Rassegna stampa 2 luglio

SICUREZZA

Boeing acquisirà Spirit. Boeing ha finalizzato l’accordo per l’acquisizione di Spirit AeroSystems per 4,7 miliardi di dollari, un’operazione che riunisce il produttore di aerostrutture con Boeing dopo vent’anni di separazione e che fa seguito a trattative che hanno coinvolto anche Airbus. La transazione include il debito netto di Spirit, portando il valore totale a circa 8,3 miliardi di dollari, mentre Airbus ha concordato di rilevare parte del lavoro di Spirit sui suoi programmi A220 e A350, ricevendo un compenso per assorbire le operazioni in perdita. L’acquisizione rientra nella strategia di Boeing di migliorare la sicurezza e la gestione della qualità all’interno dei suoi sistemi di produzione; la chiusura dell’operazione è prevista per la metà del 2025.
Arash Massoudi su Financial Times

Boeing ricompra Spirit. Boeing ha annunciato l’acquisizione di Spirit AeroSystems per 4,7 miliardi di dollari, in un’operazione che include anche la cessione di alcune attività di Spirit ad Airbus per 559 milioni di dollari. L’acquisizione, che segue una serie di incidenti legati al modello 737 Max e crescenti pressioni finanziarie su Spirit, mira a rafforzare il controllo di Boeing sulla produzione dei suoi aerei. La mossa strategica di Boeing è volta a stabilizzare la catena di fornitura e a migliorare la qualità e l’efficienza produttiva in un periodo di tensioni finanziarie, con perdite significative nei recenti trimestri.
su Sole 24 Ore

Rivoluzione culturale. Boeing, nella sua fabbrica di Renton a Seattle, sta affrontando una rivoluzione culturale per superare la grave crisi causata dai guasti ripetuti dei suoi aerei, come i crash dei 737 MAX, e sta implementando un piano di trasformazione che enfatizza la qualità e la sicurezza piuttosto che la produttività. La società è sotto pressione a causa delle tensioni sociali, manifestazioni sindacali e la controversa uscita del CEO Dave Calhoun con una buonuscita di 33 milioni di dollari, mentre negozia aumenti salariali in un clima di insoddisfazione generale. Boeing sta rallentando le cadenze di produzione per integrare nuove procedure di sicurezza e qualità, e sta affrontando la sfida di formare un’ampia forza lavoro rinnovata, con l’obiettivo di ristabilire la fiducia del pubblico nei suoi aerei.
Bruno Trévidic su Echos

Boeing si rilancia. Boeing ha confermato l’acquisizione del suo principale fornitore, Spirit AeroSystems, per 4,7 miliardi di dollari, in un tentativo di rilancio dopo una serie di problemi produttivi. L’accordo, che inizialmente prevedeva un pagamento in contanti agli azionisti di Spirit, è stato modificato per essere effettuato in azioni Boeing, a seguito del calo del 30% del valore delle azioni Boeing dopo l’incidente del 5 gennaio. L’operazione, che porta il valore totale a 8,3 miliardi di dollari considerando il debito assunto, mira a rafforzare il controllo di Boeing sulla catena di approvvigionamento. Parallelamente, Airbus ha raggiunto un accordo per acquisire parte delle attività di Spirit, compresa la produzione di componenti per gli A350 e A220, per un euro simbolico e un pagamento aggiuntivo da parte di Spirit. Infine, Boeing deve decidere se dichiararsi colpevole o affrontare un processo in un caso legale separato relativo ai disastri del 737 MAX.
Véronique Billon su Echos

Doppia batosta. Unioni, politici e leader aziendali in Irlanda del Nord hanno espresso preoccupazione per l’incertezza che gravita sul futuro di due dei principali datori di lavoro del paese, in seguito alla mossa di Airbus di assumere il controllo di parti dell’operazione di Spirit AeroSystems a Belfast, suscitando timori per la sicurezza dei posti di lavoro. La negoziazione delle azioni di Harland & Wolff è stata sospesa temporaneamente a causa del ritardo nella pubblicazione dei conti, mentre l’azienda, che ha subito pesanti perdite, ha richiesto una garanzia governativa di £200 milioni per sostenere le sue finanze. I leader sindacali e politici stanno chiedendo garanzie per i lavoratori e la protezione dell’industria aeronautica locale, enfatizzando l’importanza di prevenire lo smantellamento degli asset e la delocalizzazione della produzione.
James Hurley su Times

