Rassegna stampa 23 giugno

SICUREZZA

Due per cento nemmeno nel 2028. Il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, sottolinea l’importanza di una strategia per la pace che includa il Sud del mondo e riconosce che l’obiettivo del 2% del PIL in difesa, richiesto dalla NATO, non sarà raggiunto nemmeno entro il 2028 a causa delle attuali regole europee. Crosetto enfatizza la necessità di un dialogo e di un’azione per la pace che vada oltre il semplice sostegno militare all’Ucraina, coinvolgendo attori globali come i BRICS e superando l’impasse dell’ONU. Riconosce le difficoltà nel bilanciare la difesa e la promozione della pace, citando la complessità del suo ruolo in un periodo di conflitto. Infine, Crosetto discute la possibilità di una difesa comune europea, suggerendo che ora è il momento di agire per rafforzare la sicurezza collettiva.
Marco Iasevoli su Avvenire

Visita. Una delegazione dell’Unitalsi Lombarda ha avuto l’opportunità di visitare lo stabilimento della Divisione Elicotteri di Leonardo a Vergiate, dove hanno potuto scoprire i segreti della produzione e del funzionamento degli elicotteri. Francesco Rossetti, responsabile di Learning e Change Management, ha espresso orgoglio nell’accogliere l’associazione, riconoscendo condivisione di valori come inclusione e solidarietà. Gabriele Straulino, capo dello stabilimento, ha introdotto gli ospiti alla principale linea di assemblaggio finale, mentre Stefano Pace ha illustrato le diverse applicazioni degli elicotteri. In segno di gratitudine e ricordo della visita, Luciano Pivetti, presidente dell’Unitalsi Lombarda, ha donato a Leonardo un arazzo raffigurante la Madonna di Loreto, protettrice degli aeronauti.
su Prealpina

Finanza in festa. Decine di bambini in fila per una foto all’interno dell’elicottero Leonardo AW139, mentre una folla di curiosi aspetta di provare il simulatore di volo. Piazza del Popolo si colora di giallo e verde per l’anniversario della fondazione della Guardia di Finanza: 250 anni di storia celebrati con una tre giorni di iniziative.
Chiara Adinolfi su Messaggero Cronaca di Roma

Spesa pubblica. Roberto Cingolani, l’amministratore delegato di Leonardo, ex ministro: «La potenza di un Paese si misura su alcune dimensioni: capacità di calcolo, memoria di storage, cloud. Combinare tutto questo con la produzione crea sviluppo».
Isidoro Trovato su Corriere della Sera

Unica conforme. Leonardo e Invitalia hanno dichiarato in una nota che la proposta di Seri Industrial era l’unica conforme al processo di vendita della partecipazione in Industria Italiana Autobus, una cessione che dovevano effettuare per obblighi legali. L’accordo con Seri prevede che l’azienda non possa essere trasferita o smantellata e garantisce la salvaguardia dei livelli occupazionali attuali. Seri Industrial ha acquisito il 98% di Industria Italiana Autobus, mentre Invitalia ha mantenuto una quota del 2%.
su Corriere della Sera

Unica proposta. Invitalia e Leonardo hanno confermato che l’offerta di Seri Industrial è l’unica conforme alle condizioni per la cessione delle loro quote in Industria Italiana Autobus (IIA), dopo un processo di selezione gestito da Kpmg e Studio Legance che ha coinvolto vari interessati, sia italiani sia internazionali. Durante una riunione con le parti sociali, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy aveva richiesto ulteriori analisi per valutare l’integrazione del piano industriale di Seri Industrial con quello di un’altra cordata di imprenditori. Tuttavia, la proposta di questa cordata si è rivelata non conforme al processo di cessione e più costosa, pertanto non è stata accettata.
su Libero Quotidiano

Droni collaborativi. Palmer Luckey, il fondatore di Anduril, una società di tecnologia per la difesa, mira a rivoluzionare l’industria della difesa con un approccio non convenzionale. La sua azienda ha ottenuto un importante contratto dall’US Air Force per un programma di droni collaborativi, dimostrando la sua capacità di innovare in un settore dominato da giganti dell’armamento. Le esperienze in Ucraina hanno evidenziato l’importanza di droni autonomi e aggiornamenti software rapidi per mantenere l’efficacia sul campo di battaglia. Luckey sottolinea anche la necessità di produrre armamenti in grandi quantità e a basso costo. Nonostante alcune critiche sul ritardo degli aggiornamenti e sulla qualità dell’hardware, Anduril è valutata miliardi e si propone come un’alternativa agile e tecnologicamente avanzata rispetto ai tradizionali fornitori di difesa.
su Economist

