Sintesi rassegna stampa 27 gennaio 2025

SICUREZZA

*Dieci miliardi.* Durante il vertice in Arabia Saudita, la premier Giorgia Meloni e il principe ereditario Mohammad bin Salman hanno elevato le relazioni bilaterali tra Roma e Riad a una “partnership strategica”, con accordi del valore di 10 miliardi di dollari che coinvolgono aziende come Fincantieri, Leonardo e Pirelli. Meloni ha sottolineato l’importanza di questa nuova fase, affermando: “Oggi si apre una fase completamente nuova, una nuova era delle nostre relazioni, dove la nostra partnership diventa qualcosa di diverso, strategica”. L’AD di Leonardo, Roberto Cingolani, ha confermato l’interesse saudita nel consorzio per il caccia militare di sesta generazione GCAP, un processo che richiederà garanzie e caveat sulle tecnologie. Gli accordi coprono vari settori, da infrastrutture e difesa a agroalimentare e cultura, con l’obiettivo di lavorare insieme in modo duraturo.
_Marco Galluzzo su Corriere della Sera_

*Patto con l’Arabia.* La premier Giorgia Meloni ha incontrato il principe e primo ministro dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, in un vertice nel deserto di AlUla, firmando accordi commerciali per 10 miliardi di euro. Questi accordi segnano una nuova fase nella partnership tra Italia e Arabia Saudita, nonostante le precedenti critiche di Meloni al regime saudita. La premier spinge per far entrare i sauditi nel Gcap, il programma di Roma, Londra e Tokyo per la creazione di un nuovo caccia da combattimento, nonostante lo scetticismo dei soci per l’ingresso di Riad. Il governo italiano è sotto attacco dalle opposizioni per aver liberato il torturatore libico Almasri per inerzia e per aver mandato migranti in Albania prima del verdetto della Corte Ue. Nel frattempo, un tragico naufragio al largo di Lampedusa ha causato la morte di due bambini. Meloni, dopo il vertice, ha dichiarato l’inizio di una “nuova era” nelle relazioni con l’Arabia Saudita, evidenziando il pragmatismo politico e i benefici economici per le aziende italiane.
_Lorenzo De Cicco su Repubblica_

*Giorgia d’Arabia.* La visita di Giorgia Meloni in Arabia Saudita segna un notevole cambiamento di rotta rispetto alle sue precedenti critiche al regime saudita. La premier ha firmato accordi per dieci miliardi di euro, elevando le relazioni bilaterali a “partnership strategica”. Tra i manager italiani presenti, Roberto Cingolani di Leonardo ha discusso la possibilità di includere l’Arabia Saudita nel progetto Gcap per sviluppare caccia di sesta generazione. Pierroberto Folgiero di Fincantieri ha sottolineato l’importanza di sviluppare relazioni e investimenti nel paese, nonostante le preoccupazioni sui diritti umani. Meloni ha enfatizzato che “questa visita può aprire una fase completamente nuova della nostra partnership” e che “Il valore degli accordi firmati dà un’idea dello straordinario salto che ci siamo impegnati a fare insieme”.
_Ilario Lombardo su Stampa_

*Accordo nella tenda.* Durante la visita ufficiale in Arabia Saudita, la premier Giorgia Meloni ha incontrato il principe ereditario Mohammed Bin Salman ad Al-Ula, stabilendo un partenariato strategico e firmando accordi per un valore di 10 miliardi di dollari. Tra i contratti siglati, spiccano quelli di Fincantieri, Pirelli e Leonardo, con quest’ultima azienda, guidata da Roberto Cingolani, che esprime un “interesse molto concreto” dei sauditi nel programma per il caccia da combattimento di sesta generazione. La cooperazione italo-saudita si estende anche alla costruzione di Neom, la futuristica città green, e a progetti energetici in Africa. Inoltre, si discute di questioni internazionali come il Piano Mattei per l’Africa e la situazione in Medio Oriente, con l’Arabia Saudita che emerge come interlocutore chiave per la stabilità della regione.
_Andrea Bulleri su Messaggero_

*Intesa con Bin Salman.* L’Italia ha siglato un’importante intesa con l’Arabia Saudita del valore di circa 10 miliardi di dollari, coprendo settori che vanno dalla cantieristica alla difesa, dai beni culturali alla ricerca tecnologica e all’aerospazio. Tra gli investitori principali figura Leonardo, guidata da Roberto Cingolani, che ha firmato memorandum di intesa nel settore della difesa e dell’aerospazio, e ha aperto la possibilità di una partecipazione saudita nel Global Combat Air Programme per sviluppare caccia di sesta generazione. Fincantieri, con l’AD Pierroberto Folgiero, ha annunciato collaborazioni tecnologiche e industriali, mirando a espandersi anche nel settore civile. SACE ha garantito 6,6 miliardi di dollari degli accordi, con un finanziamento multi-currency di 3 miliardi per supportare l’export delle PMI italiane. Inoltre sono stati siglati accordi per progetti green e infrastrutturali, con un focus sullo sviluppo urbano nella regione del Mar Rosso e la promozione di soluzioni per la mobilità elettrica e la gestione dell’energia.
_Antonio Troise su Giorno – Carlino – Nazione_

*Energia e caccia.* Durante una missione diplomatica in Arabia Saudita, la leader di Fratelli d’Italia e Premier Giorgia Meloni ha incontrato il principe Mohammed Bin Salman, segnando un cambiamento di atteggiamento rispetto alle sue precedenti critiche al regime saudita. La visita ha portato alla firma di accordi bilaterali per un valore di 10 miliardi di euro, con particolare enfasi sui settori dell’energia, della difesa e della cultura. Tra gli accordi, spiccano quelli energetici e una nuova partnership militare, inclusa la possibilità di un ingresso dell’Arabia Saudita nel programma Gcap per la produzione di cacciabombardieri di sesta generazione, come sottolineato dall’AD di Leonardo, Roberto Cingolani: “C’è molto interesse, ma è una decisione dei governi.” Questi sviluppi segnano un rafforzamento delle relazioni italo-saudite e un’apertura verso una cooperazione strategica più ampia.
_Giacomo Salvini su Il Fatto Quotidiano_

*Interesse per il Gcap.* Durante la missione in Arabia Saudita, la Premier Giorgia Meloni ha firmato accordi per un valore di 10 miliardi di dollari, rafforzando la partnership strategica tra Italia e Arabia Saudita. Questi accordi coinvolgono grandi aziende italiane come Fincantieri, Leonardo e Pirelli, e vedono l’interesse saudita per il programma di sviluppo di un nuovo caccia da combattimento (Gcap) di Leonardo. La missione ha anche segnato un cambio di ruolo per l’Italia, con Meloni che sembra aver rimosso Matteo Renzi dal suo precedente status di interlocutore privilegiato con il principe Mohammed bin Salman. Oltre agli aspetti economici, sono state discusse questioni globali e regionali, con l’Italia che si posiziona come leader geopolitico nella regione.
_Filippo Caleri su Tempo_