Una scheda di lavoro. Un Boeing 737 di Alaska Airlines ha perso un otturatore di porta in volo a causa di una serie di negligenze durante l’assemblaggio, con quattro bulloni di fissaggio mancanti e nessuna documentazione scritta dell’intervento. La direttrice della qualità di Boeing, Elizabeth Lund, ha rivelato che l’errore è stato causato dall’assenza di una scheda di lavoro che avrebbe informato le squadre sulle operazioni eseguite e su quelle da fare, portando alla consegna dell’aereo con il pannello mal fissato. Il NTSB ha criticato Boeing per aver comunicato sull’incidente in corso di indagine e ha limitato l’accesso dell’azienda alle informazioni sull’avanzamento delle indagini, mentre l’audizione del caposquadra responsabile, attualmente in malattia, potrebbe chiarire ulteriormente le cause dell’incidente.
su Echos

Investimenti a Grottaglie. Si è tenuto a Roma il secondo incontro tra i vertici di Leonardo e i rappresentanti sindacali per discutere il futuro dello stabilimento di Grottaglie, con particolare attenzione agli investimenti e all’impatto lavorativo dell’introduzione del convertiplano AW609. Mentre l’azienda propone la sospensione della produzione di Boeing e l’apertura di una procedura di cassa integrazione per gestire la transizione al 2025, i sindacati suggeriscono di rallentare le attività senza fermarle, per proteggere i lavoratori. Il dialogo tra le parti continua, con un nuovo incontro previsto per il 15 luglio e assemblee sindacali in programma per decidere le prossime azioni, enfatizzando l’importanza di un piano industriale solido e della tutela dei lavoratori.
su Mattino Puglia e Basilicata

Quattro mesi di cassa. Durante un incontro tra Leonardo e i sindacati metalmeccanici a Roma, è stata confermata la cassa integrazione ordinaria di quattro mesi per lo stabilimento di Grottaglie, dovuta alla riduzione della produzione delle fusoliere del Boeing 787. Leonardo punta a diversificare la produzione introducendo la seconda linea di assemblaggio del convertiplano AW609, mentre i sindacati chiedono di rallentare la produzione anziché fermarla, per proteggere i lavoratori. La situazione rimane in discussione, con un ulteriore incontro previsto per il 15 luglio, mentre i sindacati valutano azioni future e sottolineano l’importanza di un piano industriale solido per i lavoratori e l’indotto.
su Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Taranto

Intesa vicina sui carri armati. Leonardo è in trattative avanzate con Rheinmetall per formare un’alleanza italo-tedesca nella produzione di nuovi carri armati e veicoli blindati per l’Esercito italiano, con una spesa stimata di 20 miliardi di euro in dieci anni. L’accordo prevede che Leonardo apporti modifiche ai prodotti Rheinmetall, come il carro armato Panther e il veicolo blindato Lynx, per l’elettronica e le torrette, inserendosi così nel mercato degli armamenti terrestri. Un Memorandum of understanding tra i due gruppi è previsto a breve, con Leonardo che mira a un ruolo significativo nella produzione e a un posto nel progetto del futuro carro armato pesante europeo, il Main ground combat system (Mgcs).
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore

28 Centauro. Il Consorzio Iveco-Oto Melara (CIO) ha firmato un contratto il 27 giugno con la Direzione degli Armamenti Terrestri di Segredifesa per fornire gli ultimi 28 veicoli di supporto al fuoco Centauro II 8×8 all’Esercito Italiano, completando così la consegna di 150 unità, inclusi 10 anni di supporto logistico. Il Centauro II, pienamente operativo e dotato di una nuova architettura digitale e di una torretta HITFACT con cannone da 120 mm, sostituirà i vecchi Centauro con cannone da 105 mm entro il 2030. Questo aggiornamento fa parte della ristrutturazione dell’Esercito Italiano, che include la trasformazione di alcune unità pesanti in unità medie e la digitalizzazione nell’ambito del programma Forza NEC.
su janes.com

Ordine record. Secondo le proprie informazioni, la Rheinmetall ha ricevuto dalla Bundeswehr un ordine record per la fornitura di camion militari. È stato firmato un accordo quadro che prevede la consegna di un massimo di 6.500 veicoli per un valore massimo di 3,5 miliardi di euro, ha annunciato lunedì Rheinmetall. La commissione per il bilancio del Bundestag ha stanziato i fondi a fine giugno. Sono stati ordinati immediatamente 610 veicoli per un valore di oltre 300 milioni di euro e quest’anno ne verranno consegnati 250. La parte del leone viene finanziata attraverso il fondo speciale della Bundeswehr del valore di 100 miliardi di euro. Rheinmetall effettuerà l’ordine nel terzo trimestre dell’anno finanziario 2024.
su Frankfurter Allgemeine

