Rassegna stampa 24 giugno

SICUREZZA

Supercalcolo e SuperCloud. L’ad di Leonardo Roberto Cingolani sostiene che la potenza di un Paese si misura attraverso la sua capacità di supercalcolo, memoria di storage e cloud, e che la loro integrazione con la produzione manifatturiera è cruciale per lo sviluppo. La tecnologia è essenziale non solo per la difesa militare, ma anche per la sicurezza dei cittadini, permettendo il monitoraggio delle infrastrutture critiche e la riduzione dei rischi come l’insicurezza alimentare ed energetica. Cingolani enfatizza l’importanza delle competenze STEM e la necessità di un’industria forte che supporti le startup e la domanda di talenti. Ed evidenzia il ruolo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale nella prevenzione di catastrofi e nella sicurezza sociale ed economica, sottolineando l’investimento in un supercomputer da parte di Leonardo per anticipare e migliorare la progettazione e la produzione.
Nicola Saldutti su L’Innovazione del Corriere della Sera

Piccolo non è bello. L’intelligenza artificiale sta iniziando a trasformare il settore manifatturiero, ma la sua adozione è ancora limitata principalmente ai grandi gruppi e alle attività più avanzate. Mentre l’AI industriale diventa una scelta imprescindibile per il mondo produttivo, aziende come Nvidia, leader nella produzione di GPU per l’AI, stanno guadagnando terreno in borsa. In Italia le imprese tradizionali si confrontano con la necessità di innovare, affrontando sfide come gli investimenti necessari e l’introduzione di nuove tecnologie come i visori per la realtà aumentata. Secondo Roberto Cingolani, CEO di Leonardo, la competitività manifatturiera aumenta con l’incontro tra digitale e produzione, ma è essenziale crescere in dimensioni, e le aziende più grandi dovrebbero aiutare quelle più piccole a espandersi.
Paola Pica su L’Innovazione del Corriere della Sera

Quarti. L’Italia si colloca al quarto posto a livello mondiale per investimenti nel settore spaziale in rapporto al PIL, secondo un report di PwC, con 2,1 miliardi di dollari, pari allo 0,10% del PIL nazionale. Superata solo da USA, Russia e Francia, e davanti al Giappone, l’Italia ha scalato tre posizioni rispetto alle stime iniziali dell’anno. Il mercato spaziale è in forte crescita, con aspettative di raggiungere i 1.000 miliardi di euro entro il 2030 e un incremento annuo dell’11%. Il settore spaziale italiano, che conta 300 imprese e 8.000 addetti, è previsto in espansione, con un aumento dei posti di lavoro tra il 3 e il 5% annuo. Tra i principali attori italiani figurano Leonardo, che ha recentemente creato una Divisione Spazio, Thales Alenia Space Italia, Avio e altre aziende specializzate in applicazioni spaziali.
Cenzio di Zanni su Repubblica Affari&Finanza

Aerospazio. Quali sono le tecnologie che nei laboratori di Leonardo alzano l’asticella sulle possibilità dei velivoli e dei sistemi aerei del futuro? Lo racconta Salvatore Grimaldi, “Head of Innovation Management for Aircraft” di Leonardo nel reportage di Repubblica dagli uffici che l’azienda ha stabilito presso le “OGR Tech” di Torino. In evidenza l’ecosistema dell’innovazione qui promosso da Leonardo a supporto della ricerca e dello sviluppo di tecnologie di frontiera in grado di sostenere le sfide future del settore aerospaziale.
Massimiliano Sciullo su Repubblica Torino

Nuovi attori e geopolitica. L’economia dello spazio sta vivendo una trasformazione con l’ingresso di nuovi attori come Cina e India, che si uniscono a Giappone, Russia e Stati Uniti nell’esplorazione lunare. Il settore, un tempo dominio esclusivo della ricerca scientifica, si sta evolvendo in una risorsa economica con servizi di osservazione della Terra e telecomunicazioni, sfruttando una crescente infrastruttura satellitare. Questo sviluppo pone nuove sfide in termini di regolamentazione internazionale e gestione dei detriti spaziali, in un contesto di tensioni geopolitiche crescenti. L’industria spaziale, guidata da aziende come SpaceX, sta promuovendo una “New Space Economy” con lanciatori riusabili e tecnologie avanzate, creando nuove opportunità commerciali e necessità di un cambiamento culturale nel management delle imprese. Si prevede che il mercato della New Space Economy raggiunga i 1.800 miliardi di dollari entro il 2035, offrendo prospettive anche alle imprese che sapranno integrare prodotti e servizi spaziali nelle loro offerte.
Vito Albino su Repubblica Affari&Finanza

