Rassegna stampa 7 gennaio

SICUREZZA

*Space X.* Il governo ha smentito le indiscrezioni riguardanti un presunto accordo da 1,5 miliardi di euro con SpaceX per l’utilizzo dei satelliti Starlink per le telecomunicazioni, incluso l’ambito della Difesa. Elon Musk ha risposto affermando la prontezza di Starlink a fornire all’Italia una connettività sicura e avanzata. Le opposizioni, preoccupate per le implicazioni sulla sicurezza nazionale, hanno chiesto chiarimenti in Parlamento. Nonostante la smentita ufficiale, Matteo Salvini ha espresso il suo sostegno per un potenziale accordo, considerandolo un’opportunità per l’Italia. Nel frattempo, l’UE, attraverso il portavoce Thomas Regnier, ha dichiarato che valuterà la situazione una volta ricevute informazioni dettagliate.
_Emilia Patta su Sole 24 Ore e Fabrizio Caccia su Corriere della Sera_

*Pochi mesi invece di 8-10 anni.* Il governo guidato da Giorgia Meloni è in fase avanzata di trattative con SpaceX di Elon Musk per un accordo da 1,5 miliardi di euro per servizi di telecomunicazione sicuri, secondo quanto riportato da Bloomberg. Nonostante l’ufficio di Meloni abbia negato la firma di contratti o accordi conclusivi con SpaceX per l’uso del sistema satellitare Starlink, ha confermato che sono in corso colloqui. L’accordo potrebbe risparmiare all’Italia oltre 8 miliardi di euro e sarebbe operativo in pochi mesi, a differenza degli 8-10 anni necessari ai concorrenti. Tuttavia, la possibilità di un accordo con una compagnia di Musk ha suscitato indignazione in alcuni, con l’ex vice ministro delle finanze Antonio Misiani che lo ha definito un “inaccettabile svendita della sovranità nazionale”. Il governo ha recentemente incaricato il leader dell’aerospazio Leonardo di iniziare a lavorare su una rete nazionale di archiviazione cloud ultra-sicura basata sullo spazio per il proprio esercito, ma ci vorrebbero anni e miliardi di euro per renderla operativa.
_ su politico.eu_

*Prima sentiremo le Camere.* Il governo sta valutando con interesse il piano di Starlink per fornire connessioni criptate a strutture statali, ambasciate e servizi segreti, ma sottolinea che qualsiasi accordo dovrà passare per il Parlamento. Nonostante le trattative in corso da un anno e i rapporti personali con Musk, non è stato ancora firmato alcun contratto per l’affare da 1,5 miliardi di euro. Il progetto non si limita a Starlink, poiché l’Italia sta lavorando anche su una costellazione satellitare nazionale da un miliardo di euro. L’accordo con Starlink, che non influenzerebbe le aziende di tlc italiane esistenti, è focalizzato sull’ambito militare e diplomatico e potrebbe includere servizi satellitari direct-to-cell per comunicazioni universali. Nell’immediato, neanche Telespazio, società controllata da Leonardo (67%) e per il 33% da Thales, potrebbe risentirsi di non essere coinvolta per mettere a disposizione telecomunicazioni più sicure all’apparato militare italiano perché non ha rete satellitare propria ma acquista dati e servizi da Copernicus e dalla stessa Starlink.
_Francesco Bechis su Messaggero_

*Un successo che vogliono offuscare.* Il viaggio della premier Giorgia Meloni in Florida per incontrare Donald Trump ha generato tensioni sia con l’opposizione che all’interno del suo governo, in particolare con i vicepremier Salvini e Tajani. Salvini, sorpassato nella visita a Trump, ha dovuto nascondere il suo disappunto, mentre Tajani ha espresso preoccupazione per le possibili ripercussioni sulla politica estera italiana. Meloni, determinata a gestire personalmente le trattative internazionali, ha difeso il suo approccio diretto, sottolineando che la politica estera si basa sui rapporti umani. La polemica sul possibile accordo con l’azienda Starlink di Elon Musk per servizi di telecomunicazione sicuri ha suscitato ulteriori critiche, ma Meloni insiste che il suo governo procederà con cautela e attraverso i canali appropriati.
_Monica Guerzoni su Corriere della Sera_

*Rischio sicurezza.* L’investimento di 1,5 miliardi di euro va oltre l’aspetto economico, poiché le comunicazioni nazionali delicate, come quelle militari e di emergenza, passerebbero attraverso la rete di Starlink. Nonostante la tecnologia avanzata e la copertura globale, emergono preoccupazioni sulla sicurezza e sulla dipendenza da una società privata straniera. Meloni potrebbe presentare l’accordo con Musk come una soluzione ponte, in attesa della costellazione europea (a cui partecipa un’azienda italiana come Telespazio, anche se con ruolo minore rispetto a francesi e tedeschi).
_Filippo Santelli su Repubblica_

*Le paure dell’Europa.* La Commissione Europea ha espresso preoccupazione per le trattative non comunicate tra l’Italia ed Elon Musk riguardo l’utilizzo del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Questo progetto potrebbe contrastare con l’iniziativa europea sui satelliti e minacciare l’autonomia strategica europea. Il presidente francese Emmanuel Macron ha accusato Musk di voler sostenere una “nuova internazionale reazionaria” nei Paesi UE, mentre il premier britannico Keir Starmer ha denunciato le menzogne diffuse da Musk. La Commissione sta valutando l’uso improprio della piattaforma di Musk in relazione al Digital Service Act. L’Italia – con un ruolo chiave nel programma satellitare europeo Iris2 perché tra le imprese coinvolte c’è Telespazio, controllata da Leonardo, e soprattutto perché il Centro spaziale del Fucino sarà il principale centro di controllo del programma satellitare – potrebbe essere influenzata dai ritardi del progetto, previsto ora per il 2030 anziché il 2027, e dalle offerte di Musk.
_Marco Bresolin su Stampa_

*Rete unica dallo spazio.* Il progetto Starlink di Elon Musk punta a creare una vasta rete satellitare per fornire connessione internet a banda larga ad alta velocità in tutto il mondo, anche nelle aree più remote. Con più di 7mila satelliti previsti in orbita entro dicembre 2024, di cui oltre 6mila già operativi, Starlink si distingue per la sua ambizione e per la sua capacità di ridurre la latenza grazie alla posizione dei satelliti in orbita terrestre bassa (LEO). Al contrario, il progetto europeo Iris2, presentato dalla Commissione Europea, appare meno ambizioso e più focalizzato su connettività sicura e di alta qualità per governi e istituzioni, senza una forte componente commerciale. Dietro c’è SpaceRise, un consorzio di aziende costituito da tre operatori principali: Eutelsat, Hispasat e SES, che si appoggeranno ad aziende come Thales Alenia Space, OHB, Airbus Defence and Space, Telespazio, Deutsche Telekom, Orange, Hisdesat e Thales SIX. Con un budget di 10,6 miliardi di euro e 299 satelliti previsti, Iris2 è in ritardo rispetto a Starlink, con lanci programmati per il 2029 e piena operatività attesa per il 2030, un gap temporale che potrebbe influire sulla sua competitività nel settore spaziale.
_Luca Tramolada su Sole 24 Ore e Federico Cella su Corriere della Sera_

*Velocità.* Il progetto Starlink di Elon Musk, lanciato nel 2019 con l’obiettivo di fornire Internet in banda larga anche in zone remote, ha raggiunto un traguardo con circa 7.000 satelliti in orbita a 550 chilometri di altezza. Il servizio, che offre velocità di download tra i 50 e i 100 Mbps, è già attivo in diversi Paesi, inclusi Stati Uniti, Canada e alcuni europei, e ha persino supportato l’Ucraina durante l’invasione russa. Tuttavia, Starlink ha suscitato critiche per i rischi ambientali, come l’inquinamento luminoso e la proliferazione di detriti spaziali. SpaceX sta lavorando a soluzioni per mitigare questi problemi, con l’efficacia di tali misure ancora da verificare.
_Andrea Andrei su Messaggero_

*Musk e l’Italia.* Elon Musk, attraverso SpaceX, è in trattative avanzate per un contratto quinquennale da 1,5 miliardi di euro con l’Italia per fornire sistemi di crittografia e servizi di telecomunicazioni sicure, in concorrenza con il programma europeo Iris2. Nel settore automobilistico, Tesla ha venduto circa 15 mila auto in Italia nel 2024, dominando il mercato EV che rappresenta solo il 4,2% del totale nazionale. Musk punta anche sullo stoccaggio di energia con i prodotti Powerwall e Megapack e cerca personale specializzato in Italia. Infine, il social media X, precedentemente Twitter, acquisito da Musk, è utilizzato come strumento di influenza politica, mentre Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia, difende la sicurezza di Starlink su X.
_Giuliana Ferraino su Corriere della Sera_

*Musk cambia i giochi.* SpaceX di Elon Musk sta rivoluzionando il settore aerospaziale con un modello di business che riduce i costi e stimola l’innovazione, mettendo sotto pressione i progetti europei e le aziende come Leonardo. La società ha ottenuto contratti miliardari dal governo USA e ha lanciato oltre 6.400 satelliti per il suo progetto Starlink, che offre connessioni Internet veloci e a basso costo. L’Unione Europea ha risposto con il progetto IRIS2, una costellazione di satelliti da 10,6 miliardi di euro, a cui partecipa anche Leonardo. L’azienda guidata da Roberto Cingolani ha pianificato investimenti per 10 miliardi di euro nel settore spaziale per il periodo 2024-2028, sostenuti anche da fondi del PNRR. La sfida è ora per l’Europa e l’Italia di bilanciare convenienza economica e alleanze strategiche, mentre SpaceX continua a crescere in valore e influenza.
_Gian Maria De Francesco su Giornale_

*Elon va di fretta.* SpaceX di Elon Musk è al centro di trattative con il governo italiano per un contratto da 1,5 miliardi di euro per fornire servizi satellitari sicuri, con la società che si avvicina al monopolio grazie ai suoi 7.000 satelliti già in orbita. La notizia, trapelata su Bloomberg, ha messo in imbarazzo Palazzo Chigi, che ha negato accordi conclusi, mentre Musk promuove la connettività avanzata offerta da SpaceX. L’inchiesta su una presunta corruzione legata a questo affare non ha fermato i colloqui, nonostante non siano ancora stati finalizzati. L’Italia, che ha recentemente approvato una legge sull’economia dello spazio, potrebbe beneficiare dei servizi di SpaceX anche per il PNRR, con l’obiettivo di portare connessione ultraveloce nelle aree rurali. Leonardo e Telespazio, che hanno già collaborato con SpaceX, potrebbero essere coinvolti in queste iniziative, nonostante le difficoltà nell’accordo con Thales/Airbus per una piattaforma spaziale comune.
_Carlo di Foggia su Il Fatto Quotidiano_

*Musk in vantaggio.* La “Guerre stellari” delle telecomunicazioni vede Elon Musk e la sua Starlink in netto vantaggio nel settore delle reti satellitari, con circa 6.000 satelliti già lanciati, mentre l’Unione Europea è in ritardo di dieci anni, con piani per una costellazione di 290 satelliti chiamata Iris2. Amazon, Airbus, Cina e India sono altri attori che si stanno muovendo rapidamente per competere in questo campo strategico, che offre connettività globale, gestione delle emergenze e applicazioni militari. La sicurezza delle comunicazioni satellitari è un tema caldo, con i satelliti che offrono maggiore resilienza agli attacchi fisici ma non immuni da rischi cyber. L’Europa, secondo l’analista Francesco Vatalaro, non avrà una propria infrastruttura satellitare prima del 2030, mentre Starlink punta a 100.000 satelliti, rendendo la rete di Musk “la rete più estesa, capillare, economica e sicura” e l’unica soluzione immediata per garantire le comunicazioni in scenari critici.
_Arcangelo Rociola su Stampa_

*Primo test.* La Lombardia avvia la prima sperimentazione in Italia per fornire connettività internet via satellite nelle aree remote, con una gara pubblica che vede Starlink, azienda di Elon Musk, come principale candidato. Il progetto, finanziato con 5 milioni di euro dal governo e 15 milioni dalla Regione, mira a integrare le reti satellitari con quelle terrestri per superare le difficoltà di connessione. Nonostante le controversie legate all’inchiesta Sogei e il coinvolgimento di Andrea Stroppa, referente italiano di Musk, le discussioni per l’uso civile di Starlink procedono. Inoltre, si valuta l’uso di Starlink per coprire gli indirizzi esclusi dal Pnrr e si discute l’impiego militare e in contesti critici, con particolare attenzione all’articolo 25 del Ddl governativo per la space economy. Il maxicontratto in discussione da 1,5 miliardi, di cui ha riferito l’agenzia americana Bloomberg, coinvolge direttamente la Difesa ed è da mesi sotto l’osservazione dei servizi di intelligence.
_Andrea Biondi su Sole 24 Ore_

*Monopolista.* L’ex ministro Vittorio Colao mette in guardia sull’accelerazione dei contatti tra il governo italiano e SpaceX per l’utilizzo di Starlink, sottolineando il rischio di creare una “dipendenza strategica” da un possibile monopolista. Colao evidenzia che l’Europa è in ritardo con l’iniziativa Iris 2 e che è necessario accelerare la creazione di costellazioni satellitari europee per garantire autonomia. «Il rischio – spiega – dipende dai sistemi di crittografia che verranno utilizzati e dall’hardware che verrà messo a bordo dei satelliti. Quando abbiamo creato il Polo strategico nazionale, uno dei prerequisiti era che le aziende di fiducia dei governi europei — nel nostro caso per esempio Leonardo — controllassero i sistemi di crittografia. Se si vuole mantenere la sicurezza delle infrastrutture fisiche e di quelle nello spazio è opportuno che hardware e software siano verificabili. L’Italia dovrebbe raccordarsi con la Commissione Ue e si deve decidere insieme se si vuole avere tecnologia europea».
_Giuseppe Colombo su Repubblica_

*Cosa non torna.* Il dibattito riguarda la possibile collaborazione tra l’Italia e Starlink, la costellazione di satelliti di Elon Musk, per servizi di connettività. Una nota di Palazzo Chigi ha smentito che la visita di Giorgia Meloni negli USA fosse legata a un contratto con Starlink, che già offre servizi in Italia a prezzi competitivi. Si ipotizza che l’accordo non sia per connettività generale, ma per servizi di comunicazione strategica e classificata (govsatcom). Questo solleva interrogativi sulla coerenza con l’impegno italiano nel progetto europeo Iris2 e sul ruolo di Starlink rispetto ai progetti nazionali come Sicral 3. Infine, si pone la questione della sicurezza nel lasciare comunicazioni delicate nelle mani di un privato come Musk.
_Stefano Firpo su Foglio_

*L’uovo di Elon e la gallina europea.* Il dibattito italiano sulla Space Economy si accende tra l’entusiasmo per l’innovazione e la cautela sovranista. Occorre un’infrastruttura satellitare affidabile e sicura per la difesa e la protezione civile, ma pesa il ritardo europeo nel progetto Iris2 rispetto all’avanzato Starlink di Elon Musk. La politica italiana è colta in un paradosso: da un lato teme la dipendenza da privati come Musk, dall’altro utilizza piattaforme e cloud privati americani per dati critici. Bisogna superare la falsa dicotomia tra pubblico e privato, esortando a sbloccare il mercato con trasparenza e neutralità tecnologica. L’Europa, con il suo progetto Iris2 (che coinvolge tra gli altri Telespazio), dimostra l’importanza strategica di una propria costellazione satellitare, ma deve recuperare il ritardo nella Space Economy. Nel frattempo, l’Italia dovrebbe procedere con l’attivazione di una prima infrastruttura di comunicazioni satellitari, indipendentemente dal fornitore.
_Carlo Alberto Carnevale Maffè _

*Bezos.* Blue Origin di Jeff Bezos sta per lanciare il suo primo volo inaugurale del razzo riutilizzabile New Glenn, con l’obiettivo di recuperare il primo stadio del lanciatore, una manovra finora padroneggiata solo da SpaceX con il suo Falcon 9. Nonostante le somiglianze superficiali con SpaceX, Blue Origin segue un approccio più tradizionale nello sviluppo dei suoi veicoli spaziali, con il New Glenn in lavorazione da oltre un decennio. Il razzo, uno dei più grandi mai costruiti, utilizzerà una tecnologia di propulsione diversa e punta alla riutilizzabilità del primo stadio fino a 25 volte, con l’ambizione di estenderla a 100 voli. Il volo di prova trasporterà un dimostratore tecnologico di Blue Origin chiamato Blue Ring, mentre la compagnia cerca di affermarsi in un settore dominato da SpaceX, che ha già realizzato progressi significativi con i suoi lanciatori e capsule abitabili.
_Trstane Vey su Figaro_

*Serio concorrente.* Il New Glenn di Blue Origin, la società spaziale di Jeff Bezos, promette di rivoluzionare il mercato dei lanciatori spaziali, offrendo una valida alternativa al Falcon 9 di SpaceX e potenzialmente riducendo i costi grazie alla concorrenza. Con una capacità di carico di 45 tonnellate in orbita bassa e una coiffe di 7 metri di diametro, il New Glenn potrà lanciare carichi pesanti, come intere sezioni di stazioni spaziali. Operatori come Eutelsat, che ha firmato un contratto con Blue Origin già nel 2017, vedono positivamente questa novità, sperando in un ecosistema di lancio più competitivo. Nonostante l’interesse per il New Glenn, Eutelsat non abbandona Ariane 6, ma cerca il miglior compromesso tra le proprie esigenze e la disponibilità dei lanciatori. Amazon, con il suo progetto Kuiper, ha già pianificato di utilizzare diversi lanciatori, tra cui il New Glenn, per raggiungere rapidamente una massa critica e rispettare le scadenze imposte per il mantenimento delle frequenze assegnate.
_Veronique Guillemard su Figaro_

*Belloni se ne va.* Elisabetta Belloni ha annunciato le sue dimissioni dalla guida del DIS, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, con effetto dal 15 gennaio, una decisione maturata da tempo e non legata a nuovi incarichi. La sua uscita anticipata di cinque mesi rispetto alla scadenza naturale del mandato apre la questione della sua successione e rivela tensioni istituzionali, in particolare con il capo dell’AISE, Gianni Caravelli, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano. Nonostante le voci di un possibile nuovo ruolo europeo, Belloni ha escluso che la sua scelta sia dovuta a un imminente impegno con l’UE. La sua carriera include incarichi di prestigio alla Farnesina e come rappresentante personale di Ursula von der Leyen, con il suo nome che era stato considerato anche per la presidenza della Repubblica e il ministero degli Affari europei.
_Marco Galluzzo su Corriere della Sera_

*Non ne potevo più.* Elisabetta Belloni, ex direttrice del Dipartimento per le informazioni della sicurezza (Dis), ha rassegnato le dimissioni dopo un periodo di crescente frustrazione e isolamento politico. Nonostante le iniziali aspettative positive e la stima reciproca con la premier Giorgia Meloni, Belloni ha sperimentato una progressiva marginalizzazione nelle decisioni di sicurezza nazionale e politica estera. La sua posizione è stata ulteriormente indebolita dalle dinamiche interne al governo e dalle relazioni con altre figure chiave come il sottosegretario Mantovano e il ministro degli esteri Tajani. La decisione di Belloni di dimettersi riflette la delusione per non essere stata in grado di realizzare la visione bipartisan di sicurezza nazionale che aveva condiviso con l’ex premier Draghi, e la sua uscita è stata accolta con indifferenza dal governo, aumentando il suo senso di amarezza.
_Carlo Bonini su Repubblica_

*La successione.* La successione ai vertici dei servizi segreti italiani è in corso dopo le dimissioni di Elisabetta Belloni dalla direzione del DIS. Bruno Valensise, attuale capo dell’AISI, è favorito per la sua successione, mentre Mario Cinque, vice comandante generale dei carabinieri, potrebbe prendere il posto di Valensise all’AISI. Altri nomi in lizza per i vertici dell’intelligence includono Giovanni Caravelli, attuale direttore dell’AISE, e il generale Francesco Figliuolo, vicedirettore dell’AISE. La riorganizzazione degli apparati di sicurezza è cruciale per definire gli equilibri politici e di potere per i prossimi anni, con decisioni che potrebbero essere prese in tempi brevi.
_Tommaso Ciriaco su Repubblica_

*Ancora proiettili.* Il Flugabwehrpanzer Gepard, nonostante sia stato ritirato dalla Bundeswehr 15 anni fa, sta fornendo servizi cruciali all’Ucraina nella guerra contro la Russia, specialmente contro droni e altri bersagli aerei. Il Ministero della Difesa ucraino ha commissionato a Rheinmetall la fornitura di ulteriori munizioni da 35 millimetri per il Gepard. Un ordine di 180.000 colpi, del valore di decine di milioni di euro, è stato registrato a dicembre 2024 e sarà finanziato dalla Germania. Rheinmetall ha aumentato significativamente le sue capacità produttive, prevedendo di produrre fino a 700.000 granate di artiglieria all’anno e 10.000 tonnellate di polvere. Inoltre, la società sta pianificando la costruzione di una fabbrica di munizioni in Ucraina, in collaborazione con un’azienda statale ucraina, per soddisfare la crescente domanda. Rheinmetall ha anche inviato un Lynx-Schützenpanzer in Ucraina per i test, con l’obiettivo di avviare la produzione di serie, e sta collaborando con Leonardo per la costruzione di ulteriori Lynx-Panzer.
_ su Frankfurter Allgemeine_

*Mbda compra Roxel.* MBDA ha acquisito il 100% di Roxel, leader europeo della propulsione tattica precedentemente detenuto a parità da Safran e MBDA. Questa mossa strategica, annunciata il 19 dicembre, permetterà a MBDA di accelerare la produzione di missili e di rispondere meglio alle esigenze di un’economia di guerra. Roxel, che conserva la sua autonomia operativa, continuerà a onorare i contratti con altri sistemi e a sviluppare nuovi mercati. “Questa integrazione verticale va a facilitare l’accelerazione delle cadenze e ridurre i cicli di sviluppo dei nuovi missili”, ha confermato Eric Béranger, CEO di MBDA. Con un fatturato medio di circa 200 milioni di euro e 800 dipendenti, Roxel mira a rafforzare la sua posizione nel settore e a sviluppare ulteriormente l’innovazione nelle tecnologie di propulsione solida.
_Michel Cabirol su Tribune e su Sole 24 Ore_

*Droni.* Una società che ha lavorato a stretto contatto con il governo del Regno Unito sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale, sul servizio sanitario nazionale e sull’istruzione sta anche sviluppando l’intelligenza artificiale per i droni militari. Secondo un partner dell’industria della difesa, la Facoltà di consulenza AI ha “esperienza nello sviluppo e nell’implementazione di modelli di intelligenza artificiale sugli UAV”, o veicoli aerei senza pilota.
_Jasper Jolly su Guardian_

*IA generativa.* Due anni dopo l’introduzione di ChatGPT, l’intelligenza artificiale generativa ha trovato applicazioni significative nell’industria aeronautica, con giganti come Airbus, Dassault e Thales che la utilizzano per migliorare il servizio clienti e la redazione di descrizioni di lavoro, pur mantenendo i sistemi critici degli aerei al sicuro dalle sue limitazioni. Yann Ferguson, direttore scientifico del LabolA, ha sottolineato l’aumento dell’uso dell’IA in Francia, con il 50% dei lavoratori che hanno provato almeno una volta l’IA, spesso per iniziativa degli stessi dipendenti. Airbus, in particolare, ha implementato l’IA generativa per assistere i professionisti del servizio clienti e aiutare i giuristi nella redazione di contratti, mentre Philippe Zalewski di Airbus Atlantic evidenzia il potenziale di ridurre i tempi di ricerca per i lavoratori. Tuttavia, Pierre Etienne Legoux di Thales Avionics mette in guardia sull’eccessiva dipendenza da questi strumenti, sottolineando l’importanza di mantenere il giudizio umano e la sensibilizzazione dei dipendenti sull’uso di dati sensibili.
_Florine Galeron su Tribune_

*Cina contro il duopolio.* La compagnia statale cinese Comac sta sfidando il duopolio di Airbus e Boeing nel mercato aeronautico con il suo C919, un aereo a corridoio singolo che ha iniziato a volare su rotte domestiche nel 2023. Il C919, che ha già ottenuto ordini dalle tre principali compagnie aeree statali cinesi, mira a ottenere la certificazione europea quest’anno e a espandersi nel Sud-Est Asiatico entro il 2026. Nonostante le difficoltà legate al supporto globale e alla manutenzione, Comac ha aperto uffici a Singapore e Hong Kong per promuovere il C919 all’estero. Tuttavia, gli analisti ritengono che Comac non rappresenterà una minaccia immediata per Airbus e Boeing, soprattutto a causa delle rigide normative di certificazione europee e delle tensioni tra Stati Uniti e Cina. Il C919, che utilizza componenti occidentali come i motori CFM International, è considerato un progetto chiave nell’ambito della strategia del presidente Xi Jinping per avanzare nella catena del valore tecnologico.
_Chan Ho Him su Financial Times_

*Spirale.* Atos, una delle principali aziende IT francesi, ha subito un drammatico calo del valore delle sue azioni del 99% negli ultimi cinque anni, mentre contemporaneamente ha speso circa 1 miliardo di euro in consulenze strategiche, finanziarie e legali. Queste spese sono state criticate per non aver tenuto conto della realtà operativa dell’azienda, come sottolineato da Marina Dran, coordinatrice del sindacato CFE-CGC: “L’impressione che abbiamo è che tutto è stato fatto su dei PowerPoint senza prendere in conto la realtà operativa”. La scissione del gruppo in due entità, TechFoundations e Evidian, è stata una mossa controversa che ha portato a un aumento dei costi di consulenza e a una generale disorganizzazione interna. La situazione è stata ulteriormente complicata da una serie di cambiamenti manageriali e da un piano di salvataggio che ha comportato un ulteriore aumento dei costi legali e finanziari. Nonostante gli sforzi di ristrutturazione finanziaria, che hanno ridotto il debito di Atos di 2,1 miliardi di euro, il futuro dell’azienda e dei suoi 100.000 dipendenti rimane incerto.
_Lucas Mediavilla su Figaro_

*No al mercato unico.* L’industria degli armamenti francese si oppone all’idea di un mercato unico della difesa europeo, secondo quanto emerge da un documento ottenuto da La Tribune. Il Consiglio delle industrie di difesa francesi (CIDEF) sostiene che tale concetto è incompatibile con il principio di sovranità degli Stati e ha inviato un documento alle autorità pubbliche francesi elencando le preoccupazioni del settore. Il nuovo commissario europeo incaricato della difesa, Andrius Kubilius, ha espresso l’obiettivo di creare un mercato unico della difesa, ma l’industria francese teme che ciò possa danneggiare i paesi come la Francia che hanno investito nella loro industria per oltre 60 anni. Il CIDEF ritiene che l’Unione Europea debba concentrarsi su azioni che aggiungano valore misurabile e che la difesa sia un settore “policy driven” e non “market driven”, sottolineando l’importanza di mantenere il legame diretto tra gli Stati produttori e le loro industrie.
_Michel Cabirol su Tribune_

ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DAL MONDO

*Dazi selettivi.* L’amministrazione Trump sta valutando l’introduzione di dazi selettivi su settori industriali strategici come il militare, il medicofarmaceutico e l’energetico, con tariffe che potrebbero raggiungere il 10-20%. Tuttavia, Trump ha negato le indiscrezioni pubblicate dal Washington Post, definendole “fake news”. La politica dei dazi potrebbe essere una strategia negoziale per ridurre il deficit commerciale con Messico, Canada e Cina. Nel frattempo, preoccupazioni sull’inflazione emergono all’interno della squadra di Trump, con il vicepresidente della Fed Michael Barr che si dimette per evitare conflitti con il nuovo governo. Infine, tensioni sono in atto anche con l’amministrazione uscente, con Biden che vieta le trivellazioni offshore, una mossa criticata dal team di Trump come un ostacolo alla transizione del potere.
_Giuseppe Sarcina su Corriere della Sera_

*Taglierò 2 mila milairdi.* Elon Musk, con il sostegno dell’amministrazione Trump, è stato nominato a capo del Doge, il Department of Government Efficiency, un progetto serio nonostante il nome che suona come un meme. Il suo obiettivo è ridurre drasticamente la spesa pubblica federale di 2 trilioni di dollari, quasi un terzo del totale e pari all’intero budget discrezionale, escludendo pensioni e sanità per anziani. Musk e il suo team, che include l’imprenditore Vivek Ramaswamy, prevedono di smantellare enti, eliminare regolamentazioni e tagliare posti di lavoro nel settore pubblico, utilizzando un mix di decreti presidenziali e azioni parlamentari. Tra le prime misure proposte c’è la cancellazione di programmi non più autorizzati formalmente dal Congresso, come l’assistenza ai veterani. Musk, noto per le sue dichiarazioni sui social media, mira a una pubblica amministrazione più snella e efficiente, proponendo anche l’abolizione di agenzie come l’Agenzia per la protezione finanziaria dei consumatori e riduzioni in altri settori, inclusi gli aiuti all’estero e le spese domestiche considerate inutili.
_Marco Valsania su Sole 24 Ore_

*Concorrenza fondi.* Il settore del credito privato, guidato da fondi come Apollo e Blackstone, ha visto una crescita esponenziale negli ultimi 15 anni, raggiungendo i 2 trilioni di dollari e mettendo a rischio fino a 50 miliardi di dollari di ricavi per le banche tradizionali. Questi fondi hanno iniziato a erogare prestiti direttamente alle imprese, sfruttando la regolamentazione più flessibile rispetto alle banche e la crescente necessità di finanziamenti alternativi. Le banche, di fronte a normative più stringenti e pressione sul capitale, si trovano di fronte a incognite ma anche a opportunità di collaborazione con i fondi. Nonostante le sfide, le partnership tra banche e fondi potrebbero permettere alle banche di recuperare una parte dei ricavi persi, con stime che indicano la possibilità di riguadagnare fino a 15 miliardi di dollari entro il 2027.
_Luca Davi su Sole 24 Ore_

*Emissioni per 1281 miliardi.* Nel 2025, i governi europei prevedono di emettere bond sovrani per un valore lordo di 1.281 miliardi di euro, una cifra inferiore rispetto all’anno precedente, in parte a causa di un comportamento più virtuoso atteso dai governi e l’applicazione del patto di stabilità e crescita riformato. L’Italia si aspetta emissioni a medio termine per 340 miliardi di euro, leggermente meno dei 361 miliardi del 2024, con un deficit di bilancio previsto al -3,3% del PIL. La fine dei riacquisti da parte della BCE, prevista per la fine del 2024, potrebbe ridurre la domanda di circa 407 miliardi di euro, aumentando la sfida per i governi di redistribuire i titoli. Francia e Germania, con rispettivamente 330 e 267 miliardi di euro di emissioni previste, saranno anch’esse al centro dell’attenzione, mentre la BCE prevede collocamenti pubblici per oltre 300 miliardi di euro nel primo trimestre del 2025.
_Maximilian Cellino su Sole 24 Ore_

*Germania.* L’inflazione in Germania è salita al 2,9% a dicembre, superando le aspettative del mercato e segnando un aumento rispetto al 2,4% di novembre, principalmente a causa di un calo meno marcato dei prezzi dell’energia. Nonostante questo incremento, la Banca Centrale Europea (BCE) non sembra intenzionata a fermare i piani di riduzione dei tassi di interesse, con i mercati che prevedono tagli fino all’1% entro il 2025. Tuttavia, alcuni analisti, come quelli di Bank of America e Capital Economics, stimano che i tassi possano essere ridotti fino all’1,5%. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha indicato che se i dati futuri confermeranno le attuali previsioni, i tassi continueranno a diminuire. Nel frattempo, le prospettive di crescita economica rimangono incerte, con indicatori che suggeriscono una debole ripresa e una fiducia degli investitori in calo.
_Francesco Ninfole su Mf_

*Speculazione.* La speculazione dei fondi d’investimento sull’energia ha contribuito a raddoppiare i prezzi del metano in Europa, con il prezzo del gas alla Title Transfer Facility (TTF) di Amsterdam che ha raggiunto i 50 euro a megawattora, il doppio rispetto a undici mesi prima. La causa apparente dell’aumento dei prezzi è stata l’interruzione del flusso di metano dalla Russia, ma l’analisi mostra che i movimenti speculativi di 380 hedge fund e fondi d’investimento hanno avuto un impatto maggiore sulle quotazioni. Questi fondi hanno influenzato il mercato assumendo posizioni rialziste attraverso contratti futures, con il prezzo del gas che seguiva le loro scommesse. Nonostante l’offerta di gas sia rimasta abbondante, le aspettative di un inverno freddo e l’interruzione dei flussi dalla Russia hanno alimentato ulteriormente l’aumento dei prezzi. Il mercato finanziario ha funzionato bene per gli hedge fund, tanto che il loro numero come investitori sulla TTF è raddoppiato negli ultimi due anni.
_Federico Fubini su Corriere della Sera_

*Basta ingerenze.* La Commissione Europea ha messo in guardia Elon Musk, accusato di utilizzare il suo social network X per influenzare impropriamente i processi elettorali, in violazione del Digital Services Act. Musk è criticato per il suo sostegno a figure di estrema destra e per interferenze nelle politiche interne di altri paesi. Leader europei come Macron, Scholz e Starmer hanno espresso preoccupazione e condanna per le azioni di Musk, che includono attacchi personali e la diffusione di disinformazione. Un uomo è stato incriminato in Inghilterra per minacce contro una politica, evidenziando le pericolose conseguenze delle parole di Musk.
_Antonello Guerrera su Repubblica_

*Regno Unito.* Elon Musk ha scatenato polemiche nel Regno Unito con un post su un social network, accusando il governo di Keir Starmer di complicità in uno scandalo di abusi su minori da parte di reti pedofile indo-pakistane, risalente agli anni ’90 fino al 2013. Starmer, che era a capo del Crown Prosecution Service dal 2008 al 2013, ha difeso il suo operato e quello del suo governo, sottolineando i progressi fatti in materia di persecuzione di crimini sessuali e rifiutando di riaprire un’indagine nazionale, come richiesto dai conservatori. Le accuse contro Starmer si concentrano su una decisione del 2009 di non perseguire alcuni presunti pedofili a Rochdale, ma non ci sono prove che Starmer fosse a conoscenza dei dettagli del caso, che fu poi riaperto nel 2011. Nonostante le polemiche, Musk si è distanziato da Nigel Farage, leader del partito di estrema destra Reform UK, affermando che non ha le qualità per guidare il partito.
_Nicolas Madelaine su Echos_

*Biden: non dimenticare il sei gennaio.* Il Congresso degli Stati Uniti ha ufficialmente confermato Donald Trump come nuovo presidente, con la vicepresidente Kamala Harris, sconfitta nelle elezioni, che ha presieduto la cerimonia senza incidenti, a differenza dell’assalto al Congresso da parte dei sostenitori di Trump quattro anni prima. Trump ha cercato di riscrivere la storia di quell’evento, minimizzando la sua responsabilità e promettendo di perdonare i suoi sostenitori condannati. Nel frattempo, Joe Biden ha scritto un editoriale sul Washington Post esortando gli americani a non dimenticare la minaccia alla democrazia rappresentata dal 6 gennaio 2021, sottolineando che la democrazia non è mai garantita. Mentre Trump si prepara per l’inaugurazione, i suoi avvocati cercano di sospendere una sentenza di condanna in un caso separato riguardante Stormy Daniels, evidenziando le tensioni in corso. Biden, nonostante la sua preoccupazione per la democrazia, sembra essere ignorato da un elettorato che ha scelto decisamente Trump, e il suo messaggio non è tra i più letti sul Washington Post.
_Massimo Gaggi su Corriere della Sera_

*Trudeau se ne va.* Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato le sue dimissioni dopo quasi un decennio al potere, a seguito di valutazioni negative e opposizione interna al suo Partito Liberale. Trudeau ha sospeso il parlamento fino al 24 marzo per consentire al partito di scegliere un nuovo leader, citando battaglie interne che lo rendono non la migliore opzione per le prossime elezioni. La popolarità di Trudeau è crollata a causa dell’aumento del costo della vita e di una crisi di accessibilità all’abitazione, con un tasso di disapprovazione del 74%. L’opposizione e alcuni membri del suo partito hanno chiesto le sue dimissioni, mentre il leader conservatore Pierre Poilievre ha criticato il tentativo dei Liberali di sostituire Trudeau per mantenere il potere.
_Ilya Gridneff su Financial Times_

*Lavoreremo con Trump.* Il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato l’importanza di lavorare con il presidente americano Donald Trump, nonostante le divergenze su questioni come il clima e la politica internazionale. Nel suo discorso agli ambasciatori, Macron ha evidenziato la necessità di una forte Europa economica come priorità strategica, sostenendo che l’Europa deve rafforzarsi per non rimanere indietro rispetto ad altre potenze mondiali. Ha proposto una “pausa regolamentare massiva” e ha chiesto un raddoppio del budget europeo per sostenere l’innovazione e l’industria, in particolare nei settori di alta tecnologia. Macron ha anche enfatizzato la necessità di una difesa europea più integrata e di una preferenza europea nell’acquisto di armamenti, delineando una visione di un’Europa più autonoma e competitiva a livello globale.
_Virginie Robert su Echos_

*Pronto a sedermi con Trump.* Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto pronto a incontrare Donald Trump per discutere la fine della guerra in Ucraina, ma solo con garanzie di sicurezza adeguate. Nonostante non sia stato invitato all’insediamento di Biden, Zelensky è disposto a partecipare se riceverà un invito personale da Trump, sottolineando l’importanza del ruolo degli Stati Uniti e di Trump stesso nell’esercitare pressione su Putin. In un’intervista, Zelensky ha espresso ottimismo sulla possibilità di negoziare con i russi, ma ha chiarito che un semplice cessate il fuoco senza garanzie di sicurezza non è accettabile per l’Ucraina. La situazione rimane tesa, con Macron che evidenzia la necessità di discussioni realistiche su questioni territoriali e l’UE che riconosce la difficoltà di gestire la fine degli aiuti americani all’Ucraina.
_Francesco Battistini su Corriere della Sera_

*Nuove esercitazioni.* L’Iran ha quasi raddoppiato il numero di esercitazioni militari invernali quest’anno per mostrare forza in seguito a colpi militari regionali inflitti da Israele e all’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti. Circa 30 esercitazioni terrestri, aeree e marittime sono iniziate in sei province occidentali e meridionali e continueranno fino a metà marzo, con l’obiettivo di contrastare nuove minacce. Le esercitazioni, che coinvolgono sia la Guardia Rivoluzionaria che l’esercito convenzionale, sono più ampie e sofisticate, con nuove armi e una maggiore partecipazione delle brigate in operazioni realistiche. Le manovre includono esercizi vicino all’impianto nucleare di Natanz e la più grande esercitazione marittima nel vitale Stretto di Hormuz. Questo aumento dell’attività militare avviene in un contesto di crescenti tensioni con gli Stati Uniti e preoccupazioni per possibili confronti più ampi, inclusi attacchi israeliani agli impianti nucleari iraniani con il sostegno degli USA.
_Najmeh Bozorgmehr su Financial Times_

*Strage.* Un commando armato di fucili d’assalto ha attaccato un autobus e due auto in Cisgiordania, uccidendo due donne e un poliziotto fuori servizio e ferendo almeno altri otto israeliani. L’attacco è avvenuto nel villaggio palestinese di al-Funduq e Hamas ha elogiato l’azione come risposta ai crimini israeliani a Gaza. Il ministro della Difesa israeliano ha promesso una risposta dura, mentre la destra politica chiede la fine della cooperazione con l’Autorità Palestinese. La situazione in Cisgiordania rimane tesa, con ulteriori violenze e incertezze sulla tregua a Gaza, dove la lista degli ostaggi da liberare rimane ambigua. Il Segretario di Stato USA Blinken sollecita un cessate il fuoco, mentre in Libano l’esercito israeliano si ritira da Naqoura.
_Nello Del Gatto su Stampa_

*Incarico all’ultradestra.* Dopo il fallimento dei tentativi di formare un governo in Austria, il presidente Alexander Van der Bellen ha affidato il compito di creare un nuovo esecutivo al leader della Fpö, Herbert Kickl, appartenente all’ultradestra. Questa decisione segue l’apertura dei Popolari e segna la caduta del “cordone sanitario” tradizionalmente posto attorno ai partiti di estrema destra in Europa. La FPÖ, che aveva già ottenuto un incremento di consensi, potrebbe ora guidare il paese, nonostante le proteste e le resistenze interne. L’incarico a Kickl rappresenta una svolta significativa nella politica austriaca e potrebbe avere ripercussioni anche in altri paesi europei, dove partiti simili stanno guadagnando terreno.
_Irene Soave su Corriere della Sera_

ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DALL’ITALIA

*Incentivi.* Il 2025 si apre con importanti novità per gli incentivi alle imprese italiane, con un focus su industria, energia e ricerca. A partire dal 5 febbraio, le aziende potranno richiedere parte di un fondo di 700 milioni di euro, destinato a progetti di transizione industriale, con particolare attenzione alle regioni del Sud e alle imprese energivore. Inoltre, sono state annunciate agevolazioni per investimenti nel Mezzogiorno, con mini contratti di sviluppo per investimenti tra 5 e 20 milioni di euro. La proroga per le domande dell’Ipcei Salute-1, incentrato sulla ricerca farmaceutica, è stata estesa al 31 gennaio 2025, mentre il settore moda può beneficiare di sostegni per la transizione ecologica e digitale fino al 31 gennaio. Infine, sono previsti incentivi per la promozione di marchi collettivi all’estero e per progetti nelle filiere strategiche, con ulteriori fondi in arrivo per auto e altre filiere chiave.
_Crmine Fotina su Sole 24 Ore_

*A trazione spagnola.* Stellantis ha registrato una produzione di veicoli in Spagna notevolmente superiore rispetto a quella in Italia e Francia, con quasi un milione di veicoli prodotti in tre impianti nel 2024. In Spagna, le auto prodotte da Stellantis superano del 63% quelle fatte in Francia e sono più del doppio di quelle italiane, nonostante la presenza di una decina di stabilimenti in questi ultimi due paesi. La produzione complessiva di auto in Spagna ha subito un calo del 3,7% nel 2024, con la Spagna che potrebbe scendere al nono posto nella classifica mondiale dei produttori di auto. Stellantis ha visto una diminuzione della produzione in due dei suoi stabilimenti spagnoli, ma ha annunciato un progetto per una gigafactory di batterie con il partner cinese Catl, supportato da una sovvenzione spagnola di 360 milioni di euro.
_Andrea Boeris su Mf_

*Elkann in Meta.* John Elkann è stato nominato nel consiglio di amministrazione di Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, come annunciato da Mark Zuckerberg. Elkann, CEO di Exor e proprietario del gruppo editoriale Gedi, apporterà la sua esperienza globale e una visione a lungo termine, in un momento in cui Meta punta a espandere i confini dell’innovazione e della tecnologia. L’ingresso di Elkann nel cda rappresenta la sua prima partecipazione ufficiale in un’azienda tecnologica, segnando un passo importante per Meta, che mira a sfruttare le opportunità nell’intelligenza artificiale e nei social network. Insieme a Elkann, sono stati annunciati anche Dana White, presidente dell’UFC, e Charlie Songhurst, ex Microsoft e investitore in startup, come nuovi membri del cda di Meta.
_Arcangelo Rociola su Stampa_

*Teheran ribalta le accuse.* L’Iran respinge le accuse di sequestro nei confronti del cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, detenuto a Milano, e ribalta le accuse sugli Stati Uniti, affermando che le loro azioni contro Abedini sono infondate e illegali. Allo stesso tempo, Teheran sostiene che la giornalista italiana Cecilia Sala sia stata giustamente detenuta per aver violato le leggi iraniane. Nonostante le negazioni di un legame tra i due arresti, la situazione diplomatica si complica, con incontri previsti tra leader internazionali e funzionari, tra cui il presidente uscente Joe Biden e il segretario di Stato americano Antony Blinken, per discutere vari dossier, incluso il caso di Sala. La Corte d’Appello di Milano valuterà presto la richiesta di domiciliari per Abedini, mentre la giornalista Sala rimane in carcere a Teheran senza accuse formali, in attesa di sviluppi.
_Fabiana Magrì su Stampa_

*Il governo apre su Abedini.* Dopo l’arresto in Iran dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, accusato di terrorismo dagli USA, e della giornalista italiana Cecilia Sala, non furono presi provvedimenti immediati per la sicurezza dei cittadini italiani in Iran, né il Ministero della Giustizia fu informato dell’arresto di Sala. Durante l’audizione al Copasir, Alfredo Mantovano ha sottolineato che il rimpatrio di Sala è una priorità del governo e che non ci sono stati ritardi nelle azioni della Farnesina. Nonostante ciò, non ci sono stati movimenti paralleli per affrontare le due situazioni di arresto. La difesa di Abedini, detenuto in Italia, cerca di ottenere gli arresti domiciliari, mentre il governo italiano valuta la possibilità di procedere autonomamente per la sua liberazione, considerando anche le implicazioni politiche con gli Stati Uniti.
_Giuliano Foschini su Repubblica_

*Mancato allarme.* Il sottosegretario ai servizi segreti italiani Alfredo Mantovano è stato contestato dalle opposizioni per una lacuna informativa di due giorni seguita all’arresto di Mohammad Abedini, accusato di terrorismo, che avrebbe dovuto scatenare un allarme per proteggere potenziali obiettivi italiani come la giornalista Cecilia Sala. Durante l’audizione al Copasir, si è discusso anche della detenzione di Sala in Iran e delle possibili ripercussioni legate all’arresto di Abedini. La situazione è complicata dal rifiuto dell’Iran di collegare il destino di Sala a quello di Abedini e dalle dimissioni di Elisabetta Belloni, capo del Dipartimento di informazioni per la sicurezza. Il Copasir, vincolato al segreto, non ha rivelato dettagli ma ha espresso fiducia nella risoluzione del caso Sala, con la prossima udienza chiave fissata per il 15 gennaio.
_Virginia Piccolillo su Corriere della Sera_

*Donald si fida di Giorgia.* Alan Dershowitz, avvocato e professore di Harvard, ha espresso fiducia nel fatto che Donald Trump sia impegnato a liberare gli ostaggi detenuti all’estero, inclusa la cittadina italiana Cecilia Sala in Iran. Durante un incontro a Mar-a-Lago, Trump ha descritto la premier italiana Giorgia Meloni come una figura eccezionale e cruciale per il futuro dell’Europa, segnalando una forte relazione tra i due leader e i rispettivi paesi. Dershowitz ha sottolineato l’importanza che Trump attribuisce alla questione degli ostaggi e ha criticato la politicizzazione della giustizia negli Stati Uniti, offrendo il suo supporto a Trump contro le persecuzioni giudiziarie. Infine, ha ricordato il quarto anniversario dell’assedio al Capitol Hill, affermando che nulla di ciò che Trump fece quel giorno fu illegale o criminale.
_Francesco Semprini su Stampa_

*Terzo mandato.* Il governo è in procinto di impugnare la legge regionale della Campania che consente un terzo mandato al presidente Vincenzo De Luca, nonostante le pressioni dei governatori della Lega. La legge è vista come un escamotage per aggirare il limite dei due mandati, simile a quella adottata in Veneto che ha permesso a Luca Zaia di essere rieletto per la terza volta. Fratelli d’Italia (FdI), con il sostegno di Forza Italia (FI), è determinato a bloccare questa possibilità, influenzando anche la competizione per la presidenza in Veneto. La situazione è seguita con attenzione dal centrosinistra, poiché un mancato intervento del governo potrebbe complicare la sfida elettorale in Campania, con De Luca che potrebbe presentarsi con una lista propria.
_Alessandro Di Matteo su Stampa_

*Battaglia legale.* Il caso Todde in Sardegna si trasforma in una battaglia legale: la Procura è pronta ad aprire un’inchiesta dopo aver ricevuto un’ordinanza che segnala un presunto falso nella rendicontazione delle spese elettorali della presidente della Regione, Alessandra Todde. La Lega, attraverso Claudio Borghi, attacca la governatrice per la sua presunta incompetenza, citando il suo breve periodo come AD di Olidata e un bilancio non validato per mancanze informative. Nel frattempo, il percorso politico istituzionale e quello giudiziario, incluso un possibile ricorso al Tar, si preannunciano lunghi. Mentre il centrodestra esprime opinioni contrastanti sulla possibilità di elezioni anticipate, Todde e i suoi alleati si difendono, sottolineando la continuità del loro lavoro e respingendo le critiche.
_Alberto Pinna su Corriere della Sera_

*Gioco rischioso.* Il presidente del Veneto, Luca Zaia, affronta con serenità la possibilità di non potersi ricandidare per un terzo mandato a causa dell’opposizione del governo, confidando nella decisione della Consulta. Zaia sostiene il diritto dei cittadini a scegliere liberamente i propri governanti e critica l’idea di limitare i mandati solo per alcune cariche. Riguardo all’autonomia del Veneto, egli insiste sulla necessità di riforme e sull’importanza di affrontare temi cruciali senza paura. Zaia difende l’efficienza del sistema sanitario veneto, respingendo le critiche sulla gestione delle liste d’attesa e sull’uso dei finanziamenti statali. Infine, pur riconoscendo le ambizioni di Fratelli d’Italia sul Veneto, ribadisce che la decisione su chi governare dovrebbe spettare ai cittadini.
_Paola Di Caro su Corriere della Sera_

*Braccio di ferro sulla Consulta.* Il Parlamento è alle prese con l’elezione di quattro giudici mancanti della Corte Costituzionale, con trattative in corso tra i partiti per raggiungere un accordo sui nomi. La maggioranza spera di accelerare il processo, mentre l’opposizione rimane scettica. La divisione dei posti prevede due giudici per la maggioranza, uno per l’opposizione e un quarto tecnico, con la necessità di includere una figura femminile. A destra, Pierantonio Zanettin sembra prevalere su Francesco Paolo Sisto, mentre a sinistra Massimo Luciani raccoglie consensi. Il Partito Democratico, con Elly Schlein, considera ancora la candidatura di Andrea Pertici, nonostante le resistenze di altre forze dell’opposizione. Nel frattempo, si cerca una donna per il ruolo tecnico, con la Corte che si appresta a decidere su un referendum sull’autonomia differenziata con una composizione ridotta.
_Francesca Schianchi su Stampa_

*Giustizia in difficoltà.* Edmondo Bruti Liberati, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e ex procuratore capo di Milano, esprime preoccupazione per lo stato attuale della giustizia in Italia, criticando l’inerzia del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di fronte a problemi come la lentezza dei processi e le condizioni delle carceri. Bruti Liberati sottolinea la necessità di un impegno comune per affrontare la lentezza dei processi giudiziari, evidenziando che, nonostante le assunzioni temporanee finanziate dal PNRR, i fondi stanno per esaurirsi senza una soluzione a lungo termine. Inoltre, critica la proposta di separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, temendo possa portare a una maggiore sottomissione all’esecutivo e ritiene che la campagna referendaria contro tale riforma possa danneggiare l’immagine di terzietà della magistratura. Bruti Liberati si oppone anche agli attacchi sconsiderati contro la magistratura, come quelli di Elon Musk, e la retorica del ministro Nordio che potrebbe trasformare un referendum tecnico in un plebiscito contro i giudici.
_Francesco Grignetti su Stampa_

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