SICUREZZA
Crosetto: difesa europea? Lavoro mastodontico. «L’Europa non può accettare che Putin arrivi fino a Kiev», dice il ministro della Difesa Guido Crosetto. «Se la Russia conquista l’Ucraina, nessuno si sentirà al sicuro. L’Italia aumenti le spese militari, o sarà sempre un Paese suddito». E ancora: «Unificare le forze armate europee è un lavoro mastodontico. Richiederà molto tempo». Sulla crisi in Medio Oriente: «Hamas va combattuta in un altro modo: basta con i raid che colpiscono i civili».
Mario Ajello su Messaggero
Nato a Kiev. I piani di emergenza dell’Alleanza per soccorrere Kiev scontano la carenza di uomini e mezzi Ue: decisivo l’eventuale intervento degli Usa. I confini tra conflitto convenzionale e atomico sono estremamente sottili, perché Putin considera le bombe tattiche come l’unica tutela contro la superiorità occidentale.
Gianluca di Feo su Repubblica
Spese militari? Le casse sono vuote. Mercoledì la premier incontra Stoltenberg che chiederà all’Italia di aumentare l’impegno fino al 2% del Pil ora fermo all’1,43%. Ma sulla decisione pesano le scarse risorse e le tensioni con Salvini che imbarazzano la presidente del Consiglio. Crosetto aveva tentato di scorporare le spese della difesa dal Patto di stabilità: niente da fare.
Tommaso Ciriaco su Repubblica
Nessuno vuole i soldati a Kiev. Il vicepresidente della Camera Giorgo Mulè: «In due anni siamo passati dalle forniture di elmetti alla barriere anti-missile, a dimostrazione del sostegno italiano, ma non è assolutamente possibile entrare in Ucraina con i nostri soldati». Considerazioni condivise anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Sul punto la Lega, che si è riscoperta “pacifista” con l’aggressione di Mosca, da settimane sta montando una campagna anti-Macron, il primo ad aver parlato di un coinvolgimento in chiaro dell’Alleanza atlantica.
Matteo Pucciarelli su Repubblica
Gli aiuti cambieranno la guerra. L’Ucraina cercherà di organizzare una nuova controffensiva nel 2025 dopo aver ricevuto un’iniezione di 61 miliardi di dollari di aiuti militari dagli Stati Uniti per aiutarla a impedire alla Russia di fare ulteriori progressi quest’anno, ha dichiarato Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Isobel Koshiw su Financial Times
Spese militari occidentali, quattro volta quelle di Mosca. La spesa militare aggregata dell’Ue e dei Paesi europei della Nato ha raggiunto i 346 miliardi di dollari nel 2022, con un aumento dell’1,9% in termini reali rispetto al 2021 e del 29,4% rispetto al punto di minimo dei 2014. E’ quasi quattro volte la spesa della Russia e l’1,65% del Pil totale.
Francesco Vignarca su Il Fatto Quotidiano
Boeing. Finalmente un raggio di sole nel cielo di Boeing? Con la sua divisione di aviazione commerciale che sta accumulando perdite e indagini, il gigante di Seattle spera in qualche buona notizia dalla sua divisione spaziale. Alle 22.34 di lunedì sera, ora della Florida (le 4.34 di martedì mattina a Parigi), la capsula Starliner dovrebbe decollare da Cape Canaveral in Florida per il suo primo volo con equipaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Flora Maussion su Echos
Jet da guerra ideale contro la Russia. La NATO trae vantaggio dai due nuovi membri che si armano per far fronte alla minaccia russa. Con l’adesione della Svezia, 94 aerei da combattimento JAS 39 Gripen C/D di fabbricazione svedese entreranno a far parte del sistema di difesa comune. L’aeronautica militare svedese è la più grande del Nord Europa. Gli esperti della difesa spesso definiscono la combinazione del Gripen e dell’aereo da caccia americano F-35 un “muro contro la Russia”. Gli F-35, utilizzati da Norvegia, Danimarca e Finlandia, possono penetrare in profondità dietro le linee nemiche. L’aereo da caccia Gripen, invece, è stato sviluppato appositamente per difendere lo spazio aereo svedese dalla Russia. Ciò conferisce al Gripen un “ruolo difensivo naturale” nella NATO, afferma l’esperto di difesa svedese Robert Dalsjö. “Nelle regioni nordiche e baltiche è possibile, per dirla semplicemente, immaginate una divisione del lavoro in cui il Gripen è responsabile della difesa aerea e l’F-35 dei bombardamenti.” Nei prossimi anni, 60 esemplari del nuovo modello JAS 39 Gripen E saranno consegnati alle forze armate svedesi.
