Rassegna stampa 5 settembre

SICUREZZA

Difesa europea, servono più risorse. L’industria della difesa europea, secondo uno studio di Teha Group in collaborazione con Leonardo, richiede maggiori investimenti e una migliore cooperazione tra i paesi membri UE per superare la frammentazione politica, militare e industriale che attualmente porta a inefficienze e sprechi. L’Europa spende meno degli Usa per la difesa e lo fa in modo meno efficace, con una spesa militare che potrebbe essere ottimizzata attraverso una maggiore collaborazione, potenzialmente risparmiando fino a 44,7 miliardi di euro all’anno. La dipendenza strategica da fornitori extraeuropei, in particolare dagli Usa, è un ulteriore punto debole, con il 78% della spesa militare aggiuntiva dei paesi UE aderenti alla NATO utilizzata per acquisti da paesi non europei. L’industria europea è invitata a seguire il modello di collaborazione transnazionale come quello di Mbda, per ridurre la frammentazione e aumentare l’efficienza. Lorenzo Mariani, condirettore generale di Leonardo: «Lo studio di Teha Group conferma l’importanza della visione strategica di Leonardo: investimenti nelle tecnologie digitali più avanzate per rendere più competitivo il core business e rispondere in maniera efficace alle nuove minacce imposte dalla sicurezza globale, con il fondamentale contributo derivante dalla cybersecurity e dallo spazio; alleanze europee per ridurre la frammentazione industriale e favorire la creazione di campioni in grado di sviluppare sistemi avanzati».
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore

Tagliare costi energetici dei chip. Leonardo ha avviato una collaborazione con GemaTeg per ridurre i costi energetici dei chip di nuova generazione impiegati nelle infrastrutture di intelligenza artificiale. La soluzione DaTeg di GemaTeg, un sistema di gestione termica innovativo, mira a ridurre il consumo energetico dei datacenter e aumentare l’efficienza dei supercomputer di Leonardo. La partnership si estenderà ai laboratori di GemaTeg e al datacenter di Leonardo a Chieti, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica del 30% e le prestazioni dei chip. Carlo Cavazzoni di Leonardo sottolinea l’importanza di questa collaborazione per velocizzare le applicazioni di IA riducendo l’impatto energetico: «L’avvio della partnership con GemaTeg rappresenta per Leonardo un significativo passo per garantire un incremento della velocità delle nostre applicazioni di intelligenza artificiale accompagnata da una sensibile diminuzione dell’impatto energetico complessivo, massimizzando il rapporto tra efficienza e sostenibilità delle nostre infrastrutture di Hpc».
su Messaggero

Hi tech per il sommerso. La Fondazione Leonardo e la Marina Militare, insieme all’Università del Salento, hanno promosso un workshop nel Salento per discutere l’uso di tecnologie avanzate nella gestione dei beni sommersi. L’Italia è un punto nevralgico per il traffico marittimo e digitale, e i fondali del Mediterraneo ospitano infrastrutture critiche come cavi di comunicazione ed energia. Il workshop mira a esplorare l’ambiente subacqueo attraverso tecnologie come la fotogrammetria, droni sottomarini e sensori, rendendo il patrimonio sommerso accessibile per ricerca e fruizione pubblica. L’obiettivo è anche formare nuovi profili professionali per rispondere alle esigenze del settore e coinvolgere le nuove generazioni nello studio dell’ambiente marino. «L’Italia ha 8.300 km di costa, è al centro del mare Mediterraneo che è attraversato da oltre il 20% del traffico marittimo; è più del 16 % del traffico digitale globale. I fondali del Mediterraneo sono attraversati da cavi che portano comunicazioni ed energia (Tap, Transmed e Greenstream). L’interesse è evidente», anticipa il presidente di Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine Luciano Violante. «Grazie all’impegno del ministro del Mare e di altri dicasteri è stato elaborato per la prima volta il Piano del mare che ha come obbiettivo primario coloro che sul mare lavorano. È stato istituito il polo della subacquea ed è emerso il problema della difesa dei cavi posti sul fondo».
Nicola Barone su Sole 24 Ore

Archeologia subacquea. Il workshop “Forma Maris”, incentrato sulle tecnologie subacquee per la mappatura e la conoscenza del patrimonio archeologico sommerso, si tiene a Lecce e Porto Cesareo, promosso dall’Università del Salento, la fondazione Leonardo e la marina militare. Durante l’evento, verranno presentati i risultati delle ricerche sul porto romano della riserva naturale delle Cesine e sull’area marina protetta di Porto Cesareo, con un focus sulle scoperte di relitti e strutture di varie epoche storiche. Il programma include interventi di esperti che illustreranno l’uso di tecnologie avanzate come ROV e sonar per lo studio dei siti subacquei, e nel pomeriggio, attività pubbliche come laboratori didattici e fruizioni immersive con visori 3D. La manifestazione si conclude con una sessione di sperimentazione di percorsi subacquei e costieri a Porto Cesareo, con la partecipazione di autorità locali e esperti del settore.
su L’Edicola del Sud

Avio. Il titolo Avio in Borsa ha continuato a salire, registrando un incremento dello 0,81% e raggiungendo i 12,46 euro, nonostante il rinvio del lancio del VV24 a causa di problemi elettrici. La società ha annunciato che sono in corso verifiche per un nuovo tentativo di lancio dallo spazioporto di Kourou. Il lanciatore Vega, progettato da Avio e gestito dall’ESA, concluderà con il VV24 la sua attività iniziata nel 2012, avendo realizzato oltre 100 missioni. Il successore di Vega, il Vega-C, è atteso per una missione entro la fine del 2024, dopo il fallimento dell’ultimo lancio oltre un anno fa.
Francesca Gerosa su Mf

