Rassegna stampa 3 settembre

SICUREZZA

Rapporto Draghi: preferenza europea, autorità centralizzata, Bce per la difesa. Un rapporto visionato in esclusiva da POLITICO sottolinea che le aziende europee di difesa non dovrebbero temere la burocrazia mentre aumentano la produzione di armamenti, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina e agli effetti sulla sicurezza europea. L’ex primo ministro italiano Mario Draghi, autore del rapporto, avverte che l’industria della difesa dell’UE sta affrontando sfide strutturali e non è al passo con i concorrenti globali. Il rapporto anticipato da Draghi, che sarà presentato alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, raccomanda un “principio di preferenza europea” per la difesa, una nuova governance e la creazione di un’Autorità Industriale di Difesa centralizzata. Inoltre, propone di modificare le politiche di prestito della Banca Europea per gli Investimenti e il quadro finanziario sostenibile dell’UE per favorire il settore della difesa.
su politico.eu

Più fondi europei per la difesa. L’ex presidente della BCE Mario Draghi ha presentato un rapporto che sottolinea la necessità per l’UE di aumentare i finanziamenti all’industria bellica, per affrontare le sfide strutturali in termini di capacità e tecnologia e per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Il rapporto suggerisce pieno accesso ai fondi UE per le aziende di difesa e un modello di governance centralizzato per gli appalti. Questo piano potrebbe portare a un’economia europea più militarizzata e a un aumento dei profitti per l’industria bellica, finanziato dai contribuenti. Nonostante un recente calo in borsa, le aziende militari hanno visto un notevole aumento del valore di mercato dallo scoppio della guerra in Ucraina, con previsioni di crescita anche in futuro. Il prezzo delle azioni Leonardo è aumentato del 139%, quindi la flessione di ieri è poca cosa.
Salvatore Cannavò su Il Fatto Quotidiano

Leader dell’economia spaziale. Massimo Comparini, CEO di Thales Alenia Space Italia e futuro capo della Divisione Spazio di Leonardo, è protagonista di un documentario che celebra i 60 anni dell’industria spaziale italiana. Comparini evidenzia il ruolo dell’Italia come leader nell’osservazione della Terra, nella navigazione e nell’esplorazione spaziale, grazie alla collaborazione tra agenzie spaziali e industrie, come la Space Alliance. Sottolinea l’importanza dell’Italia nel Programma Artemis e nella costruzione di moduli per la stazione Axiom, nonché nello sviluppo di tecnologie come i semiconduttori. L’Italia è anche coinvolta nella missione ExoMars, che esplorerà Marte alla ricerca di tracce di vita passata. Comparini enfatizza che gli investimenti nello spazio contribuiscono alla sostenibilità terrestre e alla ricerca medica, e guarda con passione alle future sfide dello spazio.
Fabrizio de Feo su Giornale

Penalizzati in Borsa dal voto tedesco. Il settore della difesa europea ha subito un duro colpo in Borsa, con un calo significativo delle azioni, tra cui quelle di Leonardo che hanno perso il 7,2%. Tale calo è stato attribuito al successo dei partiti nazionalisti e filo-russi nelle elezioni regionali tedesche, alimentando timori di un indebolimento del sostegno dell’UE all’Ucraina e ai piani di difesa comuni. Nonostante ciò, si ritiene che gli investitori cercassero un motivo per vendere, dato che dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’indice delle aziende europee della difesa è raddoppiato e Leonardo ha guadagnato il 206%. La crescente esposizione dei fondi ESG europei all’industria della difesa, passata da 3,2 a 7,7 miliardi, ha riacceso il dibattito sulla loro compatibilità con i criteri di investimento sostenibili.
Francesco Bertolino su Corriere della Sera

L’incertezza politica tedesca penalizza Leonardo. Le azioni di Leonardo hanno subito un calo del 7,23%, scendendo a 21,3 euro per azione, annullando i guadagni del 4,3% registrati ad agosto. Questo calo è attribuito da alcuni operatori all’incertezza politica in Germania, che potrebbe influenzare le decisioni in materia di politica estera e, di conseguenza, gli investimenti nel settore della difesa. Il volume degli scambi è stato elevato, pari all’1% del capitale e triplo rispetto alla media mensile. Leonardo collabora con Rheinmetall per forniture all’Esercito italiano e sviluppa insieme un futuro carro armato europeo, detenendo inoltre una quota significativa del 23% in Hensoldt.
su Sole 24 Ore

Il voto tedesco pesa su Leonardo. La vittoria elettorale dell’ultradestra in Germania ha provocato un calo del 7% del titolo Leonardo in borsa, alimentando timori di una possibile riduzione degli aiuti militari tedeschi all’Ucraina. L’ascesa del partito Alternativa per la Germania (AfD) e del nuovo partito di sinistra Bsw di Sahra Wagenknecht, entrambi con posizioni filorusse, potrebbe influenzare la politica estera del governo Scholz. Questo ha portato gli investitori a vendere azioni del settore difesa, con impatti negativi anche su aziende come Rheinmetall e Hensoldt. Nonostante la situazione, Leonardo UK rimane l’unico concorrente per una commessa di elicotteri della Royal Air Force, ma la decisione finale è incerta a causa di possibili revisioni di spesa del governo britannico.
Francesca Gerosa su Mf

Pesa l’incertezza tedesca. Le elezioni regionali in Germania hanno generato incertezza sul futuro degli aiuti militari all’Ucraina, provocando un crollo dei titoli del settore difesa europeo, con Leonardo che ha subito una perdita del 7,2% a Milano. La speculazione ha colpito anche altre aziende legate a Leonardo, come Hensoldt e Rheinmetall, con cui il gruppo italiano ha stretto importanti accordi industriali. L’ascesa di partiti sovranisti in Germania potrebbe influenzare la politica estera e la difesa, mettendo a rischio la formazione di un grande colosso UE della difesa, di cui Leonardo è parte attiva. Nonostante la turbolenza di mercato, Leonardo mantiene un rialzo significativo nell’ultimo anno e rimane in gara per una commessa importante con la Royal Air Force, sebbene ci sia incertezza anche su questo fronte a causa di possibili revisioni delle spese da parte del nuovo governo britannico.
Roberta Amoruso su Messaggero

I fondi raddoppiano. L’investimento dei fondi europei sostenibili nel settore della difesa è più che raddoppiato da quando è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina, con circa un terzo di questi fondi che ora hanno investimenti per 7,7 miliardi di euro nel settore, rispetto ai 3,2 miliardi di euro del primo trimestre del 2022. Questo aumento è dovuto sia all’incremento del valore delle azioni delle aziende di difesa sia al cambiamento di percezione degli investitori, che ora vedono il sostegno ai produttori di armi come qualcosa di socialmente positivo. La situazione in Ucraina ha sollevato interrogativi sulla difesa e sulla sostenibilità degli investimenti in questo ambito, con alcuni fondi che ora detengono una percentuale significativa in aziende aerospaziali e di difesa. Tuttavia, l’esposizione complessiva dei fondi nel settore rimane inferiore all’1% del totale degli asset gestiti. Nel frattempo, i responsabili politici in Europa e nel Regno Unito stanno incoraggiando gli investimenti nel settore della difesa, nonostante le preoccupazioni per la trasparenza e le valutazioni ESG.
Sylvia Pfeifer su Financial Times

