Rassegna stampa 28 giugno

SICUREZZA

Scommessa franco tedesca. Safran e MTU, due aziende francesi e tedesche, hanno firmato un accordo per sviluppare il motore di un nuovo elicottero europeo, previsto per il 2040, in risposta alla necessità di una nuova generazione di elicotteri per la difesa europea. Questo progetto mira a evitare la dipendenza da fornitori esterni come gli Stati Uniti e a promuovere la cooperazione all’interno dell’UE. Attualmente, l’UE e la NATO stanno delineando separatamente i piani per un elicottero di nuova generazione, con la Commissione europea che finanzia studi con la partecipazione di 27 motoristi, inclusa Safran. Il progetto si basa su una lunga storia di cooperazione industriale tra Safran e MTU e mira a rafforzare la sovranità europea, soprattutto alla luce di incertezze politiche come il ritorno potenziale di Trump o un governo RN in Francia.
Pierre Avril su Figaro

Elicotteri. Il futuro elicottero potrebbe sostituire l’elicottero d’attacco Tiger o il trasportatore NH-90. Come primo passo, il principale produttore tedesco di motori MTU Aero Engines e il numero uno francese Safran hanno fondato la joint venture 50:5 EURA (European Military Rotorcraft Engine Alliance). Le aziende si considerano promotori di un’industria europea degli armamenti sovrana. In futuro l’Europa non dovrà più dipendere dagli USA con l’aumento delle spese militari e quindi degli approvvigionamenti, così come con l’obiettivo della capacità bellica formulato in Germania. Hanno il pieno appoggio dei governi di Berlino e Parigi nel loro progetto, hanno spiegato Michael Schreyögg, membro del consiglio di amministrazione di MTUAero Engines, e il capo della divisione elicotteri di Safran, Cédric Goubet, in un’intervista a WELT. La nuova joint venture è un altro esempio dell’asse franco-tedesco nei progetti militari. I dirigenti sono convinti che questa cooperazione fondamentale non cambierà anche se ci sarà un cambio di governo in Francia.
Gerhard Hegmann su Welt

Centauro per l’Esercito. L’Esercito Italiano e il Consorzio Iveco – Oto Melara hanno raggiunto un accordo per la fornitura dell’ultima tranche di 28 veicoli blindati Centauro 2, completando così l’ordine totale di 150 unità. Il Centauro 2 è un mezzo blindato che si distingue per le sue elevate prestazioni, capacità di ingaggio, mobilità, connettività e protezione dell’equipaggio. La produzione di parte dei mezzi avverrà a La Spezia, dove il gruppo Leonardo si occuperà della realizzazione delle torrette e dei successivi collaudi industriali. Con la produzione dei 28 blindati Centauro II per l’Esercito Italiano, il totale dei centauro forniti diventa di 150 unità. Il Centauro II è un veicolo blindato all’avanguardia, con prestazioni elevate, mobilità, interconnessione e protezione dell’equipaggio, dotato di un’architettura digitale e una torre Hitfact con cannone da 120 mm. Questo veicolo è in grado di operare in vari scenari, dalla difesa nazionale al mantenimento della pace, ed è stato recentemente scelto anche dall’esercito brasiliano. All’interno del consorzio, Iveco gestisce le componenti veicolari e l’integrazione dei veicoli ruotati, mentre Leonardo si occupa dei sistemi d’arma e di comunicazione, oltre all’integrazione dei veicoli cingolati.
Matteo Marcello su Nazione La Spezia, su Secolo XIX, su Secolo XIX La Spezia

Missione Indo Pacifico. La Marina italiana ha intrapreso una missione senza precedenti nell’Indo-Pacifico, con la portaerei Cavour che guida un “carrier strike group” NATO, dimostrando la capacità europea di intervenire in un’area strategica per il confronto globale tra potenze. La missione, che non ha ricevuto grande attenzione dal governo Meloni, è stata voluta dal G7 e vede la Cavour esercitarsi con alleati come gli USA, la Francia e il Giappone, evitando però aree sensibili come Taiwan. Contemporaneamente, l’Italia parteciperà alla massiccia esercitazione aerea Pitch Black 24 in Australia, con una significativa presenza di velivoli italiani, tra cui Eurofighter e F35B. Queste azioni riflettono la crescente necessità europea di assumere un ruolo attivo nei fronti di crisi globali, cercando anche di concretizzare l’autonomia europea dalla dipendenza dagli Stati Uniti e contribuire alla sicurezza globale.
Gianluca Di Feo su Repubblica

