Rassegna stampa 9 luglio

SICUREZZA

Super caccia. Il programma Eurofighter, che vede la collaborazione di Italia, Germania, Regno Unito e Spagna, è il più importante progetto di difesa aerea europeo, con il caccia Typhoon al centro della sicurezza del continente. Il jet, sviluppato da Leonardo, Airbus e BAE Systems, è un ponte tra le tecnologie attuali e future, essenziale per la difesa e la stabilità internazionale, con ordini anche dal Medio Oriente. Oltre alla sua importanza militare, il programma Eurofighter ha un impatto significativo sull’economia, con la previsione di 98mila assunzioni e benefici per il PIL e le tasse dei paesi produttori, dimostrando come la difesa sia anche un motore di sviluppo industriale e tecnologico. Solo basandosi sugli ordini per gli Eurofighter Typhoon in Spagna e in Germania, il programma per l’aereo di quarta generazione è destinato a contribuire per 58 miliardi di euro al Pil dei quattro Stati partner (Germania, Italia, Regno Unito e Spagna). È di 14 miliardi invece il ritorno per i rispettivi Paesi in termini fiscali. E si parla di più di 98mila posti di lavoro garantiti ogni anno.
Lorenzo Vita su Messaggero

Eurofighter. L’Italia ha avviato le procedure politiche per l’acquisto di altri 24 jet da combattimento Eurofighter Typhoon, con l’obiettivo di sostituire l’obsoleta flotta Tranche 1, difficile da mantenere e meno capace di aggiornamenti. Il potenziale ordine, che fa parte di una più ampia acquisizione Tranche 5 che include la Spagna e forse la Germania, prevede aggiornamenti avanzati della Fase 4, tra cui un nuovo radar e capacità di armamento. Questo acquisto non solo estenderebbe la produzione di Eurofighter di Leonardo fino agli anni 2030, ma anche la transizione verso i velivoli da combattimento di nuova generazione del Global Combat Air Program.
_su aviationweek.com _

Dream team per l’AI. Il Centro Ai di Torino, sotto la guida di Simone Ungaro, Chief Innovation Officer del gruppo Leonardo, si avvale di un dream team di sette esperti in intelligenza artificiale e Machine Learning, con l’obiettivo di sviluppare competenze nel settore industriale. La Fondazione Ai4lndustry, con una dotazione annuale di 20 milioni di euro, punta a creare un’infrastruttura integrata di ricerca e innovazione, basandosi sul supercomputer Leonardo. Tra i membri del comitato scientifico figurano esperti di calibro internazionale, inclusi docenti italiani che insegnano a Stanford e specialisti stranieri in Swarm Engineering e Machine Learning, con l’ambizione di posizionare Torino come hub di competenze nell’AI.
Christian Benna su Corriere Torino

La torre di Leonardo. Approfondimento dedicato alla Diagnostic Services Tower, la centrale di analisi e super diagnostica dei dati di volo della flotta di elicotteri di Leonardo, situata presso il sito di Sesto Calende. Ambiente avanzato e tecnologico, esprime lo stato dell’arte nel processo di digitalizzazione di Leonardo e beneficia ampiamente delle capacità di impiego del supercomputer di Leonardo “davinci-1”.
Rosi Brandi su Prealpina

Benefici al territorio e al Paese. La senatrice Stefani Pucciarelli ha espresso soddisfazione per l’accordo tra Leonardo e Rheinmetall per lo sviluppo di nuovi sistemi di difesa terrestre, sottolineando che il 60% delle attività sarà svolto in Italia, rafforzando la cooperazione industriale e la difesa europea. L’accordo è particolarmente significativo per la provincia della Spezia, dove la sede di Leonardo si specializza in sistemi di difesa terrestri e navali, promettendo sviluppo e opportunità di lavoro. Pucciarelli enfatizza che questo risultato porterà benefici significativi in termini di occupazione e sviluppo tecnologico sia per il territorio spezzino che per l’intero Paese.
su Nazione La Spezia

Il ritorno di Trump e il ruolo dell’Ucraina. Il vertice del 75° anniversario della NATO a Washington celebra il periodo più lungo di pace e prosperità in Europa, sottolineando il ruolo cruciale dell’Alleanza nella difesa e nella crescita dell’Unione Europea. Tuttavia, il futuro della NATO è incerto a causa della guerra in Ucraina e delle prossime elezioni americane, con la possibile rielezione di Donald Trump che potrebbe influenzare l’impegno degli USA nell’Alleanza. Il vertice si concentra sulle sfide attuali, come il sostegno a Kiev e la deterrenza rafforzata, evitando trionfalismi sul passato e promesse incerte sul futuro, richiedendo azioni concrete per affrontare le minacce emergenti. La Nato ha tenuto testa all’Urss durante la guerra fredda. Con la deterrenza non con la guerra. Ha avuto partita vinta per implosione sovietica. Il Muro di Berlino è caduto ad opera dei berlinesi dell’Est. Ha pacificato i Balcani. Intraprese la lunga missione in Afghanistan con coraggio, abnegazione e generosità. Non mancarono errori ma le dinamiche erano ingestibili. Nell’Ultimo Aereo da Kabul, la descrive efficacemente un italiano, Stefano Pontecorvo, rappresentante finale della Nato in Afghanistan. Altra testimonianza del legame speciale fra Alleanza Atlantica e Italia.
Stefano Stefanini su Stampa