IA. L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando il carattere della guerra, rendendo la tecnologia un fattore cruciale nel conflitto moderno. L’uso di AI in Ucraina, i progressi esponenziali nell’AI e la rivalità tra America e Cina stanno accelerando questo cambiamento, con droni intelligenti che giocano un ruolo chiave. Oltre al combattimento diretto, l’AI sta trasformando il comando e il controllo, permettendo alle forze armate di elaborare dati e prendere decisioni a velocità sovrumane. Questo potrebbe ridurre il ruolo umano nelle decisioni letali, aumentando la velocità del combattimento e rendendo più difficile la negoziazione e la de-escalation. Infine, la guerra basata sull’AI potrebbe favorire le grandi potenze, richiedendo investimenti massicci in armi e sistemi digitali, e sollevando questioni su come limitare la distruzione e incorporare valori umani nei sistemi AI.
su Economist

I robot di Kiev. A Kiev, Serhii Krupiienko, un ingegnere informatico formatosi a Stanford, è a capo di una startup che sta sviluppando uno sciame di droni artificialmente intelligenti in grado di collaborare in operazioni di combattimento, che potrebbero rivoluzionare la guerra dell’Ucraina contro la Russia. La sua azienda fa parte di un settore tecnologico militare in piena espansione a Kiev, che dall’inizio della guerra è passato da 20 a 200 aziende, attirando investimenti e partnership straniere. Nonostante le preoccupazioni etiche e il rischio di diventare bersaglio di attacchi russi, i funzionari e gli sviluppatori ucraini stanno spingendo i confini della guerra autonoma, con il vice ministro della Trasformazione digitale Alex Bornyakov che sottolinea l’importanza strategica dei droni in combattimento. L’uso di queste tecnologie è tenuto sotto stretta osservazione dal mondo, in quanto l’Ucraina diventa un terreno di sperimentazione per nuove armi che potrebbero plasmare il futuro della guerra, proprio come fece la guerra civile spagnola negli anni Trenta.
Matthew Campbell su Sunday Times

StormCloud. Nel tardo 2021, la Royal Navy ha chiesto a Microsoft e Amazon Web Services di esplorare modi più efficaci per coordinare le operazioni militari, portando alla creazione di StormCloud. Questo sistema collega marines, droni e sensori attraverso una rete mesh, permettendo un comando e controllo in tempo reale e una maggiore efficienza rispetto agli ufficiali umani. L’intelligenza artificiale (AI) sta entrando in vari aspetti della guerra, dalla logistica alla sorveglianza, fino al suggerimento di bersagli per attacchi. Tuttavia, l’uso crescente dell’AI solleva preoccupazioni legali ed etiche, specialmente per la sua capacità di accelerare e rendere meno umana la guerra. Mentre l’AI migliora la capacità di identificare bersagli e supportare le decisioni, il dibattito sull’autonomia delle armi e il ruolo dell’uomo nel loop decisionale rimane acceso, con implicazioni significative per il futuro della guerra.
su Economist

Con le spese militari riparte la locomotiva tedesca. La fornitura di armi all’Ucraina sta alimentando un boom economico per la Rheinmetall, un gigante della difesa tedesco, che prevede un aumento del 40% del proprio fatturato rispetto ai 7,2 miliardi di euro del 2023. Questo incremento è in parte dovuto al fondo speciale da 100 miliardi di euro istituito dal governo tedesco per modernizzare l’esercito. Rheinmetall sta assumendo nuovo personale, con un piano di espansione che include l’assorbimento di lavoratori in esubero della Continental. La spesa globale per la difesa è aumentata, con l’UE, guidata dalla Germania, che si posiziona seconda dopo gli USA. Il conflitto in Ucraina ha scatenato una corsa al riarmo globale, con un aumento significativo degli investimenti nel settore della difesa e delle previsioni di crescita del valore azionario
Licia Capuzzi su Avvenire

Space Economy. l governo ha approvato la prima legge nazionale per regolare le attività spaziali, mirando a stimolare gli investimenti nel settore della space-economy per aumentare la competitività e sviluppare ricerca e competenze. Il ministro Adolfo Urso ha presentato il testo che fornisce riferimenti essenziali per un settore in rapida espansione, con particolare attenzione alle piccole imprese e start-up, che rappresentano la maggioranza delle circa 300 aziende attive nello spazio in Italia. La legge include una pianificazione quinquennale e norme per l’accesso allo spazio, con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) come ente di riferimento. È previsto un finanziamento di 295 milioni di euro distribuiti tra il 2024 e il 2026, in aggiunta ai 7,3 miliardi di euro disponibili a livello nazionale ed europeo fino al 2027. La normativa si inserisce in un contesto internazionale dove altri Paesi europei hanno già leggi simili e si attende una legislazione a livello europeo e aggiornamenti dalle Nazioni Unite per prevenire conflitti.
Giovanni Caprara su Corriere della Sera

