Rassegna stampa 8 luglio

SICUREZZA

Insieme per nuovi mercati globali. Una joint venture tra l’italiana Leonardo e la tedesca Rheinmetall per costruire carri armati per l’esercito italiano aprirà la strada a un maggiore consolidamento nel settore degli armamenti europeo, secondo gli amministratori delegati dei due gruppi. “L’obiettivo è creare una nuova generazione di veicoli che siano superiori rispetto ai concorrenti in termini di caratteristiche tecniche”, ha dichiarato in un’intervista al Financial Times l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. Se il carro armato funzionerà bene, “ci aprirà nuovi mercati globali nei quali non avremmo potuto competere come aziende autonome”, ha affermato. L’annuncio arriva dopo che l’appaltatore italiano il mese scorso aveva dichiarato che i negoziati per collaborare con l’impresa di carri armati franco-tedesca KNDS, un’alleanza tra la francese Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann, erano falliti. La collaborazione nel settore della difesa in Europa è stata storicamente ostacolata dai disaccordi tra i governi su come garantire la sovranità nazionale e l’equa condivisione del lavoro. Cingolani ha però espresso fiducia nell’accordo italo-tedesco. “Una piattaforma come questa ha buone probabilità di essere competitiva per il principale carro armato europeo”, ha affermato.
su ft.com

L’era della guerra con i droni. L’evoluzione rapida della tecnologia nel settore della difesa, guidata da piccole imprese, sta sfidando la dominanza dei giganti dell’industria, lenti a innovare, e potrebbe portare a una vera rivoluzione militare. In Ucraina, l’uso di droni UAV in guerra si è intensificato, con oltre 200 produttori che possono produrre un milione di droni all’anno, dimostrando l’importanza della velocità e dell’agilità nello sviluppo e nella produzione. Questo cambiamento sta costringendo i dipartimenti governativi della difesa a trasformare il modo in cui acquistano armi, cercando di coinvolgere aziende più piccole e tecnologiche, mentre le grandi imprese tradizionali rispondono collaborando o acquisendo nuovi entranti per rimanere competitive.
Sylvia Pfeifer e Christopher Muller su Financial Times

40 miliardi per l’Ucraina. Gli alleati della NATO si apprestano a impegnare 40 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina per un anno durante un vertice a Washington, in mezzo a sfide politiche interne nei Paesi membri che hanno ridotto l’importo dai 100 miliardi di dollari inizialmente proposti. La tempistica del vertice coincide con l’instabilità politica in Francia, Germania e Stati Uniti, che influisce sulla capacità dell’alleanza di presentare un fronte unito a sostegno dell’Ucraina. Nonostante l’Ucraina non sia stata invitata formalmente ad aderire alla NATO, sono previste misure di sostegno significative, tra cui il rafforzamento delle difese aeree dell’Ucraina, mentre l’alleanza è alle prese con le divisioni interne e la pressione per il raggiungimento degli obiettivi di spesa per la difesa.
Stefania Palma su Financial Times

Due per cento. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni si impegna a raggiungere l’obiettivo NATO di spese militari pari al 2% del PIL entro il 2028, nonostante le difficoltà economiche e le divergenze con il suo alleato Matteo Salvini, che si unisce al gruppo “Patrioti per l’Europa” con posizioni più scettiche sull’assistenza all’Ucraina. Il vertice NATO a Washington mette in luce la pressione degli alleati, in particolare della Polonia, affinché tutti i membri rispettino gli impegni finanziari, mentre le elezioni americane potrebbero complicare ulteriormente la situazione, soprattutto in caso di vittoria di Trump. Meloni affronta anche sfide interne, con Salvini e il suo partito che potrebbero opporsi al sostegno a Ursula von der Leyen in Parlamento, in un contesto di crescente tensione politica dopo la sconfitta di Marine Le Pen in Francia.
Giacomo Salvini su Il Fatto Quotidiano

Linea Maginot. L’esercito italiano, insieme a contingenti di altri Paesi NATO, si addestra in Lettonia, vicino al confine russo, per rafforzare la sicurezza e l’integrazione militare europea. Questo addestramento mira a unificare tattiche e strategie tra le diverse forze armate, in risposta alle tensioni crescenti con la Russia, specialmente dopo l’operazione speciale lanciata contro l’Ucraina. In parallelo, alcuni Paesi dell’Europa orientale hanno richiesto alla UE e alla NATO la creazione di una linea di difesa lungo il confine con Russia e Bielorussia, con un costo stimato di circa 2,5 miliardi di euro, mentre l’Italia affronta la sfida di modernizzare la propria flotta militare in collaborazione con l’industria internazionale, come dimostrato dalle trattative in corso tra Leonardo e la tedesca Rheinmetall, per la realizzazione di carri armati di ultima generazione e la sostituzione dei veicoli pesanti (Mbt) e dei nuovi veicoli blindati di fanteria (Aifv).
Antonio Castro su Libero Quotidiano

