Re Carlo in Australia, i governatori di sei Paesi non si presentano al ricevimento

Il ricevimento, previsto nella capitale Canberra, avrebbe dovuto celebrare il monarca britannico, che è ancora formalmente il capo di stato dell’Australia

I gruppi monarchici australiani sono rimasti indignati dopo che tutti e sei i governatori degli stati australiani hanno deciso di non partecipare al ricevimento in onore di re Carlo III durante la sua visita in Oceania. Il ricevimento, previsto nella capitale Canberra, avrebbe dovuto celebrare il monarca britannico, che è ancora formalmente il capo di stato dell’Australia. Tuttavia, i governatori di New South Wales, Victoria, Queensland, Western Australia, South Australia e Tasmania hanno declinato l’invito, ognuno con motivazioni diverse, citando impegni personali o professionali. La governatrice del Victoria, Jacinta Allan, non sarà nemmeno sostituita dal suo vice.

La reazione indignata dei monarchici

Bev McArthur, deputata liberale australiana e fervente monarchica, ha espresso tutto il suo disappunto, definendo la decisione “indifendibile” e considerandola un insulto a re Carlo, che ha fatto grandi sforzi per essere presente nonostante la malattia. Infatti, a causa della diagnosi di cancro, Carlo ha ridotto il suo itinerario originario, che includeva una tappa in Nuova Zelanda. Questo viaggio, che lo porterà prima in Australia e poi a Samoa per il Commonwealth Heads of Government Meeting (Chogm), è il suo primo viaggio internazionale dopo la diagnosi, esclusa la partecipazione alle celebrazioni del D-Day in Francia.

Le prospettive di una transizione verso la repubblica

Dall’altra parte, l’Australian Republic Movement, che sostiene l’idea di trasformare l’Australia in una repubblica, ha applaudito la decisione dei governatori, definendo il viaggio di Carlo come un “tour d’addio” della monarchia nel paese. Il movimento ha rivelato che Carlo ha avuto uno scambio di lettere con loro, dichiarando di non opporsi a un’eventuale decisione dell’Australia di abbandonare la monarchia, lasciando tale scelta nelle mani del popolo australiano. Il re ha citato come esempio il caso di Barbados, che ha lasciato la monarchia due anni fa, diventando una repubblica. Anche il primo ministro australiano, Anthony Albanese, è da sempre un sostenitore della causa repubblicana e ha più volte dichiarato l’intenzione di promuovere un referendum per porre fine alla monarchia.

Richieste di riparazioni dal Commonwealth

Nel frattempo, altre nazioni del Commonwealth stanno chiedendo riparazioni finanziarie al Regno Unito per il passato coloniale. La prima ministra di Barbados, Mia Mottley, ha recentemente avanzato richieste di compensazioni per miliardi di sterline, chiedendo riparazioni non solo per Barbados ma anche per altri stati membri del Commonwealth. Questa richiesta ha sollevato molte discussioni, con alcuni media britannici che ironizzano sul fatto che mentre Barbados chiede risarcimenti, la Cina sta guadagnando sempre più influenza sull’isola.

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