Rassegna stampa 19 aprile

SICUREZZA

La pace va difesa. Roberto Cingolani sostiene che l’Europa deve confrontarsi con la necessità di difendersi in un contesto di nuove sfide internazionali come quelle evidenziate da tensioni in Ucraina e Medio Oriente. Indica che la pace va attivamente salvaguardata e propone un approccio comune a livello europeo in materia di difesa. Sottolinea la necessità di un cambio di approccio con possibili fusioni tra aziende europee del settore della sicurezza e ammette che questo percorso non sarà semplice, data la complessità e il ritardo accumulato. Cingolani afferma che un’Europa più forte e sicura non sostituirebbe l’Alleanza Atlantica, ma la rafforzerebbe, e parla della possibilità che Mario Draghi possa assumere un ruolo di leadership in una ipotetica struttura di difesa europea
Ruggiero Montenegro su Foglio

Coffee break. L’ad di Leonardo Roberto Cingolani è intervenuto a Coffee break su La7 per parlare di investimenti nella difesa.
su La7

Urge difesa comune. Il nuovo concetto di sicurezza globale, la problematica della frammentazione della difesa europea, le sfide dell’interoperabilità tra piattaforme e della carenza internazionale di figure STEM, i vantaggi della digitalizzazione, dell’IA e della robotica: sono i temi affrontati dall’AD e DG di Leonardo, Roberto Cingolani, in un’intervista ad Affaritaliani.it.
su affariitaliani.it

Via le spese militari dal Patto. Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha proposto di escludere le spese per la difesa dal Patto di Stabilità europeo, sottolineando l’impossibilità di raggiungere il 2% del Pil per la difesa senza ridurre i fondi destinati a salute, istruzione e sociale, specialmente in un periodo di crisi. Criticando l’Europa per la sua incapacità di prendere decisioni rapide in un momento critico, Crosetto ha enfatizzato che democrazia, velocità e pragmatismo devono essere coniugati per affrontare le sfide attuali. Inoltre, ha evidenziato le difficoltà italiane nel rafforzare la produzione di difesa a causa di decenni di disinvestimento e una burocrazia che rallenta l’espansione industriale, confrontandola con l’economia di guerra russa più efficace in tale ambito
su Corriere della Sera

Boeing. L’ingegnere Sam Salehpour ha testimoniato davanti a una commissione del Senato statunitense esprimendo preoccupazioni per la sicurezza del 787 Dreamliner, affermando che i metodi abbreviati di produzione potrebbero compromettere la sicurezza dei velivoli. Ha accusato Boeing di ignorare queste problematiche e di punirlo per aver sollevato la questione. Sebbene Boeing abbia riconosciuto di aver apportato modifiche ai metodi produttivi, sostiene che la durabilità dell’aereo non sia stata compromessa. Durante l’udienza, non era presente nessun rappresentante di Boeing, ma la compagnia aerea è in trattative con il Senato per fornire documenti e testimonianze. Altri testimoni hanno presentato testimonianze riguardo alle preoccupazioni per la sicurezza, mentre il comitato del Senato ha minacciato di usare i suoi poteri di citazione per ottenere la totale trasparenza e insistito sulla necessità di risolvere eventuali difetti tecnici prima dell’imbarco dei passeggeri. –
Mark Walker su New York Times

Boeing. Roy Irvin, un manager della qualità di Boeing in pensione, ha sollevato preoccupazioni sulla cultura produttiva dell’azienda, in cui i dipendenti erano scoraggiati dal segnalare problemi, in particolare con i jet 787 Dreamliner. Un altro informatore, Sam Salehpour, ha criticato il processo di produzione per aver lasciato vuoti inaccettabili nelle giunzioni del 787. Sono state organizzate audizioni per esaminare le pratiche della Boeing, rivelando una cultura che temeva ritorsioni per chi parlava di problemi di sicurezza e qualità. Nonostante la Federal Aviation Administration abbia creato una commissione indipendente per rivedere le procedure di Boeing, le preoccupazioni per le ritorsioni e l’anonimato rimangono. La Boeing sta cercando di affrontare questi problemi, incoraggiando il feedback dei dipendenti e dichiarando un recente aumento delle segnalazioni interne, anche se si trova ad affrontare critiche sul controllo della qualità e cambi di leadership.
Sharon Terlep su Wall Street Journal Usa