Thales testa un’arma antidrone. Un’arma a prezzo ridotto in grado di abbattere più droni contemporaneamente, distruggendone l’elettronica, potrebbe essere disponibile già dal prossimo anno, afferma il capo dell’azienda che guida lo sviluppo per il Regno Unito. Alex Cresswell, presidente e amministratore delegato di Thales UK, ha affermato che la nuova arma energetica diretta a radiofrequenza, che sarà testata sul campo con le forze armate britanniche durante l’estate, dovrebbe essere pronta per l’uso “abbastanza rapidamente”. “Passare da qualcosa che funziona nella vita reale nella pianura di Salisbury a qualcosa che potresti spedire in Ucraina è ancora un bel salto. È un salto di un anno ma non di molti anni”, ha detto Cresswell in un’intervista al Financial Times.
Sylvia Pfeifer su Financial Times
AW249. TG Italicom Made In Italy presenta il nuovo elicottero di Leonardo AW249.
Tg Italicom.net
La nuova corsa alla luna. Nessun contatto radio, sbalzi termici estremi: atterrare sul lato della Luna rivolto lontano dalla Terra è difficile, così come tornare sani e salvi. Ma la Cina è riuscita nell’impresa; tra pochi giorni la sonda lunare Chang’e-6 avrà completato con successo la sua missione. “Chang’e-6 è un capolavoro tecnico che merita il massimo elogio”, afferma l’ex astronauta Ulrich Walter, professore di viaggi spaziali presso l’Università Tecnica di Monaco. Già nel 2019, grazie alla sonda Chang’e-4, la Cina è stata la prima nazione a sbarcare sul “Dark Side of the Moon”, che scientificamente correttamente viene chiamato “Far Side of the Moon” – cioè il lato posteriore. Questa volta la sonda porta con sé due chilogrammi di rocce lunari. Per la prima volta gli scienziati possono saperne di più sul retro del satellite, che è geologicamente molto diverso dal lato che conosciamo.
Thomas Jahn su Handelsblatt

Primi satelliti. Kinéis, operatore satellitare francese, ha lanciato con successo i primi cinque nanosatelliti della sua futura costellazione di 25 satelliti, destinati a fornire connettività a basso costo per dispositivi IoT in tutto il mondo, inclusi luoghi remoti. Il lancio è stato effettuato dalla piccola fusione Electron della società americana Rocket Lab dalla Nuova Zelanda. Kinéis, fondata nel 2018 e sostenuta da CNES, CLS, Bpifrance e altri, mira a diventare redditizia in tre anni in un mercato che potrebbe raggiungere i 500 milioni di euro. La tecnologia si basa sul sistema Argos esistente da quarant’anni e punta a tracciare oggetti come container di spedizione e bestiame, con dati trasmessi al satellite più volte al giorno.
Anne Bauer su Echos

Prigionieri. Il ritorno degli astronauti della NASA Butch Wilmore e Sunita Williams, a bordo della navicella Starliner della Boeing, è stato ripetutamente rinviato a causa di problemi tecnici, tra cui perdite di elio e malfunzionamenti dei motori. Inizialmente previsto per il 13 giugno, il rientro è stato posticipato più volte, con l’ultima data fissata senza conferma. Nonostante i ritardi, la NASA assicura che la stazione spaziale ha scorte sufficienti e che gli astronauti possono rimanere in orbita fino a 45 giorni. Questi inconvenienti rappresentano un imbarazzo per Boeing, soprattutto alla luce della concorrenza con SpaceX di Elon Musk, che ha già dimostrato maggior affidabilità nel trasporto degli astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale.
Elena Dusi su Repubblica

Starliner rinviato. La NASA ha rinviato il ritorno del Starliner di Boeing, senza fissare una nuova data, dopo che il veicolo spaziale si è attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). I due astronauti a bordo, Sotch Wilmore e Surit Williams, rimarranno in orbita fino a inizio luglio anziché i 5 giorni pianificati, a causa di problemi non risolti relativi a perdite di elio e malfunzionamenti del sistema di propulsione. Nonostante i problemi, l’equipaggio non è in pericolo e il Starliner può rientrare in qualsiasi momento in caso di emergenza. Questi ritardi si aggiungono alle critiche già ricevute da Boeing per i ritardi nello sviluppo del Starliner e per le difficoltà con i suoi aerei commerciali, alimentando speculazioni su una possibile missione di soccorso con il Crew Dragon di SpaceX.
Bruno Trevidic su Echos

Telescopio. Il telescopio spaziale James Webb ha scoperto una delle galassie più antiche dell’Universo, con un’età di soli 290 milioni di anni, denominata JADES-GS-z14-o. Questa galassia, vasta 1600 anni luce, si è formata poco dopo il Big Bang, in un Universo che oggi conta circa 13,72 miliardi di anni. Secondo uno studio recentemente pubblicato, la scoperta suggerisce che galassie molto luminose esistevano già 300 milioni di anni dopo il Big Bang e in quantità maggiori di quanto precedentemente ipotizzato. Le osservazioni hanno rivelato anche la presenza di ossigeno nelle stelle, indicando che questi corpi celesti avevano già attraversato cicli di nascita e distruzione, possibilmente innescati da buchi neri.
su Messaggero

Riparare i satelliti. D-Orbit, azienda di Fino Mornasco, sta sviluppando veicoli spaziali capaci di manutenzione e rimozione dei satelliti in orbita, come spiega Matteo Trotti, responsabile della qualità. Questi veicoli potranno riparare, rifornire e rimuovere i satelliti, prolungandone la vita operativa o facilitandone la decommissione. L’azienda, fondata nel 2011 da Luca Rossettini e Renato Panesi, ha già realizzato missioni di trasporto satellitare e mira a contribuire alla sostenibilità dello spazio, essendo stata la prima nel settore aerospaziale a ricevere la certificazione B-Corp nel 2014. D-Orbit auspica un approccio europeo uniforme alla regolamentazione dello spazio per prevenire collisioni e gestire i detriti spaziali.
Chiara Spallino su Provincia Como

La Nasa sbarca a Roma. La NASA ha inaugurato a Roma, presso l’Acorn House International Bilingual School, il programma educativo Moonshot, in collaborazione con lo Space Center di Houston e Novi Education. Il corso, primo del suo genere in Italia, mira a formare giovani talenti nel settore aerospaziale, offrendo a 800 studenti dai 7 ai 18 anni un curriculum specializzato nelle applicazioni scientifiche legate all’economia dello spazio. Daniele Denti, fondatore e CEO di Ingenium Education, che gestisce l’Acorn House, sottolinea la scelta dell’istituto per l’insegnamento in inglese e la flessibilità educativa. L’obiettivo è trasformare il campus in un hub collegato all’ecosistema universitario, optando per moduli di approfondimento piuttosto che un semplice doposcuola.
su Corriere della Sera Roma

