LEONARDO
Giappone. ”Spero fortemente che l’industria della difesa giapponese cresca”, ha detto Roberto Cingolani illustrando le principali caratteristiche del caccia di nuova generazione e le modalità di collaborazione tra i Paesi partner del GCAP in un servizio trasmesso dal canale televisivo nazionale giapponese NHK dedicato alla revisione della normativa di Tokyo sull’export di aerei da combattimento, in funzione delle prospettive commerciali del programma GCAP con Regno Unito e Italia.
Su Nhk newsline
Polo subacquea. Quattro bandi, oltre dodici milioni di euro di budget per sviluppare nuove tecnologie con le quali conquistare gli abissi. Il Polo nazionale della dimensione subacquea comincia con il botto: ieri mattina la pubblicazione dei primi bandi di ricerca tecnico-scientifica con cui il polo inaugurato nel dicembre scorso punta a acquisire proposte di progetto che saranno poi vagliate per il successivo finanziamento.
Matteo Marcello sulla Nazione
La Germania si arma. Il ministro federale dell’economia Robert Habeck vuole rafforzare l’industria degli armamenti per armare la Germania in termini di politica di sicurezza in un mondo di crisi. “L’imperativo politico del momento è diventare capaci di garantire la sicurezza”, ha detto mercoledì il politico verde dopo un incontro con i rappresentanti dell’industria della difesa. All’incontro hanno preso parte rappresentanti “dai costruttori di sottomarini alle start-up”, ha detto Habeck. Erano presenti anche le aziende Rheinmetall, Rohde e Schwarz, MBDA, Hensoldt, Quantum-Systems e Helsing.
Frank Specht su Handelsblatt
Armamenti europei. Non mancano gli argomenti a favore della strategia europea per l’industria della difesa (EDIS) proposta dalla Commissione europea tre settimane fa. L’UE non ha un mercato comune per gli armamenti, gli Stati membri ordinano poco insieme e dopo l’attacco russo all’Ucraina sono stati costretti ad acquistare da altri paesi dell’UE ancora più di quanto non abbiano già fatto. la fornitura di armi da paesi terzi è stata pari al 78%, il fornitore di gran lunga più importante sono stati gli Stati Uniti. Il fatto che gli stati non siano riusciti a raggiungere l’obiettivo di consegnare all’Ucraina un milione di proiettili di artiglieria in un anno è probabilmente dovuto a molti di questi fattori. La Commissione invita quindi i cittadini a investire “di più, meglio, insieme e a livello europeo”. La loro strategia mira a creare un mercato delle armi meno frammentato, ridurre la quota di importazione degli acquisti di armi, aumentare il commercio di armi intra-UE al 35% del volume totale entro il 2030 e l’approvvigionamento congiunto di armi al 40% nello stesso periodo. Quella quota era solo del 18% nel 2022. Naturalmente, ci sono limiti intrinseci dell’UE alla strategia. In tre anni saranno disponibili solo 1,5 miliardi di euro. Gli Stati membri restano responsabili della politica di difesa e non vogliono creare strutture parallele alla NATO nell’UE.
Werner Mussler su Frankfurter Allgemeine Zeitung
Digitalizzazione. Terza giornata di Pact4Future, il forum internazionale del Corriere della Sera e dell’Università Bocconi, con Intesa Sanpaolo come educational partner, creato per ripensare a una società più inclusiva e sostenibile. «Oggi la digitalizzazione è diventata una parte integrante della difesa» ha detto l’ad di Leonardo Roberto Cingolani partecipando al forum.
Virginia Nesi sul Corriere
No alla leva, servono professionisti. Il possibile ritorno della leva obbligatoria da tempo affascina le anime politiche della destra italiana. Adesso, poi, «viviamo tempi difficili», riconosce il ministro della Difesa Guido Crosetto, ma «non si è mai parlato di leva obbligatoria». Anzi, in un momento storico come questo, sottolinea il ministro a margine della celebrazione dei 101 anni dell’Aeronautica Militare «c’è semmai bisogno di tanti professionisti formati, non di cittadini che fanno un anno di leva».
