Sintesi Rassegna Stampa 13 febbraio 2025

SICUREZZA

*Russia batte Europa.* La spesa militare della Russia ha superato quella combinata di tutti i paesi europei, con un incremento del 42% l’anno scorso, raggiungendo i 462 miliardi di dollari in termini di parità di potere d’acquisto. Al contrario, i budget per la difesa europei, inclusi quelli del Regno Unito e degli stati membri dell’UE, sono aumentati quasi del 12% arrivando a 457 miliardi di dollari. Questi dati emergono dallo studio dell’International Institute for Strategic Studies (IISS), che evidenzia le sfide per la sicurezza europea in caso di riduzione del supporto americano all’Ucraina. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sollecitato l’Europa a incrementare le proprie spese per la difesa, mentre l’IISS prevede un ulteriore aumento del 13,7% della spesa militare russa quest’anno. Nonostante la crescita della spesa militare europea dal 2014, le restrizioni fiscali potrebbero limitarne ulteriori aumenti, mentre la Germania ha superato per la prima volta in oltre trent’anni il budget difensivo del Regno Unito
_Jhon Paul Rathbone su Financial Times_

*Due per cento.* Attualmente nessun Paese membro della NATO raggiunge il 5% della spesa per la difesa richiesto da Donald Trump e, mentre la maggior parte arriva al minimo del 2%, otto Paesi, tra cui la Spagna, che è quella che spende meno, non tocca tale percentuale. Di fronte alla minaccia russa, il Segretario generale della NATO Mark Rutte ha esortato i membri ad aumentare la spesa per la difesa oltre il 2% concordato nel 2014, chiedendo di raggiungerlo prima dell’estate. Rutte sottolinea la necessità di un investimento superiore al 3% del PIL per contrastare la minaccia russa: “Questa è la mia ipotesi al momento – ha detto – vedremo più avanti quale dovrebbe essere la cifra esatta”. In un incontro con il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez, Rutte ha comunicato l’urgenza di aumentare gli investimenti nella difesa, mentre Sánchez si è impegnato a raggiungere il 2%, ma non prima del 2029, e ha auspicato il rafforzamento dell’industria europea della difesa.
_ su Expansión_

*Aumento non più rinviabile.* Durante una giornata decisiva per l’Ucraina, il capo del Pentagono ha delineato una nuova direzione per la NATO, escludendo l’ingresso di Kiev nell’Alleanza e richiedendo un aumento della spesa per la difesa. La lunga telefonata tra il presidente USA e Vladimir Putin ha aperto la strada ai negoziati di pace, ma le condizioni imposte dagli Stati Uniti hanno cambiato la narrativa degli ultimi anni. Il segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, ha dichiarato che il ritorno ai confini ucraini pre-2014 è irrealistico e che l’adesione dell’Ucraina alla NATO non è un risultato realistico. “Inseguire questo obiettivo illusorio – sottolinea – non farà che prolungare la guerra e causare più sofferenza”. Il presidente ucraino Zelensky non si è mostrato scoraggiato, proponendo un “Piano B” che prevede la costruzione di una NATO sul territorio ucraino. Il Segretario generale della NATO Mark Rutte ha evidenziato la necessità di un aumento della spesa per la difesa oltre il 3%, in linea con le richieste del presidente Trump del 5%.
_Alberto Russo su Tempo_

*Armamenti e IA.* Un nuovo braccio di ferro nell’intelligenza artificiale è in corso, con Stati Uniti e Cina in competizione per la supremazia, mentre l’Europa cerca di affermarsi. Durante il vertice sull’AI a Parigi, il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance ha indicato che gli USA stanno accelerando lo sviluppo dell’AI, rifiutando di aderire a una dichiarazione finale che promuove un’intelligenza artificiale inclusiva, trasparente, etica e sicura. L’amministrazione Trump, secondo Vance, mira a consolidare la leadership americana, insistendo che i sistemi AI più potenti siano costruiti negli USA. Mentre l’Europa cerca di posizionarsi come alternativa agli USA e alla Cina, la Francia, ospitante il vertice, ha annunciato investimenti significativi in infrastrutture AI. Il dibattito si concentra sulla governance collaborativa dell’AI, con l’obiettivo di bilanciare i benefici potenziali e i rischi, evitando una regolamentazione eccessiva o un dominio autoritario della Cina.
_ su Financial Times_

*Esercito tecnologico.* In un contesto di crescenti spese militari in Germania, aziende emergenti come Helsing, specializzata nello sviluppo di intelligenza artificiale per sistemi d’arma, vedono un’opportunità di crescita. Gundbert Scherf, cofondatore e CEO di Helsing, evidenzia la necessità di investire in ricerca e sviluppo per creare un ecosistema moderno nell’industria della difesa. Moritz Schularick, presidente dell’Istituto di Economia Mondiale di Kiel, riconosce il potenziale di “spillover” economico degli investimenti militari, che possono generare innovazioni trasferibili anche al di fuori del settore militare. Schularick propone di vedere le spese per la difesa non solo come costi, ma come investimenti strategici, soprattutto se destinati alla ricerca e allo sviluppo. Nel frattempo, Helsing si afferma come il più valutato start-up tedesco nel settore della difesa, con progetti come la drone da combattimento HX2, che promette significativi avanzamenti tecnologici.
_Sven Astheimar su Frankfurter Allgemeine_

*Difesa tecnologica.* Il governo sta spingendo per riconoscere gli investimenti in intelligenza artificiale come parte delle spese per la Difesa, al fine di sostenere la competitività dell’Unione europea in questo campo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto sottolinea l’importanza strategica dell’IA: “L’intelligenza artificiale è un asset strategico – afferma – e quindi indissolubilmente legato alla difesa della nazione”. Questa mossa mira a considerare tali spese non solo come investimenti tecnologici ma anche come elementi cruciali per la sicurezza nazionale.
_ su Foglio_