Esportazioni in caduta libera. Nel 2023 le esportazioni di armamenti della Francia hanno subito un drastico calo, scendendo a 8,2 miliardi di euro rispetto ai 26 miliardi dell’anno precedente, con l’Indonesia, l’Arabia Saudita e l’India come principali acquirenti. Questo declino si verifica nonostante un aumento globale del 9% nelle spese per la difesa, raggiungendo un record di 2.200 miliardi di euro. Il bilancio delle ordinazioni francesi è modesto, con il 2023 che si posiziona al settimo posto negli ultimi dieci anni, nonostante contratti significativi come i 18 Rafale per l’Indonesia. Tuttavia, il Ministero delle Armate francese sostiene che le fluttuazioni annuali non riflettono una tendenza di fondo e prevede un miglioramento nel 2024, con nuovi contratti in vista, tra cui ulteriori vendite di Rafale e sottomarini.
Michel Cabirol su Tribune

Embargo esteso se provate le accuse. Il Regno Unito potrebbe estendere l’embargo sulle vendite di armi a Israele se emergessero ulteriori presunte violazioni del diritto umanitario internazionale. Il Segretario degli Esteri britannico, David Lammy, ha sospeso 30 delle 350 licenze di esportazione verso Israele a causa del rischio che le armi potessero essere utilizzate per gravi violazioni del diritto internazionale. La posizione legale del governo, che cita affermazioni credibili di maltrattamenti di prigionieri palestinesi e carenze nell’assistenza a Gaza, sostiene l’embargo. Nonostante le critiche di Israele e il rifiuto degli Stati Uniti di seguire l’esempio del Regno Unito, altri paesi hanno limitato le vendite di armi, mentre l’amministrazione Biden ha approvato vendite di armi per oltre 20 miliardi di dollari a Israele. Sir Keir Starmer ha difeso la sospensione delle licenze come una decisione legale, sottolineando l’impegno del Regno Unito al rispetto del diritto internazionale.
Larisa T Brown su imes

Accordo segreto Russia India. La Russia ha segretamente acquisito beni sensibili in India e ha esplorato la possibilità di costruire impianti per assicurarsi componenti per il suo sforzo bellico, come rivelato da corrispondenze statali russe ottenute dal Financial Times. Il ministero dell’industria e del commercio russo ha pianificato confidenzialmente di spendere circa 82 miliardi di rupie (1 miliardo di dollari al momento) per ottenere elettronica critica attraverso canali nascosti ai governi occidentali, utilizzando le riserve di rupie accumulate dalle banche russe grazie alle vendite di petrolio all’India. I documenti indicano che la Russia e i suoi partner indiani hanno preso di mira tecnologie dual-use soggette a controlli all’esportazione occidentali, e Mosca ha persino considerato di investire in impianti di produzione elettronica russo-indiani. Nonostante il primo ministro indiano Narendra Modi abbia rafforzato i legami con gli Stati Uniti, l’India ha esteso un salvagente economico alla Russia dopo le sanzioni occidentali, con il commercio bilaterale che ha raggiunto un record di 66 miliardi di dollari nel 2023-24.
Chris Cook su Financial Times

Taiwan. Il nuovo quasi-ambasciatore degli Stati Uniti a Taiwan, Raymond Greene, ha elogiato gli sforzi di Taipei per rafforzare le sue difese, offrendo rassicurazioni nonostante le preoccupazioni legate alla possibile rielezione di Donald Trump, che potrebbe minare gli impegni di difesa degli USA verso i suoi alleati. L’American Institute in Taiwan, che funge da ambasciata USA dal 1979, sostiene le riforme della difesa di Taiwan in risposta alle minacce di annessione da parte della Cina. Greene ha evidenziato progressi nella consegna di armamenti a Taiwan negli ultimi sei mesi e ha menzionato la possibilità di futura co-produzione di armi con Taipei. Ha inoltre sottolineato l’importanza di rendere Taiwan più resiliente sia contro disastri naturali che minacce umane, con un focus sul rafforzamento del settore energetico e sulla protezione della rete elettrica.
Kathrin Hille su Financial Times

Tajani chiede a Bibi di fermarsi. Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e vicepremier italiano, delinea le posizioni di Forza Italia su vari temi nazionali e internazionali. Tajani sostiene l’ius scholae per favorire l’inclusione sociale degli immigrati regolari, ma chiede una stretta sull’ius sanguinis per prevenire abusi. Sottolinea l’importanza di accogliere lavoratori stranieri per sostenere il sistema pensionistico e sanitario italiano. A livello internazionale, Tajani ribadisce il sostegno dell’Italia all’Ucraina, inviando armi ma ponendo limiti al loro uso, e sottolinea la necessità di una conferenza di pace in Arabia Saudita. Infine, Tajani difende il canone Rai e rifiuta l’idea che Forza Italia sia isolata in Europa, sottolineando il suo impegno contro tutti i totalitarismi.
Claudio Cerasa su Foglio

Kiev ha il diritto di usare le armi. L’ex ministro della Difesa italiano e presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, si esprime a favore della possibilità per l’Ucraina di utilizzare le armi italiane anche in territorio russo, in contrasto con la posizione attuale del governo e del suo partito. Guerini sostiene che limitare l’uso delle armi a difesa dell’Ucraina impedisce una difesa efficace contro gli attacchi missilistici russi. Nonostante le preoccupazioni di un’escalation del conflitto, egli ritiene che l’Ucraina stia facendo un uso difensivo delle armi e che rispondere agli attacchi russi vicino al confine sia legittima difesa. Guerini auspica anche che l’Italia riconsideri la sua posizione e che l’Europa sia pronta a sostenere una pace giusta quando si aprirà lo spazio per un dialogo diplomatico. Infine, concorda con la segretaria del suo partito, Elly Schlein, sull’importanza del riconoscimento dello Stato di Palestina come passo essenziale verso la pace.
Francesca Schianchi su Stampa