Climate action. Approfondimento interamente dedicato alla strategia di decarbonizzazione e climate action di Leonardo i cui obiettivi sono stati validati dalla Science Based Targets initiative (SBTi), l’organizzazione internazionale che supporta imprese e istituzioni nella riduzione delle emissioni, in linea con l’Accordo di Parigi. La strategia dell’Azienda è inserita nel Piano quinquennale di sostenibilità, integrato nel Piano industriale del Gruppo al 2028 e comprende azioni mirate a favorire la decarbonizzazione di piattaforme e prodotti. Tra i fattori-chiave per sostenere il cambiamento figurano i processi di digitalizzazione e, più in generale, l’innovazione tecnologica. Oggi la frontiera più avanzata è il digital twin il gemello digitale di un prodotto o un sistema che consente la modellizzazione dettagliata del gemello reale ed è in grado di predire, in ambiente virtuale, i più svariati casi d’utilizzo moltiplicando il range delle applicazioni, con benefici nella fase di ingegneria, in quella di impiego e dal punto di vista della sicurezza.
su forbes.it

Eurofighter. La TV di Stato del Kuwait ha evidenziato l’importanza degli Eurofighter per la difesa nazionale, tramite un servizio sulla piattaforma 51.com.kw. Il reportage ha messo in luce sia gli aspetti tecnici e operativi, tra cui la costruzione della base Salem Al-Sabah conforme agli standard NATO, sia il rafforzamento della cooperazione militare a livello regionale e internazionale. Inoltre, è stato sottolineato il ruolo cruciale dell’Italia, e in particolare dell’azienda Leonardo, nella produzione di componenti aeronautici ed elettronici per gli Eurofighter, segnalando così la forte collaborazione italo-kuwaitiana nel settore della difesa.
_su multime piattaforma 51.com.kw _

Uk contro Israele. Il Regno Unito ha sospeso alcune licenze di esportazione di armi verso Israele dopo aver riscontrato possibili violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di Israele nelle operazioni militari a Gaza. Il Segretario degli Esteri britannico, David Lammy, ha bloccato circa 30 licenze per componenti utilizzati in aerei militari, elicotteri e droni, escludendo però parti per il programma F-35 e attrezzature navali non impiegate a Gaza. La decisione, che segue pressioni internazionali e proteste in Israele per la gestione della crisi degli ostaggi da parte di Netanyahu, rappresenta un duro colpo diplomatico per Israele, sebbene il Regno Unito contribuisca solo per l’1% alle importazioni di armi israeliane. La sospensione britannica, che sarà soggetta a revisione, non modifica il sostegno del Regno Unito alla sicurezza di Israele, e arriva in un contesto di cambiamento della politica britannica verso Israele dopo la vittoria del Partito Laburista alle elezioni generali.
Andrew England su Financial Times

Limiti a Israele. Il governo britannico ha sospeso alcune vendite di armi a Israele temendo che le armi prodotte nel Regno Unito possano essere utilizzate contro i civili a Gaza, in violazione del diritto umanitario internazionale. La decisione ha interessato 30 delle 350 licenze di esportazione di armi britanniche, inclusi componenti per aerei da combattimento, elicotteri e droni. La mossa ha suscitato critiche da parte di ministri israeliani e del Partito Conservatore britannico, con accuse di politica simbolica e preoccupazioni per i messaggi inviati a Hamas e all’Iran. All’interno del Partito Laburista, vi sono divisioni, con alcuni che sostengono la decisione e altri che chiedono un divieto totale. Il Segretario degli Esteri britannico, David Lammy, ha sottolineato che la sospensione non è un embargo totale e che la decisione è stata presa su base legale, non politica.
Aubrey Allegretti su Times

Abbattere i missili russi. Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha dichiarato che la Polonia e gli altri paesi confinanti con l’Ucraina hanno il dovere di abbattere i missili russi in arrivo prima che entrino nel loro spazio aereo, nonostante l’opposizione della NATO. Sikorski sostiene che l’appartenenza alla NATO non supera la responsabilità di ogni paese di proteggere il proprio spazio aereo, citando un dovere costituzionale. La Polonia ha firmato un accordo bilaterale di sicurezza con l’Ucraina per valutare la possibilità di intercettare missili e droni diretti verso il territorio polacco, ma il segretario generale uscente della NATO, Jens Stoltenberg, ha respinto la proposta. Alcuni funzionari occidentali temono che una tale politica possa sfumare i confini dell’intervento occidentale e provocare rappresaglie russe, mentre la NATO ha evitato azioni che potrebbero portarla in conflitto diretto con le forze russe.
Raphael Minder su Financial Times

Vaghe le cause della perdita dell’F-16. Il comandante in capo dell’aeronautica ucraina, Mykola Olechtchouk, è stato rimosso dal presidente Volodymyr Zelensky il 30 agosto, seguito dalla perdita di un F-16 americano e la morte del pilota Oleksi Mes. Le circostanze della distruzione del jet non sono chiare, ma si sa che stava compiendo una missione durante un pesante attacco russo. Una deputata ucraina ha suggerito che l’incidente sia stato causato da un errore del sistema di difesa antiaerea Patriot, mentre Olechtchouk ha respinto le accuse. Nonostante l’assenza di spiegazioni ufficiali per il licenziamento, un analista militare suggerisce che sia una sanzione politica, mentre altri paesi europei si impegnano a fornire ulteriori F-16 all’Ucraina entro il 2028.
Emmanuel Grynszpan su Monde

Per respingere Pechino, Tokio vuole un budget record. Il ministero della Difesa giapponese ha proposto un budget record di 52 miliardi di euro per l’anno fiscale 2025, con un aumento del 7%, in risposta alle crescenti tensioni geopolitiche, in particolare le incursioni cinesi nelle sue zone territoriali. Questo aumento di bilancio fa parte di un piano quinquennale che prevede di raddoppiare quasi le spese militari annuali del Giappone per colmare il divario con altre grandi potenze militari asiatiche. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022 ha suonato un campanello d’allarme, aumentando l’urgenza di rafforzare la sicurezza nazionale di fronte alle ambizioni territoriali della Cina. Il Giappone, tradizionalmente dipendente dal supporto militare degli Stati Uniti, è incoraggiato a potenziare le proprie capacità difensive, anche alla luce di possibili cambiamenti nella politica americana. Il budget sarà utilizzato per modernizzare le forze armate, inclusi nuovi satelliti, missili Tomahawk, droni e per migliorare le condizioni di reclutamento e di vita dei militari, in un contesto di calo demografico che rende difficile mantenere gli effettivi.
Yann Rousseau su Echos

Acquisizione. Safran ha completato l’acquisizione di Preligens per 220 milioni di euro, rinominandola Safran.AI. Preligens, fondata nel 2016 e specializzata in soluzioni di intelligenza artificiale per l’analisi di immagini e suoni, diventa così il fulcro dello sviluppo di applicazioni basate su IA per il gruppo Safran nei settori della difesa, dello spazio e dell’aeronautica civile. I suoi algoritmi sono stati utilizzati principalmente per applicazioni militari, come l’analisi di immagini satellitari per l’esercito francese, americano e giapponese. Tuttavia, la stretta nicchia di mercato del settore dell’intelligence ha limitato il suo sviluppo, portando l’azienda in perdita nel 2022. Safran, con la sua presenza in vari settori e mercati, inclusi quelli statunitensi, mira a diversificare e ampliare le opportunità per la sua nuova acquisizione, nonostante l’IA nell’aeronautica civile sia ancora in una fase iniziale a causa delle rigide certificazioni di sicurezza.
Bruno Trévidic su Echos