Agli Usa fa gola Forgital. Forgital, azienda italiana produttrice di componenti per motori aerei sia civili sia militari, potrebbe essere venduta dal fondo Carlyle, con un’operazione valutata intorno ai due miliardi di euro. Fondi di private equity come Bain e Cvc e multinazionali del settore, tra cui Ati, GE e Howmet, mostrano interesse per l’acquisizione. La vendita, tuttavia, richiederà l’approvazione del governo italiano attraverso il meccanismo del golden power, data la natura strategica del settore. Sotto la guida di Carlyle e del CEO Meddah Hadjar, Forgital ha visto una crescita significativa, con un fatturato di 400 milioni nel 2023 e previsioni di 500 milioni nel 2024, e un portafoglio ordini di circa 3 miliardi.
Daniela Polizzi su Corriere della Sera

Fincantieri. Fincantieri ha ottenuto una commessa significativa nel settore crocieristico, con un ordine per la costruzione di due navi da crociera di lusso e all’avanguardia, con un’opzione per una terza, per un valore stimato di 1,5 miliardi di euro. Le navi avranno una stazza lorda di 61.800 tonnellate e potranno accogliere circa 690 passeggeri, con interni caratterizzati da materiali di alta qualità e lavorazioni artigianali. La consegna della prima nave è prevista per la primavera del 2028. L’AD Pierroberto Folgiero, ha sottolineato l’importanza dell’ordine per la conferma della leadership dell’azienda e la ripresa del settore crocieristico, nonché l’entusiasmo per la collaborazione con Crystal e Manfredi Lefebvre d’Ovidio.
su Sole 24 Ore

Sistemi per Kiev. Gli Stati Uniti, Israele e l’Ucraina stanno negoziando la fornitura a Kiev di fino a 8 sistemi di difesa aerea Patriot per migliorare la capacità dell’Ucraina di contrastare gli attacchi aerei russi. Sebbene non definitivo, l’accordo potrebbe segnare un cambiamento nelle relazioni tra Israele e Mosca e potrebbe comportare il trasferimento dei sistemi Patriot dagli Stati Uniti all’Ucraina. Israele, che sta sostituendo le sue batterie Patriot con sistemi più avanzati, è stato cauto nel prendere posizione sull’invasione russa dell’Ucraina a causa dell’influenza di Mosca in Siria. Tuttavia, l’approfondimento dei legami tra Russia e Iran potrebbe essere una preoccupazione maggiore, mentre Washington cerca di convincere il governo di Netanyahu a supportare l’Ucraina. Il trasferimento potrebbe non includere tutti gli otto sistemi, e mentre l’Ucraina continua a cercare sistemi Patriot aggiuntivi, i governi degli Stati Uniti e dell’Ucraina non hanno commentato, e il ministero della difesa di Israele non ha risposto alle richieste di commento.
su Financial Times

Nono pacchetto. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha presentato al Copasir il nono pacchetto di armi per l’Ucraina, suscitando perplessità nella Lega, in particolare sull’invio del sistema di difesa anti-aerea Samp-T e dei missili a lunga gittata Storm Shadow. Il decreto è secretato, ma si sa che l’Italia potrebbe spostare un sistema Samp-T dal Kuwait all’Ucraina e che gli Storm Shadow sono inclusi nel pacchetto. La Lega, con Claudio Borghi in prima linea, ha enfatizzato la necessità di non usare armi offensive contro la Russia e ha richiesto di essere informata sull’uso delle armi inviate. La posizione della Lega rischia di creare imbarazzo nella maggioranza, mentre si prevede una mozione per censurare la proposta di utilizzare armi occidentali contro obiettivi russi e per cessare l’invio di armi offensive.
Marco Franchi su Il Fatto Quotidiano

Samp/T per difesa. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha presentato al Copasir un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, segnando la solidità della posizione del governo Meloni nel conflitto. Tra le forniture annunciate c’è il sistema antiaereo Samp/T, mentre la lista completa degli aiuti rimane secretata. Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato l’importanza di rafforzare la difesa di Kiev, ma ha evitato di commentare su possibili armi offensive come gli Storm Shadow. Nonostante le polemiche, il governo italiano si è dichiarato contrario all’invio di armi che possano colpire il territorio russo, ribadendo il sostegno a Kiev. L’audizione di Crosetto è un passaggio formale prima della pubblicazione ufficiale del decreto sugli aiuti.
Claudia Osmetti su Libero Quotidiano

Affari nostri. Diverse aziende italiane, tra cui la storica Fiocchi Munizioni, continuano a fare affari in Russia nonostante il conflitto in Ucraina. Pietro Fiocchi, europarlamentare di Fratelli d’Italia, possiede una quota minoritaria dell’azienda, che ha visto il 70% delle sue azioni acquisite dal Czechoslovak Group nel 2022. Il settore militare rappresenta una parte significativa del fatturato dell’azienda, che ha sospeso le forniture alla Russia prima delle indicazioni delle autorità. Altre aziende italiane, come Camozzi Automation e Beretta, mantengono operazioni in Russia, con Camozzi accusata di esportare componenti a duplice uso che potrebbero essere utilizzati dall’industria militare russa. Beretta, invece, ha continuato a importare armi in Russia attraverso triangolazioni con altri Paesi.
Roman Steblivskyi su Espresso