Fondi sostenibili sedotti dalle armi. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, gli investimenti dei fondi ESG europei nel settore della difesa sono più che raddoppiati, passando da 3,2 a 7,7 miliardi di euro, secondo uno studio di Morningstar. Questo aumento è stato influenzato dalla pressione dei governi, che hanno chiesto agli investitori di smettere di escludere dal finanziamento le aziende produttrici di armamenti, sostenendo che possano avere un impatto sociale positivo. Tuttavia, Etica Sgr e il Forum per la finanza sostenibile contestano questa visione, affermando che l’industria bellica non può mai essere considerata sostenibile. La crescita degli investimenti è stata in parte passiva, data l’ascesa dell’indice Sxparo, ma anche una scelta deliberata di alcuni fondi, nonostante le critiche e le proteste passate. La pressione dei governi e i profitti generati dal settore hanno reso difficile per i fondi ESG mantenere una posizione etica coerente, con alcuni fondi che ora hanno una quota significativa del loro portafoglio in aziende aerospazio-difesa.
Pietro Saccò su Avvenire

Mai impatto sociale positivo per l’industria bellica. L’industria degli investimenti ESG, che si basa su criteri etici, ambientali e di governance, sta includendo sempre più il settore bellico, nonostante le origini etiche di questa finanza che escludeva settori controversi come le armi. Morningstar ha rilevato un cambiamento di narrativa che ora distingue tra armi offensive e difensive, rendendo più accettabili gli investimenti in “difesa”. Tuttavia, figure come Marco Carlizzi di Etica Sgr e Francesco Bicciato del Forum per la Finanza Sostenibile si oppongono a questa tendenza, sostenendo che gli investimenti in armi non possono avere un impatto sociale positivo e non sono sostenibili. Anche il Vaticano, attraverso le linee guida Mensuram Bonam, esclude gli armamenti dai criteri di investimento accettabili, sottolineando l’impatto negativo della proliferazione delle armi sui conflitti e sulla pace.
Andrea Turi su Avvenire

IA, italiani ottimisti. e imprese italiane mostrano grande ottimismo riguardo l’adozione dell’intelligenza artificiale, con studi di Capgemini e Coleman Parkes che evidenziano un aumento significativo delle implementazioni di AI nelle aziende. La Cina guida l’adozione globale, seguita da Regno Unito, Stati Uniti e Australia, mentre le aziende italiane si distinguono per il loro entusiasmo sul potenziale trasformativo della tecnologia. Tuttavia, la mancanza di una strategia chiara e le sfide legate alla conformità normativa rappresentano ostacoli significativi. Nonostante ciò, l’AI generativa sta guadagnando terreno in vari settori, con le aziende early adopter che già sperimentano vantaggi come maggiore efficienza e miglioramento dell’esperienza cliente. Infine, la protezione dai cyberattacchi emerge come un’area critica, con la AI generativa che offre sia opportunità di difesa sia nuove minacce di sicurezza.
Gianni Rusconi su Sole 24 Ore Nòva 24

Fibra ottica per il Mose. Il sistema di dighe mobili MOSE di Venezia si avvicina al completamento con l’implementazione di una nuova connessione in fibra ottica, prevista per inizio 2026, dopo 18 mesi di lavori e una spesa di sei milioni di euro. Il contratto per la realizzazione è stato assegnato a Open Fiber, che affiancherà il sistema esistente di ponte radio per garantire una connettività ridondante e affidabile. La fibra ottica, che sostituirà il sistema satellitare attuale, è essenziale per la sincronizzazione e il funzionamento delle barriere contro le inondazioni. Sirti Digital Solutions si occuperà di integrare le infrastrutture di rete nelle bocche di porto, mentre la control room dell’Arsenale è già operativa e connessa via fibra ottica, assicurando la ridondanza necessaria per la sicurezza del sistema. Negli anni scorsi era stato dato seguito a un accordo con Telespazio per attivare la comunicazione tra bocche di porto e control-room (accordo in scadenza nel 2025).
su Nuova Venezia

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Troppi ritardi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia sta affrontando ritardi significativi, con nessun chilometro di ferrovia rinnovato, nessuna stazione o biblioteca ristrutturata e solo il 10% delle amministrazioni in grado di utilizzare il cloud. Nonostante l’approvazione della quinta rata di 11 miliardi di euro dalla Commissione Europea, il 14% dei lavori non è ancora partito e un terzo dei progetti è in ritardo. I sindaci lamentano una burocrazia eccessiva e un complesso iter amministrativo. The European House – Ambrosetti prevede che dal 2026 il PNRR possa avere un impatto dell’1,9% sul PIL italiano, ma avverte che non ci si può permettere ulteriori errori. La spesa effettiva è al di sotto delle aspettative, con solo il 26% dei fondi spesi rispetto al totale previsto per il 2026.
Giuseppe Bottero su Stampa