Investimenti. Secondo il report Space Economy, Space Industry, Space Law, curato da Fondazione Leonardo, La Sapienza e SDA Bocconi, l’Italia ha in programma di investire fino a 7,3 miliardi di euro per i programmi spaziali fino al 2026, mentre ammontano a un miliardo di euro i finanziamenti del programma Cassini, l’iniziativa della Commissione Europea per supportare imprenditori, start-up e Pmi nel settore spaziale
Astrid Arrighetti su Eco di Bergamo

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Positivi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano ha ricevuto una valutazione positiva dalla Commissione Europea, con progressi rilevati nell’85% delle raccomandazioni UE, in particolare in ambiti come la pubblica amministrazione, la giustizia e la lotta all’evasione fiscale. Tuttavia, la UE ha evidenziato la mancanza di avanzamenti sulle pensioni e i conti pubblici. Una settimana decisiva attende il PNRR, con la cabina di regia convocata dal ministro Raffaele Fitto per discutere l’attuazione di 37 obiettivi necessari per ricevere la sesta rata da 8,5 miliardi di euro. Il Governo italiano è inoltre in attesa dell’accredito di 10,6 miliardi di euro relativi al quinto pagamento. La prossima manovra finanziaria sarà cruciale per rispondere ai nuovi limiti UE sulla spesa primaria e per assicurare un consolidamento sostenibile dei conti pubblici.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

13 miliardi all’anno. L’Unione Europea ha richiesto all’Italia una correzione di bilancio di 13 miliardi di euro all’anno per i prossimi sette anni per uscire dalla procedura per deficit eccessivo. Questa correzione comporta un tetto alla spesa pubblica e l’evitazione di politiche di bilancio una tantum. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano sta procedendo lentamente, creando incertezze sulla capacità del Paese di rispettare le nuove regole di bilancio, con meno di 150 miliardi da spendere entro il 2026. Il governo italiano può optare per un piano di risanamento su quattro anni o su sette, con Bruxelles che richiede una correzione dello 0,6% del PIL all’anno fino al 2031. Tuttavia, i ritardi nell’esecuzione del PNRR potrebbero complicare il rispetto delle traiettorie di spesa pubblica stabilite dall’UE
Federico Fubini su Corriere della Sera

Beffa. Sono stati congelati 200 milioni di euro destinati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per eliminare i cosiddetti “ghetti” in cui vivono circa 10.000 lavoratori agricoli, spesso in condizioni di sfruttamento. Questi insediamenti abusivi sono noti da anni e il ritardo nell’attuazione dei progetti di sostituzione con nuove strutture abitative ha suscitato preoccupazioni tra i sindacati, che temono un possibile cambio di destinazione dei fondi. Il governo ha nominato un commissario ad hoc per affrontare il problema, ma la nomina è avvenuta con ritardo e senza seguire le procedure previste, alimentando dubbi sulla serietà dell’impegno del governo nell’affrontare il fenomeno del caporalato e migliorare le condizioni dei lavoratori.
Paolo Baroni su Stampa

Ita. Lufthansa, dopo aver condotto approfondite indagini, ha deciso di rilanciare il marchio Alitalia, noto a livello globale, per i voli intercontinentali, mentre manterrà il marchio ITA per i voli nazionali e parte di quelli europei. ITA Airways, che ha iniziato con una flotta ereditata da Alitalia, prevede di modernizzarla ulteriormente, raggiungendo il 66% di aerei di nuova generazione entro la fine del 2024 e mirando quasi al 100% entro due anni. Lufthansa, che è in grado di negoziare condizioni favorevoli con i produttori e i fornitori di carburante, utilizzerà carburanti sostenibili più economici, beneficiando anche ITA. L’acquisizione di ITA da parte di Lufthansa porterà a un aumento dei voli e delle assunzioni, con 475 nuove posizioni già pianificate. Infine, la Corte Costituzionale italiana dovrà valutare la continuità tra Alitalia e ITA, il che potrebbe portare a reintegri del personale della vecchia compagnia.
Aldo Fontanarosa su Repubblica

Lufthansa. Lufthansa ha suscitato scetticismo tra gli investitori con l’acquisto del 41% di ITA, l’ex Alitalia, per 325 milioni di euro, causando un calo del proprio valore azionario. ITA, nonostante la sua lunga storia, ha raramente ottenuto profitti e ha affrontato difficoltà finanziarie, inclusi interventi statali e la concorrenza di compagnie low-cost. Lufthansa giustifica l’acquisizione sottolineando l’importanza del mercato italiano e la complementarità delle rotte di ITA con le proprie. Nel frattempo, l’industria aerea europea sta vivendo un’onda di consolidamento, con poche compagnie rimaste da acquistare, e la Commissione Europea esamina con preoccupazione gli effetti sulla concorrenza e i prezzi dei biglietti. Lufthansa ha proposto concessioni, ma l’accordo con ITA potrebbe rivelarsi un problema, soprattutto perché il governo italiano rimarrà inizialmente il maggior investitore e l’integrazione con ITA sarà ritardata
su Economist