Caso Serbia. La Serbia sta aumentando in modo discreto le vendite di munizioni all’Occidente, che poi finiscono per rafforzare la difesa dell’Ucraina, nonostante non si sia unita alle sanzioni occidentali contro la Russia. Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha riconosciuto che le esportazioni di munizioni, che raggiungono l’Ucraina attraverso terzi, ammontano a circa 800 milioni di euro da quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel 2022, descrivendo la situazione come un’opportunità commerciale e sottolineando la legalità delle transazioni. La Serbia, che non è membro né della NATO né dell’UE, ha un legame sentimentale con la Russia ma cerca di bilanciare le relazioni con l’Occidente, anche a causa della pressione per aderire alle sanzioni contro la Russia e dell’obiettivo di diventare membro dell’UE. Il presidente Vucic ha evitato incontri con Putin negli ultimi anni, e l’ambasciatore USA Christopher Hill ha lavorato per distanziare ulteriormente Belgrado da Mosca.
Marton Dunai su Financial Times

Coproduzione. L’ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone, Rahm Emanuel, ha sottolineato la necessità per gli USA e il Giappone di intensificare la produzione congiunta di missili e altre armi avanzate per rafforzare il deterrente contro la Cina e aumentare le scorte militari per l’Ucraina. In un’intervista con il Financial Times, Emanuel ha evidenziato la necessità di modificare le regole esistenti per sfruttare meglio le capacità ingegneristiche e industriali del Giappone, mentre gli Stati Uniti dovrebbero cambiare il loro approccio al trasferimento tecnologico. Il Giappone ha già allentato le sue linee guida sull’esportazione di armi, permettendo l’invio di sistemi missilistici Patriot agli USA, che a loro volta aiutano l’Ucraina. Tuttavia, il partito Komeito, alleato del governo giapponese, si oppone a ulteriori allentamenti delle restrizioni, mentre le aziende giapponesi rischiano di essere viste come subappaltatori degli USA se non possono esportare più liberamente le armi co-prodotte.
Leo Lewis su Financial Times

Non è semplice centrare gli obiettivi. Durante le elezioni nel Regno Unito, sia i principali partiti politici hanno promesso di aumentare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL, sebbene i dettagli su come e quando rimangano incerti. Il Ministero della Difesa, che l’anno scorso ha speso 54,2 miliardi di sterline in difesa, si affida principalmente a giganti dell’industria nazionale come BAE Systems, Babcock e Rolls-Royce, i quali a loro volta dipendono da migliaia di fornitori globali. Tuttavia, l’aumento della capacità produttiva è complicato a causa delle catene di approvvigionamento lunghe e complesse e della specializzazione dei fornitori. Inoltre, l’ingresso di nuovi attori nel settore è ostacolato da barriere come la necessità di bilanci solidi e la conformità a normative stringenti in materia di sicurezza nazionale. L’obiettivo di sostenere le piccole e medie imprese, che attualmente ricevono solo il 5% della spesa del MoD, sembra in contrasto con la preferenza delle grandi aziende per reti di fornitori più consolidate e maggiormente capaci di offrire condizioni vantaggiose.
su Financial Times

Difesa comune. Il dibattito sulla difesa europea si intensifica in risposta alla crescente influenza russa in Africa e alle minacce ibride che l’Europa deve affrontare, tra cui soft-power, attacchi militari e disinformazione. La presenza russa, sostenuta dalla Cina, si estende dal Sahel fino all’Egitto, mentre l’Europa, priva di una politica estera e di difesa comune, si trova in difficoltà di fronte alle crisi geopolitiche. La frammentazione delle forze armate europee ostacola l’integrazione logistica e la creazione di un vero esercito UE. Due possibili soluzioni emergono: rafforzare la cooperazione industriale e militare interna e formare un nucleo di paesi disposti a promuovere una difesa comune, con l’obiettivo di una maggiore integrazione e capacità di risposta alle crisi, come quella in Libia.
Ciro Sbailò su Giornale

Due nuove navi da crociera. Fincantieri ha annunciato la firma di un contratto con il gruppo armatoriale Viking per la costruzione di due nuove navi da crociera, con consegna prevista tra il 2028 e il 2029. Il valore dell’accordo non è stato rivelato, ma è descritto come significativo. Queste navi saranno dotate di tecnologie avanzate per la sicurezza e l’innovazione, con un focus su carburanti ecologici e sistemi energetici a zero emissioni. Le unità avranno una stazza lorda di circa 54.300 tonnellate e potranno ospitare 998 passeggeri in 499 cabine, posizionandosi nel segmento delle navi da crociera di piccole dimensioni. L’accordo rafforza la partnership di lunga data tra Fincantieri e Viking e segnala la ripresa del mercato crocieristico ai livelli pre-pandemia, influenzando positivamente il portafoglio ordini di Fincantieri.
su Repubblica Genova

Trasparenza. I senatori Pier Ferdinando Casini e Marco Lombardo hanno sollevato dubbi sulla vendita di Industria Italiana Autobus a Seri Industrial, definendola unilaterale e ingiustificata, e hanno richiesto al Ministro delle Imprese Adolfo Urso maggiore trasparenza nel processo di privatizzazione. L’interrogazione parlamentare mira a ottenere chiarimenti sul perché la scelta sia ricaduta su un socio finanziario anziché su soggetti italiani specializzati nella produzione di autobus, e se siano state considerate alternative. Vi è preoccupazione per la sorte degli stabilimenti di Flumeri e Bologna e per i diritti dei lavoratori, con i sindacati contrari alla decisione del governo. Casini e Lombardo chiedono un confronto con sindacati e istituzioni locali e se il governo intenda rivedere le condizioni di garanzia per il futuro sviluppo dell’azienda.
su Resto del Carlino Bologna

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Sostenibilità. Il mercato globale delle proteine vegetali è in forte crescita, con un valore di 29 miliardi di dollari nel 2023, segnando un aumento del 34% dal 2019. In Europa gli investimenti nel settore sono cresciuti del 74%, nonostante l’inflazione abbia frenato l’incremento dei consumi. La sostenibilità sta diventando una pratica comune in vari settori, con aziende che rispondono alla crescente domanda dei consumatori per prodotti a ridotto impatto ambientale. In Italia il settore biologico e delle proteine vegetali è in espansione, con un aumento dei vegetariani e vegani che ora rappresentano il 19,5% della popolazione. Tuttavia l’inflazione e le differenze di IVA tra prodotti vegetali e animali rappresentano ostacoli alla crescita. Per promuovere l’accessibilità dei prodotti sostenibili, si richiedono maggiori investimenti in ricerca e sviluppo e infrastrutture.
Alexis Paparo su Sole 24 Ore

La nostra lotta al caporalato. Andrea De Gennaro, comandante della Guardia di Finanza, sottolinea l’onestà della maggior parte dei cittadini italiani, nonostante la visibilità di fenomeni di illegalità come l’evasione fiscale e il lavoro nero. Negli ultimi tempi sono stati scoperti quasi 9.000 evasori totali e 60.000 lavoratori in nero, con particolare attenzione al fenomeno del caporalato. De Gennaro evidenzia l’importanza dell’educazione civica per contrastare l’evasione fiscale e promuovere la collaborazione dei cittadini con il fisco. Infine menziona l’efficacia dei controlli sul Reddito di cittadinanza e sulle infiltrazioni della criminalità organizzata, con particolare riferimento ai finanziamenti del Pnrr, dove sono stati condotti oltre 13.000 interventi.
Giovanni Bianconi su Corriere della Sera

Evasione. Il rapporto della Guardia di Finanza rivela che l’evasione fiscale in Italia ha raggiunto gli 8,3 miliardi di euro, equivalente a metà della manovra finanziaria dell’anno precedente. Questo importo include anche i fondi pubblici sequestrati per frodi legate a crediti d’imposta e appalti pubblici. Il fenomeno dell’evasione fiscale è in crescita, con un aumento del 33% dei lavoratori in nero e scoperte di sofisticate truffe legate ai bonus edilizi. Oltre 19.000 persone sono state denunciate per reati tributari, con 423 arresti. Il rapporto sottolinea l’importanza del ruolo della Guardia di Finanza nella prevenzione e nel contrasto all’evasione e alla corruzione, soprattutto in vista della gestione dei fondi del Pnrr.
Giuliano Foschini su Repubblica

. La Lega ha proposto di rinviare la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica, prevista per una settimana dopo la presentazione della richiesta, fino alla fine dell’anno, iniziando una fase transitoria fino al 2027. Il governo ha bloccato l’iniziativa, sostenendo che le gare per le forniture sono già concluse, che la transizione al mercato libero è un impegno nei confronti dell’Europa e che l’azione della Lega interferisce con le competenze dell’Arera. La Lega, tuttavia, insiste sulla proposta, sottolineando le difficoltà dei consumatori nel passaggio al mercato libero e suggerendo la necessità di un monitoraggio delle offerte e di una maggiore informazione. Le associazioni dei consumatori appoggiano la Lega, evidenziando che le tariffe del mercato tutelato sono significativamente più vantaggiose rispetto a quelle del mercato libero.
Giuseppe Colombo su Repubblica

Quota 41. Il governo sta valutando una proposta per permettere a circa 100.000 lavoratori, di cui un terzo impiegati nella pubblica amministrazione, di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Questa opzione, facoltativa e nota come Quota 41, richiederebbe però l’accettazione di un assegno pensionistico ridotto fino al 20% calcolato con il metodo contributivo integrale. La proposta mira a rispettare le direttive dell’UE per la sostenibilità dei costi previdenziali e si inserisce nel più ampio contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Attualmente, una forma simile di Quota 41 esiste per categorie specifiche di lavoratori precoci, ma il nuovo meccanismo estenderebbe l’accesso a tutti i lavoratori che soddisfano i requisiti contributivi.
Michele di Branco su Messaggero

Tutti gli aiuti all’auto. Dal 1990 al 2019 Fiat e poi Stellantis hanno ricevuto circa 4 miliardi di euro in aiuti statali su 10 miliardi di investimenti dichiarati. Nonostante ciò, dal 2021 sono stati persi 10 mila posti di lavoro, mentre sono stati distribuiti 16 miliardi di euro in dividendi. Nel pieno della pandemia, Fiat Chrysler Automobiles ha ottenuto un prestito di 6,3 miliardi di euro con garanzia pubblica. Dall’istituzione del Registro nazionale aiuti di Stato nel 2016, sono stati erogati ulteriori 100 milioni di euro in aiuti, più 887 milioni in cassa integrazione. Nonostante i sostanziosi aiuti pubblici, non ci sono impegni vincolanti da parte di Stellantis per la produzione e l’occupazione in Italia, e la produzione di alcuni modelli è stata spostata all’estero.
Milena Gabanelli su Corriere della Sera