Ispezione per Airbus. La compagnia aerea Cathay Pacific ha avviato un’ispezione della sua flotta di aerei Airbus A350 dopo che un problema al motore ha costretto un jet diretto a Zurigo a fare ritorno a Hong Kong. Il guasto ha interessato un componente del motore prodotto dalla Rolls-Royce, che è l’unico fornitore di motori per gli A350, causando una caduta del 6,5% delle azioni della compagnia a Londra. Cathay Pacific ha dovuto cancellare almeno 24 voli di andata e ritorno e prevede ritardi e cancellazioni nei prossimi giorni. Rolls-Royce e Airbus stanno collaborando con le autorità per indagare sull’incidente, mentre l’ente regolatore europeo dell’aviazione EASA segue da vicino la situazione.
Philip Georgiadis su Financial Times

Adesione alla Nato. Antoine Arjakovsky sostiene che l’adesione dell’Ucraina alla NATO sarebbe il modo più efficace per contrastare le ambizioni di Vladimir Putin. Dopo un attacco russo che ha colpito quasi tutto il paese con missili e droni, distruggendo infrastrutture energetiche e mirando a terrorizzare la popolazione, è urgente cambiare radicalmente approccio verso la Russia. Arjakovsky critica la politica occidentale di evitamento, sottolineando che la guerra ibrida russa contro l’Occidente ha già avuto effetti significativi e che l’UE spende meno dello 0,1% del suo PIL per sostenere militarmente l’Ucraina. Propone l’integrazione dell’Ucraina nella NATO entro il 2025, sfatando gli argomenti contro questa mossa e sostenendo che ciò porrebbe fine alle “zone grigie” che favoriscono i dittatori, oltre a liberare risorse ucraine per il fronte e a rafforzare la sicurezza dell’Alleanza Atlantica.
Antoine Arjakovsky su Monde

Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa. Loredana Trigilia, schermitrice paralimpica soprannominata “mamma Lory”, partecipa per la settima volta ai Giochi Paralimpici, rappresentando il Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa (Gspd), fondato nel 2014 e guidato dal tenente colonnello Gianfranco Paglia. Dopo un incidente che l’ha costretta in carrozzina a 19 anni, Trigilia ha scoperto la scherma e ha trasformato la sua vita, partecipando a numerose competizioni e diventando un punto di riferimento per la squadra. Il Gspd ha qualificato 24 atleti per nove discipline, con il sostegno del Gruppo Leonardo e una campagna istituzionale. La presenza di Trigilia a Parigi è anche un’occasione speciale per suo figlio, che assiste per la prima volta alle Olimpiadi come suo grande fan.
Paola D’Amico su Buone Notizie Corriere della Sera

Nuovi spazi per il Salone. Il Salone Nautico Internazionale di Genova inaugura la sua 64ª edizione il 19 settembre, con un’espansione di 5.000 metri quadrati rispetto all’anno precedente. Il Palasport, edificio storico dell’evento, fungerà da ingresso e passaggio verso il cuore della manifestazione, situato nell’area Waterfront progettata da Renzo Piano. La kermesse si estenderà su 220.000 metri quadrati, con 1.052 marchi esposti e circa 1.030 imbarcazioni, tra cui 100 novità e 30 premiere mondiali. La vendita di biglietti online ha già superato quella dell’anno scorso del 16%, e il settore nautico mostra una crescita costante, con un fatturato che ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro l’anno scorso e un aumento dell’occupazione da 160.000 a 200.000 unità negli ultimi 5 anni. Numerosi eventi sono previsti, tra cui il Boating Economic Forecast e discussioni sulla sostenibilità nel turismo nautico, oltre a eventi collaterali come i Rolli Days e gli Innovation Award. Tra gli eventi in calendario un incontro organizzato dalla Fondazione Leonardo e Fondazione Ansaldo per il 150° anniversario della Marconi.
Alessandra Rossi su Secolo XIX

Numeri record. Il Salone Nautico di Genova, previsto dal 19 al 24 settembre, si preannuncia come un evento da record nonostante le crisi internazionali, con un incremento dei biglietti venduti e un pubblico più giovane. L’edizione numero 64 vedrà un’espansione dell’area espositiva e un forte interesse per le barche green e le innovazioni del settore. La kermesse si svolgerà in concomitanza con i lavori del Waterfront, con l’ingresso dal Palasport in ristrutturazione, e sarà caratterizzata da un programma ricco di eventi, tra cui convegni e incontri sulle politiche del mare e la sostenibilità nel turismo nautico. La manifestazione sarà anche un’occasione per il dibattito politico, con la presenza di importanti figure istituzionali e un focus sul rilancio dell’immagine dell’Italia nel settore della nautica da diporto. Tra gli eventi in calendario un incontro organizzato da Fondazione Leonardo e Fondazione Ansaldo per il 150° anniversario di Marconi.
Alberto Bruzzone su Repubblica Genova

Storia nei fondali. Rita Auriemma, archeologa e professoressa associata all’Università del Salento, è un’esperta di archeologia subacquea e fa parte del comitato organizzativo di “Forma maris”, il workshop promosso proprio dall’Universita del Salento con Fondazione Leonardo e Marina Militare, in programma giovedì 5 e venerdì 6 settembre fra il rettorato di UniSalento a Lecce e l’Area marina protetta di Porto Cesareo. Il workshop discuterà delle tecnologie per l’esplorazione dei fondali e dei ritrovamenti storici nei mari pugliesi. Auriemma sottolinea l’importanza delle nuove tecnologie che permettono di esplorare profondità marine precedentemente inaccessibili, oltre i mille metri, e di documentare siti subacquei. Durante l’evento verranno presentati ritrovamenti significativi, come il porto romano nelle Cesine e i relitti lungo la costa pugliese. Infine, Auriemma evidenzia il potenziale turistico del patrimonio subacqueo e l’importanza di preservarlo in situ, integrandolo con attività come lo snorkeling per promuovere un turismo sostenibile e informato.
Anna Puricella su Repubblica Bari

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Contratti di sviluppo. La manovra economica italiana prevede il rilancio di incentivi per le imprese, con particolare attenzione ai contratti di sviluppo orientati verso la transizione energetica, che potrebbero beneficiare dei fondi del Pnrr. Si valuta l’introduzione di un tetto unico di 2.000 euro per i fringe benefit detassati. La Nuova Sabatini, incentivo per l’acquisto di beni strumentali, potrebbe vedere un aumento di risorse, mentre il Fondo di garanzia per le PMI e i crediti d’imposta per le ZES sono altri punti focali della manovra. Inoltre, si discute sulla possibile proroga di misure in scadenza e sull’uso di fondi europei per il 2025, mentre l’Istat prevede una crescita economica dello 0,6% per il 2024.
Carmine Fotina su Sole 24 Ore