Svolta Avio. Avio Spa, produttore italiano del razzo Vega, ha ottenuto il diritto di vendere direttamente i servizi di lancio di satelliti, liberandosi del monopolio quarantennale della francese Arianespace nella commercializzazione dei lanci spaziali in Europa. La decisione è stata presa dal consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che ha adottato una risoluzione il 5 luglio, permettendo ad Avio di diventare fornitore e operatore dei servizi di lancio del Vega. Questa svolta garantisce maggiore autonomia ad Avio e segna un periodo di transizione in cui la società può già iniziare a vendere lanci direttamente ai clienti, mentre Arianespace completerà le prossime sei missioni Vega prima del passaggio definitivo delle responsabilità.
Gianni Dragoni su Sole 24 Ore

Europa nello spazio. L’Europa si appresta a lanciare il suo nuovo razzo Ariane 6 dalla Guyana francese, con l’obiettivo di ripristinare la sua capacità di accesso allo spazio in modo indipendente dopo essersi affidata a SpaceX dal momento del ritiro dell’Ariane 5. Il lancio prevede preparativi meticolosi, tra cui valutazioni meteorologiche e controlli di sistema, con un rischio di fallimento al primo volo vicino al 50%. La missione Ariane 6 porterà nello spazio 17 satelliti ed esperimenti, con uno stadio superiore riavviabile per il dispiegamento dei carichi utili in orbite diverse e per il deorbiting per evitare i detriti spaziali.
Peggy Hollinger su Financial Times

Lanciare Ariane6 prima del 31 luglio. Toni Tolker-Nielsen, direttore del trasporto spaziale presso l’ESA, conferma che non ci sono ostacoli per il volo inaugurale di Ariane 6 previsto per il 9 luglio, essenziale per garantire l’indipendenza europea nell’accesso allo spazio. È cruciale lanciare Ariane 6 prima del 31 luglio, poiché un ritardo comporterebbe una pausa significativa dovuta alle ferie delle squadre, e Tolker-Nielsen sottolinea l’importanza di una “preferenza europea” per i lanciatori sviluppati in Europa per i satelliti istituzionali. Infine, nonostante il ritardo accumulato, l’ESA ha mantenuto il programma di lancio e si aspetta una crescita graduale di Ariane 6, con l’obiettivo di raggiungere una media di nove lanci all’anno tra il 2027 e il 2029, pur non comprendendo la decisione di Eumetsat di passare a SpaceX prima del primo volo.
Michel Cabirol su Tribune

Le cinque priorità di Meloni. Giorgia Meloni deve affrontare alcune priorità dopo i risultati delle elezioni in Francia: gestire il deficit senza apparire irresponsabile come Le Pen-Bardella, promuovere riforme per la produttività e il Green Deal, e rafforzare le alleanze europee. La sua posizione è stata indebolita dalle dichiarazioni filo-putiniane di Salvini e dal rifiuto di supportare i candidati chiave per le nuove posizioni di leadership dell’UE. Meloni deve ora sfruttare l’opportunità offerta dal risultato del secondo turno delle elezioni in Francia per rilanciare la collaborazione con Francia e Spagna, migliorare la produttività italiana e convincere l’Europa a rivedere gli obiettivi del Green Deal. L’invasione dell’Ucraina ha dimostra che il problema europeo non è quanto ma come si spende, in maniera dispersa e senza far scala. I gruppi pubblici italiani dell’industria della difesa dovrebbero essere chiamati a replicare l’esempio appena fornito con il protocollo Lea nardo-Rheinmetall sul tank di nuova generazione.
Oscar Giannino su Foglio

La mossa di Varsavia. L’Ucraina pone come priorità la difesa aerea e richiede agli alleati azioni concrete, con il capo dell’ufficio presidenziale di Kiev, Andry Yermak, che sollecita interventi immediati al summit di Washington. La Polonia risponde proponendosi di abbattere i missili russi diretti verso il suo territorio mentre attraversano lo spazio aereo ucraino, in un’azione che richiederebbe la collaborazione e la responsabilità congiunta della NATO. Questo intervento, insieme alla creazione di una legione formata da ucraini emigrati in Polonia, mira a rafforzare la difesa ucraina, ma porta con sé il rischio di un’escalation del conflitto.
Gianluca di Feo su Repubblica