Federico Capurso sulla Stampa
Il 2%? Il minimo. Secondo iI generale di corpo d’armata Luciano Portolano, 63 anni, segretario generale del ministero della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, la leva obbligatoria in Italia non è percorribile. Mosca punta sul fatto che alla lunga le opinioni pubbliche occidentali si stancheranno. Il generale ha anche affermato che “l’economia di guerra della Russia impone all’Europa un cambio di passo. Il 2% di spese per la Difesa? È il minimo”.
Fabrizio Caccia sul Corriere
Armi. Dopo lo scoop dell’Espresso il dibattito sulla vendita delle armi a Kiev arriva in Parlamento. “L’Italia vende armi a Kiev e le Camere sono state ignorate” denunciano i Cinquestelle. Replica il ministro: “È consentito dalla legge”. I 5 Stelle: “Ma perché non avete coinvolto le Camere?”.
Luca De Carolis sul Fatto
La lista della spesa di Zelensky. Non solo munizioni, ma anche agenti chimici tossici e radioattivi. Kiev passa da 0 commesse del 2020, a 92mila euro del 2021, ai 3,8 milioni di ordini nel 2022 fino all’esplosione degli acquisti nel 2023. Fatturati a beneficio delle aziende produttrici di armi: da Leonardo a Rheinmetall, Rwm, Iveco ecc. Un fornitore di Kiev, e di altri eserciti, è stata soprattutto Leonardo: all’Ucraina ha venduto armi per 19 milioni di euro: 8,680 milioni di questi per il “complesso navale 76/62 multifeeding” con relativa assistenza tecnica, e “corsi d’aggiornamento e manutenzione da svolgersi in Italia”. Si tratta dell’Oto Melara 76/62.
Alessia Grassi sul Fatto
Proibito con paesi belligeranti. “È proibito commerciare armi con paesi belligeranti, l’Onu dice si solo se lo si fa negoziando la pace, ma in questo caso Costituzione e trattati sono stati ignorati e nessuno fa più riferimento a tentativi negoziali per risolvere le controversie internazionali: è anzitutto un regresso dal punto di vista culturale” afferma Gaetano Azzariti, costituzionalista di fama della Sapienza di Roma. Pensa che in tutto questo contano gli incarichi precedenti dell’attuale ministro della Difesa in Aiad e Leonardo? “Del tutto inopportuno appare passare da quegli incarichi al ministero della Difesa”, risponde.
Giampiero Calapà sul Fatto
Voli accecati. Un assaggio di guerra ibrida elettronica, fra sabato e lunedì, in poco più di 48 ore ha creato interferenze ai sistemi Gps di 1.614 aerei, molti dei quali commerciali, con passeggeri, che sorvolavano prima la regione baltica e la Svezia meridionale, poi la Polonia settentrionale, specialmente nel settore Ovest a ridosso del confine con la Bielorussia e Kaliningrad, l’enclave tra Polonia e Lituania che formalmente appartiene alla Federazione russa.
Marco Ventura sul Messaggero
Lupi solitari. L’ex Capo di Stato Maggiore Vincenzo Camporini: mai abbassata la guardia. Nodo migranti: «Difficilmente i terroristi si spostano con i barconi si muovono in modo più comodo e meno controllabile».
Edoardo Sirignano sul Tempo
Geopolitica. L’attività della Fondazione Med’Or è spesso additata da studenti universitaria come fiancheggiatrice di Israele. Intervengono Giovanni Orsina (Università Luiss), Marco Minniti (Fondazione Med’Or).
Su Start a SkyTg24
Protocollo. La Fondazione Med-Or e la Confederazione di imprese Cifa Italia hanno siglato un protocollo per promuovere e realizzare congiuntamente iniziative che rafforzeranno il dialogo tra Italia, Europa e Africa, cominciando dai paesi rivieraschi del Mediterraneo. “Un passo significativo per lo sviluppo di progetti congiunti nella regione del Mediterraneo e in Africa” ha affermato Marco Minniti, presidente di Med-Or.