*L’Europa non tiene il ritmo.* Nel 2024 le spese militari globali sono aumentate del 7,4%, raggiungendo i 2,46 trilioni di dollari, con l’Europa che fatica a tenere il passo con le richieste di rafforzamento della sicurezza. L’incremento delle spese è stato del 6,5% nel 2023 e del 3,5% nel 2022, con i paesi della NATO che rappresentano la maggior parte delle spese, ma solo un terzo proviene dall’Europa. Gli esperti dell’IISS ritengono irraggiungibile l’obiettivo suggerito dall’ex presidente americano Donald Trump di spendere almeno il 3% del PIL in difesa, che richiederebbe agli europei 250 miliardi di dollari in più. La Germania ha guidato le spese militari europee con un budget di 86 miliardi di dollari, seguita dal Regno Unito con 81 miliardi, nonostante le preoccupazioni sullo stato delle loro forze armate. La Francia rimane influente militarmente, ma con margini di crescita limitati a causa del debito. La Russia, in risposta, ha aumentato le sue spese militari del 41,9%, raggiungendo il 6,7% del suo PIL nel 2024.
_Nikcolas Barotte su Figaro_

*Start up europee ambite.* Nel 2024 l’interesse degli investitori di venture capital nei settori della difesa, della sicurezza e della resilienza ha raggiunto un picco in Europa, con un aumento degli investimenti quasi del 25% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 5,2 miliardi di dollari. Secondo uno studio di Dealroom e del fondo di innovazione della NATO, la Germania si è posizionata in testa, con investimenti significativi come i 450 milioni di euro raccolti da Helsing, uno start-up di tecnologia militare di Monaco. Mentre il mercato VC generale si è contratto del 45%, questi settori hanno visto un incremento del 30% negli ultimi due anni. Monaco si è affermata come il principale hub per tali investimenti, attirando quasi un quinto del totale europeo.
_ su Börsen-Zeitung_

*Nuova banca per la difesa.* Di fronte al declino della garanzia statunitense e alla minaccia russa, le nazioni europee devono agire rapidamente per rafforzare la propria sicurezza. L’intelligence militare danese prevede che la Russia potrebbe attaccare un altro vicino entro sei mesi da un cessate il fuoco in Ucraina e rappresentare una minaccia credibile per i paesi baltici della NATO entro due anni. Si evidenzia la necessità di un aumento della spesa militare europea e si propone la creazione di una “Banca per il Rearmamento”, ispirata alla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, per finanziare urgentemente le esigenze difensive. La banca, sostenuta da una coalizione di paesi disposti ad agire rapidamente, potrebbe moltiplicare il capitale sottoscritto e offrire prestiti ai governi e alle aziende del settore difensivo, superando le restrizioni finanziarie e migliorando l’efficienza e l’interoperabilità delle industrie della difesa.
_Edward Lucas su Times_

*Puntare in alto.* Thales Alenia Space, leader nella progettazione di ambienti spaziali, ha ricevuto un nuovo ordine da Axiom Space per costruire un terzo modulo per la futura stazione spaziale privata, che inizierà a prendere forma nel 2027 agganciandosi alla ISS. La Axiom Station diventerà indipendente dalla ISS prima del previsto, con la NASA che prevede di deorbitare la ISS nel 2029. L’Italia gioca un ruolo chiave in questo settore, con metà dell’ambiente abitabile della ISS e la futura ‘casa’ sulla Luna, coordinata dall’ASI, che sono made in Italy. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha assegnato 130 milioni di euro per il finanziamento del programma Artemis, dimostrando l’impegno italiano nello spazio.
_Emilio Cozzi su Forbes Italia_

*Con Iride osserviamo la Terra.* David Avino, AD dell’azienda aerospaziale torinese Argotec, illustra i recenti sviluppi e i progetti futuri della sua compagnia. Argotec, fondata nel 2008 e cresciuta da tre a oltre 200 dipendenti, ora produce microsatelliti al ritmo di uno alla settimana. Questi satelliti, che variano dai 70 ai 250 kg, sono parte della rete satellitare Iride per l’osservazione della Terra, coordinata dall’Agenzia Spaziale Europea e dall’Agenzia Spaziale Italiana. Il 14 gennaio Argotec ha lanciato con successo il primo di una serie di 25 microsatelliti, con ulteriori lanci previsti. Avino sottolinea l’importanza dei satelliti per applicazioni come il monitoraggio ambientale e la difesa planetaria, citando il successo delle missioni LiciaCube e ArgoMoon. Argotec si sta espandendo anche negli Stati Uniti, con nuovi impianti produttivi.
_Antonio Lo Campo su Stampa_

*Troppi satelliti.* Patrizia Caraveo discute l’evoluzione della comunicazione umana e l’implicazione della crescente presenza di satelliti in orbita bassa, come quelli di Starlink, che offrono connettività anche in aree remote. La recente collaborazione tra AST SpaceMobile e Vodafone ha permesso la prima videochiamata da una zona senza segnale, utilizzando i satelliti Bluebird. Tuttavia, Caraveo esprime preoccupazione per l’impatto di questi satelliti sulle osservazioni astronomiche e sulla necessità di una governance spaziale. Non si tratta di essere pro o contro la crescita della Space Economy – spiega -, mancano leggi internazionali per regolare un settore strategico che vede la presenza preponderante di pochissimi privati che monopolizzano lo spazio orbitale. L’autrice solleva questioni sull’equilibrio tra innovazione e conservazione del cielo notturno, sottolineando la necessità di politiche e regolamenti internazionali per gestire l’uso dello spazio.
Patrizia Caraveo_ su Sole 24 Ore_

*IA open source.* L’ex capo di Google, Eric Schmidt, ha messo in guardia i paesi occidentali sull’importanza di concentrarsi sullo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale open-source per non perdere la corsa contro la Cina in questa tecnologia avanzata. Schmidt ha evidenziato che la maggior parte dei grandi modelli di lingua statunitensi sono chiusi, ad eccezione di quello di Meta, e ha sottolineato che, senza un investimento nell’open-source, la Cina potrebbe diventare leader in questo campo, lasciando il resto del mondo a dipendere da modelli proprietari. “Se non facciamo qualcosa al riguardo, la Cina diventerà alla fine il leader dell’open-source e il resto del mondo diventerà closed source,” ha detto Schmidt al Financial Times. Ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra Occidente e Cina sulla sicurezza dell’IA, paragonando la condivisione di informazioni a quella effettuata tra eserciti durante i test missilistici.
_Melissa Heikkila su Financial Times_