Il green spinge il pil. Nino Tronchetti Provera, fondatore di Ambienta, sostiene che investire in aziende sostenibili non solo favorisce la crescita del PIL, ma offre anche rendimenti elevati, con un guadagno netto oltre il 20%. Ambienta, fondata nel 2007, gestisce circa 4 miliardi di euro, investiti in 72 aziende che operano in modo efficiente e meno inquinante. Tronchetti Provera evidenzia che l’Ebitda delle imprese rispettose dell’ambiente cresce tre volte più della media, senza necessità di incentivi. Nonostante alcuni segnali di raffreddamento verso i criteri ESG, Ambienta continua a identificare e sostenere “environmental champions”, contribuendo a una rivoluzione profonda nell’economia e preparandosi a espandere ulteriormente con nuovi strumenti finanziari e fondi infrastruttural
Nicola Saldutti su Corriere della Sera

Ponte. Il governo italiano ha approvato un decreto che permette nuove assunzioni e l’aumento dei costi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, oltre a consentire l’approvazione del progetto esecutivo a stralci, ovvero in parti separate. Questo permette ai privati di iniziare i lavori anche senza completare l’iter autorizzativo e di richiedere penali fino al 10% del guadagno mancato per le parti non realizzate. Critiche sono state espresse da Angelo Bonelli, deputato di Alleanza verdi e sinistra, che vede nel decreto un “regalo” ai privati senza garanzie di completamento dell’opera. Il decreto, inoltre, elimina il termine del 31 luglio 2024 per l’approvazione del progetto e aumenta il tetto di spesa oltre i 14 miliardi di euro precedentemente fissati, sollevando dubbi sulla gestione dei costi e sull’effettiva realizzabilità del ponte.
Antonio Fraschilla su Repubblica

Onnipresente. Deloitte, uno dei quattro maggiori colossi mondiali nel settore della revisione di bilancio e della consulenza, è onnipresente nell’organizzazione di grandi eventi sportivi in Italia, inclusi i Giochi Olimpici di Milano-Cortina. La Procura di Milano indaga sui contratti tra Deloitte e il Comitato organizzatore delle Olimpiadi, in particolare su un progetto da 176 milioni di euro per una piattaforma digitale e di cybersicurezza. Deloitte Italia, diventata partner della Fondazione Milano-Cortina nel 2022, ha versato 21 milioni di euro per la sponsorizzazione. Luigi Onorato, figura chiave in Deloitte, è coinvolto in numerosi progetti sportivi e ha stretti legami con il mondo dello sport e della politica. Nonostante le preoccupazioni legali e le possibili conflittualità di interesse, Deloitte continua a espandere la sua influenza negli eventi sportivi nazionali e internazionali.
Lorenzo Vendemiale su Il Fatto Quotidiano

Il risiko del petrolio. Il settore petrolifero statunitense sta vivendo un’intensa ondata di consolidamento, con i principali produttori che investono massicciamente in acquisizioni per rafforzare la loro posizione di mercato in vista della transizione verso l’energia verde. Negli ultimi anni, le aziende oil e gas quotate a Wall Street sono diminuite da 65 a 41, con colossi come Exxon, Chevron e Occidental Petroleum che hanno speso circa 194 miliardi di dollari in operazioni di acquisizione. La recente offerta di Exxon per Pioneer Natural Resources per 60 miliardi di dollari ha dato il via a una serie di grandi affari, inclusa l’acquisizione di Marathon Oil da parte di ConocoPhillips per 22,5 miliardi di dollari. Questa frenesia di fusioni e acquisizioni ha anche attirato l’attenzione delle autorità antitrust, con la Federal Trade Commission che indaga su molte delle transazioni più significative. Esperti e dirigenti del settore prevedono che il trend di consolidamento continuerà nel prossimo futuro
Francesco Semprini su Stampa

Auto elettrica cinese sussidiata. Dal 2009, l’industria automobilistica cinese ha ricevuto circa 231 miliardi di dollari in aiuti statali, un importo paragonabile ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano. Questo sostegno ha permesso alle aziende cinesi di dominare il mercato globale delle auto elettriche, anche grazie a sussidi per gli acquirenti, esenzioni fiscali e investimenti in ricerca e sviluppo. Nonostante le critiche occidentali di pratiche commerciali distorsive, la Cina sostiene che il suo successo sia dovuto a superiorità tecnologica e politiche industriali efficaci. Paesi come gli Stati Uniti e l’Europa hanno risposto con dazi per proteggere i propri produttori, mentre il Canada sta valutando quale strategia adottare. L’analista Scott Kennedy del Center for Strategic and International Studies sottolinea che la qualità delle auto elettriche cinesi è ora paragonabile o superiore a quella dei concorrenti occidentali, e suggerisce che la competizione futura sarà decisa dagli sforzi dei paesi per sviluppare tecnologie auto elettriche avanzate e accessibili.
Filippo Santelli su Repubblica