Chi vince gestisce le Forze Armate. Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, mette in guardia Emmanuel Macron sulla gestione della difesa nazionale in vista delle elezioni, sottolineando che, nonostante il presidente francese sia formalmente il capo delle Forze armate, è il primo ministro a detenere il controllo effettivo, essendo responsabile della difesa e del bilancio militare. Durante un dibattito televisivo, il premier Gabriel Attal ha difeso l’attuale assetto, mentre il candidato del Rassemblement National ha espresso opposizione all’invio di truppe in Ucraina e a qualsiasi azione che possa esacerbare il conflitto con la Russia. Nonostante Macron intenda mantenere la politica estera e di difesa come sua prerogativa esclusiva, Le Pen ha evidenziato che il finanziamento delle operazioni militari richiede l’approvazione del governo. La disputa emerge mentre Macron partecipa a un vertice UE a Bruxelles, dove si discute anche del sostegno a Zelensky e dell’Ucraina. Nel frattempo, Macron propone la riconferma di Thierry Breton come commissario europeo, in contrasto con le aspirazioni di Bardella in caso di vittoria elettorale.
Anais Ginori su Repubblica

Nasa e Lockheed premiano Poggipolini. La Poggipolini Aerospazio, azienda italiana specializzata in componenti di precisione, è stata premiata da NASA e Lockheed Martin per il suo contributo alla Missione Artemis attraverso la controllata texana Houston Precision Fasteners (HPF). Il riconoscimento, unico per una PMI italiana nel settore, è motivo di orgoglio e stimolo per ulteriori investimenti nel campo aerospaziale, secondo Michele Poggipolini, CEO del gruppo. HPF ha fornito componenti essenziali per la capsula Orion, che sarà utilizzata nella missione Artemis 2 per portare gli astronauti attorno alla Luna. Il gruppo Poggipolini, che ha recentemente acquisito HPF, si concentra sull’espansione nel mercato aerospaziale, che rappresenta il 75% del suo fatturato, e prevede una crescita finanziaria significativa per l’anno in corso. Secondo il manager di Poggipolini “si parla troppo poco in Italia di quanto le imprese, e non solo big come Thales Alenia o Leonardo ma anche le Pmi, stiano lavorando per esplorare e colonizzare la luna e arrivare sul pianeta rosso, non è fantascienza, sono investimenti e progetti concreti che saranno realtà a breve”.
Ilaria Vesentini su Sole 24 Ore

Space X. SpaceX, la compagnia aerospaziale fondata da Elon Musk, è stata valutata 210 miliardi di dollari e proporrà le proprie azioni ai dipendenti a 112 dollari ciascuna, secondo quanto riportato da Bloomberg. Nonostante ciò, Musk si è espresso contro la quotazione in borsa dell’azienda, sottolineando gli oneri legali e la pressione per risultati immediati che comporterebbe essere una società pubblica. Questa valutazione rappresenta un incremento rispetto ai 180 miliardi della precedente stima di fine 2023, e arriva dopo l’assegnazione a SpaceX di un contratto NASA da 843 milioni di dollari per deorbitare la Stazione Spaziale Internazionale entro il 2030. Musk, noto per le sue visioni futuristiche, mira a rendere l’umanità una specie multiplanetaria.
Titta Ferraro su Giornale

Prigionieri. Gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) hanno affrontato un’emergenza quando una nuvola di detriti, liberata da un satellite russo dismesso, ha minacciato la sicurezza della stazione. L’allarme, scattato alle 5 del mattino in Italia, ha costretto l’equipaggio a rifugiarsi nelle capsule di salvataggio, pronti per un eventuale rientro di emergenza sulla Terra. Fortunatamente, dopo un’ora, l’allarme è rientrato e il rischio di collisione è stato scongiurato. Questo incidente sottolinea il crescente problema dei detriti spaziali, con satelliti fuori servizio che continuano a orbitare incontrollati, aumentando il rischio di impatti dannosi. La nuova legislazione italiana sullo spazio affronta questa problematica, ma senza un accordo globale, come direttive ONU, le soluzioni individuali potrebbero non essere sufficienti.
Matteo Marini su Repubblica

IA in Borsa. Il settore dell’IA in Borsa mostra un panorama variegato, con aziende che hanno ottenuto grandi successi e altre che hanno deluso. Produttori di chip e infrastrutture come Nvidia e Asml hanno registrato significativi guadagni in Borsa, mentre altri come Intel e STMicroelectronics non hanno visto una crescita equivalente. Il cloud computing, sfruttato da giganti come Amazon e Alphabet, ha beneficiato dell’aumento della domanda legata all’IA. Ma non tutte le aziende legate all’IA hanno avuto successo, come dimostrato dal calo dei titoli di alcuni big digitali cinesi e aziende di cybersecurity. In generale, il settore dell’IA ha visto vincitori e vinti, con la performance in Borsa che riflette sia l’innovazione tecnologica sia le dinamiche di mercato individuali.
Vittorio Carlini su Sole 24 Ore