Cresciamo più di altri. Durante un’intervista rilassata con Paolo Del Debbio su Rete 4, la premier Giorgia Meloni ha delineato le priorità del suo governo, ponendo l’accento sulla sicurezza, la lotta all’immigrazione clandestina e il miglioramento delle condizioni di vita degli italiani. Ha evidenziato la crescita economica dell’Italia, superiore alla media dell’Eurozona, e l’occupazione più alta dai tempi di Garibaldi, attribuendo questi successi alla credibilità internazionale e alla stabilità del governo. Meloni ha sottolineato l’importanza di concentrare le risorse sul sostegno alle imprese e il potere di acquisto delle famiglie, menzionando anche l’indicizzazione delle pensioni minime. Ha affrontato il tema dell’immigrazione e la necessità di riformare la legge Bossi-Fini, e ha risposto alle critiche sull’autonomia regionale e sulla sua privacy durante le vacanze estive, sottolineando la necessità di un dibattito serio su temi come la solitudine e l’impatto dell’intelligenza artificiale.
Paola di Caro su Corriere della Sera

Perde slancio il Pil. La crescita economica dell’Italia rallenta, con l’Istat che conferma un aumento del PIL di solo lo 0,2% nel secondo trimestre, portando la crescita acquisita per l’anno al 0,6%. Questo dato mette a rischio l’obiettivo governativo di una crescita dell’1% per il 2024, richiedendo un significativo incremento economico nei prossimi trimestri. I consumi familiari sono stagnanti e il settore delle costruzioni mostra segni di cedimento, mentre le esportazioni e l’occupazione iniziano a vacillare. Il governo Meloni si avvicina al momento di presentare il Piano strutturale di bilancio a Bruxelles, con una manovra di bilancio stimata intorno ai 25 miliardi di euro, e si discutono proposte come l’aumento dei fringe benefit detassati fino a 2 mila euro per tutti i lavoratori.
Valentina Conte su Repubblica

Privatizzazioni a ostacoli. Il governo sta affrontando difficoltà nel suo piano di privatizzazioni, mirato a ridurre il debito pubblico e non solo a bilanciare il budget, con un obiettivo ridimensionato dal Def da 1% a 0,7% del Pil per il triennio 2024-26. Finora, sono stati incassati quasi 3 miliardi di euro dalla vendita di quote di Eni e Montepaschi, con l’obiettivo di raccogliere altri 2-3 miliardi, puntando su aziende come Poste Italiane e Enav. Tuttavia, la vendita di ulteriori quote di Poste è stata rallentata da dibattiti politici e opposizione sindacale, con il governo che ha ritrattato la decisione di ridurre la sua partecipazione al di sotto del 51%. Inoltre, sono in corso discussioni su una possibile riforma dei porti, che potrebbe vedere la creazione di una holding statale quotata in Borsa per la gestione degli scali marittimi, seguendo il modello spagnolo.
Claudia Luise su Stampa

Allarme della corte dei conti europea. La Corte dei Conti dell’Unione Europea ha lanciato un allarme sui ritardi nell’attuazione del PNRR in Italia, evidenziando il rischio che una quota significativa degli investimenti (62%) sia concentrata nell’ultimo anno previsto, il 2026. Finora, l’Italia ha ricevuto 102,5 miliardi di euro dai fondi europei, ma ne ha spesi solo 52,2 miliardi, meno della metà. Questi ritardi mettono in dubbio il raggiungimento degli obiettivi del piano, volti a sostenere la ripresa post-pandemica. Il governo italiano sottolinea i progressi fatti nell’attivazione dei fondi, ma per completare il piano entro la metà del 2026 sono necessari ritmi di spesa molto più elevati. La sfida sarà mantenere gli investimenti senza ridurre altri progetti pubblici e senza aumentare la capacità amministrativa e le risorse imprenditoriali disponibili.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

Tassi in rialzo sui titoli di Stato. Le elezioni regionali in Germania hanno visto una forte affermazione del partito di destra AfD, ma i mercati finanziari hanno reagito con calma, con lievi variazioni sull’azionario a causa della chiusura di Wall Street. Tuttavia, si è registrata una tensione sui mercati obbligazionari, con un aumento dei tassi dei titoli di Stato europei, tra cui il Bund tedesco al 2,34% e lo spread dei BTp italiani a 144 punti. Nonostante le somiglianze con la situazione politica francese, in Germania sembra improbabile un cambiamento di governo a breve termine. Gli analisti prevedono difficoltà future nella formazione di coalizioni e nella politica economica, ma la Germania ha già collocato la maggior parte del suo debito previsto per l’anno, mostrando una situazione di debito sovrano relativamente stabile.
Maximilian Cellino su Sole 24 Ore

Borse incerte per l’economia cinese. L’economia cinese desta preoccupazioni sui mercati globali a causa della debolezza nei settori manifatturiero e immobiliare, influenzando negativamente le Borse che hanno iniziato la settimana con cali, come evidenziato dallo 0,15% in meno di Milano e l’1,10% perso dalla Borsa di Shanghai. Nonostante le Borse europee abbiano chiuso con variazioni minime e in ordine sparso, la situazione economica cinese genera apprensione, soprattutto dopo i risultati negativi di importanti gruppi immobiliari come New World Development e Vanke. La mancanza di interventi incisivi da parte del governo cinese per sostenere l’economia e i timori di un rallentamento più ampio hanno pesato sui mercati. Gli investitori rimangono in attesa di dati chiave, come quelli sul mercato del lavoro USA, per anticipare le mosse della Fed riguardo ai tassi di interesse.
Morya Longo su Sole 24 Ore

Pagamenti illeciti, India sotto accusa. L’Autorità indiana sui mercati, la Securities and Exchange Board of India (Sebi), e la sua presidente Madhabi Puri Buch sono al centro di un’accusa di pagamenti illeciti da parte del principale partito di opposizione, l’Indian National Congress. Puri Buch è accusata di aver ricevuto oltre 1,8 milioni di euro da ICICI Bank, banca sotto la vigilanza della Sebi, dal 2017 a oggi, nonostante non vi lavori più dal 2011. Questi pagamenti sollevano dubbi su una controversa decisione della Sebi riguardante il delisting di una società controllata da ICICI Bank. Inoltre, Puri Buch è stata recentemente coinvolta in un altro caso di conflitto di interesse legato al gruppo di Gautam Adani, con accuse di possesso di quote in fondi offshore e mancata conferma di accuse precedenti contro il Gruppo Adani da parte della Sebi.
Marco Masciaga su Sole 24 Ore

Banche, 16 miliardi di cedole. Le principali banche italiane prevedono di distribuire oltre 16 miliardi di euro in dividendi nel 2024, superando i 14,3 miliardi distribuiti l’anno precedente, nonostante le aspettative di un anno meno favorevole. Intesa Sanpaolo si distingue come la più generosa, con una stima di circa 6 miliardi di euro in dividendi. L’analisi di Andrea Rinaldi suggerisce che le banche hanno beneficiato di un margine di interesse ancora elevato, una gestione attenta dei costi e delle commissioni, nonostante la BCE non abbia ridotto i tassi di interesse come previsto. Kearney prevede che le banche continueranno a essere generose con i dividendi, con Unicredit e Banco Bpm tra le più munifiche dopo Intesa Sanpaolo. La BCE, tuttavia, avverte le banche di rimanere vigili e di considerare incertezze e rischi nella loro pianificazione.
Andrea Rinaldi su Corriere della Sera