Sul Sole
Università. La risposta del governo alle proteste degli studenti per la smilitarizzazione delle università è l’ulteriore salto di qualità nei rapporti tra il ministero dell’Università e Leonardo. Alla vigilia della mobilitazione (dal 3 al 10 aprile) dei collettivi per chiedere le dimissioni dei rettori dal comitato tecnico-scientifico della Fondazione Med-Or (guidata da Marco Minniti) ieri la ministra Anna Maria Bernini ha firmato un protocollo d’intesa proprio con Med-Or per lo sviluppo di progetti legati a “agricoltura, utilizzo sostenibile delle risorse naturali ed energia rinnovabile” in Africa. Leonardo – fanno notare gli studenti nel loro dossier-manifesto – dedica alla destinazione bellica oltre l’80% della produzione.
Sul Fatto
Ribelli. Almeno 19 atenei pronti a mobilitarsi per fermare le partnership con Tel Aviv. Tra le istanze della protesta anche il legame tra il mondo universitario e la fondazione Med-Or che fa capo a Leonardo Spa e che vede nel comitato tecnico scientifico diversi rettori. Proprio ieri la ministra Anna Maria Bernini ha firmato un protocollo d’intesa con il presidente della Fondazione, Marco Minniti, per sostenere il ministero dell’Università all’interno del Piano Mattei.
Eleonora Camilli sulla Stampa
Offerta per Civitanavi. La Honeywell Aerospace Technologies, assistita dall’advisor Unicredit, ha annunciato un’offerta pubblica di acquisto sul 100% di Civitanavi Systems (Rothschild). Per l’ambito in cui lavora Civitanavi Systems – tra aerospazio e difesa – ci si aspetta che arrivi anche il vaglio del governo sul golden power. La tecnologia di localizzazione sviluppata dagli italiani si applica a tutto quello che è in movimento: dai satelliti, alle sonde sottomarine fino alle trivelle. Ha clienti come Leonardo, BAE Systems, Rheinmetall, Scientific Drilling. Che nel contempo sono anche concorrenti di grandi dimensioni.
Sul Corriere
Civitanavi. Il colosso americano avanza una proposta per rilevare l’azienda marchigiana che produce sistemi di navigazione utilizzabili anche su strumenti bellici come i droni.
Su Mf
Risiko. Il gigante americano Honeywell ha lanciato un’Opa sulla società marchigiana Civitanavi System, praticamente poco più di una startup ma considerata a livello internazionale un gioiello nel suo settore essendo specializzata nella progettazione e produzione di sistemi tecnologici per la Difesa e l’Aerospazio.
Sul Foglio
Boeing. A rischio il rating della Boeing dopo che Moody’s ha messo sotto osservazione il merito di credito senior unsecured Baa2 del costruttore americano. Il timore degli analisti dell’agenzia di rating è che Boeing non riesca a consegnare i Max 737 ai volumi necessari per espandere la liquidità e «ridurre il debito in un arco di tempo ragionevole». Il cfo Brian West di recente ha lanciato un allarme sul flusso di cassa tra 4 e 4,5 miliardi di dollari in uscita più velocemente del previsto.
Mara Monti sul Sole
Appesi al ministero. MarkAB Capital è pronto a investire fino a 500 milioni di euro. Ma per il rilancio della Superjet serve il via libera del Comitato di sicurezza finanziaria che fa capo al ministero dell’Economia alla vendita del 90% delle quote congelate dopo l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni decise da Bruxelles perché di proprietà russa. Il restante 10% è di Leonardo. Superjet era nata nel 2007 da una joint-venture tra Leonardo e Sukhoy per l’allestimento e la commercializzazione dei velivoli Superjet 100. Nel nuovo assetto Leonardo manterrà il 10%, Mark AB Capital Investment acquisirà il 49% mentre il restante 41% verrà acquisito da una costituenda società composta per il 49% sempre da Mark AB e per il 51% da Italsistemi. Quest’ultima ha partecipazioni in Aerostrutture, fornitore di Leonardo, e Sam.