Reattori in ritardo. Sir Stephen Lovegrove, presidente della divisione nucleare civile di Rolls-Royce, ha espresso frustrazione per la lentezza del processo di selezione dei fornitori di reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) da parte del governo britannico, criticando i ritardi e gli ostacoli burocratici. La neonata Great British Nuclear (GBN) del governo sta gestendo una gara per ridurre a due i sei potenziali fornitori di SMR, la cui decisione è ora rimandata alla fine dell’anno. Rolls-Royce, in competizione con quattro aziende statunitensi e la francese EDF, ritiene che i suoi reattori da 470 MW, che potrebbero essere prodotti in fabbrica per 2 miliardi di sterline ciascuno, rappresentino una soluzione economicamente vantaggiosa. Lovegrove, che ha un passato nel governo ed è stato licenziato da Liz Truss nel settembre 2022, ha sottolineato l’urgenza di entrare nel mercato e ha indicato che Rolls-Royce sta esplorando gli Stati Uniti come un mercato significativo per gli SMR, anche se ha dichiarato che un ordine del Regno Unito è fondamentale.
Jon Yeomans su Sunday Times

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

La partita europea. La riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea è incerta, poiché la maggioranza Ursula, formata da Popolari, Socialisti e Liberali, è scesa sotto i 400 seggi, fermandosi a 399, a seguito dell’uscita di 7 eurodeputati dal gruppo Renew Europe. Von der Leyen cerca di allargare il suo sostegno, mirando ai voti dei Verdi e di Fratelli d’Italia, mentre deve assicurarsi anche il supporto delle delegazioni socialiste senza un premier nel Consiglio europeo. I Verdi chiedono garanzie sul Green Deal e l’ingresso nella maggioranza, ma ci sono ostacoli, mentre Fratelli d’Italia sembra un alleato più sicuro, soprattutto se il commissario italiano necessita del sostegno del PPE. Le trattative per i top job dell’UE sono in corso, con la presidenza della Commissione e del Parlamento assegnata al PPE e i Socialisti che rivendicano la presidenza del Consiglio europeo per metà mandato
Francesca Basso su Corriere della Sera

Letta. La possibilità che Enrico Letta, ex premier italiano, possa assumere la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, un’ipotesi che non incontra ostacoli da parte della premier italiana Giorgia Meloni. I buoni rapporti tra Letta e Meloni, nonché la posizione strategica dell’Italia in Europa, giocano a favore di questa opzione. Tuttavia, la scelta è ancora incerta, con trattative in corso tra le principali famiglie politiche europee e la possibile riconferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione. Meloni considera la questione interna al Partito Socialista Europeo e non vede un impatto diretto sulla politica italiana. La situazione è dinamica, con il Consiglio europeo che potrebbe chiarire meglio la situazione nel prossimo incontro
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Ursula apra a Giorgia. Antonio Tajani, esponente del Partito Popolare Europeo (PPE), sottolinea l’importanza di una scelta strategica per il suo partito: collaborare con i Conservatori di Giorgia Meloni piuttosto che con i Verdi. Tajani appoggia la premier italiana e sostiene che l’Italia dovrebbe ottenere un Commissario europeo di peso e vicepresidente. Inoltre, enfatizza la necessità di una maggioranza più ampia che includa i Conservatori e non i Verdi, in linea con i risultati elettorali che escludono alleanze con l’estrema destra. Infine, Tajani propone un osservatorio per monitorare l’attuazione dell’autonomia differenziata, rispondendo alle preoccupazioni del Sud e garantendo l’unità nazionale
Francesco Olivo su Stampa

Destra in quattro. Le elezioni europee hanno ridefinito l’equilibrio politico nel Parlamento UE, con un incremento dei seggi per la destra. Il Partito Popolare Europeo (PPE) guadagna seggi, mentre i socialisti e i liberali perdono terreno. I conservatori di ECR e i sovranisti di ID crescono, e ora si discute la formazione di altri due gruppi di ultra-destra. Viktor Orbán mira a unire diverse forze dell’Est, mentre l’Alternative für Deutschland (AfD) tedesca cerca alleati per un proprio gruppo. Questa frammentazione potrebbe complicare la strategia di esclusione di ECR da parte dei leader europei Macron e Scholz, con Giorgia Meloni che potrebbe fungere da mediatrice tra PPE e destra estrema
Adalberto Signore su Giornale

Fattore Orban. l primo ministro ungherese Viktor Orbán incontrerà la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni a Roma, segnando la prima visita di Orbán a Palazzo Chigi da quando Meloni è in carica. La visita, parte di un tour europeo per il semestre di presidenza ungherese, si svolge in un contesto di tensioni crescenti tra i due leader, con Meloni che aspira a un ruolo influente a Bruxelles e Orbán che è stato emarginato dalle dinamiche di potere dell’UE. Un punto cruciale della discussione sarà la posizione sull’Ucraina, con Meloni che sostiene l’unità europea e l’appoggio a Kiev, mentre Orbán è meno entusiasta, rischiando di essere visto come un alleato della Russia. Meloni, escludendo Orbán dal suo gruppo dei Conservatori, punta alla creazione di un nuovo gruppo Sovranista, che potrebbe attrarre membri da altri partiti e aiutare i Conservatori a posizionarsi come una destra più moderata e dialogante. Questa settimana potrebbe essere decisiva per le alleanze e le candidature per le presidenze della Commissione e del Consiglio europeo, con Meloni che cerca di superare l’esclusione dai negoziati e influenzare le scelte future.
Francesco Olivo su Stampa

Raid su Gaza. Due raid aerei a Gaza hanno causato la morte di almeno 40 civili e numerosi feriti, con un ospedale della Croce Rossa vicino a un campo profughi colpito. L’esercito israeliano nega di aver effettuato il bombardamento, mentre l’Unione europea condanna l’attacco. Testimoni e la Croce Rossa parlano di munizioni di grosso calibro utilizzate. Hamas denuncia un aumento delle vittime, con 150 morti in 48 ore, e accuse di utilizzo di scudi umani da parte di Israele emergono da immagini diffuse online. Intanto, si teme un’escalation della tensione anche in Cisgiordania, con piani governativi israeliani che potrebbero destabilizzare ulteriormente la regione
Francesco Battistini su Corriere della Sera

La piazza chiede le elezioni. A Tel Aviv, una folla di oltre centomila persone, guidata dallo scrittore David Grossman, ha manifestato per chiedere nuove elezioni e la dimissione del governo, in particolare di Netanyahu, accusato di aver peggiorato la situazione diplomatica e di sicurezza di Israele. Grossman, dal palco, ha esortato tutti a combattere pacificamente per il cambiamento. Yuval Diskin, ex capo dello Shin Bet, ha criticato duramente Netanyahu per la sua gestione del conflitto e ha suggerito la necessità di un governo di unità nazionale. Parallelamente, un’altra manifestazione si è tenuta per chiedere un accordo con Hamas per il ritorno degli ostaggi israeliani. Intanto, i raid aerei su Gaza City hanno provocato 39 morti, con le IDF che miravano a colpire infrastrutture militari di Hamas.
Paolo Brera su Repubblica

Preoccupazione Usa sull’Iron Dome. Il confine meridionale del Libano è teatro di crescenti tensioni tra Israele e Hezbollah, con gli Stati Uniti e la Francia pronti a supportare Israele e la possibilità di un intervento francese in caso di escalation. Israele ha intensificato le operazioni militari, incluso un raid mirato contro un importante rifornitore di armi per Hamas e Jihad Islamica. Gli USA esprimono preoccupazione per la capacità di Hezbollah di penetrare le difese aeree israeliane, inclusa l’Iron Dome, ma assicurano pieno sostegno a Israele in caso di conflitto. Intanto, l’Iran mobilita le Guardie Rivoluzionarie in supporto a Hezbollah e discute una possibile azione congiunta con i Talebani contro Israele, aumentando il rischio di un conflitto più ampio che potrebbe destabilizzare ulteriormente la regione. L’ONU avverte che il Libano non deve diventare un’altra Gaza, sottolineando la necessità di evitare un’escalation che potrebbe avere conseguenze catastrofiche
Francesco Semprini su Stampa

Israele e Libano. La regione di confine tra Israele e il Libano è in fiamme a causa degli attacchi di Hizbullah, un movimento sostenuto dall’Iran, che ha lanciato un assalto con missili e droni in risposta agli attacchi di Hamas. Il primo ministro israeliano Netanyahu è sotto pressione sia dalla popolazione locale che dai suoi partner di coalizione per rispondere con maggiore forza. Sebbene entrambe le parti abbiano evitato un conflitto totale, l’intensità degli attacchi è aumentata, causando danni significativi e spostamenti di popolazione su entrambi i lati del confine. Israele sta contemplando un’offensiva terrestre per creare una zona cuscinetto, ma ciò potrebbe scatenare una risposta più violenta da parte di Hizbullah. Mentre alcuni leader israeliani spingono per un accordo diplomatico e un cessate il fuoco per evitare ulteriori conflitti, la pressione cresce per un’azione militare più decisa contro Hizbullah
su Economist

