Rassegna Stampa 30 marzo

LEONARDO

Difendere la pace. Roberto Cingolani, attuale amministratore delegato di Leonardo, esprime preoccupazione per il periodo storico complesso e pericoloso che stiamo vivendo, sottolineando l’importanza della difesa della pace. Espone come la sicurezza globale sia in realtà irraggiungibile e come la tecnologia possa essere usata sia a fini benefici sia dannosi. Cingolani rileva una carenza di esperti nel campo STEM in Italia e indica le infrastrutture tecnologiche come fondamentali per la sicurezza nazionale. Inoltre, illustra la posizione strategica di Leonardo nello sviluppo della sicurezza europea e sottolinea l’importanza di una difesa comune europea. Infine, il piano industriale del gruppo prevede un forte investimento in innovazione, digitalizzazione e cooperazione europea, nel quadro di una transizione dal business della difesa verso quello della sicurezza
Agnese Pini su Giorno – Carlino – Nazione

Allarme Moody’s. Un report di Moody’s avverte che l’incremento della spesa in difesa dei paesi europei può mettere a rischio la sostenibilità del loro debito, specialmente in nazioni come Italia e Spagna, dove il debito potrebbe aumentare fino al 147% del PIL. La corsa al riarmo, stimolata dalle tensioni geopolitiche, potrebbe nuocere al profilo di credito dei paesi e peggiorare le tensioni sociali interne. Sebbene l’aumento delle spese militari possa beneficiare l’industria della difesa, i governi potrebbero dover cercare misure compensative, come aumenti di entrate o tagli di spesa altrove, per evitare di aggravare il debito. La pressione sarà particolarmente sentita nei paesi già fortemente indebitati e potrebbe estendersi a nazioni come la Germania, che hanno vincoli costituzionali sull’indebitamento
in S spesa su ole 24 Ore

80 miliardi per la difesa europea. La guerra in Ucraina ha portato i 27 paesi dell’Unione Europea a doversi impegnare per investire altri 80 miliardi di euro in difesa, per raggiungere il 2% del Pil richiesto dalla Nato. La European Defence Agency (EDA) ha rilevato che nel 2022 la spesa militare UE era al 1,5% del Pil, con una tendenza in crescita dal 2014. Gli aumenti previsti preoccupano l’agenzia di rating Moody’s, in particolare per l’impatto sui conti pubblici di Italia e Spagna; raggiungere il 2% potrebbe peggiorare il rapporto debito/Pil e aumentare il dissenso sociale. L’EDA sottolinea che anche altri paesi, tra cui Francia, Germania e Polonia, avrebbero difficoltà a mantenere bilanci sostenibili nel raggiungere il target Nato entro il 2030 senza interventi aggiuntivi.
Sulla Stampa

Impatto del debito. Moody’s, l’agenzia di rating statunitense, ha espresso preoccupazione riguardo l’impatto che l’aumento della spesa per il riarmo potrebbe avere sul debito pubblico italiano, specialmente in vista dell’approvazione del Documento di Economia e Finanza (Def) da parte del governo entro il 10 aprile. L’Italia, insieme alla Spagna, è tra le nazioni più vulnerabili a causa del loro debito pubblico elevato e dell’obiettivo NATO di portare la spesa per la difesa al 2% del PIL, soglia dalla quale sono attualmente lontane. Il governo italiano è già alla ricerca di 15 miliardi di euro per mantenere gli sconti fiscali esistenti, e un ulteriore aumento della spesa militare potrebbe aggravare il debito pubblico e scatenare tensioni sociali e politiche, a fronte di una scarsa approvazione popolare per nuovi investimenti in ambito militare. Moody’s segnala che un adeguamento dell’Italia all’obiettivo NATO potrebbe elevare il debito dal 138% al 144% del PIL entro il 2030
Nicola Pini su Avvenire

Putin non si fermerà. Marco Minniti discute l’escalation di Vladimir Putin nell’attuale conflitto ucraino e il recente attacco dell’ISIS a Mosca. Sottolinea che lo zar potrebbe sfruttare l’Ucraina come scudo contro gli insuccessi e che l’Ucraina non dovrebbe diventare una moneta di scambio nei negoziati. Minniti indica che la pacificazione dell’Ucraina richiederà il consenso ucraino e sostiene il suo ingresso nell’UE come via per garantire la sicurezza e la ricostruzione del paese. Inoltre, Minniti pone l’accento sulla necessità di alta vigilanza contro il terrorismo islamico e sulla solidità dei sistemi di sicurezza italiani contro possibili attacchi. Infine, riflette sul potere dell’Europa rispetto alle promesse di politici come Trump e tratta la questione dei rapporti tra autorità e criminalità organizzata, criticando coloro che riconoscono il potere delle mafie sul territorio
Hoara Borselli su Giornale

Distruggere l’Europa. Anne Applebaum, esperta di Russia e storico Pulitzer, mette in guardia sull’ambizione di Putin di distruggere l’Unione Europea e procedere verso Occidente, se l’Ucraina dovesse essere sconfitta. La minaccia russa viene sottovalutata dall’opinione pubblica e dagli stessi politici europei, che non adottano misure defensive adeguate. Applebaum suggerisce di aumentare gli investimenti nella difesa europea e di supportare militarmente l’Ucraina. Inoltre, critica l’intensa campagna informativa della Russia in Europa e apprezza la presa di posizione di Macron sull’eventualità di truppe europee in Ucraina. La deterrenza nucleare, che protesse l’Occidente durante la Guerra Fredda, è vista ancora come un importante strumento strategico contro la minaccia russa.
Francesca Paci sulla Stampa

La guerra è alle porte. Donald Tusk, ex presidente del Consiglio dell’Unione Europea e attuale premier polacco, in un’intervista evidenzia una crescente tensione prebellica in Europa e sottolinea la necessità di un maggiore investimento in difesa, specialmente in vista dell’aggressione russa verso l’Ucraina. Sottolinea la preparazione della Polonia a investire fortemente in difesa e il ritiro dal Trattato sulle forze convenzionali nell’area NATO. Tusk critica le passate priorità dell’UE su green, LGBT e politiche minoritarie, suggerendo che queste siano diventate irrilevanti di fronte alle nuove sfide di sicurezza. Al contempo, il testo mette in luce le incongruenze tra il pensiero di Tusk e le sue azioni in Polonia, soprattutto in relazione alla libertà dei media e all’accoglienza dei migranti, confutando la sua visione di un’Europa unita contro le minacce esterne.
Giorgio Gandola su La Verita’

Spesa per la difesa. La spesa per la difesa delle democrazie dell’Europa occidentale è diminuita costantemente in termini reali dalla fine della Guerra Fredda. Il “dividendo della pace” che i governi immaginavano sarebbe derivato dal crollo del comunismo si è tuttavia rivelato illusorio. L’incapacità a lungo termine di investire nelle capacità di difesa, con la conseguente dipendenza dalla disponibilità americana a sostenere il peso dei dispiegamenti della NATO, è stata messa a nudo dall’aggressione della Russia all’Ucraina. La Gran Bretagna deve spendere di più per la difesa in termini reali e in proporzione al reddito nazionale. Questo problema è stato sollevato da James Heappey, ministro uscente delle forze armate, intervistato oggi dal Times.
Su Times

L’IA guida le bombe israeliane. Il sistema di intelligenza artificiale Habsora, usato dall’esercito israeliano (IDF) per identificare obiettivi nei suoi attacchi, è stato coinvolto in accuse di genocidio per il suo ruolo negli attacchi su Gaza. Nonostante Habsora proponga obiettivi basati sull’analisi dei dati, la decisione finale è ancora presa da un comandante umano. Sono emersi dubbi sulla sua affidabilità e sulla sua predisposizione ai pregiudizi, che potrebbero essere stati appresi durante il processo di addestramento del sistema. Queste preoccupazioni sono esacerbate dall’effetto “black box” delle IA, dove la logica decisionale dell’algoritmo può non essere completamente compresa dagli sviluppatori stessi. Le critiche sorgono anche sul piano etico e legale internazionale, in particolare quando si considera l’impatto sulle popolazioni civili nelle zone di guerra densamente popolate.
Francesca Canto su Domani

Genova rotta delle armi tra Usa e Arabia. La nave saudita Bahri Abha ha attraccato a Genova con un carico di mezzi militari per l’esercito USA, una mossa che indica una rotta nuova per le armi attraverso l’Italia. Secondo l’organizzazione The Weapon Watch, questi mezzi sono destinati a Camp Darby, il maggiore deposito di armi americane fuori dagli USA, situato in Toscana. L’attività nel porto genovese e la partecipazione di navi con bandiera saudita suggeriscono un rafforzamento dell’alleanza militare tra gli USA e l’Arabia Saudita. Movimenti analoghi di armi e mezzi nei porti italiani hanno sollevato polemiche in passato, come le denunce di mobilitazioni contro navi cariche di armi saudite destinate alla guerra in Yemen. Questi traffici, monitorati da attivisti e collezionisti di dati, contribuiscono ad alimentare il dibattito sul ruolo dell’Italia e dei suoi porti nel sostenere le operazioni militari a livello globale, sollevando anche questioni legali e costituzionali
Giulio Cavalli su La Notizia

Talebani in Qatar. Alla fiera internazionale di sistemi militari Dimdex in Qatar, si è notata la presenza di una delegazione talebana che, nonostante l’Afghanistan non abbia sbocchi sul mare, mostrava interesse per le tecnologie militari esposte. Gli americani, con una base strategica a Doha, sembrano aver tollerato la presenza afghana per evitare che Kabul si avvicinasse troppo alla Cina, interessata alle terre rare afghane. La fiera ha messo in luce la posizione centrale del Qatar nella diplomazia mondiale, capace di negoziare con varie parti anche conflittuali. Tuttavia, la complessità globale e i conflitti attuali rendono difficile interpretare questi eventi nel contesto delle tensioni internazionali crescenti, come sottolineato dalle dichiarazioni di leader politici.
Francesco Verderami su Corriere della Sera

Australia. L’Australia ha annunciato un investimento di 2,5 miliardi di euro per l’acquisto di sottomarini nucleari dal Regno Unito, rispondendo all’incertezza geopolitica globale e al bisogno di rafforzare i propri sistemi di difesa, specialmente nel Pacifico e Mar Cinese meridionale. Questo accordo rientra in un potenziamento più ampio della marina australiana, che prevede anche un incremento della flotta da 11 a 26 navi entro il 2035, con l’aggiunta di navi dotate di missili Tomahawk a lungo raggio. Il patto di sicurezza Aukus, che include Australia, Regno Unito e Stati Uniti, è alla base di queste iniziative, condividendo la produzione e lo sviluppo di sottomarini nucleari e il loro armamento. Il ministro della difesa australiano ha enfatizzato che l’accordo con il Regno Unito conferma l’impegno dei paesi Aukus nel campo della sicurezza e della produzione avanzata di sottomarini, mentre i ministri della difesa dei tre paesi hanno sottolineato la resilienza e la cooperazione nella difesa collettiva per i prossimi decenni
Filippo Merli su Italia Oggi

Erasmus militare. L’idea è creare un Erasmus militare europeo, che consenta agli studenti di scuole militari di studiare all’estero, sulla scia del successo del programma Erasmus civile. Il contesto è dato dall’aggressione russa all’Ucraina, che ha reso urgente la questione della difesa europea comune, che richiede un’integrazione delle forze armate e strutture di difesa dei vari stati membri dell’UE. La proposta mira ad avviare scambi tra le scuole militari italiane, come la Nunziatella e la Teulié, e quelle di altri Paesi europei, promuovendo la condivisione di ideali e rafforzando l’idea di una difesa integrata europea. Il progetto, pur avendo dimensioni diverse dall’Erasmus civile, potrebbe essere realizzabile senza grandi ostacoli o investimenti e potrebbe rafforzare anche la proposta di promuovere la Nunziatella come scuola militare di riferimento nell’Unione Europea.
Ricardo Franco Levi su Corriere della Sera

Fincantieri. Una nuova spinta al titolo Fincantieri potrebbe venire anche dall’M&A: già il rally del 2023 era stato innescato da possibili alleanze con Leonardo; ora il mercato ha reagito positivamente alle voci sulla possibile acquisizione di Wass.
Sofia Fraschini su Giornale

Airbus e la sfida con Boeing. Airbus ha superato Boeing in termini di valore di Borsa, ordini e vendite, in seguito a problemi che hanno afflitto Boeing, inclusi incidenti aerei, fermi produttivi e calo del valore delle azioni. La perdita di fiducia verso la leadership di Boeing ha portato le principali compagnie aeree a richiedere un cambiamento al vertice, culminando con l’uscita del CEO e altre figure chiave. I problemi di Boeing sono stati esacerbati dalla gestione disastrosa del modello 737 Max, con conseguenti incidenti mortali, e da una gestione aziendale che ha privilegiato la finanza sull’ingegneria. In confronto, Airbus ha mantenuto un approccio di produzione più tradizionale e ha registrato un aumento delle vendite e degli ordini. Boeing ora affronta la sfida di riconquistare la fiducia del mercato e dei clienti mentre Airbus continua a espandere la propria quota di mercato negli aerei a corridoio singolo.
Mara Monti su Sole 24 Ore

Aerospazio. Thales Alenia Space ha annunciato il completamento del modulo pressurizzato per i nuovi cargo Cygnus presso i suoi stabilimenti di Torino, Italy. Questi moduli sono destinati al trasporto di materiali e rifornimenti verso la Stazione Spaziale Internazionale per conto della NASA. Mentre Thales costruisce la struttura primaria, Northrop Grumman si occupa del modulo di servizio. La nuova generazione di cargo può portare fino a 5 mila chili di carichi e dispone di un volume interno di 36 metri cubi. Walter Cugno di Thales esprime orgoglio per il lavoro svolto in 15 anni di collaborazione con Northrop Grumman, con le prossime fasi che includono test di pressione e assemblaggio in previsione delle consegne future
Su Giornale del Piemonte e della Liguria

Investitore cinese. L’azienda Industria Italiana Autobus (IIA) vive un periodo di incertezza con i lavoratori in agitazione richiedendo un incontro al ministero per risolvere la situazione. Due offerte di acquisto sono state presentate, una dalla Seri Industrial e l’altra da una cordata guidata da Valerio Gruppioni e comprendente altre figure di rilievo, mentre emerge l’interessamento di un investitore cinese, la Shandong Tangujun Ouling Automobile, a entrare nell’azionariato. I lavoratori di Bologna sono preoccupati per l’occupazione e gli stabilimenti locali, hanno indetto scioperi e chiesto chiarezza sullo stato finanziario dell’azienda, specialmente riguardo ai fondi promessi fino al 2024 e al piano di assunzioni. Nel frattempo, con un nuovo ordine di autobus da Atene, l’azienda deve consegnare circa 450 autobus entro l’anno, richiedendo ulteriori assunzioni per far fronte alla domanda
Alessandra Testa su Corriere di Bologna

Atenei. Il governo italiano sembra intervenire contro le manifestazioni pro-Palestina nelle università, evocando il fantasma del terrorismo e considerando misure di controllo e limitazione degli accessi agli atenei. Di recente, criticità sono sorte all’Università della Columbia per un emoji della bandiera palestinese su Zoom, mentre in Italia proteste contro la guerra e contro i rapporti con Leonardo e Fondazione Med-or, presieduta da Marco Minniti. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi propone di militarizzare gli atenei per prevenire atti di dissenso, in contrasto con le precedenti esortazioni alla libertà di contestazione da parte della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Parallelamente, preoccupazioni sono espresse riguardo l’impatto politico ed economico delle collaborazioni universitarie con industrie belliche, che influenzano la ricerca e potenzialmente normalizzano la guerra
Giulio Cavalli su La Notizia

Armi italiane ai nordici. Solo nell’ultima “Relazione annuale sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama), risulta che alla Polonia di Tusk l’Italia ha venduto 28,5 milioni di euro in armi nel 2023. All’Ungheria di Viktor Orban le aziende italiane hanno ottenuto l’autorizzazione per inviare quasi il doppio degli armamenti dati alla Polonia, 52,5 milioni di euro. Di questi, 49,9, quindi quasi il totale delle commesse se l’è aggiudicato Rwm (controllata italiana della tedesca Rheinmetall che nell’export italiano fa da padrona). Segue Leonardo che a Budapest ha inviato armi per 1,1 milioni di euro.
Alessia Grossi su Il Fatto Quotidiano

Leonardo arma le università. Leonardo ha investito 2,2 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, cooperando con 90 università e centri di ricerca globali, principalmente in Italia, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti. Il 75% del fatturato di Leonardo proviene dal settore Difesa, ed il coinvolgimento accademico nella ricerca è intensificato nel campo dei droni e della robotica, con progetti critici come il Drone Contest. Tuttavia, crescono le proteste studentesche e accademiche contro la “militarizzazione dell’università” e l’etica di tali collaborazioni, specialmente alla luce delle vittime civili in conflitti quali quello a Gaza. Leonardo ha sottoscritto contratti accademici in Italia e ha assegnato numerose borse di studio, mentre altri enti di difesa stanno finanziando in modo significativo la ricerca militare nelle università italiane.
Vincenzo Bisbiglia su Il Fatto Quotidiano

Evitare relazioni dirette. Al Politecnico di Torino e in altri atenei di quattro Paesi cresce il dissenso di studenti e docenti, come il Professor Michele Lancione, contro le intese universitarie con l’industria militare, in particolare con Leonardo, l’azienda produttrice degli Eurofighter. Lancione sostiene che queste collaborazioni compromettono l’indipendenza e la credibilità dell’università, impedendole di esprimere un dissenso chiaro contro la guerra e l’apparato militare. Secondo il docente, bisognerebbe evitare relazioni dirette con produttori di armamenti e aumentare i finanziamenti pubblici alla ricerca per garantire l’autonomia delle università. Una proposta per il futuro è quella di far decidere a comitati etici formati da docenti e studenti quali progetti accettare, evitando quelli che possono avere un uso militare (dual use) o che legittimano culturalmente entità come Frontex. La tendenza è di spingere per una smilitarizzazione delle università, con azioni come il rifiuto dell’accordo Italia-Israele e l’iniziativa di rettori che lasciano incarichi in consigli di fondazioni legate all’industria delle armi.
Vincenzo Bisbiglia su Il Fatto Quotidiano

ECONOMIA E FINANZA

Inflazione. L’inflazione in Italia ha ripreso a salire a marzo, registrando un incremento annuale dell’1,3%, dopo lo 0,8% di febbraio. I dati, forniti dall’Istat, rivelano una frenata dei prezzi alimentari e una attenuazione del calo dei prezzi energetici, che hanno caratterizzato il rallentamento inflazionistico dei mesi precedenti. L’inflazione di fondo, che esclude gli elementi più volatili come l’energia e gli alimentari freschi, si è attestata a +2,4%. Quest’ultimo dato suggerisce una lieve ripresa rispetto al +2,3% precedente, mentre i prezzi al consumo armonizzati sono cresciuti dell’1,2% su base mensile e dell’1,3% su base annua. La previsione per l’inflazione acquisita del 2024 è del +0,6% per l’indice generale e del +1,3% per la componente fondamentale, indicando una moderata stabilità nei trend inflazionistici
Carlo Marroni su Sole 24 Ore

Fatturati in calo. A febbraio, il fatturato delle imprese italiane segna un lieve calo dello 0,2%, mentre a marzo la produzione si mantiene stabile secondo l’indice Real Time Turnover (Rtt) e i dati di Confindustria. Nel dettaglio, le costruzioni sono in calo (-3,5%), l’industria registra un lieve decremento (-0,3%), ma i servizi crescono (+1,0%). I risultati dell’indagine di Confindustria rivelano maggiore ottimismo tra gli imprenditori: si riduce il numero di quelli che prevedono una contrazione della produzione, mentre crescono le aspettative di miglioramento. I fattori principali che influenzeranno la produzione nei prossimi mesi includono la domanda e gli ordini, con un saldo positivo, mentre prevalgono preoccupazioni per i costi di produzione, la disponibilità di materiali e di manodopera. Inoltre, le piccole imprese mostrano un forte aumento nell’indice Rtt (+7,2%), a differenza di medie e grandi imprese che registrano cali più consistenti
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

Superbonus. Il decreto fiscale Dl 39/2024 ha introdotto un blocco delle cessioni dei crediti del Superbonus, rendendo i lavori di ristrutturazione ed efficentamento energetico quasi impossibili per molti contribuenti. Questo stop, in vigore dal giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, mira a rafforzare il controllo sul deficit per il triennio 2024-2026, escludendo dalla possibilità di cessione del credito alcune categorie come il Terzo settore e le cooperative. Tale intervento ha creato una “seconda ondata” di esodati del Superbonus, complicando la situazione per chi ha già avviato i lavori senza aver sostenuto spese effettive e per chi, nonostante avesse presentato la Cilas, ancora non ha iniziato i lavori. L’emiciclo delle Emilia-Romagna e del Molise protesta in particolare per l’esclusione dalle misure di salvaguardia delle aree terremotate. Il decreto ha anche risvolti negativi per la liquidità e potrebbe portare a contenziosi legali per lavori già contrattualizzati.
Giovanni Parente su Sole 24 Ore

Superbonus imprevedibile. Andrea Monorchio, ex ragioniere dello Stato di 84 anni, con una carriera che l’ha visto servire nove governi, difende la professionalità del suo successore Biagio Mazzotta sulla questione delle stime mancate relative al Superbonus. Secondo Monorchio, le difficoltà nel prevedere tale deficit erano legate alla complessità dei dati e ritiene ingiusto incolpare Mazzotta, essendo i numeri difficili da anticipare. Nel suo dialogo, fa riferimento alla necessità di mantenere una leale collaborazione con i governi e ricorda che anche dire “no” è parte integrante del ruolo, con l’intento di trovare soluzioni senza prevaricare. Monorchio apprezza la capacità di Giancarlo Giorgetti e Giorgia Meloni di proteggere la finanza pubblica e li considera affidabili. Conclude inviando auguri per una vecchiaia senza rancore né malanimo, evidenziando il suo approccio pacificato alla vita e alla carriera
Carmelo Caruso su Foglio

Serve una regia. Il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi evidenzia l’importanza della Blue Economy, un settore in forte crescita, e riconosce che l’Italia e la Liguria hanno un ruolo cruciale grazie alla loro posizione geografica. Rixi parteciperà a incontri internazionali in Europa e negli USA per discutere di decarbonizzazione, trasporto ferroviario e politiche green, e per promuovere la cantieristica italiana nel settore crocieristico. È prevista la visita al nuovo terminal crociere di Fincantieri Infrastructure dove si tratterà il futuro del settore in termini di sostenibilità e digitalizzazione. Infine, si sottolinea l’urgenza di una regia unificata per una gestione coordinata del sistema dei trasporti e degli investimenti in Italia, superando l’attuale frammentazione normativa.
Luigi Pastore su Repubblica Genova

Confindustria. L’elezione del nuovo presidente di Confindustria è imminente e le dinamiche interne si intensificano con Antonio Gozzi che, escluso dalla corsa in seguito ad una controversa decisione, ha deciso di non presentare ricorso e supportare Emanuele Orsini. Questa mossa ha incrementato notevolmente il sostegno verso Orsini, ponendolo in vantaggio rispetto all’altro candidato, Edoardo Garrone. Gli endorsement per Orsini provengono da diverse associazioni regionali, incluso il blocco tradizionalmente legato a Gozzi. Dopo aver negoziato alcune condizioni riguardanti il programma e posizioni strategiche nell’organizzazione, Gozzi si è ufficialmente allineato con Orsini, rendendolo così il favorito per la presidenza
Claudia Marin su Giorno – Carlino – Nazione

Pnrr per gli studenti. La Cassa depositi e prestiti (Cdp) ha lanciato un portale per facilitare la realizzazione di 60 mila nuovi alloggi universitari entro il 2026, finanziati tramite il Fondo riforma con 1,2 miliardi di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il portale permette ai soggetti pubblici e privati di richiedere contributi per la gestione degli alloggi e calcolare la tariffa media applicabile tramite un simulatore digitale. Gli alloggi dovranno essere vicini alle università o a zone ben servite dai trasporti pubblici, con almeno il 30% destinato a studenti meritevoli e a basso reddito, e una tariffa ridotta di almeno il 15% rispetto al mercato. Gli studenti avranno accesso ai posti letto tramite le graduatorie regionali, con queste condizioni che dovranno essere rispettate per almeno 12 anni
Francesco Bisozzi su Messaggero

Ita. Ita Airways sta affrontando delle difficoltà nel processo di fusione con Lufthansa, principalmente a causa degli ostacoli imposti dall’Antitrust europeo, che sta richiedendo concessioni ritenute inaccettabili sia dall’azienda italiana che da quella tedesca. Il presidente di Ita, Antonino Turicchi, e il Tesoro, azionista unico della compagnia italiana, non hanno un piano alternativo e mirano ad una rapida integrazione nel gruppo di Lufthansa. Si valuta una manovra che evita il cambio di controllo, consentendo a Lufthansa di detenere il 41% di Ita senza necessità di approvazione europea. Nel frattempo, c’è anche la possibilità di un coinvolgimento di MSC, precedente interessato all’acquisto di Ita, ma ciò richiederebbe significative modifiche ai piani in corso. La situazione è complicata anche dal rischio di ricorsi da parte di altri vettori aerei che potrebbero congelare l’accordo in caso di approvazione da parte dell’Antitrust.
Leonard Barberi su Corriere della Sera

Golden Power. L’OPA di Honeywell per l’acquisizione del 100% di Civitanavi Systems non sarà bloccata dal governo italiano, ma saranno richieste garanzie per mantenere le caratteristiche “italiane” dell’azienda nel settore dell’aerospazio, rilevante per la difesa nazionale. Questo intervento del governo segna la prima applicazione del Golden power nel 2024, uno strumento legislativo che permette all’esecutivo di imporre condizioni sulla sicurezza nazionale in caso di acquisizioni strategiche. Civitanavi, fondata nel 2012 e quotata all’Euronext Growth Milan dal 2022, è specializzata in tecnologie di navigazione inerziale e vanta una posizione di leadership nel settore. Honeywell, con una capitalizzazione di mercato di 130 miliardi di dollari, mira a integrare le tecnologie di Civitanavi nelle sue piattaforme aerospaziali globali, puntando al sostegno di applicazioni di volo autonomo. L’affare, che prevede un investimento totale di 200 milioni di dollari, dovrebbe concludersi nel terzo trimestre dell’anno corrente
Gianluca Nostro su Giornale

Torna la Millemiglia. Trenitalia ha acquisito il programma di fidelizzazione MilleMiglia di Alitalia, dando nuova vita alla card fedeltà del vettore di Stato in crisi. I commissari di Alitalia, dopo vari tentativi falliti, sono riusciti a vendere il programma attraverso un ultimo bando ad aprile 2023. Trenitalia punta a beneficiare delle sinergie con la propria Carta Freccia e a sfruttare la vasta banca dati di oltre 6,2 milioni di iscritti alla carta MilleMiglia. Il programma permette di accumulare punti mediante varie partnership e continuerà a operare sotto il nome Millemiglia-MyMiglia. Nonostante il cambio di nome e gestione, si conferma il mantenimento dei circa 30 posti di lavoro garantiti dalla precedente struttura del programma
Aldo Fontanarosa su Repubblica

Tim. Il confronto per la guida del Gruppo Tim vede contrapposti l’attuale amministratore delegato, Pietro Labriola, e l’ex manager Stefano Siragusa, in vista dell’assemblea fissata per il 23 aprile. Vivendi, primo azionista di Tim con quasi il 24% delle quote, appare in posizione di attesa e potrebbe astenersi durante il rinnovo del cda, per il quale sono state presentate quattro liste di candidature. Tutte le liste condividono l’intenzione di procedere con la vendita della rete a Kkr, valutata fino a 22 miliardi di euro, tuttavia vi sono differenze sui piani operativi specifici, come emerge dalle diverse proposte di Merlyn e Asati, entrambe favorevoli a Labriola. L’incertezza maggiore per la prossima assemblea riguarda l’atteggiamento che assumerà Vivendi, mentre i Piccoli azionisti e Bluebell sostengono Labriola e il fondo Cdp, detentore del 10% del capitale, si aspetta il supporto di altri azionisti istituzionali. Il futuro strategico della rete Tim è al centro del dibattito e sarà discusso anche durante una riunione del comitato per il golden power prevista per il 2 aprile, che coinvolgerà Vivendi e Tim
Giuliano Balestreri su Stampa

La sfida di Stm. STMicroelectronics, azienda italo-francese specializzata in semiconduttori, sta spostando l’intelligenza artificiale (IA) dalla centralizzazione nei data center all’elaborazione dati alla “periferia” (edge AI). Il chief innovation officer, Alessandro Cremonesi sottolinea i vantaggi di questa scelta, come maggiore privacy e efficienza, poiché i dati non devono essere trasferiti per l’elaborazione. Il focus è su mercati come automotive, Internet delle cose e robotica. L’azienda è stata pioniera nell’innovazione italiana dell’AI con prodotti distribuiti su più Paesi, e pur accogliendo la regolamentazione europea sull’AI, Cremonesi enfatizza la necessità di mantenere un equilibrio che non ostacoli lo sviluppo tecnologico. Nonostante le tensioni USA-Cina, il mercato dei semiconduttori è previsto in crescita.
Vittorio Carlini su Sole 24 Ore

Msc. Gianluigi Aponte, armatore e leader dell’azienda di navigazione Mediterranean Shipping Company (MSC), punta sulla rinascita di Genova acquisendo storiche realtà come il giornale “Secolo XIX” e investendo in infrastrutture portuali. Pur non mostrando inclinazioni politiche, è diventato una figura centrale negli affari italiani, ampliando la presenza di MSC in vari settori, tra cui il trasporto marittimo, con progetti ambiziosi per il porto di Genova. A differenza di altre figure del passato da cui sembra prendere ispirazione, Aponte ha mantenuto una bassa visibilità pur avendo una notevole influenza economica. Nel suo impegno per rafforzare il posizionamento di Genova come hub logistico nel Mediterraneo, è coinvolto in grandi progetti di sviluppo urbano e infrastrutturale che intendono superare l’isolamento geografico della città e rilanciarne l’economia e la demografia.
Stefano Cingolani su Foglio

Agnelli. La Corte del Riesame ha confermato la legittimità del secondo sequestro di materiale informatico effettuato nella casa di John Elkann e in altre sedi legate all’inchiesta sulla presunta truffa ai danni dello Stato nell’eredità Agnelli. La Procura di Torino ha esteso le accuse a partire dal 2015 per una presunta dichiarazione fraudolenta di Marella Caracciolo che avrebbe nascosto a fini fiscali una rendita di 8 milioni di euro e altri redditi da un conto off-shore. I legali dei fratelli Elkann hanno espresso delusione e stanno considerando un eventuale ricorso in Cassazione. L’inchiesta, che coinvolge anche il commercialista Ferrero e il notaio Von Gruenigen, si focalizza sul mancato pagamento di tasse su una porzione dell’eredità di Gianni e Marella Agnelli destinata ai fratelli Elkann.
Massimiliano Nerozzi su Corriere della Sera

Compensi record. Sergio Ermotti, CEO di UBS, è il banchiere più pagato in Europa con un guadagno di 14,7 milioni di euro nel 2023, superando Ana Botín di Santander con 12,2 milioni e precedendo il suo aumento salariale previsto per il 2024 a 20 milioni di franchi svizzeri. In Italia, Andrea Orcel di Unicredit riceverà un compenso di 9,75 milioni di euro per aver raggiunto tutti gli obiettivi del 2023. In confronto, negli Stati Uniti, i compensi dei banchieri sono ancora maggiori, come illustra il caso di James Gorman di Morgan Stanley con un guadagno di 37 milioni di dollari. Le retribuzioni dei manager bancari continuano a crescere riflettendo il buon momento per le banche, evidenziato dalla corsa del margine di interesse e dell’indice Stoxx Banks ai massimi dal 2018.
Andrea Rinaldi su Corriere della Sera

Tassi, non c’è fretta per la Fed. A febbraio, l’inflazione negli Stati Uniti ha mostrato un rallentamento meno veloce del previsto con una crescita del Pce core dello 0,3%, leggermente sopra le attese di Jerome Powell. Il presidente della Federal Reserve ha dichiarato che non c’è bisogno di affrettarsi a tagliare i tassi d’interesse nonostante un’inflazione core annua in calo al 2,8%. Il dato generale di inflazione è salito al 2,5%, indicando che l’economia e il mercato del lavoro rimangono forti. La Fed, che ha mantenuto i tassi tra 5,25% e 5,5%, prevede tre possibili cali di tassi nel corso dell’anno, fermo restando che ogni decisione sarà ponderata sulla base della solidità economica e delle pressioni inflazionistiche persistent
Gianluca di Donfrancesco su Sole 24 Ore

Tesla. Il primo trimestre dell’anno ha segnato un momento difficile per Tesla con una riduzione delle stime di consegna da 475mila a circa 400mila veicoli, innescando preoccupazioni sulla domanda e una perdita di fiducia degli investitori nel marchio. Problemi come la debole richiesta, soprattutto in Cina e negli USA, la crescente concorrenza da parte dei produttori cinesi come BYD e Xiaomi, e gli stop alla produzione nella gigafactory di Berlino hanno contribuito alla crisi. Tesla sta affrontando anche sfide legate al deprezzamento delle sue auto e all’andamento generale meno positivo delle auto elettriche. Gli investitori temono un ribasso delle aspettative di consegna annuale rispetto all’obiettivo di 2,1 milioni di unità, mentre Tesla lotta per mantenere la sua leadership di mercato nonostante il forte ritmo di crescita dei concorrenti cinesi e le promesse ancora non mantenute sulla guida autonoma.
Alberto Annichiarico su Sole 24 Ore

Boom. Huawei ha registrato una crescita record, superando le restrizioni imposte dagli Stati Uniti e mostrando forza nel settore consumer e cloud computing. Nonostante il ban del 2019 deciso da Trump, che aveva seriamente limitato la sua presenza nel mercato degli smartphone occidentali, Huawei ha ottenuto un aumento dell’utile netto del 65% nell’ultimo trimestre. L’introduzione del suo smartphone di punta Mate 60, con tecnologia chip propria, ha contribuito all’impennata delle vendite, sfidando i dubbi americani sulla legalità di questa mossa. La crescita di Huawei si contrappone al calo delle spedizioni di iPhone in Cina, con Apple che va incontro a un declino nel suo più grande mercato estero, evidenziando i nuovi equilibri tecnologici in gioco tra Cina e Stati Uniti
Biagio Simonetta su Sole 24 Ore

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Caccia intercettori italiani in azione. La tensione è alta ai confini della NATO, dove jet italiani hanno intercettato due aerei russi sul Mar Baltico partendo dalla base polacca di Malbork. L’Ucraina continua a subire attacchi con oltre cento missili e droni russi che prendono di mira i suoi sistemi energetici. La risposta NATO è passata a una politica di tolleranza zero, con la Polonia e la Romania particolarmente all’erta, e discussioni in corso sull’abbattimento preventivo di missili o droni considerati ostili. Governi baltici, Polonia e Romania aumentano le spese militari e la cooperazione per rafforzare le difese, mentre in Polonia si svolgono vaste esercitazioni militari con 20.000 soldati di 9 Paesi NATO. L’Ucraina, principale vittima, affronta gravi danni ai suoi sistemi energetici e la possibilità di un lungo periodo di ripristino, nonostante abbia abbattuto parte degli attacchi, mentre continua anche a colpire obiettivi in Russia.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Fianco Est. Il rischio per la NATO è dato dai 300.000 soldati necessari per difendere l’Europa orientale, numero stabilito dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. La NATO ha intensificato i suoi sforzi dal 2014 e, recentemente, truppe della Response Force sono già presenti in Polonia. L’Italia gioca un ruolo chiave nel presidio della regione e contribuisce alle forze in Bulgaria, Ungheria e Lettonia. Stati Uniti mantengono un ruolo centrale, con un cambiamento della distribuzione dei loro soldati in Europa. Si sottolinea l’importanza della difesa aerea e contro minacce cibernetiche, subacquee o satellitari, e il continuo addestramento per accorciare i tempi di risposta. Il testo mette anche in rilievo il rischio del nucleare, con un arsenale russo di 2.000 ordigni nucleari tattici e 100 ordigni nucleari tattici americani dislocati in diversi paesi europei.
Giuseppe Sarcina su Corriere della Sera

Poliziotti dell’aria. Gli ultimi due giorni hanno visto i caccia italiani impegnati in operazioni di scramble dal cieli del Mar Baltico, dalla base Nato di Malbork in Polonia, per controllare aerei russi in spazi internazionali, senza alcuna frizione. La Task Force Air 4th Wing, armata con i nuovi Eurofighter, esegue routine giornaliera di sorveglianza e sicurezza in un periodo di alta tensione con Mosca. Meno di 200 effettivi italiani sono schierati nella base costruita durante la Guerra Fredda, che ha un ruolo strategico, in particolare per la vigilanza sul vitale “Corridoio Suwalki” tra Polonia e Paesi Baltici. La missione è cambiata con l’invasione russa dell’Ucraina, la possibile espansione Nato verso Svezia e Finlandia e il crescente attivismo aereo della Russia sul Baltico.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Tensioni internazionali. Caccia Eurofighter dell’Aeronautica Militare italiana sono stati impiegati per intercettare due volte un aereo ricognitore russo Ilyushin 20 nel Mar Baltico, provocando tensioni internazionali. Questi incidenti fanno parte di una serie di sfide tra la Russia e le forze NATO, con la Polonia e le regioni vicine all’Ucraina come possibili flashpoint. In Romania, un drone russo è caduto forse per errore o per essere stato abbattuto, aumentando l’allerta nei confronti delle mosse militari russe. Inoltre, provocazioni russe si estendono fino al Mar Rosso, dove navi da guerra russe sono state avvistate in prossimità di navi statunitensi, segnalando un intensificarsi della presenza militare russa in aree di tensione globale
Gianluca Di Feo su Repubblica

Fronte polacco. Il corridoio di Suwalki in Polonia, vicino al confine con la Lituania, sta vedendo un crescente schieramento di forze militari in risposta alle crescenti tensioni con la Russia. La Polonia, temendo un potenziale blitz da parte di Mosca, ha intensificato le sue manovre militari e ha sospeso il Trattato sulle forze convenzionali in Europa per liberarsi dai limiti al riarmo. Gli abitanti della zona vivono quotidianamente con l’incertezza e il timore di un conflitto, in un contesto in cui la NATO ha aumentato la sua vigilanza. Simultaneamente, la Russia continua a mostrare la sua forza nella regione, comprese le esercitazioni e le minacce verbali. La situazione rimane tesa, con il governo polacco che ha alzato la percentuale del PIL destinata alla spesa militare e la popolazione che si sente esposta non solo ai rischi militari ma anche alle influenze della guerra ibrida, includendo propaganda e spionaggio
Francesca Paci su Stampa

Tusk antipanico. L’Europa si muove a ritmi diversi nella risposta alla minaccia rappresentata dall’aggressività russa: i Paesi più vicini al teatro del conflitto, come la Polonia e i paesi baltici, si stanno preparando intensamente, sia sotto l’aspetto militare che sotto quello di supporto all’Ucraina. Questi Paesi monitorano attentamente i confini e rafforzano le proprie difese, senza lasciarsi prendere dal panico, ma con un approccio pratico e determinato all’addestramento e alla preparazione. Al contrario, altre nazioni europee appaiono meno preoccupate di un potenziale sconfinamento del conflitto, lasciandosi coinvolgere in dibattiti politici invece di potenziare le proprie capacità difensive. Il Premier polacco Tusk sottolinea l’importanza della prontezza e dell’indipendenza della difesa europea, indipendentemente dagli esiti delle elezioni americane. Nonostante i recenti membri della NATO siano i più attivi nella risposta alla minaccia, Tusk osserva ironicamente che potrebbero essere proprio loro ad insegnare ai Paesi fondatori il vero valore dell’alleanza.
Micol Flammini su Foglio

Ucraina. Il presidente russo punta a prolungare il conflitto in Ucraina e sfruttare le elezioni del 2024 nei paesi occidentali per promuovere gli interessi russi, come riportato da fonti di Kiev a La Stampa. La Russia considera una finestra di opportunità dovuta ai ritardi negli aiuti USA e alla mancanza di aumento significativo nella produzione europea di munizioni e armamenti pesanti. Inoltre, nel 2024, le elezioni in 40 nazioni potrebbero portare al potere forze più inclini ad accettare le condizioni russe per la fine del conflitto. Secondo le fonti, ogni ritardo nel supporto occidentale comporta pesanti perdite in Ucraina, mentre la Russia continua a utilizzare la disinformazione per influenzare l’opinione pubblica europea. Il dialogo con Putin è complicato, in quanto gli obiettivi non negoziabili della Russia includono l’istallazione di un governo amico a Kiev e il massimo guadagno territoriale possibile.
Francesco Semprini su Stampa

Ci servono i Patriot. Le forze russe hanno occupato 505 chilometri quadrati di territorio ucraino negli ultimi cinque mesi secondo l’ISW, con l’Ucraina che affronta una cronica carenza di munizioni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avvertito di un’imminente offensiva russa e ha sottolineato la necessità di sistemi di difesa aerea Patriot dagli USA e di parità nell’artiglieria per potenziare l’esercito ucraino. Al di fuori dell’Ucraina, aerei russi hanno provocato intercettazioni nell’area del Baltico da parte di caccia italiani; contemporaneamente, la Germania esclude l’invio di truppe in Ucraina mentre la Russia respinge il piano di pace proposto da Zelensky. Nel frattempo, la Russia e l’Ucraina si accusano reciprocamente di coinvolgimento in azioni di sabotaggio e propaganda, mentre le infrastrutture energetiche ucraine e la regione russa di Belgorod subiscono attacchi. Questo scenario complesso incide anche sulla sicurezza internazionale, con sospetti e accuse che gravitano intorno alle dinamiche dello spionaggio e della guerra di informazione
Flaminia Camilletti su La Verita’

Ucraina. L’analisi “Riparte l’Operazione blackout” di Gianluca Di Feo descrive il rinnovato assalto russo agli impianti elettrici ucraini con l’intento di danneggiare l’industria e i trasporti, non più solo per demoralizzare la popolazione come avvenuto nell’inverno 2022. L’offensiva ha provocato gravi danni nelle infrastrutture energetiche, causando interruzioni del servizio elettrico e problemi nei trasporti pubblici in varie città, tra cui Odessa e Kharkiv. Il presidente ucraino, Zelensky, ha richiesto aiuti internazionali per migliorare le difese contraeree, sottolineando l’intensificazione dei bombardamenti russi che utilizzano ora munizioni più potenti rispetto ai droni usati precedentemente. La situazione critica è acuita dalle difficoltà di importazione di corrente, data la danneggiata rete di alta tensione, evidenziando i piani russi di incrementare l’attacco a livello nazionale.
Gianluca Di Feo su Repubblica

Siamo stati noi. L’ISIS ha rivendicato per la quinta volta la responsabilità dell’attentato alla Crocus Music Hall di Mosca attraverso il suo bollettino settimanale, sfidando la versione ufficiale russa e affermando che l’attacco è stato un’operazione vittoriosa dei mujaheddin. L’organizzazione ha descritto l’attentato come attentamente premeditato piuttosto che un atto impulsivo, affermando che i terroristi non sono rimasti a farsi uccidere ma sono fuggiti dopo che le armi hanno smesso di funzionare. Giornalisti russi hanno scoperto su canali Telegram di ISIS-K conversazioni e un portafoglio in criptovaluta presumibilmente utilizzato per finanziare l’attacco, il quale è divenuto inattivo il giorno dell’attentato. Questi movimenti finanziari hanno suggerito un possibile collegamento tra gli attentatori e nazionalisti ucraini non specificati, secondo gli investigatori russi.
Daniele Raineri su Repubblica

L’Aja. Il giurista triestino Marinello ha discusso l’udienza storica alla Corte internazionale di Giustizia riguardante il caso Sudafrica vs Israele, sottolineando il notevole supporto popolare e l’impatto che la decisione della corte avrà sulla fine dell’impunità di Israele a livello internazionale. Israele ha ignorato le misure cautelari imposte nel gennaio riguardanti la garanzia di aiuti umanitari e la prevenzione di atti genocidari nonostante la situazione critica a Gaza, con gravi carestie e morti di bambini. Le decisioni influenzeranno i rapporti economici e militari internazionali e potranno rientrare nelle indagini della Corte penale internazionale, che attualmente rimane silente malgrado le approfondite documentazioni raccolte dalla società civile palestinese. Marinello sottolinea l’importanza dell’attivismo della società civile e il ruolo dei giuristi nella costruzione di una base legale per dimostrare i crimini internazionali e potenzialmente portare a processi sia nella giurisdizione nazionale che internazionale.
Chiara Cruciati su Manifesto

Trame russe. Un nuovo scandalo ha colpito il Parlamento Europeo con l’accusa che alcuni eurodeputati sarebbero stati pagati per diffondere propaganda a favore della Russia. Sotto accusa ci sono politici di sei paesi europei, e la presunta operazione sarebbe stata diretta dall’oligarca ucraino Viktor Medvedchuk, noto per i suoi legami con Putin. Il sito “Voice of Europe”, utilizzato come veicolo per questa influenza, è attualmente sotto inchiesta e non è più accessibile. Il primo ministro belga Alexander De Croo e il premier ceco Petr Fiala hanno denunciato la presunta rete di influenze dopo un’indagine dei servizi di sicurezza. Le autorità del Parlamento Ue, con alla testa la presidente Roberta Metsola, hanno chiesto indagini urgenti per approfondire le accuse
Marco Bresolin su Stampa

I soldi di Putin. Il Russiagate minaccia il Parlamento europeo più del Qatar, con la scoperta da parte delle autorità ceche di una campagna di influenza russa che vede coinvolti europarlamentari e politici nazionali promuovendo le narrazioni russe. Il sito Voice of Europe, mascherato da media, è stato utilizzato per veicolare messaggi pro-russi, con finanziamenti in contanti e criptovalute destinati a sostenere campagne elettorali. Gli intellettuali cechi rivelano che politici di diversi paesi europei hanno ricevuto denaro per esprimere posizioni favorevoli alla Russia. L’uomo dietro questa operazione è il politico ucraino pro-russo Viktor Medvedchuk, amico personale di Putin. Autorità e partiti reagiscono con indagini e dibattiti, mentre numerosi politici coinvolti negano qualsiasi collegamento con la propaganda finanziata dalla Russia
David Carretta su Foglio

Caccia agli Hezbollah. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha dichiarato che Israele sta intensificando le operazioni contro Hezbollah, anche al di fuori dei propri confini, mirando alle milizie sciite fino in Siria. Un raid aereo all’aeroporto di Aleppo ha causato la morte di 38 persone, inclusi membri di Hezbollah, rappresentando il più letale attacco israeliano agli alleati iraniani da ottobre. Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, è sotto crescente minaccia, evidenziata dall’uccisione di un comandante missilistico attraverso un drone armato di riconoscimento facciale. Parallelamente, il primo ministro israeliano Netanyahu pianifica attacchi a Gaza nonostante le obiezioni degli Stati Uniti, che tuttavia hanno fornito a Israele munizioni e bombe, inclusi ordigni versatili ma distruttivi.
Andrea Nicastro su Corriere della Sera

Pericolo ultra ortodossi. La comunità ultra-ortodossa d’Israele, nota come “Haredim”, affronta una crisi a seguito della decisione della Corte Suprema israeliana di bloccare i finanziamenti statali alle scuole religiose yeshivot per gli studenti che evitano il servizio militare, minacciando una storica esenzione dalla leva. Prime Minister Benjamin Netanyahu si trova in una situazione difficile, in quanto da una parte ha la necessità di rispettare gli alleati conservatori che sostengono il suo governo, dall’altra l’esigenza di forza lavoro militare per il conflitto in corso. Con il previsto aumento demografico degli Haredim, che potrebbero costituire un terzo della popolazione israeliana in 40 anni, la questione della leva obbligatoria è diventata insostenibile, anche per motivi di uguaglianza sociale e necessità di difesa nazionale. Attualmente, solo meno del 10% degli ultra-ortodossi si arruola ogni anno, mentre allo stesso tempo ricevono sussidi economici per lo studio della Torah. I leader politico-religiosi Haredim hanno espresso forte disapprovazione per la decisione della corte, considerandola un affronto all’apprendimento della Torah, parte fondamentale dell’identità e della tradizione ebraica.
Fabiana Magrì su Stampa

Potere forte. Elon Musk, noto per la sua figura di miliardario visionario alla guida di Tesla e SpaceX, emerge come un potenziale mediatore capace di influenzare le dinamiche politiche tra Donald Trump e il “deep state”. Musk, che in passato ha mostrato supporto per figure democratiche, sembra avvicinarsi a Trump e alle forze conservative, nonostante alcune divergenze. Il suo monopolio nella tecnologia satellitare rende il governo degli Stati Uniti dipendente dalle sue capacità, secondo quanto riportato dal New York Times, creando un legame che non può essere facilmente sciolto senza conseguenze negative. Questa tendenza è rilevante anche per la politica internazionale, con Musk che stabilisce connessioni forti con figure chiave sia negli Stati Uniti che in Europa, sfidando la narrazione di un centrodestra isolato e suggerendo un possibile riallineamento degli alleati politici in vista delle prossime elezioni.
Stefano Graziosi su La Verita’

Trump. L’ex presidente Donald Trump, alle prese con processi legali e preparativi per la campagna presidenziale, sta ricorrendo a fondi raccolti dai suoi sostenitori, con i comitati politici (PAC) che hanno speso oltre 63 milioni di dollari per coprire le spese legali dai suoi processi. La sua situazione finanziaria è meno solida rispetto al 2016 e le sue proprietà, come la Trump Tower, sono a rischio se non troverà i fondi per coprire i costi legali, inclusi i 175 milioni di dollari di cauzione ridotta. Nel frattempo, Trump sta ricostruendo relazioni con donatori e influenti figure come i miliardari Jeff Yass e John Paulson, nonché l’imprenditore Elon Musk, cercando sostegno finanziario e politico. La crisi economica di Trump si intreccia con la sua retorica politica, sfruttando i propri problemi finanziari come strumento di convincimento nei confronti del suo elettorato per dimostrare che è vittima di un’ingiustizia
Paola Peduzzi su Foglio

La spia del futuro. Il ministero della Sicurezza cinese ha pubblicato un video educativo su WeChat per promuovere la consapevolezza sul controspionaggio, mostrando la storia di un uomo cinese avvertito dal suo “io del futuro” di non rivelare informazioni sensibili a una società straniera. Il video è presentato come ispirato a fatti reali e fa parte di una campagna sui social media cinesi che mira a sensibilizzare i cittadini sui rischi dello spionaggio straniero. La nuova legge sul controspionaggio di Pechino ha dato maggiori poteri alle autorità, e il ministero usa i social per incoraggiare denunce di spionaggio, promettendo persino ricompense economiche per chi segnala attività sospette. In un clima di tensione crescente per gli investimenti stranieri in Cina a seguito della legge sul controspionaggio, il ministero ha anche avvertito della presenza di hacker stranieri che tentano di infiltrarsi nelle reti cinesi, pur senza menzionare gli attacchi hacker che il ministero è stato accusato di condurre
Priscilla Ruggiero su Foglio

Assente. Papa Francesco è stato assente alla Via Crucis presso il Colosseo a Roma a causa della sua salute e delle condizioni atmosferiche fredde e umide, ma le sue riflessioni sulla guerra, le donne e la cattiveria online sono state presentate. Nonostante recenti problemi respiratori, il Papa ha seguito i riti della Settimana Santa, incluso il lavaggio dei piedi nel carcere femminile di Rebibbia, ed è determinato a presiedere la Veglia Pasquale e la Messa di Pasqua. Nelle sue riflessioni scritte per la Via Crucis, ha toccato temi di sofferenza mondiale, guerra e abuso in internet, chiedendo compassione e immedesimazione nei confronti delle tragedie umane. Ha particolarmente evidenziato il ruolo e la sofferenza delle donne nella società e nella fede, invitando a riconoscere la loro grandezza e fedeltà, spesso ignorata o sopraffatta da ingiustizie.
Gian Guido Vecchi su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Una vita da Delfino. Antonio Tajani, figura politica italiana di lungo corso e vicepresidente del Consiglio, ha attraversato tre decenni di politica nazionale ed europea. Con un passato da giornalista e una storia familiare militare e aristocratica, ha saputo navigare vicino al potere senza mai scottarsi, diventando uno dei possibili eredi politici di Silvio Berlusconi. Nel corso della sua carriera, è stato più volte commissario europeo e presidente del Parlamento europeo, distinguendosi per stile, disciplina ed esperienza. Nonostante i cambiamenti e le sfide del tempo, Tajani rimane ancorato ai suoi principi e alle sue radici, guardando al futuro con un misto di ambizione e prudenza.
Michele Masneri su Foglio

Mattarella in Africa. l presidente italiano Sergio Mattarella visiterà la Costa d’Avorio e il Ghana dal 2 al 6 aprile, in un viaggio incentrato su temi strategici come energia, sicurezza e formazione professionale, marcando la prima visita di un capo di Stato italiano in Costa d’Avorio. Nel corso del viaggio verrà inaugurata un’Academy in Ghana, frutto dell’iniziativa di Confindustria Alto Adriatico, che mira a formare manodopera locale secondo i bisogni produttivi del Friuli-Venezia Giulia. Il viaggio di Mattarella rafforza l’approccio di cooperazione e partnership economica con il continente africano, e si inserisce in una strategia di gestione programmata delle migrazioni. Il presidente italiano presenzierà inoltre a discussioni sulla sicurezza delle rotte marittime e visiterà un impianto dell’Eni e un castello storico legato alla tratta degli schiavi, ribadendo il desiderio di rafforzare le relazioni Italia-Africa seguendo una logica collaborativa
Lina Palmerini su Sole 24 Ore

Italia in Niger. Una delegazione italiana guidata dal generale Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise, ha incontrato ufficialmente la giunta militare del Niger il 28 marzo, fatto confermato da diverse fonti e riportato dai media locali. Il generale nigerino Tchiani ha evidenziato come l’Italia sia continuata a cooperare con il Niger dopo il golpe del luglio 2023, contrariamente ad altri Paesi occidentali che hanno condannato l’azione. Successivamente all’incontro, la giunta nigerina ha rafforzato le relazioni con Russia e Cina, mostrando il desiderio di ridurre la cooperazione con l’Europa e gli Stati Uniti. Fonti italiane, tuttavia, negano che sia stata portata la solidarietà di Giorgia Meloni, e affermano che il focus principale dell’incontro fosse la questione migratoria e non rapporti diplomatici. L’importanza strategica del Niger nel Sahel è aumentata per le sue risorse energetiche e gli spostamenti di potere che potrebbero influenzare la presenza militare occidentale e le relazioni internazionali nella regione. –
Andrea Palladino su Stampa

Pd. I membri del Partito Democratico (Pd) europei stanno esercitando pressioni sulla segretaria Elly Schlein a causa della proposta di inserire cinque donne civiche come capilista nelle elezioni europee, temendo che ciò possa ridurre le loro possibilità di rielezione. Stefano Bonaccini è previsto in cima alla lista nel Nord Est, suggerendo che i parlamentari uscenti chiedono più garanzie e una posizione dignitosa sulle liste per essere rieletti. Vi sono tensioni sulla candidatura di Marco Tarquinio, la cui posizione su temi sensibili come il sostegno all’Ucraina e i diritti LGBTQ potrebbe causare divisioni interne. Mentre si considerano anche altre figure come Nicola Zingaretti e Camilla Laureti per il Centro, Elly Schlein è determinata a chiudere le liste entro il 15 aprile, nonostante il dibattito interno e la resistenza a queste scelte
Lorenzo de Cicco su Repubblica

Storie diverse. Matteo Renzi ha stretto un accordo con Emma Bonino per formare una lista pro-europeista denominata “Stati Uniti d’Europa”, con l’obiettivo di rafforzare la presenza degli europeisti in Parlamento e contrastare sovranisti e populisti, promuovendo riforme istituzionali e una diplomazia più incisiva. Nonostante differenze passate, Renzi e Bonino condividono una visione comune di politica dignitosa e si uniscono per una battaglia condivisa, mantenendo l’autonomia delle rispettive forze politiche in Italia. Renzi respinge le critiche legate alla collaborazione con esponenti democristiani, sottolineando la loro rilevanza storica nella politica europeista, e invita Carlo Calenda ad unirsi senza rancori personali. L’approccio di Renzi è di mettere la comunità prima dell’ambizione personale, lasciando aperta la questione della sua candidatura alle elezioni europee, orientata verso ciò che è di maggior beneficio alla causa europeista
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera

Guai per Vannacci. Il generale Roberto Vannacci si trova in difficoltà a causa del suo ultimo libro “Il coraggio vince”, che contiene dettagli delle sue missioni militari senza le dovute autorizzazioni. L’opera, pubblicata il 12 marzo, aggiunge problemi a un precedente procedimento che aveva già portato alla sua sospensione per sei mesi: potrebbe infatti aver violato le regole interne dell’esercito, che vietano di divulgare informazioni sul servizio senza autorizzazione. Nel suo racconto, Vannacci descrive esperienze estreme durante la formazione militare, che potrebbero non essere viste positivamente da tutti, riguardo ai metodi educativi dell’esercito. Inoltre, ulteriori guai potrebbero attendere il generale se decidesse di intraprendere una carriera politica, poiché i procedimenti a suo carico non si fermerebbero con un’eventuale elezione.
Matteo Pucciarelli su Repubblica

Integrazione senza discriminazione per gli italiani. Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sostiene l’integrazione degli studenti stranieri senza discriminare quelli italiani, proponendo classi di potenziamento per colmare i ritardi formativi. Esiste una circolare del 2010 che predispone un limite del 30% di alunni stranieri per classe, ma questa non è stata applicata efficacemente. Valditara risponde alle critiche di razzismo da parte della sinistra, evidenziando i dati su dispersione scolastica e i rendimenti in italiano inferiori degli alunni stranieri. L’obiettivo è migliorare i loro risultati in lingua italiana e matematica anche fuori dagli orari scolastici. Il ministro evidenzia l’importanza di assimilare i valori costituzionali e culturali italiani per una vera integrazione, ritenendo fallito il modello del melting pot.
Fabio Rubini su Libero Quotidiano

Test, idea di Gelli. L’ex procuratore Armando Spataro critica come incostituzionali i test psicoattitudinali imposti ai magistrati dal ddl Nordio, sostenendo che questi test potrebbero premiare i conformisti piuttosto che i più meritevoli e mettano in atto un disegno già concepito da Licio Gelli. L’ex pm ritiene che i test siano privi di fondamenti tecnico-scientifici e trascurino il sistema di valutazione già esistente nella magistratura. Inoltre, Spataro rimarca l’inutilità di questi test rispetto ai criteri di valutazione delle sentenze e provvedimenti, evidenziando una mancata conoscenza delle prassi internazionali, dove altri paesi europei adottano o auspicano il modello di magistratura italiano. Di fronte a questa situazione, Spataro suggerisce all’Anm di considerare lo sciopero per difendere la Costituzione e si esprime critico riguardo a un csm influenzato politicamente, sostenendo che il vero intento di tali misure è sottomettere la magistratura ai restanti due poteri dello stato
Liana Milella su Repubblica

Mattarella pensaci tu. Ilaria Salis, maestra e attivista antifascista italiana detenuta a Budapest con l’accusa di lesioni aggravate, affronta un’udienza in cui un collegio di tre giudici deciderà sull’appello contro il rigetto degli arresti domiciliari. Il suo avvocato ungherese è pronto a continuare la battaglia legale anche di fronte ai tempi lunghi del processo, mentre il padre di Ilaria, Roberto Salis, ha scritto al Presidente italiano evidenziando una disparità di trattamento rispetto ad un coimputato trattato diversamente in Italia. Nonostante un funzionario del Quirinale avesse precedentemente affermato di attendere le decisioni giudiziarie, Salis ha rinnovato l’appello a Mattarella affinché intervenga. Intanto, le azioni suggerite dal governo italiano non hanno portato risultati, e il caso di Ilaria è considerato politico dal padre, che critica il governo ungherese di Orban. Ilaria Salis, che rischia fino a 24 anni di carcere, si proclama innocente e le condizioni della sua detenzione sollevano preoccupazioni internazionali
Giovanni Bianconi su Corriere della Sera

Sandokan. Il boss dei Casalesi, Francesco Schiavone, noto come Sandokan, ha deciso di diventare collaboratore di giustizia dopo 26 anni di detenzione al regime di 41 bis. Nonostante la contrarietà della sua famiglia, Schiavone si è detto pronto a rivelare i segreti della camorra, inclusi nomi di affiliati, politici collusi e operazioni finanziarie. Gli inquirenti si aspettano informazioni rilevanti per nuove indagini, in particolare riguardanti l’infiltrazione del clan nell’ambito degli appalti pubblici. La sua testimonianza potrebbe fornire dettagli sugli appalti della Rete Ferroviaria Italiana, portando alla luce connessioni tra clan e imprenditori. Il pentimento di Schiavone è stato celato dietro la falsa notizia di un trasferimento per motivi di salute, ma ora potrebbe rappresentare una svolta significativa nella lotta alla criminalità organizzata
Fulvio Bufi su Corriere della Sera

Rimpasto. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni sta considerando un ampio rimpasto di governo dopo le elezioni europee, che potrebbe coinvolgere la sostituzione di sette ministri. Questa mossa richiederà probabilmente il voto di fiducia del Parlamento, in particolare se coinvolgerà ministeri chiave. In mezzo alle speculazioni ci sono possibili cambiamenti tra i membri dell’esecutivo, inclusa la sostituzione di un ministro destinato a diventare commissario europeo e le dimissioni della ministra del Turismo Daniela Santanché a seguito di indagini giudiziarie. Meloni potrebbe anche essere influenzata dai cambiamenti nelle dinamiche all’interno della coalizione di governo, con possibili ripercussioni sulle posizioni di leader come Matteo Salvini, se il suo partito, la Lega, dovesse affrontare un calo di consensi. L’esito delle elezioni europee e la performance della sua partito, Fratelli d’Italia, influenzeranno le sue decisioni finali riguardo al rimpasto di governo.
Emanuele Lauria su Repubblica

Quel gioco sporco fra russi e Jihad. Il Sahel, denominato “Sahelistan” da Domenico Quirico, è presentato come un teatro di instabilità e caos, sceneggiato da un mix di jihadisti, colpi di stato e migranti in fuga da povertà e violenza. Qui, l’Occidente e la Russia giocano una partita di influenza politica dove i valori passano in secondo piano e i generali gongolano con i ritorni al potere, mentre i civili scontano il prezzo salato di questa lotta. La regione, precedentemente monitorata dalle sanzioni occidentali, assiste al rafforzamento dell’influenza russa tramite la presenza dei mercenari della Wagner. Gli autori delle politiche, che una volta condannavano i regimi golpisti saheliani, ora cercano alleanze per stabilizzare la regione e contenere l’immigrazione, pur non considerando l’impatto sulle popolazioni locali costrette a vivere tra violenza e povertà. Il testo enfatizza il cinismo della realpolitik e interroga sulla rilevanza delle vite delle persone del Sahel nel contesto di questi giochi di potere globali
Domenico Quirico su Stampa

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