LEONARDO
Elicotteri dall’Arabia al Texas. Leonardo ha annunciato contratti di vendita di 34 elicotteri e accordi non vincolanti per la vendita di altri 180 con 4 clienti, al salone Heli-Hexpo di Anaheim. Il valore dei contratti e degli impegni non è stato reso noto. C’è un ordine di vendita di 20 Aw139 con Thc, oltre a un accordo quadro pluriennale per oltre 130 velivoli. «Il contratto per 20 Aw139 – spiega una nota della società – mira primariamente al rafforzamento della flotta impiegata nei servizi di assistenza sanitaria e ricerca e soccorso in Arabia Saudita». Gian Piero Cutillo, capo della divisione Leonardo Helicopters: «Siamo orgogliosi di questo piano di crescita sostanziale della flotta elicotteristica di Thc basata sulla nostra tecnologia. Le nostre piattaforme allo stato dell’arte supporteranno il loro programma di espansione con importanti missioni di soccorso e trasporto per le comunità servite dall’operatore». Con Bristow Group annunciato un accordo quadro con ordini fermi per 10 Aw189 e opzioni per ulteriori 10 elicotteri. Con Metro Aviation un accordo di distribuzione per il monomotore di nuova generazione Awo9 e un impegno di acquisto per 30 velivoli che si tradurrà in contratti preliminari. Cutillo: «Siamo lieti di compiere quest’ulteriore passo in avanti nella collaborazione con Metro che apre la strada all’introduzione del nostro nuovo monomotore nell’importante mercato nordamericano». Infine è stata esteso la collaborazione con Sloane: contratti preliminari per 9 monomotore Awo9 e nuovi ordini per 2 bimotore leggeri Aw1o9 GrandNew e 2 Aw1o9 Trekker. Oggi il cda del gruppo guidato da Roberto Cingolani esaminerà il preconsuntivo con i risultati 2023. Le azioni ieri hanno chiuso a 19,64 euro (+0,67%).
Sul Sole
Elicotteri. Se il primo giorno dell’HAI Heli-Expo di Anaheim (California) è stato dominato da Airbus Helicopters, il secondo giorno ha visto protagonista Leonardo Helicopters, che ha firmato diversi contratti importanti. A partire da un contratto con THC per la vendita di 20 elicotteri bimotore AW139 e un accordo quadro pluriennale per la fornitura di oltre 130 elicotteri di vari modelli (AW109, AW169, AW139 e AW189K). Secondo il comunicato stampa, Leonardo prevede l’ordine di un primo lotto nella prima metà di quest’anno, con consegne a THC previste in un periodo di 5-7 anni. “Le nostre piattaforme all’avanguardia sosterranno il loro programma di crescita delle capacità di servizio con missioni chiave come quelle di ricerca e soccorso oltre che di trasporto”, ha dichiarato Gian Piero Cutillo, al vertice di Leonardo Helicopters.
Michel Cabirol sulla Teibune
Elicotteri. Leonardo e Bristow hanno siglato un accordo con ordini fermi per 10 elicotteri Aw189 e opzioni per ulteriori 10 unità. Lo rende noto il gruppo spiegando che l’intesa è a supporto di un piano di espansione flotta per il periodo 2025-2028.
Sul QN
Elicotteri. Leonardo sigla accordi per i suoi elicotteri. Quello con Metro Aviation consentirà la distribuzione dell’Aw09 negli Usa, con l’acquisto di 30 unità. Ottenuto anche un ordine per 20 mezzi e un accordo per altri 130 AW139 con la saudita The Helicopter Company. Rafforzata poi la partnership con la britannica Sloane.