Alta tensione. Entro il 27 giugno si decideranno i nuovi vertici di Ferrovie dello Stato, con un contesto politico incerto a seguito delle elezioni europee che hanno visto Forza Italia guadagnare terreno. Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, rivendica un ruolo maggiore nelle nomine, nonostante la posizione di Matteo Salvini che vorrebbe evitare interferenze. La situazione è complessa anche per Cdp, dove si intrecciano le nomine per il cda. Stefano Donnarumma è indicato come AD di Fs, mentre Giovanni Gorno Tempini e Dario Scannapieco sono confermati rispettivamente alla presidenza di Cdp e come capo azienda. La presidenza di Fs e un posto nel consiglio di Cdp rimangono incerti, con diversi candidati in lizza e Forza Italia che potrebbe giocare un ruolo chiave per rafforzare la sua posizione nella maggioranza.
Giuliano Balestrieri su Stampa

Green Deal. Durante la settimana delle nomine ai vertici delle istituzioni europee, si discuterà l’agenda strategica per i prossimi 5 anni, elaborata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Il Green Deal, precedentemente centrale nell’UE, sembra essere stato sostituito dal concetto di “transizione verde” nelle bozze dell’agenda, suscitando diverse reazioni tra i leader europei. Alcuni, come Macron e De Croo, hanno richiesto un rallentamento delle politiche ambientali, mentre altri paesi, come Spagna e Germania, cercano di mantenerne l’importanza. I Verdi al Parlamento europeo sono disposti a compromessi sul Green Deal per far parte della maggioranza, ponendo l’accento sul futuro industriale dell’Europa. L’agenda strategica enfatizza la transizione verso la neutralità climatica entro il 2050 e la promozione di un’agricoltura sostenibile, indicando una maggiore enfasi sulle dimensioni industriale ed energetica rispetto a quella ambientale.
Francesca Basso su L’Economia del Corriere della Sera

Mondo più piccolo. Gli attacchi dei ribelli Houthi in Yemen hanno provocato un aumento drammatico dei costi di trasporto marittimo, influenzando la frammentazione degli scambi globali e il sistema multilaterale di commercio. Questa situazione è aggravata da fattori come il rallentamento dell’economia cinese, le tensioni tra Stati Uniti e Cina, e il crescente protezionismo. Le aziende stanno rispondendo con il reshoring e il nearshoring, riportando la produzione più vicino a casa per motivi di sicurezza e costi. Gli accordi commerciali preferenziali stanno aumentando, portando a 371 trattati che frammentano ulteriormente il commercio globale e mettono in crisi l’Organizzazione Mondiale del Commercio. L’intensificarsi delle politiche industriali nazionali e le misure protezioniste stanno distorcendo la concorrenza e potrebbero portare a un disaccoppiamento geopolitico tra blocchi commerciali.
Danilo Taino su L’Economia del Corriere della Sera

Sindrome di Francia. Il voto europeo, con l’epicentro a Parigi, ha messo in luce i problemi economici dell’Italia, tra cui il debito pubblico e il deficit. La vittoria del Rassemblement National in Francia ha portato il presidente Macron a rischiare elezioni anticipate, che potrebbero dare maggioranza parlamentare alle forze euroscettiche. Questo ha causato volatilità sui mercati, con un aumento dello spread sia francese che italiano. La BCE ha cercato di rassicurare i mercati con il meccanismo anti-spread Tpi, ma la situazione rimane incerta. Il futuro politico ed economico dell’Europa è in bilico, con elezioni imminenti in altri Paesi e la necessità di riforme, mentre l’Italia deve affrontare una legge di bilancio critica tra debito e necessità di ridurre il deficit.
Filippo Santelli su Repubblica Affari&Finanza

Difficiel governare con i conti in affanno. La Francia si trova di fronte a una difficile situazione economica e politica, con un governo che deve affrontare una procedura per deficit eccessivo da parte dell’UE e trovare 20 miliardi di euro di risparmi per i prossimi anni. Le agenzie di rating hanno aumentato la sorveglianza sul paese, che rischia di entrare in una crisi istituzionale a seconda dell’esito delle elezioni legislative. Le promesse elettorali dei vari partiti sono viste come irrealizzabili dagli economisti, con proposte costose che aggraverebbero ulteriormente il deficit. La situazione politica incerta ha già causato un rallentamento dell’attività economica, mentre il presidente Macron e altri politici avvertono dei rischi di una crisi del debito e di un possibile default della Francia.
Anais Ginori su Repubblica Affari&Finanza

Spread e scudo Bce. Il Chief Investment Officer di Algebris Investments, Sebastiano Pirro, analizza le conseguenze del voto europeo sull’economia francese, evidenziando il rischio di una procedura di infrazione europea per la Francia e l’Italia a causa dei loro deficit. La Francia, in particolare, si trova in una situazione difficile con un deficit vicino al 5,5%, e potrebbe affrontare ulteriori sfide se un nuovo governo di destra dovesse aumentare la spesa pubblica. I mercati hanno reagito negativamente alle elezioni, preoccupati per la mancanza di rigore nelle politiche economiche e la necessità di investimenti in difesa e energia verde. Pirro sottolinea che la BCE possiede un importante strumento, il Transmission Protection Instrument, che potrebbe essere utilizzato per proteggere l’Italia ma non necessariamente la Francia. Nonostante le sfide, non vede rischi di uscite dall’euro, dato che la BCE detiene circa il 30% dei titoli di stato di ogni paese, e prevede che l’inflazione e gli investimenti in difesa e energia verde possano stimolare la crescita economica nei prossimi anni.
Giovanni Pons su Repubblica Affari&Finanza