Gas russo, corre l’export in Europa. Le esportazioni di gas russo verso l’Europa sono in aumento, nonostante la riduzione dei volumi rispetto al periodo pre-guerra, grazie al supporto di Turchia e altri Paesi come Azerbaijan, Ungheria e Bulgaria. Gazprom, la compagnia energetica russa, ha visto triplicare il suo utile netto nel primo semestre, grazie anche a un incremento dell’11% delle esportazioni via gasdotto a luglio rispetto all’anno precedente. La Turchia sta emergendo come un hub chiave per il transito del gas, soprattutto in vista della scadenza del contratto di transito attraverso l’Ucraina alla fine del 2024. Gazprom sta offrendo sconti per riconquistare quote di mercato in Europa e sta cercando di garantire il flusso di gas anche dopo la scadenza del contratto ucraino, mentre la Turchia si prepara a esportare una miscela di gas di provenienza mista, con la Russia che prevedibilmente avrà un ruolo dominante.
Sissi Bellomo su Sole 24 Ore

Ridurre la dipendenza dalla tecnologia cinese. La prima ministra danese Mette Frederiksen ha avvertito che l’Europa dovrebbe ridurre la sua dipendenza dalla tecnologia cinese, imparando dalla precedente eccessiva dipendenza dal petrolio e gas russi. In un’intervista al Financial Times, ha sottolineato la necessità di un cambiamento di atteggiamento europeo e ha espresso preoccupazione per il sostegno della Cina alla Russia nell’invasione dell’Ucraina. Frederiksen ha suggerito che l’Europa dovrebbe investire di più nella tecnologia interna e non ha specificato se siano necessarie restrizioni commerciali per ridurre la dipendenza dai beni cinesi. Al forum di sicurezza Globsec, ha anche sollevato la questione della flotta ombra russa che elude le sanzioni occidentali e ha esortato gli alleati occidentali a non imporre limiti all’Ucraina nell’uso delle armi fornite, a condizione che rimangano entro il diritto internazionale.
Raphael Minder su Financial Times

Soldi per Open fiber. Open Fiber ha risposto a Infratel, società in house del Ministero dello Sviluppo Economico, chiedendo una rapida consultazione sulle cosiddette “aree grigie” per la realizzazione della rete con fondi del PNRR, ma con precise condizioni. La società, partecipata da Cdp e Macquarie, vuole escludere dalla consultazione quei civici vicini a reti esistenti o già previsti nei database, per concentrarsi su quelli più isolati. Questa richiesta arriva in un contesto di tensione finanziaria e di necessità di certezze per il proseguimento dei lavori e la negoziazione con le banche. Un emendamento governativo ha permesso di estendere la copertura ultrabroadband ai civici adiacenti a quelli previsti nei bandi, ma la consultazione aggiunge complessità al processo, generando preoccupazione in Open Fiber e presso i suoi investitori.
su Sole 24 Ore

Tutti fuori prima del 2029. Il governo è in trattativa serrata con la Commissione Europea per risolvere la questione delle concessioni balneari, con una possibile proroga al 2027 che appare incerta. Gli operatori balneari richiedono indennizzi per gli investimenti fatti, in vista delle nuove gare obbligatorie imposte dalle sentenze del Consiglio di Stato. La proposta di indennizzo per i concessionari uscenti è vista con sospetto da Bruxelles, che teme possa costituire un vantaggio indebito. Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, sta cercando di negoziare con la Commissione senza trascurare gli interessi degli operatori balneari, ma l’opposizione critica l’idea che lo Stato possa coprire parte degli indennizzi. La situazione rimane complessa, con il governo che cerca una soluzione che soddisfi sia la Commissione Europea sia gli operatori del settore.
Giuseppe Colombo su Repubblica

Finiti gli incentivi soffre Stellantis. Dopo un periodo di crescita grazie agli incentivi, il mercato automobilistico italiano ha visto un calo significativo delle immatricolazioni ad agosto, con un -1113,4% rispetto all’anno precedente. Stellantis ha registrato un declino ancora maggiore, con un -32,4% rispetto ad agosto 2023. Le vendite di veicoli elettrici sono anch’esse diminuite, con una riduzione del 40,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La produzione complessiva di Stellantis potrebbe scendere sotto i 500 mila veicoli entro la fine dell’anno, un livello che non si vedeva dal 2013. L’industria automobilistica affronta sfide come l’inflazione e gli alti tassi di interesse, che scoraggiano i consumatori dall’acquisto di nuovi veicoli.
Andrea Rinaldi su Corriere della Sera

Via Santander, in Ferrari arriva Unicredit. Ferrari ha annunciato un cambio di sponsor bancario per la sua scuderia di Formula 1: dal 2025 Unicredit sostituirà il Santander come partner ufficiale. L’accordo pluriennale con Unicredit è stato reso noto dopo la vittoria di Charles Leclerc a Monza, ma i dettagli finanziari rimangono top secret. Il logo di Unicredit apparirà sulle monoposto Ferrari, che dal prossimo anno vedranno anche Lewis Hamilton tra i piloti. Questo passaggio da una banca spagnola a una italiana rafforza la presenza di sponsor nazionali e internazionali nel portfolio di Ferrari, che include già aziende come HP, Shell e Puma. Unicredit, già attiva in sponsorizzazioni sportive diverse, si affianca così a partner tecnici come Pirelli e Brembo, espandendo la sua visibilità nel mondo dello sport.
Andrea Boeris su Mf

Auto, verso la chiusura in Germania di alcune fabbriche. Il gruppo Volkswagen sta affrontando una crisi nel settore delle auto elettriche e la crescente concorrenza, specialmente dalla Cina, che ha portato alla decisione di potenzialmente chiudere stabilimenti e licenziare lavoratori in Germania. Questo piano di austerità prevede la fine della garanzia di lavoro per circa 110.000 dipendenti tedeschi, un accordo che proteggeva i lavoratori dai licenziamenti fino al 2029. I sindacati si oppongono fermamente a questi piani, considerandoli un attacco all’occupazione. Volkswagen, che ha investito massicciamente nell’elettrico, si trova a dover ridurre i costi più del previsto per migliorare la redditività, mentre le azioni dell’azienda hanno mostrato un incremento in Borsa nonostante le sfide interne.
Claudia Luise su Stampa

Enav giù. Le azioni di Enav, la società italiana di gestione del traffico aereo, hanno registrato un calo del 3,1% a seguito di voci su una possibile vendita di una quota da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che attualmente detiene il 53% dell’azienda. Questa vendita sarebbe parte di un più ampio piano di privatizzazioni del governo, mirato a raccogliere 20 miliardi di euro in tre anni. Il governo ha già incassato 3 miliardi dalla vendita di quote in Eni e Monte dei Paschi di Siena. Secondo gli analisti, la vendita del 20% di Enav potrebbe fruttare circa 400 milioni di euro, con il titolo Enav che ha mostrato una crescita del 15% su base annua e del 20% dal minimo post-Covid.
Sara Bichicchi su Mf

200 milioni per la Tap. Lufthansa sta espandendo la sua presenza nel settore aereo europeo con l’intenzione di acquisire il 19,9% di TapAir Portugal per un valore tra i 180 e i 200 milioni di euro, senza però assumere il controllo completo che richiederebbe la notifica a Bruxelles. L’amministratore delegato di Lufthansa ha presentato il piano di acquisizione al governo portoghese, con l’obiettivo di aumentare la quota societaria dopo il rilancio di Ita Airways. L’investimento in Tap è strategico per Lufthansa per i collegamenti con il Brasile, l’Africa e il Nord America, settori che attirano anche altri grandi gruppi aerei. La Commissione Europea ha imposto il divieto di ulteriori aiuti statali per dieci anni a Tap, spingendo il governo portoghese verso la privatizzazione, processo interrotto dalle recenti elezioni anticipate.
Silvia Valente su Mf