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Flop antievasione. La Corte dei conti ha rilevato che l’80% delle tasse contestate non viene pagato e che gli accertamenti fiscali sono diminuiti del 34,4% tra il 2019 e il 2023. La maggior parte delle entrate tributarie proviene da chi paga le tasse spontaneamente, mentre chi evade spesso attende la rottamazione, pagando solo la prima rata per poi sparire nuovamente. La Corte critica la frequenza dei controlli e l’efficacia delle misure antievasione, sottolineando che le aspettative di future rottamazioni contribuiscono all’evasione. Infine, la Corte suggerisce che l’uso delle banche dati tributarie e un incremento dei controlli potrebbero migliorare la lotta all’evasione fiscale.
Gianni S Trovati su ole 24 Ore

Donnarumma per Fs, rinvio per Cdp. Tommaso Tanzilli è stato nominato presidente di Ferrovie dello Stato, mentre Stefano Donnarumma ne diventa l’AD. La Cassa Depositi e Prestiti ha invece posticipato la nomina del proprio Cda al 2 luglio, in attesa di definire alcune posizioni chiave. Donnarumma, con un’esperienza pregressa in aziende come Acea e Terna, sostituisce Luigi Ferraris, mentre Tanzilli, già membro del CDA di Fs e con ruoli di rilievo nel settore turistico del Lazio, prende il posto di Nicoletta Giadrossi. Il nuovo CDA di Ferrovie dello Stato, che resterà in carica per tre anni, vede anche l’ingresso di nuovi membri, e ha ricevuto congratulazioni da vari esponenti politici per le sfide future in termini di eccellenza, innovazione e sostenibilità.
Celestina Dominelli su Sole 24 Ore

Rinvio. Il governo ha posticipato per la quarta volta l’assemblea per la nomina dei nuovi consiglieri di Cassa depositi e prestiti, fissandola al 2 luglio, a causa di disaccordi sulla composizione di genere del cda. Mentre Dario Scannapieco è in vista di un rinnovo come AD e Giovanni Gorno Tempini è stato confermato presidente, la difficoltà sta nel rispettare le quote di genere, con la maggioranza dei partiti che non riesce a trovare un’intesa. Nel frattempo, l’assemblea di FS ha proceduto senza intoppi, nominando Stefano Donnarumma come nuovo AD e Tommaso Tanzilli come presidente. Restano aperte altre nomine importanti in enti e aziende italiane, tra cui Fincantieri e Rai.
Andrea Ducci su Corriere della Sera

Boom di cassa integrazione. Le grandi aziende italiane stanno affrontando crescenti difficoltà finanziarie, che hanno portato a un significativo aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate a maggio, con un incremento del 136,7% rispetto al periodo precedente. Secondo la Fim-Cisl, oltre 100.000 lavoratori sono stati colpiti dalle crisi aziendali, in particolare nel settore metalmeccanico. La cassa integrazione straordinaria, richiesta per ristrutturazioni e riorganizzazioni aziendali, ha visto un aumento del 71%, mentre quella ordinaria è cresciuta del 5,7%. Regioni come la Sardegna, il Trentino e la Puglia hanno registrato aumenti percentuali molto elevati. Infine, la Fim-Cisl sottolinea la necessità di politiche industriali di sostegno per affrontare le transizioni e preservare l’industria italiana, in un contesto di crisi che continua a coinvolgere numerose aziende storiche.
Diego Longhin su Repubblica

Posti di lavoro in bilico. La Fim Cisl ha rilevato un aumento del 23% dei lavoratori del settore metalmeccanico a rischio crisi, passando da 83.817 a 103.451 in sei mesi, con la maggior parte delle difficoltà legate alle transizioni green e digitali. Il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, sottolinea la necessità di un approccio coordinato alle sfide tecnologiche e ambientali. Nel frattempo, le aziende metalmeccaniche stanno distribuendo un aumento salariale di 132 euro per il 2023, parte di un incremento complessivo di 310 euro stabilito dall’ultimo contratto. La trattativa per il rinnovo del contratto è complessa, con richieste sindacali di un ulteriore aumento di 280 euro e la possibilità di ridurre l’orario di lavoro come soluzione alternativa. Il settore sta affrontando crisi, come quella delle aziende di biciclette elettriche e dell’automotive, mentre si attendono decisioni importanti come l’incontro con Stellantis per la produzione di veicoli in Italia.
Rita Querzè su Corriere della Sera