Basta parlare di tesoretto. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha messo un freno alle speculazioni e richieste di spesa, sottolineando che prima di definire le misure specifiche della nuova legge di bilancio, è necessario attendere il Piano strutturale di bilancio (Psb). Giorgetti ha respinto l’idea di un “tesoretto” e ha evidenziato che qualsiasi decisione sarà presa dopo aver esaminato i nuovi dati sul gettito fiscale. Il Psb, che sarà presentato a metà mese e inviato a Bruxelles, delineerà le politiche di bilancio per i prossimi anni e includerà la questione delle pensioni. L’Italia dovrà seguire un percorso di riduzione del deficit e del debito pubblico, in linea con le nuove regole del Patto di stabilità europeo, che richiedono una riduzione annua del disavanzo e del debito.
Paolo Baroni su Stampa

Monito. Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, ha avvertito che una politica monetaria troppo restrittiva potrebbe mettere a rischio l’economia europea se i tassi di interesse rimangono alti per troppo tempo. Sottolinea l’importanza di perseguire l’obiettivo di inflazione del 2% senza ostacolare gli investimenti e la crescita, essenziali per l’Europa. Alcuni membri della BCE prevedono una possibile riduzione dei tassi di interesse nei prossimi mesi, mentre altri, come il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, esprimono preoccupazione per gli acquisti di titoli di Stato e suggeriscono cautela. Cipollone evidenzia anche la necessità di affrontare i problemi strutturali dell’Europa, come la bassa produttività e la mancanza di investimenti in nuove tecnologie, per potenziare la competitività sul mercato globale.
Francesco Ninfole su Mf

Trentamila medici e infermieri. Il Ministero della Salute sta elaborando un piano straordinario per assumere 30.000 medici e infermieri nei prossimi tre anni, una misura che dovrebbe essere inclusa nella prossima legge di bilancio per affrontare la grave carenza di personale negli ospedali italiani. Tuttavia, il piano si scontra con due principali ostacoli: la necessità di trovare le risorse economiche necessarie, stimata in oltre un miliardo di euro da spalmare su tre anni, e la difficoltà di reclutare professionisti disposti a lavorare nel settore pubblico a causa di stipendi meno competitivi rispetto all’estero o al privato. Per incentivare le assunzioni, si sta considerando una detassazione delle indennità di specificità per medici e infermieri. Il piano è parte di un pacchetto più ampio di misure per la sanità che il governo intende inserire nella manovra, con l’obiettivo di migliorare il sistema sanitario nazionale e ridurre le lunghe liste d’attesa.
Marzio Bartoloni su Sole 24 Ore

Rilanciare Piombino. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato progressi significativi nel piano di rilancio del polo siderurgico di Piombino, gestito dal gruppo indiano Jsw. Un incontro chiave ha portato alla risoluzione di una questione fondamentale: la ripartizione delle aree demaniali tra Jsw e Metinvest. Si prevede la firma di un contratto sulle aree tra le due parti private entro la prossima settimana e la definizione dei contenuti dell’accordo di programma entro settembre. Questo sviluppo segue la firma di un protocollo d’intesa a marzo per un investimento di circa 140 milioni di euro, supportato da Invitalia, e un altro protocollo a gennaio con Metinvest e Danieli per un investimento di oltre 2 miliardi di euro in una nuova acciaieria green. L’obiettivo complessivo è sostenere la produzione locale e ridurre l’importazione di prodotti siderurgici, con un occhio alla sostenibilità ambientale e alla tutela dell’occupazione.
su Sole 24 Ore

Acciaio con aiuti di Stato. La siderurgia europea sopravvive grazie a sostanziosi aiuti di Stato, che ammontano a 11 miliardi di euro, destinati a 21 operazioni di ristrutturazione e transizione ecologica. Questi fondi pubblici sono essenziali per le aziende private, che senza di essi non potrebbero aggiornare gli impianti obsoleti e adeguarli alle normative ambientali sempre più stringenti imposte dall’Unione Europea. La Germania è il Paese che ha investito maggiormente in questo settore, con quasi 7 miliardi di euro, per sostenere l’industria siderurgica cruciale per la sua economia. Tuttavia, la pressione regolatoria per ridurre l’impatto ambientale rischia di imporre costi proibitivi alle aziende, con la prospettiva di pesanti sovraccosti legati al mercato delle quote di CO2, che potrebbero minacciare la sopravvivenza stessa dell’industria siderurgica europea.
Paolo Bricco su Sole 24 Ore

Serve una regia europea per un settore chiave. Ci sono due problemi principali nella gestione della crisi dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia. A livello nazionale, il governo Meloni sostiene che non è possibile investire i miliardi necessari per risolvere la crisi a causa delle restrizioni europee sugli aiuti di Stato, ma in realtà il Paese ha scelto di destinare risorse finanziarie ad altre iniziative. A livello europeo, il settore dell’acciaio è strategico per l’industria manifatturiera del continente, ma soffre di una mancanza di coordinamento nelle politiche industriali e di un eccesso di oneri ambientali che potrebbero minacciare il futuro della siderurgia europea. Sarebbe più efficace un approccio unificato a livello europeo per il finanziamento della trasformazione degli impianti siderurgici, pur riconoscendo che le politiche industriali comuni possono essere un “coltello a doppio taglio” a causa dell’ecologismo radicale che influisce sulle decisioni a Bruxelles.
Paolo Bricco su Sole 24 Ore

Competitività. La rivoluzione industriale moderna si basa sull’intelligenza artificiale e sullo sviluppo di nuove competenze, come sottolineato da Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia Area Centro, durante l’assemblea pubblica dell’associazione. Caiumi enfatizza l’importanza dell’automazione e dell’innovazione, che sono parte integrante del tessuto imprenditoriale emiliano, e la necessità di unire tali elementi ai centri di formazione. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, evidenzia le sfide geopolitiche e la necessità di un nuovo mix energetico, incluso il nucleare, per garantire la competitività e l’indipendenza energetica dell’Italia. Orsini critica le politiche ambientali europee e le scelte industriali che hanno portato alla chiusura di stabilimenti Volkswagen, sostenendo che l’Europa debba perseguire obiettivi ambientali senza penalizzare l’industria. Infine, Caiumi propone un piano casa per sostenere i lavoratori e chiede una moratoria per il pagamento delle rate a chi ne ha bisogno.
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

