italiano è scosso da nuove sfide interne: Antonio Tajani di Forza Italia si prepara a candidarsi alle elezioni Europee mirando al 10%, con l’ambizione di raggiungere il 20% alle successive elezioni politiche. Mentre la Lega di Salvini perpetua la sua linea sovranista, Giorgia Meloni di FdI cerca di mantenere una posizione di forza a destra, nonostante le difficoltà di equilibrio date dagli avversari interni e la necessità di non apparire troppo conciliante con l’Europa. Il panorama del centrodestra è in piena trasformazione, aspettando che gli elettori decidano il futuro assetto coalizione, con Forza Italia che tenta di riconquistare l’elettorato più moderato ed europeista.
Flavia Perina sulla Stampa

Niente politica. Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di MediaFor Europe (ex Mediaset), discute la competitività e le sfide del mercato dei contenuti televisivi, sottolineando che nonostante gli scenari difficili e i licenziamenti in aziende come Disney e Netflix, Mediaset sta assumendo, con un piano di mille nuove assunzioni nell’arco di tre anni. Berlusconi parla anche delle difficoltà nell’industria televisiva, affermando che con il mix giusto di esperienza e investimenti è possibile crescere, e evidenzia un aumento del 5% nella raccolta pubblicitaria del gruppo nel primo trimestre del 2024 rispetto all’anno precedente, a dispetto delle dure condizioni economiche. Inoltre, respinge i suggerimenti di un suo coinvolgimento in politica e afferma che Mediaset intende concentrarsi sul progetto europeo e sull’adattamento dei contenuti televisivi ai diversi mercati nazionali, incluso l’incremento di prodotti italiani e spagnoli e l’eventuale riposizionamento di ProsiebenSat in Germania.
Daniele Manca sul Corriere

Spioni. Il magistrato Antonio Laudati si presenterà oggi a Perugia per essere interrogato dal procuratore Raffaele Cantone riguardo alla sua presunta partecipazione nella produzione illecita di dossier, insieme al luogotenente Pasquale Striano, all’interno dell’ufficio Sos di cui era superiore. Laudati è accusato di aver agito al di fuori della sua giurisdizione riguardo alla criminalità organizzata e di avere potenziali interessi personali, accusa che respinge citando la correttezza dei suoi comportamenti e l’autorizzazione dei suoi superiori nei suoi atti. La difesa di Laudati pone l’attenzione sui suoi superiori di un tempo, implicando la possibile consapevolezza di Federico Cafiero De Raho e Giovanni Russo sulle attività in questione, mentre l’inchiesta di Perugia fa emergere un sistema di “mercato delle informazioni” che andava oltre la sua gestione.
Giuliano Foschini su Repubblica

Confindustria non serve più. Confindustria è criticata per la sua burocrazia e incapacità di influenzare la politica, simile ai difetti sindacali ma priva dei loro pregi; nonostante i cambi di leadership, non vi sono stati miglioramenti significativi. L’organizzazione richiede un alto consenso di candidatura per le sue elezioni presidenziali, alimentando sudditanza e malcontento tra gli industriali che la percepiscono lontana dai loro bisogni. Nel prossimo rinnovo dei vertici, i candidati Edoardo Garrone e Emanuele Orsini competono per la presidenza, ma molti imprenditori si sentono ancora poco rappresentati e ostacolati da un sistema che non supporta adeguatamente le imprese.
Maurizio Belpietro sulla Verità

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