In Africa si gioca il futuro dell’Europa. Marco Minniti, ex ministro dell’Interno e presidente della fondazione Med-Or, sottolinea l’uso politico delle migrazioni e dei movimenti di persone nell’ambito della geopolitica mondiale, specialmente da parte della Russia in Africa. La risposta europea è stata finora inadeguata, come dimostra l’accordo sull’asilo che non supera il trattato di Dublino e non affronta il problema dei movimenti primari di persone. Minniti propone la necessità di una visione politica più ampia che concili sicurezza e solidarietà e appoggia accordi come quello recente tra Italia e Tunisia, fondamentali per la stabilità del Mediterraneo. Sottolinea che l’Europa e l’Africa saranno sempre più connesse a causa dello squilibrio demografico e invita a cooperare maggiormente con il sud del mondo, rimarcando l’importanza di non soccombere al caos o a influenze esterne come quelle russe
Gianluca de Rosa su Foglio

Aiuti per Kiev. Ieri il ministro della Difesa si è sfogato contro i produttori – in cima alla lista c é Mbda, anche se non fa nomi – che vanno troppo a rilento. «Sono arrabbiato, l’Italia ha ordinato sistemi Samp-T due anni fa, l’industria che ha la commessa dice che li consegnerà fra tre anni: pensate si possa difendere il Paese con questi tempi?». L’allarme ha un antefatto. La pioggia di missili e droni iraniani contro Israele – abbattuti dal formidabile sistema Iron dome e dalla contraerea – ha fatto sussultare i Paesi Nato
Francesco Bechis su Messaggero

Patriot urgenti. Lo scorso anno, Roma e Parigi hanno autorizzato un ordine di 700 missili (2 miliardi di euro) al produttore Mbda, da destinare all’Ucraina, missili che però potrebbero arrivare non prima di un anno. Perché oltre al dispiegamento dei sistemi di difesa aerea, il problema sono soprattutto i missili e le munizioni. Ieri a Capri Kuleba ha avuto un bilaterale anche con la ministra degli Esteri giapponese Kamikawa: la diplomazia ucraina si sta rivolgendo anche a partner geograficamente lontani per raggiungere soluzioni. Alla fine dello scorso anno, con una decisione storica, Tokyo aveva aggirato il divieto postbellico di esportare armamenti, e aveva deciso di produrre ed esportare missili Patriot verso gli Stati Uniti.
Giulia Pompili su Foglio

Informati ma esclusi. L’Italia, informata dagli USA di un’operazione in difesa di Israele contro un attacco iraniano, è stata esclusa dall’intervento militare, il quale ha visto la partecipazione di Gran Bretagna e Francia. Secondo interpretazioni, le ragioni dell’esclusione italiana varierebbero da limitazioni costituzionali che avrebbero richiesto l’approvazione parlamentare all’intervento, fino alla mancanza di fiducia negli esponenti del governo italiano. Nonostante la stretta collaborazione con l’intelligence USA, l’Italia non ha partecipato attivamente, anche a causa di considerazioni sulla sicurezza dei soldati italiani in Libano e politiche nazionali di impegno esclusivamente in operazioni difensive o di peacekeeping. Il governo italiano e l’UE si trovano ora a riflettere sulla propria posizione e ruolo in vista delle crescenti minacce globali, come gli attacchi terroristici e l’aggressione russa in Ucraina.
Paol Mastrolilli su Repubblica

Dateci i Patriot. Durante il vertice G7 a Capri, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha richiesto sistemi di difesa aerea come i Patriot, sottolineando l’urgenza di questa necessità visto l’aggressione russa. La Germania si è impegnata a inviare altri moduli di Patriot, e il segretario della NATO Stoltenberg sottolinea che ogni ritardo comporta più vittime. L’Italia, che dispone di sistemi Samp-T, è sotto pressione per contribuire; tuttavia, il ministro della Difesa italiano segnala la limitata disponibilità di sistemi. L’utilizzo di beni russi confiscati per finanziare la difesa ucraina è supportato dall’Italia, che richiede una base giuridica per procedere. I ministri G7 si sono pronunciati unanimi sul supporto a Kiev e su future sanzioni contro l’Iran.
Francesca Schianchi su Stampa