Renitenti. In Ucraina, la reticenza al servizio militare sta causando tensioni sociali e politiche, con circa 600.000 uomini che hanno evitato il fronte, alcuni dei quali sono fuggiti all’estero. Video di retate violente contro presunti renitenti alla leva sono diventati virali, mostrando cittadini arrestati per non essersi presentati alle visite mediche e alle liste di arruolamento. Il presidente Zelensky ha cercato di ritardare una nuova legge sulla leva per mantenere il sostegno popolare, ma ora l’Ucraina ha un bisogno urgente di soldati. La situazione è complicata dalle perdite subite e dalla crescente tensione tra veterani e nuove reclute, con molti che hanno già prestato servizio per oltre due anni e ora cercano di tornare a casa
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Vladimir e Kim. Le relazioni tra Russia e Corea del Nord si sono intensificate, con Vladimir Putin e Kim Jong Un che hanno firmato un accordo di partenariato strategico, promettendo reciproco sostegno in caso di aggressione. Questo avvicinamento segue il raffreddamento dei rapporti tra Kim e gli Stati Uniti dopo il fallito vertice di Hanoi nel 2019. La Russia, bisognosa di munizioni per la guerra in Ucraina, trova nella Corea del Nord un fornitore ideale, mentre la Corea del Nord beneficia di un miglioramento della sua posizione diplomatica e di un sostegno economico. Nonostante la cooperazione militare e tecnica, ci sono limiti all’alleanza, con la Russia che potrebbe non voler aiutare la Corea del Nord a espandere il suo arsenale nucleare. La situazione è ulteriormente complicata dall’influenza della Cina, che desidera mantenere la Corea del Nord come stato cuscinetto e preservare la sua influenza su Pyongyang
su Economist

Francia verso lo stallo. La Francia si avvicina a un possibile stallo politico dopo le elezioni, con Marine Le Pen che non esclude di richiedere le dimissioni del presidente Emmanuel Macron in caso di crisi. Le proiezioni indicano che né l’estrema destra né i repubblicani raggiungerebbero la maggioranza assoluta necessaria per governare. Macron respinge l’idea delle dimissioni e chiama alla responsabilità, mentre si valutano alleanze per un parlamento senza una maggioranza chiara. L’affluenza alle urne si prevede in aumento, con un significativo 62% dei francesi che potrebbe votare, e molti hanno già organizzato la delega del voto, segno dell’importanza percepita di queste elezioni.
Anais Ginori su Repubblica

Serie A e serie B. Il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen sta affrontando difficoltà nella corsa alle elezioni legislative in Francia, con questioni che emergono sulla definizione di chi sia veramente francese. Una gaffe di Jordan Bardella, che sembrava suggerire l’esistenza di “francesi di serie A e B”, è stata smentita da Le Pen, ma ha riacceso il dibattito sull’identità nazionale. Alcuni candidati RN hanno espresso posizioni controverse, come l’elogio a Pétain o l’appoggio al Cremlino, mettendo in luce la tensione tra l’immagine moderata dei leader e le posizioni estreme di alcuni candidati. Inoltre, la proposta di una riforma costituzionale potrebbe limitare i diritti dei bi-nazionali, richiamando le politiche discriminatorie della Francia di Vichy. Nel frattempo, François Hollande critica l’approccio divisivo del suo alleato di sinistra Mélenchon.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Il difficile ritorno alla democrazia. La Polonia sta affrontando un difficile percorso di ri-democratizzazione dopo gli anni di governo del partito Diritto e Giustizia (PiS), caratterizzati da un controllo autoritario su magistratura, informazione e Parlamento. La vittoria di Donald Tusk alle elezioni autunnali del 2023 ha suscitato speranze di un rapido ripristino dello stato di diritto, ma il processo si sta rivelando arduo, ostacolato dal presidente della Repubblica Andrzej Duda, esponente del PiS, che utilizza il suo potere di veto per bloccare le riforme. Il governo Tusk si confronta con un sistema giudiziario politicizzato e con una situazione di polarizzazione mediatica, mentre le donne si riorganizzano per lottare per i diritti riproduttivi, in un contesto in cui la depenalizzazione dell’aborto è ancora un obiettivo da raggiungere
Tonia Mastrobuoni su Repubblica

