LEONARDO – AD&S
Picchetti volanti. Kelly Ortberg, nuovo CEO di Boeing, si trova di fronte a una serie di sfide, tra cui problemi di produzione del 737 MAX e del 787 Dreamliner, perdite nella divisione difesa e un guasto software che ha colpito la navicella spaziale Starliner. Il 13 settembre, uno sciopero di 33.000 membri del sindacato ha interrotto la produzione del 737 MAX nello stato di Washington, con stime di perdite per Boeing di 2 miliardi di dollari al mese e la possibilità di un downgrade del rating creditizio se lo sciopero si prolunga. Mentre Boeing affronta difficoltà finanziarie e una concorrenza crescente da Airbus, che ha un ordine maggiore di jet e prevede di lanciare un nuovo aereo entro la fine del decennio, il ritardo nel riprendere la produzione potrebbe farla rimanere ulteriormente indietro.
su Economist
Gli ingranaggi della guerra. Le fabbriche di armi serbe e bosniache stanno vivendo un boom di vendite grazie al conflitto in Ucraina, con esportazioni serbe quadruplicate dal 2020 e munizioni bosniache richiestissime dai governi occidentali. Le industrie della regione, eredi del complesso militare-industriale jugoslavo, producono munizioni e attrezzature compatibili sia con gli standard sovietici che NATO, vendute a prezzi competitivi e spesso tramite intermediari per aggirare le restrizioni legali. Questo commercio di armi rappresenta un equilibrio delicato per i leader regionali tra opportunità economiche e tensioni politiche, con alcuni paesi balcanici che cercano di guadagnare favore con l’America e l’Unione Europea, mentre la Serbia mantiene una posizione ambigua tra Occidente e Russia.
su Economist
Pronti a collaborare con Thyssen. L’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, ha espresso la disponibilità dell’azienda a collaborare con il gruppo tedesco Thyssenkrupp nel settore dei sommergibili, sottolineando un mercato in crescita per tali imbarcazioni in Europa. Folgiero ha evidenziato l’importanza di innovare nel campo dei sommergibili e ha menzionato la necessità che le istituzioni tedesche definiscano un percorso per l’autonomia di Thyssenkrupp dalla sua attuale struttura azionaria. Inoltre, ha confermato la conclusione dell’accordo con Leonardo per l’acquisto delle attività di produzione di sonar e siluri, con un closing previsto per inizio 2025 e un valore massimo di 415 milioni di euro. Questo accordo rientra nella strategia di Fincantieri di rafforzare la propria presenza nel settore della difesa subacquea.
su Piccolo
Passaggio. Il sindacato Uilm Livorno e il comitato aziendale Rsu Uilm Leonardo esprimono preoccupazione per il passaggio della divisione ex Wass da Leonardo a Fincantieri, annunciato per 415 milioni di euro e previsto per inizio 2025. Le dichiarazioni degli amministratori delegati di Leonardo e Fincantieri al Salone Nautico di Genova indicano che l’accordo sarà effettivo dopo l’approvazione del bilancio di aprile. Uilm sottolinea l’importanza strategica del sito livornese, specializzato nella difesa subacquea, e richiede trasparenza e attenzione nell’operazione per garantire la tutela dei lavoratori e la continuità degli accordi economici e normativi. Il sindacato ha coinvolto istituzioni e vertici nazionali per monitorare attentamente l’acquisizione.
su Nazione Grosseto-Livorno
La carica delle start up. Al Salone nautico di Genova, dodici startup hanno presentato innovazioni tecnologiche per l’industria nautica, molte delle quali derivano dal settore automobilistico, come batterie strutturali leggere, tute per scafi che riducono l’aderenza e rilascio di sostanze inquinanti, e dispositivi per migliorare l’efficienza in mare. Tra i partecipanti c’erano aziende come Volta, Eyhfa e Easysea, che hanno mostrato prodotti come pavimenti di barche funzionali, tapis-roulant acquatici e leve di winch pieghevoli, con alcune collaborazioni importanti come Cdp, Leonardo e Dallara. Il settore nautico, in forte crescita, vede un’ondata di creatività e tecnologia, con il Politecnico di Torino e la Motor Valley emiliana che espandono la ricerca al mare, e la Future Foiling di Imola che ha sviluppato un tender elettrico ad alte prestazioni simile a una supercar
su Secolo XIX
Accademia. Il Seminario di leadership 2024 inizia domani all’Accademia Navale di Livorno, un evento di formazione per giovani ufficiali con la partecipazione di eminenti figure del mondo imprenditoriale, accademico e istituzionale. Il programma, che si estende fino a sabato, prevede interventi di personalità come il vice ammiraglio Antonio Natale e il CEO di Baglietto Diego Michele Deprati, tra gli altri, con l’obiettivo di preparare i partecipanti alle sfide del contesto geopolitico attuale. Gli incontri proseguiranno nei giorni successivi con contributi di esperti quali il direttore del museo egizio di Torino Christian Greco, l’astronauta Walter Villadei e il presidente di Eni Giuseppe Zafarana, culminando con la chiusura dei lavori da parte del professore Andrea Borghini sabato mattina.
su Nazione Grosseto-Livorno
Assistente digitale. Roma si prepara a diventare una smart city in vista del Giubileo, con l’introduzione di un assistente digitale basato su intelligenza artificiale per aiutare turisti e pellegrini, e progetti per il wi-fi gratuito 5G e la mappatura satellitare per la sicurezza urbana. Nonostante l’entusiasmo per le nuove tecnologie, permangono dubbi sulla capacità della città di fornire servizi di base come la carta di identità elettronica, evidenziando un contrasto tra aspirazioni futuristiche e realtà quotidiana. L’assessore Monica Lucarelli guida gli sforzi per migliorare l’infrastruttura digitale e la sicurezza, con la collaborazione di enti e aziende, mirando a lasciare un’eredità duratura post-Giubileo per cittadini e turisti.
Paolo Dordit su Corriere di Roma e del Lazio
Il piano di Zelensky. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è negli Stati Uniti per convincere l’amministrazione Biden a fornire missili a lungo raggio e droni, sostenendo che questi aiuteranno a raggiungere la pace con la Russia, nonostante le preoccupazioni di un’escalation del conflitto. Zelensky ha un piano di pace che prevede sanzioni più severe contro la Russia, protezione dei cieli ucraini e l’adesione alla NATO, ma i dettagli sono ancora riservati e Mosca ha già espresso il suo dissenso. Durante la sua visita, Zelensky terrà un discorso all’Assemblea generale dell’ONU, incontrerà Biden e Harris, e visiterà una fabbrica di munizioni in Pennsylvania, mentre l’Ucraina entra nell’addestramento NATO con un focus sull’uso dei droni in combattimento.