Export record. Nel 2023, l’export italiano di materiali e sistemi d’arma ha raggiunto i 6,311 miliardi di euro rispetto ai 5,2 miliardi di euro del 2022, una crescita pari al 24,4%. Per quanto riguarda la “classifica” dei singoli Paesi destinatari delle nostre esportazioni belliche, al primo posto c’è la Francia con 465,4 milioni di euro, seguita dall’Ucraina con 417,3 milioni di euro
_su Rivista Italiana Difesa _

Cina e Usa schiacciano l’Ue. Enrico Letta e Mario Draghi nelle loro analisi sostengono la necessità di un’Europa più sovrana, indipendente e competitiva di fronte agli attuali giganti economici come Cina e Stati Uniti. Il dossier evidenzia la posizione svantaggiosa dell’Europa nel settore tecnologico e della difesa, con i cinesi che dominano il mercato dei pannelli solari e gli americani che attirano le capacità manifatturiere europee tramite politiche protezionistiche e incentivi interni. A fronte dell’aumento della ricchezza pro capite negli USA, l’Europa è rimasta indietro a meno della metà di quella crescita, suscitando discussioni su integrazione interna e strategie competitive non sufficientemente efficaci. Infine, il crescente protezionismo esterno ha eroso mercati europei cruciali, come le telecomunicazioni e la produzione farmaceutica, mentre gli investimenti in difesa europei finiscono per finanziare industrie extra-europee, un’inversione rispetto alla pratica statunitense di favorire le proprie aziende
Alessandro Barbera su Stampa

Nuovi investimenti. «La Puglia cresce, ci sono buoni segnali per l’economia e per il lavoro»: è la fotografia di Stefano Prezioso, vicepresidente di Svimez ospite oggi della prima giornata di Expojob a Miggiano, in provincia di Lecce. Tra le sfide quella delle infrastrutture. «Ma servono nuovi investimenti sul modello Leonardo», aggiunge Prezioso.
Pierpaolo Spada su Quotidiano di Puglia edizione Brindisi

Grottaglie. La crisi Leonardo preoccupa per il futuro del suo stabilimento di Taranto, già sede di Space Software Italia e ora centro di elaborazione software per la difesa. La struttura, con 150 dipendenti e circa 20 addetti dell’indotto, rischia la chiusura, con la possibilità di trasferimento e cassa integrazione a Grottaglie. Per affrontare l’allarme, i consiglieri comunali Lo Muzio e Fiusco hanno organizzato un incontro con il presidente di Leonardo SpA, Stefano Pontecorvo, per chiedere chiarimenti sul possibile trasferimento e sul futuro del sito. Fiusco, preoccupato, enfatizza l’importanza del sito per il tessuto occupazionale e intellettuale di Taranto e lotta per evitare la chiusura di questa eccellenza lavorativa.
su Taranto Buonasera

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Il Pil 2024 e 2025 dipendono dal Pnrr. Il Documento di economia e finanza (Def) sottolinea l’importanza cruciale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per la crescita economica dell’Italia, prevedendo che l’attuazione del Pnrr sarà responsabile del 90% dell’aumento del Pil previsto per il 2024. Mentre il contributo del Pnrr è stato marginale negli anni 2021-2023, si stima che avrà un ruolo predominante nel periodo 2024-2026, rappresentando il 73-83% della crescita stimata. Questa spinta richiede un’accelerazione della spesa, la quale limita il margine per altre misure economiche. Nonostante ci sia stata una realizzazione finanziaria inferiore alle aspettative fino al 2023, con un impegno di spesa minore rispetto alle stime iniziali, è essenziale ora aumentare l’attuazione per sostenere la crescita prevista, in particolare alla luce del rafforzamento degli investimenti pubblici previsti fino al 2026. La Camera ha concluso l’esame del quarto decreto Pnrr, aprendo ufficialmente la fase critica dell’attuazione del piano aggiornato, che sarà decisiva per la crescita e la finanza pubblica italiane
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