Litio al minimo. Il prezzo del litio, essenziale per le batterie delle auto elettriche, è sceso ai minimi degli ultimi tre anni, con il carbonato di litio sotto i 13mila dollari per tonnellata, a causa di un’eccessiva produzione e un rallentamento della domanda. Il calo del prezzo, che ha superato il 70% nell’ultimo anno, potrebbe continuare nella seconda metà dell’anno, influenzato dal crescente scetticismo sulla rapida transizione verso l’energia pulita e la diffusione delle auto elettriche. Le vendite di veicoli elettrici sono cresciute del 10,6% a livello globale nei primi quattro mesi dell’anno, con la Cina che mostra segni di un mercato in maturazione. Le scorte di litio nei magazzini hanno raggiunto un livello record di 92mila tonnellate, e gli analisti prevedono che i prezzi potrebbero ulteriormente scendere prima di un possibile recupero nel 2025, a condizione che migliori il sentiment verso i veicoli elettrici.
Sissi Bellomo su Sole 24 Ore

Berlino vs Parigi. Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha espresso opposizione all’uso dello scudo anti-spread della BCE (Transmission Protection Instrument – TPI) per proteggere la Francia dalle turbolenze di mercato in caso di vittoria della destra alle elezioni anticipate. Lindner ha sollevato dubbi sulla conformità del TPI con i trattati europei e ha minacciato uno scontro legale se lo strumento fosse utilizzato. La Germania, tradizionalmente contraria agli acquisti di titoli di stato da parte della BCE, teme un aumento del debito francese e vuole rassicurare i suoi cittadini sull’austerità. Tuttavia, la possibilità di un ricorso al TPI potrebbe diventare più probabile se la BCE non interviene in caso di crisi. La BCE, sotto la guida di Christine Lagarde, rimane vigile sugli sviluppi di mercato, ma non ha ancora rilevato movimenti disordinati, mentre l’Europa rischia la paralisi politica e necessita di ingenti investimenti nei prossimi anni.
Francesco Ninfole su Mf

Un miliardo. La Procura di Milano ha accusato Google di una presunta evasione fiscale di circa 900 milioni di euro, per cui l’Agenzia delle Entrate italiana richiede oltre un miliardo di euro, sanzioni e interessi inclusi. Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno rivelato che Google avrebbe omesso di dichiarare ricavi generati in Italia tra il 2015 e il 2020, utilizzando un meccanismo noto come “Double Irish with a Dutch Sandwich” per ridurre la pressione fiscale. Google sostiene di rispettare le normative fiscali e si dice pronto a cooperare con le autorità. Questo caso segue un precedente accordo del 2017 in cui Google pagò 306 milioni di euro per sanare pendenze fiscali, e si inserisce in un contesto più ampio di aziende tech che hanno negoziato con il fisco italiano, come Netflix e Airbnb.
Rosario di Raimondo su Repubblica

Eni, via dall’Alaska. Eni ha raggiunto un accordo vincolante per vendere i suoi due principali giacimenti in Alaska, Nikaitchuq e Oooguruk, al gruppo Hilcorp, segnando così la sua uscita dallo stato. La cessione, che fa parte di una strategia di ottimizzazione e dismissione di asset non strategici, è stimata in oltre 800 milioni di euro, ma il valore esatto sarà comunicato al momento del closing. Questa mossa permetterà a Eni di proseguire nel processo di ottimizzazione del proprio portafoglio upstream e di raggiungere l’obiettivo di dismissioni nette previsto per il 2024. Il titolo Eni ha registrato un leggero aumento dello 0,5% dopo l’annuncio dell’accordo. Nel piano strategico 2024-2027, Eni prevede un afflusso netto di portafoglio di 8 miliardi di euro, derivante principalmente dall’ottimizzazione del portafoglio upstream e dalla strategia di spin-off dei business legati alla transizione energetica.
Angela Zoppo su Mf

Terza generazione. La famiglia Benetton ha ridefinito la governance della propria holding, Edizione, conferendo maggiori poteri al presidente Alessandro Benetton e preparando l’ingresso della terza generazione nell’azienda. Ogni ramo familiare potrà nominare due consiglieri nel board, che ora detiene l’ultima parola sulle scelte strategiche del gruppo, con l’adozione del sistema monistico. I nuovi membri del board dovranno rispettare criteri stringenti, come un master e almeno cinque anni di esperienza lavorativa esterna al gruppo. Queste modifiche mirano a gestire l’allargamento della famiglia e ad allineare la governance a standard più moderni, assicurando stabilità e una gestione efficace del passaggio generazionale.
Marigia Mangano su Sole 24 Ore

Farmaci, sorpasso cinese. Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha lanciato un allarme: per la prima volta, la Cina ha sorpassato l’Europa nello sviluppo di nuovi farmaci e si avvicina agli Stati Uniti, leader del settore. Questo segnala che l’Europa sta perdendo attrattività e capacità di ricerca e sviluppo nel campo farmaceutico. Cattani critica la riforma europea che propone di ridurre la tutela brevettuale, temendo che ciò indebolisca ulteriormente la competitività europea. Sottolinea l’importanza dell’industria farmaceutica italiana, che si conferma un hub internazionale con una produzione destinata in gran parte all’export. Infine, Cattani invita a riformare la governance farmaceutica, migliorare l’accesso ai nuovi farmaci in Italia e utilizzare i dati sanitari per la ricerca, al fine di rendere l’Italia più attrattiva per gli investimenti nel settore.
Marzio Bartoloni su Sole 24 Ore