Riccardo Antoniucci su Il Fatto Quotidiano
Gaiani: Kiev ci vuole in guerra. Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, ritiene che il dibattito sull’uso di missili a lungo raggio in Russia sia politico e rischioso, poiché non ci sono obiettivi strategici significativi nel loro raggio e potrebbe coinvolgere la NATO nel conflitto. Secondo Gaiani, l’industria della difesa occidentale non ha interesse a un coinvolgimento diretto con la Russia, data la difficoltà di soddisfare le richieste di armamenti e la limitata capacità degli eserciti europei di sostenere un conflitto prolungato. Nonostante ciò, l’Ucraina continua a utilizzare droni per colpire obiettivi in Russia, con nuovi modelli più potenti, ma questi non possono sostituire completamente i missili, specialmente contro i bunker.
su Il Fatto Quotidiano
Investire negli armamenti teleguidati da IA. Eric Schmidt, ex CEO di Google e presidente dello Special Competitive Studies Project, ha esortato il Pentagono a investire in armamenti teleguidati dall’intelligenza artificiale (IA), sottolineando l’importanza di adattarsi all’era dell’IA nel settore della difesa. Schmidt sostiene che il budget della difesa dovrebbe riflettere la rivoluzione dell’IA, promuovendo sistemi d’armi più accessibili, economici e facili da usare, prendendo spunto dalle lezioni apprese dalla guerra in Ucraina. Egli evidenzia l’inefficienza di sistemi costosi come i missili Patriot contro droni economici, suggerendo la necessità di sviluppare alternative più abbordabili che sfruttino software agili e interconnessi.
su Il Fatto Quotidiano
Marconi. A 150 anni dalla sua nascita, al Salone Nautico di Genova tiene banco un convegno dedicato a Guglielmo Marconi, uno dei padri dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico. A discuterne gli AD di Leonardo e Fincantieri, due pesi massimi nel settore. Le due aziende hanno firmato un accordo di collaborazione, mentre Roberto Cingolani conferma che a breve partirà un’altra intesa, quella con Rheinmetall, in cui avrà un ruolo centrale La Spezia. Genova è il cuore digitale di Leonardo, aggiunge Cingolani, e continueremo a investire su AI e cyber security. Interviste a Roberto Cingolani (AD Leonardo) e P. Folgiero (AD Fincantieri).
su RaiTre
Usa e Ue isolati e bellicisti. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea sono percepiti come sempre più isolati, poveri e bellicisti, con una politica estera che privilegia la forza militare e ignora la diplomazia, rischiando di intensificare i conflitti come quello in Ucraina. La propaganda occidentale cerca di giustificare l’escalation in Ucraina come una risposta necessaria alle azioni della Russia, mentre le strategie belliciste sono criticate per essere prive di obiettivi strategici reali e per servire interessi elettorali piuttosto che risolvere il conflitto. Il Sud globale, comprese India e Indonesia, rifiuta di seguire la logica di potenza degli Stati Uniti, cercando di perseguire una politica estera basata sui propri interessi e mantenendo relazioni con Cina e Russia, mentre l’Occidente appare in declino sia economico che morale
Elena Basile su Il Fatto Quotidiano
Marconi. Genova è il cuore digitale di Leonardo e continueremo a investire su AI e cyber security Dice Roberto Congolani (ad e dg di Leonardo) intervistato dal Tgr Liguria insieme a Pierroberto Folgiero (ad di Fincantieri).
su Tgr Liguria RaiTre
Marconi. Al Salone Nautico di Genova Convegno dedicato a Guglielmo Marconi, presente Ad di Fincantieri Pierroberto Folgiero, che racconta dell’operazione Wass entro il 2025 e delle collaborazioni con Leonardo. Intervista a Folgiero.
su TELENORD
ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO
Più facile sbarcare in Borsa. Il Parlamento Europeo ha approvato il Listing Act, un regolamento che semplifica le procedure per le imprese che desiderano quotarsi in Borsa, riducendo la burocrazia e rendendo più conveniente l’accesso ai mercati finanziari. Il nuovo regolamento prevede prospetti informativi più brevi e comprensibili, con un massimo di 300 pagine, e non richiede un prospetto per le aziende quotate da oltre 18 mesi in caso di aumenti di capitale. Inoltre, modifica le normative sugli abusi di mercato, eliminando il registro del ritardo e riducendo le sanzioni amministrative in modo proporzionale alle dimensioni delle società. Il Listing Act mira a stimolare le imprese europee a raccogliere capitali in Borsa, nonostante permangano ostacoli culturali e pratici all’accesso ai mercati.
Morya Longo su Sole 24 Ore
Dirigenti anche senza concorso. Il Piano strutturale di bilancio italiano prevede una riforma del pubblico impiego che consentirà l’assegnazione di alcuni posti dirigenziali in base a valutazioni professionali e personali, anziché esclusivamente tramite concorso pubblico. Questo cambiamento mira a valorizzare le capacità manageriali e le competenze tecnologiche e digitali, incentivando percorsi di carriera su misura per queste figure. Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, punta a superare il sistema di carriere basato sull’anzianità e a rendere il lavoro pubblico più attraente, anche in risposta alla concorrenza del settore privato. La riforma, che deve ancora essere dettagliata in un disegno di legge, cerca di bilanciare l’innovazione con le possibili obiezioni costituzionali, mantenendo l’equilibrio tra conoscenza delle norme e valutazione delle competenze immateriali.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore
Polizze facoltative. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un’intervista durante un volo verso New York per l’Assemblea Generale dell’ONU, ha discusso vari temi politici interni ed esteri. Tajani ha espresso apertura verso un contributo volontario delle banche per aiutare le finanze statali, respingendo l’idea di una tassa sugli extraprofitti. Ha difeso la stabilità del governo nonostante le tensioni interne e ha sostenuto la necessità di una riforma della giustizia, in particolare riguardo al caso di Matteo Salvini e l’accusa relativa alla nave Open Arms. Tajani ha anche toccato il tema delle assicurazioni contro le calamità, sostenendo che dovrebbero essere facoltative per le famiglie. Infine, ha negato qualsiasi conflitto con Marina Berlusconi e ha ribadito la sua indipendenza politica, nonostante le voci di dissenso all’interno di Forza Italia. –
Monica Guerzoni su Corriere della Sera
Extraprofitti. Il governo italiano sta considerando l’introduzione di un contributo solidale una tantum dell’1-2% sugli utili extra delle banche degli ultimi 12-24 mesi per finanziare la manovra economica. Questa misura potrebbe estendersi anche ai settori energetico e assicurativo. Forza Italia, inizialmente contraria a una tassa sugli extraprofitti, sembra ora aperta a un contributo concordato. Inoltre, è stato proposto un bonus di Natale di 100 euro per i lavoratori dipendenti con specifici requisiti di reddito e familiari, che deve essere richiesto per iscritto. Le misure confermate per la manovra includono il taglio del cuneo fiscale e una nuova Irpef a tre aliquote, mentre si attendono i dati Istat sulla crescita del Pil per completare il piano di bilancio.