*Un miliardo per l’IA.* Il disegno di legge italiano sull’intelligenza artificiale, dieci mesi dopo l’approvazione in consiglio dei ministri, è bloccato nelle commissioni del Senato, nonostante l’urgenza data dalla rapida evoluzione dell’IA a livello internazionale. Un emendamento proposto da Fratelli d’Italia, e supportato dal governo, mira a eliminare il requisito che le imprese beneficiarie abbiano sede legale in Italia per accedere al fondo di 1 miliardo di euro gestito da Cdp Venture Capital Sgr, permettendo così anche a imprese straniere di partecipare. Altre proposte, come quella di Forza Italia, spingono per soluzioni di e-procurement che favoriscano la lingua italiana, mentre la Lega propone di estendere i vincoli geografici ai data center nell’UE e in paesi alleati. Si discute della creazione di una Fondazione per l’IA e una piattaforma di IA per il settore sanitario, ma permangono divergenze sulle regole del copyright.
_Carmine Fotina su Sole 24 Ore_

*Crisi del metodo Usa.* Il lancio di DeepSeek-RI ha scosso il mercato tecnologico, provocando un calo delle azioni di Nvidia e sollevando dubbi sull’approccio statunitense all’IA, incentrato sull’accumulo di dati e potenza di calcolo. Daron Acemoglu, premio Nobel per l’economia, critica questa ossessione per la scala, sostenendo che l’industria americana dell’IA ha trascurato approcci alternativi più economici e promettenti. DeepSeek ha adottato strategie diverse, come l’apprendimento per rinforzo e modelli più piccoli, dimostrando che è possibile competere a costi inferiori. Acemoglu solleva interrogativi sulla capacità delle istituzioni autoritarie di guidare l’innovazione.
_Daren Acemoglu su Sole 24 Ore_

*C’è spazio per l’Europa.* Vittorio Colao discute la necessità di un approccio unitario europeo per competere nel settore tecnologico, in particolare riguardo all’uso dei satelliti e all’intelligenza artificiale. Viene evidenziato il dominio di Elon Musk nel settore delle comunicazioni satellitari, ma si sottolinea che l’Europa deve garantire sovranità e sicurezza nelle proprie comunicazioni, anche utilizzando tecnologie non europee. L’articolo cita due progetti satellitari europei: Iris 2, ancora in fase preliminare, e Iride, un progetto italiano che ha già lanciato il suo primo satellite e prevede di lanciarne altri.
_Vittorio Colao su Corriere della Sera_

*IA, accelerare sulla formazione.* Gianluigi Greco, coordinatore della task force del governo per l’Intelligenza Artificiale, ha discusso i risultati del summit di Parigi sull’IA, sottolineando che l’Europa non è indietro rispetto agli Stati Uniti, ma deve accelerare sulla formazione. Ha evidenziato l’importanza dell’investimento pubblico europeo di 200 miliardi di euro, il maggiore nella storia del continente, come un’opportunità significativa, in particolare per il Mezzogiorno d’Italia. Greco ha menzionato il supercomputer Cineca di Leonardo come esempio di eccellenza tecnologica italiana e ha sottolineato la necessità di investire in start-up e riqualificazione professionale. Infine, ha riconosciuto le sfide poste dall’IA generativa, ma ha anche indicato il potenziale di queste tecnologie come acceleratori di creatività, specialmente nelle regioni prive di tradizione manifatturiera, come la Calabria, che sta emergendo nello sviluppo dell’IA.
_Vittorio Ferla su Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia_

*Iveco su.* Iveco ha registrato una notevole crescita in Borsa, con un incremento del 21% e volumi di scambio elevati, raggiungendo nuovi massimi assoluti a 15,18 euro per azione. La società ha annunciato risultati finanziari positivi per il 2024: fatturato stabile di 15,28 miliardi e utile di 569 milioni. Prevista la proposta di un dividendo annuale di 0,33 euro per azione e un piano di riacquisto di azioni fino a 130 milioni di euro. La società ha reso noto che sta studiando lo spin off del settore Difesa: Idv e Astra. Iveco defence (che con Leonardo fa parte del consorzio Oto melara), produce veicoli per la Difesa e per la Protezione civile. A dicembre aveva siglato un contratto col ministero della Difesa per 1.453 autocarri tatticologistici, commessa del valore di 755 milioni. Nel 2024 registrati ricavi per 1,13 miliardi, (+15,1% rispetto al 2023). E proprio Leonardo potrebbe essere interessato alle società oggetto di spin off.
_Daniela Turri su La Verita’_

*No a i pensionamenti.* I sindacati e i lavoratori di Piaggio Aerospace si sono incontrati per discutere il futuro dell’azienda in vista dell’acquisizione da parte della società turca Baykar. Durante gli incontri, sono state espresse preoccupazioni riguardo al piano industriale proposto e alla possibilità di pensionamenti obbligati per alcuni dipendenti. Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria, ha sottolineato la necessità di chiarimenti e garanzie, inclusa la collaborazione con Leonardo e nuove commesse nel settore motoristico. Si è discusso anche di uscite volontarie dal lavoro e integrazione al reddito, oltre alla richiesta di mantenere l’equilibrio industriale e sociale. Un incontro con il ministro Adolfo Urso è previsto per approfondire questi temi e discutere il piano industriale di Baykar.
_Stefano Franchi su Stampa Savona_

*Tavolo Piaggio.* Il confronto tra sindacati, gestione commissariale e Baykar per il piano industriale di Piaggio Aerospace entra nel vivo, con Baykar che prevede di assumere 680 dei 738 lavoratori attuali, negoziando i 56 prepensionamenti con i commissari. I sindacati chiedono la volontarietà per i pensionamenti. E’ previsto un incontro chiave con aspettative di dettagli sul piano industriale da parte di Baykar. Preoccupazioni emergono per lo stabilimento di Sestri Ponente, con un canone di locazione di 700mila euro annui e un contratto in scadenza nel 2026. Il sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci, ha rivelato che è previsto un trasferimento di tecnologia da Baykar a Piaggio, con l’obiettivo di fare di Villanova d’Albenga il centro europeo per la produzione di sistemi senza pilota, e nuove assunzioni sono previste dal 2027. Baykar ha inoltre firmato un accordo di joint venture per la produzione di droni in Indonesia, con l’obiettivo di rafforzare i rapporti economici tra i due paesi, come dichiarato dal presidente turco Erdogan.
_Gilda Ferrari su Secolo XIX_