Venegono e la docuserie. La docuserie Rai “Piloti Caccia” racconta in questo periodo la International Flight Training School creata da Aeronautica Militare Italia e Leonardo, oggi riferimento nel mondo per l’addestramento dei futuri piloti militari. Dietro la IFTS, le tecnologie di avanguardia sviluppate da Leonardo a Venegono, in Lombardia. Qui la digitalizzazione diviene un vero e proprio “acceleratore di competenze”: integra i tradizionali sistemi di addestramento “live” con la nuova simulazione “virtual & constructive”, reale e virtuale in un ambiente di simulazione unico che replica scenari complessi difficilmente ottenibili o gestibili “dal vivo”, fornendo risultati un tempo inarrivabili in termini di qualità ed efficacia addestrativa.
Sandro Neri su Giorno – Carlino – Nazione Economia&Lavoro

Cybersecurity. La nuova legge sulla cybersecurity, che entrerà in vigore il 17 luglio, obbliga le aziende a segnalare gli attacchi informatici all’Agenzia per la Sicurezza Nazionale entro 24 ore dall’incidente. Questo provvedimento sottolinea l’importanza di una politica industriale che protegga sia le grandi infrastrutture sia le piccole e medie imprese, che possono essere il punto debole attraverso cui gli attacchi si diffondono. La sicurezza informatica è diventata un settore cruciale e lucrativo, riflettendo la doppia faccia di una moneta che rappresenta sia una vulnerabilità sia un’opportunità economica, con radici storiche che risalgono all’introduzione dei numeri indo-arabi in Italia.
Massimo Sideri su L’Economia del Corriere della Sera

Nuove frontiere. Giovedì alle 11 si terrà un evento in streaming organizzato da L’Economia del Corriere della Sera e Bip, focalizzato sulla sicurezza informatica e il suo impatto macroeconomico, incluso il settore dei servizi finanziari. Il ciclo di incontri “Business Break” mira a esplorare le tecnologie innovative e le strategie per la trasformazione digitale delle aziende. Tra gli ospiti ci saranno Roberto Cingolani, ad di Leonardo, e Nunzia Ciardi, che discuteranno le nuove normative europee e la sicurezza informatica, seguiti da una tavola rotonda con esperti del settore.
su ‘Economia del Corriere della Sera

Aerospazio e Pnrr. Il Lazio si afferma come un hub aerospaziale completo, con 250 aziende e 23.500 addetti, generando un fatturato annuo di oltre 5 miliardi di euro, metà dei quali destinati all’export, e beneficiando di investimenti significativi del PNRR e di fondi europei. La regione ospita l’intera catena del valore aerospaziale, dalle infrastrutture terrestri e spaziali, di cui Telespazio è protagonista, ai satelliti per telecomunicazioni, navigazione e osservazione della Terra (ThalesAleniaSpace), i vettori spaziali come Vega-C (Avio) e le variegate produzioni di Leonardo e sta sviluppando la Space Factory, una delle più grandi fabbriche intelligenti d’Europa, per la produzione di satelliti. L’assessore Angelilli sottolinea l’importanza del settore per l’economia regionale, con 20 progetti di innovazione finanziati e l’integrazione della strategia regionale con quella europea, mirata a potenziare gli investimenti in tecnologie critiche, inclusi quelli digitali e verdi.
Giovanni Caprara su L’Economia del Corriere della Sera

Start up. Torino si appresta a lanciare la terza edizione di Takeoff, l’acceleratore di Cdp Venture Capital per start up nel settore aerospaziale, gestito da Plug and Play e con il supporto dei promotori e co-investitori Fondazione Crt e UniCredit, dei corporate partners Leonardo e Avio e del partner istituzionale Unione Industriali Torino. L’iniziativa, che ha già investito oltre 3,5 milioni di euro in 19 startup, punta a innovazioni come simulatori aerospaziali in realtà virtuale e sistemi di controllo dell’assetto e dell’orbita più efficienti. Le start up selezionate riceveranno un investimento iniziale fino a 150 mila euro e un ulteriore possibile investimento fino a 800 mila euro, oltre a un programma di accelerazione di 5 mesi alle Ogr Tech.
Massimiliano Sciullo su Repubblica Torino

Primo volo Ariane6. L’Europa attende con ansia il primo volo di test della nuova fusione Ariane 6, previsto per martedì a Kourou, un evento cruciale per riaffermare la sua presenza nel settore spaziale dopo un anno senza un proprio accesso allo spazio. Il lancio è essenziale per dimostrare la capacità europea di competere con gli investimenti massicci degli Stati Uniti e della Cina, con ArianeGroup e il CNES che hanno condotto test estensivi per assicurare un’alta probabilità di successo. Se il volo andrà secondo i piani, l’analisi completa dei dati richiederà mesi, ma un esito positivo permetterà di iniziare le operazioni commerciali entro la fine del 2024, con l’obiettivo di lanciare satelliti in maniera più sostenibile e senza lasciare detriti nello spazio.
Anne Bauer su Echos

Ariane 6 e SpaceX. Nel 2023, Ariane 6, la nuova fusione europea, si prepara al suo volo inaugurale in un mercato dei lanciatori pesanti dominato da SpaceX, che ha realizzato 97 lanci, metà dei lanci mondiali, e ha ottimizzato i costi grazie alla sua tecnologia di riuso dei booster. Ariane 6, con due varianti – Ariane 62 e Ariane 64 – mira a incrementare la frequenza dei lanci e a competere con le capacità di carico e la versatilità di Falcon 9 e Falcon Heavy di SpaceX, che coprono una vasta gamma di missioni, inclusi il trasporto umano e il rifornimento della ISS. Mentre SpaceX ha già raggiunto un ritmo di lancio ottimale e una tecnologia matura, Ariane 6 punta a mantenere l’indipendenza europea nello spazio e si posiziona in un mercato in espansione, con l’obiettivo di raggiungere piena operatività commerciale in tre anni.
Benjamin Houry su Echos