Germania sotto shock. La Germania è scossa dalla crisi di Volkswagen, che dopo lo scandalo Dieselgate del 2015, affronta ora il rischio di chiusura di stabilimenti e tagli di costi per 10 miliardi di euro. Il sindacato IG Metall, un tempo difensore dell’azienda, si oppone fermamente alle chiusure, promettendo resistenza. L’ex CEO Martin Winterkorn è sotto processo, negando responsabilità dirette nello scandalo dei motori truccati. Volkswagen, che un tempo era simbolo di eccellenza tedesca, ora lotta per tenere il passo con la rivoluzione elettrica del mercato automobilistico, affrontando la concorrenza di Cina e Stati Uniti e le critiche per non aver anticipato il cambiamento verso l’elettrico.
Tonia Mastrobuoni su Repubblica

Nvidia e antitrust. Nvidia, azienda leader nel settore dei microchip per l’intelligenza artificiale, ha subito una perdita di capitalizzazione di 279 miliardi di dollari in un solo giorno, con le azioni che sono scese del 9,5%, influenzando anche il calo del Nasdaq del 3,5%. Questo crollo ha ridotto il patrimonio netto del CEO e co-fondatore Jensen Huang di circa 10 miliardi di dollari. L’Antitrust americano ha intensificato la pressione su Nvidia, indagando su possibili pratiche anticoncorrenziali che ostacolerebbero i clienti nel cambiare fornitore. Nvidia ha difeso la propria posizione dominante attribuendola alla qualità dei suoi prodotti, sostenendo che i clienti scelgono liberamente le migliori soluzioni. La volatilità del titolo Nvidia è aumentata a seguito di dubbi sul potenziale dell’intelligenza artificiale e di risultati finanziari che, nonostante superino le aspettative, non soddisfano le crescenti aspettative degli investitori.
Valentina Iorio su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Se non cambia direzione l’Unione è finita. Mario Draghi, ex presidente della BCE e ex premier italiano, ha lanciato un severo monito ai capigruppo del Parlamento Europeo, avvertendo che senza riforme rapide e significative, l’Unione Europea rischia di collassare. Nel suo rapporto sulla competitività, Draghi ha delineato dieci aree chiave in cui l’Europa deve migliorare, tra cui la difesa, il welfare e la formazione, per superare i freni strutturali che ne limitano la competitività. Ha sottolineato l’urgenza di una cooperazione senza precedenti e di una grande corresponsabilità tra gli Stati membri per affrontare le sfide comuni. Le sue proposte hanno ricevuto un ampio consenso, con i leader politici che riconoscono la necessità di un’azione congiunta per rafforzare l’integrazione europea e mantenere il ruolo dell’UE come attore globale rilevante.
Claudio Tito su Repubblica

Cambiare o morire, l’incubo di Draghi. Durante un confronto al Parlamento europeo, l’ex premier italiano Mario Draghi ha espresso preoccupazione per il futuro dell’Europa, paragonando la situazione attuale a un incubo e sottolineando la necessità di un risveglio immediato per affrontare sfide come l’innovazione, i costi energetici e la mancanza di competenze. Draghi ha presentato un rapporto sulla competitività dell’Europa, che sarà consegnato alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e ha evidenziato l’importanza di una cooperazione senza precedenti tra gli Stati membri per mantenere la competitività contro gli Stati Uniti e la Cina. Il rapporto di Draghi, che affronta temi come la produttività industriale, la dipendenza da materie prime critiche e la transizione ecologica, ha già influenzato le linee guida politiche di von der Leyen e mira a stimolare proposte legislative concrete. Nonostante alcuni scetticismi, vi è un consenso emergente nel Parlamento europeo, mentre le divisioni tra i governi al Consiglio dell’Unione europea potrebbero rappresentare un ostacolo significativo.
Marco Bresolin su Stampa

Diamo le armi a Kiev per colpire in Russia. Tony Blair sostiene la necessità di supportare l’Ucraina contro l’aggressione russa, anche con l’uso di armi in territorio russo, per prevenire ulteriori conflitti. Critica il populismo e la debolezza dei centristi, sottolineando l’importanza di posizioni moderate e soluzioni di buon senso. Prevede che le democrazie prevarranno sulle autocrazie, nonostante l’ascesa degli “uomini forti” come Putin. Blair riflette anche sulla rivoluzione tecnologica, vedendola come un’opportunità piuttosto che una minaccia per il lavoro umano. Infine, discute la sua esperienza politica, inclusi i suoi successi e gli errori, come l’intervento in Iraq, e la sua visione ottimista per il futuro.
Aldo Cazzullo su Corriere della Sera

Rimpasto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha avviato la più grande ristrutturazione del governo di guerra di Kyiv, sostituendo il ministro degli affari esteri e altri alti funzionari, in una mossa che alcuni critici vedono come un tentativo di consolidare il potere. Tra le dimissioni annunciate ci sono quelle del ministro degli affari esteri Dmytro Kuleba, del ministro delle industrie strategiche Oleksandr Kamyshin, del ministro della giustizia Denys Malyuska, del vice primo ministro Iryna Vereshchuk e del capo del fondo per la proprietà statale Vitaliy Koval. Zelenskyy ha dichiarato che le modifiche sono volte a rafforzare le istituzioni statali, ma ha fornito pochi dettagli sul perché ha richiesto le dimissioni di Kuleba e di altri membri del gabinetto. Il capo del gruppo Servant of the People al parlamento, David Arakhamia, ha annunciato che più della metà del gabinetto ucraino sarà cambiato o sostituito nei prossimi giorni. Questi cambiamenti avvengono in un momento cruciale della guerra, mentre l’Ucraina cerca di respingere l’offensiva russa nell’Ucraina orientale e di consolidare il controllo su un territorio conquistato nella regione di Kursk in Russia.
Christopher Miller su Financial Times

Rivoluzione. Il presidente del COPASIR, Guerini, sottolinea l’importanza dell’autunno per l’Ucraina e la necessità di rafforzare le istituzioni statali. Il presidente ucraino Zelensky ha avviato un ampio rimpasto di governo, licenziando sei ministri, tra cui il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, per infondere nuova energia e rafforzare la politica anticorruzione. Allo stesso tempo, un attacco russo ha colpito Leopoli, causando la morte di sette civili. Il rimpasto di governo, che include cambiamenti chiave come la nomina di un nuovo capo di Stato maggiore e possibili nuovi ruoli per i ministri dimissionari, è visto come un rafforzamento del potere presidenziale di Zelensky. Questi cambiamenti avvengono in un momento critico, con un’offensiva ucraina in territorio russo e aspettative per il piano di Zelensky per la vittoria, mentre l’opposizione critica la concentrazione di potere nella presidenza.
Letizia Tortello su Stampa

Accentra. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha operato un significativo rimpasto di governo, interpretato da Mosca come segno di debolezza, ma difeso a Kiev come una mossa per ottimizzare la gestione del potere e rinvigorire l’efficienza amministrativa. Queste modifiche hanno accorciato la catena di comando e concentrato il potere nelle mani di Zelensky e di un ristretto cerchio di fedelissimi, rafforzando la posizione intransigente nei confronti della Russia. Il presidente ha progressivamente eliminato ogni possibile opposizione interna, dai partiti politici agli oligarchi, fino ai militari di alto rango e ai collaboratori meno decisi. La strategia di Zelensky, sostenuta dal sentimento nazionalista e dalla legge marziale che ha messo al bando i partiti filorussi, ha portato alla rimozione di figure chiave come il ministro della Difesa e il capo di stato maggiore, consolidando ulteriormente il suo controllo sul governo e sulla direzione della guerra.
Andrea Nicastro su Corriere della Sera

Troppo popolari. L’Ucraina si prepara ad affrontare un terzo inverno di guerra, con difficoltà crescenti come blackout e mobilitazione della popolazione maschile. L’offensiva contro Kursk, voluta dal presidente Zelensky e dal generale Syrsky, ha escluso la possibilità di negoziati immediati con la Russia e ha dimostrato agli alleati occidentali la determinazione ucraina a non avere un ruolo passivo. Nonostante ciò, gli alleati occidentali mantengono restrizioni sull’uso di armi a lungo raggio, frenati dal timore di un’escalation del conflitto. Intanto, l’Ucraina affronta un rimpasto di governo per rafforzare la lotta alla corruzione, aumentare l’autosufficienza in armamenti e gestire meglio gli aiuti internazionali, con la speranza che i nuovi ministri siano all’altezza delle sfide del paese.
Gianluca di Feo su Repubblica

Un errore le dimissioni. La recente ristrutturazione del governo ucraino ha causato tensioni con l’Unione Europea e altri sostenitori internazionali, in particolare riguardo alla rimozione di Volodymyr Kudrytskyi, presidente esecutivo di Ukrenergo, l’azienda statale dell’energia. Una lettera firmata da rappresentanti dell’UE e di istituzioni finanziarie internazionali, che forniscono all’Ucraina aiuti per centinaia di miliardi di dollari, esprimeva preoccupazione per questa mossa, sottolineando l’importanza della trasparenza e della gestione indipendente. Nonostante gli avvertimenti, Kudrytskyi si è dimesso, sollevando dubbi sulla capacità dell’Ucraina di mantenere una gestione efficiente del settore energetico durante il conflitto con la Russia. Questo episodio evidenzia la necessità di un maggiore coordinamento tra il governo ucraino e i suoi alleati occidentali per affrontare le sfide poste dalla guerra.
Federico Fubini su Corriere della Sera

La scossa. Situazione critica in Ucraina, dove gli attacchi russi hanno intensificato la distruzione e le vittime civili, superando i record precedenti. La guerra è entrata in una fase più aggressiva, con il presidente ucraino Zelensky che risponde aumentando l’offensiva e ristrutturando il governo per iniettare nuova energia e affrontare le sfide interne ed esterne. Questo rimpasto di governo, che potrebbe coinvolgere fino alla metà delle cariche governative, è interpretato sia come consolidamento del potere di Zelensky sia come adattamento alle necessità attuali, come la creazione di un ministero per il rimpatrio degli ucraini profughi. Inoltre, le pressioni del FMI per misure economiche impopolari e la necessità di rinfrescare l’immagine del governo in un periodo senza elezioni a causa della guerra, sono altri fattori che hanno influenzato il rimpasto, mentre Zelensky si prepara per eventi futuri come le elezioni americane e cerca di promuovere il cambiamento
Anna Zafesova su Stampa