Giorgetti rassicura il Fmi. Durante gli Spring Meetings, il Ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha rassicurato il FMI sulla sostenibilità del debito italiano, citando l’effetto una tantum del Superbonus come distorsione temporanea dei dati di deficit e debito. Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, si è espresso in modo prudente sulle previsioni positive di crescita e ha evitato di anticipare movimenti sui tassi BCE, sebbene abbia notato progressi sulla disinflazione. Entrambi i funzionari hanno ribadito l’impegno italiano nel sostenere l’Ucraina, pur evidenziando i rischi per la stabilità finanziaria legati al sequestro dei beni russi. Al vertice del G7 dei ministri finanziari è stata discussa anche la situazione critica dell’Ucraina e l’uso degli asset russi congelati, una questione complessa con implicazioni legali che richiederà ulteriori approfondimenti prima del summit dei capi di governo a giugno.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Fmi: risanare i conti pubblici. Durante le riunioni a Washington, Kristalina Georgieva, direttrice del FMI, ha sottolineato l’importanza di piani per il risanamento dei conti pubblici ed ha evidenziato come politiche di bilancio prudenti possano contrastare l’inflazione. Fabio Panetta della Banca d’Italia prevede possibili cambiamenti sui tassi d’interesse a giugno, in un periodo di bassa crescita nell’Eurozona. Mentre il debito pubblico mondiale è prossimo al 100% del PIL per il 2029, la Cina si trova ad affrontare la sfida di riorientare la propria economia verso la domanda interna e risolvere la crisi immobiliare. La questione dell’utilizzo dei beni congelati della Russia e l’appoggio finanziario all’Ucraina sono al centro dei dibattiti, insieme alle tensioni commerciali scatenate dalla politica tariffaria degli Stati Uniti contro la Cina, che ha risposto minacciando contromisure per difendere il proprio export.
Gianluca di Donfrancesco su Sole 24 Ore

Mercato unico dei capitali. I leader dei 27 paesi membri dell’UE hanno concordato sulla necessità di un mercato unico finanziario più integrato discutendo la possibile armonizzazione dei diritti fallimentari e una supervisione comune per i grandi attori di mercato. Il presidente francese Macron ha enfatizzato questa necessità, mentre il dibattito si è rivelato complesso e controverso a causa delle potenziali minacce alla specializzazione economica di alcuni paesi. Gli stati membri hanno avuto opinioni divergenti, con alcuni come l’Irlanda e i Paesi Bassi preoccupati per la potenziale perdita di controllo sui loro mercati finanziari. L’obiettivo è trovare mezzi per finanziare le future esigenze europee nel campo dell’ambiente e del digitale, benché siano previsti percorsi complicati e prolungati per raggiungere un’integrazione finanziaria effettiva
Beda Romano su Sole 24 Ore

Divisi sul mercato unico dei capitali. Il Consiglio europeo ha affrontato discussioni economiche cruciali per la competitività della UE rispetto a USA e Cina, toccando tematiche delicate come la sovranità degli Stati membri. Tensioni sono emerse durante il dibattito sul futuro del Mercato interno, basato sulla relazione dell’ex premier Enrico Letta, con particolare attenzione all’Unione del mercato dei capitali. Se paesi grandi come Italia, Francia, Germania e Spagna spingono per progredire, i paesi con vantaggi fiscali e quelli del Nord si mostrano preoccupati per rischi di armonizzazione e supervisione centralizzata. Nonostante le resistenze, il Consiglio ha convenuto su un compromesso, sollecitando l’avanzamento verso armonizzazione del diritto fallimentare, convergenza delle condizioni commerciali per imprese e rafforzamento della vigilanza europea, di cui è stato incaricato il presidente Charles Michel per coordinare gli sforzi.
Francesca Basso su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Trichet: Draghi ha ragione. Jean-Claude Trichet, ex presidente della BCE, sostiene che l’Europa necessita di un’unità politica più stretta, una difesa comune e unione bancaria e dei mercati dei capitali per resistere alla competizione globale. L’intensificarsi delle minacce esterne e la possibile assenza dell’ombrello protettivo USA rendono un’Europa unita nella difesa e nella sicurezza un bisogno critico. Trichet condivide la visione di Draghi sulla necessità di una profonda integrazione europea per mantenere la competitività contro Stati Uniti e Cina, e riconosce i progressi economi e politici già realizzati dalla creazione dell’euro e nei successi industriali come Airbus. Rispetto alle sfide interne, vede gli Stati nazionali europei e il protezionismo globale come minacce alla coesione dell’UE, e ritiene imprescindibile l’avanzamento verso un unico mercato bancario e finanziario per competere a livello globale. Infine, Trichet sottolinea l’importanza della fiducia dei risparmiatori per sostenere gli investimenti necessari nell’innovazione e nelle infrastrutture verdi e digitali dell’Europa.
Adriana Cerretelli su Sole 24 Ore

Ci servono i Patriot. Il governo ucraino ha ribadito l’urgente necessità di rafforzare le sue difese aeree, attualmente deboli, per contrastare la Russia, richiedendo sistemi di difesa missilistici Patriot, capaci di intercettare i missili ipersonici russi. Il presidente ucraino Zelensky sostiene che siano necessarie almeno 25 batterie Patriot per coprire tutto il paese, anche se altre fonti ne suggeriscono solo sette. I Paesi occidentali, che dispongono di circa 100 batterie Patriot, sono riluttanti a fornirne all’Ucraina per motivi di sicurezza, economici e politici. Di recente, la Germania ha promesso di inviare sistemi Patriot in Ucraina, ma non ne sono ancora arrivati, mentre in Ucraina cresce il malcontento verso gli Stati Uniti per la percezione di un doppio standard nelle politiche di aiuto agli alleati. Il caso di Israele, che ha ricevuto un miliardo di dollari dagli USA per rifornire i suoi intercettori Tamir, esaspera il senso di disuguaglianza vista l’attesa di fondi promessi a Kiev.
Marta Serafini su Corriere della Sera

G7 e beni russi congelati. Il G7 a Capri ha evidenziato l’urgenza espressa dall’Ucraina di ricevere ulteriore sostegno, con il ministro degli Esteri ucraino Kuleba che richiama le cancellerie occidentali a un’azione rapida. Gli Stati Uniti, attraverso Antony Blinken, esercitano pressione sugli alleati europei affinché gli asset russi congelati, soprattutto in Europa, vengano utilizzati a sostegno dell’Ucraina. La questione suscita preoccupazione in Italia, dove il governo Meloni esprime la volontà di aiutare ma evidenzia la necessità di una base giuridica per utilizzare i beni sequestrati. Il ministro Guido Crosetto sottolinea che l’Italia ha già dato molto nella difesa ucraina, svuotando i magazzini, con tempi di produzione lunghi per i nuovi sistemi antimissile. La conclusione del G7 dovrebbe chiarire l’impegno concreto che seguirà.
Serenella Mattera su Repubblica

Pace giusta per l’Ucraina. Durante la sua visita nella base NATO di Novo Selo in Bulgaria, il presidente italiano Sergio Mattarella ha ringraziato i militari italiani per il loro impegno a garantire la pace e la sicurezza, evidenziando il ruolo dell’Italia nel deterrenza delle minacce. Mattarella ha espresso preoccupazione per le crescenti tensioni internazionali e la necessità di un impegno europeo più forte in difesa, in risposta alle minacce all’ordine internazionale. Ai primi di maggio, il presidente parlerà all’ONU, enfatizzando l’importanza del multilateralismo e della diplomazia. Ha inoltre sottolineato la necessità di una risposta europea alle tentazioni autocratiche e illiberali, concludendo con un appello alla memoria e alle lezioni della storia
Concetto Vecchio su Repubblica

Teheran minaccia. L’Iran ha avvertito Israele che potrebbe rivedere la sua politica nucleare, finora dichiarata pacifica, se le sue strutture atomiche fossero minacciate. Le tensioni sono aumentate dopo l’attacco dell’Iran con droni e missili su Israele nel fine settimana. Come risposta, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno annunciato nuove sanzioni contro il programma dei droni iraniani. L’Iran sostiene che il suo attacco era una rappresaglia per un raid aereo israeliano a Damasco, mentre gli Stati Uniti e gli alleati occidentali spingono Israele alla moderazione per evitare un conflitto più ampio nel Medio Oriente. Israele non ha ancora risposto, ma ha promesso di difendersi, come anche l’Iran ha promesso di fare lo stesso di fronte a eventuali attacchi su di sé
Claire Jones su Financial Times

No alla Palestina all’Onu. Gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione dell’ONU che avrebbe riconosciuto la Palestina come Stato membro a pieno titolo, attenendo alle richieste di Israele e rendendo più lontana la possibilità di de-escalation nell’area. Durante un incontro a Doha, il ministro degli esteri turco e il capo politico di Hamas hanno discusso della possibilità di uno Stato palestinese e del disarmo di Hamas, ma il veto statunitense fa da ostacolo.
Paolo Brera su Repubblica

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Draghi? Oggi è filosofia. Giorgia Meloni, in visita a Bruxelles, esprime la necessità di un’Unione Europea riformata entro giugno, manifestando una divergenza tra piccoli e grandi Stati sui cambiamenti da apportare. Discute sulla possibilità di Mario Draghi di ottenere una carica apicale all’interno dell’UE, ma rimarca che le decisioni dovrebbero seguire il voto democratico. Riafferma il sostegno italiano alla creazione di debito comune per sfide come la difesa europea e la transizione energetica, e difende la propria posizione riguardo alla diffamazione e al controllo della stampa, bollando alcune voci come fake news. Infine, su questioni internazionali, dichiara di seguire le indicazioni sul sostegno all’Ucraina e discute con la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, su temi quali immigrazione e crisi nel Mediterraneo
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

L’aborto spacca la destra. La maggioranza alla Camera ha respinto un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico che mirava a difendere il diritto all’interruzione di gravidanza nei consultori, tuttavia 18 deputati, tra cui 15 leghisti, si sono astenuti dal voto, mostrando una frattura all’interno della destra. Nel frattempo, il governo si è scontrato con la regione Emilia-Romagna sulla questione del fine vita. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accusato la sinistra di intentare false notizie e ha sostenuto che il suo governo non mira a modificare la legge 194 sull’aborto, ma a garantire scelte libere. La sinistra contesta fortemente l’emendamento introdotto da Fratelli d’Italia che permette la presenza di associazioni “Pro Life” nei consultori, definendola un’intrusione nei diritti acquisiti dalle donne italiane. Nel contesto europeo, la questione dell’aborto in Italia mostra un contrasto evidente con la Francia dove è stato recentemente inserito nella Costituzione, mentre l’Italia sembra fare passi indietro senza modificare direttamente la legge, ma rendendola più difficile da praticare nel reale
Giovanna Casadio su Repubblica

COMMENTI E CONTRIBUTI

L’Ucraina non può combattere a mani nude. Oleksandra Matviichuk, capo del Centro per le libertà civili di Kiev e vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2022, mette in luce la disperata situazione in Ucraina, dove i soldati affrontano l’imminente pericolo senza l’artiglieria pesante necessaria per difendersi dagli attacchi russi. Durante una conferenza negli Stati Uniti, Matviichuk enfatizza la tardiva consegna di armi vitali a causa della politica interna americana e descrive i crimini di guerra e le atrocità documentate dalla sua organizzazione. Sottolinea inoltre l’errore di accettare un accordo prematuro con la Russia come già successo nel 2014, che porterebbe solo a ulteriori attacchi russi e immorale occupazione. Matviichuk insiste sulla necessità di un sostegno più forte per l’Ucraina per sconfiggere l’ideologia autoritaria russa e preservare valori fondamentali come i diritti umani, la democrazia e la libertà, riconoscendo il generoso supporto estero ricevuto ma sollecitando aiuto immediato
Oleksandra Matviichuk su Financial Times

Draghi: a chi giova?. Il dibattito sull’eventuale futuro ruolo europeo di Mario Draghi si è affievolito dopo una breve fiammata causata dal suo discorso critico sull’Unione Europea, rimanendo soprattutto un argomento di discussione interna all’Italia. Il presidente francese Macron e la premier italiana Giorgia Meloni concordano sulla necessità di valutare i nuovi equilibri del Parlamento europeo prima di affrontare la questione delle cariche UE. In Italia, Draghi influisce sul dibattito pre-elettorale: il suo nome è invocato dall’alleanza Bonino-Renzi e da Calenda di Azione per attrarre voti, nonostante i sondaggi mostri che la divisione in due liste centriste non sia strategica. Draghi potrebbe rivitalizzare l’area riformista del PD, ma la segretaria Elly Schlein sembra non apprezzare le sue idee, dimostrando un dissenso interno al partito.
Stefano Folli su Repubblica

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