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Pronti ad uscire dalla Ue. La leader dell’Alternative für Deutschland (AfD), Alice Weidel, in seguito ai successi elettorali nei Länder tedeschi, ha messo in discussione la posizione della Germania nell’Unione Europea, suggerendo che la “Dexit” (l’uscita della Germania dall’UE) potrebbe diventare una possibilità se l’Europa non ascolterà le richieste del suo partito. Weidel critica la cosiddetta “Brandmauer”, la linea rossa imposta dagli altri partiti tedeschi nei confronti dell’AfD, definendola antidemocratica e dannosa per la cultura democratica del paese. Sottolinea che l’AfD non è un partito radicale o estremista e che la sua crescita è dovuta al sostegno dei lavoratori che desiderano un cambiamento politico. Nonostante le controversie, Weidel afferma che l’AfD è il partito preferito dai lavoratori e che mira a una riforma dell’UE piuttosto che alla sua distruzione, mantenendo la possibilità di una Dexit come ultima risorsa.
Tonia Mastrobuoni su Repubblica

Voto amaro. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è sotto pressione dopo i risultati elettorali sfavorevoli in Sassonia e Turingia, dove l’estrema destra ha ottenuto un significativo successo. Scholz ha escluso l’idea di dimissioni e ha invitato i partiti tradizionali a non formare coalizioni con l’estrema destra, nonostante i risultati preoccupanti per il suo partito SPD. Nel frattempo, il leader cristianodemocratico Friedrich Merz si posiziona come potenziale candidato alla cancelleria, mentre la politica tedesca vede emergere la figura di Sahra Wagenknecht della sinistra sovranista e filorussa. La situazione politica è complessa, con il governo semaforo che punta a raggiungere la fine della legislatura e con sfide significative in termini di politica interna e estera, inclusa la gestione dell’immigrazione e la politica verso la Russia e la guerra in Ucraina.
Mara Gergolet su Corriere della Sera

Così la crisi ha spinto gli estremisti. La Germania sta affrontando una crisi economica e sociale che ha portato a un aumento del sostegno agli estremisti, come dimostrato dalla recente vittoria elettorale dell’AfD, partito di estrema destra. La guerra in Ucraina e il rallentamento economico della Cina hanno esacerbato i problemi strutturali del modello industriale tedesco, come la scarsità di investimenti e la stagnazione dei consumi. Volkswagen, simbolo dell’industria automobilistica tedesca, sta considerando la chiusura di uno stabilimento nazionale per la prima volta, segno tangibile della crisi. Gli economisti collegano la stagnazione economica e il disagio sociale all’ascesa dell’estremismo, sottolineando che i partiti tradizionali devono affrontare errori nelle politiche sociali, economiche ed energetiche per contrastare tale tendenza. Nonostante alcune opinioni divergenti, la crisi tedesca è vista come un segnale allarmante per l’intera Europa, con implicazioni dirette per l’Italia e la necessità di una maggiore flessibilità fiscale per gli investimenti.
Filippo Santelli su Repubblica

Non siamo nazisti, ci prenderemo anche l’Ovest. L’ideologo dell’AfD, Marc Jongen, afferma che la CDU dovrebbe considerare una coalizione con il suo partito, soprattutto dopo i risultati elettorali in Turingia e Sassonia. Jongen sostiene che l’AfD è pronta a governare e che la CDU dovrebbe rispettare la volontà degli elettori piuttosto che allearsi con la sinistra. L’AfD, che si descrive come un partito patriottico e non nazista, ha visto un aumento del consenso sia a Est che a Ovest, e Jongen critica la politica di immigrazione e energetica attuale, proponendo un ritorno all’energia nucleare e relazioni pragmatiche con la Russia. Nonostante le accuse di legami con il nazismo, Jongen respinge tali affermazioni, sottolineando l’orgoglio nazionale e la difesa dei valori tedeschi da parte dell’AfD.
Uski Audino su Stampa

Putin sfida l’Occidente. Vladimir Putin ha visitato la Mongolia, nonostante un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (ICC) per presunti crimini di guerra in Ucraina. La Russia si è detta fiduciosa che la Mongolia, membro dell’ICC dal 2002, non aderirà all’ordine di arresto, nonostante le richieste dell’Ucraina e di organizzazioni per i diritti umani. Durante la visita, Putin ha incontrato il presidente mongolo e partecipato agli eventi per il 85° anniversario dei conflitti di Khalkhin Gol. L’Ucraina ha condannato la visita, sostenendo che essa mina l’autorità dell’ICC, mentre un consigliere presidenziale ucraino ha affermato che ignorare il mandato dimostra l’assenza di regole internazionali. La Mongolia non ha risposto immediatamente ai commenti, mentre l’UE ha ribadito il suo sostegno alle indagini dell’ICC sui crimini di guerra in Ucraina.
Edward White su Financial Times

Missili su scuole e orfanatrofi. Missili russi hanno colpito infrastrutture ucraine, inclusi una scuola e un orfanotrofio, causando feriti e danni. Il presidente ucraino Zelensky, insieme al primo ministro olandese Dick Schoof, ha visitato un aula bunker e annunciato un sostegno olandese di 200 milioni di euro per l’Ucraina. Sul fronte militare, nonostante i combattimenti, non ci sono stati significativi cambiamenti territoriali, ma Zelensky ha parlato di prigionieri che potrebbero aprire la strada a nuovi scambi. Nel frattempo, Putin ha visitato la Mongolia, un paese membro della Corte penale internazionale che lo ha recentemente accusato di crimini di guerra, ma non è stato arrestato a causa dei forti legami tra i due paesi. In Russia, è stato domato un incendio in un deposito di petrolio causato da un attacco di droni ucraini.
Marta Serafini su Corriere della Sera

Il Donbass teme il crollo. La situazione nel Donbass è critica, con l’Ucraina che affronta un dilemma tra difesa e contrattacco mentre i russi avanzano, conquistando terreno rapidamente. L’attacco ucraino a Kursk, rivendicato come un successo dal presidente Zelensky, non ha rallentato la pressione russa sul Donbass, dove le difese ucraine mostrano segni di cedimento. Critiche internazionali emergono sulla gestione del conflitto da parte dell’Ucraina, con l’avvertimento che la perdita di Pokrovsk potrebbe compromettere l’intero fronte orientale. Nel frattempo, Kiev cerca ulteriori aiuti da Washington e non si esclude la possibilità di una nuova controffensiva ucraina, mentre la Russia potrebbe mirare a conquistare l’intera regione di Donetsk entro i prossimi mesi.
Paolo Brera su Repubblica