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Accordo senza l’Italia. Il Consiglio europeo ha dato il primo via libera alle nomine ai vertici dell’Unione Europea, con l’Italia che si è astenuta sulla riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione e ha votato contro António Costa e Kaja Kallas per il Consiglio europeo e l’Alto rappresentante per gli Affari esteri. La premier italiana Giorgia Meloni ha adottato una posizione critica, in contrasto anche con altri leader europei, e ha definito le nomine “scelte sbagliate”. Nonostante le tensioni, l’accordo tra Popolari, Socialisti e Liberali è andato avanti, con la necessità ora di ottenere l’approvazione del Parlamento europeo. La posizione di Meloni è stata interpretata come un rispetto per le diverse valutazioni all’interno della maggioranza di governo in Italia e in attesa di negoziare il ruolo del paese nella nuova Commissione.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Difficoltà. Giorgia Meloni si è trovata isolata, astenendosi sul voto per von der Leyen e opponendosi agli altri candidati. Il pacchetto di nomine è frutto dell’accordo tra Popolari, Socialisti e Liberali, con l’Italia del centrodestra che si posiziona all’opposizione nell’Ue. Durante il vertice, le discussioni hanno incluso l’Agenda Strategica, con un documento influenzato da Germania e Francia. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso un rifiuto alla collaborazione con le destre populiste, mentre la posizione di Meloni è stata criticata per ritardare le decisioni.
Claudio Tito su Repubblica

Salvini vs Meloni. Durante il Consiglio europeo a Bruxelles, la premier italiana Giorgia Meloni si è trovata in una posizione difficile, dovendo gestire la pressione interna del leader della Lega, Matteo Salvini, e le trattative per le nomine europee. Salvini ha definito il processo di nomina come un “colpo di Stato”, opponendosi fermamente agli accordi proposti. Meloni ha finito per votare contro il socialista Costa e la liberale Kallas, astenendosi su Ursula von der Leyen, cercando di mantenere aperte le trattative. Nonostante le difficoltà, la premier ha cercato di mediare fino all’ultimo, mentre il PPE pressava per ottenere il sostegno dei voti di Fratelli d’Italia. Meloni potrebbe chiedere a Tajani di tradire Ursula nel segreto dell’urna se Salvini dovesse scegliere di non supportare la nuova Commissione.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

La scommessa di Ursula. Ursula von der Leyen, ex ministra tedesca e attuale presidente della Commissione europea, si candida per un secondo mandato forte dei risultati ottenuti durante la sua presidenza, come la gestione della pandemia e la risposta alla crisi in Ucraina. Nonostante il sostegno di Popolari, Socialisti e Liberali, affronta critiche interne al suo partito e l’opposizione di alcuni per la sua gestione unilaterale in alcune questioni, come il memorandum con la Tunisia. Ha iniziato a incontrare i gruppi politici per assicurarsi il supporto necessario, evitando però Identità e democrazia, e ha suscitato controversie per aver aperto a Fratelli d’Italia durante la campagna elettorale. Von der Leyen, nota per la sua capacità di mantenere il controllo e la calma, deve ancora conquistare i voti necessari per la riconferma, prevista per il 18 luglio.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Le Pen e i militari. La leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, ha messo in discussione i poteri presidenziali in Francia, affermando che il titolo di capo dell’esercito detenuto dal presidente è solo onorifico, poiché è il primo ministro a gestire i fondi militari. Questa dichiarazione arriva in un momento di tensione politica, con il rischio che il presidente Macron possa perdere il controllo del governo a seguito delle elezioni legislative. Il dibattito tra i costituzionalisti si è acceso per definire i confini tra le competenze del presidente e del primo ministro, soprattutto in caso di coabitazione con visioni opposte in politica estera. Intanto, i sondaggi pre-elettorali vedono il Rassemblement National in testa, seguito dal Nouveau front populaire e da Ensemble!, con i Républicains molto indietro.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Le due France. Le Monde ha rivelato una netta divisione elettorale in Francia, con le aree urbane come Parigi, Tolosa, Nantes e Bordeaux che resistono all’ascesa del Rassemblement National di Marine Le Pen, rappresentato in marrone sulla mappa elettorale, mentre il resto del paese sembra abbracciare il partito di destra. Questa frattura tra città e periferie evidenzia una Francia cosmopolita e progressista nelle grandi città, in contrasto con le aree rurali e periferiche che si sentono abbandonate e inclini a sostenere Le Pen. I tentativi della sinistra di contrastare il Rassemblement National richiedono argomenti che toccano la vita quotidiana delle persone, come la riforma delle pensioni e la mancanza di servizi pubblici. La situazione attuale riflette un Paese diviso, con alcune aree che non si sono ancora adattate ai cambiamenti del XXI secolo e altre che cercano rifugio in un’autorità e in valori più tradizionali. La Francia cosmopolita e aperta, che si identifica con i valori europei di libertà, uguaglianza e fratellanza, si sente assediata e rischia di essere travolta dall’onda di destra.
Francesca Schianchi su Stampa

Accordi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato tre accordi di sicurezza con l’Unione Europea, Estonia e Lituania, rafforzando i legami dell’Ucraina con l’Europa e ricevendo un impegno europeo di 1,9 miliardi di dollari in aiuti. Questi aiuti sono essenziali per sostenere lo stato ucraino, gravato dai costi della guerra, e serviranno a coprire spese pubbliche, acquisto di armi e riparazioni infrastrutturali. Zelensky ha anche incontrato il premier ungherese Viktor Orbán, noto per le sue posizioni filorusse, e ha proposto l’organizzazione di una seconda conferenza internazionale di pace. Nonostante gli aiuti militari occidentali abbiano arginato le offensive russe, la guerra persiste e Zelensky esprime urgenza nel trovare una soluzione pacifica, temendo che il conflitto si prolunghi e aumentino le vittime.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Orban e Zelensky. Durante un incontro a margine del vertice di Budapest, il primo ministro ungherese Viktor Orbán e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno avuto una discussione intensa e apparentemente poco costruttiva, segnalata dal loro linguaggio del corpo. L’Ungheria ha richiesto che l’Ucraina riconosca l’intera regione della Transcarpazia come territorio tradizionalmente ungherese, per tutelare i diritti delle minoranze ungheresi. La richiesta include l’abolizione della regola ucraina che identifica le aree con diritti speciali per le minoranze, basata sulla presenza di almeno il 15% di rappresentanti delle minoranze e una residenza storica di 100 anni. Questa richiesta ungherese si inserisce in un contesto di relazioni già tese tra i due paesi, ulteriormente complicate dall’invasione russa dell’Ucraina e dalle posizioni ambigue di Orbán nei confronti di Putin. Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó sostiene che l’Ucraina dovrebbe restituire i diritti sottratti agli ungheresi della Transcarpazia, mentre la questione delle minoranze è stata usata anche da Putin per giustificare azioni nel Donbass.
Monica Perosino su Stampa

Dopo Hamas tocca a Hezbollah. La tensione tra Israele e Libano è alta, con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che minaccia danni enormi e un ritorno all’età della pietra per il Libano in caso di conflitto. Israele si prepara per una possibile guerra contro Hezbollah, mentre gli Stati Uniti avvertono che un attacco potrebbe scatenare un conflitto totale con l’Iran. Nel frattempo, l’IDF si adatta per includere i soldati ultraortodossi, creando strutture adatte alle loro esigenze religiose. Il primo ministro Netanyahu, nonostante la minaccia di un mandato di arresto dalla Corte dell’Aia per crimini di guerra, ordina di prepararsi sul fronte della propaganda, contestando i dati pubblicati da Onu e Croce Rossa sui danni a Gaza.
Francesco Battistini su Corriere della Sera

Se ci attaccano radiamo al suolo Beirut. Le tensioni tra Israele e Hezbollah sono in aumento, con Israele che prepara simulazioni di combattimento e la società civile che si organizza per eventuali conseguenze di un conflitto. Esperti e funzionari israeliani, incluso il ministro della Difesa Yoav Gallant, indicano che una guerra potrebbe essere inevitabile, sebbene una soluzione diplomatica sia preferibile. Fonti USA suggeriscono che il rischio di un conflitto su larga scala sia al suo apice, potenzialmente scatenabile nelle prossime settimane in assenza di un cessate il fuoco. Intanto, Israele ha condotto nuovi raid e dispiegato tank a Gaza, causando vittime e sollevando la questione della sopravvivenza dell’Iran legata alla cessazione degli attacchi di Hezbollah, secondo il primo ministro Netanyahu.
Fabiana Magrì su Stampa

Le due Americhe. C’è una profonda polarizzazione politica e sociale negli Stati Uniti, dove le cosiddette “tribù” di Biden e Trump rappresentano due Americhe ideologicamente e culturalmente diverse. La “tribù” di Trump è caratterizzata da persone generalmente meno istruite, diffidenti verso le élite e i paesi stranieri, e spesso con un passato militare. Al contrario, la “tribù” di Biden è più giovane, istruita, e aperta a temi sociali come il matrimonio omosessuale. Queste divisioni si riflettono anche nelle fonti di informazione che seguono e nei “fatti” in cui credono, specialmente riguardo alle elezioni presidenziali del 2020 e alla situazione economica. Infine, il testo menziona l’esistenza di una terza “tribù”, i cosiddetti “double-haters”, che disprezzano entrambi i candidati e potrebbero essere decisivi nelle elezioni.
Bill Emmot su Stampa

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

L’appello di Mattarella. A 44 anni dalla strage di Ustica, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito l’importanza di ottenere la verità completa sull’evento, invitando alla collaborazione i Paesi amici. Durante una cerimonia a Bologna, davanti ai familiari delle 81 vittime, è stato espresso il bisogno di giustizia e la necessità di azioni politiche come la desecretazione degli atti e l’impegno diplomatico. Emergono nuovi dettagli che suggeriscono un possibile errore dell’aeronautica francese, mirante a colpire Gheddafi, che avrebbe accidentalmente abbattuto il Dc9 Itavia. Il sindaco di Bologna e i familiari delle vittime, ancora in cerca di risposte, denunciano le inadempienze del governo italiano e le teorie alternative che distorcono la verità. Mattarella ha elogiato la tenacia dei familiari e degli uomini dello Stato che hanno lavorato per fare chiarezza sulla tragedia.
Eleonora Cappelli su Repubblica

Cercare in archivio. Nonostante le dichiarazioni di alcuni ex leader italiani che puntano il dito verso la Francia, la verità rimane celata, con molti dettagli ancora oscuri e depistaggi che hanno cercato di occultare le responsabilità di vertici militari e servizi segreti dell’epoca. Le indagini hanno escluso l’ipotesi di una bomba e hanno rivelato la presenza di altri velivoli militari, alcuni appartenenti a paesi NATO, e un’attività sospetta nella base militare francese di Solenzara. Mattarella chiede la collaborazione dei paesi alleati e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è sollecitata a fare pressione per l’apertura di archivi ancora sigillati, al fine di fare piena luce sull’incidente che ha causato la morte di 81 persone.
Lirio Abbate su Repubblica

Riforme necessarie. Il presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera, sottolinea la necessità di rivedere la forma di governo italiana, ereditata dalla Guerra fredda e concepita per impedire ai vincitori delle elezioni di governare efficacemente. Critica il bicameralismo paritario e propone un sistema più agile, con una sola Camera, per rafforzare il Parlamento. Barbera invita le forze politiche a superare le anomalie del sistema istituzionale, evitando di erigersi in esclusivi eredi della Costituzione o di ignorare gli effetti negativi delle riforme fatte a maggioranza. Infine, esprime preoccupazione per l’eccesso di decreti e fiducie, segno di debolezza del governo, e per la mancata attuazione dell’autonomia differenziata nelle regioni, a causa di scelte politiche contingenti.
Emilia Patta su Sole 24 Ore

Rai, Lega di traverso. La trattativa per le nomine Rai è in stallo a causa delle tensioni interne alla maggioranza, con la Lega che si oppone agli accordi presi da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il direttore generale Giampaolo Rossi, che sperava di essere confermato come amministratore delegato, si trova ora a fronteggiare ostacoli sia legali, con ricorsi pendenti sulle nomine dei consiglieri di amministrazione, sia politici, con la Lega che mira a ottenere la posizione di direttore generale. Matteo Salvini, attraverso il sottosegretario Alessandro Morelli, ha bloccato il processo di rinnovamento degli assetti Rai, criticando la gestione solitaria delle nomine da parte di Rossi. Intanto il destino di Serena Bortone rimane incerto dopo il caso di censura, mentre la Rai si prepara a un inevitabile ritardo nella ristrutturazione della sua governance.
Giovanna Vitale su Repubblica

Gioventù nazionale. Giorgia Meloni, attualmente a Bruxelles per altri impegni, ha delegato sua sorella Arianna Meloni e Giovanni Donzelli a gestire il caso di insulti antisemiti emersi all’interno di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia. La premier ha telefonato alla senatrice Ester Mieli, vittima degli insulti, per esprimere solidarietà e promettere provvedimenti. Nonostante ciò, il partito sembra voler prendere tempo prima di sanzionare i responsabili, cercando di non dare segnali di debolezza all’interno del movimento. Le figure moderate del partito, come Guido Crosetto e Fabio Rampelli, chiedono invece azioni immediate. Nel frattempo, il Guardian ha riportato la mancanza di commenti da parte di Meloni sulle immagini incriminate, sottolineando il simbolo del partito che richiama quello del Msi.
Federico Capurso su Stampa

Ue, voglia di centrodestra. Un sondaggio condotto da Nicola Piepoli rivela che il 56% degli italiani vorrebbe che il centrodestra, percepito come il vero vincitore delle recenti elezioni europee e amministrative, operasse per cambiare l’immagine dell’Italia in Europa. La fiducia nei confronti della Premier Giorgia Meloni rimane invariata, così come quella in altri esponenti politici, con lievi variazioni per alcune figure. Nonostante un periodo di intensi dibattiti politici, l’opinione pubblica mostra una forte continuità senza percepire cambiamenti significativi nell’operato del governo. Infine, il sondaggio suggerisce che gli italiani si aspettano dal centrodestra un impegno per migliorare la posizione dell’Italia a livello europeo.
Nicola Piepoli su Giornale

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