Francesco Furlan sulla Nuova Venezia
Sempre più arabi. Superjet diventa sempre più araba anche se il controllo rimarrà italiano. Mark Ab Capital sommerà al 49% un’altra quota derivante dall’acquisto del 41% attraverso una società composta dallo stesso fondo di investimento (49%) e da Italsistemi (51%), mentre il restante 10 resterà in capo a Leonardo. Il rafforzamento del fondo arabo ma soprattutto l’entrata di Italsistemi (che ha partecipazioni in Aerostrutture, fornitore di Leonardo, in Sam ed è in procinto di acquisire anche Dar) darà un ulteriore apporto industriale.
Su Corriere Veneto Mestre
Fincantieri. L’Ad Pierroberto Folgiero: «Transizione digitale e sostenibilità ambientale centrali per l’industria pesante». Presto un piano per coinvolgere le pmi. «Saremo proprietari dei dati all’interno dei nostri sistemi di automazione».
Gianluca Lo Nostro sul Giornale
Si vende. Il ministro dell’Economia Giorgetti svela i piani su Poste Italiane: «Vendiamo il 29%, teniamo il controllo e risparmiamo 200 milioni di interessi all’anno». La quota del Mef nelle altre big quotate quali Eni (32,4%), Terna (29,8), Enel (23,6%) e Leonardo (30,2%), non consente grandi spazi di manovra se si vuole mantenere il controllo.
Marcello Zacchè sul Giornale
Giappone. Fallito il tentativo di Space One di mandare in orbita il primo satellite spia governativo. Il razzo Kairos ha preso fuoco pochi secondi dopo il decollo.
Su Italia Oggi
Lenti italiane. «Saranno gli italiani per primi a gridare se c’è vita nell’universo». L’auspicio arriva da Marco Tavani, presidente Inaf, astrofisico, che racconta come l’Italia sia leader mondiale nella costruzione di lenti ottiche adattive, utilizzate per realizzare il più grande telescopio del mondo. Si chiama Extremely Large Telescope (Elt), sta sorgendo in Cile nell’altopiano del deserto di Atacama, funzionerà dal 2028. E’ la più alta “commessa” ricevuta dall’Italia, che la fa da padrona tra i 16 Paesi europei coinvolti nell’impresa.
Andrea Camprincoli su Libero
Economia dei dati. I dati sono un nuovo fattore di produzione, la loro disponibilità diventa una leva di sistema per attrarre investimenti, sviluppare tecnologie e rinnovare la competitività delle imprese. Per favorirne la libera circolazione e stimolare la cooperazione occorrono standard aperti e infrastrutture interoperabili. Per garantirne lo sfruttamento e la monetizzazione vanno ribaditi e tutelati i diritti di proprietà intellettuale e garantiti i diritti personali, rimossi gli ostacoli alla portabilità e definiti contratti standardizzati che siano eseguibili in forma automatizzata per un accesso a condizioni eque da parte dei tutti gli utenti. Infine, devono essere identificati e accreditati i nuovi attori, gli intermediari del mercato.
Stefano Firpo sul Foglio
ECONOMIA
Tassi. «Se i dati in arrivo confermeranno lo scenario previsto nelle proiezioni di marzo, dovremmo essere pronti a ridimensionare rapidamente la nostra politica monetaria restrittiva». Lo ha detto Piero Cipollone, membro del consiglio esecutivo della Bce, nel suo intervento a Bruxelles alla casa dell’euro.
Beda Romano sul Sole
Borse. Le Borse europee hanno ormai raggiunto livelli record che non si vedevano dal 2008.E tra queste c’è anche Piazza Affari. Il rally è destinato a durare o siamo alla fine di un lungo ciclo rialzista? Gli analisti delle grandi banche d’affari sono (quasi) sempre ottimisti e in media continuano a innalzare i target degli indici di Borsa, sia in Europa che a Wall Street. Ma c’è chi ritiene che i picchi raggiunti dai mercati azionari rappresentino un buon momento per vendere e realizzare le plusvalenze.
Alessandro Graziani sul Sole
Tornano le fusioni Le grandi acquisizioni sono più che raddoppiate nel primo trimestre di quest’anno, segnalando una nascente ripresa delle fusioni e acquisizioni dopo una lunga siccità. Secondo i dati del London Stock Exchange Group, le operazioni per un valore di almeno un miliardo di dollari sono più che raddoppiate nel trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, trainate da grandi acquisizioni statunitensi nei settori energetico, tecnologico e finanziario.
Ivan Levingstone sul Financial Times
Crescita in Cina. Il presidente cinese Xi Jinping riceve in pompa magna i rappresentanti delle aziende americane per invitarle a tornare a investire: c’è bisogno di riportare nel Paese capitali, imprese e talenti decimati dai dazi e dalle regole sulla sicurezza nazionale. Tra gli esponenti di Corporate America presenti a Pechino i ceo di Blackstone, Qualcomm e FedEx.
Rita Fatiguso sul Sole
Superbonus. Frizioni nella maggioranza per la «stretta» sul Superbonus. Forza Italia chiede modifiche, perplessità anche da FdI e Lega. Il ministro Giorgetti ribadisce la necessità di tenere i conti in ordine.
Mario Sensini sul Corriere
200 miliardi. Il ministro dell’Economia non è disposto a mettere la firma su bilanci che intacchino la credibilità di un debitore da quasi tremila miliardi di euro. Quando sono usciti i dati dei crediti d’imposta immobiliari a carico dello Stato sui primi due mesi dell’anno, la situazione è apparsa totalmente fuori controllo. Giorgetti parla di «un Paese assuefatto» all’insieme dei bonus per ristrutturazioni delle case degli italiani dall’ottobre del 2020 a questo mese ha verosimilmente superato quota 200 miliardi di euro.
Federico Fubini sul Corriere
Costruttori. «In attesa del testo definitivo, la cosa che ci lascia davvero perplessi e preoccupati è la stretta sui bonus destinati alla ricostruzione legata al sisma. Per questo — annuncia Federica Brancaccio, presidente dell’Associazione costruttori edili — chiederemo una profonda riflessione al Governo e al Parlamento».
Andrea Ducci sul Corriere
Confindustria. La sfida per la presidenza. Antonio Gozzi non farà ricorso: i suoi sostenitori corteggiati con la promessa di una vicepresidenza. Nessuno ha la vittoria in tasca, anche perché la scelta di Gozzi di aprire una trattativa con i due rimasti in corsa tiene la situazione aperta.
Diego Longhin su Repubblica
Il Sud doppia il Nord. È di natura assistenziale il 48,6% delle prestazioni pensionistiche Inps nel 2023. Al Sud l’incidenza dei trattamenti di invalidità è di 77,4 assegni ogni mille residenti, il doppio rispetto al Nord.
Marco Rogari sul Sole
Cresce la povertà in Italia. La povertà ha raggiunto nuovi massimi in Italia. Secondo l’Istat, lo scorso anno 5,7 milioni di persone, ovvero il 9,8% della popolazione (anno precedente 9,7%), erano considerate povere secondo una definizione basata su criteri di povertà assoluta. In base al numero delle economie domestiche rientra nella categoria corrispondente l’8,5% delle economie domestiche (anno precedente 8,3%). L’Istat basa il suo calcolo su un livello di spesa misurato in euro. Dal 2014, anno in cui sono stati raccolti i dati di questa definizione, la povertà non è mai stata così diffusa, e prima non si registravano valori più elevati, come riporta anche l’Istat. L’inflazione ha avuto un ruolo nell’aumento della povertà lo scorso anno, ma non tanto quanto l’anno precedente. I bambini sono particolarmente colpiti. Le famiglie con almeno un figlio minorenne sono colpite dalla povertà per il 12%, ovvero 3,5 punti percentuali in più rispetto al dato complessivo delle famiglie. Secondo l’Istat, 1,3 milioni di bambini e giovani – ovvero il 14% di tutti i minori – sono considerati poveri. Le associazioni sociali lanciano l’allarme. Sono necessarie misure immediate come i pasti scolastici gratuiti e una strategia a lungo termine per promuovere le pari opportunità per tutti, ha affermato Daniela Fatarella, Direttore generale di Save the Children in Italia.
Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung
Rischio cibernetico. L’esponente del Consiglio di Vigilanza Bce: «Faremo lo stress test: le banche dovranno mostrare come risponderebbero di fronte a un attacco informatico che riesca a interrompere i servizi di base». «II numero di incidenti cibernetici segnalati nel settore bancario Ue è quasi raddoppiato nel 2023 rispetto al 2022».
Isabella Bufacchi sul Sole
Mps non scalda la Borsa. Il titolo cede l’1,34%. Il peso degli investitori internazionali nel collocamento del 12,5%. Ha risposto il mercato globale, con una vivace presenza di fondi dal Regno Unito, che da solo avrebbero sottoscritto il 51% dell’offerta, dagli Stati Uniti (34%), con gli italiani che hanno fatto la loro parte comprando il 10%.
Daniela Polizzi sul Corriere
Poste. La strada verso la privatizzazione parziale di Poste potrebbe conoscere più tappe, e «nelle prime fasi il governo potrebbe anche fermarsi al 51%, perché riteniamo che questa sia un’asticella soddisfacente rispetto al percorso». Nell’audizione di ieri alle commissioni riunite Bilancio e Trasporti di Camera e Senato, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha arricchito di dettagli la prospettiva della messa sul mercato delle quote pubbliche.
Gianni Trovati sul Sole
Ita. Ita Airways ha chiuso il 2023 con ricavi per 2,4 miliardi (da 1,5 nel 2022), un margine operativo lordo tornato positivo per 70 milioni e una perdita di 5 milioni (contro 486 milioni). Il break even è stato raggiunto con un anno di anticipo. «Sul lungo raggio siamo cresciuti in modo importante ma abbiamo 15 rotte e dire che sono problematiche otto di queste è per noi un numero importante. Quindi vogliamo far ridurre questo numero», ha detto il presidente di Ita, Antonino Turicchi.
Gianni Dragoni sul Sole
Fuori 3600 lavoratori. Stellantis prosegue la cura dimagrante e va verso un taglio complessivo dei dipendenti italiani attorno all’8%, quasi 1 su 10. Dopo gli oltre 2.500 esuberi concordati con i sindacati tra Torino, Cassino (non ancora però ufficiali) e Pratola Serra, ieri il numero di uscite volontarie negli impianti italiani del gruppo guidato da Carlos Tavares è aumentato ancora.
Andrea Boeris su Mf
Vizio di forma. «Ancora una volta un’opera fondamentale per Genova, per la Liguria ma anche per tutto il Paese viene contestata per un vizio di forma e non di sostanza»: con queste parole il presidente della Regione Liguria ha commentato la frenata imposta dall’Autorità anticorruzione alla diga di Genova; e liquida come una questione di pura forma i 7 articolati profili critici con cui l’ente ha contestato le procedure applicate per avviare in fretta la realizzazione dell’infrastruttura, a partire dalla mancata procedura di gara.
Raoul de Forcade sul Sole
POLITICA MONDO
Escalation. Quasi un quarto di secolo fa Vladimir Putin porgeva le condoglianze a George Bush per gli attacchi di Al Qaeda dell’11 settembre 2001 e sosteneva l’invasione americana dell’Afghanistan. Oggi il terrorismo che colpisce la Russia trova la comunità internazionale ricaduta nelle dinamiche della Guerra Fredda, l’Europa mobilitata in difesa e il regime di Putin che continua a strumentalizzare il massacro di settimana scorsa per puntare il dito contro l’Ucraina e la Nato.
Lorenzo Cremonesi sul Corriere
Tre fronti e escalation. Le accuse di Mosca all’Occidente preoccupano particolarmente i Paesi dell’Europa dell’Est. I tre baltici, ma anche la Polonia che confina con la Bielorussia del fedele Lukashenko e la Moldavia che ha la spina nel fianco della Transnistria, regione abitata da russi autoproclamatasi indipendente da quasi 35 anni.