Sul Messaggero
Von der Leyen spinge la Difesa. Al centro della strategia sulla difesa in Ue deve esserci un semplice principio: spendere di più e meglio. La presidente Ue: priorità agli appalti congiunti seguendo il modello già adottato nel caso di gas e vaccini. Il sentiment sul settore della difesa è positivo e la probabilità che si verifichino nuove aggregazioni, jv e alleanze in Ue non e mai stata così elevata. Così il titolo Leonardo è salito dello 0,67% a 19,64 euro, complice il rafforzamento della collaborazione con Sloane sul mercato elicotteristico civile in Uk e in Irlanda: è prevista la firma di contratti preliminari per 9 monomotori di nuova generazione AW09 e nuovi ordini per 2 bimotori leggeri AW109 GrandNew e due AW 109 Trekker. Equita ha alzato il tp a 19 euro (buy) grazie al rally di Drs a Wall Street post conti 2023. Oggi quelli di Leonardo.
Francesca Gerosa su Mf
Spendere di più. In un discorso davanti al Parlamento europeo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha tratteggiato a grandi linee un atteso pacchetto che prevede, tra le altre cose, la nascita di progetti d’interesse comune in campo militare. «L’Europa deve spendere di più, spendere meglio, spendere europeo», ha affermato. «I rischi di guerra non vanno sopravvalutati, ma devono trovarci preparati». Prende così lentamente forma la strategia industriale con cui l’Ue intende incentivare il riarmo dei Paesi membri, in un contesto internazionale che suscita grande preoccupazione.
Beda Romano sul Sole
Ursula rubacchia idee sulla Difesa. Ursula von der Leyen ieri ha indossato i vecchi panni di ministro della Difesa per presentare la sua visione della politica di sicurezza dell’Ue di fronte alla guerra in Ucraina e il rischio di ritorno di Trump alla Casa Bianca. L’Ue deve “urgentemente ricostruire e modernizzare le forze annate” con un “turbo cambiamento nella capacità industriale della difesa nei prossimi 5 anni”, “come abbiamo fatto con grande successo con i vaccini o il gas naturale”. Quanto all’Ucraina a corto di munizioni, si possono usare le riserve della Banca centrale russa per comprarli? “Non potrebbe esserci simbolo più forte e utilizzo migliore di quei soldi che rendere l’Ucraina e tutta l’Europa un posto più sicuro in cui vivere”, ha detto la presidente della Commissione. Che ha saccheggiato idee altrui per mettersi sotto i riflettori, anche se dietro le quinte frena sulle proposte più ambiziose.
David Carretta sul Foglio
Russia pronta a usare il nucleare. Torna lo spettro atomico. Il Financial Times ha rivelato il contenuto di documenti militari riservati che illustrano la dottrina di Mosca in relazione all’uso di armi nucleari tattiche e che fissano i criteri minimi per il loro utilizzo che vede l’Ucraina campo di prova di nuovi e vecchi armamenti: dagli Himars ai carri armati Leopard degli alleati fino al missile ipersonico russo.
Giuseppe Agliastro sulla Stampa
Svelati i file sulle armi tattiche. Le forze armate di Putin hanno provato a usare armi nucleari tattiche nelle prime fasi di un conflitto con una grande potenza mondiale, secondo i documenti militari russi trapelati che includono scenari di addestramento per un’invasione da parte della Cina. I documenti classificati, visionati dal Financial Times, descrivono una soglia per l’uso di armi nucleari tattiche che è più bassa di quanto la Russia abbia mai ammesso pubblicamente, secondo gli esperti che hanno esaminato e verificato i documenti. La cache consiste in 29 file militari russi segreti redatti tra il 2008 e il 2014.
Max Seddom sul Financial Times
Transnistria. Sale la tensione in Transnistria, dove il Congresso locale ha chiesto alla Duma russa di «implementare misure per difendere» la regione separatista e filorussa della Moldavia dalla «crescente pressione» del governo filooccidentale di Chisinau. Nella regione, che confina con l’Ucraina, vivono secondo gli stessi parlamentari 220 mila cittadini russi e sono già di stanza circa 1.500 soldati dell’Armata, ufficialmente inviati in missione di pace. Mosca ha risposto che la «protezione» degli interessi dei suoi «compatrioti» è una «priorità», mentre per il governo moldavo si tratta «di pura propaganda».
Fabrizio Dragosei sul Corriere
Mar Rosso. Mentre la fregata tedesca Hessen respinge per la prima volta un attacco delle milizie Houti nello Yemen, la missione Aspides attende l’aiuto dell’Italia. Francia e Germania sono già sul campo e il nostro Paese è ancora fermo in attesa dell’autorizzazione parlamentare. Un ritardo che inizia a preoccupare Bruxelles e i vertici Nato. Il decreto sulle missioni all’estero, con l’integrazione per Aspides, è stato approvato in Cdm solo lunedì scorso: «Motivi tecnici, legati anche alla malattia del ministro della Difesa Guido Crosetto, il problema è che il Parlamento lo ha calendarizzato solo per martedì prossimo nelle commissioni di merito di Senato e Camera», dicono dal governo. Ma fonti parlamentari della maggioranza rimandano al mittente le accuse di ritardi: «Il governo pensava di non dover chiedere il parere nelle commissioni e andare direttamente in aula».
Antonio Fraschilla su Repubblica
Asset russi al G7. A San Paolo del Brasile il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presieduto ieri la prima giornata del G7 dei ministri delle Finanze a guida italiana e al centro dell’incontro c’è stato il supporto all’Ucraina. Con lui anche il governatore di Bankitalia Fabio Panetta che assieme agli altri ministri ha affrontato la questione dell’uso degli asset russi congelati in Occidente. Nella riunione, con il ministro ucraino Serhiy Marchenko in collegamento, è stata condivisa “la necessità di dotare l’iniziativa di una solida base legale conforme al diritto internazionale”.
Claudia Voltattorni sul Corriere
Guerra spaziale. Distruggere gli apparati in orbita delle potenze avversarie avrebbe un effetto diffuso. Più credibile l’utilizzo di laser o tecnologie di disturbo. Tra gli oggetti più enigmatici ci sono due aerei spaziali robotici per lunghe missioni che trasportano carichi. I privati invadono anche lo spazio miliare. Ma come si schiererebbe Musk in una contesa tra Cina e Taiwan?
Leopoldo Benacchio sul Sole
Cresce il Pil Difesa. Gli Usa ripianano le riserve e aggiornano l’arsenale nucleare. Ora l’Italia deve partecipare al riarmo per rilanciare il Pil. Guardando gli andamenti di Borsa dopo febbraio 2022 (data dell’invasione russa dell’Ucraina), si nota che aziende tedesche come Rheinmetall hanno guadagnato il 400%, altre molto meno. Leonardo è cresciuta molto ma vale ancora circa 20 euro e ha enormi margini di crescita. Per non parlare di Fincantieri. Se l’industria della Difesa cresce, si porta dietro Pil, posti di lavoro e nuova tecnologia che le aziende civili potranno con il tempo usare a prezzi molto più accessibili. Non possiamo perdere questa partita e quindi dobbiamo fare in modo che la prossima Commissione (che si formerà dopo le Europee di giugno) accetti un forte contributo politico, soprattutto nella distribuzione delle poltrone che contano.
Claudio Antonelli sulla Verità
*Borsa tedesca. Con la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, la Germania cambia la sua politica di difesa. Un segno visibile di ciò è il fondo speciale del governo federale di 100 miliardi di euro, destinato a migliorare l’equipaggiamento della Bundeswehr. Questa svolta invocata dal cancelliere Olaf Scholz si riflette anche sui mercati azionari, spiega Christian Henke, analista del broker IG: “Per molto tempo i titoli della difesa sono stati mal considerati, soprattutto da parte degli investitori istituzionali orientati ai criteri ESG. Ma con l’inizio del la guerra in Ucraina nel febbraio 2022 “Le cose sono cambiate”. Le azioni delle società della difesa sono ora tra i maggiori vincitori in borsa. Anche le prospettive sono giuste: gli analisti consigliano di acquistare anche a prezzi elevati. Tre aziende europee sono particolarmente al centro dell’attenzione.
Dirk Wohleb su Handelsblatt
Mille miliardi in due anni. Lo scoppio della guerra in Ucraina nel 2022 e in Palestina nel 2023 ha fatto salire alle stelle il valore delle azioni delle imprese produttrici di armi. Tra i 10 titoli mondiali da oltre 10 miliardi di capitalizzazione che hanno registrato i maggiori progressi da inizio 2024 ci sono Rheinmetall e Kongsberg: entrambi i titoli hanno guadagnato oltre il 40% quest’anno. Non sono molto distanti Leonardo (+27%) e Saab (+30%). La maggior parte dei fondi finanziari esclude soltanto le armi “controverse” cioè le mine antiuomo, le bombe a grappolo, le armi chimiche e biologiche. In due anni investiti quasi mille miliardi di dollari in armamenti; per gli ordigni impiegato il 2,2% del Pil mondiale. Le banche, come tutto il settore finanziario, tra il 2020 e il 2022, hanno sostenuto l’industria della difesa con almeno 1000 miliardi di dollari, cifra probabilmente sottostimata in quanto non esiste un database ufficiale che raccolga tutti gli investimenti nel settore degli armamenti.
Ilaria Solaini su Avvenire
Crosetto sgonfia il patto con Kiev. Non ci saranno soldati italiani sul suolo ucraino per fare la guerra assieme all’esercito di Kiev. Per chi temeva un impegno del nostro Paese nel conflitto simile a quello che nei giorni scorsi aveva prefigurato il presidente francese Emmanuel Macron, che non aveva escluso l’invio di truppe di terra Ue per combattere i russi, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto chiarezza nel question time di ieri pomeriggio alla Camera. Al centro del chiarimento, l’accordo bilaterale siglato nei giorni scorsi, che aveva destato qualche preoccupazione circa i reali impegni che l’Italia stava stringendo, senza però un vaglio del Parlamento.
Mauro Bazzucchi sulla Verità
L’Ue non ha i proiettili che chiede l’Ucraina. “La Russia sta avanzando su tutti i fronti, mentre gli ucraini sono in ritirata. Non si sa se sia l’anticipazione di una vittoria completa, ma Mosca manifesta una superiorità di mezzi, truppe meglio addestrate, una potenza di fuoco di 4-5 volte superiore a quella dei rivali che sono in grande difficoltà militare”. Eppure per Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, “se i Paesi Nato avessero la possibilità di inviare un qualche reparto a combattere, questo tipo di guerra richiederebbe una disponibilità tale di uomini e di armi che nessuno potrebbe sostenerla per un tempo prolungato senza finire artiglieria, munizioni e mezzi”.
Alessia Grossi intervista Gianandrea Gaiani sul Fatto
Cloud nazionale ridimensionato. L’avvio dell’era in cloud della Pa italiana è stato celere, ma sul passaggio a regime c’è già una frenata. La 4° relazione del governo sull’attuazione del Pnrr rivela il ridimensionamento dell’obiettivo fissato a settembre 2024, che per le 100 amministrazioni coinvolte non prevede più la migrazione completa dei servizi: basterà averne trasferito anche uno solo al Polo strategico nazionale. Il cambio di rotta, ufficialmente motivato con una semplificazione del progetto, cela una difficoltà obiettiva rispetto alle ambizioni iniziali. Eppure anche il piano triennale per l’informatica nella Pa, da poco pubblicato dall’Agenzia per l’Italia digitale, dedica un ambizioso capitolo alla gestione dei dati in modalità cloud. Il Polo strategico nazionale è l’infrastruttura affidata con gara del Pnrr alla cordata Tim-Cdp equity-Leonardo-Sogei destinata a ospitare con garanzie ad alta affidabilità in cloud i dati delle Pa centrali, delle Asl e delle principali amministrazioni locali.
Carmine Fotina sul Sole
Un podcast per la cybersecurity. Il National Security Hub, osservatorio della società di corporate relations Core, ha lanciato ieri il suo primo podcast tematico «Sicurezza nazionale alla prova dell’intelligenza artificiale». Gli ascoltatori troveranno nel corso del podcast i contributi degli esperti dell’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza nazionale e dell’Arma dei Carabinieri, ma anche di Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo, Daniele Ali di Fincantieri, Francesco Morelli di Fs, del direttore dell’Acn Bruno Frattasi, del generale Antonio Mancazzo della Guardia di Finanza, della senatrice Stefania Craxi e di Matteo Macina di Cyber Security Italy Foundation.
Gianluca Lo Nostro sul Giornale
Cyber guerra. Alcune società italiane potrebbero decidere di fare causa alle più importanti aziende della Silicon Valley: Google e Meta. I due gruppi nelle scorse settimane hanno pubblicato, in momenti diversi ma ravvicinati, documenti in cui puntano il dito contro alcune aziende, di cui 5 italiane, accusate in sostanza di aver bucato smartphone per carpire informazioni. Accuse tutte respinte.
Valeria Pacelli sul Fatto
Mille telecamere. Bando da 94 milioni sulla vigilanza privata nelle stazioni. Importo maggiore rispetto al passato per garantire i controlli. Intanto sono aumentati scippi e borseggi: +30% in un anno. Solo pochi giorni fa è stata affidata a Leonardo Spa, per 9 milioni, la gara «Smart Police Support» che prevede l’installazione di altre mille telecamere in città oltre all’allestimento di una nuova sala operativa hi-tech per i vigili urbani. Anche questa dovrà essere pronta per il 2025, nell’auspicio che insieme ai controlli di polizia di Stato, polizia locale e carabinieri, basti a tener lontani dai mezzi pubblici gli agguerriti gruppi di ladri di portafogli che non sembrano farsi scoraggiare da denunce e arresti.
Mar. Zan. sul Tempo
ECONOMIA
Berlino e Roma fanno saltare la legge sulle filiere. La Germania e l’Italia hanno silurato una legge dell’UE che impone alle aziende la responsabilità per presunte violazioni dei diritti umani nella loro catena di approvvigionamento, come ad esempio nella regione cinese dello Xinjiang. In una riunione degli ambasciatori dell’UE, ieri, non è stato possibile stabilire una maggioranza per la legge, che era stata concordata, a causa delle obiezioni dell’ultimo minuto di Berlino e Roma, che temevano che la nuova legislazione avrebbe danneggiato la loro base industriale.
Patricia Nilssonn sul Financial Times
I controlli di Bruxelles per il Pnrr. Controlli documentali e controlli in cantiere. E verifiche di almeno quattro istituzioni comunitarie oltre ai normali organi di verifica nazionali. Sul tavolo per gli accertamenti i superbonus e gli interventi con i fondi del Pnrr. Nel 2023 con questo processo sono stati rendicontati all’Enea oltre 60mila interventi che corrispondono a circa 200mila appartamenti e che assicurano un valore cumulato di superficie ristrutturata superiore a 17,5 milioni di metri quadrati.
Giuseppe Latour sul Sole
L’allarme dei servizi sui settori strategici. Viviamo una «competizione globale sempre più accesa», spiega la direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Elisabetta Belloni, introducendo la relazione annuale sulla sicurezza. «Aumentano i conflitti con compromissione delle parità a livello globale». In questo contesto «nel 2024 sono 76 i Paesi al voto e ci sono rischi di interferenze e condizionamenti dei processi di voto attraverso la minaccia ibrida».
Manuela Perrone sul Sole
Sequestro Tim. Il gip di Milano ha sequestrato 248 milioni a Tim, e 16 ad altre due società della filiera dei servizi aggiuntivi per telefonini. L’accusa è che gli utenti fossero ignari delle attivazioni fraudolente di servizi da loro mai davvero richiesti. Nel mirino gli anni 2017-19. L’azienda: già rimborsati i clienti che hanno segnalato. I pm: non è così.
Luigi Ferrarella sul Corriere
Fastweb si mangia Vodafone. Trattativa in fase avanzata per la cessione a Swisscom delle attività italiane del gruppo britannico. Valutazione inferiore, ma in contanti e con acquisizione tout court: così l’offerta batte quella di Iliad. La lettera dell’Ad Della Valle ai dipendenti: “E’ la soluzione migliore per il futuro”.
Francesco Spini sulla Stampa
I cinesi in Italia per l’auto. Sono tre i gruppi cinesi dell’auto interessati ad aprire una fabbrica in Italia, oltre ad un’ipotesi Tesla che riprende corpo dopo l’esito del referendum che ha bocciato l’ampliamento dello stabilimento della casa fondata da Elon Musk in Germania. A indicarlo in commissione Attività produttive alla Camera, nel giorno in cui Apple dice addio allo sviluppo di un’auto elettrica, è stato il ministro delle imprese e Made in Italy, Adolfo Urso.
Diego Longhin su Repubblica
POLITICA ITALIA
Allarme servizi. La direttrice Belloni: «Nel 2024 andranno al voto 76 nazioni, ci sono rischi di interferenze». La relazione annuale dei Servizi punta l’attenzione sulle minacce ibride.
Rinaldo Frignani sul Corriere
Attacco a Mattarella. La premier Meloni critica il monito del Colle: pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la vita. Volante aggredita a Torino: solidarietà del Quirinale.
Concetto Vecchio su Repubblica
Centrodestra. Il 10 marzo nuovo appuntamento con il voto regionale: toccherà all’Abruzzo. Poi sarà la volta tra aprile e il 2025 di Basilicata, Piemonte, Umbria, Veneto e Campania. Il centrodestra annuncia che candiderà i 3 presidenti uscenti.
Marco Cremonesi sul Corriere
Vada via o lo cacciamo. Nei bar, fuori dai capannoni e nei piccoli Comuni del Veneto profondo, si materializza la rivolta contro il leader, ridotto sotto il 4% dal voto in Sardegna. Il Carroccio qui non mugugna più, come dopo il sorpasso shock da parte di FdI alle politiche. Il popolo venetista con il mito dei Serenissimi, per la prima volta, alza il tiro e anche la voce contro Salvini.
Giampaolo Visetti su Repubblica
Un’Opa su Salvini. Un’Opa del Veneto sulla Lega in vista del voto del Senato sul terzo mandato per i governatori (e i sindaci delle grandi città) e le Europee sta agitando più di un sonno. L’ala vicina a Zaia alla carica su terzo mandato e corsa solitaria. Sulle Europee bordata al segretario: “Se prendiamo meno di Fratelli d’Italia sappiamo chi è il responsabile”.
Laura Berlinghieri sulla Stampa
Campo largo in Abruzzo. Presenza in forze dei leader del centrosinistra a sostegno di D’Amico che sfida il meloniano Marsilio, ma nessuna iniziativa comune per non replicare la sfortunata “foto di Vasto”. Messaggio di Bonaccini al M5S: “Al Nord l’alleanza giallorossa non basta”.
Giovanna Vitale su Repubblica
Vannacci sospeso. Il ministero della Difesa ha sospeso il generale Roberto Vannacci per undici mesi. Il suo libro, uscito pochi mesi fa, «ha compromesso il prestigio e la reputazione delle forze armate». È scontro nel governo.
Fulvio Fiano sul Corriere
Io razzista? Sono allibito. Intervista al generale punito dall’esercito per il suo libro e accusato di istigazione all’odio: «Farò ricorso, non hanno capito ciò che ho scritto. Manca pochissimo a sciogliere la riserva sulla candidatura con la Lega». Il generale si dice sereno e respinge le accuse di razzismo.
Francesco Borgonovo sulla Verità
Salvare vite non è illegale. La Iuventa deve tornare in mare a salvare vite. E il suo equipaggio non ha mai commesso reati ma ha solo fatto buone azioni. Lo ha detto la Procura di Trapani chiedendo il “non luogo a procedere” nei confronti di alcuni membri dell’equipaggio della Ong tedesca che da sette anni è bloccata per decisione della magistratura.
Piero Sansonetti sull’Unità
Ungheria contro Italia. Caso Salis, scontro istituzionale tra Ungheria e Italia. Budapest attacca: «Da Roma ingerenze sorprendenti». II ministro Tajani replica invitando le autorità ungheresi a tutelare i diritti.
Marco Galluzzo sul Corriere
POLITICA MONDO
Macron insiste. Mentre i commenti del presidente francese sull’invio di soldati occidentali in Ucraina hanno suscitato un ampio rifiuto tra gli alleati, l’Eliseo si difende sottolineando la preoccupazione di ripristinare una forma di “ambiguità strategica” nei confronti di Mosca.
Jean Baptiste Chastard su Le Monde
Le primarie di Biden. Mitch McConnell, 82 anni compiuti la scorsa settimana, il più longevo leader del Senato della storia, ha detto che è tempo «per una nuova generazione di avere la leadership». In novembre non si candiderà alla guida dei repubblicani che auspica siano maggioranza a Capitol Hill. L’annuncio è arrivato inatteso dall’aula del Senato, in una Washington ancora intenta a digerire i risultati elettorali delle primarie in Michigan, a mettere ordine nella deposizione, di fronte alla Commissione Giustizia della Camera, di Hunter Biden e curiosa di sapere l’esito degli esami medici di routine cui ieri si è sottoposto il presidente al Walter Reed Hospital del Maryland.
Alberto Simoni sulla Stampa
Resta al suo posto il capo delle forze armate. Il capo delle forze armate resterà in carica per un altro anno dopo essere emerso come un attore chiave nell’aiutare l’Ucraina con i suoi piani di battaglia. L’ammiraglio Sir Tony Radakin, 58 anni, sarebbe dovuto andare in pensione il prossimo novembre dopo tre anni di servizio come capo dello Stato Maggiore della Difesa. Tuttavia, gli è stato chiesto di rimanere fino all’autunno del prossimo anno da Rishi Sunak. A quanto risulta, questa richiesta è stata approvata dal Re.
Larisa Brown sul Times
I timori di Macron fanno cambiare idea su Putin. In meno di due anni, il Presidente francese Emmanuel Macron si è trasformato da aspirante pacificatore con Vladimir Putin a una delle voci europee più critiche nei confronti della Russia e della minaccia generazionale che essa rappresenta per la sicurezza della regione. Lunedì ha infranto un tabù rifiutando di escludere l’invio di truppe di terra in Ucraina, sorprendendo i leader dell’UE e Mosca. Altre capitali europee si sono affrettate a smentire il suo suggerimento. Ma non si è trattato di un’altra gaffe di politica estera. “Faremo tutto il necessario per assicurarci che la Russia non vinca questa guerra”, ha dichiarato dopo aver ospitato una conferenza di sostenitori dell’Ucraina a Parigi.
Leila Abboud sul financial Times
Transnistria. Per ora la seconda guerra della Russia per strappare un territorio a una sua ex colonia si ferma sulla soglia. Il congresso dei deputati della Transnistria, l’entità filorussa non riconosciuta della Moldova, non ha chiesto ieri di passare immediatamente sotto la mano del Cremlino, come davano per certo molti esponenti locali e alcuni osservatori internazionali. L’assemblea – convocata per la prima volta in 17 anni – ha chiesto a Mosca un “aiuto” non meglio precisato. La palla passa nel campo russo e una fonte anonima del ministero degli Esteri dichiara che la «difesa dei compatrioti della Transnistria è una delle priorità».
Anna Zafesova sulla Stampa
Navalnaya commuove l’Ue. La presidente della Commissione Ue von der Leyen ha proposto di utilizzare per acquistare armi per Kiev gli interessi accumulati sui 200 miliardi di dollari circa di asset russi congelati con le sanzioni. A gennaio gli Stati membri avevano approvato lo spostamento dei profitti su un conto separato da quello dei miliardi confiscati. Yulia Navalnaya ha annunciato nell’aula del Parlamento europeo a Strasburgo che i funerali del marito si terranno domani in una chiesa alla periferia sud di Mosca, vicino alla casa dove la coppia abitava.
Fabrizio Dragosei sul Corriere
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