su Corriere della Sera
Nessun intento punitivo. Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze, non esclude la possibilità di un prelievo sugli istituti di credito, ma sottolinea che non avrebbe intenti punitivi e sarebbe concordato con le banche. Rispetto all’anno precedente, il clima è cambiato e gli extraprofitti delle banche non sono più visti come ingiusti, ma come risultato di condizioni esterne. Se il governo avesse bisogno di risorse aggiuntive per aiutare famiglie e imprese, potrebbe considerare un contributo una tantum anche da altri settori come assicurazioni ed energia. La situazione è ancora aperta e qualsiasi decisione verrà presa dopo aver valutato le necessità del governo e in assenza di conflittualità, con la possibilità di beneficiare anche delle maggiori entrate tributarie recenti.
Claudia Voltattorni su Corriere della Sera
Salvini liquida Draghi, no al debito comune. Matteo Salvini, leader della Lega, ha espresso una forte opposizione al piano di investimenti da 800 miliardi proposto da Mario Draghi, criticando l’idea del debito comune e sottolineando che l’Italia non dovrebbe risolvere i problemi altrui nonostante sia il principale beneficiario del Pnrr. In politica estera, Salvini ha chiarito la sua posizione contraria all’invio di armi offensive in Ucraina, temendo un’avvicinamento alla guerra, e ha sottolineato la necessità di una tregua per il benessere economico dell’Europa. Ha inoltre espresso perplessità sulla nomina di un commissario nord europeo per la casa e l’energia, ritenendo più appropriato un commissario greco per i trasporti, data l’affinità culturale con l’Italia. La Lega continua la sua mobilitazione con gazebo in diverse città in vista della sentenza del processo Open Arms, mentre il video di difesa di Salvini ha raggiunto oltre 12 milioni di visualizzazioni sui social.
Cesare Zapperi su Corriere della Sera
Il lavoro che non paga. L’inchiesta evidenzia la difficile situazione lavorativa dei giovani italiani, caratterizzata da impieghi sottopagati, contratti precari e un abuso di tirocini, rendendo l’occupazione stabile un miraggio per gli under 30. Negli ultimi due anni, circa centomila giovani hanno deciso di emigrare dall’Italia in cerca di migliori opportunità. Nonostante un aumento generale dell’occupazione, guidato dagli over 50, la situazione per i giovani è stagnante, con molti che si ritrovano a lavorare in nero o per stipendi inadeguati. L’articolo sottolinea anche la mancanza di politiche efficaci per contrastare il fenomeno e l’incapacità del governo di introdurre misure come il salario minimo legale, lasciando i giovani in una condizione di precarietà e insoddisfazione lavorativa.
Giulia D’Aleo su Repubblica
Stop al condono. Il governo italiano ha fatto marcia indietro sull’emendamento che prevedeva un maxi condono fiscale per regolarizzare irregolarità fino al 2018, dopo le obiezioni del Tesoro e dell’Agenzia delle Entrate che lo hanno definito un “condono tombale”. Il concordato preventivo biennale, che permette ai lavoratori autonomi di stimare il guadagno futuro e ridurre i controlli fiscali, è stato oggetto di dibattito e controversia. Alcuni parlamentari hanno proposto ulteriori incentivi per chi aderisce al concordato, ma la maggioranza si è resa conto di aver ecceduto e sta discutendo come modificare la norma. Il governo aveva promesso di utilizzare i fondi recuperati per ridurre l’IRPEF al 33% per redditi fino a 60.000 euro, ma ora si rischia un flop se i cambiamenti non saranno adeguati.
Alessandro Barbera su Stampa
Poste privata. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e Poste Italiane stanno pianificando la privatizzazione del 15% di Poste Italiane, con l’obiettivo di completare la cessione entro il 21 ottobre. Questa operazione, che si stima possa fruttare circa 2,5 miliardi di euro allo Stato, segna la prima privatizzazione dal 2016 che coinvolge i piccoli risparmiatori. Un elemento innovativo è che sarà possibile acquistare le azioni tramite canali digitali, come il sito o l’app PostePay, e sarà anche possibile attivare da remoto un deposito titoli. La vendita si rivolge sia agli investitori istituzionali che ai risparmiatori individuali, con una quota riservata ai dipendenti di Poste Italiane
Laura Serafini su Sole 24 Ore
Cavi, Tim vende. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), insieme al fondo Asterion, sta preparando un’offerta per acquisire il 100% di Sparkle, la società di cavi sottomarini di Telecom Italia. Il Mef, che punta a mantenere la maggioranza di questo asset strategico, ha già presentato una proposta a gennaio, rifiutata dal cda di Tim come inadeguata. Una nuova offerta è attesa per il cda del 26 settembre, anche se potrebbero essere necessari ulteriori giorni per definire i dettagli. La valutazione di Sparkle è leggermente superiore rispetto all’offerta precedente, e una vendita potrebbe permettere a Tim di realizzare una plusvalenza significativa, contribuendo a un possibile ritorno al pagamento di dividendi sospesi dal 2020.
Sara Bennewitz su Repubblica
Ex Ilva, si vende. Acciaierie d’Italia, precedentemente nota come Ilva, ha ricevuto 15 manifestazioni di interesse per la sua acquisizione, con tre offerte per l’intero gruppo provenienti da Jindal con Vulcan Green Steel, Stelco del Canada e Baku Steel Company dell’Azerbaijan. Alcuni attori chiave come Metinvest, Arvedi e Nippon Steel non hanno presentato offerte. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha confermato che il collasso è stato evitato e che ora inizia una nuova fase per costruire piani industriali e finanziari. I sindacati esprimono preoccupazione per una possibile vendita frammentata dell’azienda, che potrebbe vulnerabilizzare i siti. Nel frattempo, le aziende dell’indotto stanno ricevendo pagamenti da un plafond di 120 milioni di euro attivato da SACE per i crediti maturati prima dell’amministrazione straordinaria.
Carmine Fotina su Sole 24 Ore
Febbre da chip. Qualcomm sta considerando un’acquisizione di Intel, in un’operazione che potrebbe creare un gigante dei semiconduttori con ricavi di 100 miliardi di dollari e una capitalizzazione di mercato di oltre 280 miliardi di dollari. L’interesse di Qualcomm è spinto dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale e dalla complessità crescente del mercato dei chip. Intel, che ha recentemente riportato una perdita trimestrale di 1,6 miliardi di dollari e ha visto il proprio valore azionario dimezzarsi in sei mesi, sta considerando un nuovo piano di rilancio. Tuttavia, un potenziale accordo tra Qualcomm e Intel potrebbe incontrare ostacoli antitrust, specialmente in Cina, dove entrambe le aziende hanno già affrontato blocchi in precedenti tentativi di acquisizione. Intel, inoltre, ha ottenuto 3,5 miliardi di dollari in sovvenzioni federali dagli Stati Uniti per la produzione di semiconduttori per il Dipartimento della Difesa.