IA, ma con i dati europei. Nick Clegg, presidente degli Affari Globali di Meta, enfatizza l’importanza di sviluppare intelligenze artificiali che riflettano la cultura europea piuttosto che quella americana. Meta ha lanciato un programma di accelerazione per startup europee, fornendo loro accesso a tecnologie open source e altre risorse nel campo dell’AI. Clegg sottolinea che l’Europa deve innovare, dato che molte delle sue principali aziende sono datate. Meta ha inoltre sospeso il lancio della sua AI generativa in Europa in attesa di chiarimenti sui requisiti di privacy. Clegg ritiene che escludere i contenuti dall’addestramento dell’AI sarebbe svantaggioso per gli editori, poiché i loro contenuti non verrebbero riflessi nei risultati delle AI.
Martina Pennisi su Corriere della Sera

Mps. Il 2 luglio, giorno del Palio di Siena, scade il lock-up sul 26,73% del capitale di Mps detenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, segnando l’avvio della terza operazione di vendita delle azioni della banca. Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha l’obbligo di dismettere questa partecipazione significativa, assunto nei confronti delle autorità europee, entro la fine dell’anno. Luigi Lovaglio, AD dal febbraio 2022, ha condotto un’operazione di salvataggio che ha visto MPS tornare in utile e raddoppiare il suo valore. Nonostante la complessità della situazione, il governo ha recuperato parte degli investimenti e ora deve vendere la restante quota, che vale oltre un miliardo e mezzo di euro, in un periodo di debito pubblico elevato. Tra i possibili interessati rimane Bper, ma un accordo di bancassurance con Axa potrebbe rappresentare un ostacolo, sebbene non escluda future opportunità di partecipazione per un forte socio italiano.
Stefano Righi su L’Economia del Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Piano Ursula. I leader dell’UE si preparano a negoziare gli incarichi ai vertici delle istituzioni, con Ursula von der Leyen, António Costa e Kaja Kallas tra i principali candidati per i cosiddetti “top job”. Il Parlamento Europeo deve ancora eleggere la presidente della Commissione, richiedendo una maggioranza qualificata di voti. Il Partito Popolare Europeo pone condizioni stringenti per il proprio sostegno, enfatizzando la crescita economica e la limitazione dell’immigrazione. Intanto, la premier italiana Meloni cerca un ruolo di rilievo in cambio del sostegno dei suoi deputati, mentre i Verdi decidono se i membri di Volt rimarranno nel loro gruppo. Infine, l’estrema destra europea si organizza con la formazione di un nuovo gruppo sovranista, mentre l’ex commissario europeo Paolo Gentiloni esprime preoccupazione per l’impatto di una possibile vittoria di Le Pen in Francia sulle politiche europee.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Ultradestra spaccata. Il panorama politico del Parlamento europeo sta affrontando una frammentazione dell’ultradestra, con la possibile formazione di due nuovi gruppi eurodeputati fedeli al Cremlino e ostili alla difesa dell’Ucraina. Viktor Orbán, primo ministro ungherese, sta cercando di formare un gruppo basato sull’alleanza di Visegrad, mentre il partito tedesco Afd, di estrema destra, mira a creare un altro gruppo chiamato “I Sovranisti”. Questa parcellizzazione rischia di indebolire l’unità e l’efficacia politica dei sovranisti, mettendo in gioco anche significativi finanziamenti del Parlamento europeo. La premier italiana, Giorgia Meloni, tenta di evitare questa spaccatura, cercando di distanziarsi dall’immagine di un’associazione con il putinismo e mantenendo l’atlantismo come linea guida della politica estera del suo partito.
Claudio Tito su Repubblica

Orban a Roma. La settimana decisiva per i vertici UE inizia con un incontro tra Meloni e Orban, con l’Ucraina e l’immigrazione come temi chiave. Giorgia Meloni, esclusa dalle trattative UE, prevede che Ursula von der Leyen sarà proposta senza veto italiano al prossimo Consiglio europeo. Un vertice a Palazzo Chigi ha visto Meloni e Tajani discutere di nomine, con Fitto suggerito come commissario. Il PPE, guidato da Weber, pone come priorità la difesa dei confini e la lotta all’immigrazione illegale, in linea con le posizioni di Fratelli d’Italia. Tuttavia, esistono divergenze all’interno del PPE, con alcuni contrari a un’avvicinamento a Meloni.
Francesco Olivo su Stampa

La carta Fitto. Questa settimana è cruciale per il governo italiano e per Giorgia Meloni, presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), in vista della designazione delle cariche di vertice dell’UE. Meloni, che ha già discusso con Ursula von der Leyen, spera di ottenere una vicepresidenza operativa della Commissione Europea per l’Italia. Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei, è il candidato più probabile per questo ruolo. Nel frattempo, Meloni incontrerà il primo ministro ungherese Orbán per discutere le priorità della presidenza ungherese dell’UE e le trattative politiche in corso. Infine, Meloni si appresta a presentare la posizione del governo italiano al Parlamento prima del Consiglio europeo, sottolineando il cambiamento degli equilibri politici verso destra in Europa.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Con Le Pen per l’economia. Un sondaggio Ipsos per il Financial Times indica che i votatori francesi si fidano di più del partito di estrema destra Rassemblement National di Marine Le Pen per la gestione dell’economia rispetto all’alleanza centrista del presidente Emmanuel Macron, nonostante le proposte economiche non finanziate del RN. Macron e il suo partito Ensemble sono in ritardo nelle intenzioni di voto prima del primo turno delle elezioni, con il RN e i suoi alleati in testa e il Fronte Popolare di sinistra al secondo posto. Il primo ministro Gabriel Attal ha ribadito il messaggio centrale di Ensemble, avvertendo del rischio di danni economici e sociali se l’estrema destra o il Fronte Popolare dovessero prendere il potere. Tuttavia, il RN è percepito come competente in materia economica e ha ottenuto il maggior sostegno per la riduzione della disoccupazione e del deficit pubblico, nonostante le critiche per la mancanza di dettagli sul finanziamento dei suoi piani di spesa.
Steven Bernard su Financial Times