*Rosiconi.* Durante la sua visita di due giorni in Arabia Saudita, la premier Giorgia Meloni ha firmato accordi per un valore di 10 miliardi di dollari, segnando l’inizio di una “nuova era” nella cooperazione bilaterale tra Italia e Arabia Saudita. Tra i settori coinvolti figurano infrastrutture, difesa, energia, turismo e difesa dei beni culturali. La missione ha incluso accordi strategici con aziende come Fincantieri e Leonardo, e ha visto la partecipazione di imprese private e soggetti pubblici italiani. Meloni ha sottolineato l’importanza di questi rapporti, affermando: “Questo è l’inizio di una nuova era nella nostra cooperazione. C’è spazio per fare di più il futuro” e ha evidenziato il potenziale inespresso nella relazione economica tra i due Paesi. La visita ha anche aperto la strada a un partenariato strategico, elevando i rapporti bilaterali oltre la semplice transazione commerciale verso una cooperazione più strutturata e profonda.
_Benedetta Vitetta su Libero Quotidiano_

*Accordi preliminari.* Durante una visita in Arabia Saudita, aziende come Leonardo, Fincantieri e Pirelli hanno firmato accordi preliminari che potrebbero portare a future commesse per un valore stimato di 10 miliardi di dollari. Leonardo, sotto la guida dell’AD Roberto Cingolani, ha siglato un memorandum per la collaborazione industriale nei settori aeronautico e elicotteristico, e considera l’apertura del progetto GCAP, che prevede lo sviluppo di un caccia di nuova generazione entro il 2035, all’Arabia Saudita. Fincantieri, guidata da Pierroberto Folgiero, ha firmato memorandum relativi alla costruzione navale e alla cybersicurezza, mentre Pirelli è coinvolta in una joint venture per la produzione di pneumatici con il fondo sovrano saudita. Sace, il gruppo assicurativo e finanziario italiano, supporta le imprese italiane all’estero e si impegna con garanzie per 6,6 miliardi di dollari in progetti che includono infrastrutture e energia sostenibile in collaborazione con entità saudite.
_Aldo Fontanarosa su Repubblica_

*Investimenti e sviluppo.* Fincantieri, Pirelli, Snam e Cdp sono al centro di un’importante intesa economica con l’Arabia Saudita, che vede l’Italia avviare una “Fase Due” della collaborazione bilaterale con investimenti per 10 miliardi di dollari. Fincantieri espande la sua cooperazione con il regno saudita, estendendola dal settore militare a quello civile, con l’AD Pierroberto Folgiero che sottolinea l’importanza della cantieristica sia in termini geopolitici che tecnologici. Pirelli annuncia l’avvio della costruzione di una nuova fabbrica di pneumatici in Arabia Saudita, con una produzione prevista di 3,5 milioni di pneumatici all’anno, gestita in partnership con il fondo sovrano saudita. Nel settore energetico, Snam firma un accordo con Acwa Power per lo sviluppo di una catena di fornitura di idrogeno verde in Europa, mentre Cdp esplora opportunità di co-finanziamento in Africa con il Saudi Fund for Development. Infine, Leonardo è in prima fila per la difesa, impegnandosi nello sviluppo di investimenti nei settori dell’aerospazio e della difesa, seguendo un memorandum firmato all’inizio del 2024 che prevede cooperazione in diverse aree, tra cui sistemi di guerra elettronica e combattimento aereo.
_Sofia Fraschini su Giornale_

*Mediterraneo.* Italia e Arabia Saudita hanno firmato un pacchetto di intese del valore di 10 miliardi di dollari, che comprende settori come difesa, energia, ricerca e altri. Tra gli accordi c’è un programma di collaborazione con il Parco archeologico di Pompei e impegni industriali di alto profilo con aziende come Leonardo, che “amplierà la collaborazione industriale con i sauditi nel campo dei sistemi di combattimento aereo e in ambito elicotteristico”. Sace, il gruppo assicurativo e finanziario italiano, ha firmato accordi per 6,6 miliardi di dollari per sostenere le esportazioni italiane e i rapporti commerciali. Inoltre è previsto un prestito da 3 miliardi per la costruzione di Neom, la megalopoli green saudita, che offrirà nuove opportunità per le PMI italiane. Infine, è stato sottolineato l’obiettivo di “approfondire l’utilizzo del terminale del South2 Corridor” per il quale l’Italia sta già lavorando, in linea con il Piano Mattei.
_Nando Santonastaso su Mattino_

*Meno burocrazia.* Bandar Alkhorayef, ministro dell’Industria e delle Risorse Minerarie dell’Arabia Saudita, esprime la volontà di intensificare gli investimenti in Italia, sottolineando la necessità di una riduzione della burocrazia per facilitare tali investimenti. Alkhorayef evidenzia l’importanza di reinventarsi per l’Europa e l’Italia, valorizzando il patrimonio culturale e storico: “Credo che l’Europa, e l’Italia in particolare, debba reinventarsi”. Il ministro riconosce la solidità dei rapporti con Roma e l’opportunità di espandere la collaborazione in vari settori, come l’automobilistico e il trattamento dell’acqua. Inoltre, discute la transizione energetica e l’importanza degli investimenti nel settore minerario, nonché il ruolo dell’Arabia Saudita come alleato storico degli Stati Uniti. Intanto Ryadh continua a intensificare i rapporti con Roma con un nuovo accordo di partenariato che coinvolge, fra gli altri, Leonardo, Pirelli, Sace e Ferrovie dello Stato.
_Fabrizio Goria su Stampa_

*Dall’idrogeno al design.* L’ambasciatore saudita in Italia, Faisal Bin Sattam, ha sottolineato l’importanza della visita della premier Giorgia Meloni in Arabia Saudita nel contesto di un potenziale cessate il fuoco a Gaza e la possibilità di un ritorno di Trump alla Casa Bianca, che potrebbe influenzare la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele. L’ambasciatore ha evidenziato l’impegno di Riad per la promozione dei diritti palestinesi e la speranza che il cessate il fuoco a Gaza porti a una pace duratura. Ha inoltre messo in luce il ruolo dell’Arabia Saudita nella transizione energetica, con l’obiettivo di esportare idrogeno verde e la collaborazione con l’Italia nel design sostenibile e le energie rinnovabili. Infine, Bin Sattam ha risposto alle preoccupazioni dell’UE sui diritti umani, affermando che il Regno è impegnato in riforme allineate agli standard internazionali, pur rispettando i valori e le tradizioni saudite.
_Marta Serafini su Corriere della Sera_