Adrian Ericson su Welt
Quattro offerte per salvare il gruppo. Le trattative per il salvataggio di Atos hanno raggiunto una fase critica. Il gruppo ha ricevuto quattro offerte di ristrutturazione finanziaria, che propongono di contribuire alla cancellazione di gran parte del debito di 4,9 miliardi di euro e all’iniezione di nuovi fondi per un importo compreso tra 12 e 1,8 miliardi di euro.
Ivan Letessier su Figaro
Battaglia per il controllo di Atos. Il cda dell’ex ammiraglia dell’IT si sarebbe riunito domenica sera per esaminare tre offerte di acquisizione industriale, oltre al pacchetto di salvataggio finanziario messo a punto dai suoi investitori, ossia le banche, il maggiore azionista Dtvid Layant, l’uomo d’affari ceco Daniel Kretinsky associato all’hedge fund Attestor e infine il fondo Bain. Le proposte differiscono notevolmente, in particolare per quanto riguarda l’entità del debito da cancellare e la salvaguardia dell’integrità del gruppo. Si tratta di questioni fondamentali per Roos. I dettagli delle offerte dovrebbero essere noti questo lunedì.
Anne Drift su Echos
Caccia europeo. Il futuro aereo da combattimento europeo, l’FCAS, disporrà della tecnologia spagnola guidata da Indra. La multinazionale presieduta da Marc Murtra cerca di ampliare il progetto alleandosi con i centri tecnologici del paese e ha raggiunto un accordo con il Barcelona Supercomputing Center (BSC) e il centro tecnologico galiziano Gradiant. L’obiettivo è che il centro di calcolo catalano collabori allo sviluppo di tecnologie altamente innovative per incorporarle nel caccia che sarà operativo a partire dal 2040. È la prima volta che la Spagna partecipa allo stesso livello industriale di Francia e Germania in un’operazione militare progetto. I tre Paesi si sono impegnati a investire 8 miliardi. Nel terzo del progetto spagnolo, Indra è incaricata di sviluppare la parte del cloud da combattimento, che consentirà lo scambio di dati in tempo reale con qualsiasi aereo, nave, veicolo corazzato o satellite.
Fernando Valls su Vanguardia
Rheinmetall mette in guardia dal fallimento della svolta. Armin Papperger, capo della Rheinmetall, durante un evento organizzato dall’Associazione dei giornalisti economici, spiega cosa ha in mente attualmente. Tra l’altro la somma di 30 miliardi di euro. Secondo il capo della più grande azienda tedesca di armi, questa somma verrebbe a mancare ogni anno se il fondo speciale della Confederazione per la Bundeswehr venisse esaurito. Secondo Papperger ciò avverrà già nel 2026. “Se questi 30 miliardi di euro non verranno investiti, la svolta fallirà”, afferma. Occorre quindi mettere insieme un nuovo pacchetto, “qualunque cosa assomigli”. Altrimenti, l’obiettivo del 2% della NATO, che prevede la spesa del 2% del prodotto interno lordo per la difesa, non potrà essere raggiunto. Il 61enne Papperger è attualmente un uomo molto richiesto.
Roman Tyborski su Handelsblatt
Quattro offerte per salvare il gruppo. Le trattative per il salvataggio di Atos hanno raggiunto una fase critica. Il gruppo ha ricevuto quattro offerte di ristrutturazione finanziaria, che propongono di contribuire alla cancellazione di gran parte del debito di 4,9 miliardi di euro e all’iniezione di nuovi fondi per un importo compreso tra 12 e 1,8 miliardi di euro.