Spd per la Difesa. La SPD vuole dare all’industria della difesa maggiore sicurezza nella pianificazione finanziaria, accelerare il processo di appalto e, se necessario, effettuare investimenti statali in aziende rilevanti del settore. Ciò emerge da un piano in dieci punti che il gruppo di lavoro economico è stato incaricato di elaborare e che sarà adottato martedì dal gruppo parlamentare SPD. “Vogliamo rafforzare l’industria della sicurezza e della difesa in Germania e in Europa”, si legge nel documento di nove pagine messo a disposizione dell’Handelsblatt. Perché è “la base affinché la Bundeswehr e gli eserciti dei nostri paesi partner possano soddisfare le crescenti esigenze di politica di sicurezza e di difesa”. Dopo il PLR e l’Unione, che hanno già presentato i propri concetti per l’industria della difesa, ora si posizionano anche i socialdemocratici. Si cerca di tenere conto di tutte le correnti del partito. Da un lato è importante sostenere la svolta annunciata dal cancelliere Olaf Scholz in termini di politica degli armamenti.
Frank Specht su Handelsblatt

Droni. La tecnologia dei droni ha rivoluzionato le strategie belliche contemporanee, come dimostrato dal conflitto in Ucraina e analizzato in nuove pubblicazioni che offrono prospettive inedite. I droni, inizialmente concepiti per operazioni in ambienti ostili e influenzati dall’industria cinematografica, sono diventati strumenti tattici che modificano la natura della guerra, trasformandola da scontro diretto a caccia, e riducendo il ruolo della politica nella gestione dei conflitti. Queste piccole macchine, sviluppate dalla creatività umana, hanno profondamente cambiato non solo la vita quotidiana, ma anche il futuro degli Stati e delle relazioni internazionali, influenzando la tattica militare e la strategia politica globale.
Marco Belpoliti su Repubblica

Digitale in crescita. Il mercato digitale italiano è in crescita, con un valore di 78,7 miliardi di euro nel 2023, e si prevede un aumento medio annuo del 3,9% fino al 2027, spinto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dal cloud e dall’intelligenza artificiale, secondo il rapporto di Anitec-Assinform. Il settore ICT mostra una crescita significativa, soprattutto nei servizi di cloud computing, cybersecurity e intelligenza artificiale, mentre il mercato dei dispositivi e sistemi è in calo a causa della diminuzione delle vendite di PC, laptop, tablet e TV. Il viceministro Valentino Valentini evidenzia il passaggio da un’economia di prodotto a un’economia di processo, sottolineando l’importanza della gestione dei dati e annunciando l’imminente pubblicazione del decreto attuativo di Transizione 5.0.
Andrea Biondi su Sole 24 Ore

Il digitale fa la differenza. Il digitale ha il potenziale di trasformare la didattica nelle scuole italiane, promuovendo l’inclusione sociale e migliorando l’apprendimento degli studenti, come dimostra la ricerca Nova Schol@ di Percorsi di secondo welfare. La vera didattica digitale va oltre la semplice didattica a distanza (Dad), incoraggiando metodi più interattivi e collaborativi, ma richiede un accesso equo agli strumenti tecnologici e una maggiore competenza digitale sia per gli insegnanti che per gli studenti. La ricerca evidenzia la necessità di combattere l’analfabetismo digitale e la diffusione delle fake news attraverso un uso positivo del digitale, sottolineando che l’accesso ai dispositivi è spesso limitato nelle aree più povere, il che accentua le disparità esistenti.
Giulio Sensi su Buone Notizie Corriere della Sera

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Speso solo lo 0,9%. La spesa dei fondi europei destinati all’Italia per il periodo 2021-2027 è bassa, con solo lo 0,9% dei 74 miliardi di euro effettivamente utilizzati a fine aprile, indicando una difficoltà storica delle regioni e dei ministeri nell’impiego di tali risorse. La Commissione europea ha esortato l’Italia a velocizzare l’attuazione dei programmi di coesione e a migliorare la capacità amministrativa, soprattutto a livello locale, per affrontare le disparità regionali e promuovere investimenti in ricerca, innovazione e infrastrutture. Le cause dello stallo includono l’effetto spiazzamento del Pnrr, che offre un meccanismo di erogazione più semplice, e una riforma della governance che ha centralizzato le competenze ma non ha ancora prodotto gli effetti sperati, con le regioni in attesa di risorse essenziali per il cofinanziamento dei fondi strutturali.
Giuseppe Chiellino su Sole 24 Ore