Rischio Le Pen. La Francia è immersa in una profonda crisi di nervi in vista delle elezioni legislative, con un’ondata di ansia e disturbi psicologici tra i cittadini causata dalla crescente popolarità dell’estrema destra e dal rischio di un trionfo di Marine Le Pen. Psicologi e sociologi rilevano un aumento di depressione, stress e insonnia, segno di una “demo-ansia” dovuta alla percezione di una democrazia sotto minaccia. La tensione si riflette nelle dinamiche quotidiane, dalle discussioni familiari ai dibattiti nei luoghi di lavoro, mentre il presidente Macron invita a non avere paura e a votare. Il clima politico incerto e conflittuale alimenta il timore di un imminente shock politico, con possibili conseguenze per gruppi vulnerabili come rifugiati, femministe e militanti LGBTQ+.
Anais Ginori su Repubblica

Raid in Crimea. Un attacco in Crimea, attribuito all’esercito ucraino, ha causato la morte di almeno cinque persone, tra cui tre bambini, e il ferimento di 124 individui mentre si trovavano su una spiaggia vicino a Sebastopoli. Mosca sostiene che l’attacco sia stato effettuato con missili Atacms americani armati di munizioni a grappolo, e accusa gli Stati Uniti di essere corresponsabili. Il ministero della Difesa russo minaccia rappresaglie, affermando che le azioni ucraine non resteranno impunite. La tensione tra Russia e Stati Uniti è in aumento, mentre la guerra in Ucraina continua a causare vittime civili. Le autorità russe hanno dichiarato una giornata di lutto e le indagini sull’incidente sono in corso, con solo la versione russa degli eventi disponibile al momento.
Giuseppe Agliastro su Stampa

Nel mirino le superbombe di Kiev. Washington ha stabilito che l’Ucraina può utilizzare le armi americane per colpire obiettivi militari russi fino a 100 km dal confine, in risposta agli attacchi lanciati dalla Russia. Questa decisione segue le dichiarazioni del segretario di Stato USA, Antony Blinken, che ha parlato di adattare gli aiuti a Kiev in base all’evolversi della situazione. Il ministero della Difesa russo ha accusato gli Stati Uniti di essere responsabili primari di un attacco mortale a Sebastopoli, in Crimea, e ha promesso che tali azioni non rimarranno senza risposta. Nonostante ciò, il Pentagono e il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, non hanno menzionato limiti espliciti, ma hanno sottolineato il principio di buon senso nel rispondere agli attacchi. Tuttavia, fonti ucraine affermano di essere consapevoli di non avere carta bianca nell’attaccare obiettivi in Russia, con limitazioni che proteggono alcune basi russe da cui partono attacchi pesanti.
Francesco Semprini su Stampa

Terrore in Daghestan. Un attacco terroristico ha colpito il Daghestan, una repubblica della Federazione Russa, causando la morte di due civili, otto poliziotti e quattro terroristi, con almeno 25 feriti. I terroristi hanno assaltato una chiesa e una sinagoga a Derbent e un posto di blocco a Makhachkala, provocando caos e terrore. Tra le vittime c’è il parroco, padre Nikolai. Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza e lanciato un’operazione anti-terrorismo, mentre si sospetta che dietro gli attacchi ci possa essere l’organizzazione Isis-K, già responsabile di un precedente attacco a Mosca. Il Daghestan, con una popolazione di tre milioni di abitanti di diverse etnie, è stato teatro di violenza anche in passato, legata al conflitto ceceno e alle tensioni interne.
Andrea Nicastro su Corriere della Sera

Iron Dome. Le tensioni tra Israele e Libano sono in aumento, con Israele che rafforza la sua presenza militare al confine e gli Stati Uniti che riposizionano le portaerei Eisenhower e Theodore Roosevelt nella regione. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, in partenza per Washington, discuterà la situazione a Gaza e in Libano, mentre gli USA esprimono preoccupazioni sulla capacità di Israele di gestire un altro conflitto, in particolare per la tenuta dell’Iron Dome di fronte all’arsenale di Hezbollah. Hezbollah, con un vasto arsenale e il supporto di milizie alleate, è pronto alla guerra se necessario, e utilizza l’aeroporto di Beirut per immagazzinare armi iraniane. Scontri frequenti lungo il confine e minacce di offensiva militare israeliana aumentano la tensione, mentre Hamas osserva, sperando in un conflitto aperto sul fronte libanese.
Francesco Semprini su Stampa