*Pressing.* Il futuro dello stabilimento Leonardo di Ronchi dei Legionari è fonte di preoccupazione per le organizzazioni sindacali e la politica regionale, con il capogruppo del Pd, Diego Moretti, che esprime timori per la produzione di droni. Moretti fa riferimento a una dichiarazione dell’AD Roberto Cingolani, che aveva ammesso la perdita di opportunità nel settore dei droni, affermando: “la società aveva perso il treno”. La recente acquisizione di Piaggio Aerospace da parte della turca Baykar, e le dichiarazioni del ministro Adolfo Urso che indicano il sito ligure come futuro polo principale per i droni in Europa, sollevano dubbi sulla continuità produttiva a Ronchi dei Legionari. Moretti sollecita un intervento della giunta regionale e del governo nazionale per tutelare lo stabilimento friulano, attivo dal 1947 e riconosciuto per il suo alto livello professionale, i cui prodotti sono utilizzati in missioni internazionali ma non in Italia.
_ su Piccolo Gorizia_

*Cambio.* La NASA ha anticipato il ritorno degli astronauti Suni Williams e Butch Wilmore, bloccati sulla ISS da giugno 2024, sostituendo la prevista capsula Dragon di SpaceX con la Dragon Endurance, già usata in passato. Il lancio è stato riprogrammato per il 15 marzo anziché il 25, permettendo un rientro anticipato. I due astronauti erano arrivati con la Starliner di Boeing, che ha avuto problemi e ha dovuto tornare vuota, costringendoli a unirsi alla rotazione ordinaria di astronautas. La decisione di cambiare la navicella segue la richiesta del presidente Trump a Elon Musk di salvare gli astronauti, nonostante la responsabilità del guasto tecnico fosse di Boeing e non ci fosse coinvolgimento diretto di Biden, come Trump aveva suggerito.
_Judith De Jorge su Abc_

*Stop.* La discussione sulla riforma della legge 185 del 1990, che regola l’export nel settore della Difesa, è stata posticipata a marzo dopo l’intervento delle opposizioni e la mobilitazione della Rete pace e disarmo. Le opposizioni, unite in Montecitorio, hanno proposto oltre 40 emendamenti al disegno di legge già approvato al Senato, ottenendo il rinvio del dibattito. Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Pace Disarmo, esprime la speranza che il tempo guadagnato serva per una mobilitazione più ampia contro le modifiche ritenute negative, come la cancellazione di dettagli cruciali dalla Relazione annuale al Parlamento e l’abolizione del confronto con le ONG. Le opposizioni e le associazioni civili chiedono che la riforma mantenga trasparenza e principi costituzionali, evitando di favorire indiscriminatamente il mercato delle armi.
_Alessia Grossi su Il Fatto Quotidiano_

*Sestri divisa.* Il quartiere di Sestri Ponente a Genova è diviso sull’espansione del cantiere navale Fincantieri, con manifestazioni sia a favore che contro il progetto di ribaltamento a mare. Mentre alcuni residenti e l’associazione Genova Solidale vedono l’espansione come una fonte di lavoro e sviluppo, altri cittadini lamentano i disagi causati dalle vibrazioni delle trivellazioni, che hanno provocato crepe nei muri e disagi quotidiani. La consigliera municipale Sara Tassara ha sollevato per prima il problema delle vibrazioni, e ora Assoutenti sta organizzando una manifestazione per chiedere un risarcimento danni. Il direttore di progetto Matteo Brandani promette una riduzione dei disagi in un paio di mesi, mentre i taxisti locali osservano con sarcasmo, collegando la tempistica con le imminenti elezioni.
_Alberto Bruzzone su Repubblica Genova_

ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DAL MONDO

*Dazi reciproci.* Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta pianificando una nuova strategia commerciale che prevede l’imposizione di dazi su prodotti provenienti da paesi che mantengono barriere tariffarie contro il made in USA. Peter Navarro, fervente sostenitore del protezionismo, è tornato influente come consigliere di Trump in questa nuova “guerra commerciale”. Il piano, ancora in fase di definizione, potrebbe includere esenzioni iniziali per settori come l’automobilistico e il farmaceutico. Mentre si attendono annunci ufficiali, si discute su diverse opzioni, tra cui dazi reciproci calcolati sulla base delle tariffe medie imposte dai partner commerciali o dazi specifici per prodotto, con possibili impatti significativi su paesi come l’India e settori europei come l’automobilistico.
_Marco Valsania su Sole 24 Ore_

*Dialogo con l’Europa.* Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato un aumento dei dazi su acciaio e alluminio al 25% a partire dal 12 marzo, con un ulteriore raddoppio delle tariffe per Canada e Messico, portandole al 50%. Questa mossa è stata discussa dai ministri del Commercio dell’Unione Europea in una riunione in videocollegamento, mentre si svolgevano colloqui tra i leader europei e il primo ministro canadese Justin Trudeau. L’UE e il Canada ritengono che il problema principale sia la sovracapacità produttiva della Cina e desiderano rafforzare le relazioni commerciali bilaterali. L’UE intende dialogare con gli USA, ma difenderà i propri interessi se necessario, come affermato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. I membri dell’UE si sono dimostrati uniti e risoluti, lavorando per una risposta coesa e adeguata alla situazione, con l’obiettivo di smorzare le tensioni.
_Francesca Basso su Corriere della Sera_

*Danni anche dai soli annunci.* Uno studio di Confindustria ha analizzato l’impatto delle guerre commerciali avviate o minacciate dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull’economia italiana. L’incertezza generata dalle sole minacce di dazi ha il potenziale di rallentare il commercio e gli investimenti, con effetti negativi sulla crescita economica. L’Italia, con un’economia fortemente integrata nelle catene globali del valore e dipendente dal commercio con gli USA, risulta particolarmente vulnerabile. Nel 2023 gli Stati Uniti hanno importato significative quantità di prodotti e servizi italiani, rendendo l’Italia esposta a perdite in caso di implementazione di nuovi dazi. Gli analisti di Confindustria prevedono che le tensioni commerciali potrebbero danneggiare soprattutto gli Stati Uniti, ma anche l’Italia potrebbe subire un impatto negativo, con il rischio di una recessione data la sua specifica esposizione.
_Federico Fubini su Corriere della Sera_

*Tagliamo la burocrazia.* Il commissario UE all’Economia Valdis Dombrovskis ha delineato una strategia per ridurre gli oneri burocratici sulle imprese europee, con l’obiettivo di tagliare del 25% i costi amministrativi, e fino al 35% per le PMI, entro il 2029. Questo potrebbe tradursi in un risparmio di 37,5 miliardi di euro all’anno per il sistema imprenditoriale europeo. Dombrovskis sottolinea che la semplificazione non equivale a deregolamentazione e che gli obiettivi del Green Deal saranno mantenuti, ma raggiunti in modo più efficiente. Nonostante le critiche da parte di sindacati e ambientalisti, la Commissione è determinata a perseguire la semplificazione normativa. In risposta ai dazi USA sull’acciaio e alluminio europei, Dombrovskis afferma che l’UE agirà per proteggere gli interessi delle sue imprese, lavoratori e consumatori.
_Marco Bresolin su Stampa_

*Pieni poteri a Musk.* Elon Musk ha fatto la sua prima apparizione nello Studio Ovale, dove ha lanciato attacchi senza precedenti e senza prove contro la pubblica amministrazione statunitense, accusandola di corruzione e incompetenza. Con l’approvazione di Trump, Musk ha rivendicato pieni poteri per la sua task force dell’efficienza, il Doge, che mira a smantellare intere agenzie federali. Trump ha firmato un ordine esecutivo che autorizza Musk a ridurre la forza lavoro governativa e sostituire i licenziati. Inoltre, Musk ha attaccato il potere giudiziario, accusando i giudici di tentare un colpo di Stato giudiziario e di essere attivisti radicali. Nonostante le promesse pre-elettorali di Trump su un ruolo di consulente esterno per Musk, ora si sta attuando un radicale espansione dei poteri presidenziali, mentre Musk difende la legittimità e la trasparenza delle azioni del Doge, nonostante le controversie e i conflitti d’interesse.
_Massimo Gaggi su Corriere della Sera_

*Immediatamente.* Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti e la Russia inizieranno immediatamente i negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina dopo una telefonata di 90 minuti con Vladimir Putin, segnando un cambiamento significativo nella relazione tra gli USA e la Russia. La chiamata ha suggerito un indebolimento del sostegno americano all’Ucraina, con Trump che ha parlato con Putin prima di contattare il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, indicando una strategia USA meno coordinata con Kiev o l’UE. Nonostante l’ottimismo di Trump, il Cremlino ha mantenuto una posizione più cauta e ha posto condizioni dure per i negoziati, compreso il riconoscimento da parte dell’Ucraina delle annessioni russe. La conversazione tra Trump e Zelenskyy ha confermato le preoccupazioni di Kiev e dell’Europa riguardo al coinvolgimento dell’UE nei colloqui sul futuro dell’Ucraina e ha rivelato una posizione USA più conciliante verso Mosca.
_Steff Chavez su Financial Times_

*Negoziati immediati.* Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno avuto una lunga telefonata, concordando sull’avvio immediato dei negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina e invitandosi reciprocamente nei rispettivi paesi, con un possibile incontro in Arabia Saudita. Trump ha poi informato il presidente ucraino Zelensky del piano americano, che prevede che l’Ucraina rimanga fuori dalla NATO e ceda alcuni territori. Questo sviluppo segue la liberazione dell’insegnante americano Marc Fogel in Russia e del cyber-criminale russo Aleksander Vinnik negli Stati Uniti. Il nuovo approccio di Trump, non coordinato con gli alleati europei, ha suscitato preoccupazioni sull’unilateralismo americano e sulla vulnerabilità degli europei nelle trattative.
_Viviana Mazza su Corriere della Sera_

*Il successo dello zar.* Marco Imarisio analizza il confronto tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente USA Donald Trump, sottolineando come Putin abbia ottenuto un riconoscimento significativo attraverso il dialogo diretto con il leader americano. La Russia, nonostante l’isolamento internazionale degli ultimi anni, potrebbe dettare i termini di un trattato di pace per il conflitto da lei stessa iniziato. L’Europa e l’Ucraina esprimono preoccupazione per i contatti tra i due presidenti, mentre al Cremlino si preparano a negoziare sulla base di una proposta inviata precedentemente alla Casa Bianca. Putin insiste su una pace che riconosca le annessioni territoriali russe e ponga fine alle sanzioni economiche, mentre il nuovo presidente americano è di fronte alla scelta di accettare o meno condizioni precedentemente ritenute umilianti dall’Occidente.
_Marco Imarisio su Corriere della Sera_

*Tagliato fuori.* Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si trova in una posizione difficile, poiché il suo principale alleato, gli Stati Uniti, sta negoziando direttamente con la Russia, lasciando l’Ucraina in una posizione reattiva. Nonostante ciò, Zelensky rifiuta di accettare accordi deboli e ha discusso con il presidente Trump la volontà di collaborare, incluso lo sviluppo di droni. La situazione interna dell’Ucraina è tesa, con la popolazione esausta dalla guerra e dalla crisi economica, ma Zelensky cerca di mantenere la calma e di non cedere la sovranità ucraina. Inoltre, ha avuto colloqui con il Segretario al Tesoro USA, Scott Bessent, riguardo alla cooperazione economica e alle risorse naturali, mentre dichiarazioni del Segretario alla Difesa USA escludono l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Le prossime settimane saranno cruciali, con Zelensky che parteciperà alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco e potenzialmente incontrerà alti funzionari statunitensi.
_Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera_

*Il nodo territori.* Il nodo territoriale è centrale nella partita tra Russia e Ucraina, con la Russia in vantaggio e l’Ucraina con poche carte. L’occupazione russa dell’Ucraina inizia nel 2014 con la Crimea e si estende al Donbass, dove i miliziani filorussi insorgono. Gli Accordi di Minsk del 2014 stabiliscono una linea di fronte ma non pongono fine agli scontri. La Russia controlla circa il 20% dell’Ucraina, ma l’avanzata russa rallenta nel 2022 e riprende nel 2023-2024. Zelensky risponde con un’azione a sorpresa a Kursk, ma il controllo effettivo dell’Ucraina è limitato. Raid russi continuano a colpire città ucraine, con vittime civili, mentre il negoziato tra le parti rimane incerto.
_Giuseppe Sarcina su Corriere della Sera_

*Missione con soldati europei e cinesi.* In risposta alla possibile tregua in Ucraina e ai colloqui tra Trump e Putin, la NATO sta considerando una missione di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite che includerebbe soldati europei, turchi e asiatici, ma escluderebbe le truppe americane. La presenza di militari cinesi è strategica per evitare il veto russo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il piano prevede un contingente di circa 30.000 soldati, con la partecipazione di paesi come Turchia, India e Corea del Sud, e mira a garantire la sicurezza senza concedere una vittoria piena a Putin. La spesa per la NATO, al fine di realizzare gli accordi già stabiliti, dovrebbe raggiungere il 3,8% del PIL, una meta considerata molto ambiziosa.
_Claudio Tito su Repubblica_

*Base navale.* Il Sudan ha annunciato un accordo per consentire alla Russia di costruire una base navale sulla sua costa del Mar Rosso, segnando un progresso significativo per le ambizioni militari regionali di Mosca. Il ministro degli esteri sudanese Ali al-Sharif ha confermato l’accordo durante una visita a Mosca, mentre la Russia non ha rilasciato commenti. La base offrirebbe alla Russia un’alternativa alla sua base navale di Tartus in Siria, la cui permanenza è incerta dopo la caduta di Bashar al-Assad. L’interesse russo per una base in Sudan è aumentato dopo la destituzione di Assad a dicembre, con il dittatore deposto che ha cercato rifugio in Russia. Nonostante le tensioni civili in Sudan, con combattimenti tra le forze armate sudanesi e le forze di supporto rapido, la Russia sembra ridurre la sua presenza in Siria e prepararsi a un’eventuale evacuazione, mentre il nuovo governo siriano non ha ancora confermato se permetterà alla Russia di mantenere le sue basi.
_Charles Clover su Financial Times_

*Tregua appesa a un filo.* La tregua tra Hamas e Israele è precaria, con la minaccia di “aprire i cancelli dell’inferno” da parte israeliana se le trattative falliscono. Gli sforzi di mediazione sono in corso, con l’Egitto e il Qatar coinvolti attivamente e gli Stati Uniti, sotto la guida del presidente Trump, che esercitano pressioni per il rilascio degli ostaggi. Trump ha minacciato “le fiamme” se i tre ostaggi israeliani non verranno liberati entro sabato, mentre Hamas ha ottenuto garanzie per il futuro. Il primo ministro israeliano Netanyahu, sotto la pressione dei familiari degli ostaggi e nonostante le minacce dei suoi alleati di destra, sembra disposto a negoziare per il rilascio di più ostaggi in cambio di detenuti palestinesi. Nel frattempo, emerge uno scandalo che coinvolge l’ex portavoce di Netanyahu, Eli Feldstein, accusato di aver lavorato per migliorare l’immagine del Qatar, nonostante le critiche precedenti al paese come sponsor del terrorismo.
_Davide Frattini su Corriere della Sera_

*Ricostruire Gaza.* Il mondo arabo, guidato dall’Egitto, si sta unendo per proporre un piano alternativo alla controversa idea di Trump di “svuotare Gaza della sua popolazione” per la ricostruzione. Paesi come Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Giordania hanno superato le loro divergenze per affrontare la situazione critica a Gaza. L’Egitto, che guida il progetto, insieme ai Paesi del Golfo, che possono fornire i fondi necessari, si riunirà al Cairo per elaborare un piano comune. Nel frattempo, si attende il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas, con Israele che minaccia di intensificare i combattimenti se non verranno liberati. La situazione rimane tesa, con la pressione pubblica su entrambi i lati che potrebbe influenzare l’esito delle trattative.
_Francesca Caferri su Repubblica_

*Austria.* Herbert Kickl, leader del Partito della Libertà austriaco (Fpö), non è riuscito a formare un governo con il Partito Popolare Austriaco (Övp) nonostante la vittoria elettorale del suo partito a fine settembre con il 29%, ora dato al 35% nei sondaggi. Le trattative sono fallite a causa di divergenze su temi chiave come la Russia, l’Unione Europea e il controllo di ministeri importanti. Il presidente austriaco Alexander Van der Bellen esplorerà altre opzioni per superare l’impasse, tra cui nuove elezioni o un governo di tecnici. “Le democrazie liberali sono costruite sul compromesso”, ha dichiarato Van der Bellen, sottolineando l’importanza di trovare soluzioni responsabili. Kickl ha escluso una coalizione con i socialdemocratici, affermando che l’Austria non ha tempo da perdere e che le posizioni differiscono notevolmente.
_Francesca Basso su Corriere della Sera_

ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DALL’ITALIA

*Produzione giù.* La produzione industriale italiana ha registrato a dicembre un calo del 3,1% rispetto a novembre e del 7,1% su base annua, segnando il 23esimo mese consecutivo di contrazione e riportando l’indice ai livelli di giugno 2020, durante la pandemia di Covid-19. Nel 2024, la produzione di autovetture è crollata del 43%, raggiungendo il minimo dal 1957 con solo 310mila unità prodotte. Anche altri settori, come la moda e la metallurgia, hanno subito cali significativi. La domanda interna debole e le incertezze internazionali, insieme all’attesa per le misure di Transizione 5.0, hanno contribuito a questo declino, con un impatto stimato di 42 miliardi di euro in termini di incassi per la manifattura nel 2024.
_Luca Orlando su Sole 24 Ore_

*Rottamazione.* Il governo ha introdotto un emendamento fiscale al Milleproroghe che estende i termini della “rottamazione quater”, permettendo nuove domande fino al 30 aprile e posticipando i pagamenti a fine luglio. Questa misura include una clausola di salvaguardia per le auto aziendali prenotate nel 2024 e assegnate nel 2025, evitando l’aumento dei costi dovuto alla stretta fiscale. La Lega propone una sanatoria decennale, ma incontra freddezza dagli alleati. Altri emendamenti riguardano la pubblica amministrazione, come il nuovo stop all’obbligo di valutare il personale in mobilità prima di nuove assunzioni, e la proroga di regole per le assunzioni universitarie e la valutazione delle strutture sanitarie private.
_Marco Mobili su Sole 24 Ore_

*Si di Giorgetti.* Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dato il suo assenso politico alla proposta di rottamazione delle cartelle esattoriali avanzata da Matteo Salvini durante una riunione del Consiglio federale della Lega, ponendo l’accento sulla sostenibilità finanziaria e la necessità di limitare il beneficio a chi è realmente in difficoltà economica. Salvini considera l’adozione di un decreto come possibile soluzione per superare i dubbi degli alleati di governo, anziché procedere con i disegni di legge già depositati. Nel frattempo, il congresso leghista subisce un ulteriore rinvio, mentre si prevedono tre assemblee programmatiche regionali. La Lega affronta anche la sfida interna rappresentata dal Patto per il Nord, un’associazione di ex membri che potrebbe diventare un partito concorrente, e la questione della candidatura per il Veneto, con Salvini che punta a una soluzione che mantenga l’unità del partito.
_Matteo Pucciarelli su Repubblica_

*Autonomi.* Daniela Fumarola è la nuova segretaria generale della Cisl, succedendo a Luigi Sbarra e sottolineando la continuità con la politica di responsabilità e partecipazione del sindacato. In un’intervista, Fumarola riconosce l’attenzione del governo Meloni al dialogo e apprezza l’accoglimento della proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori, pur mantenendo l’autonomia del sindacato da ogni schieramento politico. Critica l’approccio alle rottamazioni e l’evasione fiscale, Fumarola insiste sulla necessità di una contrattazione sindacale per affrontare i salari bassi piuttosto che imporre un salario minimo legale. Infine, esprime ottimismo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sottolineando l’importanza di una governance partecipata per investire efficacemente le risorse disponibili.
_Rosaria Amato su Repubblica_

*Sviluppo.* Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, hanno inaugurato al Cairo il “Villaggio Italia” presso l’Istituto Don Bosco, con l’obiettivo di esportare il modello formativo italiano degli ITS Academy per rispondere alla carenza di profili professionali adeguati richiesti dalle imprese. La missione italo-egiziana, che includeva incontri istituzionali e la partecipazione di 48 ITS Academy, 7 scuole e oltre 50 imprese, mira a rafforzare la collaborazione in campo educativo e commerciale tra i due paesi. Orsini ha evidenziato l’importanza di imprese, persone e lavoro per lo sviluppo e ha lanciato l’allarme sulla mancanza di 100mila profili professionali in Italia. Il progetto si inserisce nel Piano Mattei e prevede la creazione di opportunità di sviluppo economico e supporto reciproco tra imprese italiane ed egiziane, con piani di espansione anche in altri Paesi africani.
_Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore_

*Incompatibilità.* Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha messo in pausa la nomina di Giampiero Strisciuglio da RFI a Trenitalia, richiedendo chiarimenti per evitare una possibile violazione della legge che impone un periodo di due anni prima che un dirigente di un’infrastruttura possa assumere ruoli di vertice in aziende operanti su quella stessa infrastruttura. La situazione ha creato tensioni all’interno della Lega tra Salvini e Giorgetti, con Strisciuglio considerato vicino a Salvini. Ferrovie dello Stato deve ora giustificare l’assenza di incompatibilità, mentre il MEF attende una verifica documentata prima di approvare l’incarico. Nel frattempo, si ipotizza che Sabrina De Filippis possa essere spostata a Trenitalia e Strisciuglio a Mercitalia, una soluzione che potrebbe trovare il favore di Fratelli d’Italia.
_Claudia Luise su Stampa_

*Più forti in Italia con Bpm.* Andrea Orcel, AD di UniCredit, discute le strategie e le prospettive future della banca. UniCredit ha chiuso il 2024 con un utile record di 9,7 miliardi e prevede di distribuire oltre 30 miliardi agli azionisti tra il 2025 e il 2027, rappresentando il 40-45% della capitalizzazione di mercato attuale. La banca considera BPM una opzione strategica in Italia e non ha intenzione di acquisire partecipazioni in Mediobanca. Orcel sottolinea che UniCredit è una banca italiana con radici solide nel paese e che qualsiasi operazione di crescita esterna sarà valutata solo se porterà miglioramenti rispetto al piano base. Infine, nonostante le speculazioni, Generali non è considerato un obiettivo industriale per UniCredit.
_Luica David su Sole 24 Ore_

*Via al nuovo piano Tim.* Tim ha annunciato un piano di crescita fino al 2028, con l’obiettivo di ripristinare il dividendo per gli azionisti nel 2026. Nel 2024, la compagnia ha registrato un aumento dei ricavi del 3,1% e del margine operativo dell’8,3%, grazie anche alla vendita della rete a Kkr e ad altre cessioni, che hanno ridotto il debito sotto i 7,3 miliardi. Il piano prevede investimenti per 6 miliardi in tecnologie come 5G, cloud e intelligenza artificiale, mirando a un aumento medio annuo dei ricavi del 3% e dell’EBITDA del 6-7%. Inoltre, si prevede un flusso di cassa significativo nei prossimi anni, che permetterà la distribuzione di cedole consistenti. Infine, sono attese mosse strategiche tra Tim e Poste Italiane, con un possibile scambio azionario con Cassa depositi e prestiti.
_Francesco Bertolino su Corriere della Sera_