Frena il Pnrr bis. Il Piano Nazionale Complementare (PNC), che affianca il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con un finanziamento di 30,5 miliardi di euro per il periodo 2021-2026, sta affrontando difficoltà nella spesa dei fondi. A fine aprile 2023, solo 621 milioni dei 74 miliardi previsti per il periodo 2021-2027 sono stati spesi, e i pagamenti relativi al PNC sono fermi a 3,1 miliardi. La Corte dei conti ha rilevato che solo il 67,3% degli stanziamenti del PNC è stato effettivamente speso, con particolari ritardi nei settori sanitario, infrastrutturale e nelle aree terremotate, mentre si attende una nuova rimodulazione del piano dopo i tagli già subiti.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

I mercati festeggiano Le Pen. I mercati hanno reagito con cautela e un certo ottimismo dopo il primo turno delle elezioni politiche in Francia, con un allentamento dello spread tra i titoli di stato e un rialzo delle borse, segnalando un sollievo temporaneo dal rischio di un governo dell’Alleanza di sinistra. Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, aveva in vista un possibile nuovo incarico come commissario UE all’Economia, ruolo che avrebbe potuto svolgere con flessibilità, soprattutto in relazione alle sfide del Patto di stabilità europeo. Tuttavia, la situazione rimane complessa, con la Francia e l’Italia che devono affrontare la richiesta di Bruxelles di ridurre il deficit, e i mercati rimangono in attesa di vedere come si svilupperà la situazione politica e finanziaria in Francia.
Federico Fubini su Corriere della Sera

Restiamo vigili. Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (BCE), ha avvertito che, nonostante i progressi nella lotta all’inflazione, lo scenario economico rimane incerto e un “soft landing” non è assicurato. Durante il Forum BCE a Sintra, in Portogallo, ha sottolineato la necessità di rimanere vigili e non ha fornito indicazioni sui tempi di un eventuale nuovo taglio dei tassi d’interesse. Lagarde ha elogiato la resilienza del mercato del lavoro europeo, ma ha enfatizzato che la crescita economica è ancora incerta e che la politica monetaria deve essere prudente e basata sui dati.
Isabella Bufacchi su Sole 24 Ore

Orcel fa causa alla Bce. Unicredit ha presentato un ricorso al Tribunale dell’Unione Europea per contestare le richieste della BCE relative alla sua uscita dal mercato russo, ritenendo che le modalità richieste superino l’attuale normativa. La banca, sotto la guida di Andrea Orcel, ha ridotto significativamente la sua esposizione in Russia dal febbraio 2022, ma cerca chiarezza sugli obblighi imposti dalla BCE, temendo impatti negativi sulle sue operazioni. Unicredit ha richiesto una sospensione provvisoria della decisione della BCE mentre il procedimento è in corso, ricevendo il sostegno del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.
Luca Gualtieri su Mf

Nomine. L’assemblea di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) rischia una quarta fumata nera nella nomina del nuovo Cda, con la possibilità di un rinvio delle decisioni a fine settimana o inizio della prossima, a causa di disaccordi sulle nomine tra il Mef e le fondazioni azioniste. Nonostante la conferma di Giovanni Gorno Tempini come presidente e la designazione di due nuovi consiglieri, Lucia Calvosa e Luigi Guiso, permangono dubbi su altri cinque membri, con la necessità di rispettare gli equilibri di genere. Se non si raggiungerà un accordo, potrebbe ripetersi uno scenario simile a quello del 2018, quando la nomina del direttore generale fu oggetto di contesa politica, con la fumata bianca che arrivò solo al quarto tentativo.
Rosario Dimito su Messaggero

Il piano energia. Il governo italiano ha inviato alla Commissione Europea il nuovo Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), che prevede l’utilizzo di tutte le fonti energetiche, inclusa l’energia nucleare, che potrebbe coprire fino al 22% del fabbisogno elettrico nazionale entro il 2050. Il piano mira a raggiungere una quota del 39,4% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030, con obiettivi specifici per i settori elettrico, riscaldamento, trasporti e industria, e richiede un cambiamento degli stili di vita e un’accelerazione nell’installazione di impianti rinnovabili. Le opposizioni e le organizzazioni ambientaliste criticano il Pniec, sostenendo che privilegia il nucleare e il gas a scapito delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, nonostante i precedenti referendum in Italia contrari al nucleare e i rischi associati.
Enrico Marro su Corriere della Sera