Nato per l’Ucraina. La NATO celebra il suo 75° anniversario con un vertice a Washington, dove i 32 membri dell’alleanza discuteranno il supporto all’Ucraina e la sua eventuale adesione all’organizzazione, una promessa fatta l’anno scorso senza una tempistica definita. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sfrutterà l’occasione per difendere il multilateralismo a pochi mesi dalle elezioni presidenziali, mentre Washington invierà segnali di fiducia all’Ucraina, inclusi potenziali rinforzi alla difesa aerea. Il vertice si concentrerà anche sulla cooperazione a lungo termine con l’Ucraina, con l’obiettivo di coordinare formazione, equipaggiamento e sviluppo delle forze ucraine, oltre a discutere il ruolo dell’OTAN nell’Indo-Pacifico e il “partage du fardeau” tra i membri.
Veronique Le Billon su Echos

Cruciali per l’Africa. Umberto Tavolato, manager di Med-Or, sostiene che l’Italia può svolgere un ruolo cruciale nella stabilizzazione e nella promozione di una vera governance in Africa, un continente che sta affrontando profondi cambiamenti politici e sociali. Recentemente, tre stati africani (Niger, Mali e Burkina Faso) hanno formato una nuova alleanza regionale dopo colpi di stato, distaccandosi dall’ECOWAS e dall’Unione Africana e riducendo le relazioni con la Francia e gli USA, una situazione che preoccupa per la possibile adesione di altri governi autoritari. L’Italia, attraverso il Piano Mattei e la sua posizione strategica nel Mediterraneo, ha l’opportunità di influenzare positivamente la governance africana, supportando le istituzioni statali e promuovendo la riconciliazione e lo sviluppo sostenibile, lontano dalle dinamiche coloniali.
Anna Maria Capparelli su Mattino

Boeing: siamo colpevoli. Boeing ha accettato di dichiararsi colpevole di cospirazione per frodare il governo degli Stati Uniti, violando un accordo con il Dipartimento di Giustizia dopo due incidenti mortali che hanno coinvolto i suoi aerei 737 Max, con una multa prevista di 487 milioni di dollari. L’accordo di patteggiamento proposto, definito dai familiari delle vittime come un “sweetheart deal” che non rende adeguatamente responsabile Boeing, richiede all’azienda di investire 455 milioni di dollari in tre anni per migliorare la conformità e la sicurezza, senza escludere ulteriori indennizzi per le famiglie delle vittime. Il patteggiamento potrebbe influenzare l’idoneità di Boeing a ottenere contratti di difesa statunitensi, mentre il giudice Reed O’Connor deve ancora decidere se l’accordo sia nell’interesse pubblico, con le famiglie delle vittime che chiedono un processo pubblico per esporre tutti i fatti.
Claire Bushey su Financial Times

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Scelte cruciali, rating a rischio, incertezza. L’esito delle elezioni legislative francesi ha causato una reazione cauta dei mercati, con le Borse europee che mostrano reazioni contenute e gli spread dei titoli di Stato che si riducono, ma permangono incertezze sulla stabilità politica e le riforme. SeP Global Ratings esprime preoccupazione per la capacità del nuovo governo francese di attuare politiche significative e di gestire il debito, in un contesto parlamentare frammentato che potrebbe portare a una maggiore fragilità e rischio di sfiducia. Gli analisti rimangono inquieti di fronte alla situazione instabile, con la possibilità di un aumento dello spread tra i titoli di Stato francesi e tedeschi, segnalando un potenziale incremento del costo del debito francese e un impatto sull’economia nazionale.
Maximilian Cellino su Sole 24 Ore

Macron ci fa risparmiare. La sconfitta di Marine Le Pen e il risultato delle elezioni in Francia hanno portato sollievo ai mercati, con una riduzione dello spread e un calo dei rendimenti sia per gli Oat francesi che per i Btp italiani. Il parlamento francese è diviso e non si prevede una facile formazione di governo, con la possibilità di una grande coalizione o un governo tecnocratico, mentre il presidente Macron ha mantenuto Gabriel Attal come primo ministro nonostante la situazione di stallo. Le agenzie di rating osservano con cautela, ma un parlamento sospeso è visto positivamente dai mercati e dall’UE, che potrebbe esercitare meno pressione sulla Francia per il bilancio, favorendo la stabilità economica.
Francesca Gerosa su Mf

Labirinto transizione. Il decreto attuativo del piano Transizione 5.0, attualmente in esame dalla Corte dei conti, prevede una serie di otto documenti necessari per accedere al credito d’imposta per progetti di innovazione che assicurano un risparmio energetico, con un tetto di spesa di 50 milioni di euro. Le regole, che potrebbero diventare operative tra la fine di luglio e metà agosto, delineano una procedura dettagliata per la fruizione dei crediti, inclusa la trasmissione di comunicazioni e attestazioni attraverso la piattaforma informatica Transizione 5.0. I progetti ammissibili ai benefici devono essere avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025, con la possibilità di utilizzare il credito d’imposta in compensazione dopo dieci giorni dalla comunicazione di fine investimento.
Carmine Fotina su Sole 24 Ore