La mente del 7 ottobre. Raed Saad, figura chiave di Hamas e stratega delle Brigate al Qassam, è stato presumibilmente ucciso in un raid israeliano che ha distrutto un palazzo a Gaza, causando 42 vittime. Questo attacco mirato, il più significativo dall’uccisione del vicecomandante militare Marwan Issa, è stato raro nell’annuncio pubblico da parte delle IDF, che sostengono fossero tutti terroristi. La Croce Rossa ha espresso orrore per le scene a seguito del bombardamento, mentre l’IDF promette un’inchiesta interna. Intanto, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, negli USA, si concentra sulle forniture di armi, in un contesto dove Netanyahu sollecita maggior sostegno dagli USA e l’Iran sembra intensificare il supporto a Hezbollah.
Francesco Battistini su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

I dubbi del Quirinale. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta valutando con attenzione la legge sull’Autonomia differenziata, approvata dal Parlamento, per assicurarsi che rispetti tutti i principi costituzionali, inclusa la copertura finanziaria. Il Quirinale, che in passato ha rimandato al Parlamento solo due leggi per motivi costituzionali, si prenderà fino a trenta giorni prima di promulgare la norma. Il disegno di legge Calderoli permette il trasferimento di 23 materie alle Regioni, ma solleva preoccupazioni sull’incremento delle disuguaglianze tra Nord e Sud. L’opposizione, composta da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, si oppone fortemente alla legge e considera azioni legali e referendarie, mentre emergono tensioni anche all’interno della maggioranza.
Antonio Fraschilla su Repubblica

Il Sud non sarà abbandonato. Luca Zaia, governatore del Veneto e membro della Lega, difende la riforma sull’autonomia differenziata, ritenendola essenziale per il futuro dell’Italia e negando che essa possa portare all’abbandono del Sud. Sostiene che il modello centralista ha fallito e che è necessario testare il federalismo, soprattutto nelle regioni meridionali. Zaia respinge le critiche e ribadisce il rispetto per il Presidente della Repubblica e la Costituzione, che considera di natura federalista. Nonostante le preoccupazioni sulle possibili disuguaglianze in ambito di istruzione e sanità, Zaia afferma che l’autonomia non mira a separarsi dalla Repubblica italiana, ma a migliorare l’efficienza. Infine, discute del futuro della Lega e del suo ruolo personale, lasciando aperta la questione del terzo mandato.
Carmelo Lopapa su Repubblica

Nessuno penalizzato. Renato Schifani, presidente della Sicilia, respinge l’idea che l’autonomia differenziata possa danneggiare il Sud, definendo tale preoccupazione come “terrorismo politico”. Sostiene che le intese necessarie per l’autonomia richiederanno l’approvazione del Parlamento, grazie a un cambiamento ottenuto da Forza Italia, e che non verranno attuate senza i Livelli essenziali di prestazione (Lep). Schifani enfatizza che tutte le regioni dovranno garantire sia i Lep sia i livelli standard di spesa, e che Forza Italia vigilerà per assicurare l’uniformità delle scuole e contro eventuali anomalie attraverso un osservatorio permanente. Infine, affronta temi specifici della Sicilia, come la capacità di spesa, l’emergenza idrica e il caporalato, delineando le azioni intraprese e da intraprendere per affrontare tali sfide.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera

Abuso d’ufficio. Il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia, critica la possibile cancellazione del reato di abuso d’ufficio, sostenendo che ciò creerebbe un vuoto normativo e potrebbe scoraggiare gli investitori stranieri. Busia evidenzia che l’abrogazione potrebbe ridurre la trasparenza e l’imparzialità richieste dalla Costituzione, influenzando negativamente la crescita economica e la fiducia nelle istituzioni. Sottolinea inoltre che la paura della firma da parte dei sindaci non deriva dal rischio di azioni penali, ma da leggi poco chiare, suggerendo che la soluzione sia fornire leggi più chiare e mezzi adeguati alle amministrazioni, specialmente quelle più piccole. Infine, Busia avverte che senza il reato di abuso d’ufficio, sarebbe più difficile individuare e perseguire casi di corruzione.
Irene Famà su Stampa

Risiko. Le nomine ai vertici delle partecipate pubbliche italiane stanno creando tensioni tra i partiti politici, con la Lega di Matteo Salvini che mira ad avere maggiore influenza in Rai e nelle Ferrovie dello Stato. Nonostante la Cassa Depositi e Prestiti abbia già designato i suoi vertici, mancano ancora le nomine per la presidenza delle Ferrovie dello Stato e per i vertici e consiglieri Rai, oltre a sostituire il defunto presidente di Fincantieri. Forza Italia ha ottenuto la presidenza Rai e ruoli chiave nella TV pubblica, mentre Fratelli d’Italia e la Lega si contendono la presidenza delle FS. Entro giovedì si dovranno risolvere le questioni irrisolte, con i partiti che negoziano intensamente per le posizioni rimanenti, inclusa la rappresentanza femminile nei cda.
Giovanni Pons su Repubblica

Parigi ha mentito. La strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno 1980 e costata la vita a 81 persone, rimane un mistero irrisolto dopo 44 anni, con un’indagine ancora aperta dalla procura di Roma dal 2008. Recentemente, l’ex addetto militare francese ha rivelato di aver mentito su ordine dei superiori circa i tracciati radar, negando l’ipotesi che fossero spenti e alimentando la teoria del missile francese. Nonostante le diverse ipotesi, come quella della bomba a bordo, molte domande rimangono senza risposta, e i familiari delle vittime continuano a cercare la verità. L’ex premier Giuliano Amato ha dichiarato che il DC9 fu abbattuto da un missile francese, chiedendo scuse ufficiali da parte della Francia. Nel frattempo, i risarcimenti per i familiari delle vittime sono ancora oggetto di contesa.
Lirio Abbate su Repubblica

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati