LEONARDO
*Difesa Europea.* Il ministro della Difesa Guido Crosetto ribadisce la necessità di una difesa comune europea e parla della necessità di un’organizzazione difensiva europea coordinata e modernizzata in vista di un possibile minor impegno degli Stati Uniti. Sottolinea l’importanza del sostegno all’Ucraina per prevenire l’espansione del conflitto e difende la decisione del presidente Meloni di mantenere l’impegno preso a livello del G7. Il ministro parla anche delle regole e della disciplina militare alla luce del caso Vannacci, ribadendo che i militari devono attenersi a standard diversi da quelli civili e insiste sulla conformità alle regole militari.
Paola Di Caro sul Corriere
Acquisti comuni. L’Unione Europea intende svelare martedì un nuovo piano per potenziare l’industria europea della Difesa in risposta alla prolungata minaccia della guerra in Ucraina, con l’obiettivo di coordinare gli acquisti congiunti di armamenti e aumentare gli investimenti per rafforzare la produzione, per un valore di almeno 1,5 miliardi di euro fino al 2027. Nonostante la discussione sugli eurobond per la difesa come proposto da Macron e Kallas sia stata esclusa dalla bozza dell’accordo a causa dell’opposizione di paesi come la Germania, l’UE mira a rendere autonoma la sua base industriale e tecnologica per migliorare la propria sicurezza e prepararsi a fronteggiare le minacce. Il piano punta a rivoluzionare l’attuale tendenza di affidarsi a fornitori esterni per le attrezzature militari, spingendo verso il “Buy European” e considerando la possibilità di creare un fondo da 100 miliardi di euro per la Difesa sul modello del Recovery Fund, nonostante le riserve di Berlino sull’emissione di nuovo debito comune.
Anais Ginori su Repubblica
Più armi in comune. La Commissione Europea ha proposto un aumento del finanziamento per la difesa comune dell’UE, con un programma di acquisti congiunti di armi e incentivi per l’industria militare europea, simile alla strategia utilizzata per i vaccini anti-Covid e la risposta alla crisi energetica. L’obiettivo è incrementare la produzione di armamenti all’interno dell’UE e ridurre la dipendenza da fornitori esterni come gli USA, puntando a coprire il 50% del mercato della difesa entro il 2035, con la Francia di Macron che spinge forte in questa direzione. Nonostante l’idea di finanziare questi piani attraverso Eurobond sia supportata da alcuni Stati membri, la Germania e la presidente della Commissione si oppongono, limitando le opzioni di finanziamento e si definisce una strategia per migliorare la capacità industriale di difesa dell’UE nei prossimi anni, includendo l’aumento della produzione di munizioni e la modernizzazione degli arsenali.
Gabriele Rosana sul Messaggero
Debito comune. Paolo Gentiloni, ex primo ministro italiano e attuale Commissario europeo all’Economia, introduce l’idea di finanziamento comune, simile al fondo Sure creato durante la pandemia, per promuovere la solidarietà intergenerazionale ed evidenzia l’inefficacia del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) nel sollevare i salari nonostante si siano creati posti di lavoro. Gentiloni sottolinea l’esigenza di ridurre le disuguaglianze in Europa ed enfatizza l’importanza di riequilibrare il carico fiscale tra capitale e lavoro raccomandando di sfruttare la leva fiscale per finanziare gli obiettivi e garantire un trattamento più equo.
Valentina Conte su repubblica
Subalterni. La presenza di un conflitto alle porte dell’Europa fa sì che sia inevitabile il rafforzamento della difesa europea, altrimenti il continente rischia di diventare subalterno ad altre potenze. Il destino dell’Ucraina è strettamente legato a quello dell’UE, poiché un suo fallimento potrebbe portare a un conflitto diretto tra Russia e NATO, cambiando radicalmente lo scenario politico europeo. È essenziale che il dibattito politico si sposti su tematiche più attuali, come la difesa integrata dell’Europa, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee, trascurando vecchie contrapposizioni ideologiche in favore di un approccio più maturo e indipendente.
Davide Giacalone sul Giornale
Taurus. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è sotto pressione dopo l’intercettazione russa di una videoconferenza dei generali tedeschi che discutevano di fornire all’Ucraina missili da crociera Taurus, un’azione che potrebbe essere interpretata da Mosca come un coinvolgimento diretto della Germania nel conflitto. Mentre la sua amministrazione conferma l’autenticità della fuga di notizie e avvia un’indagine, Scholz si trova a far fronte sia all’opposizione interna, che desidera un maggiore sostegno all’Ucraina, sia alle proprie preoccupazioni relative all’escalation del conflitto con la Russia. Criticato per la sua esitazione e accusato di pavidità, Scholz naviga in acque turbolente fra il rischio di rappresaglie russe e il fuoco incrociato di opposizione e alleati di governo che spingono per la consegna dei missili Taurus all’Ucraina.
Francesco De Felice sul Giornale
Parigi-Berlino. Il presidente francese Emmanuel Macron, in contrasto con la Germania, ha scatenato tensioni durante un vertice a Parigi, criticando gli approcci più cauti di forniture militari all’Ucraina e suggerendo l’invio di truppe al suolo per compiti non combattenti – una mossa respinta dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Secondo il Kiel Institute in Germania, la Francia ha offerto un contributo inferiore a quello di altri alleati all’Ucraina, con l’accusa che la Francia non si sia impegnata a sufficienza, nonostante le cifre illustrate da Macron di un incremento dell’aiuto francese nel 2024. La frizione post-vertice include preoccupazioni della Germania per una possibile escalation causata dall’invio di missili a lungo raggio all’Ucraina, riflettendo differenze di opinioni sul coinvolgimento militare e sulla sorveglianza dell’uso di missili tra Francia, Gran Bretagna e Germania.
Su The Economist
Boeing vuole Spirit. Boeing sta valutando l’acquisizione del fornitore Spirit AeroSystems, noto per produrre le fusoliere dei 737 Max. Spirit potrebbe così tornare sotto l’ala di Boeing, essendo stata scorporata da quest’ultima nel 2005 come parte di una strategia per rendere l’azienda più efficiente e redditizia. Dopo la separazione, Spirit AeroSystems ha incontrato delle difficoltà operando in modo indipendente senza il supporto di Boeing.
Sul Corriere
Mar Rosso. La nave italiana “Caio Duilio” ha abbattuto un drone Houthi mentre navigava nel Mar Rosso, segnando il primo attacco diretto degli Houthi all’Italia e una grave violazione del diritto internazionale secondo il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Gli attacchi rappresentano un rischio crescente per il traffico navale in un’area che vede passare il 15% del commercio globale, con l’UE che intercetta attacchi per proteggere le rotte marittime.
Daniele Raineri su Repubblica
Attacco. La nave militare italiana Caio Duilio, mentre pattugliava il Mar Rosso, ha abbattuto un drone degli Houthi quando questo si è avvicinato pericolosamente alla distanza di sei chilometri, sventando un potenziale attacco. La premier italiana Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto hanno espresso la loro determinazione a difendere gli interessi nazionali e hanno ritenuto l’azione un violazione del diritto internazionale da parte degli Houthi. Intanto, le tensioni nella regione rimangono alte, con la milizia sciita Houthi finanziata dall’Iran e impegnata in una lunga guerra civile nello Yemen, giustificando gli attacchi nel Mar Rosso come risposta ai conflitti in atto, incluso quello palestinese, mentre l’Italia si impegna principalmente in azioni di difesa della navigazione commerciale.
Andrea Nicastro sul Corriere
Ritardi. Il cacciatorpediniere italiano “Caio Duilio” è stato attaccato per la prima volta dal termine della Seconda Guerra Mondiale, segnando un importante coinvolgimento dell’Italia nel Mar Rosso, in risposta ad un drone lanciato dagli Houti. La nave italiana, presente per difendere la libertà di navigazione, ha sparato in difesa contro il drone. L’Italia affronta ritardi burocratici che frenano l’avvio della missione Aspides, cruciale per la sicurezza della navigazione e il commercio internazionale. Questo impegno nel Mar Rosso porta a un incremento del rischio di attacchi contro l’Italia, sottolineando la necessità di una rapida e concreta azione da parte del governo e del Parlamento in un contesto internazionale d’emergenza.
Gianluca De Feo su Repubblica
Antiaerea infallibile. II cacciatorpediniere italiano che ieri per autodifesa ha buttato giù il drone degli Houthi nel sud del Mar Rosso ha un armamento di tutto rispetto: 5 cannoni Oto Melara, 6 postazioni di lancio di missili Aster 15 e Aster 30, 2 lanciarazzi e 2 lanciasiluri. La Duilio naviga da un mese nel Mar Rosso, da quando cioè ha effettuato il passaggio di consegne con la fregata Federico Martinengo per assicurare la vigilanza e la protezione dei mercantili in transito nell’area del Mar Rosso.
Fabrizio Caccia sul Corriere
Duilio. La Duilio ha un armamento efficace: l’avvistamento di ordigni volanti è affidato ai radar costruiti dall’azienda italiana Selex e dalla francese Thales, gli “occhi” che guidano i missili di produzione italofrancese Aster 15 e Aster 30, i primi con raggio d’azione fino a 30 km, i secondi fino a 100 km di distanza dalla nave. Il drone di ieri sarebbe però stato abbattuto utilizzando almeno uno dei tre cannoni OTO Melara Super Rapido di calibro 76 mm imbarcati sulla nave, capaci di sparare munizioni guidate DART.
Mirko Molteni su Libero
Teheran. Secondo l’analista Lawrence Korb, gli Houthi, sostenuti dall’Iran, proseguiranno gli attacchi nel Mar Rosso per mettere sotto pressione gli Stati Uniti e i loro alleati, nonostante la capacità limitata di condurre azioni terroristiche al di fuori del loro territorio. L’Iran mira a ostacolare le rotte petrolifere e a destabilizzare l’Occidente, utilizzando gli Houthi e altre milizie associate per attaccare obiettivi occidentali, inclusi quelli americani, particolarmente nel Medio Oriente. Nonostante i continui attacchi, la missione navale occidentale sta lavorando per neutralizzare questi tentativi e potrebbe intensificare la risposta se gli attacchi degli Houthi dovessero intensificarsi e colpire unità americane, poiché l’Iran risponde unicamente alla forza.
Paolo Mastrolilli su Repubblica
Esercitazione. Oggi inizia Nordic Response, la più grande esercitazione militare della Scandinavia, con Svezia, Finlandia e Norvegia che simulano il trasporto di truppe atlantiche per contrastare una potenziale invasione russa. Le manovre fanno parte delle esercitazioni Steadfast Defender della NATO e vedono impegnati 20.000 soldati, 50 sottomarini e oltre 110 aerei da combattimento, con lo scopo di affrontare condizioni climatiche estreme nei territori scandinavi. La Norvegia ospita la maggior parte dei soldati, seguita da Svezia e Finlandia, in un contesto di crescente tensione dovuto all’invasione russa dell’Ucraina e al conseguente rafforzamento dell’alleanza nordica. Si registra un aumento delle interferenze sui segnali radio e satellitari nelle ultime settimane, attribuiti a dispositivi di spionaggio russi, mentre esperti di difesa ritengono che la Russia osserverà l’esercitazione da vicino senza interferire. Il clima internazionale si fa più teso con la visita ufficiale del presidente finlandese Alexander Stubb in Norvegia e la pianificata visita in Svezia ad aprile, dopo che entrambi i paesi hanno aderito alla NATO.
Daniela De Lorenzo sul Manifesto
Opportunità. La ricerca militare può offrire opportunità di innovazione anche nel settore civile e le imprese italiane, pur avendo potenziale in settori tecnologici avanzati, soffrono di scarsità di finanziamenti pubblici e privati. L’industria italiana dovrebbe puntare sulla collaborazione in programmi internazionali, anche extraeuropei, per superare le limitazioni di scala e capitali. Esempi concreti di programmi già in corso, come la partecipazione al programma lunare Artemis degli Stati Uniti e collaborazioni con nazioni quali il Regno Unito, Giappone e gli Emirati sono essenziali. Vanno sfruttate le tecnologie derivanti da questi programmi militari non solo per la sicurezza nazionale, ma anche per potenziare il settore civile, con potenziali benefici per migliaia di imprese italiane medio-piccole.
Carlo Pelanda sulla Verità
Pacifisti. Presidio davanti allo stabilimento del gruppo Leonardo-Finmeccanica. Circa 300 persone hanno occupato via Lunga e manifestato tra slogan, canti e riflessioni al microfono. «Leonardo fabbrica di morte» e «Free Palestine» sono tra i cori più urlati, ma sono le rime a scandire il messaggio: «Assassini, giù le mani dai bambini», «Israele fascista, Stato terrorista».
Antonio Borrelli sul Giornale di Brescia
Incognita dati. Il riconoscimento facciale negli aeroporti è una realtà in aumento, con gli Stati Uniti che conservano i dati biometrici degli stranieri per decenni e l’Europa che offrendo maggiori tutele secondo il GDPR ma con questioni ancora aperte sulla privacy e potenziali errori. Le macchine impiegate nei controlli vengono ritenute più efficaci dagli operatori aeroportuali, ma suscitano preoccupazioni quando non riconoscono correttamente soggetti non maschi e bianchi, creando situazioni di disagio e false sensazioni di colpevolezza. La discussione si apre sulla necessità di bilanciare la sicurezza e l’efficienza con la protezione dei dati personali, considerando che la cancellazione immediata delle immagini potrebbe essere una delle poche vere salvaguardie contro abusi e attacchi informatici, mentre ci si muove verso tecnologie di scansione più avanzate che rispettino i diritti individuali.
Rocco Panetta sul Sole
Cargo. La moda low cost sta alimentando un aumento significativo dei voli cargo dalla Cina, con più di 100 voli giornalieri e oltre 9mila tonnellate di prodotti spediti da giganti come Shein e Temu, che si sfidano sui tempi di consegna rapidi. La crisi del Mar Rosso ha spinto molte aziende a ripensare le proprie strategie logistiche, dando una scossa al mercato dei voli cargo, che ora registra una domanda crescente e rischia carenze di capacità, mentre i costi del trasporto aereo aumentano. Questo incremento del traffico aereo, aggravato dalla crisi del Mar Rosso, sta mettendo sotto pressione gli scali aeroportuali, con un impatto diretto sui costi che si riflettono sia sulle aziende che sui consumatori, e pone le basi per una potenziale carenza di capacità a lungo termine nel trasporto aereo di merci.
Biagio Simonetta sul Sole
Demografia. L’Europa è alle prese con una preoccupante situazione demografica: la popolazione sta invecchiando e il tasso di natalità è basso, con un previsto calo della popolazione in età lavorativa da 265 milioni nel 2022 a 258 milioni nel 2030. La Germania si distingue per la sua dinamicità demografica, grazie all’accoglienza e all’integrazione dei migranti. La politica di natalità varia tra i paesi europei, con alcuni che seguono strategie a lungo termine, come i paesi scandinavi e la Francia, mentre altri cambiano frequentemente approccio. L’Italia potrebbe perdere milioni di lavoratori entro la metà del secolo, con alcune politiche in atto ma risorse limitate e una gestione contrastante dell’immigrazione. Nel contesto globale, l’India mostra una popolazione in crescita, contrapposta alla crisi demografica della Cina.
Beda Romano sul Sole
Flussi. La popolazione mondiale sta affrontando un’era di rinnovo generazionale debole, con una riduzione delle nascite e un aumento della popolazione anziana, creando squilibri e preoccupazioni, specialmente in Cina, che cerca di invertire le tendenze negative legate alla sua politica del figlio unico. È necessario intervenire su tre fronti per contrastare questi squilibri: incoraggiare la natalità con politiche di supporto alle famiglie, sostenere l’immigrazione per bilanciare la manodopera e investire nell’integrazione delle donne e dei giovani nel mercato del lavoro. Una risposta sistemica che includa politiche familiari in una strategia di sviluppo più ampia può garantire un rinnovo generazionale qualitativo e quantitativo, essenziale per la resilienza demografica e economica dei Paesi
Alessandro Rosina sul Sole
ECONOMIA
Rinunciamo a Ita. Lufthansa ha avvisato la Commissione Europea che potrebbe ritirarsi dall’acquisizione del 41% di Ita Airways se le condizioni imposte saranno troppo onerose e supereranno i potenziali benefici economici. La decisione dell’UE sulla fusione è posticipata fino a dicembre 2024, con l’ente regolatore che impone severe restrizioni per evitare il dominio del mercato da parte di Lufthansa su alcune rotte, soprattutto intercontinentali, e sugli aeroporti chiave italiani. L’incertezza della situazione preoccupa sia il governo italiano che Ita Airways, che nel 2024 dovrà operare senza iniezioni di capitale esterne, a rischio di aiuti di stato illegali, mentre Lufthansa contesta l’approccio inedito dell’UE relativo alle sovrapposizioni delle rotte con gli alleati Air Canada e United Airlines.
Aldo Fontanarosa su Repubblica
Piazza Affari. Il S&P 500 di Wall Street ha visto una crescita significativa, guadagnando tanto quanto l’intera capitalizzazione di Borsa Italiana nei primi due mesi dell’anno, evidenziando un ampio divario tra la borsa americana e quella italiana. Con una capitalizzazione che rappresenta quasi il doppio del PIL statunitense, il S&P 500 ha raggiunto un livello senza precedenti storici, mentre la capitalizzazione di Borsa Italiana è solo il 39,4% del PIL italiano. L’Europa, e in particolare l’Italia, soffrono di burocrazia e regolamentazione stringente, risultando meno attraenti agli investitori e potenzialmente rallentando lo sviluppo economico. Il peso dell’Italia nei mercati azionari europeo e globale è minimo, e sforzi per integrare un mercato dei capitali UE più unito sono ostacolati dalla realtà della predominante capitalizzazione di Wall Street. Negli USA, il clima è favorevole alle IPO, diversamente dall’Italia, dove la situazione è più stagnante e sono richieste riforme per incentivare gli investimenti di venture capital.
Fabrizio Goria sulla Stampa
Risiko fondazioni. Il governo Meloni intende riorganizzare le Fondazioni ministeriali del settore biomedicale, dell’intelligenza artificiale, dei chip e della transizione verde, movimentando un budget superiore a 1 miliardo di euro e coinvolgendo oltre 60 incarichi direzionali. Tali enti precedenti presentano spesso fondi inutilizzati e attività non avviate, con un impiego discontinuo di risorse pubbliche e private. Il riassetto previsto mira a rafforzare il coordinamento e ridefinire gli obiettivi, interessando specificamente fondazioni come Enea Tech Biomedical, AI4Industry e Chips.IT, oltre a progetti come il Biotecnopolo di Siena e il Tecnopolo Mediterraneo. La manovra del governo prevede una revisione complessiva che dovrebbe toccare una galassia di enti con marcate connotazioni politiche, con intenti di maggior efficienza e un riordino delle strutture esistenti.
Carmine Fotina sul Sole
Eredità Agnelli. Il Tribunale del Riesame di Torino ha emesso un’ordinanza che dispone la restituzione a John Elkann e Gianluca Ferrero della maggior parte dei documenti sequestrati nell’ambito dell’indagine sulla presunta dichiarazione fraudolenta dei redditi di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli, per gli anni 2018 e 2019. Benché siano stati restituiti quasi tutti i documenti, restano sotto sequestro alcuni atti cruciali tra cui il testamento e altre carte, che sono considerati pertinenti alle indagini sulla presunta evasione fiscale legata alla residenza fiscale dichiarata di Marella Caracciolo in Svizzera. Questa decisione di restituire gran parte del materiale sequestrato sembra porre un limite all’espansione delle indagini che potrebbero coinvolgere la holding Dicembre ss, rappresentante gli interessi della famiglia Agnelli.
Simona Lorenzetti sul Corriere
Rivoluzione fisco. Il governo italiano sta pianificando una riduzione delle tasse per i contribuenti con un reddito fino a 50.000 euro, segnando una “rivoluzione fiscale” guidata dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, che punta a riequilibrare il rapporto tra fisco e cittadini. Queste misure includono un concordato biennale per le partite IVA, volto ad aumentare l’affidabilità e l’adempimento fiscale, mentre il governo rimane inflessibile contro frodi e evasioni. Infine, la riforma si estenderà anche all’uso dell’intelligenza artificiale per stanare gli evasori e alla riforma della riscossione, pur assicurando il rispetto della privacy e l’equilibrio di bilancio nazionale.
Osvaldo De Paolini sul Giornale
Politica industriale cercasi. L’Italia ha affrontato uno stallo nella crescita economica, risultato di mancate politiche industriali decennali che avrebbero potuto far crescere il PIL oltre il 15% negli ultimi 20 anni, a differenza di Germania e Francia. Il governo Meloni ha l’opportunità di invertire la tendenza collaborando con le associazioni datoriali e i sindacati per creare un piano di politica industriale effettivo e concretamente misurabile. Per contrastare la tendenza alla cessione di capitali a proprietà estere e la delocalizzazione, è necessaria una strategia industriale ben definita e di lungo termine, che supporti le imprese italiane e stimoli l’attrazione degli investimenti produttivi dall’estero.
Bruno Villois sul Giornale
POLITICA ITALIA
Non ce l’avevo con Mattarella. In un discorso a Toronto, la premier italiana Giorgia Meloni ha criticato la sinistra per presunti tentativi di creare una frattura istituzionale utilizzando il Presidente della Repubblica come scudo contro il potere esecutivo, rinnovando la sua stima per il Presidente e respingendo l’idea di un conflitto con lui. Meloni, parlando dalla sua missione in Nord America, ha difeso strenuamente la riforma costituzionale proposta dal suo governo, negando che questa limiti i poteri del Capo dello Stato e attaccando la sinistra per cercare di contrastare il premierato con argomenti secondo lei infondati. La premier ha anche affrontato la questione dell’ordine pubblico in Italia, riconoscendo errori nella gestione degli eventi recenti, ma ha rigettato le interpretazioni di giornalisti e analisti che vedevano una spaccatura tra il governo e il Presidente della Repubblica.
Ilario Lombardo sulla Stampa
Spioni. Accessi abusivi a banche dati hanno accompagnato momenti chiave come formazioni di governi e campagne elettorali, con indagini condotte dalla Procura di Perugia incluso il Guardia di Finanza Pasquale Striano e altre figure. Queste azioni di sorveglianza non autorizzate sono emerse come parte di un’inchiesta più ampia che solleva interrogativi su possibili dossieraggi e abusi di posizione da parte degli indagati.
Giovanni Bianconi sul Corriere
Nessun dossieraggio. Il finanziere Pasquale Striano, ufficiale di Polizia giudiziaria in servizio alla Procura Nazionale Antimafia, è indagato per oltre 500 accessi abusivi a banche dati, durante i quali avrebbe cercato informazioni su figure pubbliche, senza però alcuna prova di dossieraggio su politici negli atti dell’inchiesta. Le informazioni raccolte sembrano aver coinciso con eventi di cronaca e alcuni giornalisti sono indagati per aver utilizzato queste notizie in articoli di pubblico interesse. Striano, ora, dovrà giustificare le sue ricerche, alcune delle quali potrebbero essere state legittime investigazioni della Procura ma altre potrebbero essere considerate indebite incursioni nelle banche dati.
Valeria Pacelli sul Fatto
Tensioni. Il Superbonus al 110% ha comportato costi maggiori rispetto alle previsioni, contribuendo a un deficit significativamente sopra le stime, con un deficit riportato dall’Istat al 7,2% del Pil rispetto al 5,3% previsto. Il meccanismo di ottenimento del bonus è rimasto automatico e senza limiti di tiraggio consentito, e scelte politiche hanno permesso l’applicazione del Superbonus alle condizioni originali per chi aveva solo presentato la comunicazione di inizio lavori prima delle restrizioni del febbraio 2023. Tale situazione ha creato tensioni tra il ministro dell’Economia Giorgetti e la Ragioneria dello Stato, con implicazioni significative sul debito pubblico e sfide nell’allineare i conti pubblici con le regole europee.
Federico Fubini sul Corriere
Voli di stato. I ministri del governo Meloni hanno fatto un ampio uso dei voli di Stato nel 2023, utilizzandoli per 165 viaggi, un numero superiore rispetto agli anni precedenti, nonostante molti degli spostamenti fossero per impegni programmati e coperti anche da linee aeree civili. Alcuni ministri, come Antonio Tajani e Adolfo Urso, sono tra i più frequenti utilizzatori con 45 e 25 voli rispettivamente, con destinazioni che includono tanto viaggi interni all’Italia quanto spostamenti internazionali. La direttiva vigente prevede l’utilizzo dei voli di Stato da parte dei ministri solo per esigenze eccezionali e urgenti, ma nella pratica molti voli vengono concessi anche per spostamenti interni, sollevando questioni sull’adeguatezza del loro uso rispetto alle alternative disponibili.
Antonio Fraschilla su Repubblica
Sardegna. Le elezioni regionali in Sardegna vedono un confronto serrato tra Alessandra Todde e Paolo Truzzu, con un vantaggio iniziale per Todde che si riduce man mano che procede lo spoglio delle ultime sezioni. Mentre il centrodestra, guidato da Fratelli d’Italia, non esclude la possibilità di chiedere un riconteggio se lo scarto dei voti fosse minimo, il team di Todde rimane sereno e sicuro della vittoria nonostante il rischio di ribaltone. Il centrodestra attende i dati definitivi per valutare eventuali azioni legali, mentre la situazione in Sardegna suscita interesse anche a livello internazionale tra i leader europei.
Cesare Zapperi sul Corriere
Renzi. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha annunciato la sua candidatura per le elezioni europee, presentandosi in tutte le circoscrizioni, dichiarando di voler dare una smossa all’Europa per evitare che l’Italia finisca “a gambe all’aria” come il Regno Unito post-Brexit. Ha posto l’accento sulle nuove politiche italiane sull’emigrazione di cervelli e sulla sfida riformista che il suo partito, Italia Viva, intraprenderà alle europee, andando da sola o al massimo con la lista per gli Stati Uniti d’Europa, nonostante il rifiuto di collaborazione di altre forze politiche come Azione di Carlo Calenda. Renzi inoltre ha discusso di altre tematiche nazionali e di alleanze regionali, evidenziando la differenziazione di scelte basate sul territorio e sulla qualità dei candidati piuttosto che sulle formule politiche. Nonostante le speculazioni sul futuro del governo italiano, ha dichiarato che l’attuale esecutivo manchi di idee e di una classe dirigente adeguata, sottolineando la capacità del suo partito di sostenere iniziative condivise anche con la maggioranza.
Maria Teresa Meli sul Corriere
Conte. Il leader del M5S Giuseppe Conte critica la linea dell’UE sull’Ucraina, dichiarando insostenibile sia la ricerca di una vittoria militare che il sostegno finanziario con 5 miliardi l’anno. Conte è impegnato in campagna elettorale in Abruzzo, dove rivendica una “remuntada” nei sondaggi, e cerca distanza dall’approccio dell’attuale governo e di altri partiti italiani, soprattutto riguardo la posizione critica nei confronti della politica estera. Nonostante l’abbraccio di figure europee come Elly Schlein da parte di leader socialisti europei, Conte afferma che M5S valuterà la propria collocazione in Europa indipendentemente. Intanto, sottolinea la necessità di un dialogo per le alleanze future, ribadendo la posizione critica del M5S sulla militarizzazione del conflitto ucraino e sviluppando anche difese contro accuse di mancanza di solidarietà verso le forze dell’ordine.
Niccolò Carratelli sulla Stampa
POLITICA MONDO
*Meloni asset.* La premier italiana Giorgia Meloni è considerata un elemento prezioso dall’amministrazione Biden per il suo impegno nelle crisi internazionali, la rottura con la “Via della Seta” cinese e il suo ruolo di leadership evidenziato dall’organizzare la prima videoconferenza a Kiev. Tuttavia, mentre alcuni apprezzano la sua direzione, altri come Steve Bannon criticano l’approccio di Meloni alla politica europea e alle relazioni NATO e la sua gestione dell’immigrazione. Nonostante Meloni abbia proposto un’alleanza globale contro il traffico di esseri umani, figure come l’ex ambasciatore USA Richard Burt sottolineano la necessità di non trascurare la questione ucraina mentre si affronta l’immigrazione all’interno del G7.
Viviana Mazza sul Corriere
Soldi russi a Kiev. Durante il recente incontro tra il presidente statunitense Joe Biden e la premier italiana Giorgia Meloni, Biden ha discusso il suo piano per allocare circa 350 miliardi di dollari di fondi russi congelati per aiutare l’Ucraina, legandolo alla sua “legacy”, o eredità politica. La proposta è quella di utilizzare questo denaro per la ricostruzione dell’Ucraina, potenzialmente attraverso l’emissione di titoli di Stato ucraini supportati dai fondi russi. La decisione è considerata storica e Biden auspica che venga presa prima del G7 di giugno in Puglia, soprattutto in vista delle elezioni americane che potrebbero portare a un cambio di leadership. I G7, che hanno approvato una posizione chiara sulla responsabilità della Russia nei danni causati, stanno lavorando per trovare soluzioni legali internazionali per l’effettiva utilizzazione dei fondi russi a sostegno dell’Ucraina.
Marco Galluzzo sul Corriere
Non confiscare ma capitalizzare. Ucraina, altri politici occidentali sono alla ricerca di una fonte di finanziamento alternativa. I loro occhi si sono posati su beni del valore di 26 miliardi di euro (282 miliardi di dollari) appartenenti alla Russia e congelati dopo l’invasione su larga scala di due anni fa. Cresce il clamore a sostegno dell’opportunità morale e pratica di utilizzare questo denaro per contribuire a pagare la difesa dell’Ucraina. Il 27 febbraio Janet Yellen, segretario al Tesoro americano, ha chiesto di sbloccare il valore di questi beni. Ma la maggior parte del portafoglio si trova in Belgio e l’Unione Europea è divisa sulla saggezza – e sulla legalità – di utilizzarlo.
Su The Economist
Occidentali in Ucraina. Truppe occidentali, tra cui volontari, istruttori e personale di intelligence, sono presenti in Ucraina, sebbene non come forze combattenti; questa presenza è stata accentuata dalle recenti dichiarazioni del presidente francese Macron che non ha escluso l’invio di truppe occidentali nel paese. Sono stati rivelati documenti che indicano la presenza di forze speciali e consiglieri militari di paesi NATO, tra cui USA, Gran Bretagna e Francia, oltre a un’intensa attività di intelligence sostenuta dalla CIA per supportare l’Ucraina contro la Russia. Un recente sconvolgimento diplomatico è scoppiato a seguito della pubblicazione, da parte della direttrice di RT Margarita Simonyan, di un’intercettazione che menziona ufficiali tedeschi discutere il coinvolgimento britannico in Ucraina, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito la posizione della Germania di non inviare truppe nel conflitto.
Monica Perosino sulla Stampa
Non esistono guerre giuste. Padre Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, in un’intervista condotta da Domenico Agasso, ha espresso una posizione ferma contro la guerra, definendo follia l’evocazione e la possibilità di un conflitto nucleare e giustificare le stragi di civili come avvenute a Gaza. Ha sottolineato l’urgenza di riformare il Consiglio di sicurezza dell’ONU e ha messo in dubbio il concetto di “guerra giusta” nell’era moderna delle armi di distruzione massiccia. Spadaro ha ricordato le parole di Papa Francesco sulla guerra come “terza guerra mondiale a pezzi” e ha enfatizzato l’importanza di una diplomazia incentrata sulla comprensione e riconciliazione, in linea con la visione della Santa Sede che promuove il multilateralismo e un approccio collaborativo tra nazioni.
Domenico Agasso sulla Stampa
Israele. I negoziati per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza sono in corso, ma l’accordo non è ancora stato raggiunto, con Hamas che esita ad accettare le condizioni stabilite per il rilascio degli ostaggi e l’ammissione di aiuti umanitari. Durante l’incontro tra il presidente Joe Biden e Giorgia Meloni, Biden ha sottolineato sia le ridotte pretese di Hamas sia l’assenza di una soluzione immediata al conflitto, con l’obiettivo a medio termine degli Stati Uniti rimasto quello di raggiungere la pace attraverso la soluzione dei due Stati. Nel frattempo, gli Stati Uniti si concentrano sugli aiuti umanitari, avendo già paracadutato razioni alimentari a Gaza e valutando ulteriori metodi logistici, tra cui corridoi marittimi e convogli terrestri, nonostante le difficoltà nella distribuzione a causa della complessa gestione logistica e della necessità di cooperazione con partner e alleati. I problemi di distribuzione degli aiuti hanno portato a ritardi e quantità insufficienti che raggiungono i civili, nonostante un investimento USA di oltre 150 milioni di dollari in aiuti umanitari primari dall’inizio dell’offensiva israeliana.
Ilario Lombardo sulla Stampa
Le Pen. Per due volte Le Pen ha fatto parte del Parlamento e nel 2002 è arrivato al ballottaggio per le presidenziali. Anche allora nessuno prendeva sul serio la possibilità che l’ex paracadutista sbruffone potesse vincere la massima carica, o che volesse farlo. Non si può dire lo stesso di sua figlia, Marine. Da quando ha preso il controllo del Fronte Nazionale nel 20u, ribattezzandolo National Rally (RN), ha trasformato un paria in un partito che si prepara a governare (vedi sezione Europa). Il suo pupillo, il ventottenne Jordan Bardella – ora presidente del partito – è l’unico politico a figurare nella top 5 delle personalità francesi preferite, insieme alle star del calcio e alle vecchie leggende del rock. Oltre il 6% dei francesi considera il RN un partito politico come gli altri. Quasi due terzi degli elettori pensano che possa vincere, rispetto al 40% del 2018. Una pluralità di francesi non teme più che sia un “pericolo per la democrazia”.
Su The Economist
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