Il match dell’anno. Il primo dibattito televisivo tra il presidente democratico Joe Biden e lo sfidante repubblicano Donald Trump si terrà giovedì sera sulla CNN, segnando l’inizio della corsa verso le elezioni presidenziali americane del 5 novembre. Questo confronto, che avviene inaspettatamente presto durante l’estate, è cruciale poiché ogni errore può essere decisivo in un contesto elettorale storicamente deciso da pochi voti. Mentre l’economia degli Stati Uniti mostra segni positivi, l’inflazione post-Covid e la percezione di recessione pesano sull’umore degli elettori. Biden, con un indice di gradimento intorno al 40%, deve affrontare il malcontento popolare e la forte opposizione di Trump, che mira a presentarlo come un leader debole e indeciso. Il dibattito toccherà temi chiave come l’aborto, la politica estera, l’immigrazione, l’economia e l’ambiente, con entrambi i candidati che cercheranno di sfruttare le proprie visioni opposte per guadagnare il favore dell’elettorato
Gianni Riotta su Repubblica

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Amministrative. In Italia, 101 comuni, inclusi 14 capoluoghi di provincia e 5 capoluoghi di regione, si preparano per il secondo turno delle elezioni comunali. Il centrosinistra, con alleanze tra PD, M5S e altri partiti, è in vantaggio a Firenze, Bari e Perugia, mentre il centrodestra guida a Potenza e Campobasso. Le elezioni sono particolarmente combattute a Perugia e Lecce, dove i candidati hanno ottenuto risultati molto vicini al primo turno. Il ballottaggio potrebbe essere influenzato dall’affluenza, che spesso cala in questa fase. Il centrosinistra spera di consolidare il proprio successo, mentre il centrodestra mira a guadagnare terreno, con il centrodestra in testa in 9 capoluoghi di provincia. Gli elettori torneranno alle urne in autunno per le elezioni regionali in Umbria ed Emilia-Romagna
Luca Fiorucci su Stampa

Correnti. Il Movimento 5 Stelle sta attraversando una fase di crisi interna, con la comparsa di lotte tra correnti e faide personali che ricordano i partiti tradizionali che il M5S aveva sempre criticato. Beppe Grillo, fondatore del movimento, mantiene una posizione ambigua, mentre Giuseppe Conte, ex premier e attuale leader, si trova al centro di una lotta di potere, con alcuni fedelissimi pronti a difenderlo. La frattura principale si manifesta tra i progressisti, vicini al PD, e gli ortodossi, con Virginia Raggi e Roberto Fico che emergono come figure chiave di un possibile nuovo assetto. Il movimento, un tempo unito dalla sua diversità rispetto agli altri partiti, ora sembra diviso e in cerca di una nuova identità e direzione
Gabriella Cerami su Repubblica

Sanità. L’autonomia differenziata rischia di amplificare le disuguaglianze tra Nord e Sud Italia, soprattutto nel settore della sanità. Studi e sindacati medici lanciano l’allarme su un possibile aumento della mortalità infantile, dei casi di tumore e della migrazione sanitaria verso il Nord. La riforma potrebbe portare a una “desertificazione” del Meridione, con le regioni più ricche che attraggono professionisti e pazienti, indebolendo ulteriormente i servizi nel Sud. Il sistema sanitario pubblico e universale è a rischio, mentre la riforma approvata non sembra tenere conto delle necessità di finanziamento e di regolamentazione delle liste di attesa a livello nazionale.
Michele Bocci su Repubblica

Funziona. L’accordo tra l’Unione Europea e la Tunisia per il controllo dell’immigrazione irregolare sta mostrando risultati positivi, con la Garde Nationale tunisina che ha fermato 30mila migranti da inizio anno, un incremento del 30% rispetto all’anno precedente. Il piano Mattei, che prevede aiuti ai governi africani, è stato accolto nell’agenda del G7 e ha contribuito a questo successo. Tuttavia, la fornitura di motovedette italiane alla Tunisia, parte dell’intesa bilaterale, è stata sospesa dal Consiglio di Stato dopo le proteste delle ONG che denunciano possibili violazioni dei diritti umani. La decisione definitiva sul trasferimento delle imbarcazioni è attesa per il prossimo mese, mentre la Tunisia continua le operazioni di soccorso e intercettazione dei migranti
Massimo Malpica su Giornale

Via l’abuso d’ufficio. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che la riforma della giustizia, che include la modifica del reato di abuso d’ufficio e interventi sulle intercettazioni, sarà approvata entro luglio, con il sostegno del Terzo polo e l’opposizione pronta a combattere. La riforma, che ha ricevuto l’ok dalla UE, mira a ridurre la paura della firma tra i sindaci e a velocizzare la giustizia e l’economia italiana. Nordio sottolinea che l’Italia ha un arsenale normativo contro la corruzione tra i più forniti in Europa e che la riforma non intaccherà l’obbligo dell’azione penale. Inoltre, la riforma affronta temi come la separazione delle carriere e la riforma del CSM, e mira a ridurre il sovraffollamento carcerario e a far scontare la pena ai detenuti stranieri nei loro paesi di origine.
Francesco Bechis su Messaggero

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