Rassegna Stampa 22 marzo

LEONARDO

Giappone. Il 21 marzo, il vice primo ministro britannico Dowden, in visita in Giappone, ha risposto a un’intervista di NIKKEI a Tokyo. Ha commentato: “Accogliamo con favore la decisione del governo giapponese” in merito alla decisione del Giappone di consentire l’esportazione di caccia di nuova generazione a Paesi terzi, che saranno sviluppati e prodotti congiuntamente da Giappone, Regno Unito e Italia.
Su Nikkei.com

Divisi sui bond Difesa. Durante il Consiglio europeo è sorto imbarazzo per i complimenti espressi da Viktor Orbán a Vladimir Putin dopo la sua rielezione e per le divisioni riguardo il finanziamento della difesa comune dell’UE, mentre l’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, Josep Borrell, ha dichiarato che la guerra non è imminente. Si discute l’utilizzo degli extra profitti delle riserve russe congelate a sostegno dell’Ucraina, con prime aperture da parte dei Paesi frugali come Estonia e Svezia, mentre altri, come Germania e Olanda, rimangono contrari all’emissione di nuovo debito comune. Il presidente ucraino Zelensky ha evidenziato l’urgenza di maggiore sostegno militare, mentre l’UE si muove anche sul fronte dell’adesione della Bosnia Erzegovina, con l’Italia che esprime grande soddisfazione per la decisione storica.
Francesca Basso sul Corriere

Zelensky chiede munizioni. Durante un videocollegamento con il Consiglio europeo, il presidente ucraino Zelensky ha sollecitato l’Europa a fornire più munizioni, etichettando la situazione attuale come umiliante per l’Europa stessa, ma ha affrontato divergenze tra i leader UE sulle modalità di supporto all’Ucraina. Le tensioni emergono sullo sfondo di discussioni relative all’uso degli extraprofitti dei beni confiscati alla Russia per finanziare l’invio di armi all’Ucraina e sull’opposizione di alcuni paesi, tra cui la Germania, all’idea di emettere eurobond per la difesa promossa da Macron. Mentre c’è consenso sull’uso degli extraprofitti per aiutare l’Ucraina, con i primi fondi che saranno rilasciati a luglio, alcune nazioni come Austria, Malta, Irlanda e l’Ungheria di Orban insistono affinché tale denaro non venga speso in armamenti.
Marco Bresolin sulla Stampa

Divisi su tutto ma non sulle armi. Al Consiglio europeo, i leader si mostrano uniti sull’aumento dei finanziamenti all’industria militare nonostante le divisioni su altre questioni, come la situazione in Gaza e le politiche verso Netanyahu. Emmanuel Macron e altri leader sostengono i bond comuni per finanziare la difesa, con diverse sfumature tra i governi ma con un generale allineamento sull’idea di sostenere l’industria militare. Diversità di opinioni persistono anche su altre tematiche, come l’intervento israeliano a Rafah e le relazioni UE-Israele, mentre la discussione si estende anche all’allargamento dell’UE, con l’Italia che promuove l’inizio dei negoziati con la Bosnia ed Erzegovina.
Francesca De Benedetti su Domani

Armi, aggirare il divieto di acquisto. Bruxelles sta studiando attivamente come aggirare una clausola del trattato UE che vieta l’acquisto di armi dal bilancio dell’Unione, mentre intensifica gli sforzi per aumentare i finanziamenti per la difesa e l’Ucraina. La Commissione europea, l’esecutivo del blocco, ha proposto che una task force legale riveda una disposizione chiave che impedisce al bilancio comune di finanziare “operazioni con implicazioni militari o di difesa”, secondo quattro persone che hanno familiarità con le discussioni. L’eventuale utilizzo del bilancio per l’acquisto di armi letali segnerebbe il cambiamento più significativo nella politica di difesa di Bruxelles dall’inizio della guerra contro l’Ucraina.
Henry Foy sul Financial Times

Truppe solo se l’Ucraina vacilla. Il politologo francese Yves Mény rileva che, nonostante le presunte frodi elettorali, il presidente russo Vladimir Putin gode ancora del sostegno dell’opinione pubblica russa nella guerra in Ucraina e osserva la resilience russa storica di fronte al conflitto, mentre Kiev affronta difficoltà. Mény critica la mancanza di volontà e capacità da parte dell’Europa di formare un sistema di difesa comune, sottolineando i problemi politici interni degli USA e l’improbabilità di un intervento militare europeo diretto in Ucraina, a meno di significativi cambiamenti sul terreno. Infine, evidenzia che le prossime elezioni europee non saranno probabilmente influenzate in modo sostanziale dalla guerra, a causa della frammentazione dei partiti di estrema destra e la solida adesione dell’Italia alla UE e alla NATO, nonostante il governo di Giorgia Meloni venga talvolta etichettato come estremo.
Danilo Ceccarelli sulla Stampa

Una necessità l’economia di guerra. L’Europa, inclusi Italia e Germania, ha la capacità di incrementare la spesa in difesa per contrastare la minaccia russa, suggerisce Daniel Gros insieme al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sottolineando la necessità di superare i nazionalismi industriali e di coordinarsi in una sorta di “economia di guerra”. L’incremento della spesa difensiva avrebbe un impatto moderato sull’economia dell’UE a fronte di uno sforzo che sarebbe minimo rispetto a quello della Russia, non si prevedono significative ripercussioni sociali e si ritiene che l’impatto di Putin sull’economia europea sia stato neutralizzato. Gros mette in evidenza l’esigenza di un cambio di mentalità nell’UE ora abituata alla pace, sottolineando che il sostegno a difesa e tecnologia deve prevalere su protezionismi nazionali, e per l’Italia agire in difesa europea è possibile, nonostante i vincoli di bilancio.
Fabrizio Goria sulla Stampa