Ponte per l’Ue. L’Italia mira a diventare un hub centrale nel Mediterraneo, collegando le sue infrastrutture con quelle europee, ma necessita di ammodernamenti e di un dialogo più efficace tra settore pubblico e privato per finanziare e realizzare le grandi opere. Paola Severino e il viceministro Edoardo Rixi enfatizzano l’importanza di completare i collegamenti alpini e di potenziare la rete autostradale e ferroviaria, mentre Roberto Tomasi di Autostrade per l’Italia sottolinea la necessità di aggiornare e decarbonizzare le infrastrutture esistenti. Infine, si discute l’importanza di una formazione manageriale pubblica di alto livello e di una riforma normativa per ridurre la burocrazia e incentivare gli investimenti privati, essenziali per finanziare i 130 miliardi di euro ancora necessari per le infrastrutture strategiche italiane.
Raffaele Ricciardi su Repubblica

Big tech nel mirino. La Commissione europea ha accusato Meta di violare il Digital Markets Act (DMA), imponendo ai consumatori una scelta tra pagare un abbonamento o consentire l’uso dei propri dati personali per la pubblicità mirata. Il commissario per il mercato interno, Thierry Breton, e la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, sostengono che tale pratica impedisce agli utenti di esercitare liberamente il diritto all’uso dei loro dati. Meta può ora difendersi dalle conclusioni preliminari della Commissione, che potrebbe adottare una decisione di non conformità e imporre sanzioni finanziarie entro marzo 2025.
Beda Romano su Sole 24 Ore

Rete a Kkr. Tim ha finalizzato la vendita della sua rete di telecomunicazioni a un consorzio guidato dal fondo di investimento statunitense KKR per 18,8 miliardi di euro, con la possibilità di raggiungere i 22 miliardi di euro se alcune condizioni saranno soddisfatte, permettendo a Tim di ridurre il debito di 14,2 miliardi di euro e ottenere circa 4 miliardi di liquidità. Il governo italiano, attraverso il Ministero dell’Economia, partecipa all’operazione con una quota del 16% e poteri di controllo, mentre Luigi Ferraris è stato nominato CEO della nuova FiberCop, che si impegnerà a sostituire la rete in rame con la fibra ottica. Il CEO di Tim, Pietro Labriola, ha dichiarato che la conclusione dell’accordo con KKR e il Ministero dell’Economia è il risultato di due anni e mezzo di lavoro e segna un nuovo inizio per l’azienda, che ora affronta le sfide future con un debito ridotto e senza la “protezione” della rete.
Federico de Rosa su Corriere della Sera

Nigeria. La Nigeria sta vivendo un esodo di multinazionali come Diageo, Procter & Gamble e Microsoft, a causa di sfide economiche come l’inflazione record, la debolezza della valuta locale e problemi infrastrutturali. Diageo ha venduto la sua partecipazione in Guinness Nigeria a Tolaram, mentre altre aziende hanno ridotto o cessato le operazioni, citando costi operativi crescenti e difficoltà logistiche. Il presidente Bola Tinubu ha introdotto riforme per migliorare la situazione, ma la Nigeria rimane a un bivio, con la speranza che nuovi investitori possano sfruttare le opportunità lasciate dalle multinazionali in ritirata.
Alberto Magnani su Sole 24 Ore

Anno nero. Il settore del traffico aereo ha vissuto un anno difficile, con un incremento record del 153% nei ritardi dei voli, causati principalmente da personale insufficiente e condizioni meteorologiche avverse. Nel solo fine settima preso in esame, migliaia di voli sono stati cancellati e decine di migliaia hanno subito ritardi significativi, lasciando milioni di viaggiatori bloccati, con aeroporti e compagnie aeree che si scambiano accuse e minacce di azioni legali. Le problematiche del 2022 non sono state risolte, e le criticità attuali, come la programmazione imprevedibile delle rotte aeree e la carenza di personale, suggeriscono che i disagi potrebbero persistere e addirittura peggiorare.
Leonard Berberi su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Unità. Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per la performance del Rassemblement National di Marine Le Pen nelle elezioni francesi, vedendo in questo un segnale positivo della crescente unità tra le forze di destra in Europa. Meloni ha rimarcato l’importanza della polarizzazione politica che favorisce le destre e ha evidenziato l’attesa dei risultati del secondo turno delle elezioni in Francia per definire una strategia a livello europeo, in particolare per la nomina del commissario italiano e il sostegno a Ursula von der Leyen. La premier italiana ha inoltre criticato il tentativo di demonizzare le forze di destra, sottolineando un trend di rifiuto di tale tattica sia in Italia che in Europa.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Basta demonizzare la destra. Giorgia Meloni critica la demonizzazione delle destre e auspica la caduta delle barriere politiche in Europa, esprimendo soddisfazione per i risultati della destra radicale in Francia. Il suo vice, Matteo Salvini, pianifica un incontro con Donald Trump negli USA, mirando a rafforzare i legami con la destra americana e anticipando un possibile cambio di potere. Nel frattempo, la competizione tra le destre europee si intensifica, con Salvini che valuta l’adesione al gruppo dei patrioti di Viktor Orbán, mentre Meloni, legata al suo ruolo istituzionale, deve mantenere un rapporto con l’attuale amministrazione americana.
Matteo Pucciarelli su Repubblica