I mercati non si agitano. Il Nuovo fronte popolare (Nfp), un’alleanza di sinistra francese, mira a smantellare la riforma delle pensioni del presidente Macron, che ha aumentato l’età pensionabile da 62 a 64 anni, proponendo di abbassarla a 60 anni. Nonostante il caos politico e l’incertezza post-elettorale, i mercati finanziari rimangono sorprendentemente calmi, con lievi variazioni nei principali indici e spread. Gli investitori sembrano fiduciosi che, nonostante la paralisi politica, i partiti non estremisti alla fine formeranno un governo centrale, dopo aver esplorato tutte le altre opzioni.
Federico Fubini su Corriere della Sera

30 miliardi per i contratti. Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, afferma che per recuperare completamente l’inflazione nei nuovi contratti dei dipendenti pubblici sarebbero necessari 30 miliardi di euro, ma la realtà del bilancio impone limiti, con i sindacati che criticano l’insufficienza dei fondi destinati ai rinnovi. Zangrillo ricorda che l’ultima legge di bilancio ha assegnato 8 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali, un terzo della manovra, e sottolinea l’impegno del governo verso il personale della Pubblica Amministrazione. Nonostante l’aumento previsto del 5,8% negli stipendi, i sindacati lamentano una perdita di potere d’acquisto del 10% rispetto all’inflazione prevista per il triennio 2022-2024, mentre il ministro evidenzia gli sforzi compiuti e le nuove assunzioni nel settore pubblico.
Paolo Baroni su Stampa

Inail. Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail, critica l’accumulo di un avanzo di bilancio di 3 miliardi di euro presso l’Inail, definendolo una “patologia” piuttosto che una pratica normale, poiché questi fondi dovrebbero essere utilizzati per la prevenzione e la ricerca in materia di sicurezza sul lavoro. L’Inail, che raccoglie i premi dalle aziende, sta fallendo nella sua missione di contrastare gli infortuni, con un disallineamento crescente tra entrate e spese, e Loy suggerisce che sia necessario un automatismo per bilanciare incassi e uscite. Infine, Loy sottolinea la necessità di investire maggiormente in sicurezza sul lavoro e in prevenzione, criticando la complessità dei bandi e la mancanza di incentivi efficaci per le imprese, nonostante il numero elevato di luoghi di lavoro e infortuni in Italia.
Valentina Conte su Repubblica

Allerta Anac sul Ponte. L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha sollevato preoccupazioni sul rischio di un’opera incompiuta per il Ponte sullo Stretto di Messina, esortando il governo a fissare una nuova data per l’approvazione del progetto esecutivo e a raggiungere un progetto unitario prima dell’inizio dei lavori. Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, critica la procedura per fasi e avverte che senza un progetto complessivo si potrebbero verificare varianti che aumenterebbero i costi, superando il limite del 50% stabilito dalla direttiva europea. La società Stretto di Messina, attraverso l’AD Pietro Ciucci, rassicura che non ci sono rischi di incompiutezza o indeterminatezza sui costi, mentre esperti e sindacati esprimono dubbi e preoccupazioni sulla realizzazione per fasi e sulla copertura finanziaria dell’opera.
Luca Monticelli su Stampa

Solo uomini in Cdp. La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) sta considerando una modifica dello statuto per ridurre la quota di donne nel Consiglio di Amministrazione (Cda), in seguito alla difficoltà dei partiti di governo di proporre candidature femminili. Attualmente, il Cda uscente rispetta la prescrizione dei due quinti di donne, ma i nomi circolanti per le nuove nomine sono prevalentemente maschili. Le modifiche proposte mirano a ridurre la quota femminile richiesta da due quinti a un terzo, estendendo il vincolo anche al Cda della gestione separata Cdp, in modo da offrire più flessibilità e superare gli ostacoli recenti.
Andrea Greco su Repubblica

Aiuti di Stato. La Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita sugli aiuti di Stato da 6 miliardi di euro ricevuti da Lufthansa per la sua ricapitalizzazione durante la pandemia, dopo che la magistratura europea ha annullato l’autorizzazione iniziale, ritenendola in violazione delle regole sugli aiuti di Stato. Nonostante Lufthansa abbia già rimborsato gli aiuti, l’indagine esaminerà l’eleggibilità della compagnia al sostegno pubblico e le condizioni per un’uscita rapida dello Stato dal capitale. Questo sviluppo segue il recente benestare di Bruxelles all’acquisto del 40% di ITA Airways da parte di Lufthansa, con l’UE che ha imposto condizioni per assicurare la libera concorrenza e prezzi accessibili nel settore aereo.
Romano Beda su Sole 24 Ore