Scontro Biden Netanyahu. Un’ondata di scioperi e proteste ha colpito Israele, con manifestanti che chiedono un’intesa e la fine del governo di lunga data di Benjamin Netanyahu, in seguito alla morte di ostaggi nelle mani di Hamas. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha criticato Netanyahu per non fare abbastanza per negoziare il rilascio degli ostaggi, mentre Hamas ha rilasciato un video che mostra gli ostaggi uccisi. La tensione tra gli Stati Uniti e Israele è alta, con Biden che esercita pressioni e il governo britannico che sospende alcune licenze di esportazione di armi verso Israele. Netanyahu, nonostante la pressione internazionale e le proteste nazionali, rimane fermo sulla sua posizione, promettendo di mantenere il controllo sul Corridoio Filadelfia e di rispondere all’uccisione degli ostaggi.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Mediazione altrimenti ci ritiriamo. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha incontrato più volte le famiglie degli ostaggi israeliano-americani detenuti a Gaza, anticipando i prossimi passi della Casa Bianca per ottenere un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Il presidente Biden e la vicepresidente Harris hanno formulato una proposta finale, che sarà presentata a Israele e Hamas tramite mediatori, dando alle parti una settimana per accettare o rifiutare. La proposta include dettagli sul rilascio degli ostaggi e sul controllo del Philadelphi Corridor, un punto critico nei negoziati. Se la proposta non viene accettata, potrebbe segnare la fine della mediazione americana. Le tensioni tra Biden e il primo ministro israeliano Netanyahu sono evidenti, con Biden che critica apertamente l’approccio di Netanyahu e sottolinea la necessità di un accordo, nonostante le sfide politiche interne.
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Esportazioni ridotte. Il Regno Unito ha ridotto le esportazioni di armi verso Israele, sospettando che possano essere usate in violazione del diritto internazionale a Gaza. Nel frattempo, in Israele cresce la tensione contro la politica del governo Netanyahu, con proteste di massa e scioperi sindacali che chiedono un accordo per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Netanyahu rimane fermo sulla sua posizione, nonostante le critiche interne e internazionali, e promette che Hamas pagherà per l’uccisione di sei ostaggi israeliani. Il presidente Herzog ha espresso scuse per non aver protetto le vittime, mentre il bilancio delle vittime a Gaza sale a oltre 40.000 palestinesi uccisi e quasi 100.000 feriti.
Sole 24 Ore

Francia. Quasi due mesi dopo le elezioni legislative che hanno bloccato l’ascesa dell’estrema destra in Francia, il paese è ancora alla ricerca di un nuovo governo. Il presidente Emmanuel Macron ha incontrato l’ex primo ministro Bernard Cazeneuve, che ha posto condizioni per un possibile incarico, creando tensione all’interno del partito di Macron. Le consultazioni si sono intensificate, con incontri tra Macron e figure politiche come gli ex presidenti Hollande e Sarkozy, e Xavier Bertrand. Mentre la candidatura di Cazeneuve perde terreno, guadagna spazio l’ipotesi di Thierry Beaudet, presidente del Consiglio economico, sociale e ambientale, come primo ministro tecnico. Macron cerca un equilibrio tra mantenere il controllo e consentire un maggiore gioco parlamentare, in un contesto politico ancora incerto.
Anais Ginori su Repubblica

Serve un premier che cambi rotta. Lucie Castets, candidata del Nouveau front populaire (NFP), sostiene la necessità di un cambio di politica in Francia e si propone come premier alternativo alle scelte di Macron. Nonostante non sia una politica di professione, Castets si sente supportata dai partiti di sinistra e dalla società civile, e mira a unire la sinistra contro la politica di Macron e l’avanzata dell’estrema destra. Anche se non ha la maggioranza assoluta, crede in possibili alleanze con il centro su temi specifici. Castets è aperta a partecipare a manifestazioni contro il rifiuto di Macron di nominarla premier e critica il presidente per non aver rispettato la volontà di cambiamento espressa dai cittadini.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Il viaggio più lungo. Papa Francesco ha intrapreso il suo viaggio più lungo, un tour di 12 giorni attraverso 4 Paesi in Asia e Oceania, coprendo oltre 33.000 km. Il viaggio include sedici discorsi che toccano temi centrali del suo pontificato, come la pace, il dialogo interreligioso, i cambiamenti climatici e le disuguaglianze economiche. Nonostante le sfide della salute e dell’età, il Papa mostra determinazione nel portare avanti questo viaggio, originariamente pianificato per il 2020 ma rimandato a causa della pandemia. Il tour, che include tappe in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore, è anche un passo verso il sogno di Francesco di visitare la Cina, con la speranza di ristabilire relazioni diplomatiche interrotte dal 1951.
Gian Guido Vecchi su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Più donne per Ursula. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sta cercando di aumentare la presenza femminile nell’esecutivo, in linea con le recenti nomine di commissari europei da parte dei paesi membri. Attualmente ci sono 10 donne su 27 membri, ma questo numero potrebbe crescere dopo le audizioni con il Parlamento europeo. La Romania e il Portogallo hanno optato per candidate femminili esperte, mentre Malta sta considerando una donna per aumentare le sue possibilità di ottenere un portafoglio importante. La nuova Commissione sembra spostata più a destra, con 15 rappresentanti del PPE e la possibilità di una vicepresidenza esecutiva per l’Italia, che però richiede l’approvazione di Francia e Germania. Le vicepresidenze saranno abbinate a direzioni generali specifiche, eliminando le vicepresidenze semplici.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Musk premia Meloni. Il 23 settembre, a margine dell’Assemblea Generale dell’ONU, il magnate Elon Musk premierà la premier italiana Giorgia Meloni con il Global Citizen Award dell’Atlantic Council a New York. Questo premio potrebbe rafforzare i legami politici tra Meloni e l’amministrazione Trump, nel caso in cui Trump vinca le elezioni presidenziali americane. Tuttavia, se la vittoria andasse a Kamala Harris, la situazione potrebbe creare imbarazzo per Meloni, data l’esplicita associazione di Musk con Trump. Meloni e Musk hanno già discusso in passato di interessi imprenditoriali e politiche demografiche, e un ulteriore incontro è previsto per discutere di potenziali investimenti in Italia. La premiazione e l’associazione con Musk potrebbero avere implicazioni complesse per la politica interna ed estera italiana, a seconda dell’esito delle elezioni americane.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Basta buttare soldi. La premier Giorgia Meloni in un’intervista televisiva ha annunciato l’intenzione di superare la legge Bossi-Fini sull’immigrazione, evidenziando una riduzione degli sbarchi e la necessità di soluzioni strutturali. Ha inoltre distanziato la sua posizione da quella del vicepremier Matteo Salvini riguardo alla sicurezza, commentando un caso di cronaca nera. Meloni ha toccato anche il tema dell’autonomia differenziata, sottolineando che non saranno concessi nuovi poteri alle regioni senza la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Infine, ha espresso il desiderio di intervenire sulle pensioni minime, allineandosi con le richieste di Forza Italia, e ha criticato la distribuzione indiscriminata di bonus economici.
Francesco Olivo su Stampa

Incognita Azione e Renzi in Liguria. In Liguria la situazione politica è incerta sia per il centrosinistra che per il centrodestra in vista delle prossime elezioni regionali. Il centrosinistra sta cercando di coagulare il consenso attorno ad Andrea Orlando, ma incontra ostacoli con Italia Viva e il Movimento 5 Stelle, che pone un veto alla partecipazione dei renziani. Azione è ancora indecisa e attende chiarimenti sul programma. Nel centrodestra, l’ex governatore Giovanni Toti, che annuncia il suo ritorno al giornalismo, potrebbe avere incontri chiave, mentre la Lega non pone veti sui candidati ma richiede condivisione nelle scelte. La situazione rimane fluida e si attendono sviluppi imminenti.
Emanuele Buzzi su Corriere della Sera