Von der Leyen guarda ai Verdi. L’Ungheria, con il primo ministro Viktor Orbán, ha assunto la presidenza di turno dell’UE, suscitando preoccupazioni tra alcuni Stati membri a causa della sua politica illiberale e dei legami con Russia e Cina. La presidenza ungherese si concentrerà sulla propria “visione dell’Europa”, cercando di indirizzarla nella giusta direzione, nonostante le minacce passate di privare l’Ungheria del diritto di voto in Consiglio per violazioni dei valori fondamentali. Nel frattempo, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è impegnata a negoziare il sostegno per la sua rielezione, cercando di evitare alleanze con l’estrema destra e contando sul senso di responsabilità dei principali gruppi politici, mentre Orbán allarga la sua alleanza dei “Patrioti” con nuovi partiti, incluso uno italiano.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Aspettando Trump. Viktor Orbán, primo ministro ungherese, ha assunto la presidenza di turno dell’UE in un periodo cruciale, con un programma che omette condanne all’aggressione russa in Ucraina e ignora i diritti LGBTQ+, posizionandosi come un ideologo dei sovranisti reazionari. Il suo governo è visto come la quinta colonna di Putin in Europa e mira a unire gli Stati Uniti e la Russia sotto una visione del mondo che indebolisce l’UE. Orbán sta anche raccogliendo le forze delle destre più estreme, sfidando la leadership di Giorgia Meloni tra i sovranisti e rischiando di isolare ulteriormente l’Unione Europea con politiche anti-UE e scetticismo atlantista.
Claudio Tito su Repubblica

L’Italia voti Ursula. Mario Monti, ex primo ministro italiano, sostiene che per governare efficacemente nelle democrazie liberali è necessario un ampio consenso politico, piuttosto che affidarsi a un “uomo solo al comando”. Monti critica il sistema di governo dove il capo dell’esecutivo è eletto direttamente dal popolo, citando gli Stati Uniti e la Francia come esempi dove questo modello sta mostrando i suoi limiti. Inoltre, suggerisce che l’Italia dovrebbe supportare Ursula von der Leyen e la Commissione Europea per avere un ruolo più incisivo nell’UE, e raccomanda di aumentare il bilancio comune europeo, soprattutto per la difesa e la competitività, evitando di ricorrere agli aiuti di Stato nazionali.
Alessandro Barbera su Stampa

Basta veti sulle alleanze. Il fronte popolare e i liberali in Francia hanno formato un’alleanza per contrastare il Rassemblement National di estrema destra, con oltre 170 candidati che si sono ritirati in favore di questa coalizione. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), sostiene l’importanza dell’unità per fermare l’avanzata della destra in Europa, citando l’esempio francese e criticando la destra italiana per non prendere le distanze da atteggiamenti antisemiti e razzisti. Schlein evidenzia la necessità di un’alternativa politica solida e credibile, basata su giustizia sociale, lavoro dignitoso e diritti, e condanna l’occupazione politica della Rai e l’assunzione di personale legato a partiti politici.
Annalisa Cuzzocrea su Stampa

Commissario. Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto è fortemente candidato a diventare Commissario europeo, con crescenti speculazioni su un possibile ruolo di vicepresidente della Commissione UE. Mentre si discute sulla specifica delega che potrebbe ricoprire, con un portafoglio economico tra le opzioni, si considera anche l’equilibrio di genere nelle nomine, con Elisabetta Belloni e Letizia Moratti come possibili candidate femminili. Nel frattempo, il panorama politico europeo è in fermento con discussioni sulla maggioranza all’Europarlamento e nuove alleanze, come quella annunciata dal partito portoghese Chega con il gruppo sovranista di Viktor Orban.
Francesco Giubilei su Giornale