Daniela Polizzi su Corriere della Sera
La svolta a destra della Silicon Valley. La Silicon Valley, un tempo simbolo di progresso tecnologico e democrazia, sta virando a destra sotto l’influenza di una nuova generazione di imprenditori come Elon Musk e Peter Thiel. Questi ultimi, insieme ad altri influenti sudafricani, stanno promuovendo un’oligarchia tecnologica che sfida i principi democratici, sostenendo che la libertà e la democrazia non sono compatibili. La politica della Silicon Valley si sta polarizzando, con i repubblicani moderati in declino e una crescente adesione a teorie cospirative e ideologie estreme. La destra tecnologica, finanziata da miliardari come Thiel, sta guadagnando terreno, mentre la sinistra non è immune da disinformazione e intolleranza. Questa trasformazione rappresenta una minaccia per i valori democratici e la stabilità politica, con la Silicon Valley che diventa un campo di battaglia ideologico in vista delle elezioni.
Gianni Riotta su Repubblica
India cresce, ma con disoccupazione alta. L’India, nonostante una crescita economica del 7% annuo e la prospettiva di diventare la terza economia mondiale, è afflitta da un elevato tasso di disoccupazione giovanile, con il 28,7% dei laureati under 29 senza lavoro. Il caso di 395mila candidature per un posto da spazzino nello stato dell’Haryana evidenzia la gravità della situazione e la sottoccupazione nel paese. I dati ufficiali sulla disoccupazione sono controversi e spesso accusati di mancanza di trasparenza, con metodologie che cambiano e rendono difficile il confronto storico. Inoltre, il sistema educativo indiano produce 1,5 milioni di ingegneri all’anno, ma solo il 45% di loro è considerato impiegabile, rivelando una spaccatura nel sistema formativo e grandi disparità geografiche.
Marco Masciaga su Sole 24 Ore
Prima si, poi il passo indietro. Il governo tedesco ha invitato Unicredit a fare un’offerta per il 4,5% di Commerzbank, rendendo la banca italiana il secondo azionista dell’istituto tedesco. Nonostante la sorpresa espressa dalla cancelleria tedesca, è emerso che l’acquisto era noto e coordinato con il ministero delle Finanze tedesco. L’operazione ha ricevuto un’accoglienza mista, con il presidente della Bundesbank che ha sottolineato la complementarietà delle due banche, mentre il cancelliere Olaf Scholz è stato criticato dai sindacati preoccupati per possibili licenziamenti. Il governo tedesco ha avviato un’indagine sulla vendita, ma le prove suggeriscono che l’invito a Unicredit è partito proprio dal governo tedesco.
Federico Fubini su Corriere della Sera
Mps. Lo Stato italiano detiene il 26,7% del Monte dei Paschi di Siena, con azioni inizialmente collocate a due euro e ora valutate a circa 4,9 euro, dopo un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro che ha avuto successo. Dopo due collocamenti, il governo sta considerando una seconda fase di privatizzazione della banca, con due opzioni principali: vendere ulteriori azioni per ridurre la sua partecipazione prima di una possibile fusione, oppure guidare un’operazione per rafforzare il sistema bancario italiano, creando un terzo polo bancario. Le decisioni future dipenderanno in gran parte dalle direttive della Banca Centrale Europea
Nicola Saldutti su Corriere della Sera
Eredità. Il giudice di Torino ha accusato i fratelli Elkann (John, Lapo e Ginevra) e altri due professionisti di aver ideato una strategia per evadere il fisco italiano, utilizzando una residenza fittizia in Svizzera e investendo in società estere. Un sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro è stato eseguito, corrispondente all’ammontare non versato al fisco tra il 2015 e il 2019. L’inchiesta ha rivelato redditi nascosti per circa 6,7 milioni di euro, derivanti da attività finanziarie in trust con sede alle Bahamas. Il giudice ha espresso preoccupazione per il rischio che i beni potessero essere trasferiti all’estero e diventare non sequestrabili, giustificando così il sequestro dei beni. La situazione è emersa dopo un’ispezione antiriciclaggio nel luglio 2023, che ha portato alla luce dichiarazioni di beni e redditi all’estero solo successivamente presentate dai fratelli Elkann.
Massimiliano Nerozzi su Corriere della Sera
Prime prove di dialogo. Il conflitto tra Margherita Agnelli e i suoi figli John, Lapo e Ginevra Elkann, che dura da 17 anni, ha origini nell’infanzia e si è intensificato con dispute legali e un’inchiesta penale che ha allontanato ulteriormente le parti. La diplomazia familiare cerca di mediare, ma le distanze sembrano incolmabili, specialmente con l’ultimo atto giudiziario che ha visto il sequestro di beni per quasi 75 milioni di euro. Il disaccordo ha radici profonde, risalenti al periodo dell’infanzia dei fratelli Elkann in Brasile, dove hanno subito violenze fisiche e psicologiche da parte della madre, come affermato da John Elkann. La situazione è complicata e richiederebbe un intervento diplomatico di grande calibro per trovare una soluzione.
Mario Gerevini su Corriere della Sera
POLITICA & CRONACA DAL MONDO
Kiev attacca. Le forze ucraine hanno attaccato e distrutto due depositi di munizioni russi, dimostrando capacità operative oltre i limiti imposti agli armamenti occidentali ricevuti. Il presidente ucraino Zelensky ha espresso la necessità di utilizzare i missili occidentali a lunga distanza per colpire obiettivi strategici in Russia, ma gli alleati, temendo un’escalation, limitano l’uso di tali armi a obiettivi entro 60 chilometri dal confine. Zelensky, che si prepara a presentare un piano di vittoria a Washington, insiste sull’importanza di un arsenale che possa scoraggiare ulteriori aggressioni russe. Nel frattempo, l’Ucraina continua a subire attacchi russi su infrastrutture e civili, mentre Zelensky si appresta a partecipare all’Assemblea generale dell’ONU per mantenere l’attenzione internazionale sulla guerra e sulla richiesta di maggiore libertà nell’uso delle armi occidentali
Andrea Nicastro su Corriere della Sera
Assalti e faide. L’opposizione russa in esilio è scossa da una faida interna che sembra una spy story internazionale, con assalti e tentati rapimenti tra i sostenitori di due figure chiave: Leonid Nevzlin, ex socio di Mikhail Khodorkovsky, e Leonid Volkov, successore di Aleksei Navalny alla guida della sua Fondazione anticorruzione. L’escalation di violenza include attacchi a membri dell’opposizione in diverse città e l’arresto di un faccendiere in Polonia legato a un tentativo di rapimento. Le accuse reciproche tra i due campi suggeriscono una lotta per il controllo dell’opposizione a Putin, nonostante entrambi i Leonid siano avversari del regime russo e rischino condanne penali in patria. La situazione è complicata da accuse di depistaggi dei servizi russi e da finanziamenti controversi che alimentano la divisione all’interno dell’opposizione.