Liguria ok di Schlein. L’accordo di centrosinistra in Liguria è stato raggiunto, con Andrea Orlando in attesa dell’investitura ufficiale. Il Partito Democratico minimizza la questione Italia Viva (IV), focalizzandosi sul programma elettorale piuttosto che sull’ingresso dei renziani nella coalizione. Elly Schlein del Pd esprime soddisfazione per la convergenza ottenuta e l’intenzione di avviare la campagna elettorale, anche senza il coinvolgimento di Matteo Renzi e IV. Nel frattempo, il leader di Azione, Carlo Calenda, richiede garanzie sul programma, in particolare sulle opere pubbliche, prima di confermare il sostegno a Orlando. La coalizione cerca di bilanciare la necessità di un’ampia alleanza con il rischio di alienare gli elettori a causa dell’inclusione di IV.
Niccolò Carratelli su Stampa

Vannacci. Il generale Roberto Vannacci, europarlamentare eletto nelle file della Lega, è al centro di un nuovo procedimento disciplinare a seguito della pubblicazione del suo secondo libro, “Il coraggio vince”, che potrebbe portarlo alla degradazione militare. Nonostante la sospensione di 11 mesi dalle forze armate ricevuta in precedenza, Vannacci si dice sereno e convinto della correttezza delle sue azioni. Il suo avvocato, Giorgio Carta, sostiene che l’integrità di Vannacci sarà riconosciuta. Tuttavia, la recidiva nell’aver pubblicato un secondo libro senza autorizzazione potrebbe costargli il grado di generale, decisione ora nelle mani della commissione militare giudicante.
Matteo Pucciarelli su Repubblica

Affaire Sangiuliano. Il caso Boccia-Sangiuliano è tornato alla ribalta dopo che Maria Rosaria Boccia ha pubblicato documenti riservati sul G7 che non avrebbe dovuto possedere. Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è difeso affermando di aver considerato Boccia come consulente gratuito, ma di aver rinunciato all’idea per l’opposizione degli uffici. La Premier Meloni ha dichiarato di essere stata rassicurata da Sangiuliano, ma la pubblicazione dei documenti da parte di Boccia ha riacceso i dubbi sulla sua posizione. La vicenda ha suscitato molto interesse mediatico, con la Meloni che ha cercato di chiudere la questione in TV, ma la situazione rimane incerta dopo la divulgazione dei documenti da parte di Boccia sui social media.
Alessandra Arachi su Corriere della Sera

La verità di Sangiuliano. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha scritto una lettera a La Stampa per chiarire la situazione riguardante la dottoressa Maria Rosaria Boccia, negando l’uso di fondi pubblici per viaggi o incarichi a suo favore. Sangiuliano ha spiegato di aver conosciuto Boccia durante la campagna per le elezioni europee e di aver considerato di assegnarle un incarico gratuito come consigliere per i grandi eventi, ma ha poi rinunciato per evitare potenziali conflitti di interesse. Il ministro ha sottolineato che Boccia non ha mai partecipato a procedimenti amministrativi e che la decisione di spostare il G7 Cultura da Positano a Napoli è stata presa per ragioni logistiche e di contenimento della spesa, indipendentemente dalla sua conoscenza con Boccia. Sangiuliano esprime rammarico per il turbamento causato dalla vicenda e ribadisce la sua trasparenza nell’esposizione dei fatti.
Gennaro Sangiuliano su Stampa

Evitare rimpasti. La premier Giorgia Meloni è turbata dalla possibilità che emergano registrazioni compromettenti riguardanti il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, legate alla figura di Maria Rosaria Boccia, una presenza influente e controversa. Nonostante le pressioni, Meloni sceglie di non richiedere le dimissioni di Sangiuliano, cercando di evitare un rimpasto di governo. Gli alleati di centrodestra osservano la situazione senza intervenire apertamente. La situazione di Sangiuliano rimane incerta, con Meloni che prende tempo e smentisce l’uso di fondi pubblici per Boccia, mentre si avvicina il G7 della cultura a Pompei, un evento che potrebbe accentuare l’attenzione mediatica sul caso.
Simone Canettieri su Foglio

Dossieraggio nelle istituzioni. L’inchiesta di Perugia, condotta dal procuratore Raffaele Cantone, ha rivelato un sistema di dossieraggio che coinvolgeva accessi illegali a dati sensibili da parte del tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e del magistrato Antonio Laudati. Sono stati accertati 172 accessi illeciti a informazioni di politici, celebrità e altri soggetti istituzionali. Nonostante la Procura abbia richiesto gli arresti domiciliari per i due principali sospettati, il giudice ha negato la misura cautelare, pur riconoscendo indizi di reità. Le indagini continuano per determinare le finalità e i mandanti dietro questi accessi abusivi, con ulteriori episodi ancora da chiarire. La vicenda è emersa in seguito a una denuncia del ministro Guido Crosetto e ha portato alla luce pratiche illecite all’interno degli organismi istituzionali.
Giovanni Bianconi su Corriere della Sera

Dossier partito dal Domani. Il Procuratore Capo di Perugia, Raffaele Cantone, ha inserito nelle richieste di arresto per l’ex pm antimafia Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano, dettagli su un dossier contro il ministro Guido Crosetto, originato da cronisti legati a Carlo De Benedetti. Le accuse si basano sul rischio di reiterazione dei reati e di inquinamento delle prove. Il dossier, pubblicato dal quotidiano “Domani”, è stato creato da Stefano Vergine, giornalista di “L’Espresso”. La gip Elisabetta Massini ha però rigettato le misure cautelari, non ritenendo sussistente il pericolo di inquinamento probatorio e ritenendo improbabile la reiterazione dei reati da parte di Striano, ora senza il supporto di Laudati. Cantone ha difeso la validità della richiesta cautelare e annunciato l’intenzione di trasmettere gli atti alla Commissione antimafia, mentre il difensore di Laudati ha criticato la comunicazione di Cantone come un attacco al diritto di difesa.
Fabio Amendolara su La Verita’

Toti: la politica si è arresa. Nell’intervista a “Quarta Repubblica”, Giovanni Toti, ex governatore della Liguria, si difende dalle accuse che lo hanno portato alle dimissioni, sostenendo di essere in pace con la sua coscienza e di non aver commesso reati. Toti critica la politica per aver ceduto troppo potere alla magistratura, permettendo che atti legittimi vengano interpretati come corrotti. Nonostante le accuse di corruzione, voto di scambio e finanziamento illecito, Toti ribadisce la legittimità delle sue azioni e la legalità di pratiche come il rinnovo della concessione del Terminale Rinfuse. L’intervista evidenzia anche la debolezza del sostegno politico a Toti e la sua determinazione a dimostrare l’errata interpretazione delle accuse da parte dei magistrati nel processo che lo attende.
Felice Manti su Giornale

Spese folli. Il governo sta affrontando critiche per le spese sostenute per il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) in Albania, che ammontano a circa un milione di euro al mese per pagare le diarie agli agenti italiani. Gli agenti, tra cui agenti penitenziari, poliziotti, carabinieri e finanzieri, ricevono un aumento di circa cento euro al giorno, oltre a vitto, alloggio e viaggi di rientro a casa. Il sindacato Uilpa della polizia penitenziaria ha espresso perplessità, sottolineando il rapporto sproporzionato tra agenti e detenuti e la mancanza di formazione adeguata per gli agenti. Il Cpr, che avrà 1120 posti, e un hot spot sulla costa per 300 migranti, sono al centro di un accordo tra Italia e Albania, ma sollevano questioni riguardo alla gestione, ai costi e alle condizioni di detenzione dei migranti.
Irene Famà su Stampa

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati