Rassegna stampa 4 settembre

SICUREZZA

Raffreddamento dei chip. Leonardo e Gemateg hanno formato una partnership per sviluppare un sistema di raffreddamento avanzato per i chip utilizzati in infrastrutture di intelligenza artificiale, con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico e aumentare l’efficienza dei calcoli del 30%. La tecnologia Dateg di Gemateg permetterà ai chip di operare a temperature ottimali, migliorando le prestazioni e riducendo i consumi energetici, grazie a un sistema di raffreddamento ad acqua innovativo. Questa collaborazione mira a coniugare innovazione e sostenibilità nel settore dell’intelligenza artificiale, offrendo la possibilità di accelerare i processori o risparmiare energia, e verrà implementata prima nei laboratori di Gemateg e nel datacenter Leonardo di Chieti, per poi espandersi ad altri supercomputer del gruppo.
Raoul de Forcade su Sole 24 Ore

Airbus Helicopters getta la spugna. Airbus Helicopters ha deciso di ritirarsi dalla gara per il rinnovo della flotta di elicotteri medi NMH del Ministero della Difesa britannico, giudicando l’appalto troppo rischioso. Anche Lockheed Martin si è ritirata, lasciando Leonardo Helicopters come unico concorrente per un contratto valutato 1,2 miliardi di euro. Il ritiro di Airbus comporta la perdita di potenziali posti di lavoro in Gran Bretagna e potrebbe influenzare la storica relazione con l’aeronautica britannica. Tuttavia, Airbus considera il suo H175M un prodotto con un forte potenziale di esportazione, valutando altre opportunità come in Arabia Saudita. Nel frattempo, il governo britannico sta conducendo una revisione strategica della difesa che potrebbe influenzare l’esito dell’appalto
Michel Cabirol su Tribune

Dassault in India per Rafale. Dassault Aviation è vicina alla firma di un contratto per la fornitura di 26 caccia Rafale Marine all’India, destinati ad equipaggiare il portaerei INS Vikrant. Le trattative sono quasi concluse, ad eccezione di alcuni dettagli con MBDA, l’azienda produttrice dei missili, che sta rinegoziando i prezzi a causa dell’inflazione. Il CEO di Dassault, Eric Trappier, ha espresso ottimismo per la chiusura dell’accordo entro la fine dell’anno, nonostante non abbia menzionato ufficialmente l’India o il numero di aerei coinvolti. Questo potenziale contratto segue la precedente vendita di 36 Rafale all’Indian Air Force nel 2016 e potrebbe includere anche la vendita di alcuni Rafale Marine usati per la formazione dei piloti indiani, oltre a consentire alla marina francese di rinnovare la propria flotta
Michel Cabirol su Tribune

Ci servono missili a lungo raggio. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, sostiene che l’Ucraina necessita di missili a lungo raggio dagli alleati per rispondere efficacemente all’aggressione russa e colpire obiettivi strategici in Russia. Sottolinea che la Russia comprende solo il linguaggio della forza e ignora gli appelli al diritto umanitario. Podolyak afferma che la controffensiva ucraina nella regione russa di Kursk sta avendo successo e influenzando la percezione della guerra in Russia, riducendo i rischi lungo il confine ucraino. Nonostante la pressione russa nel Donbass, l’Ucraina continua a difendersi efficacemente. Podolyak ribadisce l’importanza di rafforzare il sistema antimissile ucraino e di ricevere supporto militare dagli alleati per assicurare che la Russia risponda dei suoi crimini di guerra.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Armi a lungo raggio, accordo vicino tra Washington e Kiev. Gli Stati Uniti sono vicini a un accordo con l’Ucraina per la fornitura di missili cruise Joint Air-to-Surface Standoff Missiles (JASSM) a lungo raggio, capaci di colpire obiettivi all’interno del territorio russo. Tuttavia, l’impiego effettivo di questi missili richiederà diversi mesi a causa di ostacoli tecnici legati al loro trasferimento. L’invio dei JASSM potrebbe alterare gli equilibri tattici e strategici del conflitto, estendendo la portata delle armi ucraine e complicando le operazioni militari russe. Nonostante ciò, vi è cautela da parte dell’amministrazione Biden riguardo all’uso di armi americane per colpire obiettivi in Russia, per evitare l’escalation del conflitto. I missili, che possono essere adattati anche a jet non occidentali, hanno una precisione di circa tre metri e non sono progettati per penetrare bunker rinforzati, con le versioni più recenti che costano circa un milione di dollari ciascuna.
Francesco Semprini su Stampa

Israele contro Uk. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito “vergognosa” la decisione del Regno Unito di sospendere alcune licenze di esportazione di armi verso Israele, utilizzate nelle operazioni militari a Gaza. La mossa britannica, che ha bloccato circa 30 licenze, segue una revisione governativa che ha rilevato possibili violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di Israele. Il Segretario alla Difesa del Regno Unito, John Healey, ha affermato che la sospensione non influenzerà significativamente la sicurezza di Israele e che il Regno Unito rimane un fedele alleato. Tuttavia, la decisione ha già causato ripercussioni diplomatiche, con il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il rabbino capo del Regno Unito, Sir Ephraim Mirvis, che hanno espresso forte disappunto. L’ex primo ministro Boris Johnson ha sollevato preoccupazioni sul fatto che la mossa britannica potrebbe essere interpretata come un abbandono di Israele in un momento critico
Andtrew England su Financial Times

Contrasto. Il governo degli Stati Uniti ha rifiutato di seguire l’esempio del Regno Unito nella sospensione delle vendite di armi a Israele, sostenendo di non aver riscontrato violazioni del diritto umanitario internazionale. Il Regno Unito ha sospeso 30 delle sue 350 licenze di esportazione di armi dopo aver stabilito che le armi potrebbero essere utilizzate in violazione del diritto umanitario internazionale, provocando una spaccatura pubblica con gli Stati Uniti e critiche da parte di Israele. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha definito la mossa del Regno Unito “vergognosa” e ha avvertito che incoraggerà Hamas. Funzionari statunitensi hanno dichiarato di rispettare la decisione sovrana del Regno Unito ma di basare le proprie valutazioni sulle leggi statunitensi. Il governo britannico ha difeso la decisione, sottolineando il proprio dovere di seguire la legge e mantenendo il sostegno incrollabile a Israele, nonostante le critiche interne e le pressioni internazionali.
Max Kendix su Times