*Ita.* Il nuovo AD di ITA Airways, il tedesco Joerg Eberhart, ha scritto al Tribunale di Roma per ribadire l’impegno della compagnia a difendere i diritti sul marchio Alitalia, sostenendo che il marchio di Aeroitalia sia un plagio. ITA, che detiene il 41% di proprietà da parte di Lufthansa, aveva precedentemente intimato ad Aeroitalia di cessare l’uso del proprio marchio per la somiglianza con quello di Alitalia. Nonostante il Tribunale di Roma abbia inizialmente stabilito a febbraio 2024 che i marchi non sono confondibili, ITA continua a perseguire la questione legalmente. Aeroitalia ha risposto con una lettera aperta, difendendo la propria posizione e sottolineando il contributo positivo dell’azienda in termini di profitto e occupazione in Italia.
_Aldo Fontanarosa su Repubblica_

*Paragon.* Il sottosegretario Mantovano è intervenuto sulla questione del software spia israeliano Paragon, utilizzato per spiare attivisti e giornalisti, affermando che eventuali usi anomali sono di competenza delle autorità giudiziarie e che il governo ha già effettuato i propri accertamenti. Nel frattempo, la pressione politica si concentra sul ministro della Giustizia Carlo Nordio, con l’opposizione, esclusa Azione, che ha presentato una mozione di sfiducia per il 25 febbraio, accusandolo di condotta provocatoria e di non aver condiviso documenti importanti con il Parlamento. Nordio è anche indagato per omissioni e peculato insieme ad altri esponenti del governo nel caso Almasri. Infine, il Tribunale dei ministri, composto da tre donne estratte a sorte, si occuperà dell’indagine sul caso Almasri, che coinvolge la premier e altri tre membri del governo.
_Fulvio Fiano su Corriere della Sera_

*Almasri.* Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è al centro di una polemica per non aver ancora consegnato i documenti promessi relativi al caso di scarcerazione del generale libico Almasri, nonostante avesse sventolato alcuni fogli come prova della non colpevolezza del governo durante un’informativa parlamentare. Le opposizioni, escluse Azione e +Europa, hanno presentato una mozione di sfiducia e continuano a sollecitare la consegna dei documenti, tra cui una tavola sinottica che illustrerebbe le incongruenze nella richiesta di arresto della Corte penale internazionale. Il ministro ha affermato di non essere a conoscenza delle richieste del tribunale dei ministri di acquisire bozze di provvedimenti non inviati al tribunale di Roma. La situazione rimane tesa, con l’opposizione che richiede rispetto per il Parlamento e la maggioranza che esprime dubbi sulla consegna dei documenti, attesa dopo il ritorno di Nordio da una missione in Turchia.
_Gabriella Cerami su Repubblica_

*Consulta.* A Roma si avvicina il momento della votazione per l’elezione dei quattro giudici mancanti della Corte Costituzionale, dopo mesi di stallo e trattative. La premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein hanno avuto un dialogo telefonico, segno di un’accelerazione nei negoziati. L’ultimo ostacolo sembra essere l’accordo su una candidatura tecnica, con Alessandra Sandulli, professore di diritto amministrativo, che torna in auge nonostante le perplessità di alcuni settori politici. Tra le candidature più solide ci sono Francesco Saverio Marini e Massimo Luciani, rispettivamente legati a Fratelli d’Italia e al Partito Democratico, mentre Gennaro Terracciano emerge come possibile candidato dopo il declino di altre opzioni.
_Virginia Piccolillo su Corriere della Sera_

*Allarme Csm.* Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Fabio Pinelli, ha espresso serie preoccupazioni riguardo alla riforma della giustizia in Italia, temendo che possa portare a censure da parte dell’Unione Europea, come accaduto alla Polonia. Pinelli critica il meccanismo di sorteggio proposto per la selezione dei membri dei Consigli di giustizia, ritenendolo non conforme agli standard europei che richiedono l’elezione da parte dei pari. Inoltre, solleva dubbi sulla costituzionalità della riforma, in particolare per quanto riguarda l’impugnazione delle sentenze disciplinari e il ruolo del Procuratore generale della Cassazione. Infine, avverte che le tensioni istituzionali derivanti da queste criticità potrebbero danneggiare il servizio di giustizia per i cittadini.
_Fgrancesco Grignetti su Stampa_

*Fine vita.* Il governo sta valutando se impugnare la legge regionale toscana sul suicidio assistito, con il centrodestra, in particolare Forza Italia, che esprime la volontà di un ricorso, sostenendo che la materia è di competenza esclusiva dello Stato. Il governatore della Toscana, Eugenio Giani, difende la legge come conforme alla sentenza della Corte Costituzionale e sostiene che non trasformerà l’Italia in una “nuova Svizzera”. Raffaele Nevi di Forza Italia sottolinea l’importanza di un dibattito approfondito, libero da vincoli di partito. Altri partiti, come +Europa e il Movimento 5 Stelle, criticano l’inazione del Parlamento e invitano altre regioni a seguire l’esempio toscano, colmando la lacuna legislativa sul fine vita. La legge toscana, che segue la sentenza della Corte del 2019, regola le procedure per il suicidio assistito, limitando i tempi a un massimo di 37 giorni e stabilendo i criteri per la richiesta da parte dei cittadini.
_Adriana Logroscino su Corriere della Sera_

*La Scala della destra.* Il Consiglio di Amministrazione del Teatro alla Scala di Milano vede l’ingresso di nuovi membri in rappresentanza della destra politica: Marcello Foa per la Lega e Melania Rizzoli per Fratelli d’Italia, su nomina del ministro della Cultura Alessandro Giuli. Questi si aggiungono a Barbara Berlusconi, precedentemente nominata dalla Regione Lombardia su indicazione di Forza Italia. Il nuovo board, presieduto dal sindaco Giuseppe Sala, include anche rappresentanti di importanti aziende contribuenti e sarà in carica dal 17 febbraio con il sovrintendente Fortunato Ortombina. Le nomine hanno rispettato gli equilibri interni al centrodestra, ma hanno suscitato critiche da parte dell’opposizione, che chiede meno nomi noti e più competenza nel settore culturale.
_Matteo Pucciarelli su Repubblica_

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