Boeing. “Se non è Boeing, non ci vado”, è stato a lungo uno slogan caro al gigante dell’aeronautica. Oggi non tutti sono d’accordo: Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha dichiarato questa settimana di preferire “volare in Airbus piuttosto che in Boeing – anche la mia famiglia, si preoccupa per me”. La battuta rifletteva probabilmente le spesso aspre rivalità transatlantiche sulla produzione di aerei. Ma cinque anni dopo l’incidente di due aerei Boeing 737 Max 8 che ha causato la morte di 346 persone e due mesi dopo che il pannello di una porta di un altro modello è esploso in volo, i problemi dell’azienda sembrano aggravarsi. Come ha detto l’amministratore delegato della Southwest Airlines, la Boeing deve “capire i problemi e risolverli”.
Sul Financial Times

Droni. L’Unione Europea si posiziona come leader nella normativa sui droni con la presentazione della Drone Strategy 2.0, mirata a sviluppare droni per una mobilità intelligente e sostenibile e prevede nuove regolamentazioni per operazioni ad alto rischio e aerotaxi. La strategia dell’ENAC è volta a migliorare la mobilità, la qualità di vita e la sicurezza nei centri urbani, avvalendosi della collaborazione tra enti del volo civile, istituzioni e industria per gestire il traffico aereo a bassa quota. Un passo concreto verso la cooperazione è il memorandum d’intesa tra Enav e Leonardo per lo sviluppo di tecnologie e servizi avanzati per la gestione del traffico aereo, in particolare relativo ai droni, con l’obiettivo di creare sinergie per modelli di business innovativi.
Marco Battaglia sulla Verità

La Silicon Valley alla guerra artificiale. Le aziende della Silicon Valley, come descritto in un’inchiesta di Harper’s Magazine, stanno cercando di vendere al Pentagono sistemi militari avanzati basati su intelligenza artificiale (IA), un fenomeno che ha visto anche la partecipazione di personalità come Michèle Flournoy, già sottosegretaria alla difesa durante l’amministrazione Obama. Nonostante la potente piattaforma di IA sviluppata dai servizi di sicurezza interna israeliani (Shin Bet) che avrebbe dovuto anticipare le azioni terroristiche basandosi su dati comportamentali, Hamas è riuscita a sorprendere Israele con un attacco devastante nel 2023 poiché i segnali premonitori sono stati ignorati da burocrazia e pregiudizi. La crescita e l’influenza della Silicon Valley in ambito militare e di intelligence non sono nuovi ma ricalcano una storia di stretta collaborazione con il Pentagono e agenzie governative, e nonostante le promesse di una rivoluzione tecnologica in campo bellico, molte nuove imprese si sono adattate al modello del complesso militare-industriale più che trasformarlo.
Andrew Cockburn su Internazionale

Anche gli aerei nel Mar Rosso. La missione Aspides, guidata dal contrammiraglio Stefano Costantino, mira a garantire la libertà di navigazione e protezione del traffico marittimo nel Golfo di Aden e Mar Rosso, con l’aumento degli attacchi Houthi tramite droni e missili, proteggendo fino ad ora 38 mercantili e abbattendo tre droni. L’operazione coinvolge diverse nazioni dell’UE e prevede l’uso di navi e aerei per pattugliare e proteggere le rotte commerciali critiche, con l’intensificarsi delle minacce Houthi e un aumento significativo degli attacchi, inclusi quelli che hanno causato vittime e il sequestro di navi. La libertà di navigazione è essenziale per l’economia europea, specialmente per i Paesi mediterranei, con il Canale di Suez come punto nevralgico del commercio trans-regionale; l’incremento degli attacchi ha portato a una riduzione quasi del 50% del traffico attraverso il canale e ha impattato significativamente l’import-export via mare.
Fausto Biloslavo sul Giornale

Enav investe negli aeroporti. Enav è pronta ad espandersi nel settore aeroportuale con un piano di investimenti di 250 milioni di euro entro il 2026, che potrebbero generare ricavi aggiuntivi superiori di circa 100 milioni di euro. Questa mossa è parte di una strategia di crescita nel settore non regolamentato, il cui dettaglio verrà presentato a Milano. Il CEO Pasqualino Monti ha dichiarato che l’azienda si trova in una fase iniziale d’analisi per le acquisizioni e pone l’accento sulla responsabilità e lo studio necessari per creare valore attraverso tali operazioni. Enav ha chiuso il 2023 con un aumento dei ricavi del 5,9%, risultando in un miliardo di euro totali, e prevede sviluppo nei campi del software, servizi tecnici e ingegneristici e consulenze aeronautiche mentre esplora anche il mercato della gestione aeroportuale. I sindacati hanno accolto positivamente la nuova strategia ma chiedono rinnovamenti contrattuali.
Sul Sole

Donne e stelle. La manifestazione “Donne fra le stelle”, dedicata all’esplorazione dello spazio e l’astronomia, si svolge ad Abano Terme con la partecipazione di 22 scienziate, che illustrano le meraviglie del cosmo attraverso convegni e iniziative, offrendo anche attività per i più piccoli. Un modulo lunare Apollo 11 in scala reale è esposto al pubblico, mentre l’evento comprende la possibilità di osservare il cielo con telescopi e ascoltare varie scienziate discutere di temi come sostenibilità, innovazione e il ruolo delle donne nello spazio.
Renato Malaman sul Mattino di Padova

Muos e salute. Il Muos, un sistema satellitare americano operativo a Niscemi, è fonte di storiche tensioni tra i cittadini e le autorità, con proteste contro il presunto impatto sulla salute e sull’economia locale. La situazione si aggrava quando il sindaco di Niscemi non viene invitato a un importante incontro nella base USA, sollevando ulteriori preoccupazioni per la mancanza di coinvolgimento delle autorità locali. Il dibattito attuale si concentra sui rischi idrogeologici del sito, i possibili effetti sull’inquinamento elettromagnetico, la necessità di monitoraggio sanitario, nonché sulle perdite economiche e di valore immobiliare causate dalla presenza del Muos.
Su Repubblica Palermo

Molotov. È un vigile del fuoco in servizio a Cefalù il militante del movimento Antudo arrestato dalla Digos per l’attentato incendiario contro la sede palermitana del colosso dell’industria aerospaziale Leonardo. Luigi Spera, 42 anni, è uno dei capi della galassia siculo-antagonista, e il 26 novembre 2022 lanciò due razzi di segnalazione e altrettante molotov contro la sede dell’azienda in via Villagrazia.
Francesco Patanè su Repubblica Palermo

Vespri e Centri sociali. Antudo è un movimento antagonista siciliano che si ispira ai Vespri siciliani, alla rivoluzione e ai concetti di autodeterminazione, ma si distanzia dall’indipendentismo tradizionale. Il gruppo, che ha legami con il mondo dei centri sociali e del movimentismo di sinistra dell’isola, è recentemente stato al centro dell’attenzione per indagini legate ad azioni contro la sede della compagnia di difesa Leonardo. Le iniziative di Antudo vanno dalla resistenza contro l’aumento del costo della vita e l’emigrazione giovanile, alle campagne solidali con detenuti e lavoratori, sostenendo la libertà di dissenso e opponendosi a politiche che percepiscono come dannose per la comunità locale.
Tullio Filippone su Repubblica Palermo

I segreti delle armi made in Italy a Ucraina e Israele. L’Italia ha venduto armi a Paesi come Ucraina e Israele nonostante le restrizioni legali contro le esportazioni a nazioni in conflitto, con un business che ha generato 7,562 miliardi di euro l’anno scorso, crescendo del 25%. Il governo italiano ha adottato decreti speciali che permettono la “cessione non onerosa” di armi all’Ucraina, derogando alle leggi esistenti, mentre le vendite dirette a Kiev ammontano a 417 milioni di euro nel 2023, con il Parlamento all’oscuro di tali transazioni. La politica italiana risponde agli impegni con gli alleati europei e atlantici, ignorando le limitazioni normative preesistenti per trasformare l’industria bellica in una leva di politica estera e delle relazioni internazionali.
Carlo Tecce sull’Espresso

Aerospazio pugliese. Il settore aerospaziale in Puglia mostra notevole crescita con un aumento delle esportazioni del 15,8% nel 2023, superando il tasso nazionale, e stuzzica l’interesse degli investitori americani per l’aeroporto “Marcello Arlotta” di Grottaglie come potenziale spazioporto mediterraneo. L’azienda Leonardo, rilevante nel settore della difesa e dell’aerospazio, ha un forte impatto sul tessuto economico e sociale pugliese con circa 3.000 dipendenti e partnership con il mondo accademico per promuovere innovazione e sviluppo sostenibile. La seconda giornata del Mediterranean Aerospace Matching 2024 ha puntato i riflettori sull’evoluzione del mercato aerospaziale e sul ruolo della finanza, degli investimenti e delle nuove tecnologie, evidenziando l’influenza di Leonardo e della regione nella transizione verso un futuro più sostenibile nel settore.
Maristella Massari sulla Gazzetta del Mezzogiorno

Aerospazio pugliese. La seconda edizione del Mediterranean Aerospace Matching (MAM) ha preso il via a Taranto-Grottaglie con la partecipazione di vertici europei dell’aerospazio, 115 relatori e 15 dimostrazioni di volo, promossa da enti locali e nazionali del settore. I lavori hanno focalizzato l’attenzione sull’evoluzione del mercato aerospaziale, le politiche, la tecnologia, le opportunità di finanziamento, nonché sulle prospettive dello spazioporto di Grottaglie e sulle sinergie tra uso civile e militare dei droni. Space Trends by Wired ha arricchito l’evento con un palinsesto di discussioni, ospitando leader del settore industriale e spaziale per esaminare le future tendenze scientifiche e tecnologiche e le trasformazioni del business dello spazio, mentre il Distretto Tecnologico Aerospaziale ha realizzato l’evento “Drones Beyond”, con dimostrazioni di droni in scenari futuristici.
Su Taranto Buonasera

Eurodrone. Il motore Catalyst per l’Eurodrone, progettato dalla collaborazione tra il Politecnico di Bari e Avio Aero, vanta prestazioni all’avanguardia grazie a componenti stampati in 3D e un sistema di controllo digitale sviluppato a Bari. Questo motore, selezionato per equipaggiare sia il velivolo militare Eurodrone che il civile Beechcraft Denali, rappresenta un’innovazione significativa nel campo aerospaziale, promettendo di migliorare la potenza, ridurre i consumi di carburante del 18% e diminuire le emissioni, con la completa certificazione prevista entro dicembre.
Cenzio di Zanni su Repubblica Bari

ECONOMIA

Le borse brindano al taglio dei tassi. Le borse europee e Wall Street registrano guadagni significativi, complice l’ottimismo generato dalla politica monetaria più accomodante delle banche centrali, inclusa la sorprendente riduzione dei tassi da parte della Banca centrale svizzera. Gli investitori mostrano fiducia nell’economia che cresce e nell’inflazione in calo, portando l’oro a superare la soglia di 2.200 dollari l’oncia. Nonostante l’attuale euforia di mercato, permangono rischi come una potenziale ripresa dell’inflazione e instabilità geopolitica che potrebbero capovolgere lo scenario economico positivo atteso.
Moyra Longo sul Sole

Record dell’oro. L’oro ha raggiunto un nuovo record storico superando i 2.200 dollari l’oncia, spinto da movimenti speculativi e influenzato dalla riunione della Federal Reserve che non ha apportato cambi sostanziali nella politica monetaria, confermando le aspettative di un taglio dei tassi. È stata registrata una ripresa degli investimenti in ETF sull’oro, con flussi positivi significativi e un aumento dell’esposizione rialzista dei fondi al Comex, che hanno superato l’investimento sui futures del petrolio con acquisti aggressivi. Questa rialzista dell’oro, che ha raggiunto i massimi degli ultimi due anni, riflette il rafforzamento dell’orientamento rialzista e l’impatto di significativi acquisti di oro “di carta” da parte dei money manager.
Sissi Bellomo sul Sole

Svizzera prima a tagliare i tassi. La Banca nazionale svizzera ha sorpreso gli analisti tagliando il tasso guida dal 1,75% all’1,5%, aggiungendo optimismi ai mercati e segnando una divergenza dalle politiche della Fed e della BCE, con l’obiettivo di attenuare la forza del franco svizzero per favorire l’economia e l’export. L’economia della Svizzera ha evitato la recessione, registrando un’inflazione sotto il 2% e prevede una crescita economica dell’1% per quest’anno, lasciando aperta la possibilità di ulteriori tagli ai tassi se necessario. Dopo l’annuncio del taglio dei tassi, il franco svizzero ha perso valore rispetto all’euro e al dollaro, mentre la Borsa svizzera ha reagito positivamente, chiudendo la seduta con un guadagno dello 0,7%.
Lino Terlizzi sul Sole

India. L’indice PMI dell’India ha raggiunto il valore più alto degli ultimi 16 anni, segnando un’impressionante crescita economica con la manifattura che spicca a 59,2 punti e il composito a 61,3. Le esportazioni hanno fornito un notevole impulso al volume totale degli ordini, con l’attività economica che ha visto un incremento nel PIL previsto al +7% per l’anno fiscale successivo. Tuttavia, la crescita economica va in parallelo con crescenti preoccupazioni democratiche, come evidenziato dal rapporto di V-Dem, che segnala un peggioramento delle libertà democratiche in India.
Marco Masciaga sul Sole

I ministeri non pagano. La Pubblica Amministrazione italiana continua a mostrare carenze nel rispetto dei termini di pagamento previsti dall’Unione Europea, con circa metà dei ministeri e il 30% dei comuni capoluogo che superano i limiti consentiti per il pagamento delle fatture. Questi ritardi hanno comportato la necessità di prorogare l’obiettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per azzerare i ritardi dal 2023 al 2025, introducendo anche sanzioni quali tagli retributivi per i dirigenti responsabili e obblighi di redigere piani di rientro. Il problema, pur beneficiando di passi avanti dal 2015 (quando i tempi medi di pagamento erano il doppio di quelli attuali), persiste notevolmente al Sud e in particolare settori come la sanità, richiedendo strategie a lungo termine e interventi strutturali per una soluzione efficace.
Gianni Trovati sul Sole

Verso il declino. Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli, avverte che un’Europa disunita rischia il declino, sottolineando la necessità di una regia comune e di un grande piano di rilancio incentrato sulla digitalizzazione e sulla transizione energetica per mantenere l’autonomia europea. Egli critica le strutture burocratiche europee per il loro approccio frammentato e la mancanza di risposte economiche rapide, a differenza degli Stati Uniti, sottolineando l’importanza di investimenti significativi in tecnologie come l’intelligenza artificiale. Tronchetti Provera promuove inoltre la cooperazione europea per evitare la dipendenza tecnologica e strategica da altre potenze, citando l’esempio di successo di Airbus e suggerendo l’uso di Eurobond per finanziare tali iniziative europee.
Giovanni Pons su Repubblica

Monito di Montezemolo. Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, è stato escluso dalle elezioni per la presidenza di Confindustria e ha annunciato l’intenzione di ricorrere alle vie legali interne ed eventualmente ordinarie, con la situazione che sarà discussa dai probiviri dell’associazione. Luca Cordero di Montezemolo ha sottolineato l’importanza di una candidatura alla Confindustria motivata dallo spirito di servizio e non dall’opportunismo, mentre la competizione continua tra i due candidati ammessi, Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini, in vista del voto del 4 aprile. Il consiglio generale di Confindustria si è tenuto in un clima teso, con Gozzi che ha dichiarato di ritenere ingiusta l’esclusione dalla corsa presidenziale, nonostante il sostegno dichiarato del 15%, inferiore alla soglia richiesta del 20%.
Rita Querzè sul Corriere

Caccia ai voti di Gozzi. Presidenza Confindustria: conteranno molto anche i voti delle partecipate, e quindi eventuali indirizzi del governo azionista, a cui farebbe comodo un interlocutore conciliante in Viale dell’Astronomia. Finora il mandato è stato di neutralità, con Eni ed Enel che sembrano pendere verso Orsini e Leonardo verso Garrone, ma in circostanze informali alcuni ministri come Tajani e Urso hanno espresso apprezzamento per Orsini. I14 aprile l’industria di Stato sceglierà e potrà essere decisiva.
Diego Longhin su Repubblica

Ma Gozzi non cede. Il confronto per la presidenza di Confindustria si accende con Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, che contesta la propria esclusione dalla corsa, affermando di aver raccolto oltre il 25% dei consensi, in contrasto con il 13,36% al 15,94% calcolato dalle commissioni interne. I saggi dell’associazione hanno promosso per la finale Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini, entrambi con più del 20% di sostegno, mentre Gozzi non esclude un possibile ricorso legale dopo aver richiesto una verifiche delle procedure. Nell’attesa del voto decisivo del 4 aprile, Luca di Montezemolo critica comportamenti divisivi nel processo elettorale, mentre Orsini e Garrone raccolgono appoggi dalle loro rispettive reti industriali e regionali, con l’obiettivo di unificare l’associazione e rafforzarne il ruolo.
Paolo Baroni sulla Stampa

BlackRock azzoppa Tim. BlackRock e Capital Fund hanno intensificato le operazioni di vendita allo scoperto (short selling) contro le azioni di Tim, contribuendo a una caduta del titolo del 4,03%, con azioni in prestito che hanno raggiunto un valore di 930 milioni di euro, ovvero il 19,3% del capitale. L’assemblea di Tim discuterà una riduzione del limite massimo di guadagno derivante da stock option per il CEO Pietro Labriola e altri top manager, in risposta alle critiche di investitori e proxy advisors. Nel frattempo, emergono timori per il futuro dei lavoratori e per l’azienda, ora al centro di possibili listi alternative e proposte di frazionamento, mentre i sindacati chiedono l’intervento governativo per proteggere gli interessi produttivi e occupazionali.
Francesca Gerosa su Mf

L’America fa causa alla Apple. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e 16 procuratori generali hanno intentato una causa antitrust contro Apple, accusando l’azienda di pratiche monopolistiche con il suo ecosistema iPhone. La causa punta il dito contro funzioni esclusive come NFC e la mancanza di compatibilità con altri prodotti quali Android, affermando che questa condotta rafforza il monopolio di Apple, danneggiando la concorrenza e i consumatori. Apple difende il proprio ecosistema, annunciando la futura compatibilità con RCS e sottolineando che il suo App Store ha creato un mercato nuovo, respingendo le accuse e definendo la causa un pericoloso precedente per l’intervento governativo nella progettazione tecnologica.
Michela Rovelli sul Corriere

Apple all’indice. Gli Stati Uniti denunciano Apple per aver presumibilmente usato il suo potere nel settore degli smartphone per soffocare la concorrenza e limitare la scelta dei consumatori, nell’ultimo attacco alle Big Tech da parte dell’amministrazione di Joe Biden. Apple è sottoposta a pressioni da parte di autorità di regolamentazione, tribunali e rivali di tutto il mondo per il modo in cui gestisce l’iPhone, mettendo a rischio i suoi 85 miliardi di dollari all’anno di ricavi da servizi. La causa depositata ieri presso il tribunale federale del New Jersey dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, insieme a un gruppo bipartisan di 16 procuratori statali e distrettuali, accusa Apple di imporre limitazioni agli sviluppatori e di rendere più difficile per gli utenti cambiare dispositivo.
Stefania Palma sul Financial Times

Dubbi Ue su Ita Lufthansa. L’Unione Europea ha espresso preoccupazioni riguardo l’acquisizione del 41% di ITA Airways da parte di Lufthansa, temendo una possibile riduzione della concorrenza su determinate rotte aeree che potrebbe portare a un aumento dei prezzi dei biglietti. Lufthansa ha pianificato un investimento di 1 miliardo di euro per il rilancio di ITA, ma potrebbe riconsiderare l’accordo se le obiezioni della Commissione Europea comportassero costi extra. Infine, mentre la decisione finale dell’UE sull’accordo è prevista per il 6 giugno, ITA appare in grado di mantenere una situazione finanziaria stabile per il 2024, in attesa del verdetto.
Silvia Valente su Mf

Aeroporti green. Mundys è stata incaricata dal World Economic Forum di guidare un gruppo di lavoro dedicato alla decarbonizzazione degli aeroporti, puntando al net zero entro il 2040 e riducendo già le emissioni del 25% negli ultimi quattro anni. La società, che si impegna a integrare la sostenibilità nei modelli di business, cerca di promuovere investimenti in iniziative verdi attraverso strumenti finanziari adeguati e una transizione verso un asset management responsabile. Inoltre, Mundys, che celebra il suo primo anniversario, mira a diventare un leader nelle infrastrutture e mobilità sostenibile a livello internazionale, operando anche razionalizzazioni e acquisizioni in ambito autostradale e aeroportuale con il supporto della partnership con Acs.
Gian Maria De Francesco sul Giornale

Fs e Marcegaglia insieme. Ferrovie dello Stato (Fs) e Marcegaglia hanno siglato un accordo per potenziare le spedizioni su ferro di prodotti siderurgici mediante la progettazione e realizzazione di nuovi terminal e raccordi ferroviari, oltre alla gestione di un nuovo parco vagoni. Il piano prevede la costruzione di un raccordo ferroviario di circa 2 chilometri tra Castellucchio e Gazoldo degli Ippoliti e un terminal ferroviario a servizio della zona industriale, con un investimento di 3 miliardi di euro da parte di Fs per rinnovare la logistica, aumentare la sostenibilità ambientale e la sicurezza stradale. Le nuove infrastrutture mirano a ridurre il traffico di camion sulle strade della provincia di Mantova, integrando maggiormente i trasporti su ferro e via acqua, con implicazioni positive sugli aspetti ambientali e sull’efficienza della rete logistica locale.
Marco Morino sul Sole

Cresce l’utile Enel e Cattaneo alza la cedola. Enel ha registrato un notevole incremento dell’utile netto nel 2023, raggiungendo i 6,5 miliardi di euro, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente, nonostante un calo nel fatturato da 140 a 95 miliardi di euro, grazie a una gestione efficace che ha ridotto i costi e incrementato la produzione redditizia. Sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Flavio Cattaneo, l’azienda ha intrapreso una politica di dismissioni quasi completata al 90%, risultando in joint venture nel settore delle rinnovabili e una riduzione del debito finanziario pro-forma a 53,5 miliardi di euro. Questi risultati hanno permesso di incrementare il dividendo per gli azionisti del 7,5%, portandolo a 0,43 euro per azione, e di valutare una potenziale ulteriore remunerazione per il 2024, in attesa della reazione della Borsa ai risultati annunciati dopo la chiusura dei mercati.
Giovanni Pons su Repubblica

Il design di Fincantieri. Fincantieri ha annunciato la creazione di Operae Interiors, uno spin-off concentrato sul design di lusso per l’arredamento di yacht e altri spazi prestigiosi, con l’obiettivo di raggiungere 13 milioni di euro di fatturato entro la fine dell’anno e 50 milioni entro il 2028, sotto la guida di Lorenza Pigozzi e Davide Biddiri. Con oltre 500 botteghe artigiane e un team di 30 persone dislocate in quattro sedi italiane, Operae Interiors si avvale della tradizione del made in Italy e si è già affermato in mercati quali Italia, Europa, USA e Medio Oriente, puntando ora a un’ulteriore espansione. Il modello di business si basa sull’esperienza pregressa di Fincantieri nel settore navale, mirando a mercati terrestri ad alta marginalità, con la sicurezza di far parte di un gruppo solido e riconosciuto nel mercato del lusso.
_Donatello Barghieri su Mf

POLITICA MONDO

Meloni per Gaza. Il premier italiano Giorgia Meloni ha partecipato a un incontro europeo a Bruxelles focalizzato su Ucraina e Medio Oriente, dove ha ricevuto apprezzamenti dal segretario generale dell’ONU Guterres per la presidenza italiana del G7 e ha concordato sulla necessità di una pausa umanitaria in Ucraina; inoltre, Meloni ha espresso preoccupazione per la sicurezza alimentare di Gaza, lanciando l’iniziativa “Food for Gaza”. Durante il summit sono emerse tensioni a causa della distribuzione del grano, con alcuni paesi che spingono per sanzioni contro il grano russo, ostacolate tuttavia dal bisogno di unanimità e dall’opposizione dell’Ungheria, con l’Italia e la Francia favorevoli a possibili dazi. Contemporaneamente, l’immagine di Meloni che si copre il volto al Senato è stata oggetto di attenzione mediatica internazionale, suscitando poi scuse ironiche della stessa premier verso chi potesse sentirsi intimidito.
Marco Galluzzo sul Corriere

Meloni stretta tra Orban e Ursula. Il presidente ungherese Viktor Orban ha infranto l’unità europea congratulandosi con Vladimir Putin per il voto in Russia, tenendo una posizione geopolitica complessa che si scontra con le linee guida dell’UE e le parole della premier italiana Giorgia Meloni. Meloni, affrontando sfide politiche multiple, deve bilanciare relazioni delicate come quelle con Orban e la potenziale rielezione di Ursula von der Leyen alla Commissione Europea, nonostante l’opposizione interna e tra gli alleati europei. Meloni sfrutta temi come l’intelligenza artificiale e l’immigrazione per mantenere l’immagine politica e celebrare progressi come l’apertura dei negoziati di adesione per la Bosnia Erzegovina, nonostante la crescente tensione dei “venti di guerra” che influenzano la scena politica interna ed europea.
Francesco Olivo sulla Stampa

Ipotesi Eurobond. I leader europei, riuniti al Consiglio europeo a Bruxelles, hanno discusso scenari preoccupanti di un possibile scontro diretto con la Russia e di un rafforzamento militare continentale, in risposta alle crescenti tensioni. Durante l’incontro, si è parlato di come sostenere militarmente l’Ucraina e di come finanziare un rilancio dell’industria militare europea, esplorando diverse soluzioni come l’utilizzo degli extraprofitti dei fondi sovrani russi congelati e la possibile emissione di eurobond. Al di là di questi temi, si è richiesto un cessate il fuoco immediato a Gaza e si sono avviati i negoziati di adesione della Bosnia, con la presenza del segretario generale dell’ONU che ha chiesto la pace in Ucraina e alla crisi in Medio Oriente.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Putin negozierà dopo l’arrivo di Trump. Tomás Pojar, primo consigliere per la Sicurezza nazionale della Repubblica Ceca, sottolinea l’importanza di fermare la Russia con la forza e non attraverso negoziati o appeasement, in quanto l’aggressività russa si manifesta in presenza di percepite debolezze. La Repubblica Ceca ha guidato un’iniziativa di “crowdfunding bellico” per l’acquisto di artiglieria per l’Ucraina, raccogliendo il sostegno di 18 nazioni, tra cui la Francia, dopo un iniziale esitamento, e il progetto è parte di un sforzo più ampio per sostenere l’Ucraina contro l’avanzata russa. Pojar suggerisce che soltanto dopo le elezioni americane del 2024 potrebbe aprirsi una finestra negoziale, assumendo che entrambe le parti saranno stanche dopo tre anni di conflitto.
Federico Thoman sul Corriere

Macron il boxeur. Il presidente francese Emmanuel Macron ha suscitato polemiche in patria presentandosi in una foto in stile Rocky Balboa, con alcuni che lo criticano per eccessivo machismo e altri che ne interpretano il messaggio politico in un periodo di tensioni con la Russia di Putin. La controversa immagine, che mostra Macron con guantoni da boxe e palesemente in forma, arriva in un momento di alta tensione tra Francia e Russia, con Mosca che lancia minacce dirette riguardo la possibile partecipazione francese nel conflitto in Ucraina.
Danilo Ceccarelli sulla Stampa

La Nato per l’Ucraina. La NATO opera in Ucraina da anni e l’UE sta aumentando il sostegno militare nonostante gli USA siano rallentati da stallo al Congresso; l’Ucraina si sta preparando per una lunga guerra di logoramento. Il presidente francese Macron ha proposto l’invio di truppe NATO in Ucraina, ma questa mossa non ha ricevuto un’accoglienza positiva da parte di altri Paesi NATO come gli USA, l’Italia e la Germania. Documenti riservati indicano una presenza preesistente di consiglieri militari e forze speciali di Paesi NATO in Ucraina, e Kiev ha autorizzato l’arruolamento di stranieri nella sua guardia nazionale, accendendo discussioni sulla futura partecipazione militare occidentale e sul rischio di escalation.
Giulio Alibrandi su Tpi

Blinken ci riprova. Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, è tornato in Medio Oriente per sostenere una proposta di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU che chiede un immediato e duraturo cessate il fuoco a Gaza di almeno sei settimane, necessario per l’invio di aiuti umanitari e il superamento della crisi umanitaria, nonostante l’opposizione di Israele che teme la riorganizzazione dei terroristi. La pressione americana si fa sentire anche con l’invito a un incontro a Washington per convincere Israele e con la richiesta al Qatar di espellere i leader di Hamas che rifiutano il piano di pace, mentre a Gaza si discute anche del dopoguerra con l’idea di un Mandato arabo per governare e ricostruire la Striscia. La Casa Bianca è sotto la lente critica sia a livello internazionale che interno, con 67 funzionari in pensione che lamentano l’impatto delle tattiche militari sulla credibilità degli USA nella regione e gli elettori democratici che contestano la gestione del conflitto durante i comizi.
Andrea Nicastro sul Corriere

Assalto all’ospedale L’ospedale Al Shifa di Gaza City è stato assediato dall’esercito israeliano, che afferma di avere ucciso 140 miliziani di Hamas e arrestato oltre 600 persone, ma fonti palestinesi sostengono che ci siano state vittime civili, inclusi pazienti e personale medico. L’azione militare ha esacerbato le tensioni e messo in dubbio la capacità di Israele di raggiungere l’obiettivo di sradicare Hamas, nonostante le rivendicazioni israeliane relative all’infiltrazione di Hamas nell’ospedale per scopi militari. Nel contesto di un difficile scenario di guerra, il segretario di Stato USA Antony Blinken si prepara a visitare Israele, mentre una bozza di cessate il fuoco proposta dagli USA va al voto al Consiglio di sicurezza dell’ONU, con missioni diplomatiche in corso per cercare di alleviare la situazione.
Paolo Brera su Repubblica

La guerra degli algoritmi. Israele utilizza software di sorveglianza avanzati, inclusi algoritmi di riconoscimento facciale e sistemi automatizzati, per controllare e limitare i palestinesi, trasformando i Territori Occupati in un laboratorio di test per tecnologie militari e sistemi di sorveglianza algoritmica di Stato. La collaborazione con le Big Tech, come nel Progetto Nimbus con Google e Amazon, rafforza la capacità israeliana di sorvegliare e gestire big data. Gli attivisti e le organizzazioni per i diritti umani esprimono preoccupazioni per le implicazioni etiche di queste tecnologie che aumentano le disuguaglianze sistemiche e violano i diritti digitali, ma nonostante le proteste e le campagne come NoTechForApartheid, i cambiamenti sostanziali rimangono limitati.
Almerico Bartoli su Tpi

Biden contro Trump. L’economia è centro del confronto tra Joe Biden e Donald Trump nelle elezioni americane, con Biden che propone aumentare le tasse sulle corporation e patrimonio personale oltre i 100 milioni di dollari per equità sociale, mentre Trump mira a riduzioni fiscali, deregolamentazione e politiche protezionistiche. Le positive condizioni economiche statunitensi dell’era Clinton sono cambiate radicalmente e i temi economici si sovrappongono a quelli geopolitici, in particolare riguardo le tensioni con la Cina. La campagna elettorale si allontana dagli attacchi personali per concentrarsi sui problemi economici, con prospettive di investimenti pubblici e aiuti alle industrie da parte di Biden, mentre Trump, più isolazionista, potrebbe rovesciare questi sussidi se eletto, creando incertezze nel quadro economico globale.
Eugenio Occorsio sull’Espresso

POLITICA ITALIA

Con Orban per riavvicinarsi a Trump. Giorgia Meloni sta consolidando i rapporti con il leader ungherese Viktor Orbán come strategia di riserva nel caso di un cambiamento politico negli Stati Uniti dovuto a un’eventuale vittoria di Donald Trump. Sebbene Meloni mantenga relazioni diplomatiche con l’amministrazione Biden, sta cercando alleati sovranisti in Europa e oltre per prepararsi a possibili sfide future all’interno dell’UE e per potenziali cambiamenti negli equilibri del potere. La collaborazione con Orbán e le reti sovraniste come la CPAC acquisiscono importanza in questo contesto, soprattutto in anticipazione di una prossima legislatura europea che potrebbe risultare meno favorevole per il governo italiano attuale.
Claudio Tito su Repubblica

Si a Ursula. Francesco Lollobrigida, esponente di Fratelli d’Italia, apprezza Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione UE, per il suo distacco dai socialisti e la sua comprensione dei messaggi di Giorgia Meloni riguardo la politica africana. Lollobrigida sostiene che ci siano le basi per un’Europa con un ruolo di primo piano per il centrodestra e riconosce il merito a von der Leyen per aver supportato iniziative italiane in tema di migrazione. Tuttavia, all’interno del partito conservatore europeo si notano posizioni divergenti sui rapporti con altri leader come Viktor Orbán e Marine Le Pen, e si manifesta chiarezza sulla condanna dell’aggressione russa all’Ucraina senza concessioni a Mosca.
Lorenzo Di Cicco su Repubblica

La strana coppia. Il piano di Giorgia Meloni per l’approccio all’Unione Europea prevede di posizionarsi in maniera centrale per influenzare la nomina del futuro presidente della Commissione UE dopo le elezioni di giugno, con possibilità di un rapporto privilegiato con Ursula von der Leyen ma anche con Mario Draghi come eventuale figura di spicco. Nonostante l’intesa con von der Leyen, l’Italia prende in considerazione altre opzioni, compreso il supporto a Draghi, benché vi siano resistenze politiche e diversità di opinioni all’interno del centro-destra e il suo stesso scetticismo. Tra i possibili candidati italiani alla Commissione UE compaiono anche Antonio Tajani, con vasta esperienza europea, e i ministri Fitto e Giorgetti che rappresentano altre alternative nel dinamico panorama politico europeo.
Augusto Minzolini sul Tempo

Flop sovranista. Matteo Salvini, leader della Lega, sottolinea il suo supporto a Donald Trump mentre sorgono preoccupazioni per le significative assenze al raduno sovranista della Lega a Roma, tra cui i governatori leghisti e figure chiave come Marine Le Pen, con anche i tedeschi di Afd deliberatamente non invitati per la loro immagine controversa. Le tensioni interne si manifestano anche nell’incertezza sulla candidatura di Roberto Vannacci, riflettendo discrepanze nell’approccio alle relazioni con la Russia e nelle alleanze europee tra i partiti di centrodestra. La Lega si prepara per l’evento con la presenza attesa di importanti figure internazionali, come il trumpiano Vivek Ramaswamy e il portoghese André Ventura, nonostante le assenze e i dibattiti sulla direzione e strategia del partito.
Marco Cremonesi sul Corriere

Congresso e scontro per Vannacci. Matteo Salvini, segretario della Lega, ha convocato un consiglio federale a Roma annunciando la formazione di una squadra che lavorerà al programma per le elezioni europee e la tenuta di un congresso federale in autunno. Nel partito cresce il dissenso con deputati e senatori che si mostrano pubblicamente scontenti e mal sintonizzati con il vertice sul generale Vannacci, mentre le candidature scarseggiano in vista del voto europeo tra cui la possibile esclusione di Antonio Maria Rinaldi a favore di Susanna Ceccardi. La situazione in Sicilia è tesa con il rischio di rottura dell’accordo con Mpa e il potenziale fallimento di un evento sovranista di Identità e democrazia, dimostrando la presenza di notevoli sfide interne e prospettive incerte per il voto europeo.
Federico Capurso sulla Stampa

I voti dei clan alla destra. Un’intercettazione ha rivelato che il sindaco di Bari Antonio Decaro non ha avuto alcun accordo pre-elettorale con la criminalità organizzata, contrariamente alle accuse mosse da un pentito, e che, in effetti, era il centrodestra a ricevere notevoli somme dai clan. La consigliera comunale Maria Carmen Lorusso del centrodestra è stata indagata per voto di scambio politico-mafioso, mentre Decaro ha consegnato documentazione per dimostrare il sostegno dell’amministrazione comunale nella lotta alla criminalità. Le indagini non hanno riscontrato illeciti a carico di esponenti del centrosinistra, e la Procura di Bari ha chiesto l’archiviazione dell’indagine su Decaro, mentre si sono accertate manovre elettorali illecite legate al centrodestra durante le elezioni.
Chiara Spagnolo su Repubblica

Quel ministro fedele alla causa. Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno italiano, è noto per la sua fedeltà nei confronti dei suoi alleati politici, dimostrata recentemente dalla sua decisione di istituire una commissione d’accesso a Bari durante la campagna elettorale, al seguito di una richiesta dei deputati di centrodestra. Critiche emergono dal fatto che in passato, analoghe commissioni sono state formate solo dopo anni di investigazioni giudiziarie, mentre a Bari l’azione è stata immediata, sollevando sospetti di opportunismo elettorale. Piantedosi ha già mostrato il suo approccio politico nel 2018, quando, allora capo di gabinetto di Salvini, giustificò la detenzione di migranti sulla nave Diciotti per “motivi di sicurezza”. In qualità di ministro, ha spesso accolto favorevolmente le richieste della destra, da decreti contro i rave party all’aumento delle pene per le baby gang, mostrando una tendenza a privilegiare le misure di sicurezza e repressione.
Giuliano Foschini su Repubblica

Delusione Nordio. Carlo Nordio, ex magistrato e attuale ministro, è oggetto di critica per aver firmato leggi che contraddicono la sua posizione passata contro l’inasprimento delle pene. La sua gestione delle riforme, come l’abolizione dell’abuso d’ufficio, mostra una notevole lentezza e inconcludenza, dimostrate dalle audizioni prolungate e dagli scontri con Europa e magistratura. Nordio ha inoltre commesso gaffe, come minimizzare l’uso delle intercettazioni, che sono risultate fondamentali nell’arresto di boss mafiosi come Matteo Messina Denaro. Il suo capo di gabinetto si è dimesso, lamentando un ministro “eterodiretto”, mentre la sua commissione d’inchiesta sul dossieraggio è stata bloccata da Palazzo Chigi. Nel contesto più ampio, Giorgia Meloni riceve votazioni contrastanti sulla politica estera e sulla condotta in Aula, mentre altri politici come Elly Schlein, Matteo Salvini e Giuseppe Conte affrontano le proprie sfide e critiche.
Alessandro De Angelis sulla Stampa

Sequestro. Marcello Dell Utri, ex senatore di Forza Italia e collaboratore di lunga data di Silvio Berlusconi, è accusato di violare la normativa antimafia e gli sono stati sequestrati circa 11 milioni di euro in beni, parte dei quasi 33 milioni che avrebbe ricevuto da Berlusconi in prestiti infruttiferi e mai restituiti. Il sequestro fa seguito a indagini su presunte violazioni legate alla legge antimafia Rognoni-La Torre in relazione a cambiamenti nel patrimonio non segnalati da Dell Utri, e a un’indagine su presunti legami con atti di terrorismo e stragi mafiose. La difesa di Berlusconi contesta queste accuse, sostenendo che la ricostruzione degli eventi da parte della procura di Firenze è stata già smentita, ma il Tribunale di Firenze sembra convinto che i pagamenti potrebbero essere stati volti a comprare il silenzio di Dell Utri.
Grazia Longo sulla Stampa

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