Ivan Letessier su Figaro
Aereospazio. In questi anni è cresciuta la centralità del Piemonte nello sviluppo dell’aerospazio in Italia e a livello internazionale mediante una strategia efficace che accorcia la filiera produttiva tra i maggiori player del settore basati sul territorio – Leonardo, Avio Aero, Thales Alenia Space, Cs Aerospace, Altec, Mecaer – e un nucleo di oltre 450 PMI che raggiungono un fatturato complessivo che supera 8 miliardi di euro con oltre 35.000 addetti dagli ultimi rilevamenti dell’analisi sul settore aerospazio in Piemonte condotta da Ceipiemonte. In questo contesto si pone il Distretto Aerospaziale Piemonte che rappresenta un punto di riferimento per le PMI e di congiunzione con le grandi aziende, le Istituzioni, il mondo della ricerca e quello accademico.
Fulvia Quagliotti su Espansione
*Thales Alenia Space, prossima fermata la luna.*Il programma Artemis – scrive l’Ad di Thales Alesia Space Italia Massimo Claudio Comparini – rappresenta per l’Italia una grande opportunità di sviluppo dell’intero eco-sistema e della filiera, come stiamo già vedendo chiaramente attraverso il ruolo guida dell’azienda nella realizzazione di moduli principali per la futura stazione in orbita cislunare – il Lunar Gateway. Si tratta di Lunar- I HAB, il modulo dove verranno ospitati gli astronauti ed ESPRIT, il modulo per le comunicazioni e il rifornimento; i due moduli costituiscono il contributo europeo al Gateway. Nello stabilimento Thales Alenia Space di Torino stiamo lavorando alla realizzazione, per Northrop Grumman, della struttura primaria del modulo HALO: la cabina iniziale per gli astronauti in visita al Gateway, derivata dai moduli cargo Cygnus. Possiamo essere dunque veramente fieri del contributo dell’Italia alla costruzione della prima stazione lunare dopo aver segnato la storia delle infrastrutture orbitali.
Claudio Massimo Comparini su Espansione
Alla conquista dello spazio. Thales Alenia Space, joint Venture tra Thales 67% e Leonardo 33%, ha siglato con l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), un contratto del valore complessivo di circa 522mln per la continuazione delle attività necessarie al completamento della missione ExoMars 2028. Il contratto include la realizzazione del Modulo di Ingresso, Discesa e Atterraggio su Marte e le attività di manutenzione e riconfigurazione dei veicoli già costruiti per la missione del 2022. «Siamo davvero onorati della rinnovata fiducia dell’Esa nella nostra azienda affidandoci le attività per il ripristino e la continuazione di questa sfidante missione alla scoperta di tracce di vita su Marte – ha dichiarato Massimo Comparini, Ad di Thales Alenia Space Italia. – La tecnologia avanzata, il know-how e l’esperienza di Thales Alenia Space ci rendono protagonisti dell’esplorazione spaziale. Siamo pronti per i mesi cruciali che ci attendono e fiduciosi nella nostra capacità di continuare ad ampliare i confini dell’esplorazione dell’universo, grazie al lavoro costante dei nostri ingegneri e tecnici specializzati, impegnati ogni giorno a portare avanti sfide come queste».
Pianeta del su Economy
SuperJet International. Il Piano di Rilancio dell’azienda di Tessera-Venezia prevede nuove assunzioni, investimenti e ricadute positive per il territorio. La società veneziana attende il via libera del Comitato di Sicurezza Finanziaria del Mef al passaggio di azioni che consentirà l’ingresso del fondo emiratino Mark AB Capital. Il 10% delle azioni rimarrà a Leonardo, il 49% sarà detenuto da Mark AB e il restante 41% verrà acquisito da una società italiana in via di costituzione con Italsistemi, che potrà fornire anche un apporto industriale in campo aeronautico.
su Sole 24 Ore Scenari
La Nasa perderà uno dei suoi occhi sulla terra. Nei prossimi anni – nessuno sa esattamente quando – tre satelliti della NASA, ognuno pesante come un elefante, si spegneranno. Stanno già andando alla deriva, perdendo quota un po’ alla volta. Hanno osservato il pianeta per oltre due decenni, molto più a lungo di quanto ci si aspettasse, aiutandoci a prevedere il tempo, a gestire gli incendi, a monitorare le fuoriuscite di petrolio e altro ancora. Ma l’età li sta raggiungendo e presto invieranno le loro ultime trasmissioni e inizieranno la loro lenta e definitiva caduta verso la Terra.
Raymond Zhong su New York Times International Edition
ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO
Fisso batte variabile. In attesa della decisione di giugno della Bce conviene la rata fissa. A fine 2023 rallenta il calo delle transazioni, prospettive di ripresa. Nonostante il mercato stia scontando un’imminente sforbiciata del costo del denaro le soluzioni a rata fissa costano 125-150 punti base in meno di quelle a rata variabile.
Vito Lops su Sole 24 Ore
Il no di Schlein al Jobs Act. Firma per il referendum che vuole cassare il Jobs act di renziana memoria e condivide l’allarme in una telefonata con Giuseppe Conte sul Pnrr: Elly Schlein, dopo giorni di vivace dibattito interno al Pd, mette un punto sulla questione. E fa una mossa che sembra cercare di riprendere il filo del rapporto con il Movimento 5 Stelle.
Adriana Logroscino su Corriere della Sera
Fotovoltaico. L’accordo sul fotovoltaico che aveva visto uno scontro di vedute tra il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sembra ormai trovato: via libera al fotovoltaico avanzato con gli impianti installati a un’altezza tale da preservare l’attività agricola e all’«agrisolare» (con gli impianti installati sui tetti degli edifici delle aziende agricole e agroindustriali).
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera
Pnrr, riforme non più rinviabili. Del Pnrr si è discusso tanto, ma ora che cominciano a vedersi i risultati? È relativamente facile capire se gli investimenti si stanno concretizzando, ma la vera novità del Pnrr consisteva nel legare investimenti e riforme: sono le riforme il cuore del piano, la strada perché gli investimenti si traducano in crescita e il Paese riesca a essere più competitivo.
Francesco Giavazzi su Corriere della Sera
POLITICA & CRONACA DAL MONDO
Xi tende la mano. In un’intervista a Le Figaro, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, che lunedì inizierà una visita di Stato di due giorni in Francia, adotta la posizione di tendere una mano. Promette di aprire maggiormente il mercato cinese alle aziende francesi e occidentali, afferma di comprendere la posta in gioco per gli europei nella crisi ucraina e ribadisce i “cinque principi” di Thou Enlai sulle relazioni tra Stati: rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale, non aggressione, non interferenza, uguaglianza e coesistenza pacifica.
Xi Jinping su Figaro
Le mani di Xi sull’Europa. Il presidente cinese in Francia da Macron rilancia la sfida a Washington: “Insieme risolveremo la crisi in Ucraina”. Prossime tappe in Serbia e Ungheria. Pechino intravede qualche segnale di stanchezza in Occidente e spera di rendere più accettabile la sua posizione.
Lorenzo Lamperti su Stampa
Messaggio a Kiev, si deve trattare. La Russia ha intrapreso un’offensiva ibrida e geopolitica contro l’Europa ben più ampia della guerra di conquista in Ucraina. Emmanuel Macron lo dice. Altri lo pensano ma tacciono. Dopo due anni, la guerra russo-ucraina sta cambiando. Le aspettative sono girate a favore della Russia. Gli ucraini contano sull’arrivo degli aiuti americani per raddrizzare la situazione ma riconoscono che bisognerà trattare. La combinazione occidentale sanzioni a Mosca-aiuti militari a Kiev può non bastare a fermare Vladimir Putin in Ucraina. E l’Ucraina non gli basta.
Stefano Stefani su Stampa
Minaccia russa. Le agenzie di intelligence europee hanno avvertito i loro governi che la Russia sta tramando violenti atti di sabotaggio in tutto il continente, mentre si impegna in un conflitto permanente con l’Occidente. Secondo i funzionari dell’intelligence, la Russia ha già iniziato a preparare bombardamenti occulti, incendi dolosi e danni alle infrastrutture sul territorio europeo, direttamente e tramite procuratori, senza preoccuparsi di provocare vittime tra i civili.
Richard Milne su Financial Times
Minaccia russa. Mosca torna a minacciare l’Europa. Trasporti, reti energetiche, aziende, web: troppe coincidenze. I servizi d’intelligence europei avvertono: la Russia sta pianificando «violenti atti di sabotaggio in tutto il continente». Conflitto in Medio Oriente, non decolla la trattativa per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. I fondamentalisti dicono di aver consegnato la risposta ma prendono tempo. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu chiude AI Jazeera: «E’ un megafono dei terroristi».
Francesco Battistini su Corriere della Sera
L’Italia si blinda. Dopo gli attacchi cyber dal 2022 da parte di hacker appartenenti a gruppi filorussi, adesso l’Italia si blinda anche per evitare azioni «fisiche» sul territorio nazionale. L’allarme lanciato dal Financial Times sul rischio di operazioni in Europa che possano comprendere sabotaggi e perfino attentati non sorprende più di tanto i nostri servizi di sicurezza, che già con l’invasione russa dell’Ucraina hanno innalzato i livelli di controllo e monitoraggio di situazioni potenzialmente pericolose, a cominciare da interferenze e infiltrazioni cibernetiche, con continui scambi di informazioni fra le varie agenzie di intelligence e di controllo della rete web, ma anche delle infrastrutture.
Rinaldo Frignani su Corriere della Sera
Biden avverte Netanyahu. Sta collassando la trattativa tra Israele ed Hamas per tregua e liberazione degli ostaggi. E uno dei primi elementi a crollare è la fiducia americana. Secondo quanto ha riferito Axios, per ordine del presidente Joe Biden, Washington avrebbe bloccato la consegna di un carico di munizioni che era previsto per la settimana scorsa. È la prima volta che accade dal 7 ottobre.
Nello del Gatto su Stampa
POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA
Duello asimmetrico. La prima donna premier e la prima donna segretaria del Pd un giorno si attaccano, l’altro si sfidano a unire le forze per il bene del Paese e l’effetto di polarizzazione della campagna elettorale ancora non si vede. Intanto perché al voto manca un mese e in palio non c’è il governo del Paese, ma uno scranno in Europa che nessuna delle due leader ha intenzione di occupare. E poi perché tra Giorgia e Elly corrono candidati come Vannacci e non-candidati come Conte e Salvini, che alzano i toni per attrarre l’attenzione.
Monica Guerzoni su Corriere della Sera
Trent’anni di inganni. E’ un inganno lungo 30 anni e tutto italiano quello dei leader di partito candidati alle Europee. Dal ’94 ad oggi sapevano già di rifiutare il seggio in 24. Nel 2019 Meloni prende quasi 93 mila voti, ma cede a Pietro Fiocchi che ne aveva presi 9.300. Sono 66 ad essersi dimessi in anticipo.
Milena Gabanelli su Corriere della Sera
Vannacci inopportuno. Vincenzo Camporini, generale quattro stelle in pensione, già Capo di Stato maggiore della Difesa, ha deciso di correre per un seggio a Strasburgo «per dare un contributo all’unificazione dell’Europa». Pensa di poter riuscire? «Sì, pur con tutti i limiti che ha il Parlamento europeo che non ha un potere di iniziativa legislativa. Ho una visione dell’Europa molto più integrata rispetto a tanti altri leader europei». Camporini definisce inopportuna la candidatura del generale Vannacci, militare in servizio.
Alessandra Arachi su Corriere della Sera
Voglia di campo largo. Il “campo largo” continua ad essere un obiettivo “largamente” condiviso fra gli elettori dei principali partiti di opposizione, PD e M5S. Molto meno fra coloro che guardano al cosiddetto Terzo Polo. Per ragioni comprensibili, visto il peso limitato che hanno sul piano elettorale.
Ilvo Diamanti su Repubblica
Mai un referendum su Giorgia. “Da qui a fine legislatura procederemo con con tutte le riforme promesse agli italiani”, afferma Giovanni Donzelli, deputato di FdI. “TeleMeloni invenzione di sinistra. Avanti con premierato e giustizia ma mai un referendum su Giorgia”. Mercoledì sarà in Aula il premierato, e intanto c’è l’accordo sulla separazione delle carriere delle toghe.
Francesca Schianchi su Stampa
Tempi lunghi. II ddl Nordio rimandato per aspettare il congresso dell’Anm. Meloni ora teme lo scontro con i giudici, tempi lunghi per le carriere separate. Difficile l’approvazione definitiva entro la fine della legislatura. Costa: perdono tempo. Fratelli d’Italia frena sull’abolizione dell’obbligo di azione penale.
Francesco Olivo su Stampa
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