Rassegna stampa 30 aprile

SICUREZZA

Rallentamento? Prematuro parlarne. I titoli della difesa dell’UE stanno perdendo terreno. Dopo uno strappo di due anni, che ha visto l’indice aerospaziale e della difesa superare di 10 volte il benchmark più ampio, la marcia del settore è finita al rialzo? I commentatori suggeriscono di no. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen vuole “mettere il turbo” all’industria europea, spendendo di più e spendendo a livello nazionale. L’Europa, insieme agli Stati Uniti e al Regno Unito, sta inviando fondi e hardware all’Ucraina. L’invasione della Russia ha dato il via all’alleato del settore. Nel complesso, secondo lo Stockholm International Peace Research Institute, lo scorso anno la spesa militare ha superato i 2,4 trilioni di dollari, ovvero il 2,3% della produzione economica e un aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente. Mentre i conflitti proliferano in tutto il mondo, i vecchi sistemi necessitano di essere sostituiti e ammodernati: metà dei sistemi terrestri europei e ben quattro quinti dei sistemi aerei terrestri hanno più di 30 anni, ha affermato McKinsey. Il riarmo dovrebbe spingere i bilanci della difesa fino al 6-8% del Pil, secondo Sash Tusa, analista di Agency Partners. I registri degli ordini degli appaltatori illustrano la storia: l’italiana Leonardo prevede nuovi ordini per 105 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Ciò equivale a 19,5 miliardi di euro quest’anno, rispetto ai 17,3 miliardi di euro del 2022. Circa 23 paesi hanno raggiunto l’obiettivo della Nato di almeno un quinto dei bilanci della difesa destinati alle attrezzature nel 2022. Ma affinché non rimangano dubbi, il governo britannico, in una dichiarazione congiunta con la Investment Association, ha affermato che “investire in società della difesa buone, di alta qualità e ben gestite è compatibile con le considerazioni ESG”. Tuttavia, secondo Morningstar Direct, il 70% dei fondi azionari ESG europei non ha esposizione al settore della difesa e dell’aerospaziale, in calo rispetto al 75% di gennaio 2022. Uno scenario globale turbolento suggerisce che le recenti vendite sono più un segnale di allarme che un’opportunità di acquisto.
Lex sul Financial Times

Ecco come proteggere un mondo interamente digitalizzato. Il supercalcolo sta avanzando l’industria italiana, abilitando integrazioni di dati complessi come quelli da satelliti e dispositivi connessi, necessari per le smart city e la gestione delle infrastrutture, ma incrementa anche l’esposizione al rischio di cyber attacchi. Leonardo punta su un’infrastructure HPC chiamata davinci-1 per potenziare il settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza, mentre riconosce l’importanza della cybersecurity per proteggere dati e infrastrutture, adottando un approccio “cyber-secure by-design”. Il nuovo piano industriale di Leonardo si pone l’obiettivo di sbloccare il potenziale di crescita del gruppo, che dispone di un portafoglio di prodotti e servizi ad altissima tecnologia e che, come ha detto l’amministratore delegato e direttore generale Roberto Cingolani, oggi «ha bisogno di creare un’orchestra».
Alberto Quarati su Secolo XIX

L’Eurofighter vale 58 miliardi. Il programma Eurofighter Typhoon, con l’Italia che ha un ruolo centrale nei siti Leonardo di Torino, contribuirà con 58 miliardi di euro al PIL dei paesi partner (Regno Unito, Germania, Italia e Spagna), sostenendo 62.700 posti di lavoro all’anno; in uno scenario di crescita, si stima un impatto fino a 90 miliardi di euro di PIL, ritorni fiscali per 22 miliardi e 98.000 lavori annuali. Leonardo, con una partecipazione del 21% che raggiunge il 36% considerando anche le responsabilità su avionica ed elettronica di bordo, svolge un ruolo significativo in questo progetto di collaborazione industriale nella Difesa europea.
su Stampa Torino

Galileo, si torna ad Ariane 6. La Commissione Europea ha incaricato Arianespace di effettuare cinque lanci per la costellazione satellitare Galileo, recuperando così la sovranità europea in ambito spaziale, con i primi quattro satelliti della nuova generazione previsti per i voli di Ariane 6. Dopo aver dovuto affidare temporaneamente i lanci a SpaceX, la ripresa dei lanci con Ariane 6 previsti a partire dal 2025 segna il ritorno all’indipendenza europea nel lancio satellitare, con un totale di ventotto satelliti Galileo già lanciati da Arianespace e altri previsti per il 2026 e 2027.
Michel Cabirol su Tribune

Missili a lungo raggio a Kiev, ma in segreto. Il ministro della Difesa britannico, Grant Shapps, ha rivelato che l’Italia, insieme a Regno Unito e Francia, ha fornito in segreto missili Storm Shadow a lungo raggio a Kiev per l’uso nella guerra in Ucraina, soprattutto nella Crimea, arma che ha mostrato la sua efficacia in operazioni cruciali. Shapps ha citato l’Italia in un’intervista al Times. Il quotidiano ha avuto accesso al gigante delle armi Mbda che assembla gli Storm Shadow nei pressi di Stevenage. Anche se l’esecutivo italiano non conferma l’invio di questi missili, la dichiarazione di Shapps svela il contributo italiano non ammesso pubblicamente, e le armi fornite risultano essere coperte dal segreto di stato.
Daniele Raineri su Repubblica

Blitz anti Houti nel Mar Rosso. La fregata italiana Virginio Fasan, operante nell’ambito dell’Operazione Eunavfor Aspides per proteggere le rotte commerciali, ha abbattuto un drone armato avvicinatosi a un mercantile europeo nel Mar Rosso. L’attacco con il drone, simile a precedenti incursioni Houthi, è stato neutralizzato dalla Fasan, che ha garantito la sicurezza del mercantile continuando il percorso pianificato.
su Stampa

Il carro armato del futuro. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, e il suo omologo francese, Sebastien Lecornu, hanno firmato una lettera di intenti per creare un polo industriale congiunto per la difesa terrestre europea, con l’intenzione di integrare tecnologie avanzate e rafforzare la cooperazione industriale e le capacità difensive dell’Europa. L’intesa tra i due ministri si inserisce nel solco dell’accordo siglato a dicembre del 2023 tra Leonardo e Knds, gruppo franco-tedesco. Inoltre, la Francia si è aperta alla partecipazione italiana al progetto di un carro armato del futuro, sviluppato con la Germania, promuovendo ulteriormente la collaborazione europea nel settore della difesa terrestre.
su formiche.net

L’esigenza di una difesa comune. L’ambasciatore Riccardo Sessa sostiene che, nonostante la NATO rimanga un’alleanza forte a 75 anni dalla sua fondazione, l’esigenza di una difesa comune europea è divenuta fondamentale, soprattutto alla luce delle crisi attuali. Sessa evidenzia le sfide nell’istituirne una, ricordando l’importanza della consapevolezza europea in difesa dei cittadini e dei loro diritti, e riflette sulle relazioni transatlantiche e il potenziale impatto di un nuovo mandato di Donald Trump sulla politica di sicurezza.
Eleonora Lorusso su La Ragione

Arquus. Arquus ha trionfato nella gara per la fornitura di una nuova flotta di camion-cisterne militari (CCNG) all’esercito francese, battendo concorrenti europei e ottenendo un contratto da circa 500 milioni di euro per la consegna di circa 380 camion-cisterne, con un’opzione per ulteriori 200. La gamma Armis, comprendente veicoli militari 4×4, 6×6 e 8×8, è stata interamente progettata, sviluppata e prodotta in Francia e contribuirà a sostenere l’industria nazionale, inclusa la rete di piccole e medie imprese.
Michel Cabirol su Tribune

Sottomarino fantasma. Il Dipartimento della difesa dell’Australia ha presentato il Ghost Shark, il primo sottomarino autonomo a lungo raggio del paese, capace di missioni multiuso e modulare, con un budget di 130 milioni di euro finanziato da una collaborazione tra la marina militare australiana e aziende del settore difesa e tecnologia. Il progetto, che prevede la costruzione di tre sottomarini di questo tipo in tre anni, si inserisce in un investimento di 7 miliardi di euro per sviluppare capacità di guerra sottomarina in un contesto geopolitico instabile, con l’obbiettivo di potenziare le difese nazionali e creare nuove opportunità di lavoro nel settore tecnologico
Filippo Merli su Italia Oggi

Difesa UE. Macron apre il dibattito sulla difesa antimissile europea. Per dare alla Francia un ruolo da protagonista e porre le altre capitali europee di fronte alle loro responsabilità, Emmanuel Macron ha aperto un dibattito tanto complesso quanto delicato. Combina deterrenza nucleare e difesa convenzionale.
Nicolas Barotte su Le Figaro

I missili mettono il turbo a Avio. La società aerospaziale Avio (Leonardo è il primo azionista con quasi il 30%) ha registrato un rialzo del 5,06% in borsa, arrivando a chiudere a 11,22 euro, un incremento che secondo Banca Aleros è legato alle aspettative di un nuovo ciclo di produzione di missili terra/aria. Mbda, il principale consorzio europeo produttore di missili, punta a triplicare la produzione del razzo Camm e ad aumentare del 50% quella di Aster, mentre la Francia sta pressando per anticipare la consegna di missili Aster e potrebbe raddoppiare l’ordine fino a circa 2 miliardi di euro, situazione che incentiva un outlook positivo su Avio.
Luca Carrello su Mf

Bond Boeing. Boeing ha ottenuto ordini per 77 miliardi di dollari in una vendita di obbligazioni, la prima dall’annuncio di una perdita di 355 milioni di dollari e il declassamento del rating da parte di Moody’s. L’azienda prevede di raccogliere 10 miliardi di dollari con obbligazioni che hanno scadenze variabili tra i tre e i quaranta anni.
su Sole 24 Ore

Domanda boom. La domanda di trasporto aereo sta crescendo oltre i livelli pre-pandemia, ma l’offerta è limitata a causa di problemi con i produttori Boeing e Airbus, tensioni geopolitiche e scioperi, portando a una previsione di aumento del costo dei biglietti aerei tra il 5% e il 10% per l’estate. I problemi di produzione e manutenzione stanno costringendo alcune compagnie aeree, come Ryanair e Wizz Air, a rivedere al ribasso le loro previsioni di crescita e utili, mentre l’Italia si distingue per una crescita dell’offerta di posti aerei che supera il livello pre-pandemico.
Mara Monti su Sole 24 Ore

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

L’Italia vota si al Patto che aveva bocciato qualche giorno fa. Il Consiglio europeo ha approvato una riforma delle regole di bilancio che richiede ai Paesi con debito pubblico superiore al 90% del PIL di elaborare un piano di consolidamento, tagliando l’eccedenza dello 0,1% annuo, e impone nuove misure strutturali. L’Italia, criticata da alcuni per la mancata opposizione e l’accettazione del compromesso, è tra i Paesi che dovranno attuare queste regole stringenti, con il rischio di sanzioni qualora non si conformi alle nuove direttive europee entro i termini stabiliti.
Emanuele Boni su Stampa

Sette bonus lavoro in arrivo. Il governo italiano ha preparato un pacchetto di sette misure bonus per incentivare il lavoro, inclusi sgravi contributivi e incentivi per assumere giovani, donne e persone nelle aree del Mezzogiorno e favorire l’autoimpiego, ma queste sono soggette all’approvazione della Ue. Tra i principali provvedimenti, previsti nel decreto Coesione e altri documenti normativi, figurano sgravi fino a 100% sui contributi previdenziali per nuove assunzioni di categorie specifiche, incentivi all’autoimprenditorialità e un’indennità di 100 euro per i redditi bassi, posticipata a gennaio.
Claudio Tucci su Sole 24 Ore

Ariston, Mosca non si ferma. La diplomazia e il governo italiano stanno lavorando per risolvere la situazione concernente la nazionalizzazione temporanea da parte della Russia della filiale russa del gruppo Ariston, con contatti a livello internazionale per comprendere le intenzioni russe; nel frattempo, l’ambasciatore russo ha giustificato la misura come reazione a politiche ostili italiane e il ministro Antonio Tajani sta organizzando un incontro per proteggere le imprese italiane e valutare le misure prese dalla Russia. Sebbene riguardi solo il 3% del fatturato complessivo di Ariston Group, la nazionalizzazione, che ha colpito anche altre aziende europee come la tedesca Bosch, è seguita da un dialogo tra i governi e la richiesta di un’intervento da parte dell’UE da parte del ministro Tajani, mentre i mercati hanno reagito positivamente dopo una breve iniziale preoccupazione.
Marco C Sabella su orriere della Sera

Così Putin saccheggia le aziende italiane. La diplomatica italiana ha convocato l’ambasciatore russo per discutere il caso di nazionalizzazione dell’azienda italiana Ariston, richiedendo la revoca del provvedimento e sollecitando l’intervento delle istituzioni europee, mentre la Russia giustifica le azioni come risposta a comportamenti ostili. Nel contesto più ampio, le aziende private, specialmente le straniere, sono prese di mira dal governo russo che, sfruttando la guerra come pretesto, attua un massiccio saccheggio di risorse, con nazionalizzazioni e vendite forzate a oligarchi vicini al Cremlino, distruggendo il concetto di diritto di proprietà in Russia e arricchendo gli alleati di Putin.
Federico Fubini su Corriere della Sera

Il governo rincorre i soldi degli Emirati. Il governo italiano intende attrarre investimenti dagli Emirati Arabi, beneficiando della loro grande liquidità bancaria, durante l’evento Investopia Europe 2024 a Milano il 10 maggio, con la partecipazione di ministri e imprenditori per creare nuove opportunity di business. Gli Emirati, mantenendo rapporti neutri in Medio Oriente, sono visti come partner strategici per le aziende italiane, specialmente dopo la chiusura degli sbocchi commerciali russi e ucraini.
Carlotta Scozzari su Repubblica

Vivendi prepara l’uscita. Il gruppo Vivendi ha annunciato l’intenzione di uscire da Telecom Italia e di riorganizzare le proprie attività, puntando a una scissione parziale che coinvolge la quotazione indipendente di Canal +, Havas e le attività editoriali, con il voto finale previsto per aprile 2025; contemporaneamente, il Tribunale di Milano ha annullato il sequestro di 249 milioni di euro a Tim in relazione a un caso di servizi mobile extra a pagamento non dovuti addebitati agli utenti. Nel caso di Telecom Italia, la Vivendi contesta la vendita della rete di Tim e definisce non strategica la propria quota, pur proteggendo i propri diritti di azionista, mentre l’acquisto di questa rete da parte di Kkr procede con un valore d’impresa stimato fino a 22 miliardi di euro, pendente l’approvazione antitrust.
Antonella Olivieri su Sole 24 Ore

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Fermiamo la destra. Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, esorta a contrastare l’estrema destra difendendo i valori di libertà e democrazia dell’UE, e pone l’accento sulla necessità di allargamento e una difesa comune per far fronte alle sfide poste da Russia e altri attori internazionali. Michel difende l’allargamento del 2004 come fattore di forza nel contesto attuale, riconoscendo però la necessità di riforme e investimenti, soprattutto in ambito di difesa e competitività, per mantenere la solidità e l’efficacia dell’Unione.
Claudio Tito su Repubblica

Fermare Israele su Rafah. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, si è mostrato speranzoso che Hamas accetti una proposta di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, con gli Stati Uniti che fanno pressione sul gruppo tramite alleati regionali e cercano di negoziare la normalizzazione dei rapporti fra Israele e l’Arabia Saudita, legata alla creazione di uno Stato palestinese. Nel contesto di queste trattative, gli USA spingono Israele verso la normalizzazione con la condizione della risoluzione del conflitto a Gaza, mentre il Primo Ministro israeliano Netanyahu esprime preoccupazioni circa un possibile mandato di arresto della Corte penale internazionale per le violazioni dei diritti umani.
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Tregua nelle mani di Hamas. La tregua a Gaza pende da un filo, con accuse mosse al premier israeliano Netanyahu alla Corte penale internazionale di Aja per aver fatto morire di fame la popolazione civile; i negoziati tra Israele e Hamas sono complessi, ma gli USA, attraverso il segretario di Stato Blinken, spingono Hamas a accettare una “generosa” proposta di tregua. D’altra parte, gli attacchi aerei israeliani continuano, con un recente bombardamento che ha colpito obiettivi a Gaza, uccidendo 26 persone, tra cui un neonato, mentre si cerca dal Medio Oriente al Golfo una soluzione che porti alla ricostruzione post-conflitto di Gaza e un riconoscimento diplomatico più ampio di Israele.
Fabiana Magrì su Stampa

Entro maggio alcuni Stati Ue riconosceranno la Palestina. Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, ha annunciato che alcuni Stati membri dell’UE riconosceranno lo Stato palestinese entro maggio, con l’obiettivo di appoggiare la soluzione a due Stati per la pace nella regione. A spingere in questa direzione ci sono principalmente Spagna, Irlanda, Malta e Slovenia, nonostante non tutti gli Stati europei siano allineati su questa posizione a causa di divergenze nell’atteggiamento nei confronti di Israele.
Daniele Castellani Perelli su Repubblica

È difficile, ma non è tardi. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha fatto visita a sorpresa a Kiev per incontrare il presidente Zelensky in un momento descritto come difficile, con i russi avanzando e preparando una grande offensiva estiva, ma ha espresso ottimismo sostenendo che l’Ucraina può ancora prevalere con l’aiuto in arrivo. Nonostante le dichiarazioni positive, il comando ucraino e gli analisti militari riconoscono i progressi russi lungo il fronte orientale e la preoccupazione per una potenziale minaccia russa alle città importanti della regione di Donetsk ancora sotto controllo ucraino.
S. su Sole 24 Ore

Ucraini all’angolo. Le truppe ucraine nel Donbass si trovano in una situazione critica, con relazioni di analisti che mettono in dubbio le narrazioni più ottimistiche sulla loro posizione, e con rischi di aggiramento dovuti all’avanzata russa. Durante una visita a sorpresa a Kiev, il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, ha invitato il presidente ucraino Zelensky al prossimo summit della Nato, ma ha chiarito che un invito formale per l’adesione dell’Ucraina all’alleanza non è imminente, mentre Zelensky critica la lentezza della consegna degli aiuti militari promessi.
Davide Maria De Luca su Domani

Le spie di Pechino. Si concentrano sull’Europa con operazioni che fungono da specchietto per le allodole per ottenere influenza. Una vasta rete statale stringe i legami con la Russia e l’estrema destra del continente nel tentativo di indebolire l’Occidente. Cina e Russia hanno obiettivi comuni che promuovono congiuntamente quando questo serve ai loro interessi.
John Paul Rathbone su Financial Times

Parola mancante. Nelle discussioni sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale la parola mancante è forze armate. La decisione di non regolamentare la tecnologia sul campo di battaglia ha un prezzo umano.
Marietje Shaake su Financial Times

Macron non è all’altezza. Nel suo discorso molto atteso, il Presidente Emmanuel Macron ha esposto una serie di idee ambiziose e proposte tecniche per rafforzare l’Europa, ma non è riuscito a delineare una chiara strategia o un accordo condiviso per unire il continente dietro la sua visione, mentre affrontava sfide geopolitiche e la necessità di rafforzare le difese europee. Macron ha anche sollevato questioni come l’investimento nella transizione verso l’energia e il clima, l’integrazione fiscale europea, e il rafforzamento della politica industriale europea, ma non ha fornito piani concreti per superare le realtà politiche e le divisioni all’interno dell’UE.
Shahin Vallée su Financial Times

Putin e Zelensky negoziato impossibile. Il Presidente Mattarella ha sottolineato che non ci si può abituare alla guerra, un messaggio applicabile anche al conflitto in Ucraina, dove si discute più di questioni militari che di negoziati di pace. Il negoziato tra Russia e Ucraina appare difficile, con entrambi i lati che attualmente valutano il costo di un accordo inferiore al prezzo politico di continuare il conflitto, e con l’Italia che potrebbe svolgere un ruolo nell’incoraggiare un dialogo, sfruttando la propria presidenza del G7.
Ettore Sequi su Stampa

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Leali ma diversi. Antonio Tajani, leader di Forza Italia e Ministro degli Esteri, ribadisce la lealtà della sua formazione a Giorgia Meloni, enfatizzando però l’identità distinta e l’appello al proprio elettorato moderato, e punta al 10% alle elezioni Europee con un occhio al 20% alle Politiche. Smentisce le critiche dell’opposizione sulle questioni di sanità, fiscalità e burocrazia, sottolineando gli interventi del governo e la propria agenda per la pace e la diplomazia internazionale, incluso il ruolo centrale dell’Arabia Saudita nel Medio Oriente.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Il Viminale ha detto si. Il Viminale ha dato il via libera all’utilizzo del solo nome “Giorgia” per votare Giorgia Meloni alle elezioni europee, come indicato nei manuali di voto inviati a presidenti di seggio e scrutatori. Gli alleati di Meloni, tuttavia, osservano con preoccupazione la sua strategia personalistica, temendo che possa eclissare i loro voti, mentre la segretaria del Pd Elly Schlein critica l’assenza di contenuti concreti dietro la campagna focalizzata sulla figura di Meloni.
Federico Capurso su Stampa

I nomi contano molto a destra e poco a sinistra. I sondaggisti evidenziano che, sebbene i nomi in lista per le elezioni europee spostino pochi consensi tra gli elettori, l’effetto è maggiore a destra che a sinistra, con la possibilità che Giorgia Meloni porti un incremento di voti a Fratelli d’Italia. La presenza di leader sulla carta elettorale divide gli elettori: molti non approvano questa strategia di candidature “civetta”, in particolare tra i sostenitori del centrosinistra, e il valore aggiunto della candidatura di figure di spicco come Meloni o Schlein potrebbe essere relativamente limitato in termini di voti effettivi.
Serena Riformato su Stampa

Meloni cede a FI. Il Consiglio dei ministri è pronto a dare il via libera alla riforma sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, un pilastro del programma di Forza Italia, completando così un accordo elettorale a tre prima del voto delle Europee. La riforma, che solleverà ulteriori controversie con l’ordine giudiziario, propone una modifica radicale del sistema corrente, introducendo percorsi separati per pm e giudici e suscitando reazioni sia di sostegno che di critica in base a differenti interpretazioni della sua necessità e conformità ai principi europei di indipendenza della magistratura.
Ilario Lombardo su Stampa

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