La guerra faidate su Alibaba. l portale di e-commerce cinese Alibaba offre una vasta gamma di sistemi senza pilota utilizzati nei conflitti moderni, tra cui droni marini, robot cingolati e altri dispositivi teleguidati, escludendo esplosivi e armi da fuoco. Questi prodotti possono essere spediti in Paesi con presenza di gruppi terroristici come Yemen, Libano e Libia, senza restrizioni esplicite. Alcuni esempi includono copie di droni iraniani usati in Ucraina e barchini telecomandati simili a quelli impiegati dagli Houti nello Yemen. Inoltre, Alibaba offre anche attrezzature per contrastare i droni, come fucili anti-drone e scudi di impulsi. Questa disponibilità di tecnologia bellica avanzata a portata di click mette in luce la fragilità degli embarghi internazionali e la facilità con cui produttori e consumatori, inclusi dittatori e gruppi armati, possono entrare in contatto.
Gianluca Di Feo su Repubblica

Via l’embargo, regalo a Parigi e Mosca. La Repubblica Centrafricana (RCA) e la Russia hanno firmato un accordo a Mosca tra il 12 e il 14 agosto per regolare la vendita di armi russe nella RCA, seguito dalla revoca dell’embargo sulle armi da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il ministro della Difesa centrafricano, Claude Rameaux Bireau, ha espresso fiducia nel supporto russo per combattere i gruppi ribelli rimanenti al confine, considerati ladri e terroristi. La Russia, principale esportatore di armi in Africa dal 2017 al 2021, ha visto un calo delle esportazioni nel 2022 ma ha ripreso a un ritmo sostenuto. La cooperazione militare russo-centrafricana, avviata nel 2013, include addestramento e supporto militare, nonostante la presenza controversa dei mercenari Wagner, che hanno acquisito un’influenza significativa nel paese. Infine, il trafficante d’armi russo Viktor Bout, recentemente scambiato con l’atleta americana Brittany Griner, è tornato attivo nel commercio di armi
Andrea Barrile su Manifesto

Il ritorno di Draghi: difesa e sicurezza. Mario Draghi, ex premier italiano e presidente della BCE, è tornato in Europa per presentare una relazione sulla competitività dell’UE, evidenziando la necessità di un nuovo modello di governance e un maggiore coordinamento nella difesa e sicurezza. Il rapporto, commissionato nella scorsa legislatura e posticipato per motivi elettorali, offre spunti per la prossima Commissione europea, con particolare attenzione ai portafogli di competitività, mercato unico, energia, clima e industria. Draghi sottolinea che l’industria europea di difesa è troppo dipendente da fornitori esterni, in particolare dagli USA, e raccomanda un principio di preferenza europea per rafforzare l’autonomia del settore. Propone inoltre la creazione di una nuova Autorità centralizzata per gli appalti di difesa e suggerisce modifiche alle politiche di prestito della Banca europea per gli investimenti a favore del settore militare. Con la presentazione del rapporto al Parlamento UE, si apre la questione su un possibile futuro ruolo per Draghi nell’ambito delle istituzioni europee.
Francesco Giubilei su Giornale

Cambiamento radicale per spingere la competitività. L’ex premier italiano Mario Draghi è in procinto di presentare ufficialmente il suo Rapporto sulla competitività europea, commissionato dalla presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, con l’obiettivo di stimolare la competitività dell’UE attraverso cambiamenti radicali. Draghi ha già discusso i principi del suo lavoro, che include più di 400 pagine, con vari stakeholder e ha sottolineato l’importanza di una maggiore integrazione europea, nonostante le resistenze di alcuni Stati membri. Il rapporto suggerisce, tra le altre cose, l’eliminazione delle restrizioni all’accesso ai finanziamenti UE per l’industria della difesa e la necessità di aumentare gli investimenti pubblici e privati in ricerca, innovazione e infrastrutture. Draghi enfatizza l’urgenza di una strategia industriale europea per affrontare la concorrenza globale e recuperare il divario di produttività, soprattutto nel settore tecnologico e digitale. La presentazione ufficiale del rapporto è prevista per lunedì
Francesca Basso su Corriere della Sera

Camporini con Draghi. Il generale Vincenzo Camporini ha espresso apprezzamento per le proposte di Mario Draghi sulla Difesa, contenute in un dossier sulla competitività europea, che mirano a rendere più efficace la capacità tecnologica dell’Unione europea nello sviluppo di sistemi d’arma. Camporini sostiene che l’attuale spesa in difesa è insufficiente e poco efficiente a causa di un procurement frammentato su basi nazionali. Tra le soluzioni proposte da Draghi vi sono fusioni tra aziende europee e la creazione di un’autorità centrale per gli appalti di difesa, idee che Camporini trova interessanti ma che potrebbero incontrare resistenze a livello industriale e di regolamentazione antitrust dell’UE. Il generale sottolinea l’importanza di superare la frammentazione logistica tra i paesi membri per avanzare verso una maggiore integrazione difensiva europea.
Luca Roberto su Foglio

Il piano di Ursula per militarizzare la Ue. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sta lavorando insieme a Mario Draghi per rafforzare la difesa dell’UE attraverso due modifiche principali: la nomina di un commissario alla Difesa e l’adozione di una strategia industriale europea per la difesa. Queste riforme mirano a centralizzare il controllo del settore bellico sotto la Commissione, incrementare la produzione militare europea e ridurre la dipendenza da acquisti extra-europei. L’UE, che non ha un esercito comune, sta cercando di aumentare la propria autonomia nel settore della difesa, anche in risposta alla guerra in Ucraina. Tuttavia, ci sono incertezze riguardo al potenziale sovrapporsi di competenze tra il nuovo commissario e l’Agenzia di Difesa europea, e resistenza da parte degli Stati membri a cedere il controllo nazionale sulla difesa. Il piano di von der Leyen e le proposte di Draghi potrebbero favorire i grandi colossi dell’industria bellica, ma richiedono anche un cambiamento nei criteri ESG per non penalizzare le aziende di difesa, nonostante l’aumento degli investimenti ESG nel settore
Futura D’Aprile su Domani

Thales e Asi. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales e Leonardo, ha firmato due contratti con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Questi accordi riguardano lo sviluppo di tecnologie di navigazione satellitare dedicate al monitoraggio ambientale. Questa collaborazione punta a rafforzare le capacità di osservazione e la gestione delle informazioni relative all’ambiente a livello nazionale.
su Mf

Telespazio vince bando. Telespazio, joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%), ha vinto il bando dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per istituire il Centro nazionale di competenze GNSS per la navigazione satellitare, operando come capofila di un consorzio che include università, centri di ricerca e aziende italiane. L’amministratore delegato di Telespazio, Gabriele Pieralli, guiderà l’impresa in questo progetto strategico
su Giornale e Messaggero

Obiettivo, intesa con la Nasa. La Puglia mira a stabilire collaborazioni nel settore aerospaziale con la NASA e studia il modello dello spazioporto del New Mexico, con il presidente del Distretto tecnologico aerospaziale di Brindisi, Giuseppe Acierno, che propone scambi tra le università pugliesi e i centri NASA. Durante la visita in New Mexico, Acierno ha esplorato partnership industriali, condiviso esperienze con incubatori locali e visitato siti di test aerospaziali, puntando a rafforzare il ruolo della Puglia nel panorama aerospaziale internazionale.
su Repubblica Bari

Asse con New Mexico. La Puglia si proietta nel futuro dell’aerospazio attraverso una missione negli USA, con l’obiettivo di stabilire collaborazioni per lo sviluppo di voli spaziali suborbitali e turismo spaziale, in sinergia con Virgin Galactic e il New Mexico. Il presidente del Dta, Giuseppe Acierno, ha esplorato opportunità di collaborazione scientifica e tecnologica, puntando a rafforzare il network regionale pugliese e a creare sinergie con strutture americane, come il Test bed per i droni e le startup incubate nell’Esa Bic di Brindisi. La missione è frutto di un rapporto tra Acierno e un professore dell’Università del New Mexico, con l’obiettivo di promuovere collaborazioni scientifiche e scambi di studenti. Infine, sono state discusse potenziali collaborazioni con la Nasa e l’incubatore Arrowhead Center, specializzato in spazio, agricoltura ed energie pulite
Michele Feudis su Gazzetta del Mezzogiorno

Museo navale. La ex portaerei Garibaldi della Marina Militare italiana, varata nel 1983 e in disarmo a dicembre 2023, è al centro di una contesa tra tre città: Taranto, Genova e La Spezia. Ognuna di queste città propone di ospitare la nave come museo navale. Genova presenta un progetto per un polo museale marittimo con centro di formazione, mentre Taranto rivendica la storicità della sua relazione con la nave e la sua integrazione in progetti culturali e turistici, inclusi i Giochi del Mediterraneo 2026. La Spezia, sostenendo la propria candidatura con motivi storici e culturali, propone di rafforzare il legame tra città e mare attraverso il museo. La decisione finale sul futuro della Garibaldi rimane incerta, con le città in attesa di una risoluzione governativa
Maristella Massari su Gazzetta del Mezzogiorno

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Prima i dati e poi il piano di bilancio. Il Governo italiano si appresta a definire il piano di bilancio, con la presentazione dei dati sulle entrate tributarie prevista per domani, che includeranno l’incasso dell’autoliquidazione delle partite IVA. Questi dati potrebbero portare a un ritocco al rialzo delle previsioni di crescita per il 2025, attualmente fissate all’1,2%. Il Piano Strutturale di bilancio, che impegnerà l’Italia per i prossimi sette anni, sarà esaminato dal consiglio dei ministri intorno al 10 settembre, per poi essere inviato alla Commissione Europea entro il 20 settembre. Il Documento Programmatico di Bilancio, che dettaglia le misure delle manovre annuali, dovrà essere presentato alla Commissione UE entro il 15 ottobre, mentre la legge di bilancio sarà approvata in consiglio dei ministri poco prima del 20 ottobre.
Gianni Trovati su Sole 24 Ore

Calo del reddito, peggio dell’Italia solo la Grecia. Il reddito reale lordo disponibile delle famiglie italiane ha subito una diminuzione del 6,26% tra il 2008 e il 2023, secondo i dati di Eurostat, posizionando l’Italia tra gli ultimi in Europa, con solo la Grecia che ha registrato un calo maggiore. Mentre la Germania ha visto un aumento del 12,59%, l’Italia ha perso quasi un quinto del suo reddito rispetto alle famiglie tedesche. Questi dati contrastano con le recenti dichiarazioni ottimistiche del governo italiano, che ha celebrato una lieve crescita del PIL e miglioramenti nel tasso di occupazione. Tuttavia, l’Italia rimane lontana dalle medie europee in vari indicatori sociali, come il tasso di occupazione, la disoccupazione di lunga durata e il rischio di povertà tra i lavoratori
Valentina Conte su Repubblica

Sanità, cura da sette miliardi. Il governo italiano prevede di incrementare i fondi per la sanità di altri 2 miliardi di euro, con particolare attenzione al personale sanitario, nel tentativo di rispondere alle croniche carenze di organico. Tuttavia, opposizioni e parti sociali ritengono che tale aumento sia insufficiente, sottolineando che per colmare il divario con la media dei paesi OCSE e UE sarebbero necessari ben più di 2-3 miliardi. Inoltre, è previsto il rifinanziamento del bonus psicologo con 10 milioni di euro, cifra ritenuta inadeguata dal Partito Democratico. Le sigle sindacali del settore sanitario chiedono un maggiore impegno del governo nella prossima legge di bilancio per garantire il diritto alla salute, attraverso finanziamenti adeguati e riforme strutturali.
Paolo Baroni su Stampa

Urso, a Sud il motore della crescita. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza strategica del Mezzogiorno per la crescita economica dell’Italia e dell’Europa, evidenziando il contributo significativo del Sud al PIL nazionale. Urso ha anticipato misure della prossima legge di Bilancio, come il rifinanziamento degli incentivi per l’industria e un piano alloggi per i lavoratori. Ha inoltre evidenziato l’impegno del governo nell’investire in infrastrutture, digitalizzazione e formazione nel Sud, con circa mezzo miliardo stanziato per l’innovazione e la ricerca. Urso è ottimista riguardo alle sfide industriali dell’automotive e dell’acciaio, e vede il piano Mattei come un’opportunità per fare del Mezzogiorno un hub energetico strategico. Infine, ha confermato interventi nella manovra a favore delle imprese, come il taglio del cuneo fiscale e il piano alloggi per lavoratori.
Antonio Troise su Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia

Modello Italia per l’Europa. Il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, sostiene che l’Italia ha un ruolo chiave nell’Unione Europea grazie a un governo stabile e un’economia solida, e che il Paese è un punto di riferimento per la tradizione del popolarismo europeo. Tajani evidenzia il successo diplomatico dell’Italia in eventi internazionali come il G7 e annuncia il rafforzamento delle rappresentanze italiane a Bruxelles. Inoltre, conferma la nomina di Raffaele Fitto a commissario europeo, sottolineando il suo sostegno da parte del PPE e il contributo che darà all’UE. Infine, Tajani descrive il Sud Italia come un polo di sviluppo e crescita, e anticipa riforme nazionali per la pubblica amministrazione e la giustizia, nonché un impegno verso politiche green sostenibili.
Lorenzo Calò su Mattino

Salvini: pensioni, nessuna penalità. Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, in un’intervista, ha ribadito l’impegno del governo a non ritardare le pensioni e a evitare penalizzazioni, con l’obiettivo di superare la legge Fornero. Ha inoltre espresso l’intenzione di estendere la flat tax al 15% fino ai 100 mila euro di reddito e di confermare l’aumento degli stipendi fino a 35.000 euro di reddito. Salvini ha respinto l’idea dello Ius Scholae, sostenendo che l’Italia ha già leggi adeguate per la cittadinanza. Infine, ha discusso di collaborazione con il Vaticano per il Giubileo e di rafforzare la Rai, mentre a livello europeo, Raffaele Fitto è in procinto di diventare uno dei vicepresidenti della Commissione UE, con deleghe all’Economia e al Pnrr.
Ernesto Menicucci su Messaggero

Caro bollette, 50% in più. Le bollette di luce e gas in Italia hanno subito un aumento del 6,7% tra giugno e luglio, influenzando anche i prezzi alla produzione industriale con un incremento dell’1,3%. Le aziende italiane pagano per l’energia fino al 50% in più rispetto alle concorrenti europee, con un impatto significativo sulla competitività. Fattori geopolitici, come l’attacco a Kursk e la scadenza dei contratti di esportazione di metano dalla Russia, hanno contribuito ai rincari energetici. Confindustria sollecita il governo a incrementare i rimborsi dei diritti di emissione ETS e a riconsiderare il mix energetico, incluso il nucleare. Nel frattempo, le piccole imprese risultano essere le più vulnerabili ai crescenti costi energetici, e si prevede un ulteriore peggioramento della situazione in autunno per i clienti vulnerabili.
Luigi Grassia su Stampa

Poteri di veto e nuovo piano. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e F2i detengono forti poteri di veto sulle decisioni strategiche di Fibercop, la società che gestisce la rete acquisita da Tim, con Kkr come principale azionista. L’AD Luigi Ferraris sta lavorando al nuovo piano quinquennale 2025-2029, mentre il consiglio di amministrazione, composto da 14 membri, opera con una maggioranza assoluta richiesta per le delibere. Il Mef, attraverso il presidente Massimo Sarmi, ha il controllo su quattro aree chiave, tra cui partnership strategiche e operazioni che influenzano l’integrità e la sicurezza delle reti. Altre decisioni importanti richiedono l’approvazione di F2i, Adia e CPPIB, assicurando che nessuna modifica significativa al piano aziendale o al budget possa avvenire senza il consenso di queste entità
Rosario Dimito su Messaggero

Dazi, una vittoria di Trump ci costerebbe sei miliardi. Le possibili conseguenze economiche per l’Italia in caso di vittoria di Donald Trump e l’attuazione della sua promessa di imporre dazi al 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti. Se Trump dovesse vincere e mantenere tale promessa, l’Italia potrebbe subire un aumento dei costi di circa 6,5 miliardi di euro a causa dei rincari doganali, con un possibile impatto negativo sull’export italiano e una perdita di un punto di PIL a livello europeo in caso di guerra tariffaria. L’articolo considera anche scenari alternativi e più razionali, come l’aumento dei dazi sui prodotti già tassati, che comporterebbe comunque costi significativi per le imprese italiane. Infine, si sottolinea l’incertezza generata da una politica commerciale imprevedibile e le possibili ritorsioni che potrebbero amplificare gli effetti negativi sul commercio internazionale.
Filippo Santelli su Repubblica

Wall Street e petrolio in caduta libera. I mercati finanziari hanno vissuto una giornata di forte tensione, con il prezzo del petrolio Brent che ha subito un crollo di oltre il 5%, scendendo sotto i 74 dollari al barile, e altre materie prime come il rame che hanno registrato significative perdite. Wall Street ha risentito pesantemente di questa situazione, con l’indice S&P 500 e il Nasdaq che hanno perso rispettivamente quasi il 2% e il 3%, segnando le peggiori performance dall’inizio di agosto, con particolare enfasi sulle azioni tecnologiche come Nvidia e Intel, che hanno perso circa il 9% e l’8%. Questa ondata di vendite è stata alimentata da segnali di rallentamento economico sia negli Stati Uniti che in Cina, con l’indice manifatturiero ISM USA che ha continuato a rimanere in contrazione, e crescenti preoccupazioni per una possibile recessione. La giornata negativa ha influenzato anche le borse europee, con particolare impatto su Milano, Parigi e Francoforte
Maximilian Cellino su Sole 24 Ore

Profitti che corrono più dei ricavi. Le aziende del S&P 500 hanno mostrato una crescita dei profitti (11,6%) superiore a quella dei ricavi (5,1%) nel secondo trimestre, grazie a riduzioni dei costi e all’adozione di tecnologie come la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale. Questo trend di crescita degli utili più marcata rispetto ai ricavi si è osservato anche nei trimestri precedenti. La diminuzione dell’inflazione e il taglio dei tassi di interesse hanno contribuito a migliorare la redditività delle aziende. Tuttavia, la situazione in Europa è diversa, con una dinamica di ricavi e utili più debole. Le previsioni indicano che l’Europa potrebbe iniziare a seguire il modello statunitense, con ricavi piatti e una crescita degli utili.
Vittorio Carlini su Sole 24 Ore

La Cina in Africa punta sul green. Il nono Forum on China-Africa Cooperation si apre con un cambio di passo nei rapporti tra Cina e Africa, con un interscambio commerciale che ha raggiunto i 282 miliardi di dollari nel 2023. Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha incontrato Xi Jinping, esprimendo il desiderio di riequilibrare il deficit commerciale e rivedere la struttura dei rapporti tra i due paesi. La Cina, primo partner commerciale e creditore bilaterale dell’Africa, ha concesso prestiti per 182,28 miliardi di dollari dal 2000 al 2023. Il vertice si concentra su temi come energia verde, connettività digitale e cooperazione politica, con la Cina che cerca di rafforzare il suo ruolo di leadership nel Sud Globale e di dirottare tecnologie verdi verso l’Africa. I leader africani mostrano una maggiore determinazione negoziale, puntando su una partnership più equa e condivisa.
Alberto Magnani su Sole 24 Ore

Socio cinese. L’Industria Italiana Autobus (IIA) è in trattativa per l’ingresso di un socio cinese, con il piano industriale che richiede la continuazione della produzione negli stabilimenti di Bologna e Flumeri. Durante un incontro a Roma, è stata sospesa la procedura di trasferimento di 77 lavoratori da Bologna a Flumeri e annunciato un piano di assunzioni che prevede 60 nuovi impiegati a Bologna e 180 a Flumeri. I sindacati esprimono preoccupazione per il potenziale impatto dell’investitore cinese, temendo che IIA possa diventare un canale per la vendita di autobus prodotti in Cina. Il governo è chiamato a mantenere gli impegni presi e a difendere l’industria e i lavoratori, mentre Seri Industrial, attuale proprietario di IIA, prevede un’espansione significativa della forza lavoro e mantiene la maggioranza anche dopo l’ingresso del partner cinese
Filomena Greco su Sole 24 Ore

CO2 in fondo al mare. L’Italia è diventata il primo Paese dell’Unione Europea a iniziare il sequestro sotterraneo di anidride carbonica, con Eni e Snam che hanno lanciato le prime iniezioni di CO2 a Ravenna. Il progetto Ravenna CCS mira a decarbonizzare la centrale di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, riducendo le emissioni di circa 25 mila tonnellate all’anno. La CO2 viene trasportata attraverso condotte riconvertite e iniettata in un giacimento esaurito a 3.000 metri di profondità. Il CEO di Eni, Claudio Descalzi, afferma che la cattura e lo stoccaggio della CO2 sono pratiche efficaci e sicure, mentre Stefano Venier di Snam sottolinea l’importanza di una transizione energetica equilibrata. Il costo industriale per cattura, trasporto e stoccaggio è inferiore a 80 euro a tonnellata, con prospettive di crescita del prezzo di mercato della CO2 e potenziali incentivi governativi che potrebbero rendere il progetto ancora più vantaggioso.
Fausta Chiesa su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Rimpasto di governo a Kiev, via tre ministri e rischia Kuleba. L’Ucraina sta affrontando una crisi politica interna con un imminente rimpasto di governo annunciato dal presidente Volodymyr Zelensky, che potrebbe coinvolgere fino alla metà dei membri del governo, tra cui il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. Tre ministri hanno già presentato le dimissioni, apparentemente in segno di protesta, tra cui quelli delle Industrie strategiche, della Giustizia e dell’Ecologia. La crisi è stata innescata dalla rimozione del direttore di Ukrenergo, l’agenzia nazionale dell’energia elettrica, accusato di non proteggere adeguatamente le infrastrutture dagli attacchi russi.
Daniele Raineri su Repubblica

Attacco a una caserma, decine di morti. Un attacco missilistico russo sulla città centrale ucraina di Poltava ha causato almeno 51 morti e oltre 200 feriti, colpendo un sito educativo e un ospedale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha riferito che due missili balistici hanno parzialmente distrutto un edificio dell’Istituto Militare di Telecomunicazioni e Tecnologie dell’Informazione, causando danni anche agli edifici circostanti. Zelenskyy ha chiesto un’indagine completa e immediata sull’attacco, che è uno dei peggiori dall’inizio dell’invasione russa nel 2022. Ha inoltre ribadito l’urgente necessità di sistemi di difesa aerea e missili da parte dei partner occidentali, per colpire obiettivi militari all’interno della Russia e indebolire la sua capacità di distruggere infrastrutture ucraine. Blogger militari russi hanno elogiato l’attacco, mentre Zelenskyy ha sottolineato che l’Ucraina ha bisogno di assistenza militare immediata, non di fondi di magazzino.
Polina Ivanova su Financial Times

Ucraini in difficoltà nel Donbass. Le forze ucraine hanno ottenuto un successo significativo a Kursk, avanzando in territorio russo e catturando prigionieri, ma sono in difficoltà nel Donbass a causa di una forte pressione russa. La capacità di Kiev di sorprendere il nemico si contrappone alla sua incapacità di gestire le rotazioni dei soldati, creando vulnerabilità. Mentre l’offensiva ucraina nel Kursk è ferma, le forze russe si avvicinano a Pokrovsk, un importante centro militare e umanitario. Le difficoltà nelle rotazioni delle brigate ucraine sono emerse come un punto debole critico, con il rischio di accerchiamento delle forze ucraine. Nonostante le difese fortificate, l’Ucraina ha bisogno di più uomini e risorse per sostituire le perdite e mantenere le posizioni
Marta Serafini su Corriere della Sera

Putin in Mongolia. Il presidente russo Vladimir Putin è stato ricevuto con onori in Mongolia, nonostante un mandato di arresto internazionale, a causa della dipendenza della Mongolia dalle importazioni energetiche dalla Russia.
Marta Serafini su Corriere della Sera

Putin in Mongolia una sfida all’Occidente. Vladimir Putin ha visitato la Mongolia mentre in Ucraina avvenivano bombardamenti, un evento che si ripete spesso durante i suoi viaggi internazionali, sollevando questioni etiche per i leader che lo accolgono. La Mongolia, che dipende dall’energia russa, ha accolto Putin nonostante un mandato d’arresto internazionale, in cambio di promesse di gas a prezzo scontato. La visita è stata vista come un tentativo di Putin di mostrarsi come un leader globale e di sfidare l’Occidente, mentre la Cina, un partner commerciale chiave, mostra segni di crisi nei rapporti con la Russia.
Anna Zafesova su Stampa

Zelensky e Orban a Cernobbio. Il meeting di Cernobbio, che celebra il suo cinquantesimo anniversario, si apre venerdì con l’obiettivo di discutere temi come crescita economica, tecnologia, intelligenza artificiale e soprattutto la ricerca di un percorso di pace tra Russia e Ucraina e in Medio Oriente. Tra i partecipanti ci saranno undici ministri italiani, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro ungherese Viktor Orbán, mentre la premier italiana Giorgia Meloni parlerà del ruolo dell’Italia nel G7 e della politica economica nazionale. Il forum vedrà anche la presenza di imprenditori influenti e discuterà dell’importanza della pace per la crescita economica, con un focus sull’Italia nel contesto internazionale. Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, discuterà dell’approvvigionamento energetico, e il forum si concluderà con l’intervento del ministro Raffaele Fitto, candidato commissario UE.
Daniela Polizzi su Corriere della Sera

Meloni vuole ricucire lo strappo con Zelensky. La premier italiana Giorgia Meloni ha cercato di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per mitigare le tensioni dopo aver negato l’uso di armi italiane contro obiettivi in Russia e il sostegno all’offensiva nel Kursk, decisioni che hanno provocato un calo di popolarità e malcontento nell’elettorato di destra. Il suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio è stato spostato per permetterle di incontrare Zelensky di persona, anziché in videoconferenza, come parte di una strategia per rafforzare l’immagine dell’Italia e mantenere buoni rapporti con l’Ucraina e i partner internazionali. Meloni deve bilanciare le pressioni interne, soprattutto dalla Lega che è vicina alle posizioni di Putin, senza compromettere la maggioranza. Nonostante ciò, è probabile che l’Italia continuerà a inviare sistemi di difesa aerea all’Ucraina, pur mantenendo cautela sulle questioni delle armi.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Gaza, ultimo tentativo di Biden. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato sette pagine di “chiarimenti” che hanno sostanzialmente modificato l’accordo di tregua precedentemente accettato, insistendo sulla rilevanza strategica del Corridoio Filadelfia e rifiutando il ritiro delle truppe, nonostante le pressioni internazionali. La Casa Bianca continua a cercare un accordo per la tregua in cambio del rilascio di ostaggi, mentre il Regno Unito ha sospeso l’esportazione di componenti per armi a Israele per timori di violazioni del diritto umanitario. Netanyahu è accusato di danneggiare i legami strategici con gli USA e di non avere una visione per il futuro di Gaza, mentre le famiglie degli ostaggi lo criticano per non aver facilitato la liberazione dei loro cari. La situazione rimane tesa, con gli Stati Uniti contrari a una presenza israeliana a lungo termine a Gaza e Netanyahu che continua a perseguire i propri obiettivi strategici.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Londra riduce l’invio di armi a Israele. Il Regno Unito ha annunciato una sospensione parziale delle forniture di armi a Israele, coprendo 30 dei circa 300 tipi di armamenti venduti, una decisione che il primo ministro israeliano Netanyahu ha etichettato come “vergognosa” e potenzialmente rafforzante per Hamas. Il ministro della Difesa britannico, John Healey, ha difeso la mossa, sostenendo che non indebolisce Israele. Il governo britannico laburista giustifica la sospensione delle armi con la possibile violazione delle leggi internazionali sui diritti umani e considerazioni politiche interne. Nonostante le critiche internazionali e le pressioni interne, Netanyahu rimane fermo, temendo la caduta della sua coalizione di governo se accettasse un cessate il fuoco
Enrico Franceschini su Repubblica

La resistenza dei beduini palestinesi contro i coloni. Il reportage di Francesca Mannocchi racconta la difficile situazione dei beduini palestinesi di Zanuta, in Cisgiordania, che sono stati cacciati dalle loro terre a causa delle minacce e violenze perpetrate dai coloni israeliani. Nonostante le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna contro alcuni coloni per gli attacchi ai palestinesi, gli abusi continuano. La Corte Suprema israeliana ha permesso agli abitanti di Zanuta di tornare sulle loro terre, ma senza la possibilità di ricostruire, lasciandoli così a vivere all’aperto tra le macerie. Il reportage evidenzia anche il ruolo di Hashomer Yosh, un’organizzazione accusata di violenze e sostenuta dal governo israeliano, che ha contribuito alla creazione di quasi 100 fattorie illegali in Cisgiordania. Le sanzioni americane mirano a fermare la violenza dei coloni, ma la situazione rimane tesa e la Cisgiordania è a rischio di ulteriori conflitti.
Francesca Mannocchi su Stampa

Giovani e AfD: non li spaventa l’autoritarismo. In Germania si registra un crescente appoggio dei giovani verso il partito di estrema destra AfD, con percentuali di voto che raggiungono il 38% tra i 18 e i 24 anni in Turingia e il 31% in Sassonia, segnando un netto incremento rispetto agli anni precedenti. Questa tendenza va contro la tradizione culturale post-bellica occidentale e sembra essere influenzata dall’uso efficace dei social media da parte dell’AfD e dalla percezione del partito come moderno e diretto. Lo psicologo Rüdiger Maas sottolinea l’importanza dei social network e dell’educazione familiare nel formare le opinioni politiche dei giovani, mentre molti di questi non vedono l’AfD come estremista, ma piuttosto come un partito di centro. Questa percezione differisce notevolmente da quella delle generazioni più anziane, che sono più allarmate dall’autoritarismo.
Mara Gergolet su Corriere della Sera

Definirli fascisti li ha resi forti. Oliver Schenk, eurodeputato del PPE e ex capo della cancelleria di Stato della Sassonia, sostiene che la CDU ha mantenuto la sua posizione nelle elezioni regionali in Turingia e Sassonia perché altri partiti non hanno avuto un ruolo significativo e il governo federale non ha risolto problemi chiave come immigrazione, inflazione e burocrazia. Schenk critica l’uso del “cordone sanitario” contro partiti come l’AfD, affermando che li ha resi più popolari e parte del sistema democratico. Nonostante la crescita di partiti di destra, Schenk ritiene che la democrazia tedesca non sia in pericolo, ma enfatizza la necessità di affrontare le preoccupazioni dei cittadini per mantenere la stabilità del sistema
Francesca Basso su Corriere della Sera

Non solo arrabbiati. La riunificazione tedesca, avvenuta 35 anni fa, non ha cancellato le divisioni tra Est e Ovest, soprattutto nelle percezioni e nelle condizioni economiche. L’estrema destra dell’AfD ha guadagnato popolarità nelle regioni orientali, dove il senso di abbandono è più forte, a causa della deindustrializzazione e dello spopolamento. I temi caldi tra i sostenitori dell’AfD includono il risentimento verso la gestione delle aziende della ex DDR e il rifiuto dei titoli di studio orientali. L’AfD attrae in particolare lavoratori e giovani, e chi sceglie questo partito tende a non tornare indietro. Infine, uno studio ha rivelato un alto potenziale per l’estremismo di destra nell’Est, con molti che esprimono nostalgia per la Germania Est e un desiderio di un partito forte
Tonia Mastrobuoni su Repubblica

Lazar: in Francia e Germania i partiti europeisti passino all’attacco. Marc Lazar, politologo e professore, analizza la situazione politica in Francia e Germania, evidenziando l’ascesa degli estremismi sia a destra che a sinistra. In Francia, il presidente Macron si trova in una situazione inedita e di confusione post-elettorale, con un forte rifiuto della sua politica da parte del 61% degli elettori. In Germania, la crescita di partiti estremisti è legata a diseguaglianze e nazionalismo, soprattutto nell’ex Germania Est. Lazar sottolinea la responsabilità dei partiti tradizionali nell’ascesa degli estremismi e la necessità di una risposta culturale e politica offensiva per affrontare il malessere sociale e le questioni identitarie. Infine, menziona l’impatto che le elezioni presidenziali americane potrebbero avere sull’equilibrio politico europeo, con particolare attenzione alla possibile influenza di una vittoria di Trump.
Annalisa Cuzzocrea su Stampa

Francia, premier politico. Le consultazioni all’Eliseo non hanno ancora portato alla scelta del nuovo premier francese, con Emmanuel Macron che esclude una soluzione tecnica e si orienta verso un primo ministro politico. Tra i candidati più probabili ci sono l’ex socialista Bernard Cazeneuve e il gollista Xavier Bertrand, quest’ultimo osteggiato dal Rassemblement National e dalla sinistra. La Francia, senza una maggioranza chiara dopo le elezioni anticipate, è in una corsa contro il tempo per presentare la manovra finanziaria entro il primo ottobre. Nel frattempo, l’ex premier Edouard Philippe annuncia la sua candidatura per le presidenziali del 2027, mentre il paese attende la decisione sul capo del governo
Danilo Ceccarelli su Stampa

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Ipotesi Fitto alla guida di Economia e Pnrr. La Commissione Europea sta valutando la possibilità di nominare Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo e responsabile dell’Economia e del Pnrr, un ruolo attualmente ricoperto da Paolo Gentiloni. Questa mossa potrebbe liberare il portafoglio della Coesione, molto ambito per il controllo dei fondi strutturali, e permettere alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, di assegnarlo a chi ha risposto alla sua richiesta di proporre una candidata donna. La speculazione, emersa da un articolo del quotidiano tedesco Die Welt, ha suscitato reazioni a Bruxelles, dove alcuni vedono in essa un tentativo di sondare le reazioni. La composizione della Commissione è complessa, con l’obiettivo di soddisfare le richieste di tutti gli Stati membri, e von der Leyen sta procedendo con le interviste per presentare la nuova squadra entro metà settembre.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Macron e Scholz contro Fitto. Ursula von der Leyen sta affrontando disaccordi con il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz riguardo la formazione della nuova Commissione UE. La strategia di von der Leyen mira a rafforzare il ruolo della Commissione come motore dell’Unione Europea, riducendo l’influenza del Parlamento Europeo e dei partiti politici. Questo approccio sta incontrando resistenza e potrebbe portare a bocciature durante le audizioni dei candidati commissari in Parlamento, complicando l’insediamento del nuovo team della Commissione. La von der Leyen ha scelto i cinque vicepresidenti basandosi sulla grandezza dei Paesi piuttosto che sull’appartenenza politica, una mossa che ha causato malcontento tra i partiti PSE, Verdi e Liberali, e tensioni con Francia e Germania perché tra i vicepresidenti ci sarà anche l’italiano Raffaele Fitto che rappresenta si l’Italia, ma anche un poresidente del consiglio che non ha votato per la Commissione.
Claudio Tito su Repubblica

A Fitto Economia e Pnrr. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è pronta a conferire a Raffaele Fitto, esponente di Fratelli d’Italia, una vicepresidenza esecutiva con deleghe all’Economia e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), gestendo fondi per oltre 700 miliardi di euro. Questa nomina segna la prima volta che un membro di un partito populista di destra ottiene una posizione di tale rilievo nella Commissione. Altri candidati per le vicepresidenze includono Valdis Dombrovskis per la ricostruzione dell’Ucraina, Teresa Ribera Rodríguez per la Transizione e Thierry Breton per Industria e Autonomia strategica. La nuova squadra della Commissione dovrebbe essere annunciata entro il fine settimana, e se confermata, rappresenterebbe un successo significativo per il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Nel frattempo, l’Italia è terza nell’UE per avanzamento del Pnrr e fondi ricevuti, ma la strada per il completamento del piano è ancora lunga e complessa
Angelo Ciardullo su Mf

Non mi dimetto, mai speso un euro per la signora Boccia. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dopo un incontro con la premier Giorgia Meloni, ha ribadito di non avere intenzione di dimettersi e ha negato di aver utilizzato fondi pubblici per coprire spese personali della dottoressa Maria Rosaria Boccia, che è stata al centro di una controversia riguardante la sua nomina a consigliera per i Grandi eventi. Nonostante la smentita dello staff del ministro, Boccia ha utilizzato i social media per difendersi, pubblicando foto e minacciando di rivelare registrazioni compromettenti. L’opposizione chiede chiarimenti in Parlamento sulla vicenda, mentre Sangiuliano insiste che tutte le spese di Boccia sono state coperte con la sua carta di credito personale, escludendo l’uso di denaro pubblico.
Alessandra Arachi su Corriere della Sera

Allarme G7 Cultura. Il caso Sangiuliano ha assunto rilevanza internazionale, con almeno due paesi del G7 della Cultura, che si terrà in Campania dal 19 al 21 settembre, che hanno espresso preoccupazioni sulla sicurezza dell’evento a seguito delle azioni di Maria Rosaria Boccia, consulente non ufficiale del ministro Sangiuliano. Boccia ha registrato audio e video al ministero e alla Camera con occhiali-telecamera, ma nega di aver ricattato chiunque. Il governo Meloni sta affrontando pressioni internazionali, con la possibile cancellazione della tappa di Pompei del vertice per placare i malumori. Si indaga inoltre su come Boccia sia riuscita ad avvicinarsi tanto al ministro e sulle procedure di sicurezza adottate.
Giuliano Foschini su Repubblica

90 minuti di faccia a faccia e poi la fiducia. Giorgia Meloni, dopo aver manifestato irritazione per le azioni del ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano e la sua collaboratrice Maria Rosaria Boccia, ha convocato Sangiuliano a Palazzo Chigi per un confronto diretto. Durante l’incontro, che è durato 90 minuti, Meloni ha interrogato il ministro su varie questioni, tra cui le spese e l’accesso ai dossier riservati. Nonostante le richieste di dimissioni da parte dell’opposizione, Meloni ha deciso di mantenere la fiducia in Sangiuliano fino a prova contraria, lasciando a lui la comunicazione sull’esito dell’incontro. La decisione è stata presa senza consultare gli alleati di governo, e nonostante le preoccupazioni rimangano, il rischio di sostituzione del ministro non è stato considerato immediato.
Marco Cremonesi su Corriere della Sera

Giurami che non c’è altro. Giorgia Meloni, pur infuriata e desiderosa di evitare un rimpasto di governo, ha affrontato Sangiuliano in un incontro teso a Palazzo Chigi, esigendo garanzie sulla sua integrità e l’assenza di uso improprio di fondi pubblici. Nonostante le pressioni per le dimissioni, Sangiuliano si difende e nega ogni accusa, mentre Meloni considera una “fiducia a tempo” fino al G7 della Cultura, con il ministro sotto la supervisione del sottosegretario Fazzolari. Il caso ha attirato l’attenzione dei media e potrebbe avere ripercussioni politiche, ma per ora Meloni continua a sostenerlo, sebbene il futuro rimanga incerto.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Campo largo, Azione apre ma resta il nodo Liguria. Il centrosinistra si prepara per le elezioni regionali con tensioni interne sulla formazione della coalizione, in particolare in Liguria. Elly Schlein, segretaria del PD, insiste che Matteo Renzi debba lasciare la giunta di centrodestra per unirsi al centrosinistra, mentre Renzi pone le sue condizioni per la collaborazione. In altre regioni come Umbria ed Emilia Romagna, i candidati e le alleanze sono già stati decisi con il consenso di tutti, inclusi Renzi e Calenda. La discussione sul programma è vista come il mezzo per creare convergenze e formare una coalizione ampia, nonostante le resistenze di alcune fazioni contro l’inclusione di centristi come Renzi
Giovanna Vitale su Repubblica

Non decolla il patto con Italia Viva. Il flirt politico estivo tra Matteo Renzi e Elly Schlein sembra giungere al termine, nonostante l’apertura iniziale e le speranze di un rinnovato dialogo. Dopo un mese dall’abbraccio simbolico durante la Partita del cuore e le dichiarazioni di Renzi sul superamento dei veti per vincere contro il governo, i dubbi all’interno del PD crescono. Gli ex Articolo 1 e la sinistra del partito sono scettici sul ritorno di Renzi, temendo una riduzione del loro peso politico. Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle lo definisce inaffidabile, mentre Renzi pone un ultimatum: se la linea del centrosinistra è dettata da Schlein, Italia Viva è decisiva, altrimenti non parteciperà. Con l’accordo PD-M5S sulla candidatura di Andrea Orlando, il flirt tra Renzi e il PD sembra destinato a concludersi.
Alberto Falci su Corriere della Sera

Da Minniti a Piantedosi, un’unica linea: affogateli. La tragedia di Cutro, in cui sono morte almeno 100 persone, tra cui 35 bambini, è stata definita una “strage di Stato” in un’inchiesta giornalistica. Secondo le informazioni fornite dai carabinieri alla magistratura, l’intervento delle forze dell’ordine avrebbe potuto salvare le vittime, ma non è stato effettuato. Le direttive politiche dell’epoca, incentrate sul respingimento dei migranti, hanno soffocato il ruolo salvifico della Guardia costiera e della Guardia di finanza, portando a un conflitto di competenze e responsabilità. La politica migratoria, che ha visto l’evoluzione da Minniti a Piantedosi, è stata accusata di aver trasformato il soccorso in mare in una pratica di respingimento, con conseguenze fatali per i migranti. Tale politica è stata descritta come un delitto collettivo che si protrae da anni, con radici che risalgono al governo Prodi negli anni ’90.
Vittorio Alessandro su Unita’

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