Stellantis, produzione giù. La produzione di Stellantis in Italia ha registrato un calo del 25% nel primo semestre del 2024, con un forte decremento del 35,9% nella produzione di autovetture, mentre i veicoli commerciali hanno mostrato un lieve incremento del 2%. Questo declino ha portato a una previsione di un anno difficile per il settore automobilistico, con una produzione totale che potrebbe fermarsi a mezzo milione di veicoli, ben al di sotto dell’obiettivo di un milione di unità e simile ai livelli tra il 2012 e il 2014. Sindacati e governo sono in allerta per le ripercussioni sull’occupazione e l’industria, mentre Stellantis conferma l’impegno a produrre un milione di veicoli entro il 2030, nonostante le sfide legate all’elettrificazione e alla stabilità della domanda.
Filomena Greco su Sole 24 Ore

Fastweb ha acceso Nexxt. Fastweb ha inaugurato Nexxt Ai Factory, il primo supercomputer italiano dedicato all’intelligenza artificiale generativa, alimentato al 100% da fonti rinnovabili e gestito in collaborazione con Nvidia. Il supercalcolatore, situato nel Global Cloud Data Center di Aruba, sarà utilizzato da imprese, enti pubblici e università per sviluppare il Mila (Modello italiano di intelligenza artificiale), con l’obiettivo di rispettare la cultura e la lingua italiana, riducendo bias e “allucinazioni” grazie alla qualità dei dati. Walter Renna, l’AD di Fastweb, sottolinea l’importanza della sicurezza dei dati, con i dati che rimangono in Italia e la protezione fornita dai Security Operations Center nazionali, e anticipa un futuro sviluppo del progetto con aspettative di ricavi in doppia cifra e la possibilità di competere con Tim Enterprise, oltre a un’eventuale fusione con Vodafone Italia.
Alessia Cruciani su Corriere della Sera

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Missili sull’ospedale. Un’ondata di attacchi missilistici russi ha colpito l’Ucraina, causando oltre 30 vittime civili, tra cui un attacco devastante a un ospedale pediatrico a Kiev, lasciando decine di morti e feriti e danni estesi. Il presidente ucraino Zelensky, durante una visita a Varsavia, ha firmato un accordo sulla difesa aerea con la Polonia e ha sollecitato ulteriore supporto alla NATO, mentre Mosca nega di aver colpito obiettivi civili, sostenendo di aver mirato a installazioni militari. Il bilancio delle vittime civili e dei danni alle strutture sanitarie continua a crescere, con l’UNICEF che riporta migliaia di bambini colpiti dal conflitto e il Ministero della Salute ucraino che documenta la distruzione di strutture sanitarie dal febbraio 2022.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Messaggio al vertice Nato. L’attacco missilistico russo su Kiev rischia di modificare l’agenda del vertice NATO a Washington, inizialmente convocato per celebrare i 75 anni dell’Alleanza, ratificare la nomina di Mark Rutte come nuovo segretario generale e confermare gli aiuti all’Ucraina. Il bombardamento e le azioni del primo ministro ungherese Viktor Orbán, sospettato di agire per conto di Donald Trump, sollevano dubbi e preoccupazioni tra gli alleati, con la necessità di una risposta rapida che potrebbe includere un aumento della difesa aerea per l’Ucraina. La riunione NATO deve affrontare questioni cruciali, come il rafforzamento delle truppe sul fronte orientale e le strategie politico-diplomatiche, in un contesto di crescente influenza globale della Cina e di tensioni legate alle elezioni presidenziali statunitensi.
Claudio Tito su Repubblica

Orban, Putin sa come vincere la guerra. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha suscitato l’irritazione dell’Unione Europea e degli Stati Uniti con le sue visite a Mosca e Pechino, dove ha incontrato Vladimir Putin e Xi Jinping, promuovendo una posizione favorevole alla Cina nel conflitto in Ucraina e sostenendo la necessità di un cessate il fuoco. Orbán, sospettato di portare messaggi di Donald Trump, è sotto esame per il suo ruolo nella presidenza di turno dell’UE, con l’UE e gli USA che non approvano la sua iniziativa di mediazione autonoma. La visita in Cina ha anche rafforzato i legami economici, con la Cina che ha investito pesantemente in Ungheria, e entrambi i paesi che cercano di sostenersi a vicenda in una partnership strategica globale.
Gianluca Modolo su Repubblica

Orban da Xi. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha suscitato polemiche con la sua visita a Pechino, dove ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping, nonostante l’Unione Europea non gli avesse conferito alcun mandato negoziale. Orbán ha difeso la sua “Missione di pace 3.0”, ma sia a Kiev che a Mosca ha ricevuto risposte fredde, con Zelensky e Putin che hanno ribadito le loro condizioni incompatibili per la pace. L’Ungheria ha beneficiato economicamente dalla sua politica estera, ricevendo 15 miliardi di euro in accordi commerciali dalla Cina, che sta costruendo impianti di produzione nel paese, parte di un più ampio investimento cinese in Ungheria.
Guido Santevecchi su Corriere della Sera

L’ultimo schiaffo di Putin. Lo Zar Vladimir Putin intensifica l’attacco contro l’Ucraina con un massiccio lancio di missili in pieno giorno, mirando a obiettivi civili e segnando un ulteriore passo nella brutalità del conflitto, seppellendo ogni speranza di una soluzione diplomatica alla guerra. L’attacco sembra essere un messaggio diretto all’Europa e all’Ucraina, in un momento in cui la diplomazia sembra inefficace, e la Russia sembra determinata a dimostrare la sua forza senza preoccuparsi delle conseguenze politiche o delle reazioni dei suoi alleati europei. La logica di Putin, secondo gli analisti, non mira a un compromesso ma piuttosto a costringere l’Occidente alla resa, con la convinzione che atti di forza come il bombardamento di obiettivi civili possano in ultima analisi rafforzare la sua posizione.
Anna Zafesova su Stampa

Macron. Il presidente francese Emmanuel Macron ha respinto le dimissioni del primo ministro Gabriel Attal, mantenendolo in carica per assicurare la stabilità del Paese dopo un periodo di elezioni turbolente che ha visto la vittoria del Nouveau Front Populaire e la sconfitta del macronismo. La Francia si trova in una situazione di incertezza politica, con una tripartizione dell’Assemblea tra sinistra, macronisti ed estrema destra, rendendo difficile la formazione di un governo stabile e potenzialmente portando a un rimescolamento delle alleanze. Le trattative per la formazione del nuovo governo sono complicate, con discussioni interne ai vari partiti e la possibilità di nuove coalizioni, mentre la Francia si prepara alla prima sessione della nuova Assemblea nazionale il 18 luglio.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Piano anti Melenchon. In Francia, dopo le sorprendenti vittorie della sinistra nelle legislative, il presidente Emmanuel Macron ha mantenuto Gabriel Attal come primo ministro per gestire gli affari correnti, cercando di formare un governo che escluda l’estrema sinistra. Marine Le Pen e il Rassemblement National hanno subito una sconfitta, nonostante i sondaggi favorevoli, con il suo successore Jordan Bardella che ammette errori e responsabilità. Il Nuovo Fronte Popolare, pur non avendo la maggioranza assoluta, si dichiara pronto a governare con una maggioranza relativa, mentre Macron osserva e valuta la possibilità di attrarre forze moderate per raggiungere una maggioranza assoluta, in un contesto di incertezza e richieste di stabilità economica.
Danilo Ceccarelli su Stampa

Totopremier. La scelta del nuovo primo ministro francese è oggetto di intense trattative tra i partiti all’Assemblea nazionale, in un contesto in cui il ruolo è diventato più centrale nel sistema politico, rompendo con la tradizione di un premier esecutore delle volontà presidenziali. Emmanuel Macron, indebolito dopo elezioni anticipate, deve ora accettare un approccio più parlamentare e gestire le divisioni all’interno del Nouveau front populaire, mentre si specula su possibili candidati come Edouard Philippe, Jean-Luc Mélenchon e Marine Tondelier. Il presidente spera che le differenze politiche portino alla disgregazione dell’alleanza di sinistra, evitando di nominare un primo ministro da quel fronte e potenzialmente favorendo una grande coalizione guidata dall’ex premier Philippe.
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Resa dei conti. Marine Le Pen e Jordan Bardella del Rassemblement National affrontano un momento di riflessione dopo risultati elettorali insoddisfacenti, con voci interne che suggeriscono una possibile resa dei conti e dubbi sull’adeguatezza di Bardella come leader. Bardella ha portato un rinnovamento al partito, attirando un elettorato più giovane e presentandosi come meno compromesso, ma rimane l’ombra delle sue responsabilità nella scelta di candidati inadeguati, che hanno mostrato gaffe e impreparazione. Nonostante i tentativi di rinnovare l’immagine del partito, il Rassemblement National continua a essere criticato per la sua natura di estrema destra e per un programma basato su discriminazione e stigmatizzazione.
Alessandra Coppola su Corriere della Sera

La sinistra cerca il premier. La sinistra francese, dopo una vittoria inaspettata, è alle prese con la scelta del primo ministro e la creazione di un programma di governo, cercando di superare le divisioni interne e di trovare un accordo su un candidato condiviso. Olivier Faure, segretario del Partito Socialista, esclude Jean-Luc Mélenchon come possibile premier, mentre si discutono diverse configurazioni di coalizione in un Parlamento senza una maggioranza chiara. Emmanuel Macron osserva la situazione, puntando a formare una coalizione di governo con il suo blocco centrale, mentre la sinistra spera di ottenere la neutralità di Ensemble e la sinistra radicale affronta dissidenze interne, con la politica francese che si avvia verso una nuova fase di negoziati e possibili sorprese.
Anais Ginori su Repubblica