Desistenze. In Francia, il presidente Emmanuel Macron e i suoi alleati stanno cercando di formare un “blocco democratico e repubblicano” per contrastare il Rassemblement National di Marine Le Pen, con negoziati per accordi di desistenza mirati a ridurre il numero di collegi in cui la destra potrebbe vincere. La sinistra, guidata da Jean-Luc Mélenchon, è accusata da alcuni alleati di Macron di antisemitismo, mentre altri prevedono un parlamento senza una maggioranza chiara e si preparano per una possibile grande coalizione. La situazione è tesa e incerta, con la sinistra che impone regole di desistenza per evitare la dispersione dei voti e Macron che valuta caso per caso gli accordi, cercando di profilare i candidati di Mélenchon per escludere gli elementi più radicali o impresentabili.
Anais Ginori su Repubblica

Le Pen. Marine Le Pen aveva inizialmente dichiarato di volere una maggioranza assoluta per il suo Rassemblement National (RN), ma dopo le elezioni, il partito ha ammorbidito la posizione, accettando di governare anche con una maggioranza relativa. Il vicepresidente del RN, Sébastien Chenu, ha aperto alla possibilità di assumere la responsabilità di governare in assenza di una maggioranza assoluta, mentre si ipotizzano scenari difficili per Emmanuel Macron in caso di una Assemblea Nazionale ingovernabile. Il RN cerca di avvicinarsi alla maggioranza assoluta attraverso patti con alcuni repubblicani non allineati con l’alleanza di Eric Ciotti, mentre i repubblicani non forniscono indicazioni di voto ufficiali, lasciando libertà di scelta agli elettori.
Daniele Castellani Perelli su Repubblica

Bardella. Jordan Bardella, candidato premier del Rassemblement National (RN), ha lanciato un appello ai francesi per una “rottura responsabile” in opposizione alla sinistra estrema e a Jean-Luc Mélenchon. Bardella, seguendo la linea di Marine Le Pen, promette legge e ordine e si posiziona come figura rassicurante contro il caos, preparandosi a formare un governo di estrema destra. Il programma del RN, sebbene sembri flessibile e abbia già rinunciato a certe promesse come l’abrogazione della riforma delle pensioni, mira a un governo di apertura. Nel frattempo, gli avversari di Bardella mettono in luce aspetti controversi del suo passato, come la relazione con Kerridwen Chatillon, legata a figure neofasciste. Bardella, con radici italo-algerine e senza laurea, è salito rapidamente nei ranghi del RN, diventando presidente del partito a 27 anni e aspirando a diventare il più giovane primo ministro nella storia della Francia.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Melenchon. Jean-Luc Mélenchon è al centro del dibattito politico in Francia dopo il primo turno delle elezioni legislative, con la sinistra e la destra che si interrogano sul suo ruolo e sulle sue posizioni radicali, che hanno portato a etichettare il suo partito, la France Insoumise, come antisemita. Il Fronte Popolare, un’alleanza di sinistra, non ha ancora nominato un candidato premier, cercando di evitare la polarizzazione su Mélenchon, mentre la destra, guidata da Jordan Bardella, lo utilizza per spaventare gli elettori e polarizzare ulteriormente il dibattito. Mélenchon rimane una figura divisiva e influente, nonostante gli sforzi dei suoi alleati di distanziarsi dalle sue figure più controverse, e il suo obiettivo sembra essere la presidenza nel 2027, mentre la sinistra cerca di unirsi dietro un nuovo candidato premier.
Benedetta Perilli su Repubblica

Trump. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha concesso a Donald Trump immunità parziale in relazione ai tentativi di ribaltare le elezioni del 2020 e l’insurrezione del 6 gennaio, distinguendo tra atti ufficiali, per i quali gode di immunità, e azioni private. La decisione, che ha suscitato reazioni contrastanti, lascia ai tribunali distrettuali il compito di valutare caso per caso se le azioni di Trump rientrino nella sfera ufficiale o privata, ritardando i processi a suo carico e potenzialmente influenzando le elezioni di novembre. La sentenza ha implicazioni a lungo termine per la democrazia americana, estendendo l’immunità presidenziale sugli atti ufficiali e suscitando preoccupazioni tra i progressisti per un’espansione dei poteri presidenziali.
Andrea Marinelli su Corriere della Sera

Biden. La famiglia Biden si è riunita a Camp David per discutere le conseguenze del dibattito con Trump, con alcuni membri che chiedono azioni contro i consiglieri più stretti del presidente, come Ron Klain, per la preparazione ritenuta inadeguata. Nonostante le voci di ritiro e le critiche interne, la campagna elettorale di Biden si concentra su una strategia di sopravvivenza in otto punti per superare la crisi, mentre i fondi di raccolta mostrano risultati positivi. Intanto, Steve Bannon, ex consigliere di Trump, si è consegnato in prigione per scontare una pena per aver rifiutato di testimoniare davanti alla Camera sull’assalto al Congresso, dichiarandosi un prigioniero politico di Biden.
Andrea Marinelli su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Autonomia. Luca Zaia, governatore del Veneto, ha inviato una richiesta ufficiale al governo centrale per avviare i negoziati sull’autonomia differenziata, chiedendo la competenza su 9 materie specifiche e anticipando la possibilità di un accordo entro l’anno. Zaia ha espresso la volontà di collaborare con una regione del Sud per testare la riforma, mentre altre regioni, in particolare quelle a guida rossa, si stanno organizzando per un fronte referendario contrario alla riforma. Il dibattito sull’autonomia regionale continua, con alcune regioni del Nord pronte a procedere e altre, soprattutto del Sud, ancora in fase di valutazione o opposizione.
Laura Berlinghieri su Stampa

Liliana Segre. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha risposto alle preoccupazioni della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto, sull’antisemitismo rinascente, affermando che il governo stima e adora Segre e che è preoccupato per gli episodi antisemiti in alcune manifestazioni. Segre ha espresso in un’intervista la sua convinzione che l’antisemitismo non possa essere sradicato e ha descritto come pericolosa la deriva verso una destra autoritaria. Intanto, il Garante della privacy ha aperto un’istruttoria sull’inchiesta condotta sotto copertura da Fanpage, mentre il dibattito politico si infiamma con critiche al ministro Piantedosi per le sue dichiarazioni, considerate da alcuni poco istituzionali e in difesa del partito di maggioranza.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera

Preoccupano più le piazze. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha sminuito le azioni razziste e gli inni nazisti di alcuni giovani di Fratelli d’Italia, sostenendo che l’antisemitismo nelle piazze è più preoccupante rispetto a quanto fatto da questo gruppo giovanile. L’opposizione e figure come la senatrice a vita Liliana Segre hanno espresso indignazione e preoccupazione, sottolineando che l’antisemitismo non può essere sradicato con tale atteggiamento superficiale. Mentre il partito di Meloni si prepara a espulsioni per contenere il danno d’immagine, la comunità ebraica e l’opposizione chiedono al governo di prendere seriamente in considerazione tutte le forme di antisemitismo e razzismo, senza cadere in un gioco di due pesi e due misure.
Gabriella Cerami su Repubblica

Garantire governo e inchiesta. Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, ha incontrato il governatore della Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari per corruzione, per discutere il funzionamento della Regione nonostante l’inchiesta in corso, e ha proposto un riequilibrio tra le esigenze dell’indagine e quelle istituzionali. Nel frattempo, Paolo Signorini, ex presidente dell’autorità portuale, rimane in carcere in attesa di una soluzione abitativa e finanziaria che gli permetta di accedere agli arresti domiciliari. Lupi ha inoltre annunciato un progetto di riforma della legge sul finanziamento dei partiti per evitare che contributi legali possano essere interpretati come illeciti, mentre il futuro politico di Toti sembra indirizzarsi verso la scena nazionale dopo il suo mandato di governatore.
Giuseppe Guastella su Corriere della Sera

Campo largo. Il Fronte popolare italiano è stato lanciato a Bologna con il sostegno dell’ANPI e la presenza di varie opposizioni, tra cui il Pd di Elly Schlein, che enfatizza l’importanza dell’unità contro le destre. Il movimento mira a costruire un’alternativa basata su temi comuni come la difesa della sanità e dell’istruzione pubblica, il lavoro dignitoso e la lotta contro le riforme del governo attuale. Nonostante l’assenza di alcuni leader moderati e le differenze di approccio, come quelle espresse da Giuseppe Conte del M5S, c’è un forte appello all’unità e alla collaborazione tra le forze di opposizione per contrastare l’avanzata delle destre in Italia.
Silvia Bignami su Repubblica

Intercettare non è un costo, ma un ricavo. Il Procuratore Capo di Napoli, Nicola Gratteri, in un’intervista con Luca Sommi, affronta temi come la giustizia, la politica e le riforme, smontando la retorica su sprechi e inefficienze nelle intercettazioni, che secondo lui non sono un costo ma un ricavo per lo Stato. Gratteri critica la credibilità della magistratura, colpita dal caso Palamara e dalla mancanza di azioni decise, e sottolinea la necessità di una polizia più moderna e specializzata per contrastare le mafie. Infine, si esprime contro la legalizzazione delle droghe leggere, mettendo in evidenza le conseguenze negative sulla salute e il rischio di non indebolire le organizzazioni criminali.
Luca Sommi su Il Fatto Quotidiano

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