Squadra più compatta. Il presidente ucraino Zelensky ha operato un rimpasto di governo per creare una squadra più unita e forte, in vista di una fase critica della guerra con la Russia. Secondo Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, Zelensky ha sostituito figure come il ministro degli Esteri Kuleba, considerato troppo indipendente, per avere un’amministrazione più affine a lui. La guerra procede con difficoltà ma l’Ucraina ha mantenuto la maggior parte della linea del fronte e ha ottenuto successi significativi. Zelensky è pronto a discutere le condizioni per un possibile congelamento del conflitto, consapevole che non potrà recuperare tutto il territorio ucraino. Il negoziato attuale si concentra su come l’Ucraina possa ottenere protezione senza un’adesione completa alla NATO.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Mosca vuole inquinare il voto Usa. La Casa Bianca e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti hanno accusato la Russia di tentare di influenzare le elezioni presidenziali americane attraverso una campagna di disinformazione, simile a quella del 2016, per favorire Donald Trump. Due dipendenti della televisione russa RT sono stati incriminati per aver diffuso propaganda russa attraverso video in lingua inglese su varie piattaforme social, raggiungendo milioni di visualizzazioni. Sono state inoltre sanzionate compagnie e sequestrati siti web usati per la disinformazione. Altre potenze straniere come Cina e Iran sono anch’esse sospettate di attività simili. Il Dipartimento di Stato ha offerto una ricompensa per informazioni sull’interferenza straniera nelle elezioni, mentre cinque organi di informazione russi sono stati sanzionati.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Il nodo del corridoio. Il consigliere del primo ministro israeliano, Ron Dermer, ha aperto la possibilità di un ritiro delle truppe dal Corridoio Filadelfia, una striscia di territorio al confine tra Egitto e Gaza, in una seconda fase delle trattative, contrariamente alla posizione intransigente precedentemente espressa da Netanyahu. La Casa Bianca sta per presentare una nuova proposta riguardante la durata della presenza militare israeliana in quella zona, con l’intenzione di attribuire chiaramente la responsabilità a Netanyahu in caso di fallimento. I vertici militari e dell’intelligence israeliani non considerano il corridoio essenziale per la sicurezza nazionale e sono più preoccupati dalla situazione in Cisgiordania, ora zona di combattimento. Infine, gli Stati Uniti hanno annunciato l’incriminazione dei leader di Hamas per attacchi che hanno coinvolto cittadini americani, mirando a colpire chiunque sostenga l’organizzazione.
Davide Frattini su Corriere della Sera

300 milioni, l’Egitto non può perderlo. Il Corridoio di Philadelphi, una striscia di terra tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, è al centro di un’economia nera che genera un miliardo di dollari all’anno e rappresenta un ostacolo alla pace nella regione. Il primo ministro israeliano Netanyahu insiste sulla necessità di mantenere l’esercito israeliano nel corridoio per prevenire il contrabbando di armi e garantire la sicurezza, nonostante Hamas richieda il ritiro completo delle truppe come condizione per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. L’Egitto, sotto la guida di al-Sisi, ha investito in sicurezza ma il Sinai rimane una zona di contrabbando redditizio, con stime di guadagni fino a 300 milioni di dollari all’anno per gruppi beduini e piccoli gangster. Le trattative a Doha per risolvere il conflitto sono complicate, con proposte statunitensi di mantenere una presenza militare israeliana limitata fino alla sicurezza del confine, mentre l’Egitto emerge come un attore chiave nel negoziato.
Fabio Tonacci su Repubblica

Coloni. Aumenta l’oltranzismo tra i coloni israeliani in Cisgiordania, dove alcuni ora sostengono l’espulsione dei palestinesi. Questa posizione estrema è stata rafforzata dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, portando alcuni coloni moderati a riconsiderare la possibilità di una pace con i palestinesi. I coloni, che hanno beneficiato di incentivi per stabilirsi in Cisgiordania, sono ora più di mezzo milione e sentono di essere le avanguardie dell’Israele del futuro. La crescita delle colonie ha trasformato la geografia del territorio, marginalizzando le comunità palestinesi e distruggendo l’economia agricola tradizionale. La tensione è palpabile, con i coloni che si preparano a difendersi e confrontano il dilemma palestinese con la decisione su cosa fare con un vecchio cane che potrebbe essere pericoloso.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Washington. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato il leader di Hamas, Yahya Sinwar, e altre cinque figure chiave dell’organizzazione per vari capi d’accusa, tra cui finanziamento del terrorismo e omicidio di cittadini statunitensi. La denuncia, che potrebbe avere un impatto principalmente simbolico, include anche l’accusa di uso di armi di distruzione di massa. Gli Stati Uniti hanno anche messo all’indice Iran e Hezbollah per il loro supporto ad Hamas. Tra gli incriminati c’è anche Ali Baraka, responsabile delle relazioni esterne di Hamas a Beirut, mentre altri leader sono stati eliminati o sono latitanti. Il procuratore generale Merrick Garland ha sottolineato che queste azioni non saranno le ultime e che gli sforzi per colpire Hamas continueranno.
Fabiana Magrì su Stampa

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Sangiuliano si confessa in tv. Il ministro Gennaro Sangiuliano ha ammesso in un’intervista televisiva di aver avuto una relazione sentimentale con Maria Rosaria Boccia, ma ha negato l’uso di fondi pubblici per coprire spese personali, sostenendo di aver pagato tutto di tasca propria. La relazione è ormai conclusa e il ministro, in lacrime, si è scusato pubblicamente con la moglie e con la premier Giorgia Meloni, che ha respinto le sue dimissioni. Boccia, dal canto suo, ha accusato Sangiuliano di mentire, mentre il Partito Democratico ha criticato l’uso del Tg1 per scopi personali. La vicenda ha sollevato polemiche anche sul possibile impatto sulla sicurezza nazionale e sulla privacy, con riferimento a sopralluoghi a Pompei e a presunte registrazioni effettuate da Boccia.
Alessandra Arachi su Corriere della Sera