Non mi fermo. Il presidente Joe Biden ha ribadito la sua intenzione di rimanere in corsa per le elezioni, sfidando le élite del Partito Democratico e i parlamentari che lo invitano a ritirarsi, mentre si prepara a sfruttare il vertice NATO per rafforzare la sua immagine di leader. Emergono dubbi sulla sua salute a seguito delle frequenti visite alla Casa Bianca da parte di un neurologo esperto di Parkinson, anche se la Casa Bianca nega che Biden abbia sintomi della malattia. Biden affronta pressioni crescenti, inclusi appelli pubblici da parte di figure come lo scrittore Stephen King e il regista Rob Reiner, che lo esortano a ritirarsi dalla corsa presidenziale per il bene dell’America.
Massimo Gaggi su Corriere della Sera

Incognite Usa sul vertice Nato. Il vertice Nato di tre giorni a Washington mira a rafforzare l’Alleanza e la sua risposta alla minaccia russa, con particolare attenzione al sostegno all’Ucraina e alla sua possibile futura adesione alla Nato. Il segretario generale uscente Jens Stoltenberg ha sottolineato l’importanza di un coordinamento più stretto nella difesa e nella sicurezza, mentre si prevede un aumento degli investimenti militari da parte degli alleati. Il presidente USA Joe Biden affronta sfide interne e preoccupazioni per un possibile ritorno di Donald Trump, il cui approccio alla Nato potrebbe minare gli sforzi attuali e futuri dell’Alleanza, in particolare in relazione al conflitto in Ucraina e al supporto internazionale.
Marco Valsania su Sole 24 Ore

Patrioti d’Europa. Il gruppo politico “Patrioti per l’Europa” è stato ufficialmente lanciato da Viktor Orban, diventando il terzo più grande gruppo in Parlamento con 84 membri, e ha visto l’elezione di Jordan Bardella come presidente e Roberto Vannacci come vicepresidente. Questa nuova piattaforma è un rebranding del precedente gruppo “Identità e Democrazia” e mira a rafforzare le posizioni sovraniste e anti-establishment, nonostante le preoccupazioni sulle sue presunte simpatie filorusse. Tra i membri ci sono figure politiche note per posizioni controverse, e il gruppo è già stato criticato per essere percepito come un alleato degli interessi russi, soprattutto dopo l’attacco russo a un ospedale pediatrico in Ucraina.
Marco Bresolin su Stampa

Modi a Mosca per proteggersi dalla Cina. Il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha visitato la Russia per rafforzare i legami e controbilanciare l’influenza della Cina, dopo la sua rielezione e in un contesto di legami più stretti della Russia con la Cina a causa delle sanzioni occidentali. La visita mirava a mantenere le relazioni di lunga data dell’India con la Russia, un fornitore chiave di armi e petrolio, navigando al contempo tra le complessità geopolitiche della guerra russa in Ucraina e le tensioni di confine dell’India con la Cina. Nonostante l’aumento degli scambi commerciali, soprattutto per quanto riguarda le importazioni di petrolio dalla Russia, l’India cerca di risolvere lo squilibrio commerciale incrementando le esportazioni e gestendo le transazioni finanziarie complicate dalle sanzioni e dalle restrizioni bancarie.
Max Seddon su Financial Times

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Governo stabile. La premier italiana Giorgia Meloni si è recata negli Stati Uniti per partecipare al vertice NATO, portando con sé una posizione fermamente pro-Kiev e lasciando in Italia le discussioni sulla formazione della nuova Commissione europea, che affronterà al suo ritorno. Durante la sua visita, Meloni ha incontrato importanti figure politiche e si è presentata come un leader politicamente stabile in Europa, con l’obiettivo di ottenere per l’Italia un ruolo di rilievo nel contesto NATO, nonostante alcune critiche sul contributo finanziario italiano all’Alleanza. Il vertice NATO serve anche a garantire continuità politica in vista di possibili cambiamenti, come un ritorno di Trump alla Casa Bianca, e discute di un sostegno finanziario all’Ucraina che rappresenta una sfida per i paesi membri, inclusa l’Italia.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Patrioti con Vannacci. Il nuovo gruppo dei Patrioti per l’Europa, guidato da Viktor Orbán e con la Lega e il Rassemblement National di Marine Le Pen, è diventato il terzo gruppo al Parlamento europeo, superando ECR e ottenendo 84 seggi. Il gruppo ha mostrato le prime crepe quando l’olandese Stöteler ha preso le distanze dalle posizioni filorusse del gruppo, sostenendo l’Ucraina contro l’aggressione russa. Il premier ceco Fiala ha criticato i Patrioti per l’Europa come una minaccia alla sicurezza e alla libertà dell’Europa, mentre rimane incerto se gli altri gruppi attiveranno un “cordone sanitario” per escludere i Patrioti dai posti di vertice.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Isolata. Il Parlamento Europeo vede la nascita del gruppo dei Patrioti, una coalizione di partiti sovranisti che supera il gruppo dei Conservatori di Meloni, con Salvini che si unisce a Le Pen e Orbán, e minaccia la posizione della premier italiana. Il gruppo, accusato di filoputinismo e considerato una minaccia per gli interessi europei, è composto da una varietà di partiti con posizioni diverse sulla guerra in Ucraina, ma esclude i neonazisti tedeschi di Afd. Mentre Salvini si vanta della mossa, Meloni riceve inviti a unirsi al gruppo, anche se il suo partito Fratelli d’Italia sembra essere relegato a un ruolo secondario, e Tajani critica il nuovo gruppo come ininfluente, dichiarandosi un “patriota europeo”.
Lorenzo di Cicco su Repubblica

Indebolita. Giorgia Meloni affronta un periodo di incertezza politica mentre si trova in una posizione delicata in Europa, dovendo gestire le pressioni dei filorussi e la sua linea di sostegno all’Ucraina, nonostante le provocazioni del gruppo dei Patrioti e le manovre di Matteo Salvini. La Meloni è inoltre preoccupata per l’impatto che una possibile vittoria di Donald Trump potrebbe avere sul suo governo, considerando che Trump potrebbe non essere ben disposto nei suoi confronti a causa dei suoi legami con l’amministrazione Biden. Infine, la premier deve decidere se sostenere Ursula von der Leyen, bilanciando la ragione che la spinge a votare a favore e il suo istinto che la frena, cercando una giustificazione politica che possa conciliare la sua posizione atlantista con le richieste interne.
Tommaso Ciriaco su Repubblica

Giorgia voti Ursula. Pierferdinando Casini, ex presidente della Camera e senatore Pd, suggerisce che dopo la sconfitta di Le Pen in Francia, Giorgia Meloni dovrebbe approfittare dell’occasione per avvicinarsi al Partito Popolare Europeo e votare a favore di Ursula von der Leyen per la Commissione europea, segnando un’evoluzione positiva per l’Italia. Casini critica il centrosinistra italiano per la mancanza di un’alternativa chiara e propositiva, suggerendo di prendere esempio dai laburisti britannici e di concentrarsi su temi concreti come i salari e la sanità, mentre sottolinea l’importanza della politica estera e della coerenza in tale ambito per la credibilità di un’alternativa di governo. Infine, Casini afferma che l’antifascismo è un valore costitutivo della Repubblica, ma non dovrebbe essere usato contro Meloni con gli stessi toni rivolti a Le Pen, per non alienare gli elettori centristi.
Niccolò Carratelli su Stampa

Uniti con un programma. Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, sostiene che la sinistra può vincere se si unisce ai moderati, come dimostrato dalle recenti elezioni in Francia dove la coalizione ha sconfitto la destra. Bonaccini enfatizza l’importanza di un programma politico chiaro e affidabile per il Partito Democratico (Pd) e per una coalizione di centrosinistra, distinguendosi dall’essere semplicemente contro la destra. Inoltre, critica l’isolamento dell’Italia sotto la guida di Giorgia Meloni, nonostante la collaborazione con il ministro Raffaele Fitto, e invita a un progetto di governo serio per unire e vincere.
Maria Teresa Meli su Corriere della Sera

Autonomia. Il Consiglio regionale della Campania ha avviato il dibattito sul referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata, con la prima proposta approvata per l’abrogazione totale della legge e la seconda per l’abrogazione di alcuni commi, entrambe passate a maggioranza. Il presidente campano Vincenzo De Luca ha sottolineato la necessità di un dialogo costruttivo, ammettendo errori passati nella riforma del Titolo V e chiedendo finanziamenti immediati per i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Il centrodestra, in particolare Forza Italia, esprime perplessità sull’autonomia differenziata, con Roberto Occhiuto che condiziona il sostegno a garanzie finanziarie per il Sud e Antonio Tajani che propone la creazione di un Osservatorio sull’autonomia per monitorare l’applicazione della riforma.
Angelo Agrippa su Corriere della Sera

Non mi ricandido. Giovanni Toti, governatore della Liguria, non si ricandiderà per un terzo mandato alle Regionali del 2025 a seguito dell’inchiesta che lo vede arrestato per corruzione, falso e voto di scambio. Il suo legale ha annunciato la decisione durante un’udienza del Tribunale del Riesame, dove è stata contestata anche la misura dei domiciliari, ritenuta irragionevole dal presidente emerito della Corte costituzionale Sabino Cassese. La difesa di Toti ha proposto alternative ai domiciliari e non esclude un ricorso alla Corte Costituzionale qualora Toti fosse forzato alle dimissioni, sostenendo che solo una condanna definitiva può limitare l’esercizio di una funzione elettiva.
Giuseppe Guastella su Corriere della Sera

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