Irene Soave su Corriere della Sera
Se colpiamo la Russia, tratterà la pace. Il presidente ucraino Zelensky si appresta a presentare a Washington un piano in cinque punti per ottenere la vittoria contro la Russia, con l’obiettivo di spingere Mosca alla negoziazione di pace da una posizione di forza. Il piano prevede di intensificare gli attacchi sul territorio russo per indebolire la posizione militare di Mosca e di utilizzare tale vantaggio per avviare negoziati senza concessioni territoriali. Zelensky spera di ottenere il sostegno degli Stati Uniti per l’uso di armi a lungo raggio e per l’accesso a difese aeree, oltre a supporto economico e militare. Kiev sta già attuando attacchi indipendenti, come dimostrato dai recenti bombardamenti in Crimea e in altre regioni russe. Zelensky discuterà il piano con il presidente Biden e altri leader, sottolineando l’importanza dell’unità nazionale degli USA nel fermare Putin.
Paolo Mastrolilli su Republica
Il piano. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si appresta a presentare a Joe Biden il “Piano per la vittoria”, che include la richiesta di un invito formale all’adesione dell’Ucraina alla NATO e un impegno per armi strategiche, durante un incontro bilaterale a Washington il 26 settembre. Zelensky chiederà anche un ulteriore supporto economico-finanziario per la ricostruzione dell’Ucraina e l’uso di missili a lunga gittata. Gli Stati Uniti stanno preparando un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, che potrebbe essere annunciato prima dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove Zelensky interverrà in un Consiglio di Sicurezza straordinario. Il pacchetto di aiuti, del valore di 375 milioni di dollari, potrebbe includere missili Joint Standoff Weapons per potenziare la difesa ucraina. Tuttavia, la disponibilità di ulteriori fondi è incerta a causa del rischio di shutdown del governo americano se non si raggiunge un accordo di finanziamento entro il 30 settembre.
Alberto Simoni su Stampa
Entrare nella Ue. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si reca negli Stati Uniti per sollecitare l’attenzione internazionale sulla guerra in Ucraina, incontrando il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris per discutere il suo “Piano per la vittoria”. Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, sostiene che il piano di Zelensky, che prevede il ritorno di tutti i territori ucraini sotto il controllo di Kiev, è militarmente irrealizzabile a causa della determinazione russa. Bremmer suggerisce che un’offerta di adesione all’UE e un invito a entrare nella NATO potrebbero cambiare la prospettiva ucraina sui negoziati. La vittoria per l’Ucraina potrebbe non significare il recupero di tutti i territori, ma un futuro più sicuro per i giovani ucraini se l’Europa supportasse la ricostruzione economica del paese e l’adesione alla NATO, inviando un segnale forte contro l’aggressione a Russia, Cina e Iran.
Marco Liconti su Stampa
Sotto le bombe di Putin. La città di Pokrovsk nel Donbass, un tempo popolata da 50-60 mila persone, è ora una città martire sotto i bombardamenti russi, con pochi abitanti rimasti. La vita quotidiana è limitata a poche ore prima del coprifuoco, con la gente che si rifugia in cantine e bunker. Irina, una pasticciera, rimane per sfornare dolci per i soldati e i civili, offrendo un raro conforto in mezzo alla desolazione. Mentre la città è ridotta a macerie, i pochi residenti si aggrappano alla dignità e alla speranza, con volontari che organizzano centri di invincibilità per aiutare chi resiste. Nonostante l’assedio imminente, la comunità mostra una resilienza straordinaria, simboleggiata dalle torte di Irina e dall’assistenza reciproca tra i cittadini
Francesco Semprini su Stampa
Lberare i difensori. L’Ucraina chiede agli Stati Uniti di poter utilizzare missili occidentali per colpire obiettivi militari in Russia, in risposta agli attacchi quotidiani di Putin contro civili e infrastrutture. Nonostante l’Occidente abbia fornito oltre $200 miliardi in aiuti, ha esitato a consegnare armamenti che poi si sono rivelati essenziali. Durante un incontro imminente con Biden, il presidente ucraino Zelensky rinnoverà la richiesta, sostenuta da Regno Unito e Francia, ma ostacolata dalla cautela americana e tedesca. Gli USA temono l’escalation, ma il rifiuto di fornire missili ATACMS a lungo raggio potrebbe incoraggiare l’aggressività russa e dividere la NATO, indebolendo la posizione dell’Ucraina in eventuali negoziati di pace. Biden dovrebbe riconsiderare la sua posizione per dimostrare pieno sostegno all’alleato ucraino.
su Economist
Allarme nel Nord. Israele ha intensificato i raid aerei nel sud del Libano, estendendo le regole di emergenza fino a Haifa, in risposta agli attacchi di Hezbollah. Questi scontri, che si susseguono da 351 giorni, hanno subito un’escalation dopo l’adozione di nuove tattiche militari israeliane, tra cui il cybotage. La morte di Ibrahim Aqil, comandante di Hezbollah, è stata definita un “buon risultato” dal consigliere per la Sicurezza nazionale degli USA, Jake Sullivan. Il primo ministro israeliano Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant hanno ricevuto il mandato di cambiare radicalmente la situazione al nord di Israele, mentre la Guida Suprema iraniana Khamenei minaccia di eliminare l’influenza sionista e americana nella regione. La situazione è tesa, con Israele che rischia di essere coinvolta in un conflitto più ampio o in una guerra di attrito prolungata.
Davide Frattini su Corriere della Sera
Evitare l’escalation. La tensione tra Israele e Libano è alta, con scambi di attacchi tra Israele e Hezbollah che alimentano il rischio di un’escalation nel conflitto. Il consigliere per la Sicurezza nazionale degli USA, Jake Sullivan, sottolinea che gli USA sono contrari a un’escalation e stanno lavorando per evitare l’allargamento del conflitto e per negoziare un cessate il fuoco a Gaza. Israele ha colpito 180 obiettivi in Libano in risposta ai 90 razzi lanciati da Hezbollah, che ha confermato la morte di un suo leader militare. Sullivan ribadisce l’impegno degli USA nella ricerca di una soluzione diplomatica per stabilizzare il Medio Oriente, inclusi i negoziati per uno stato palestinese e il riconoscimento di Israele da parte dell’Arabia Saudita.
Paolo Mastrolilli su Repubblica
Se Netaniahu arriva a Nassrallah? Il reportage di Gabriella Colarusso da Dahieh, roccaforte di Hezbollah a Beirut Sud, descrive un’atmosfera di paura e paranoia seguita a un attacco israeliano che ha causato oltre 37 morti, tra cui membri di spicco di Hezbollah. Il quartiere, precedentemente considerato invulnerabile, ora si scopre esposto e la comunità è scossa da sospetti di tradimento interno. Mentre i giovani combattenti si dicono pronti alla battaglia, le misure di sicurezza sono state intensificate e si teme che non ci siano più “linee rosse”, con la possibilità che Israele possa colpire ancora, inclusa una potenziale minaccia al leader di Hezbollah, Nasrallah. La situazione ha creato un dilemma per il movimento: rispondere agli attacchi e rischiare un’escalation o accettare una nuova vulnerabilità. Nel frattempo, storie di presunte spie emergono e il traffico nel quartiere si è ridotto drasticamente, con molti che hanno scelto di andarsene.
Gabriella Colarusso su Repubblica
Decapitata Hezbollah. Israele ha condotto una serie di raid aerei in Libano, mirando ai vertici di Hezbollah e uccidendo dodici dei suoi capi, tra cui figure di spicco delle forze d’élite Radwan. Le operazioni israeliane hanno suscitato polemiche a seguito della diffusione di immagini che mostrano soldati israeliani gettare i corpi dei miliziani uccisi dai tetti in Cisgiordania. Tra i leader di Hezbollah uccisi c’è Ahmad Mahmoud Wehbé, un comandante di lunga data con un ruolo chiave nell’addestramento e nelle operazioni militari. In risposta, Hezbollah ha nominato nuovi successori per le posizioni vacanti. Intanto, l’esercito israeliano ha annunciato di aver eliminato i terroristi responsabili della morte di sei ostaggi in un tunnel nella Striscia di Gaza.
su Corriere della Sera
Indagine sui soldati. In Cisgiordania, un video mostra soldati israeliani che gettano i corpi di miliziani palestinesi dai tetti, un atto che ha suscitato indignazione e ha portato all’apertura di un’indagine da parte delle forze armate israeliane. Il portavoce militare ha dichiarato che l’incidente non riflette i valori dell’esercito, mentre il portavoce della Casa Bianca ha definito il comportamento dei soldati “disgustoso e vergognoso”. Secondo il ministero della Sanità palestinese, negli ultimi trenta giorni sono state uccise 60 persone in Cisgiordania, tra cui civili, in un periodo di crescente tensione e violenza. Questi eventi segnano un nuovo fronte di conflitto in una regione già segnata da decenni di occupazione e resistenza.
Davide Frattini su Corriere della Sera
Bivio elettorale. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sta lavorando a un piano di pace per l’Ucraina e potrebbe aver inviato l’ex governatore Michael Platzeck a Mosca per sondare il Cremlino. Scholz ha in programma incontri con leader internazionali, tra cui il presidente ucraino Zelensky, il presidente turco Erdogan e il premier brasiliano Lula, tutti potenziali mediatori nel conflitto ucraino. Nel frattempo, le elezioni in Brandeburgo potrebbero influenzare il futuro politico di Scholz, con la Spd a rischio di perdere il controllo del land dopo trent’anni. Platzeck, con una profonda conoscenza della Russia, potrebbe essere la chiave per ristabilire i dialoghi di pace, continuando la tradizione della Ostpolitik socialdemocratica, nonostante le tensioni attuali con Mosca
Tonia Mastrobuoni su Repubblica
Caduta libera. Il primo ministro britannico laburista Keir Starmer ha raggiunto un livello di impopolarità record in soli 80 giorni, superando persino Boris Johnson e Rishi Sunak, con un crollo di 26 punti di approvazione e il 53% degli elettori che lo giudicano negativamente. La sua immagine è stata danneggiata da scandali riguardanti omaggi ricevuti negli ultimi 5 anni, tra cui vestiti, biglietti per eventi e viaggi, per un valore totale di circa 120 mila euro, alcuni dei quali non dichiarati. Anche altri membri del governo laburista sono stati coinvolti in simili controversie, con un totale di 350 mila euro in regali. Starmer ha prima difeso le sue azioni come regolamentari, poi ha promesso di non accettare più omaggi. Questi scandali hanno minato la credibilità del governo laburista, con effetti negativi sulla fiducia dei consumatori e sulla crescita economica del paese.
Luigi Ippolito su Corriere della Sera
Macron sbanda a destra. Il governo francese guidato da Michel Barnier è stato finalmente formato dopo negoziati difficili, con una distribuzione dei ministeri che riflette un equilibrio tra il partito di Macron e i suoi alleati, nonché il ritorno al potere dei Républicains. Nonostante gli sforzi di Barnier, la sinistra non è stata inclusa nel gabinetto, con l’unico membro di sinistra ad entrare nel governo che è Didier Migaud, con un passato nel partito socialista. Alcuni ministri del precedente governo sono stati sostituiti, tra cui Eric Dupond-Moretti e Gérald Darmanin, che erano stati criticati da Marine Le Pen. La leader dell’estrema destra, Le Pen, ha promesso di non sfiduciare il governo inizialmente, ma non si è impegnata a lungo termine, mentre la sinistra minaccia di presentare una mozione di sfiducia contro il governo Barnier. Jean-Luc Mélenchon della France Insoumise ha addirittura chiamato a una mozione di destituzione contro Macron, descrivendo il governo come “dei perdenti delle legislative”.
su Repubblica
Onu. l conflitto a Gaza sta erodendo l’influenza degli Stati Uniti nel mondo, con l’attenzione internazionale che si sposta dalla guerra in Ucraina alla crescente critica verso il sostegno americano a Israele. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che esercita pressione su Israele per porre fine all’occupazione dei territori palestinesi, mentre la Palestina guadagna riconoscimento e diritti all’ONU nonostante l’opposizione di Israele e degli USA. La lotta per il potere globale si intensifica, con la Russia che cerca di sovvertire l’ordine mondiale e la Cina che mira a riformarlo a proprio vantaggio. Nel frattempo, la Palestina continua la sua battaglia legale e diplomatica contro Israele, e l’America, pur rimanendo un attore chiave, vede la propria influenza sfiduciata da una crescente resistenza e dal riemergere di potenze rivali.
su Economist
Vuoti. Donald Trump ha un forte sostegno iniziale ma fatica a espandere la sua base elettorale, mentre Kamala Harris ha più margine di crescita, sebbene non sia chiaro se riuscirà a sfruttarlo. Karl Rove, ex stratega di Bush, sottolinea l’incertezza della corsa alla Casa Bianca e l’importanza di passare dai profili ai contenuti. Le nuove leggi elettorali negli Stati a guida repubblicana potrebbero influenzare l’esito, ma Rove minimizza il loro impatto. Infine, Rove dubita che Trump, in caso di sconfitta, lasci un erede politico alla sua altezza, e non si aspetta ripetizioni delle contestazioni post-elettorali del 2020, confidando nella preparazione delle istituzioni e nel buon senso degli americani. Nel frattempo, il voto anticipato è già iniziato in alcuni Stati.