Fabrizio Dragosei sul Corriere
Pista turca. Si faceva chiamare “Abdullokh”, “Servo di Dio”, Shamsidin Fariduni, il 25enne tagiko che gli investigatori russi considerano l’organizzatore dell’attacco terroristico alla Crocus City Hall rivendicato dall’Isis-K o Khorasan, ramo afgano del gruppo jihadista. Radio Svoboda e il progetto investigativo Sistema hanno rintracciato i suoi profili social, compreso l’account Telegram dove, secondo il suo interrogatorio, «circa un mese fa» sarebbe stato contattato da un «assistente del predicatore» che gli avrebbe offerto 500mila rubli, circa 5mila euro, per compiere l’attentato. Intanto Lukashenko smentisce il Cremlino: “I sospetti erano diretti in Bielorussia”.
Rosalba Castelletti su Repubblica
Macellaio. “Quello che l’Amministrazione Biden continua a ripetere è che difenderemo ogni centimetro di territorio della Nato. Se un Paese della Nato stesse per essere attaccato di certo non ci staremmo a pensare: lo difenderemo”, dice Sabrina Singh, portavoce del Pentagono. Zelensky: “Non c’è una spiegazione razionale per cui i missili Patriot non stiano già proteggendo i nostri cieli”.
Daniele Raineri su Repubblica
Lo scudo di Biden. La Casa Bianca ribadisce: difenderemo ogni centimetro dell’Alleanza atlantica. Blinken in arrivo a Bruxelles. Il presidente: “Più risorse contro il macellaio Putin”. Pressioni sui deputati repubblicani perché sblocchino i 60 miliardi di aiuti a Kiev.
Alberto Simoni sulla Stampa
Fronte est. Al centro del dispositivo ci sarà un gruppo tattico multinazionale guidato da Londra. Truppe terrestri, aeree, forze speciali si addestrano e si spostano a ridosso della zona calda. L’obiettivo è avere “forze di punta” in grado di aprire la strada a quelle regolari.
Francesco Semprini sulla Stampa
Dateci gli F16. Le bombe plananti distruggono intere palazzine, tre morti e oltre trenta feriti in tutto il Paese. Il Cremlino insiste nelle accuse a Kiev per il massacro di Mosca ma ci sono spaccature interne.
Giuseppe Agliastro sulla Stampa
Xi Mediatore. Xi Jinping ha inviato le sue “più sentite condoglianze” a Vladimir Putin il giorno dopo l’attacco terroristico a Mosca, in sintonia con le cancellerie occidentali. Il Presidente cinese serra i ranghi con la sua “vecchia amica” Russia nella vicenda, ma Pechino si guarda bene dall’avallare le accuse del Cremlino all’Ucraina di essere responsabile dell’attentato rivendicato dall’organizzazione dello Stato Islamico. La stampa ufficiale dà prova di grande cautela, riportando anche le ferme smentite di Kiev, senza schierarsi nella disputa. È un modo per riaffermare una facciata di neutralità, in un momento in cui la Cina sta affinando il suo profilo come potenziale mediatore nel conflitto russo-ucraino, invitandosi al tavolo di possibili negoziati di pace.
Sebastien Falletti sul Figaro
Libano. Mentre gli occhi del mondo sono concentrati sulla possibilità di un intervento militare israeliano a Rafah, nella Striscia di Gaza, dove i morti palestinesi sono giù più di 32mila, e sulla sorte di oltre 130 israeliani rapiti quasi sei mesi fa durante l’attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre, c’è un altro fronte in cui la crisi si sta rapidamente acuendo: il confine Nord con il Libano. Oggi Giorgia Meloni in missione nelle zone colpite ieri dai raid.
Paolo Brera su Repubblica
Israele. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ci ha ripensato. Furioso per la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza che da lunedì chiede il «cessate il fuoco» a Gaza, aveva richiamato una delegazione inviata in America per discutere il piano di conquista di Rafah. Ieri è tornato sulla decisione e ha autorizzato di nuovo l’incontro. «Li ho richiamati per lanciare un messaggio ad Hamas – ha spiegato -. Leggendo la risoluzione i terroristi avranno pensato che la pressione internazionale su Israele potesse fermare la guerra o la ricerca degli ostaggi. Volevo far capire loro che si sbagliano. Noi andremo avanti, anche da soli».
Andrea Nicastro sul Corriere
POLITICA ITALIA
Assalto alle toghe. I test piscoattitudinali chiesti per i magistrati dalla Destra scatenano una vasta opposizione, dal centro sinistra ai giudici stessi. L’associazione nazionale magistrati afferma che è un messaggio contro di loro e il procuratore Gratteri provoca chiede esami antialcol e droga anche per i ministri. Il Guardasigilli Nordio non si fa trovare impreparato e ribatte: “Io li ho già fatti”. E insiste sulla separazione delle carriere tra giudici e pm con l’obiettivo di mettere la pubblica accusa sotto il governo. Continua intanto lo scontro sulla scuola di Pioltello, in Lombardia, chiusa per il Ramadan. Il vicepremier Salvini polemizza con il presidente Mattarella: “Lo stop per il Ramadan è un arretramento”.
Liana Milella su repubblica
Il Csm farà le regole. Le regole per i test psicoattitudinali dei magistrati le scriverà il Csm. Norme che entreranno in vigore tra due anni. Al momento quindi questa riforma è ritenuta una “scatola vuota”. Sulla base di questi presupposti, nella consapevolezza che la vera partita non si gioca adesso, il Quirinale firmerà il decreto legislativo approvato martedì sera dal Consiglio dei ministri. Testo finale modificato rispetto alla bozza anche grazie alla vigilanza del Colle.
Concetto Vecchio su Repubblica
Test anche ai politici. Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, a proposito dei test psico-attitudinali per i magistrati dice: “Io sono pronto a qualsiasi test. Ma facciamoli a tutti, anche a chi governa. E mettiamoci anche alcol e droga”. La replica al ministro della Giustizia: “La pagella del magistrato mi preoccupa, non si valuta così il lavoro”.
Francesco Grignetti sulla Stampa
Forza Italia sorpassa la Lega. Da questo periodo segnato dalle elezioni regionali e dalle tensioni negli atenei, con le manganellate a Pisa, l’esecutivo e la premier escono in parte rafforzati. L’indicatore di approvazione per il governo è oggi al 47% (un punto sopra il febbraio scorso, 3 punti in più rispetto al momento peggiore di questi mesi), con il 43% degli italiani che ne valuta positivamente l’operato e il 48% che dà invece valutazioni negative. FdI sale di mezzo punto ed ora è al 27,596, il Pd cresce al 20,5 mentre FI tocca l’8,7 e supera la Lega, all’8. Il M5S scende al 16,1. Cresce l’astensionismo.
Nando Pagnoncelli sul Corriere
Candidature. La leader vuole aprire le liste europee a nomi esterni al partito. La scelta delude le ambizioni di molti e fa fibrillare la sua maggioranza. La resa dei conti nella Direzione prevista a metà aprile. “A giugno ci sono le preferenze. Chi ha lavorato bene troverà i voti”.
Francesca Schianchi sulla Stampa
Draghi. Lo scenario Draghi alla Commissione Ue agita il centrodestra. Due i veti di Salvini. L’ex Bce sostenuto dall’Eliseo. Meloni non si esprime ma Fdi si confronta. II leghista: «No a Macron e socialisti».
Adalberto Signore sul Giornale
Salvini contro Mattarella. Matteo Salvini sul caso della scuola di Pioltello. A Porta a porta, su RaiUno, il vicepresidente del Consiglio definisce “un arretramento” la chiusura dell’istituto comprensivo per la fine del Ramadan e propone una quota massima “di un 20 per cento” di bambini stranieri all’interno di una classe. L’ira del Pd: “La premier spieghi”.
Corrado Zunino su Repubblica
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