Tutto quello che non ha chiarito. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è al centro di controversie riguardanti il suo comportamento e il ruolo di Maria Rosaria Boccia, che ha partecipato all’organizzazione di eventi ufficiali e potrebbe aver registrato conversazioni compromettenti. Sangiuliano ha negato l’uso di fondi pubblici per Boccia, ma ha ammesso che alcune trasferte sono state pagate da enti che gestiscono denaro pubblico. È emerso che esisteva un contratto non controfirmato per la consulenza di Boccia, e il ministro ha riconosciuto di aver condiviso e fatto registrare conversazioni private con lei. Inoltre, ci sono preoccupazioni sull’uso improprio di risorse pubbliche, come l’auto di servizio, e sulla sicurezza, dato che Boccia ha filmato all’interno di Montecitorio con occhiali spia. La situazione solleva questioni sulla vulnerabilità di Sangiuliano e sulle nomine politiche, con richieste di chiarimenti da parte di altri politici.
su Corriere della Sera

Non possiamo consentirci errori. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto un discorso severo ai vertici di Fratelli d’Italia, sottolineando l’importanza di non commettere errori o passi falsi, poiché il governo sta “facendo la storia” e deve essere consapevole della responsabilità di fronte alle aspettative del popolo italiano. Meloni ha richiamato l’attenzione sul caso Sangiuliano, senza nominare direttamente il ministro o Maria Rosaria Boccia, ma ha chiarito che non saranno tollerati ulteriori incidenti. Ha enfatizzato il lavoro, lo spirito di sacrificio e la determinazione come fondamenta del loro successo al governo e ha ribadito che gli italiani hanno mostrato fiducia nel governo, come dimostrato dai dati macroeconomici positivi. Infine, ha sottolineato che la prossima legge di Bilancio sarà ispirata alla serietà e alla responsabilità, con un focus sul sostegno alle imprese e alle famiglie, in particolare quelle con figli, e ha difeso gli investimenti al Sud contro le critiche sull’Autonomia differenziata.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera

I dubbi della premier. La premier Giorgia Meloni si trova ad affrontare dubbi e timori per non aver rimosso il ministro Gennaro Sangiuliano, nonostante le pressioni e il rischio di un’inchiesta. La sua decisione di mantenerlo in carica, nonostante gli errori e le polemiche, è stata influenzata dalla volontà di non cedere alle pressioni dei media di sinistra. Tuttavia, la situazione si complica con la possibilità che emergano registrazioni compromettenti e il coinvolgimento delle procure. La tensione è palpabile anche all’interno del governo e del partito Fratelli d’Italia, con Meloni che sottolinea l’importanza di non commettere errori in un momento storico per il paese. Nel frattempo, Sangiuliano cerca di recuperare la fiducia perduta, ma le sue azioni e dichiarazioni non sembrano aiutare la situazione.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Utilizzo privato del servizio pubblico. Il caso della relazione tra il ministro Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia ha scatenato le ire delle opposizioni, che accusano il ministro di aver utilizzato impropriamente i servizi pubblici e chiedono chiarimenti in Parlamento. Le opposizioni, tra cui il Pd e Avs, sono unite nel voler convocare i vertici Rai per discutere l’uso privato del servizio pubblico e sottolineano incongruenze nella versione dei fatti fornita da Sangiuliano. Angelo Bonelli di Avs ha preparato un esposto per la procura di Roma, suggerendo la possibilità di peculato per l’uso di mezzi statali da parte di Boccia. Le opposizioni, critiche nei confronti della copertura offerta dalla premier Giorgia Meloni ai suoi ministri, ritengono che la situazione richieda le dimissioni di Sangiuliano, mentre il governo affronta questioni di credibilità e viene esortato a non rifugiarsi nel vittimismo.
Niccolò Carratelli su Stampa

Grillo dagli ex. Beppe Grillo, garante del Movimento 5 Stelle, è tornato a Roma dopo tre mesi di assenza, incontrando alcuni ex membri del partito e mantenendo le distanze dal leader Giuseppe Conte, con il quale persiste una tensione. Nonostante le voci di incontri, gli staff negano un faccia a faccia tra Grillo e l’ex premier. La visita di Grillo sembra mirata a riaffermare i principi fondativi del Movimento in vista della Costituente M5S di fine ottobre, mentre alcuni parlamentari considerano l’idea di unirsi a gruppi più moderati. Conte, nel frattempo, respinge l’idea di una scissione e sottolinea l’importanza di rinnovare l’entusiasmo e combattere l’astensionismo, pur mettendo in discussione alcuni principi fondativi e la piattaforma Rousseau, che secondo lui ha ridotto il dibattito politico a una dimensione virtuale.
Emanuele Buzzi su Corriere della Sera

L’autunno caldo di Salvini. Matteo Salvini, leader della Lega, sta organizzando una serie di eventi per mobilitare il partito in vista di importanti appuntamenti autunnali, tra cui il raduno di Pontida il 6 ottobre e le elezioni regionali in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria. Salvini punta a rafforzare le posizioni del partito su temi come autonomia, immigrazione, sicurezza e tasse, e ha in programma una visita a Umberto Bossi per appianare recenti tensioni. Il 18 ottobre a Palermo, durante il processo Open Arms, Salvini intende sottolineare la sua difesa dei confini nazionali. La competizione elettorale vede anche una sfida interna alla maggioranza con Forza Italia, in particolare sul tema dell’autonomia differenziata, su cui la Lega spinge per un’avvio immediato delle trattative.
Cesare Zapperi su Corriere della Sera

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