L’estate dei razzi spaziali. Martedì si terrà uno spettacolo superlativo. Su un enorme spazio aperto fiancheggiato da palme non lontano dall’Atlantico, un colosso uscirà da un grattacielo che conterrà niente di meno che le speranze spaziali dell’Europa: Ariane 6. Il nuovo razzo europeo salirà in cielo, pieno di con l’High-tech da quattro miliardi di euro. Nella Guyana francese, in Sud America, l’Agenzia spaziale europea (ESA) sta intraprendendo una delle sue missioni più importanti. Se il tempo e la tecnologia saranno favorevoli, il razzo verrà lanciato alle 18:00 ora locale e l’Europa avrà nuovamente accesso allo spazio. Il continente aspetta questa prima da quattro anni. Il lancio dell’Ariane 6 era previsto per il 2020, il modello precedente Ariane 5 è stato ritirato da tempo.
Thomas Jahn su Handelsblatt

L’aerospazio è nato a Napoli. Amalia Ercoli Finzi, nota come la “Signora delle Comete” e professore onorario al Politecnico di Milano, ha visitato il Polo Tecnologico Fabbrica dell’Innovazione di Napoli, dove ha potuto vedere i progressi nel settore aerospaziale, tra cui il microsatellite Ireos, che porterà il suo nome. Finzi enfatizza l’importanza dell’ingresso delle donne nel campo della tecnologia e delle STEM, sottolineando che, nonostante i progressi, c’è ancora bisogno che tutte le donne si impegnino e contribuiscano con le loro capacità in un mondo globale e competitivo. Sottolinea inoltre l’importanza della creatività italiana nell’aerospazio e l’importanza di educare le nuove generazioni a valorizzare e portare avanti l’eredità e l’eccellenza del paese, con un occhio alle ricadute positive delle innovazioni spaziali sulla Terra e sull’umanità.
Paola Cacace su L’Economia del Corriere del Mezzogiorno

Borsa. L’indagine di Georgeson, presentata da Chiomenti, mostra che FinecoBank ha la più alta percentuale di capitale detenuta dai primi dieci investitori istituzionali nella Borsa Italiana, mentre Poste Italiane e Intesa Sanpaolo hanno le percentuali più basse rispetto al capitale sociale e al flottante, rispettivamente. La ricerca evidenzia la predominanza di investitori statunitensi nelle società del Ftse Mib, con BlackRock che emerge come principale investitore in vari settori. Durante l’evento, in cui, tra gli altri, ha preso parte l’ambasciatore Stefano Pontecorvo (Leonardo), si è discusso anche dell’orientamento del mercato contrario ai meccanismi di voto maggiorato, con poche società che propongono tali modifiche statutarie, e un generale calo di supporto da parte delle minoranze azionarie.
Stefano Righi su L’Economia del Corriere della Sera

Italia Francia. Il gala Farnese d’Or, giunto alla sua terza edizione a Roma, mira a rafforzare i legami franco-italiani in settori come cultura, economia e innovazione, celebrando anche il Trattato del Quirinale. Tra i premiati, Jean-Laurent Bonnafè, CEO di BNP Paribas, per il suo sostegno alle relazioni franco-italiane, Alice Rohrwacher nel campo dell’arte, Leonardo e Thales per la cooperazione, Ninell Sobiecka di L’Oréal per l’innovazione e Veronica Squinzi di MAPEI per l’economia. Denis Delespaul, presidente della CCI France Italie, enfatizza l’importanza del rapporto Italia-Francia, sottolineando i risultati di un sondaggio Ipsos che mostra una crescente collaborazione bilaterale, soprattutto in ambito economico e nella transizione green.
su La Provincia Edizione Nazionale

Cultura del lavoro. Claudio Maghini, Console metropolitano di Torino dei Maestri del Lavoro, promuove la cultura del merito e del senso di appartenenza nelle scuole e nelle aziende, trasmettendo i valori del lavoro agli studenti. I Maestri del Lavoro, riconosciuti con la stella al merito del lavoro dal presidente della Repubblica, sono circa 300 a Torino e si dedicano a incontri formativi, raggiungendo oltre 3 mila studenti e accompagnandoli in aziende di prestigio come Lavazza, Ferrovie, Basicnet, Tim, Leonardo, Aurora, Pininfarina e Azimut. Maghini, che ha fatto carriera in Fiat e ora è consulente, enfatizza l’importanza dell’emozione e del riconoscimento che i nuovi Maestri del Lavoro provano ricevendo l’onorificenza, nonostante il concetto di appartenenza aziendale sia considerato da molti obsoleto.
Christian Benna su L’Economia del Corriere Nord Ovest

Tarmac Aerosave. Tarmac Aerosave, leader europeo nel settore del riciclaggio e della manutenzione aeronautica, sta espandendo il suo quartier generale all’aeroporto di Tarbes Lourdes con un investimento di 10 milioni di euro per migliorare la logistica delle parti di ricambio e costruire nuovi uffici. L’azienda, fondata nel 2007 da Airbus, Suez e Safran, si è diversificata nel mantenimento e stoccaggio di aerei, essendo il riciclaggio da solo non redditizio, e ora può gestire fino a 300 apparecchi, essendo la prima in Europa per capacità. Con la crescita del settore, Tarmac Aerosave ha creato 120 posti di lavoro in due anni, raggiungendo 530 dipendenti, e si distingue per la sua capacità di riciclare il 90% della massa di un aereo, esclusi i compositi.
su Echos

Più tempo per Atos. Atos, ex-gigante dell’informatica, ha posticipato di quasi una settimana il termine per le banche di fornire nuovo capitale, segnalando ulteriori complicazioni dopo il dietrofront di David Layani e l’allontanamento di Daniel Kretinsky. Le banche ora hanno tempo fino a giovedì prossimo per confermare il loro sostegno finanziario, sperando in più di 750 milioni di euro, mentre Atos mira a non superare il debito netto pari a due anni di Ebitda entro la fine del 2026. Il piano di salvataggio prevede una riduzione del debito da 5,2 miliardi di euro a circa 2 miliardi, attraverso cancellazione del debito e aumento di capitale, ma rimangono dubbi sulla sostenibilità a lungo termine della struttura finanziaria di Atos e sulla sua capacità di ristrutturazione operativa.
Laurent Flallo su Echos

Atos. Atos, una grande azienda nel settore dell’informatica, si prepara a trasferire la maggioranza del suo capitale a hedge funds, investitori obbligazionari e banche, in un’operazione di ristrutturazione del debito senza precedenti per le sue dimensioni. Questa mossa suscita preoccupazioni sulla capacità di questi nuovi azionisti di gestire efficacemente un’azienda tecnologica così complessa, dato il loro scarso background nel settore. Nonostante le critiche e i dubbi sulla sostenibilità del nuovo modello finanziario, i creditori sostengono di seguire il piano stabilito dalla gestione di Atos e non escludono la possibilità di una futura acquisizione da parte di un attore industriale, una volta che l’azienda sarà stabilizzata.
su Echos

Folgiero in missione. Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri, si è recato in missione a Washington per una tavola rotonda. L’evento, tenutosi negli uffici di Washington, ha discusso l’importanza strategica dell’industria navale per la difesa di NATO e UE. Tra gli invitati figuravano importanti rappresentanti della difesa e del settore pubblico e privato, inclusi il Vicesegretario generale della NATO e un membro del Congresso americano.
Federico de Rosa su L’Economia del Corriere della Sera

Joint venture. Leonardo ha formato una joint venture con la tedesca Rheinmetall per la produzione di carri armati, ma nonostante l’annuncio, il valore delle azioni dell’azienda non ha mostrato un incremento significativo, chiudendo a 22,45 euro, al di sotto dei picchi precedenti. Questa reazione del mercato potrebbe essere dovuta al fatto che gli investitori avevano già considerato un possibile accordo nel settore difesa nel piano industriale di marzo, che inizialmente prevedeva una collaborazione con Knds, poi non concretizzatasi. Il nuovo accordo, tuttavia, posiziona Leonardo in una situazione favorevole per partecipare al progetto di un futuro carro armato pesante europeo, riducendo il rischio di isolamento nel settore.
su Nordest Economia

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

In ritardo sul green. L’Italia è in ritardo nella transizione verso l’idrogeno verde, con un fabbisogno annuale stimato dal Politecnico di Milano di 7,5 milioni di tonnellate, ben al di sopra degli obiettivi del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec). Il Pniec prevede un consumo di idrogeno molto più limitato, con solo il 2,1% e il 6,4% del potenziale massimo di adozione per l’industria pesante e i trasporti pesanti rispettivamente. Un decreto atteso entro l’estate mira a incentivare la produzione di idrogeno rinnovabile, ma l’Italia non ha ancora una strategia nazionale sull’idrogeno, nonostante alcuni investimenti del Pnrr, e necessita di un aumento significativo della produzione di energia rinnovabile per soddisfare il fabbisogno di idrogeno.
Alexis Paparo su Sole 24 Ore

Evasione. Le indagini finanziarie del Fisco italiano non stanno ottenendo i risultati sperati nell’antievasione, con un numero di soggetti coinvolti che rimane basso nonostante un leggero aumento nel 2023 rispetto agli anni precedenti. La Corte dei conti sottolinea la necessità di intensificare i controlli preventivi e di sfruttare meglio l’intelligenza artificiale per analizzare i dati e stimolare la compliance dei contribuenti. Nonostante le riforme e l’impiego di nuovi strumenti analitici, la lotta all’evasione fiscale richiede ancora miglioramenti significativi per ridurre il tax gap e incrementare le entrate tributarie dello Stato.
Dario Aquaro su Sole 24 Ore

Pnrr. Il Ministro Raffaele Fitto, attualmente in lizza per il ruolo di Commissario europeo con delega al Pnrr e ai fondi di Coesione, si schermisce sull’incarico affermando che ci sono altre deleghe importanti in gioco. Fitto sottolinea l’importanza di accelerare i lavori per il Pnrr e di assicurare l’avanzamento dei progetti, inviando lettere agli enti attuatori per verificarne lo stato e la proiezione. Nel frattempo, Fitto affronta tensioni con alcune Regioni, come la Puglia e la Campania, per la gestione dei fondi di Coesione, ma esprime la sua volontà di collaborazione e di trovare soluzioni condivise.
Federico Capurso su Stampa

Settima rata. Il dossier evidenzia la sfida complessa che l’Italia affronta per ottenere la settima tranche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con 69 obiettivi da raggiungere entro dicembre 2024, tra cui il miglioramento della connettività e la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Assonime segnala ritardi e criticità, come l’arretrato nella giustizia civile e la lentezza nell’aggiudicazione degli appalti, che rischiano di pregiudicare il raggiungimento dei traguardi previsti dal piano, soprattutto nel digitale e nelle infrastrutture. Per assicurare la crescita del Paese, è essenziale accelerare la realizzazione delle iniziative in corso, affrontando con determinazione le difficoltà e i ritardi emersi.
Paolo Magrì su Stampa

Tesoro all’Inail. L’Inail ha accumulato un avanzo di bilancio record di 3,1 miliardi di euro nel 2023, con oltre 41 miliardi depositati in Tesoreria, un’azione che supporta i conti pubblici ma si discosta dalla sua missione principale di prevenire infortuni sul lavoro, che sono in aumento. La Corte dei Conti e le parti sociali criticano l’Inail per non utilizzare adeguatamente questi fondi per assumere ispettori e promuovere la sicurezza sul lavoro, mentre l’istituto spende poco in prevenzione e formazione rispetto all’avanzo accumulato. Nonostante la disponibilità di risorse finanziarie, l’Inail investe in modo limitato in iniziative di sicurezza sul lavoro e in altri settori come la sanità e l’infrastruttura sociale, mentre continua a contribuire significativamente al bilancio dello Stato attraverso l’acquisto di titoli di debito pubblico.
Valentina Conte su Repubblica

Contratti. Il governo italiano propone aumenti salariali inferiori al 6% per i rinnovi dei contratti del pubblico impiego, nonostante un’inflazione superiore al 17% negli ultimi tre anni, suscitando la protesta di diverse categorie, tra cui sicurezza, difesa, scuola e funzioni centrali. Le risorse attualmente stanziate sono considerate insufficienti dai sindacati, che chiedono ulteriori fondi nella prossima legge di bilancio, evidenziando la disparità salariale rispetto ai colleghi europei e la necessità di retribuzioni che tengano conto dell’inflazione. Il Dipartimento della Funzione pubblica sostiene che gli incrementi retributivi saranno superiori a quanto dichiarato dai sindacati, ma questi ultimi rimangono critici, sottolineando l’assenza di arretrati nei primi due anni di contratto e la necessità di una mobilitazione per salari adeguati.
Paolo Baroni su Stampa

Liste d’attesa. Il governo Meloni ha emanato un decreto che propone misure per ridurre le liste d’attesa negli ospedali, molte delle quali erano già previste da precedenti normative ma mai attuate, come il monitoraggio nazionale delle liste d’attesa e l’uso della libera professione per ridurre i tempi. Il decreto prevede anche nuove sanzioni per inadempimenti e responsabilizza i cittadini, ma non affronta il problema dell’appropriatezza delle prestazioni né prevede nuovi finanziamenti significativi per il sistema sanitario nazionale. Le misure includono l’obbligo per i privati di condividere le loro agende con il sistema pubblico e la possibilità di assumere più personale sanitario, con incentivi fiscali per le prestazioni aggiuntive.
Milena Gabanelli e Simona Ravissa su Corriere della Sera

Rischio instabilità. L’economista Daniel Gros prevede difficoltà per la Francia nell’interazione con l’Europa a seguito delle elezioni, temendo instabilità parlamentare e impatti negativi sui mercati. Gros è particolarmente preoccupato per i conti pubblici, dato che il programma di Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise, prevede maggiori spese nonostante la Francia sia già in procedura d’infrazione per eccessivo disavanzo. Infine, Gros dubita della formazione di una grande coalizione tra il Nuovo Fronte Popolare e i macronisti, e prevede tensioni crescenti con l’UE, soprattutto in materia di aiuti statali e difesa dell’Ucraina.
Tonia Mastrobuoni su Repubblica

Più rischi per Lagarde. La Banca Centrale Europea (BCE) sembra aver messo in pausa ulteriori tagli dei tassi di interesse a causa di rischi crescenti come la situazione geopolitica, la guerra in Ucraina, e le possibili tariffe commerciali annunciate da Trump, che potrebbero alimentare ulteriormente l’inflazione. Alcuni governatori della BCE potrebbero pentirsi del taglio dei tassi deciso il 6 giugno, in un contesto in cui l’inflazione core rimane alta e la scarsità di manodopera potrebbe portare a ulteriori aumenti salariali. Inoltre, la crisi politica in Francia e il rischio di una crisi sui titoli francesi potrebbero forzare la BCE a intervenire, anche se ciò potrebbe causare tensioni, dato che la Francia ha già un deficit oltre i parametri europei, il che potrebbe legalmente ostacolare l’attivazione del meccanismo di protezione Tpi della BCE.
Danilo Taino su L’Economia del Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Francia a sinistra, battuta Le Pen. L’alta affluenza alle urne ha ribaltato i sondaggi in Francia, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra che ha vinto il secondo turno delle elezioni politiche, diventando la forza più rappresentata nell’Assemblea nazionale, mentre il partito di estrema destra di Marine Le Pen, il Rassemblement National, è arrivato solo terzo, nonostante le previsioni lo dessero come sicuro vincitore. I festeggiamenti per la sconfitta del Rassemblement National hanno portato a scontri in alcune città, e ora le due principali alleanze politiche devono affrontare la sfida di formare un governo in un Parlamento senza una maggioranza assoluta. Il presidente Macron e il suo partito Ensemble hanno perso seggi, mentre il Rassemblement National ha ottenuto il suo massimo storico, ma non abbastanza per governare, e Jean-Luc Mélenchon della France insoumise esclude un’alleanza con i macronisti, aprendo un periodo di incertezza politica.
Marco Imarisio su Corriere della Sera

Tre blocchi. La Francia si trova di fronte a un’Assemblea nazionale frammentata in tre blocchi principali dopo le elezioni, rendendo la formazione di un governo stabile una sfida significativa. Il presidente Macron deve ora esplorare la formazione di una coalizione tra partiti che precedentemente si sono opposti, un processo che richiederà compromessi e potrebbe portare a un’esperienza politica inedita in Francia. Jean-Luc Mélenchon e il suo Nuovo fronte popolare di sinistra hanno escluso alleanze con i macronisti, nonostante non abbiano i numeri per governare da soli, mentre altri partiti sono riluttanti a formare alleanze con loro, aprendo la strada a negoziati e potenziali nuove coalizioni.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Esecutivo in salita. Il presidente francese Emmanuel Macron affronta una situazione politica complessa dopo i risultati delle elezioni, che hanno visto un inaspettato successo della sinistra unita e una riduzione dei seggi del suo blocco centrale. Macron ha deciso di prendere tempo prima di nominare un nuovo primo ministro, rispettando la tradizione repubblicana e aspettando la formazione dei gruppi parlamentari nella nuova Assemblea nazionale. Tra le figure considerate per la carica di primo ministro ci sono l’attuale premier Gabriel Attal, l’ex primo ministro Edouard Philippe e l’ex presidente François Hollande, mentre Macron si prepara a gestire un governo che potrebbe non essere completamente allineato con la sua visione.
Anais Ginori su Repubblica

Fronte diviso. Il Nuovo Fronte Popolare, guidato da Jean-Luc Mélenchon, ha ottenuto una vittoria inaspettata grazie alla mobilitazione delle periferie, ponendo come condizioni non negoziabili la cancellazione della riforma delle pensioni e l’aumento del salario minimo. Mélenchon, escludendo alleanze con Macron, chiede le dimissioni del primo ministro Attal e si propone come nuovo leader, mentre il campo di Macron, pur non ottenendo la maggioranza, rimane aperto al dialogo con altre forze politiche. Le tensioni interne al Nuovo Fronte Popolare e ad altre fazioni suggeriscono la possibilità di future spaccature e alleanze, con alcuni membri che promuovono il dialogo con le forze più moderate.
Tonia Mastrobuoni su Repubblica

Vittoria solo rinviata. Il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen ha subito una sconfitta alle elezioni legislative francesi, nonostante le aspettative di una vittoria significativa, rimanendo lontano sia dalla maggioranza assoluta sia dalla maggioranza relativa sperata dopo un primo turno promettente. Il giovane leader del RN, Jordan Bardella, ha denunciato un’”alleanza del disonore” che ha impedito al loro partito di ottenere il potere, attribuendo parte della colpa agli accordi politici contrari al RN. Marine Le Pen rimane ottimista nonostante il risultato, sottolineando il raddoppio dei seggi del partito rispetto alle elezioni precedenti e guardando verso il futuro, con lo sguardo già puntato alle elezioni presidenziali del 2027.
Daniele Castellani Perelli su Repubblica

Sospiro di sollievo. L’Unione Europea esprime un forte sollievo dopo i risultati dei ballottaggi in Francia, che indeboliscono i filorussi e rafforzano le istituzioni europee, con la sconfitta del Rassemblement National di Le Pen e la vittoria di Macron, favorendo così un avvio più stabile della nuova legislatura. La vittoria di Macron e la sconfitta di Le Pen confermano la maggioranza tradizionale dell’UE (Ppe, Pse e Renew), permettendo alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, di proseguire il suo mandato senza dover aprire la coalizione a destra e di fronteggiare le forze sovraniste. Il risultato delle elezioni è visto come un segnale positivo anche per l’affluenza alle urne, interpretata a Bruxelles come una risposta dei cittadini al pericolo sovranista, e per il ruolo cruciale della Francia nell’UE, soprattutto in un periodo in cui la Germania ha un impatto politico ed economico minore.
Claudio Tito su Repubblica

Patrioti. La Lega si unisce al nuovo gruppo “Patrioti per l’Europa” guidato da Viktor Orbán e Marine Le Pen, diventando la terza forza al Parlamento europeo con 82 membri, superando il gruppo ECR di Giorgia Meloni. L’adesione al gruppo segna la dissoluzione di Identità e Democrazia e rappresenta un’ambizione di maggiore influenza, nonostante le critiche e le sfide interne, come la sorpresa e le tensioni con il partito spagnolo Vox. La manovra politica di Salvini mira a un rinnovato impatto nel panorama europeo, mentre a livello nazionale si intensifica la competizione con Fratelli d’Italia, con possibili ripercussioni sulla stabilità e la strategia politica del governo italiano.
Cesare Zapperi su Corriere della Sera

Gb. Keir Starmer, il nuovo primo ministro laburista del Regno Unito, si trova di fronte alla sfida di bilanciare le pressioni per un approccio più filo-europeo e la necessità di contenere il populismo. Mentre alcuni nel suo partito chiedono la rimozione delle barriere commerciali con l’UE e una maggiore apertura all’immigrazione, Tony Blair lo esorta a concentrarsi sull’immigrazione illegale e a evitare una deriva politicamente corretta per contrastare la minaccia populista. Starmer, che ha ottenuto una vittoria elettorale con solo il 34% dei voti, punta a governare senza ideologie, cercando stabilità e competenza, ma deve affrontare la realtà di bilanci statali vuoti e la promessa di una disciplina di bilancio ferrea.
Luigi Ippolito su Corriere della Sera

Kamala. All’interno del Partito Democratico cresce la pressione affinché il presidente Joe Biden si ritiri dalla corsa elettorale, con alcuni esponenti che suggeriscono Kamala Harris come possibile candidata. Biden, tuttavia, rimane deciso a non fare passi indietro, sostenuto da sondaggi recenti che mostrano un miglioramento delle sue prospettive elettorali in alcuni stati chiave. Il dibattito interno al partito si intensifica con riunioni e discussioni su come affrontare le elezioni presidenziali del 5 novembre, mentre alcuni membri del Congresso chiedono pubblicamente il ritiro di Biden e altri organizzano incontri per valutare la situazione.
Alberto Simoni su Stampa

Il costo dell’intervento. La Russia sta cercando di imporre un costo all’intervento della NATO in Ucraina, mentre i leader dell’Alleanza si preparano a discutere il sostegno a Kiev e il rafforzamento della deterrenza militare contro Mosca. Putin sta adottando nuove e pericolose strategie per gravare gli Stati Uniti e i suoi alleati di costi, inclusa la possibilità di spillover dannosi, mentre la NATO deve affrontare non solo l’aumento della spesa per la difesa, ma anche la gestione del rischio e la contrazione dell’escalation. Le azioni della Russia, come gli attacchi all’infrastruttura energetica dell’Ucraina e la campagna di sabotaggio in Europa, mirano a destabilizzare ulteriormente e richiedono una risposta della NATO che vada oltre il supporto militare, includendo la lotta al crimine organizzato e la gestione dei rischi.
Alexander Gabuev su Financial Times

La fronda dell’Est. La NATO affronta tensioni interne mentre si prepara per il vertice di Washington per il suo 75esimo anniversario, con la Bulgaria e la Slovacchia che esprimono riserve sul supporto a Kiev e il premier ungherese Viktor Orban che solleva preoccupazioni dopo incontri con i leader di Ucraina e Russia. Il vertice vedrà l’introduzione di nuove figure come il neopremier britannico Keir Starmer e l’ufficializzazione della Svezia come membro a pieno titolo, oltre alla nomina dell’olandese Mark Rutte a segretario generale. Tra gli argomenti principali ci sono le iniziative di deterrenza e difesa, la gestione delle catene di approvvigionamento e l’assunzione da parte dell’Italia del ruolo di guida dell’Arf Allied Reaction Force, con un approccio multidominio che include rotazioni annuali delle unità dei Paesi dell’Alleanza.
Francesco Semprini su Stampa

Israele. Hamas ha accettato di avviare negoziati per la liberazione degli ostaggi senza richiedere un cessate il fuoco permanente, mentre il primo ministro israeliano Netanyahu insiste che ogni accordo deve permettere a Israele di continuare le operazioni militari fino al raggiungimento dei suoi obiettivi. La situazione degli ostaggi rimane critica, con 116 persone ancora in mano a Hamas nella Striscia di Gaza, e almeno 30 di esse dichiarate morte dall’esercito israeliano. Il processo di negoziazione è complicato dalle pressioni politiche interne a Israele, dove Netanyahu deve bilanciare le richieste dei ministri oltranzisti e dell’opposizione, mentre i mediatori internazionali cercano di facilitare un accordo che possa porre fine alle ostilità e ridurre le tensioni nella regione.
Davide Frattini su Corriere della Sera

Francesco antipopulista. Papa Francesco, durante la conclusione della Settimana Sociale dei Cattolici a Trieste, ha lanciato un monito sulla salute precaria della democrazia, sottolineando la necessità di una maggiore partecipazione civica e di una formazione sociale che inizi dai giovani per contrastare le tendenze populistiche. Ha espresso preoccupazione per l’alto tasso di astensionismo elettorale, indicando che la democrazia richiede l’impegno di tutti per garantire la partecipazione e il dibattito pubblico. Il Papa ha inoltre enfatizzato il ruolo dei cattolici nel dibattito politico, non come difensori di interessi particolari, ma come promotori di giustizia e pace, e ha incoraggiato l’accoglienza dei migranti, facendo riferimento alla posizione strategica di Trieste.
Domenico Agasso su Stampa

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Ultima chance. Enrico Letta, ex premier italiano, esprime soddisfazione per il risultato delle elezioni in Francia, ritenendolo positivo per l’Europa e un segnale di rifiuto del populismo. Letta sottolinea l’importanza di rispondere alle ansie emerse dalle urne e di formare una larga coalizione europeista in Francia per evitare il rischio di ingovernabilità e il successo futuro di Le Pen. Infine, Letta invita a soluzioni ambiziose a livello europeo, come il finanziamento del Green Deal, per prevenire la crescita del populismo.
Monica Guerzoni su Corriere della Sera

Noi stabili. A Palazzo Chigi si percepisce un’Italia stabile e rispettata in un contesto europeo turbolento, con la premier Meloni che non commenta il voto francese ma osserva con soddisfazione la scelta del primo ministro britannico Starmer di contattare l’Italia prima di altri paesi UE. Il risultato delle elezioni in Francia, che ha visto Macron contenere l’avanzata di Le Pen ma emerge con un paese diviso, è visto come una conferma della stabilità politica italiana in un’Europa in difficoltà. Meloni, pur non esultando per il successo della sinistra di Mélenchon, può comunque essere cautamente soddisfatta per il rallentamento di figure politiche come Orbán e Salvini, che avevano speranze in un diverso assetto politico europeo.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Più sola in Europa. Giorgia Meloni si trova in una posizione di isolamento in Europa, con pressioni crescenti affinché si avvicini al Partito Popolare Europeo (PPE) e si distanzi dall’estrema destra, una mossa sostenuta da Antonio Tajani. La scommessa della premier sull’indebolimento di Macron in Francia non ha pagato, lasciandola in una posizione di debolezza nelle trattative continentali. Mentre il suo partito, Fratelli d’Italia, valuta una possibile astensione “costruttiva” al voto di fiducia a Ursula von der Leyen, la destra italiana riflette sull’adattamento della legge elettorale e sulle strategie future in seguito ai risultati delle elezioni in Francia.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Contano i fatti. Il ministro dell’Agricoltura italiano Francesco Lollobrigida ha sottolineato l’importanza degli atti concreti rispetto alle parole in politica, in risposta alle critiche del leader leghista Matteo Salvini, e ha annunciato l’avvio di un progetto agricolo in Algeria che creerà migliaia di posti di lavoro. Durante un’intervista, Lollobrigida ha discusso le differenze tra l’approccio italiano e quello francese verso l’agricoltura, citando il raddoppio degli stanziamenti agli agricoltori italiani e la loro valorizzazione come custodi dell’ambiente, mentre in Francia le elezioni hanno visto un ridimensionamento della coalizione di Macron, specialmente nelle aree rurali. Il ministro ha inoltre toccato temi europei, difendendo l’approccio del governo italiano e criticando le alleanze politiche in Francia, oltre a parlare delle politiche agricole e ambientali dell’UE e delle misure nazionali contro problemi come la siccità e la proliferazione di specie invasive.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera

Uniti si vince. Elly Schlein del Partito Democratico italiano sottolinea l’importanza dell’unità della sinistra per sconfiggere la destra, facendo riferimento ai recenti successi elettorali in Francia e Gran Bretagna dove l’alleanza tra centro e sinistra ha respinto l’estrema destra. Mentre alcuni esponenti politici italiani, come Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni, vedono nei risultati francesi una conferma delle loro posizioni, altri, come Carlo Calenda, rimangono scettici sulla facilità di formare un governo unito. Il messaggio è chiaro: l’unità è cruciale per il successo, ma il percorso verso l’unità in Italia rimane complesso e pieno di sfide.
Giovanna Vitale su Repubblica

FdI pensa al doppio turno. Il governo italiano, con l’incoraggiamento della premier Giorgia Meloni, sta lavorando a una riforma elettorale che potrebbe introdurre un sistema di doppio turno, simile a quello utilizzato nelle elezioni comunali, per garantire governabilità e stabilità. La riforma, che è sotto la guida della ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati, mira a conciliare la necessità di un premio di maggioranza, come richiesto dal progetto di premierato di Meloni, con la rappresentatività democratica, in risposta alle preoccupazioni espresse dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra i modelli considerati c’è il “Provincellum”, un sistema proporzionale con premio di maggioranza e collegi plurinominali, ma la riforma affronta la resistenza della Lega e altri partiti di destra, e la cautela è necessaria per evitare distorsioni della volontà degli elettori.
Francesco Bechis su Messaggero

Abuso di ufficio. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha proposto l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, sostenendo che le condanne sono rare e il reato serve solo a intimidire gli amministratori, danneggiando la loro reputazione. Nordio ha inoltre affermato che l’avviso di garanzia dovrebbe rimanere segreto per evitare strumentalizzazioni politiche e mediatiche, e che la riforma del CSM basata sul sorteggio sarebbe una vera rivoluzione. Il suo intervento, che prevede grande soddisfazione tra gli amministratori per l’abolizione dell’abuso d’ufficio, è stato inizialmente tenuto segreto dalla stampa.
Grazia Longo su Stampa

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