Massimo Gaggi su Corriere della Sera
Social minaccia peggiore di Trump. Jonathan Safran Foer, noto scrittore americano, in un’intervista via Zoom discute temi come la pace, la guerra e l’antisemitismo, partendo dalla situazione politica negli Stati Uniti. Critica l’approccio binario e infantile dei social media e la pericolosità di un secondo mandato di Trump, sottolineando l’importanza di comprendere le battaglie altrui piuttosto che etichettare i repubblicani come razzisti e ignoranti. Foer esprime preoccupazione per l’antisemitismo e la situazione in Medio Oriente, ritenendo che né Netanyahu né Hamas siano adatti a guidare verso la pace. Infine, riflette sull’importanza dell’arte e della cultura nel promuovere il cambiamento sociale e sulla necessità di equilibrio tra la consapevolezza delle difficoltà e il riconoscimento di ciò che funziona bene nel mondo
Annalisa Cuzzocrea su Stampa
Le bugie al Papa per incastrare Becciu. L’inchiesta sui dossier di Striano e Co. ha rivelato una realtà diversa dalle accuse mosse contro il cardinale Angelo Becciu, travolto da uno scandalo di spionaggio e falsità. Il processo, definito “del secolo”, sembra avere origine da informazioni errate fornite a Papa Francesco, con l’obiettivo di incastrare Becciu. Due menzogne principali sono state smascherate: la prima riguarda un’accusa infondata di sottrazione di 100mila euro dall’Obolo di San Pietro, mentre la seconda concerne una inesistente indagine della Guardia di Finanza. Le indagini di Perugia e della Santa Sede si intrecciano, evidenziando un sistema di dossieraggi e spionaggi illegali che coinvolge finanzieri, magistrati e giornalisti, con implicazioni che potrebbero estendersi fino al Vaticano.
Rita Cavallaro su Tempo
POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA
Alluvione. Il governo ha stanziato 24 milioni di euro per affrontare l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna e Marche, con la premier Giorgia Meloni che sottolinea l’azione concreta del governo in risposta alle critiche. C’è tensione all’interno della coalizione di governo riguardo l’obbligatorietà delle polizze assicurative contro eventi calamitosi per le abitazioni private, con la Lega che si oppone all’obbligo e il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci di Fratelli d’Italia, che propone un approccio facoltativo. Per le aziende, invece, l’assicurazione sarà obbligatoria da dicembre 2023, senza rinvii. L’Emilia-Romagna, colpita da una recente alluvione, ha ricevuto fondi per le opere di ricostruzione, ma vi è un dibattito su come i fondi precedenti siano stati spesi, con le autorità locali che negano di aver ricevuto tutti i fondi promessi dal governo.
Alessandra Arachi su Corriere della Sera
Ciriani, l’Emilia dovrebbe fare mea culpa. Il ministro Luca Ciriani critica la gestione delle risorse e del territorio da parte dell’Emilia-Romagna in seguito all’alluvione, sottolineando che non è il momento per polemiche ma per gestire l’emergenza. Esprime stima per il generale Figliuolo, commissario all’emergenza, e spera che rimanga in carica. Riguardo alla politica estera, conferma il sostegno italiano all’Ucraina nonostante le divergenze interne, come quelle tra Salvini e Orban. Ciriani respinge l’idea di un rimpasto di governo per sostituire Fitto, sostenendo che basterà un aggiustamento. Infine, affronta il tema della giustizia e delle presunte divisioni interne al governo, minimizzando le divergenze e sottolineando la serietà dell’inchiesta sui dossieraggi politic
Francesco Olivo su Stampa
Bonaccini, polemiche indecenti. Stefano Bonaccini, ex presidente dell’Emilia-Romagna e ora europarlamentare del Pd, critica le polemiche sollevate in seguito all’alluvione, definendole indecenti e accusando alcuni politici di non essere intervenuti attivamente nella regione. Bonaccini difende l’uso dei fondi per il dissesto idrogeologico, sottolineando che la maggior parte sono stati spesi o impegnati in opere in corso. Critica la decisione del governo di centralizzare la gestione dell’emergenza a Roma e sottolinea che molte infrastrutture hanno retto grazie agli interventi completati. Inoltre, Bonaccini respinge l’idea di rendere obbligatorie le assicurazioni contro le calamità come alibi per non investire nella prevenzione, e invita a una collaborazione istituzionale in situazioni di emergenza.
Francesca Schianchi su Stampa
Più seggi per la maggioranza. Il governo si appresta ad affrontare tre importanti sfide autunnali: la gestione dei conti pubblici, le nomine Rai e la questione dei decreti. La maggioranza parlamentare di centrodestra si è rafforzata numericamente grazie a sette nuove adesioni, comprese quelle di Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, ex membri di Azione. Alla Camera, il centrodestra ora può contare su 239 voti, mentre al Senato il numero di voti a favore del governo è salito a 119. Questi numeri sono cruciali per la maggioranza, che si prepara a gestire la manovra di bilancio e altre questioni legislative, nonostante alcune critiche sulle modalità di utilizzo dei decreti legge e la necessità di trovare un accordo sulle nomine Rai.
Marco Rogari su Sole 24 Ore
Meloni controlla Lollo. La premier italiana Giorgia Meloni ha fatto un’apparizione al G7 Agricoltura a Ortigia, visitando gli stand di un’esposizione agricola che comprendeva 200 stand e 600 aziende. Accompagnata dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, la cui posizione era oggetto di speculazioni a causa di voci di una rottura familiare e politica, Meloni ha elogiato il suo lavoro durante l’evento. Lollobrigida, che ha organizzato l’evento trasformando l’isola di Ortigia in una fiera dell’agroalimentare italiano, ha ricevuto un segnale positivo da Meloni, che ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto prima di partire per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Nonostante la tensione percepibile, l’evento non ha attirato un grande entusiasmo popolare, con applausi limitati a un evento non correlato
Antonio Fraschilla su Repubblica
Io strumento di nessuno. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un’intervista durante un volo per New York, ha sottolineato l’autonomia di Forza Italia (FI) e ha negato di essere uno strumento nelle mani di qualcuno, compresa la famiglia Berlusconi. Ha respinto le accuse di agire per gli interessi dei Berlusconi e ha chiarito che le decisioni di FI non sono influenzate da Mediolanum, azienda di cui la famiglia Berlusconi è azionista. Tajani ha difeso la posizione del governo italiano sulla fornitura di armi a Kiev, sottolineando che non ci sono limiti all’uso delle armi in territorio russo e che la politica estera è gestita da lui e dalla Premier Meloni. Ha inoltre respinto l’idea di un rimpasto di governo e ha commentato la situazione politica e giudiziaria di Matteo Salvini, sostenendo la necessità di una riforma della giustizia. Infine, ha espresso la sua posizione contro l’obbligatorietà di un’assicurazione sulla casa per danni da calamità e ha parlato delle relazioni con gli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali.
Tommaso Ciriaco su Repubblica
Cinquestelle. Il Movimento 5 Stelle (M5S) sta attraversando un periodo di tensione interna, con il fondatore Beppe Grillo e l’ex premier Giuseppe Conte che si confrontano sul futuro del partito. Mentre Conte ha raccolto 22mila proposte per una costituente che riformerà il movimento, Grillo risponde con il suo “blog del mugugno”, pubblicando lettere di supporto dei suoi fedelissimi. Alcuni militanti chiedono l’eliminazione del ruolo di garante di Grillo, mettendo in discussione anche il suo contratto di consulenza. La situazione è incerta, con dibattiti su vari temi come l’ambiente, la scuola e il digitale, e la domanda sospesa è chi prevarrà tra Grillo e Conte. Nel frattempo, entrambi partecipano alla marcia della pace ad Assisi, dove Conte si esprime contro l’aumento delle spese militari.
Gabriella Cerami su Repubblica
Scontro di potere. Luigi Di Maio, ex leader del Movimento 5 Stelle (M5S) e attuale rappresentante UE per i Paesi del Golfo Persico, osserva da lontano la lotta di potere interna al M5S tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Di Maio suggerisce che Grillo dovrebbe annullare i contratti di consulenza con il Movimento per riacquistare autonomia politica e avere maggiori possibilità di vincere il confronto con Conte. Secondo Di Maio, Grillo avrebbe dovuto appoggiare Virginia Raggi piuttosto che entrare direttamente in conflitto, spostando così la disputa da un piano legale a uno politico. La situazione nel M5S è complessa e l’esito incerto, con il rischio di una scissione che potrebbe portare a un ulteriore calo di consensi per il partito, come già accaduto in passato.
Emanuele Buzzi su Corriere della Sera
Riesame. La commissione parlamentare Antimafia è coinvolta in polemiche relative all’inchiesta della Procura di Perugia su accessi abusivi alle banche dati della Dna. I principali indagati, Pasquale Striano e Antonio Laudati, non sono stati auditi, mentre il procuratore Cantone ha richiesto gli arresti, con il Riesame previsto per martedì. Forza Italia accusa il vicepresidente della commissione, Federico Cafiero de Raho, di conflitto di interesse, essendo stato capo della Dna al momento di alcuni accessi contestati. Raffaella Paita di Italia Viva sollecita chiarimenti, mentre il procuratore nazionale Antimafia Melillo descrive una precedente mancanza di regole nell’organizzazione degli uffici. De Raho si difende, sostenendo di essere una vittima e negando il conflitto di interessi
Lodovica Bulian su Giornale
La verità di Crosetto. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha presentato un esposto che ha dato il via a un’inchiesta sulla società Leonardo, dopo rivelazioni su compensi per consulenze passate. L’indagine, iniziata a Roma e poi trasferita a Perugia, ha coinvolto il finanziere Pasquale Striano e l’ex pm Antonio Laudati. Crosetto ha negato qualsiasi sfiducia nei Servizi, smentendo le ricostruzioni dei media e affermando la piena cooperazione ricevuta. Il caso è ora oggetto di attenzione del Copasir, con Crosetto pronto a esporre la sua verità in una sede vincolata al segreto, ribadendo l’assenza di speculazioni politiche o contrasti nel governo
su Tempo
Rai, mossa Lega. La composizione del nuovo Cda della Rai si sta delineando con Giampaolo Rossi come amministratore delegato e Roberto Sergio come direttore generale, mentre Antonio Marano potrebbe assumere il ruolo di presidente pro tempore. La Lega, dopo aver espresso perplessità sulla Rai, si sente rassicurata da questo schema e punta a mantenere anche la direzione della TgR. Il 26 settembre si terrà il voto per i membri del Cda di nomina parlamentare e per i rappresentanti del Mef, con Simona Agnes candidata alla presidenza, nonostante manchino ancora i voti necessari. In caso di stallo, il criterio anagrafico potrebbe favorire Marano come presidente anziano. La Rai si conferma indicatore delle dinamiche politiche, con il centrosinistra che potrebbe non partecipare al voto e la Lega attiva nel trovare un accordo su un presidente di garanzia.
Mario Ajello su Messaggero
Sequestro. Dopo la denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, i carabinieri hanno perquisito la casa di Maria Rosaria Boccia, imprenditrice e organizzatrice di eventi, sequestrando dispositivi elettronici tra cui un cellulare e occhiali-spia. Boccia è accusata di violenza e minacce nei confronti di Sangiuliano, con l’intento di influenzare la sua posizione politica e ottenere un incarico al Mic. L’indagine, accelerata dalla Procura di Roma, ha portato alla luce ulteriori dettagli della loro relazione e presunte pressioni esercitate da Boccia, che potrebbero configurare reati di violazione di segreto e peculato a carico di Sangiuliano. La vicenda, inizialmente personale e mediatica, si è trasformata in un confronto giudiziario, con implicazioni politiche e istituzionali.
Fulvio Fiano su Corriere della Sera
So chi voleva morto papà. Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e parlamentare di Forza Italia, ha insinuato che dietro l’omicidio di suo padre ci sia stata una figura politica di spicco, senza nominarla esplicitamente ma facendo riferimento a Giulio Andreotti. Quest’accusa emerge durante la sua partecipazione alla trasmissione Tango, dove ha citato parole attribuite ad Andreotti che avvertivano delle conseguenze per chi si opponeva alla sua “corrente”. Il generale Dalla Chiesa, inviato a Palermo nel 1982 per combattere la mafia, aveva espresso nei suoi diari la sensazione di essere stato abbandonato dallo Stato e dalle promesse di supporto non mantenute. Le sue annotazioni segrete, che si sono rivelate essere un’accusa verso la classe politica dell’epoca, suggeriscono che la mafia potrebbe essere stata solo l’esecutore di un piano più ampio che mirava a fermare i suoi sforzi contro l’intreccio tra Cosa Nostra, politica e sistema degli appalti
Lirio Abbate su Repubblica
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati