SICUREZZA
La concorrenza è con Bezos, Musk e Gates. Roberto Cingolani, CEO di Leonardo, sottolinea l’importanza delle alleanze europee per competere con giganti come Musk, Gates e Bezos, le cui aziende hanno dimensioni paragonabili a quelle degli Stati. Dopo l’accordo con Rheinmetall per veicoli da combattimento, Leonardo mira a estendere la strategia delle alleanze al settore aereo e spaziale. Cingolani afferma che la dimensione media di Leonardo non è sufficiente nel mercato globale e che le aziende europee devono unirsi per competere. Entro Natale, si prevede di firmare un’intesa sul caccia di nuova generazione e sono in corso discussioni per rafforzare la Space Alliance con Thales. Leonardo punta a perfezionare i propri punti di forza nel settore spaziale e della cybersecurity, con l’obiettivo di aggiornare il piano industriale entro inizio 2025. “L’acquisizione di Iveco Defence Vehicles è sicuramente un’opzione aperta – puntualizza Cingolani – ma dobbiamo vedere se conviene a tutti e se ha senso farlo”.
Francesco Bertolino su L’Economia del Corriere della Sera
In ritardo. L’Unione Europea mostra un notevole ritardo nelle tecnologie digitali applicate alla difesa, come l’intelligenza artificiale e la cybersecurity, rispetto a Stati Uniti e Cina. Un’analisi di The European House Ambrosetti Teha e Leonardo evidenzia che, se gli Stati membri dell’UE avessero investito il 2% del PIL in difesa dal 2006 al 2020, avrebbero avuto a disposizione 1.100 miliardi di euro in più. Attualmente, la maggior parte degli investimenti aggiuntivi in difesa è stata spesa in armamenti esteri, soprattutto dagli USA. La nuova strategia industriale europea della difesa mira a incrementare gli acquisti collaborativi di attrezzature e a favorire la produzione interna, con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia e l’innovazione tecnologica europea in ambito militare.
Antonella Baccaro su L’Economia del Corriere della Sera
Joint venture. Leonardo e Rheinmetall hanno annunciato la fondazione della joint venture Leonardo Rheinmetall Military Vehicles: i giganti europei degli armamenti vogliono costruire insieme i carri armati del futuro. A Roma Cingolani e Papperger hanno mostrato ciò che è urgentemente necessario: una maggiore cooperazione tra le aziende europee della difesa. In realtà, più aziende dovrebbero aderire a questo patto, come i costruttori di serbatoi provenienti da Francia o Gran Bretagna.
Thomas Fromm su Sueddeutsche Zeitung
Caccia di sesta generazione. Il G7 della Difesa a Napoli si è concluso con un incontro trilaterale tra Italia, Giappone e Regno Unito, presieduto dal ministro della Difesa italiano Guido Crosetto. I tre paesi hanno deciso di accelerare lo sviluppo del caccia di sesta generazione Global Combat Air Programme (GCAP), che sarà operativo entro il 2035 e progettato per contrastare le minacce di Cina, Russia e Corea del Nord. Il progetto coinvolge aziende come Mitsubishi Heavy Industries, BAE Systems e Leonardo, e sarà gestito dalla GCAP Intergovernmental Organisation (GIGO), con sede nel Regno Unito. Il vertice ha anche affrontato temi come il sostegno all’Ucraina, la de-escalation tra Libano e Israele e la lotta contro la disinformazione. Presenti al G7 figure chiave come il ministro della Difesa ucraino, il segretario della NATO e l’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri.
Pasquale Napolitano su Giornale
Difesa e ricerca. L’intesa tra Leonardo e Rheinmetall rappresenta un passo significativo verso l’autonomia militare europea, segnando un cambiamento radicale nella percezione del ruolo della difesa nell’industria e nella sicurezza. L’adesione al Programma Tempest e l’accelerazione dei progetti industriali sotto la guida del ministro Crosetto evidenziano l’importanza di una leadership tecnologica europea. L’obiettivo è che entro il 2030 i Paesi membri dell’UE acquisiscano almeno il 40% delle forniture militari internamente, stimolando la ricerca e l’innovazione tecnologica. L’invasione dell’Ucraina ha rafforzato la NATO e spinto i Paesi vicini alla Russia ad aumentare i loro contributi alla difesa. Per mantenere la competitività globale, l’Europa deve investire in innovazione e ricerca, estendendo l’approccio anche oltre il settore militare.
Stefano Cianciotta su Tempo
Quattro milioni per gli elicotteri. Leonardo ha annunciato un piano da 4 milioni di euro per la manutenzione degli elicotteri presso il proprio stabilimento di Brindisi, con l’obiettivo di riattivare un capannone inutilizzato di 4265 metri quadri. Il progetto, che include l’installazione di un impianto fotovoltaico e l’adeguamento antisismico dell’edificio, è attualmente in fase di valutazione per l’impatto ambientale. La Base Maintenance prevista si avvarrà di un’eli-superficie adiacente per le operazioni di volo e di un’area per la gestione dei carburanti. Inoltre, Leonardo ha indetto una gara d’appalto per opere infrastrutturali relative all’hangar, con un contratto di lavoro della durata di 12 mesi, e ha organizzato un workshop per coinvolgere imprenditori locali nel progetto.
Salvatore Morelli su Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Brindisi
Academy. Due rettori e il il capo divisione aerostrutture di Leonardo hanno inaugurato il percorso di alta formazione presso il sito produttivo della Leonardo di Grottaglie. AI via ufficiale, infatti, hanno presenziato il capo divisione aerostrutture di Leonardo Stefano Bortoli, il rettore del Politecnico di Bari Francesco Cupertino, ed il rettore dell’Università de] Salento Fabio Pollice. Gli studenti selezionati, come già avviene peri loro colleghi campani, dell’ormai collaudato Aerotech Campus di Pomigliano D’Arco, in provincia di Napoli, seguiranno un corso di alta formazione su temi avanzati della ricerca e delle applicazioni nel campo dell’industria aeronautica e spaziale.
Salvatore Morelli su Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Brindisi
Sciame di droni militari. Dopo due anni di sviluppo, Thales è entrato nella fase finale di realizzazione di un sistema di droni militari autonomi, grazie all’intelligenza artificiale. Questi droni, armati o meno, possono operare adattando le loro missioni in tempo reale e collaborando tra loro, per compiti come ricognizione, mappatura e distruzione di bersagli. A differenza dei droni tradizionali, che richiedono un pilota per ogni unità e sono vulnerabili al fuoco amico e alla guerra elettronica, questi dispositivi sono progettati per essere cybersicuri e richiedono un solo operatore per la supervisione. Thales ha dimostrato questa tecnologia con un volo di prova e mira a integrarla in sistemi di combattimento collaborativi, con l’obiettivo di commercializzare la soluzione “Swarm Master” dopo la fase sperimentale, puntando anche al mercato internazionale.
Véronique Guillermard su Figaro
Boeing. I membri del principale sindacato di Boeing voteranno mercoledì sulla possibilità di terminare uno sciopero che ha paralizzato la produzione per oltre un mese, in una settimana decisiva per il colosso aeronautico statunitense in difficoltà. L’International Association of Machinists and Aerospace Workers (IAM) considererà una proposta negoziata che prevede un aumento salariale del 35% in quattro anni, un bonus una tantum di $7,000 e maggiori contributi al fondo pensione. Il CEO di Boeing, Kelly Ortberg, che ha assunto l’incarico ad agosto, ha annunciato tagli di 17,000 posti di lavoro e il rinvio della prima consegna del jet 777X come parte di un importante piano di ristrutturazione per ridurre le perdite. Ortberg ha sottolineato la necessità di cambiamenti strutturali per mantenere la competitività e ha avvertito che lo sciopero sta costando all’azienda circa $50 milioni al giorno.
Sylvia Pfeifer su Financial Times
Accordo. Boeing e il sindacato degli operai machinisti hanno raggiunto un accordo preliminare che potrebbe porre fine a uno sciopero iniziato il 13 settembre, se i circa 33.000 membri del sindacato voteranno a favore. L’accordo include aumenti salariali del 3,5% su quattro anni, inferiori alle richieste iniziali del sindacato, e un miglioramento dei contributi ai piani di risparmio pensionistico, con bonus aggiuntivi. Tuttavia, Boeing non ha ripristinato il sistema di pensioni garantite. La situazione finanziaria di Boeing si è deteriorata, con annunci di licenziamenti e perdite significative dovute allo sciopero. La produzione degli aerei, inclusi i modelli 737, 767 e 777, impiegherà settimane per tornare al ritmo normale.
Bastien Bouchaurd su Echos
Fine dello sciopero. Dopo cinque settimane di sciopero, Boeing ha proposto ai sindacati un aumento salariale del 35% su quattro anni, un bonus di 7000 dollari, il ripristino di un piano di partecipazione agli utili e un miglioramento del finanziamento delle pensioni, inclusa una somma una tantum di 5000 dollari per persona. La direzione si aspetta che i lavoratori accettino l’offerta, dopo aver rifiutato precedenti proposte di aumento del 25% e 30%. Circa 33.000 dipendenti sindacalizzati sono in sciopero, principalmente nello Stato di Washington, causando gravi perturbazioni nella produzione dei modelli 737 Max, 767 e 777. Questa situazione si aggiunge alle difficoltà finanziarie di Boeing, che ha recentemente annunciato il taglio di 17.000 posti di lavoro e una perdita straordinaria di 5 miliardi di dollari, in un anno già segnato da problemi tecnici con i suoi aerei.
su Figaro
Partner negli Usa. Aura Aero, un’azienda aeronautica di Tolosa, ha siglato un accordo con le autorità locali di Daytona Beach, in Florida, per costruire una linea di assemblaggio per il suo futuro aereo regionale ibrido da 19 posti, con motori elettrici e termici. Questa nuova fabbrica di 50.000 m² dovrebbe essere operativa entro la fine del 2028, creando circa mille posti di lavoro e avendo una capacità produttiva di 100 aerei all’anno, destinati principalmente al mercato americano. Aura Aero ha già ricevuto circa 570 preordini per il suo aereo, di cui circa 200 da due compagnie regionali americane. L’azienda sta cercando investitori privati per finanziare la fase di industrializzazione dei suoi programmi, dopo aver ottenuto fondi pubblici e l’interesse di EDF per un investimento verde. Il successo del progetto dipende anche dalla certificazione del suo aereo da acrobazia Integral e dalla capacità di iniziare a consegnare aerei e generare entrate.
Bruno Trévidic su Echos
Sostegno a Kiev e si ai due Stati. Il G7 della Difesa si è concluso a Napoli con l’approvazione di una Dichiarazione congiunta, con il ministro italiano Guido Crosetto che ha sottolineato il sostegno unanime all’Ucraina e la condanna dell’aggressione russa. Crosetto ha evidenziato l’importanza di un impegno internazionale per una pace duratura e ha ribadito il supporto alla creazione di due Stati in Medio Oriente, chiedendo un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza. La Dichiarazione ha anche messo in luce la necessità di de-escalation tra Israele e Libano e ha condannato il ruolo destabilizzante dell’Iran nella regione. Infine, Crosetto ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine in seguito agli incidenti avvenuti durante una manifestazione a Napoli.
Fulvio Bufi su Corriere della Sera
Biden taglia fuori Meloni. Gli Stati Uniti hanno imposto dazi del 13,19% sull’export italiano di estrusi e profilati in alluminio, accusando i produttori italiani di dumping. Questa mossa protegge i produttori americani di alluminio, situati in stati chiave per le elezioni presidenziali, influenzando così le decisioni politiche. Inoltre, la visione americana dell’Europa è cambiata rispetto al dopoguerra: ora un’Europa divisa è vista come meno minacciosa per l’egemonia statunitense. La guerra in Ucraina ha evidenziato la dipendenza europea dal deterrente americano, con gli USA che spingono per un riarmo europeo. L’Italia, attraverso aziende come Leonardo, punta alla diversificazione nella difesa, cercando di mantenere un rapporto paritetico nelle collaborazioni internazionali. Tuttavia, gli Stati Uniti continuano a vedere le potenze europee come pedine nella loro strategia globale, con l’Italia guidata da Giorgia Meloni che cerca di affermare la propria posizione nonostante sia esclusa da alcuni summit internazionali.
Alberto Krali su Eco di Bergamo
Cybersicurity. Cybertech Europe 2024 ha evidenziato l’importanza strategica della cybersecurity per la difesa e l’innovazione in Europa, con Leonardo che guida il settore attraverso investimenti in intelligenza artificiale e tecnologie cyber. Il CEO Roberto Cingolani sottolinea la necessità di un approccio europeo unitario alla sicurezza informatica e annuncia la crescita a doppia cifra dell’azienda nel mercato cyber. Il sottosegretario Alfredo Mantovano riconosce la cybersecurity come una questione di sicurezza nazionale, richiedendo una strategia coordinata e miglioramenti nella resilienza delle infrastrutture. Leonardo si impegna nella difesa delle infrastrutture critiche con piattaforme di monitoraggio e un approccio zero trust. Infine, Andrea Biggio di Leonardo evidenzia la vulnerabilità degli asset spaziali e il ruolo del consorzio europeo nella realizzazione del Cyber-Security Operations Centre (C-SOC) per l’Agenzia Spaziale Europea, caratterizzato da elevata ridondanza e automazione.
su La Provincia Edizione Nazionale
IA, aumnetano i rischi. L’Italia è il terzo paese in Europa per adozione di sistemi di intelligenza artificiale nelle imprese, con il 77% delle aziende che ne fanno uso, soprattutto nei settori della lavorazione del metallo, del packaging farmaceutico e della ceramica. Tuttavia, si sta diffondendo la problematica della “shadow AI” o IA nascosta, dove i dipendenti utilizzano applicazioni IA non autorizzate, come ChatGPT, che possono comportare rischi normativi, fughe di dati e vulnerabilità alla sicurezza informatica. Le aziende di cybersecurity stanno rispondendo a questa sfida sviluppando prodotti alternativi sicuri per i dipendenti. Nel frattempo, l’uso dell’IA continua a crescere rapidamente, con previsioni che indicano un miliardo di utenti entro il 2029 e cinque miliardi entro il 2034, superando la diffusione di tecnologie precedenti come smartphone e web.
Margherita Ceci su Sole 24 Ore
Leader in Europa. L’Italia è tra i primi tre paesi europei nell’adozione dell’intelligenza artificiale nelle aziende, con un utilizzo del 77%, secondo uno studio di EY che evidenzia come l’IA sia impiegata principalmente per recuperare produttività e distinguersi nel mercato. Settori come la lavorazione del metallo, il packaging farmaceutico e la ceramica sono già avanzati nell’uso dell’IA, e si prevede un suo forte impiego anche nella Pubblica amministrazione e nella gestione del patrimonio culturale. La regolamentazione europea e le leggi italiane sulla digitalizzazione dovrebbero influenzare positivamente le PMI. Secondo Giuseppe Santonato di EY, le imprese dovrebbero adottare un approccio da startup per massimizzare i benefici dell’IA, che può aiutare a compensare la carenza di risorse lavorative dovuta al calo demografico.
Camilla Colombo su Sole 24 Ore
IA, uso responsabile . La riunione ministeriale del G7 a Villa Erba, Cernobbio, ha affrontato temi di innovazione tecnologica e intelligenza artificiale, con l’Italia in presidenza che ha promosso valori comuni per l’uso responsabile delle tecnologie. Il sottosegretario Alessio Butti ha evidenziato l’importanza dell’aspetto etico nell’uso dell’IA per proteggere i diritti umani, sottolineando il ruolo dell’Italia nell’adozione di un AI Act basato su regole certe. Il G7 ha discusso di regolamentazione globale dell’IA, identità digitale e digitalizzazione pubblica, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e l’efficienza dei servizi pubblici. L’Italia gioca un ruolo strategico nel settore dei cavi sottomarini, con il 16% di essi nel Mediterraneo, e ha riaffermato l’impegno per la loro sicurezza e sviluppo, attirando l’interesse di grandi aziende grazie all’azione del governo Meloni.
Roberto Fabbri su Giornale
Nove milioni i lavoratori a rischio IA. Un recente studio di Bankitalia evidenzia che l’intelligenza artificiale è una tecnologia trasformativa che inciderà profondamente sul mondo del lavoro, diversamente dalle precedenti rivoluzioni tecnologiche. Circa 9 milioni di lavoratori italiani su 22 sono altamente esposti ai cambiamenti portati dall’AI, con rischi maggiori per coloro che hanno un livello di scolarizzazione medio o alto, inclusi i laureati. Questa volta, l’impatto si estende oltre il settore manifatturiero, raggiungendo anche i servizi e le professioni legate alla percezione, creazione di contenuti e interazioni sociali. La situazione richiede una ripensamento dell’organizzazione scolastica e universitaria, nonché strategie per la riqualificazione dei lavoratori, in un contesto nazionale già gravato da ingenti spese in assistenza sociale.
Daniele Manca su L’Economia del Corriere della Sera
ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO
Stipendi top, tagli non solo ai pubblici. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che i sacrifici per la manovra di Bilancio 2025 non riguarderanno solo le banche, ma anche la pubblica amministrazione e le società che ricevono finanziamenti dallo Stato. Il nuovo tetto per le retribuzioni sarà di 160 mila euro lordi annui, una riduzione significativa rispetto al limite attuale di 240 mila euro, con alcune eccezioni come le società quotate. Enti e società che beneficiano di contributi pubblici dovranno pubblicare l’elenco dei contributi ricevuti e adottare regole di buona finanza per continuare a ricevere fondi. La manovra di bilancio, che verrà presentata in Parlamento, prevede un valore di 28,5 miliardi di euro, con investimenti in vari settori e coperture finanziarie provenienti da diverse fonti, tra cui un deficit di 9 miliardi di euro.
Mario Sensini su Corriere della Sera
Concordato. Il governo spera di raccogliere almeno due miliardi di euro attraverso un concordato preventivo biennale rivolto alle partite IVA, che consente di beneficiare di un’aliquota agevolata sia per i guadagni futuri che per quelli passati (2018-2022) grazie al ravvedimento speciale. La maggioranza è divisa su come utilizzare questi fondi nella legge di Bilancio: la Lega propone di estendere la flat tax per gli autonomi, mentre Forza Italia e il vicepremier Antonio Tajani danno priorità al taglio dell’Irpef. Con la scadenza del concordato che si avvicina, è difficile stimare l’effettivo incasso, ma il governo conta su queste risorse per finanziare la riduzione della pressione fiscale. Dettagli importanti della legge di Bilancio, come gli incentivi per chi lavora oltre l’età pensionabile e la revisione delle tax expenditures, sono ancora da definire.
Paolo Baroni su Stampa
Copia e incolla. La terza legge di bilancio del governo Meloni si concentra principalmente sulla conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, assorbendo oltre 17 miliardi dei 29,7 miliardi totali disponibili. Nonostante le promesse estive di alleggerire il carico fiscale sul ceto medio, la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi tra 28 e 50 mila euro non viene attuata. La pressione fiscale rimarrà stabile al 42,3% nel 2025, senza diminuire. La manovra si caratterizza per il suo approccio di proroga e per un impatto limitato su altri settori, come la sanità e le pensioni, con risorse aggiuntive esigue. Nonostante il Piano strutturale di bilancio richieda uno sguardo di medio termine, la legge di bilancio appare carente in termini di riforme strutturali e investimenti, rischiando di rallentare la crescita economica prevista.
Giuseppe Colombo su Repubblica Affari&Finanza
Congedi parentali. La manovra per il 2025 prevede l’introduzione di un terzo mese di congedo parentale indennizzato all’80% della retribuzione, utilizzabile da entrambi i genitori fino ai sei anni del figlio. Questa misura si aggiunge ai due mesi già previsti per il 2024, portando a nove i mesi complessivi di congedo indennizzato tra i due genitori. L’obiettivo è contrastare il calo delle nascite, che nel 2023 sono state solo 379.000, e incentivare l’uso del congedo parentale, soprattutto per i padri, che rappresentano solo il 26% dei fruitori. Altre misure per sostenere la natalità includono un bonus di mille euro per i nuovi nati e il rafforzamento del bonus nido. La legge di Bilancio 2025 mira anche a ridurre il ricorso al lavoro part-time tra le madri, favorendo il ritorno al lavoro a tempo pieno dopo il congedo.
Valentina Melis su Sole 24 Ore
Detrazioni, chi ci guadagna. Le agevolazioni fiscali in Italia sono aumentate da 513 a 625 voci in sei anni, con un costo per lo Stato che è raddoppiato, arrivando a 105 miliardi di euro nel 2024. Queste agevolazioni includono esenzioni, deduzioni e detrazioni che riducono l’imposta lorda o l’imponibile per cittadini e imprese, e regimi speciali che applicano aliquote ridotte. Tra le più costose ci sono i bonus edilizi, che da soli valgono 41,1 miliardi di euro di mancate entrate. Gli interventi per contenere le agevolazioni fiscali finora sono stati marginali, con un recupero di gettito limitato. La Commissione per le spese fiscali del ministero dell’Economia e delle Finanze sottolinea la difficoltà di ridurre queste “termiti” fiscali e l’importanza di un’azione seria per riformare il sistema.
Simona Ravizza su Corriere della Sera
Non passi lo straniero. Il governo guidato da Giorgia Meloni si trova in una situazione complessa riguardo alle privatizzazioni, dovendo bilanciare la necessità di fare cassa con la riluttanza a vendere asset nazionali a investitori stranieri. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva annunciato l’intenzione di incassare circa 20 miliardi di euro tramite privatizzazioni nel triennio 2024-2026, ma la vendita del 14% di Poste Italiane è stata bloccata nonostante fosse pronta per il lancio, a causa di una svolta sovranista che mira a mantenere il controllo degli asset in mani italiane. Questa politica potrebbe complicare ulteriori privatizzazioni, come quelle di Ferrovie dello Stato e di una quota di Monte dei Paschi di Siena, in un momento in cui le finanze pubbliche potrebbero beneficiare notevolmente da tali operazioni. Nel frattempo, il governo deve ancora decidere il destino di Mps e se procedere con la creazione di un terzo polo bancario.
Francesco Manacorda su Repubblica Affari&Finanza
Emissioni. L’Italia è in ritardo rispetto agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas serra, avendo registrato nel 2023 una diminuzione del 26% rispetto al 1990, contro il 29% dell’UE, con l’obiettivo di raggiungere il 55% entro il 2030. I settori dei trasporti, dell’energia e dei consumi residenziali e commerciali sono i principali responsabili di questo ritardo. Nonostante un investimento significativo di oltre 127 miliardi di euro in decarbonizzazione nel 2023, l’Italia ha destinato solo il minimo richiesto dai fondi europei alla lotta contro il cambiamento climatico. Il report del Politecnico di Milano suggerisce che obiettivi più realistici potrebbero aiutare a fare progressi significativi verso la neutralità climatica entro il 2050.
Marta Casadei su Sole 24 Ore
Sostenibilità. La transizione ecologica è rallentata da ritardi nella tecnologia, competenze e governance, come discusso nell’evento “Origins of Futures” organizzato da Edison. L’Europa affronta una carenza di competenze STEM, che se colmata, potrebbe aumentare il PIL fino a 820 miliardi di euro entro il 2050. Le direttive europee Csrd e Csddd cercano di accelerare la governance dei dati per un futuro sostenibile, ma molte aziende faticano a trasformare gli obiettivi di sostenibilità in azioni misurabili. Le imprese familiari italiane, pur essendo finanziariamente solide, devono migliorare in sostenibilità, specialmente nella governance, per ridurre i rischi di credito e promuovere la crescita verde.
Vito Ceglia su Repubblica Affari&Finanza
Cambiare approccio. Enrico Giovannini, ex ministro e direttore scientifico dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile (ASviS), sottolinea la necessità per l’Italia di cambiare approccio per essere padrona del proprio destino nelle sfide digitali e green. Durante l’evento “Origins of Futures” a Venezia, ha evidenziato tre criticità principali per l’Italia: la formazione, vista ancora come un costo e non come un investimento; la governance dei dati e la rendicontazione di sostenibilità, soprattutto per le PMI; e l’inclusione sociale, diventata più rilevante dopo la pandemia. Giovannini avverte che senza investimenti significativi e riforme a medio termine, l’Italia rischia di restare indietro, soprattutto considerando l’obiettivo dell’Agenda Onu di aumentare il tasso di laureati. Infine, sottolinea l’importanza di adottare pratiche sostenibili non solo come obbligo di compliance, ma come opportunità di ripensare il business.
su Repubblica Affari&Finanza
Catasto. Negli ultimi cinque anni, il divario tra i prezzi di mercato delle case e i valori catastali si è ridotto in 43 città italiane, mentre si è allargato in 58 capoluoghi di provincia, con Milano, Imperia e Bolzano che mostrano le maggiori discrepanze. La crescita delle rendite catastali è stata contenuta, con un aumento medio del 3% in dieci anni, nonostante gli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici. In nove città, tra cui Pordenone e Taranto, i valori fiscali delle abitazioni superano i prezzi di mercato, evidenziando sperequazioni territoriali. Il Governo non prevede una riforma generale del catasto, ma intende verificare l’aggiornamento dei valori catastali degli edifici riqualificati con bonus pubblici dal 2019.
Cristiano Dell’Oste su Sole 24 Ore
Riforma impossibile. Il patrimonio immobiliare italiano è stimato in quasi 6 mila miliardi di euro, ma genera solo 42 miliardi di euro in imposte, una cifra modesta rispetto al suo valore. Nonostante le raccomandazioni dell’Unione Europea e di altri enti di riequilibrare il carico fiscale favorendo il lavoro e aumentando le tasse sugli immobili, la riforma del catasto in Italia rimane un argomento tabù. Governi successivi, da Letta a Renzi a Draghi, hanno tentato senza successo di aggiornare le rendite catastali, ostacolati da resistenze politiche e culturali. Anche il governo Meloni non ha affrontato la questione nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, mantenendo inalterato il sistema catastale obsoleto e le relative imposte sugli immobili.
Enrico Marro su L’Economia del Corriere della Sera
Nucleare. Le grandi aziende tecnologiche si stanno rivolgendo all’energia nucleare per soddisfare l’aumento della domanda di energia elettrica dovuta alla crescita dell’intelligenza artificiale, che consuma molta più energia rispetto all’informatica tradizionale. Amazon, Google e Microsoft hanno recentemente stipulato accordi per sostenere o acquistare energia da reattori modulari di piccole dimensioni (SMR), che sono presentati come un’opzione nucleare più economica e flessibile. Nonostante il potenziale degli SMR per contribuire a un futuro energetico a basse emissioni di carbonio, non sono ancora stati provati e devono affrontare sfide normative e finanziarie. Mentre i giganti tecnologici investono nell’energia nucleare per rispettare i loro impegni in materia di energia verde, le autorità di regolamentazione devono garantire che non monopolizzino il mercato dell’energia. Inoltre, l’IA può potenzialmente migliorare l’efficienza energetica, garantendo che diventi un attore chiave nel panorama dell’energia sostenibile piuttosto che un semplice consumatore.
su Financial Times
Big Tech. La maggioranza italiana, composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, propone tre emendamenti alla legge sulla Concorrenza per far pagare ai giganti del digitale come Google, Meta, Apple e Microsoft un contributo per i costi e gli investimenti sulla rete sostenuti dalle società di telecomunicazione. Questa proposta, sostenuta dalle telco e osteggiata dalle Big Tech, ha trovato appoggio nel governo, in particolare dal ministero delle Imprese. L’idea è di spingere a una contrattazione privata tra Big Tech e telco per definire il contributo, con il Garante delle comunicazioni come arbitro. Tuttavia, l’introduzione di tale norma potrebbe violare il principio di neutralità della rete e solleva questioni su chi dovrebbe pagare, con possibili implicazioni politiche che potrebbero influenzare la decisione finale.
Filippo Santelli su Repubblica
Fibra. L’Italia ha quasi raggiunto gli altri paesi europei nella copertura della rete in fibra ottica, ma l’utilizzo effettivo di questa infrastruttura è basso, solo al 27%. Per migliorare la situazione, si suggerisce di completare l’infrastruttura dell’ultimo miglio, incentivare l’uso della fibra ottica negli enti pubblici e supportare gli utenti nei costi di adeguamento. Secondo il rapporto di Tra Consulting, la copertura europea di Fiber to the Home (Ftth) è al 70%, mentre l’Italia è al 59,3%. Si raccomanda un’azione politica decisa per lo switch-off della vecchia rete in rame e un supporto per l’adeguamento delle proprietà private alla nuova tecnologia.
Massimiliano Barba su L’Economia del Corriere della Sera
IA secondo Amazon. Panos Panay, a capo dei dispositivi e servizi di Amazon, è il protagonista di un’intervista in cui discute il futuro dell’azienda, inclusi progetti come la rete di satelliti Kuiper e l’intelligenza artificiale. Dopo un passato di successo con i dispositivi Surface di Microsoft, Panay ha recentemente lanciato quattro nuovi modelli di Kindle. Durante l’intervista, sottolinea l’importanza di integrare l’IA in modo sicuro e utile, mantenendo il controllo nelle mani degli utenti. Amazon sta lavorando a una nuova versione di Alexa per conversazioni più naturali e ha investito 4 miliardi di dollari in Anthropic, una società di IA. Infine, Panay accenna a Zoox, il veicolo a guida autonoma di Amazon, promettendo annunci sorprendenti per le prossime festività.
su Repubblica Affari&Finanza
Pirati. Yarix, società di cyber security del gruppo Var, ha un fatturato di 100 milioni e cresce del 25-30% annuo, collaborando con la Polizia di Stato contro i crimini informatici. Fondata nel 2001 da Mirko Gatto, inizialmente la società non aveva clienti finché non ha iniziato a focalizzarsi sulle multinazionali. Yarix ha guadagnato riconoscimento dopo aver collaborato all’arresto dell’hacker Carmelo Miano e ha scoperto una rete di 13 mila fake shop online. Con un aumento degli attacchi hacker in Italia, Yarix si difende con l’Intelligenza Artificiale e un’accademia interna per formare specialisti, avendo 400 dipendenti in 15 Paesi.
Maria Elena Zanini su L’Economia del Corriere della Sera
Almaviva. Almaviva, il gigante italiano dell’Information e Communication Technology, continua a espandersi negli Stati Uniti e all’estero con un programma di acquisizioni di aziende straniere. Il presidente Alberto Tripi, che ha fondato l’azienda ora guidata dal figlio Marco, sottolinea l’importanza della tecnologia per l’intelligenza “aumentata” piuttosto che artificiale. Con 45.000 dipendenti e un fatturato di 1,2 miliardi di euro nel 2023, Almaviva è un attore chiave nella trasformazione digitale di imprese pubbliche e private in Italia. Il gruppo, che ha una storia di innovazione inclusa la creazione di Lottomatica e Arision, punta ora sull’intelligenza artificiale e altri settori come l’idrico e la sanità, promuovendo l’efficienza e la qualità della vita attraverso la tecnologia.
Alessia Cruciani su L’Economia del Corriere della Sera
Retromarcia Bce. La Banca Centrale Europea ha rivisto la sua politica monetaria, abbassando i tassi di interesse dopo averli precedentemente aumentati in risposta all’inflazione, che ora è sotto controllo. Inizialmente, la BCE aveva interpretato erroneamente l’inflazione come un eccesso di domanda piuttosto che come uno shock dell’offerta dovuto ai prezzi dell’energia. Questo errore di valutazione ha portato a una politica monetaria restrittiva che ha aggravato la situazione economica già precaria dell’Europa, portando a stagnazione e recessione. Ora, con l’inflazione in calo, si teme che la disinflazione possa sfociare in deflazione, una condizione ancora più difficile da gestire. Inoltre, la crisi economica della Germania, tradizionale motore dell’economia europea, sta influenzando negativamente l’intero continente.
Maurizio Ricci su Repubblica Affari&Finanza
Baratro. Il governo francese, guidato dal premier Michel Barnier, ha introdotto una severa manovra fiscale da 60 miliardi di euro per ridurre il deficit e rassicurare i mercati, con l’obiettivo di abbassare il rapporto deficit/PIL dal 6% nel 2024 al 3% entro il 2029. La manovra prevede tagli per 41,3 miliardi di euro e aumenti di tasse per 19,3 miliardi, colpendo in particolare le imprese con un contributo eccezionale sui profitti e i consumatori con maggiori tasse sull’elettricità e sui trasporti. Il settore pubblico subirà una riduzione di spese e di personale, mentre i pensionati vedranno ritardato l’adeguamento delle pensioni all’inflazione. La situazione politica instabile e le critiche all’aumento del debito pubblico sotto la presidenza di Macron, insieme alle sfide economiche globali, complicano ulteriormente il quadro finanziario e politico della Francia.
Anais Ginori su Repubblica Affari&Finanza
Cina, latra via di Xi. La Cina sta affrontando una fase di rallentamento economico, con un’industria in frenata, una crescita e consumi deboli, e una crisi nel settore immobiliare. Il governo di Xi Jinping sta cercando di correggere il percorso con una serie di piani di aiuti, tra cui l’emissione di obbligazioni speciali del Tesoro e misure per stimolare il settore immobiliare, come l’aumento del credito per progetti prioritari e la riduzione dei tassi sui mutui esistenti. Nonostante gli sforzi, la fiducia dei consumatori e la domanda interna rimangono basse, e la disoccupazione, soprattutto giovanile, è in crescita. Gli analisti rimangono cauti sulle prospettive di ripresa, e le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e l’Unione Europea potrebbero ulteriormente ostacolare la crescita. La Cina, tuttavia, è prevista come il principale contributore alla crescita globale fino al 2028 secondo il Fondo Monetario Internazionale.
Gianluca Modolo su Repubblica Affari&Finanza
Green. Gli armatori sono impegnati nella sfida green per adeguare le loro flotte agli obiettivi net-zero entro il 2050, come richiesto dall’IMO, l’organismo marittimo mondiale dell’ONU. Sono necessari investimenti ingenti, stimati in 4,4 trilioni di dollari, e non è chiaro quale parte sarà coperta dal settore privato e quanto sostegno verrà dai governi. L’UE si muove con regolamenti più stringenti, come l’Emissions Trading System (ETS) e il Fuel Maritime, che comporteranno costi significativi per il settore. La transizione verso carburanti alternativi come metanolo e ammoniaca è ostacolata da problemi di disponibilità e infrastruttura. Infine, il protezionismo crescente rappresenta un’ulteriore sfida per gli armatori, che cercano di promuovere un commercio più libero per stimolare la crescita economica globale.
Vito Ceglia su Repubblica Affari&Finanza
Dieselgate. Il settore automobilistico europeo, che rappresenta il 7% del PIL del Vecchio Continente, ha subito un duro colpo con lo scandalo Dieselgate del 2015, quando è stato scoperto che Volkswagen aveva installato un software per falsificare i test sulle emissioni dei suoi veicoli diesel. Questo evento ha segnato l’inizio del declino dell’industria auto europea e l’ascesa di quella cinese, accelerata dal piano Made in China 2025 e dall’investimento in mobilità elettrica. La pandemia e successive crisi hanno ulteriormente colpito il settore, con interruzioni di forniture e carenze di chip, ma le case automobilistiche hanno mostrato resilienza. Tuttavia, la concorrenza cinese e la pressione per l’elettrificazione stanno sfidando l’industria europea, che ora deve innovare e adattarsi per mantenere la sua posizione nel mercato globale.
Francesco Bertolino su L’Economia del Corriere della Sera
Sindacato nell’angolo. In Italia, l’autunno del 2024 è segnato da diverse forme di sciopero, con i Cobas dei trasporti e la CGIL di Maurizio Landini che si distinguono per le loro azioni. I piccoli sindacati di base, come i Cobas, non sembrano preoccuparsi dell’opinione pubblica, mirando più a dimostrare la loro presenza che a negoziare. Gli scioperi nel settore dei trasporti sono frequenti e spesso non negoziabili, mentre la CGIL minaccia uno sciopero generale contro la politica economica del governo Meloni. Tiziano Treu suggerisce l’introduzione di un referendum con quorum per indire astensioni dal lavoro come soluzione al caos. Infine, la crisi dell’industria automobilistica italiana ha portato a uno sciopero nazionale, che si è trasformato in una protesta contro la direzione di Stellantis, evidenziando la difficile situazione del settore e la necessità di investimenti per la transizione all’elettrico.
Dario Vico su L’Economia del Corriere della Sera
Voli in tilt. Un guasto al centro radar di Milano ha causato notevoli disagi agli aeroporti del nord Italia, tra cui Malpensa, Linate e Orio al Serio, con ritardi, cancellazioni e dirottamenti di voli. Il software operativo principale è andato in tilt per circa trenta minuti, costringendo i tecnici a passare a un sistema di riserva che funziona al 35% delle capacità. Questo ha provocato ritardi prolungati e la necessità di dirottare alcuni voli verso altri aeroporti, come Bologna e aeroporti più distanti in Germania. La situazione ha creato difficoltà per i passeggeri e per il personale degli aeroporti, con molti viaggiatori in attesa di informazioni e assistenza. La polemica politica non si è fatta attendere, con richieste di spiegazioni e di rimborsi per i passeggeri colpiti dai disagi.
Rosario Raimondo su Repubblica
POLITICA & CRONACA DAL MONDO
Raid. Durante il fine settimana, intensi attacchi aerei israeliani hanno provocato la morte di decine di persone a Gaza settentrionale, continuando l’offensiva contro Hamas dopo l’uccisione del leader del gruppo, Yahya Sinwar. Funzionari palestinesi hanno riferito che almeno 87 persone sono state uccise o risultano disperse nella città di Beit Lahia, con molte ancora intrappolate sotto le macerie. Hamas ha accusato Israele di colpire edifici residenziali, causando la morte di donne e bambini, mentre l’esercito israeliano sostiene che le cifre fornite da Gaza siano esagerate e che il loro obiettivo fosse Hamas. Nel frattempo Israele ha esteso le sue operazioni militari anche al Libano, colpendo obiettivi di Hezbollah a Beirut e nel sud del paese. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la determinazione di Israele a raggiungere tutti gli obiettivi di guerra e ha accusato Hezbollah di un tentativo di assassinio nei suoi confronti.
Raya Jalabi su Financial Times
Bombe su Gaza. La Striscia di Gaza è nuovamente teatro di violenze con 90 morti segnalati a seguito di bombardamenti, tra cui quasi 90 palestinesi uccisi in un attacco tra sabato e domenica notte, secondo il ministero della Sanità di Hamas. Le truppe israeliane continuano a combattere nel nord della Striscia per impedire la riorganizzazione di Hamas, mentre il primo ministro israeliano Netanyahu è accusato di mancanza di strategia post-conflitto. Nel frattempo, il ministro della Difesa Gallant afferma che le forze israeliane stanno “distruggendo” Hezbollah, con attacchi anche alle infrastrutture finanziarie del gruppo. Tensioni crescono anche con l’Iran, con Israele che prepara una risposta ai missili balistici lanciati dai Pasdaran. Infine, nonostante la morte del leader di Hamas Yahya Sinwar, le speranze di un accordo di tregua a Gaza rimangono incerte, con il capo dello Shin Bet israeliano che si reca al Cairo per trattative, mentre il ministro degli Esteri egiziano accusa Netanyahu di aver boicottato i negoziati precedenti.
Davide Frattini su Corriere della Sera
Agonia del Nord. Il nord della Striscia di Gaza è stato teatro di un pesante bombardamento da parte delle forze armate israeliane (Idf), che ha causato almeno 73 morti e 14 dispersi secondo le autorità sanitarie locali. L’Idf sostiene di aver colpito obiettivi terroristici di Hamas con armi di precisione, ma le immagini sui social media mostrano scene di distruzione e vittime civili, tra cui bambini. Nel frattempo, Israele ha intensificato gli attacchi in Libano, mirando alle strutture economiche di Hezbollah e distruggendo sedi dell’associazione al-Qard al-Hasan. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza si aggrava, con migliaia di persone in fuga senza cibo né acqua, mentre Israele attacca anche strutture ospedaliere, sostenendo che vengano utilizzate da Hamas come coperture. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale esprimono preoccupazione e condanna per l’escalation di violenza.
Paolo Brera su Repubblica
Piani in Rete. Documenti riservati del Pentagono riguardanti i preparativi militari israeliani per un’azione in Iran sono stati diffusi online da un canale Telegram filoiraniano. Le informazioni trapelate, datate 15 e 16 ottobre, includevano dettagli su esercitazioni aeree israeliane, preparazione di missili e manovre militari, e sono state condivise con i partner dell’intelligence dei Five Eyes. Tra i sistemi specifici menzionati vi sono i missili Rocks della Rafael e i Golden Horizon. L’FBI, insieme al Dipartimento della Difesa e al Congresso, ha avviato un’indagine per determinare la fonte della fuga di notizie, che ha causato imbarazzo e scuse ufficiali. La diffusione dei documenti potrebbe avere diverse motivazioni, tra cui creare tensioni tra USA e Israele o mettere in guardia l’Iran.
Guido Olimpio su Corriere della Sera
Andatevene. David Schenker, ex consigliere di Bush e capo del Bureau per il Vicino Oriente con Trump, critica l’operato dell’UNIFIL in Libano, sostenendo che in 40 anni non ha mai confiscato armi ai miliziani e non ha impedito la presenza di Hezbollah a sud del fiume Litani, come previsto dalla risoluzione 1701. Schenker suggerisce che l’UNIFIL dovrebbe ritirarsi e, se necessario, tornare con un mandato più forte sotto l’articolo VII della Carta delle Nazioni Unite, che permetterebbe azioni dirette senza passare per le forze libanesi. La situazione attuale è pericolosa e l’UNIFIL non è in grado di svolgere le sue funzioni; Israele sta agendo autonomamente per smantellare le infrastrutture di Hezbollah. Schenker si interroga sull’utilità di mantenere la missione UNIFIL, finanziata anche dai contribuenti americani, se non è efficace nel garantire la sicurezza e l’ordine nella regione.
Francesco Semprini su Stampa
Erdogan e Xi da Putin. Il presidente ucraino Zelensky ha richiesto aiuti per sistemi di difesa antiaerea avanzati, in risposta a un’intensificazione degli attacchi russi che hanno incluso l’uso di droni e bombe. L’Ucraina sostiene di aver colpito una fabbrica di esplosivi e un aerodromo in Russia, mentre Mosca afferma di aver neutralizzato l’offensiva e respinto gli attacchi. Kiev segnala danni significativi alle infrastrutture energetiche, con timori crescenti per l’imminente inverno. Nel frattempo, la Russia cerca di rompere il proprio isolamento internazionale ospitando il vertice dei Paesi BRICS, con la partecipazione di leader mondiali come Xi Jinping e Erdogan, nonché il segretario generale dell’ONU Guterres.
Giuseppe Agliastro su Stampa
Moldavia. In Moldova si è tenuto un referendum cruciale per l’adesione all’Unione Europea, con la presidente filoeuropeista Maia Sandu che punta a un secondo mandato. L’affluenza alle urne è stata del 51,46%, superando il quorum necessario per la validità del referendum. La domanda posta ai cittadini riguardava il sostegno alla riforma costituzionale per l’ingresso del paese nell’UE, un traguardo che la Moldova spera di raggiungere entro il 2030. Nonostante le influenze russe e gli sforzi degli oligarchi filorussi per comprare voti e destabilizzare lo stato, la Moldova ha mostrato un forte sentimento europeo e il desiderio di vivere in pace e libertà, in linea con i valori dell’UE. Il risultato del voto è visto come significativo per il futuro europeo del paese, nonostante le tensioni regionali e le minacce esterne.
Monica Perosino su Stampa
Europa in bilico. In Moldavia il referendum sull’adesione all’Unione Europea è in bilico, con accuse di frodi da parte della presidente Maia Sandu. L’affluenza alle urne ha superato il 33% necessario per la validità del referendum, con una divisione evidente tra nostalgici della Russia e sostenitori dell’Europa, giovani contro anziani, e città contro campagna. I risultati preliminari mostrano una maggioranza contraria all’ingresso nell’UE, e la diaspora moldava, con circa 250.000 voti provenienti da USA, Canada, Romania e Italia, potrebbe essere decisiva. Sandu, che sperava in una riconferma al primo turno e in un forte sostegno al referendum, ha denunciato un attacco alla democrazia e ha promesso di non arrendersi, aspettando i risultati definitivi.
Marco Imarisio su Corriere della Sera
Clinton volontario per Harris. L’ex presidente Bill Clinton è sceso in campo per supportare Kamala Harris nelle elezioni, viaggiando in North Carolina per parlare direttamente con gli elettori. Durante la campagna, ha sottolineato l’importanza del voto personale e ha interagito strettamente con la gente, sfruttando il suo carisma nel Sud rurale e afroamericano. Clinton, che ha affrontato critiche ma si mostra resiliente, riconosce il problema del maschilismo che potrebbe influenzare l’esito delle elezioni a sfavore di Harris. Nonostante le sfide della disinformazione e dei social media, sostiene che il contatto diretto con gli elettori rimane un metodo efficace di campagna elettorale. Infine, esprime preoccupazione per il comportamento dell’ex presidente Trump durante la transizione di potere in caso di sconfitta.
Viviana Mazza su Corriere della Sera
Putin alla Casa Bianca. Chris Steele, ex capo del Desk Russia nel MI6 britannico e autore del dossier su Trump, prevede una visita di Putin alla Casa Bianca se Trump vince le elezioni, situazione che potrebbe creare un dilemma politico per la premier italiana Meloni riguardo alla sua posizione sull’Ucraina. Steele sostiene che Trump favorisce le politiche di Putin e potrebbe essere considerato un “asset” del Cremlino. Nel suo libro “Unredacted”, Steele rivela che il dossier fu pubblicato senza il suo consenso, ma molte delle accuse sono state confermate da altre fonti, come il memo di Cody Shearer e le email di Michael Cohen. Steele discute anche la possibile caduta del regime russo e le influenze russe in Europa, citando finanziamenti a partiti estremisti e tangenti, e sottolinea l’importanza di indagare sui legami finanziari di Le Pen con la Russia. Infine, critica l’inchiesta di Durham come infondata e suggerisce che ci siano potenziali reati di Trump non ancora esplorati dalle autorità italiane.
Paolo Mastrolilli su Repubblica
Decisivo. Nel Michigan, un territorio storicamente conteso, i democratici affrontano sfide significative: la comunità araba è furiosa per il sostegno percepito degli Stati Uniti a Israele, mentre molti operai si sentono delusi e sono inclini a votare per Trump nonostante l’attuale prosperità economica. La fedeltà generazionale al partito democratico sta diminuendo, e le promesse non mantenute sulla questione palestinese stanno alienando ulteriormente gli elettori arabi. Anche la comunità afroamericana mostra segni di divisione, con alcuni leader che sostengono Trump. Kamala Harris, la vicepresidente, è vista negativamente nei sondaggi riservati del partito, e l’argomento dell’aborto non è più efficace in Michigan, dove è già stato tutelato costituzionalmente. Queste dinamiche mettono a rischio il cosiddetto “blue wall” democratico nel nord, con il Michigan che appare come uno stato chiave per le prossime elezioni.
Massimo Gaggi su Corriere della Sera
Cuba al buio. Cuba sta affrontando un prolungato blackout che dura da quasi quattro giorni, costringendo la popolazione a cucinare per strada per evitare che il cibo nei frigoriferi spenti si guasti. La solidarietà emerge con i cittadini che condividono risorse e cibo, mentre la panettiera lavora a lume di candela. La situazione è aggravata dalla crisi del gas e dall’arrivo dell’uragano Oscar, che si aggiunge ai danni già causati dal precedente uragano Milton. Il governo cubano attribuisce il collasso del sistema elettrico alla mancanza di carburante, agli effetti degli uragani, all’aumento della domanda di elettricità e all’embargo economico degli Stati Uniti. La popolazione, esasperata, ha iniziato a protestare battendo pentole e padelle, nonostante il rischio di arresto.
Sara Gandolfi su Corriere della Sera
POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA
Mail. La premier Giorgia Meloni ha pubblicato sui social una mail di un giudice che la paragona sfavorevolmente a Silvio Berlusconi, sostenendo che la sua azione politica sia più pericolosa in quanto non influenzata da inchieste giudiziarie personali. Questo ha scatenato un acceso dibattito politico, con interrogazioni parlamentari annunciate dalla maggioranza e commenti critici da parte di esponenti dell’opposizione e del mondo giudiziario. La polemica si inserisce in un contesto più ampio di tensioni sul tema dell’immigrazione e di critiche al governo per la gestione dei migranti, con interventi da parte della Chiesa e di vari leader politici che accusano Meloni di vittimismo e di gestione disastrosa delle questioni pubbliche. Nel frattempo, il leader di Italia Viva Matteo Renzi critica sia l’atteggiamento dei magistrati che attaccano la premier sia la stessa Meloni, sostenendo che entrambi gli atteggiamenti finiscono per rafforzare la posizione di vittima della premier.
Alessandra Arachi su Corriere della Sera
Avanti sulla riforma della giustizia. Il governo guidato da Giorgia Meloni è determinato a procedere con la riforma della giustizia e con il decreto sui migranti, nonostante le critiche espresse in una mail da un magistrato di Magistratura Democratica. La maggioranza ritiene che le affermazioni del magistrato siano gravi e debbano essere affrontate dal Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). Inoltre, il governo sta lavorando per modificare le norme relative alla permanenza dei migranti in strutture come quelle in Albania, discusse anche durante un incontro tra il sottosegretario Mantovano e il presidente Mattarella. La riforma della giustizia proposta mira a rendere il CSM più autonomo dalle correnti interne, attraverso il sorteggio per la selezione dei suoi componenti. Infine, il governo intende rendere primaria la normativa che regola i centri per migranti in Albania, limitando la discrezionalità dei giudici nell’applicazione dell’accordo con l’Albania.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera
Altolà di Mattarella. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un appello alle istituzioni affinché evitino visioni di parte e collaborino per il bene della democrazia, in un momento di forte tensione tra il governo e la magistratura riguardo al caso dei migranti in Albania. Mattarella ha sottolineato l’importanza della mediazione e della sintesi nelle decisioni istituzionali, ricordando che le istituzioni appartengono e rispondono all’intera collettività. Il governo, intanto, si prepara a varare un decreto legge che potrebbe andare contro il diritto europeo, suscitando preoccupazione al Quirinale. La situazione è delicata e potrebbe rappresentare un punto di svolta nel rapporto tra il governo guidato da Giorgia Meloni e il Presidente Mattarella.
Concetto Vecchio su Repubblica
Parole inaccettabili. Il vicepremier Antonio Tajani critica le parole dei magistrati contro Giorgia Meloni, definite inaccettabili, e sottolinea l’inappropriato coinvolgimento politico di Magistratura democratica, corrente storica legata all’ex partito comunista. Tajani difende la separazione dei poteri e il rispetto delle sentenze, ma ritiene che i giudici non debbano decidere su questioni di sicurezza nazionale. In politica estera, Tajani si impegna per la pace in Medio Oriente e sostiene l’importanza di un cessate il fuoco, con la liberazione degli ostaggi e il rispetto del diritto internazionale. Infine, come segretario di Forza Italia e leader del centrodestra, Tajani promuove la protezione delle frontiere e la distinzione tra migranti regolari e clandestini, respingendo le critiche sull’accordo con l’Albania e ribadendo l’impegno dell’UE nel sostegno a tale politica.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera
Riscrivere la Carta. Il presidente del Senato Ignazio La Russa sottolinea la necessità di rispetto da parte dei magistrati verso la destra che ha vinto le elezioni, evidenziando la volontà di riscrivere nella Costituzione i confini tra i poteri politici e giudiziari. Nel contesto di un decreto governativo sui migranti e di tensioni con la magistratura, La Russa ha respinto l’idea che i magistrati agiscano con finalità politiche, pur riconoscendo che alcuni possano cercare di imporre la propria visione di società attraverso la giurisdizione. Ha inoltre difeso il diritto di criticare le sentenze e ha respinto le accuse di mancanza di rispetto verso i giudici, citando l’esempio di Salvini che ha sollevato questioni di sicurezza legate agli immigrati. La Russa ha infine ribadito l’importanza di definire chiaramente i ruoli della politica e della giustizia, suggerendo una possibile riforma costituzionale per chiarire meglio questi ambiti.
Tommaso Ciriaco su Repubblica
Italiani cpntro i centri in Albania. I centri di accoglienza per migranti in Albania hanno diviso l’opinione pubblica italiana, come evidenziato da un sondaggio di Euromedia Research. Il 33,8% degli intervistati ritiene la loro costruzione dispendiosa, il 19,9% sbagliata e inutile, mentre il 23,2% la considera necessaria e un 13,3% è aperto a revisioni. L’immigrazione è tornata ad essere una priorità nel dibattito politico, influenzata da eventi geopolitici e scelte politiche europee. Le posizioni politiche dei partiti hanno un forte impatto sull’opinione pubblica, con la maggioranza che sostiene i centri e l’opposizione che ne prevede il fallimento. La sentenza del Tribunale di Roma che ha dichiarato illegittimo il trattenimento di migranti nei centri albanesi ha acuito lo scontro politico e mediatico, con il centrodestra che vede la magistratura come ostacolo all’azione governativa.
Alessandra Ghisleri su Stampa
Tutte le mail. La premier Giorgia Meloni ha pubblicato una mail in cui un magistrato la definisce un pericolo per le sue visioni politiche, scatenando una tempesta politica. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza di evitare contrapposizioni tra i poteri dello Stato. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha criticato l’uso del potere giudiziario per scopi politici, mentre la sinistra accusa il governo di vittimismo. La situazione ha riacceso il dibattito sulla necessità di una riforma della giustizia e sulla separazione dei poteri in Italia.
Edoardo Sirignano su Tempo
Uno scandalo. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, critica duramente i magistrati che attaccano la premier Giorgia Meloni, definendo la situazione uno scandalo inaccettabile. Allo stesso tempo, condanna la decisione di Meloni di aprire due centri per migranti in Albania, considerandola uno spreco di denaro pubblico. Renzi sostiene che ci sia una politicizzazione della magistratura in Italia, ma mantiene la fiducia nel sistema giudiziario. Sostiene la separazione delle carriere tra giudici e promuove una distinzione tra magistrati seri e quelli ideologizzati. Infine, critica il Movimento 5 Stelle per la loro doppia morale e ipocrisia, e si esprime a favore di una soluzione “due popoli due stati” per il conflitto israelo-palestinese.
Dario Martini su Tempo
Liste di proscrizione. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, esprime preoccupazione per una mail scambiata all’interno di Magistratura Democratica che suggerisce un uso politico della giustizia contro Giorgia Meloni, nonostante lei non abbia guai giudiziari. Foti critica il ruolo delle correnti giudiziarie e menziona tentativi passati di far cadere governi tramite azioni giudiziarie, citando il caso di Berlusconi nel 1994. Propone la separazione delle carriere come soluzione costituzionale per prevenire interferenze politiche nella magistratura. Infine, Foti accusa la sinistra di anti-italianismo e di cercare di ricompattarsi attraverso azioni legali contro le politiche del governo sull’immigrazione, nonostante l’opposizione di alcuni dei propri elettori.
Pietro Leo su Tempo
Non sicuro. Il processo per l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016, si scontra con la paura dei testimoni chiave di testimoniare, temendo ritorsioni al loro rientro in Egitto. Nonostante l’Italia consideri l’Egitto un paese sicuro, i testimoni sostengono il contrario, evidenziando il rischio di arresto, come già accaduto ad altri attivisti. La Procura di Roma ha richiesto di utilizzare i verbali delle indagini preliminari, poiché i testimoni non possono presentarsi in Italia. L’avvocata dei genitori di Regeni, Alessandra Ballerini, critica l’Egitto per le violazioni sistematiche dei diritti umani, mentre il processo attende una decisione cruciale sulla validità dei verbali dei testimoni.
Giuliano Foschini su Repubblica
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