*Airbus, Tas e Leonardo.* Il settore dei satelliti in Europa potrebbe beneficiare di un consolidamento tra i giganti Airbus, Thales Alenia Space (TAS) e Leonardo, secondo uno studio di Syndex commissionato dai sindacati. La crisi dei satelliti segue quella dei lanciatori, con l’Europa che rischia di perdere il suo vantaggio a causa della concorrenza di SpaceX e delle sue costellazioni. Roberto Cingolani, CEO di Leonardo, propone la creazione di un “MBDA dello spazio”, una joint venture tra Airbus, Thales e Leonardo, che mantenga un certo grado di autonomia nazionale. L’industria spaziale europea, tuttavia, deve affrontare sfide finanziarie, con Airbus che ha subito una riduzione del fatturato di 500 milioni dal 2019 al 2023, e Thales che ha perso circa 100 milioni negli ultimi quattro anni. La fusione delle attività di telecomunicazioni satellitari potrebbe limitare i rischi finanziari e porre fine alla costosa concorrenza interna, ma presenta anche significative sfide politiche e sociali.
_Anne Bauer su Echos_

*Campioni di domani.* L’IA è sempre più importante nel panorama industriale italiano e globale: circa il 60% delle aziende italiane ha già avviato progetti in questo ambito. Tuttavia, a differenza delle aziende globali che vedono l’AI come un acceleratore dell’innovazione, le italiane la considerano prevalentemente per l’efficienza e la riduzione dei costi. Emerge la necessità di integrare i tratti distintivi del made in Italy, come lo stile e i marchi, negli algoritmi dell’IA per contribuire al salto competitivo del Paese, oltre all’importanza di rafforzare le infrastrutture tecnologiche e di ridisegnare le organizzazioni per affrontare le sfide poste dall’IA. Si terrà il 29 gennaio a Milano, al Teatro Franco Parenti l’incontro «Essere umani nell’era dell’intelligenza artificiale». All’evento parteciperà anche Roberto Cingolani.
_Mario Corti su L’Economia del Corriere della Sera_

*Cambio.* Luciano Floridi sostituirà Luciano Violante alla presidenza della Fondazione Leonardo: domani la cerimonia ufficiale a Montecitorio. Nuovo presidente e nuovi obiettivi per l’ente del gruppo della Difesa. Li illustrano il Ceo Roberto Cingolani e il dg della fondazione, Helga Cossu.
_Carlo Cinelli su L’Economia del Corriere della Sera_

*Stella polare.* Questa settimana a Bruxelles, l’attenzione è rivolta alla “Bussola della competitività”, un’iniziativa delineata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen come la “stella polare” per i prossimi cinque anni, basata sui rapporti di Draghi e Letta. Un altro evento chiave è la 17esima European Space Conference, che vedrà la partecipazione dei leader dell’industria spaziale, tra cui i vertici di Leonardo e delle sue affiliate. Il responsabile della divisione Spazio di Leonardo, Massimo Comparini, ha sottolineato che la conferenza sarà un’occasione per “riflettere e discutere della visione spaziale europea, delle sue ambizioni e del suo futuro”. Italia, Germania e Slovacchia hanno proposto un non-paper per una futura legislazione spaziale europea che richiede sicurezza e sostenibilità, ma evita una regolamentazione eccessiva che potrebbe limitare l’innovazione e la competitività. La proposta enfatizza la necessità di un quadro normativo flessibile che rispetti le specificità nazionali e promuova un ambiente favorevole all’innovazione e alla neutralità tecnologica.
_Francesca Basso su L’Economia del Corriere della Sera_

*Passa da Sud la corsa per lo spazio.* Il Sud Italia emerge come un attore chiave nella corsa allo spazio, con un patrimonio industriale e scientifico notevole nel settore aerospaziale. Aziende come Thales Alenia Space Italia e Leonardo, quest’ultima impegnata nella produzione di sistemi elettronici a Pomigliano d’Arco, sono esempi di come la regione stia investendo in questo campo. La Campania punta sul Distretto Tecnologico Aerospaziale per stimolare lo sviluppo economico, mentre la Puglia si distingue per la creazione del primo spazioporto dell’Europa meridionale a Grottaglie e per ospitare una delle stazioni terrestri di Starlink. La space economy meridionale rappresenta il 24,8% delle aziende aerospaziali italiane, con la Campania e la Puglia in posizioni di rilievo. Il ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso, sta lavorando per stabilire una base aerospaziale nel Mezzogiorno, probabilmente in Puglia, riconoscendo il potenziale della regione per attrarre nuove iniziative imprenditoriali e talenti nel settore spaziale.
_Emanuele Imperiali su L’Economia del Corriere del Mezzogiorno_

*Nucleare strada obbligata.* L’Italia si trova di fronte a una sfida energetica cruciale, con un aumento previsto delle bollette energetiche per le imprese di 14 miliardi di euro. La Cgia di Mestre evidenzia che Lombardia, Emilia e Veneto saranno le più colpite, con incrementi delle bollette di miliardi di euro. Di fronte a questa situazione, Confindustria sostiene l’urgenza del nucleare, con il governo Meloni che si appresta a esaminare un disegno di legge sui mini-reattori nucleari. Paolo Scaroni, presidente di Enel, afferma: “Con le tecnologie che abbiamo oggi, l’unica alternativa che noi abbiamo è il nucleare”. Le aziende italiane, con il supporto di enti come Enel, Leonardo e Ansaldo Nucleare, si preparano ad affrontare la crisi energetica puntando sull’innovazione nucleare come soluzione indispensabile.
_Gian Maria De Francesco su Giornale_

*Crescita e innovazione.* La situazione della Leonardo Spa a Genova è in una fase di crescita e innovazione, con un incremento degli ordini e nuovi programmi come il GCAP per l’Eurofighter e collaborazioni nel settore navale e terrestre. La nuova Line of Business ATC e la partnership con l’IIT per la robotica evidenziano l’investimento in tecnologie avanzate. Il piano “Be Tomorrow – Leonardo 2030” mira a un futuro inclusivo e sostenibile, in linea con gli obiettivi globali. Tuttavia permangono incertezze nella Business Unit Automation, con preoccupazioni tra lavoratori e sindacati. Christian Venzano sottolinea l’importanza di mantenere il sito di via Hermada a Genova aperto per sostenere la crescita, enfatizzando il bisogno di un dialogo costruttivo tra sindacati, istituzioni e l’azienda per garantire uno sviluppo sostenibile e tecnologicamente avanzato per la regione.
_Christian Venzano su Repubblica Genova_

*Visita.* Annamaria Fallucchi dichiara in una nota che è stato un grande privilegio visitare lo stabilimento di Leonardo a Foggia, “un incontro che mi ha permesso di approfondire le numerose iniziative di sviluppo e innovazione che l’azienda sta portando avanti sul territorio”.
_ su L’Attacco_

*Difesa europea.* In un contesto di tensioni geopolitiche crescenti, Paolo Gentiloni mette in evidenza come il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, abbia messo in discussione l’ordine mondiale esistente, promuovendo un approccio basato sulla “legge del più forte” piuttosto che sul rispetto delle regole internazionali. Questo atteggiamento richiede una risposta europea unita e forte, che sostenga i valori dell’ordine multilaterale e della democrazia. Gentiloni sottolinea l’importanza di una difesa comune europea, in particolare alla luce del ritiro progressivo degli Stati Uniti dalla loro posizione di garanti della sicurezza europea. Propone la creazione di un Fondo comune per la difesa di 500 miliardi di euro, che incentiverebbe l’acquisto di sistemi di difesa europei e potrebbe rappresentare un passo verso l’autonomia strategica dell’Europa. La decisione su questo Fondo è ancora in discussione, ma Gentiloni vede nell’attuale contesto geopolitico e nei vincoli della finanza pubblica un’opportunità per finalmente realizzare progressi significativi verso una difesa comune europea.
_Paolo Gentiloni su Repubblica_

*Resistere a Trump.* Il leader laburista Sir Keir Starmer si aspetta di resistere alle pressioni del presidente Trump e dei militari britannici per aumentare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL entro il 2030, a causa delle preoccupazioni sullo stato delle finanze pubbliche. La loro prima conversazione telefonica, descritta come calorosa e personale, ha evitato argomenti controversi come le tariffe all’importazione e la spesa per la difesa. Trump ha elogiato Starmer per il suo ruolo nella negoziazione del cessate il fuoco a Gaza, ma ha anche imposto tariffe del 25% su tutti i beni colombiani e cancellato i visti per il governo colombiano dopo una disputa sui voli di deportazione. Una fonte governativa senior ha espresso preoccupazione sul raggiungimento dell’obiettivo del 2,5% entro il 2030, suggerendo che ciò potrebbe portare a tagli più profondi ai servizi pubblici prima delle elezioni. Nel frattempo, Trump ha mostrato rispetto per Starmer, nonostante le loro differenze filosofiche, e ha considerato il Regno Unito come possibile destinazione per la sua prima visita ufficiale all’estero.
_George Grylls su Times_

*Rivoluzione culturale.* La collaborazione franco-tedesca per lo sviluppo del futuro carro armato da combattimento, il Main Ground Combat System (MGCS), rappresenta un passo significativo verso l’integrazione della difesa europea. Le aziende Rheinmetall, KNDS e Thales hanno annunciato la creazione di una joint venture per sviluppare il successore dei sistemi Leopard 2 e Leclerc, con l’obiettivo di introdurlo nelle forze armate entro il 2040. Il progetto, finanziato congiuntamente da Germania e Francia con un budget iniziale di un miliardo di euro, mira a rafforzare la cooperazione industriale tra i due paesi e a rispondere alle sfide poste dall’espansionismo russo. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha sottolineato il progresso rappresentato dalla firma del contratto societario del MGCS, mentre il suo omologo francese Sébastien Lecornu ha evidenziato una “rivoluzione culturale” che ha semplificato lo sviluppo congiunto, segno di un rafforzato rapporto personale e di cooperazione tra i due ministri.
_Martin Marphy su Handelsblatt_

*Sommergibili nucleari.* Il Regno Unito ha siglato un importante contratto da 9 miliardi di sterline con Rolls-Royce per la progettazione, fabbricazione e assistenza dei reattori nucleari che equipaggiano i suoi sottomarini. Il contratto, denominato Unity e della durata di otto anni, contribuirà alla creazione di 1.000 nuovi posti di lavoro e al mantenimento di altri 4.000 nel paese. Questo investimento rafforza l’impegno britannico nella dissuasione nucleare, considerata “l’ultima polizza di assicurazione in un mondo sempre più pericoloso”, come affermato dal ministro della Difesa, John Healey. L’accordo con Rolls-Royce segue una cooperazione difensiva “storica” con la Germania e precede una riunione cruciale dei leader europei e del segretario generale della NATO, in un contesto di crescenti preoccupazioni per la politica estera dell’amministrazione Trump e il sostegno all’Ucraina.
_ su Echos_

*Costi occultati.* Il costo totale dell’impegno militare italiano in Ucraina rimane avvolto nel mistero, con stime che superano i tre miliardi di euro, secondo l’Osservatorio sulle Spese militari italiane (Mil€ x). La prima spesa riguarda”il programma per l’acquisto di missili e lanciamissili antiaerei spalleggiabili e veicolari della Mbda Italia per un valore di 808 milioni a rimpiazzo dei vecchi Stinger americani”. I costi includono il finanziamento all’European Peace Facility e spese per il riarmo nazionale, come l’acquisto di nuovi missili e lanciamissili antiaerei per 808 milioni di euro. Il governo ha speso 14,5 milioni per munizioni di artiglieria, ma altri costi rimangono poco chiari. L’Osservatorio sottolinea l’aumento del 43% in tre anni dei costi per il rinnovamento della capacità nazionale di difesa aerea e missilistica, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza da parte del governo.
_Salvatore Cannavò su Il Fatto Quotidiano_

*Tajani-Rubio.* Il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha avuto un colloquio telefonico con il Segretario di Stato USA, Marco Rubio, riaffermando l’importanza dell’alleanza tra Italia e Stati Uniti e il ruolo fondamentale della NATO come pilastro della sicurezza euro-atlantica. Tajani ha espresso l’impegno dell’Italia come primo contributore alle operazioni NATO e ha sottolineato la necessità di un maggiore impegno europeo in materia di sicurezza e difesa. Durante la conversazione, è stata discussa anche la situazione in Ucraina, con l’Italia che conferma il sostegno per una pace giusta e un coordinamento efficace tra partner e alleati. Inoltre, Tajani ha evidenziato l’importanza del coordinamento transatlantico sul nucleare iraniano e ha condannato i tentativi unilaterali di cambiare lo status quo nel Mar Cinese Meridionale e nello Stretto di Taiwan. A livello commerciale, è stata ribadita la volontà di rafforzare i rapporti bilaterali, con gli USA che rappresentano il secondo mercato per l’export italiano.
_Leonardo Ventura su Tempo_

*IA per migliorare la difesa.* Il programma di accelerazione DualTech di Takeoff, gestito da Plug and Play e parte della rete Nato Diana, ha selezionato nuove startup da tutto il mondo, con l’obiettivo di migliorare le capacità di difesa delle nazioni alleate. Tra i progetti innovativi, che spaziano dall’energia alla sorveglianza e dalla logistica alle infrastrutture sensibili, emergono tecnologie come l’intelligenza artificiale, i radar, i droni e la robotica. Tra le aziende selezionate vi sono Zelim dal Regno Unito, con una soluzione IA per il rilevamento marittimo, Ai Gpr che sviluppa radar per droni, e Forg3D con tecnologie di additive manufacturing. Dalla Croazia, InEMSens introduce sensori per rilevare minacce esplosive, mentre l’Italia è rappresentata da Fluid Wire Robotics di Pisa, che sviluppa braccia robotiche per ambienti estremi. Ogni startup riceverà un finanziamento iniziale di 100mila euro e la possibilità di partecipare al Diana Bootcamp, con ulteriori premi per le migliori due al termine del programma. “Siamo entusiasti di supportare l’innovazione che contribuirà a proteggere il nostro futuro,” afferma Enrica Bonora, program manager di DualTech by Takeoff.
_ su Repubblica Torino_

*Musk dice no.* Il progetto Stargate, annunciato da Donald Trump, prevede un investimento di 500 miliardi di dollari in data center per l’intelligenza artificiale negli USA, con l’obiettivo di mantenere il predominio tecnologico americano. Tra i principali attori coinvolti figurano OpenAi, SoftBank, Oracle e Mgx, con Masayoshi Son di SoftBank alla presidenza. Elon Musk, inizialmente ideatore di OpenAi, ha criticato il progetto e ha avuto dissapori con Sam Altman, ora alleato di Trump. Il progetto, che ha suscitato anche il dissenso di Microsoft, si inserisce in un contesto di crescente competizione tecnologica e politica, con implicazioni per l’occupazione e la supremazia nel settore dei data center. Trump ha sintetizzato la situazione affermando: “L’accordo è ottimo, i suoi partecipanti sono molto intelligenti ed Elon odia uno di loro”.
_Alesssandro Aresu su Il Fatto Quotidiano_

*IA del futuro.* “The Economist” evidenzia la crescente competizione tra Stati Uniti e Cina nel campo dell’intelligenza artificiale, con Pechino che sta riducendo il divario con Washington. Mentre l’amministrazione Trump ha riconosciuto l’importanza dell’IA per il futuro del paese, la Cina ha fatto progressi significativi, sfidando la leadership americana. La Cina ha presentato modelli di IA generativa a costi inferiori, come il modello linguistico di grandi dimensioni (Llm) di QwQ e DeepSeek, che hanno mostrato prestazioni competitive a una frazione del costo degli equivalenti americani. Questo sviluppo potrebbe capovolgere l’economia dell’IA, con una proliferazione di modelli più accessibili e una maggiore enfasi su risposte efficienti e specializzate. Gli Stati Uniti devono quindi adattarsi a una concorrenza asimmetrica e considerare riforme per mantenere il proprio vantaggio tecnologico, senza dare per scontata la propria supremazia.
_ su Repubblica Affari&Finanza_

*IA da Oriente.* La startup cinese DeepSeek ha sfidato i giganti dell’intelligenza artificiale come OpenAI e Google con il suo nuovo modello IA, R1, che si posiziona tra i primi dieci al mondo per performance, nonostante utilizzi meno potenza di calcolo e sia più economico. A capo dell’azienda c’è Liang Wenfeng, un ingegnere che mira a colmare il divario tecnologico con gli Stati Uniti. Il successo di DeepSeek, che ha investito solo 5,6 milioni di dollari per il training del suo modello IA, rispetto ai 100 milioni fino a un miliardo tipici del settore, è notevole anche perché offre il codice software in licenza MIT, rendendolo liberamente utilizzabile. Tuttavia, la censura in Cina pone limiti all’uso dell’IA. DeepSeek, originata da un fondo d’investimento, utilizza l’intelligenza artificiale per ottimizzare le decisioni finanziarie, offrendo un vantaggio competitivo nel settore.
_Riccardo De Paolo su Messaggero_

*Cybersicurezza.* L’Italia sta affrontando un aumento degli attacchi informatici, con una media di 1.896 attacchi settimanali tra maggio e ottobre 2024, superando la media mondiale. Il Rapporto annuale sulla sicurezza informatica di Check Point Software evidenzia questa tendenza crescente. Una delle principali minacce per il 2025 sono i deepfake, video e audio falsi creati dall’intelligenza artificiale, capaci di sostituire voce e volto di una persona con grande realismo, come riportato nel report di Trend Micro “The easy way in-out, securing the artificial future”. Nel dark web si trovano listini con i prezzi per la creazione di deepfake, con costi che partono da 100 euro per una sincronizzazione labiale fino a 150 euro per la sostituzione completa del viso. Per contrastare questi attacchi, esistono strumenti come DeepFake-o-Meter per valutare l’autenticità dei contenuti, mentre gli esperti consigliano di adottare misure di sicurezza come l’autenticazione multifattoriale per proteggere le proprie informazioni personali.
_Umnerto Torelli su L’Economia del Corriere della Sera_

*La trasparenza non è un obbligo.* Occorre riflettere sulle implicazioni giuridiche e politiche di un potenziale accordo tra il Governo italiano e SpaceX, l’azienda di Elon Musk, per un contratto del valore di circa 1,5 miliardi di euro. Il dibattito si concentra su tre questioni principali: la trasparenza nell’affidamento di contratti pubblici, l’unicità della soluzione offerta da SpaceX e il rispetto degli impegni presi dall’Italia a livello europeo. Nonostante le norme di pubblicità, il nuovo Codice dei contratti pubblici permette eccezioni per contratti legati alla difesa e alla sicurezza, suggerendo che la trasparenza “non appare un obbligo assoluto” in questi settori. Inoltre, l’unicità del prodotto Starlink potrebbe giustificare un affidamento diretto, ma richiede un’attenta valutazione tecnica. Infine, l’accordo solleva questioni di coerenza con il programma spaziale europeo IRIS-2 e le sue implicazioni per l’indipendenza tecnologica dell’UE.
_Anna Romano su Italia Oggi Sette Affari Legali_

*Ottimisti.* In un mondo segnato da conflitti e incertezze, nonostante le difficoltà globali, si può ancora coltivare un “ottimismo della ragione”. A dispetto delle sfide poste dalla guerra in Ucraina, il disordine in Medio Oriente, le tensioni geopolitiche e le minacce alla democrazia liberale, l’Italia non è in declino e le riforme strutturali hanno contribuito positivamente al PIL nazionale. Occorre rovesciare il detto di Gramsci sul “pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà”: è la ragione a dover essere ottimista, cercando soluzioni plurali e basate sulla realtà. Di qui l’importanza del “common sense” e la necessità di un approccio cooperativo a livello mondiale per affrontare le crisi: l’ottimismo della ragione deve resistere e mostrare resilienza per preparare il riscatto. In Italia i piccoli producono due terzi del valore aggiunto, il resto è di imprese a partecipazione statale. Usciti di scena Fiat, Pirelli, Olivetti, Montedison, Italcementi, restano Enel, Eni e Leonardo, la triade che costituisce il vertice delle nostre corporations.
_Stefano Cingolani su Foglio_

ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DAL MONDO

*Volatilità.* Il ritorno di Donald Trump alla presidenza ha generato un’ondata di volatilità sui mercati finanziari, nonostante le prospettive positive di Wall Street. L’imprevedibilità delle sue politiche e le valutazioni elevate delle azioni alimentano la preoccupazione degli investitori. Esperti come Benoit Anne di Mfs e Andrea Nascè di Ersel Banca Privata prevedono un aumento della volatilità e dell’avversione al rischio, con possibili impatti negativi sul mercato obbligazionario e timori di tensioni commerciali. Tuttavia, le politiche annunciate da Trump, come la riduzione delle regolamentazioni e la diminuzione delle tasse sulle imprese, potrebbero sostenere ulteriori progressi delle quotazioni, in particolare nel mercato azionario statunitense. Nonostante ciò, alcuni settori, come quello delle energie rinnovabili, hanno già risentito delle sue decisioni, come dimostra la perdita di valore delle azioni della danese Orsted a seguito dello stop ai progetti eolici negli USA.
_Carlotta Scozzari su Repubblica Affari&Finanza_

*Lontani da Big Tech.* L’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti ha creato incertezza riguardo alle future regolamentazioni del mondo digitale in Europa. La Commissione Europea sta cercando di introdurre nuove normative sui dati e sull’intelligenza artificiale, ma la posizione di Trump, che ha abrogato un ordine esecutivo di Biden sull’IA e ha dato il via libera a Musk per acquisire TikTok, suggerisce un approccio meno regolamentato. Questo potrebbe portare a un conflitto tra le politiche antitrust europee e l’oligarchia tecnologica americana, mettendo a rischio i principi democratici. L’UE deve affrontare la sfida di adattarsi a questo nuovo contesto, mentre cerca di mantenere un equilibrio tra sviluppo e etica nelle sue regolamentazioni.
_Claudio Tito su Repubblica Affari&Finanza_

*Cambio radicale.* In una settimana di mandato, il presidente Trump ha emesso una serie di ordini esecutivi che hanno radicalmente cambiato la direzione degli Stati Uniti su questioni controverse. Ha annullato le politiche di protezione climatica, aperto nuove terre all’estrazione petrolifera e imposto una visione binaria del genere, escludendo le identità non binarie. In tema di immigrazione, ha rafforzato le restrizioni e ha iniziato a espellere migranti, mentre ha promesso tariffe commerciali punitive contro nazioni come Canada, Messico e Cina. Trump ha anche smantellato i programmi federali di diversità, equità e inclusione, e ha revocato le protezioni per i lavoratori transgender, oltre a ritirare gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e a congelare l’assistenza estera, incluso il finanziamento per la lotta contro l’HIV. Infine, ha imposto un congelamento delle assunzioni federali e ha facilitato il licenziamento dei dipendenti federali, provocando preoccupazioni tra i sindacati.
_Michael Shearsu New York Times International Edition_

*Svuotare Gaza.* Il controverso piano del presidente americano Donald Trump di “ripulire” la Striscia di Gaza e di incoraggiare Egitto e Giordania ad accogliere un maggior numero di palestinesi ha scatenato proteste e sollevato interrogativi sulla politica degli Stati Uniti in Medio Oriente. La proposta ha ricevuto una netta opposizione sia dall’Egitto che dalla Giordania, con il ministro degli Esteri giordano che ha dichiarato che la Giordania è per i giordani e la Palestina per i palestinesi. Nel frattempo, a Beirut si verificano scontri e morti, mentre Israele blocca il rientro dei palestinesi a causa della mancata liberazione di Arbel Yehud. Tuttavia, è prevista la riapertura di un corridoio per il Nord di Gaza, e le trattative per il rilascio degli ostaggi sembrano procedere, con la promessa del rientro di alcuni prigionieri, inclusa la donna israeliana Arbel Yehud.
_Davide Frattini su Corriere della Sera_

*Libano.* La situazione in Libano è tesa con oltre 20 morti e 120 feriti dopo che l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su civili libanesi che cercavano di tornare alle loro case distrutte, aspettandosi che la strada fosse libera dopo una tregua. Gli incidenti sono avvenuti vicino ai villaggi di confine dove Hezbollah aveva precedentemente attaccato comunità israeliane. Il primo ministro libanese Najib Mikati chiede l’intervento delle nazioni garanti per mantenere la tregua, mentre gli USA e la Francia hanno mediato per estendere il cessate il fuoco fino al 18 febbraio. Una telefonata tra il presidente francese Macron e il primo ministro israeliano Netanyahu ha evidenziato divergenze sulla stabilità del Libano e il ritiro completo di Israele, con Macron che enfatizza l’importanza della stabilità libanese.
_Davide Frattini su Corriere della Sera_

*Incursioni.* L’esercito israeliano ha condotto oltre 500 operazioni in Libano meridionale nei due mesi successivi all’accordo di cessate il fuoco con Hezbollah, nonostante l’accordo prevedesse il ritiro delle forze israeliane e il trasferimento delle armi di Hezbollah a nord del fiume Litani. A dispetto del cessate il fuoco, almeno 37 persone sono state uccise e sono state registrate numerose distruzioni di proprietà. Israele ha annunciato il ritardo del ritiro delle proprie truppe, mentre i residenti delle comunità di confine libanesi, molti dei quali sfollati, sono incerti sul loro ritorno a casa. Hezbollah ha lanciato razzi contro posizioni israeliane in risposta alle violazioni del cessate il fuoco, mentre le autorità israeliane sostengono che le loro azioni sono in linea con l’accordo e necessarie per neutralizzare le minacce alla sicurezza di Israele.
_Richard Salame su Financial Times_

*Passi falsi.* Paolo Mieli critica l’approccio di Donald Trump nei confronti della crisi in Ucraina, sottolineando come la sua promessa di risolvere il conflitto in 48 ore sia stata un’affermazione eccessiva e non realistica. Il tentativo di Trump di avvicinarsi alla Russia ha ricevuto risposte sprezzanti da Mosca, con figure chiave russe che insistono affinché l’Ucraina rimanga debole e neutrale. Il consigliere di Putin, Dmitrij Suslov, esclude la partecipazione di Zelensky ai negoziati, richiedendo nuove elezioni in Ucraina prima di qualsiasi accordo. Mieli avverte che l’Europa, ancora scossa dal ritorno di Trump al potere, potrebbe trovarsi in disaccordo con gli Stati Uniti e pagare un prezzo elevato per la gestione della crisi da parte di Trump, che segue il fallimento degli Stati Uniti in Afghanistan sotto Biden.
_Paolo Mieli su Corriere della Sera_

*Morire per lo zar.* La Russia sta reclutando una legione straniera composta da individui provenienti da paesi poveri e poco liberi, molti dei quali attratti da promesse di denaro, istruzione o cittadinanza russa, ma spesso inconsapevoli di finire al fronte in Ucraina. I nordcoreani, in particolare, si distinguono per la loro brutalità e la determinazione a morire piuttosto che arrendersi, con casi di autolesionismo e suicidio per evitare la cattura. Altri mercenari, come indiani e africani, sono stati ingannati con false promesse e si ritrovano in trincea con addestramento minimo e condizioni precarie. Il reclutamento di questi combattenti stranieri evidenzia un cambiamento rispetto ai mercenari del 2014, ora sostituiti da “agnelli al macello” provenienti soprattutto dall’Africa.
_Francesco Battistini su Corriere della Sera_

*Settima volta.* Aleksandr Lukashenko ha vinto il suo settimo mandato presidenziale in Bielorussia con l’87,6% dei voti in un’elezione considerata una farsa, con i veri oppositori in esilio o incarcerati, come Maria Kolesnikova. Lukashenko, al potere dal 1994 e soprannominato “l’ultimo dittatore d’Europa”, ha schierato solo candidati di facciata e ha anticipato le elezioni per evitare proteste. La repressione nel paese è stata brutale, con migliaia di arresti e almeno 1.300 detenuti politici, tra cui il premio Nobel per la pace Ales Bialiatski. Lukashenko si mostra aperto al dialogo per allentare le sanzioni dell’UE, ma USA e UE rifiutano di riconoscerlo come leader legittimo fino al rilascio di tutti i detenuti politici.
_Rosalba Castelletti su Repubblica_

*Groenlandia.* L’Unione europea sta considerando l’invio di truppe in Groenlandia in risposta alle tensioni geopolitiche, mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha imposto sanzioni alla Colombia per aver rifiutato di accettare voli militari statunitensi destinati alla deportazione di migranti illegali. La decisione dell’UE di schierare forze in Groenlandia è vista come un potenziale deterrente contro le ambizioni di Cina e Russia nell’Artico, nonché un segnale di forza che potrebbe contribuire alla stabilità regionale. Nel frattempo, Trump ha intensificato le misure punitive contro la Colombia, aumentando i dazi sulle esportazioni colombiane e revocando i visti ai membri del governo, oltre a richiedere un incremento degli arresti di immigrati illegali negli Stati Uniti. Queste azioni hanno suscitato preoccupazioni globali e proteste, come quelle del Brasile contro il trattamento dei suoi cittadini deportati.
_Paolo Mastrolilli su Repubblica_

*Venezuela.* Alberto Trentini, un cooperante italiano di 45 anni, è stato arrestato in Venezuela il 16 novembre mentre era in missione umanitaria con la sua ONG. Da allora, è detenuto senza contatti con l’ambasciata italiana o la sua famiglia, e nonostante le rassicurazioni informali sul suo benessere, non ci sono stati riscontri ufficiali. Il presidente italiano Sergio Mattarella ha espresso solidarietà alla madre di Trentini, Armanda, ma gli sforzi diplomatici del governo italiano non hanno ancora portato a risultati concreti. Le accuse contro Trentini sembrano basarsi su messaggi di dissenso trovati nel suo telefono e potrebbero essere pretesti per ottenere un riconoscimento ufficiale dal governo italiano. La situazione è aggravata dal fatto che le prigioni del Dgcim, dove si presume sia detenuto Trentini, sono note per violazioni dei diritti umani, come documentato da report delle Nazioni Unite.
_Giuliano Foschini su Repubblica_

ECONOMIA – FINANZA – POLITICA – CRONACA DALL’ITALIA

*Doppio esame.* L’offerta pubblica di scambio lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, considerata ostile dall’istituto milanese, è al centro dell’attenzione dei mercati e del consiglio di amministrazione di Mediobanca. Il consiglio, che include membri delle minoranze azionarie, dovrà valutare la correttezza dell’operazione e confrontarsi sul futuro della banca. Gli analisti del settore bancario esprimono dubbi sulle sinergie dell’unione tra una banca commerciale e una specializzata in wealth management, temendo la perdita di autonomia e il rischio di fuga dei professionisti. Il percorso di approvazione dell’offerta include il deposito del documento alla Consob, l’autorizzazione della Bce e un’assemblea il 17 aprile per l’approvazione finale, con l’obiettivo di Mps di acquisire almeno il 66,67% di Mediobanca. La situazione è complicata dagli intrecci azionari e dalle relazioni tra le principali famiglie imprenditoriali italiane e le istituzioni finanziarie coinvolte.
_Daniela Polizzi su Corriere della Sera_

*Risiko.* Il panorama finanziario italiano è stato scosso dall’annuncio dell’offerta pubblica di scambio del Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, segnando l’inizio di un potenziale riassetto del settore bancario e assicurativo del paese. Questa mossa è parte di una strategia più ampia che mira a creare un terzo polo bancario italiano, con l’obiettivo di stabilizzare anche Generali, la storica compagnia di assicurazioni italiana. Il risanamento di Mps, guidato dall’AD Luigi Lovaglio e sostenuto da un aumento di capitale, ha permesso allo Stato di ridurre la sua partecipazione e di coinvolgere investitori privati come Caltagirone e la famiglia Del Vecchio. La situazione è complessa e coinvolge diversi attori, tra cui manager, banchieri, imprenditori e politici, con il governo di Giorgia Meloni che gioca un ruolo chiave. Il risultato di queste manovre finanziarie è ancora incerto, con possibili ripercussioni sugli assetti di potere nel settore del credito e del risparmio gestito in Italia.
_Giovanni Pons su Repubblica Affari&Finanza_

*Difendere l’industria.* Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, sostiene la necessità di una politica industriale assertiva per l’Europa, in risposta alle strategie aggressive degli USA e alla concorrenza sleale, enfatizzando l’importanza dell’autonomia energetica. Urso, in vista di incontri chiave con i commissari europei, punta a modificare il Green Deal per proteggere l’industria e l’occupazione europee, in particolare nel settore automobilistico, che rischia il collasso senza una revisione complessiva. L’Italia, con il supporto di altri 15 Paesi e associazioni industriali, propone incentivi per le imprese, neutralità tecnologica, e una revisione del sistema di multe per le emissioni dei veicoli. Urso evidenzia anche la necessità di un mix energetico che includa il nucleare di nuova generazione per contrastare l’alto costo dell’energia e supportare le imprese.
_Diego Longhin su Repubblica_

*Fondi più cari.* Il rapporto Esma 2024 ha rivelato che i costi dei fondi d’investimento in Italia sono i più alti in Europa, superando anche la media dell’Unione Europea e rimanendo ben al di sopra di quelli degli Stati Uniti. I fondi azionari italiani hanno un costo medio annuo del 2,07%, mentre i fondi obbligazionari italiani hanno un costo medio annuo dell’1,19%, entrambi superiori alle medie europee. Nonostante una leggera diminuzione dei costi, l’Italia mantiene il suo record negativo, con rendimenti netti particolarmente bassi per i fondi obbligazionari. Le ragioni di questi costi elevati sono attribuite principalmente ai costi di gestione e distribuzione, con il modello “Fee on top” prevalente in Italia che contribuisce a mantenere alti i costi di distribuzione rispetto ad altri modelli come il “fee only” adottato in altri paesi come l’Olanda.
_Andrea Bonafede su Repubblica Affari&Finanza_

*Rendite catastali.* Il Fisco italiano sta inviando lettere di compliance ai contribuenti che hanno beneficiato del superbonus per lavori di recupero edilizio senza aggiornare la rendita catastale come richiesto. Questo controllo potrebbe portare ad aumenti della rendita catastale, che non sono direttamente correlati al valore di mercato dell’immobile ma seguono un processo tecnico di valutazione. Gli aumenti possono variare significativamente a seconda della categoria catastale e delle caratteristiche dell’edificio. La campagna di controlli del Fisco ha sollevato preoccupazioni anche tra coloro che hanno effettuato lavori con altri bonus edilizi. È importante che i proprietari comprendano le implicazioni fiscali delle ristrutturazioni e pianifichino di conseguenza, specialmente per gli immobili destinati alla locazione che non sono esenti dall’IMU.
_Dario Aquaro su Sole 24 Ore_

*Congedi.* La legge di Bilancio 2025 ha introdotto nuove regole per il congedo parentale, con indennità più generose ma differenziate a seconda dell’anno in cui termina l’astensione obbligatoria. Dal 2025, i genitori che concludono il congedo obbligatorio potranno beneficiare di tre mesi al 80% della retribuzione e sei mesi al 30%, fino ai sei anni del figlio. Chi ha terminato l’astensione nel 2022 resta alle vecchie condizioni, con nove mesi al 30%, mentre chi l’ha conclusa nel 2023 e 2024 ha diritto rispettivamente a un mese e due mesi al 80%. Queste nuove disposizioni creano disparità tra i lavoratori e richiedono un’attenta gestione aziendale. Inoltre, i dati INPS mostrano un incremento nell’utilizzo del congedo parentale da parte dei padri, sebbene le madri rimangano le principali beneficiarie.
_Valentina Melis su Sole 24 Ore_

*Colpa di Nordio.* Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è al centro delle critiche per la sua presunta inerzia nel caso della liberazione del generale libico Najeem Osema Almasri, accusato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra dalla Corte penale internazionale (CPI). Nonostante fosse a conoscenza del mandato di arresto internazionale, Nordio non ha richiesto la custodia cautelare per Almasri, che è stato poi rilasciato. La premier Giorgia Meloni ha affermato che la scarcerazione è stata una decisione della magistratura, non del governo. Tuttavia, l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) contesta questa versione dei fatti, sostenendo che il ministro avrebbe dovuto agire in rispetto degli obblighi internazionali. La questione della scarcerazione di Almasri si inserisce in un contesto più ampio di scontro tra il governo e la magistratura, in particolare riguardo alla riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, una riforma contestata da una parte dell’Anm.
_Adriana Logroscino su Corriere della Sera_

*I dadi di Rabelais.* Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Bari, un magistrato ha ironicamente regalato al viceministro Sisto un paio di dadi, riferendosi alla riforma costituzionale che prevede il sorteggio. Carlo Nordio richiama un episodio del “Gargantua” di Rabelais, dove il giudice Bridoye decide le cause gettando i dadi, simbolo della casualità della giustizia. Anatole France, commentando Rabelais, suggerisce che la giustizia è simile a una lotteria, con una probabilità su due di decidere correttamente. Nordio propone la lettura di Rabelais come antidoto per i magistrati contro l’idolatria della giustizia assoluta, ricordando che le decisioni giudiziarie sono spesso soggette a un destino insondabile.
_Carlo Nordio su Messaggero_

*Santanchè non se ne va.* La ministra del Turismo e senatrice di Fratelli d’Italia, Daniela Santanchè, si trova in Arabia Saudita mentre a Roma si discute del suo futuro politico a seguito del rinvio a giudizio per false comunicazioni sociali della sua ex società Visibilia. Nonostante le pressioni, Santanchè si mostra fiduciosa e afferma che si dimetterà solo se la premier Giorgia Meloni lo richiederà, cosa che al momento non è avvenuta. Nel frattempo, all’interno di Fratelli d’Italia si fa strada l’idea di privarla delle deleghe al Turismo. La situazione è complicata anche da altre inchieste in corso, tra cui una per truffa allo Stato e una per concorso in bancarotta, e la ministra ha promesso di dimettersi immediatamente se rinviata a giudizio sulla cassa Covid. A Roma si attende il suo ritorno per affrontare la questione, mentre a Gedda Santanchè inaugura il Villaggio Italia e partecipa a eventi legati alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
_Monica Guerzoni su Corriere della Sera_

*L’azzardo di Palazzo Chigi.* Il governo ha ripreso l’operazione di trasferimento di migranti in Albania, inviando 49 persone, il doppio rispetto ai viaggi precedenti, provenienti da paesi considerati sicuri come Bangladesh, Egitto, Gambia e Costa d’Avorio. Questi trasferimenti avvengono senza attendere il verdetto della Corte di giustizia europea sulla lista dei paesi sicuri, previsto per il 125 febbraio. La selezione dei migranti, effettuata a bordo della nave Cassiopea, non ha incluso il supporto medico specializzato, nonostante sia previsto dal protocollo Italia-Albania. Alcuni migranti hanno evitato il trasferimento presentando i passaporti e saranno sottoposti alle procedure ordinarie in Italia. La decisione del governo di procedere con i trasferimenti avviene in un contesto di aumento degli sbarchi dalla Libia e prima di un potenziale cambiamento nella giurisdizione dei casi di immigrazione in Italia.
_Alessandra Ziniti su Repubblica_

*Da Fiuggi in poi.* Gianfranco Fini, ex leader di Alleanza Nazionale (AN), riflette sul trentennale della svolta di Fiuggi, evento che trasformò il Movimento Sociale Italiano (MSI) in AN, sottolineando l’importanza di tale trasformazione per la destra italiana e la sua cultura di governo. Fini sostiene che senza la svolta di Fiuggi, Giorgia Meloni non sarebbe arrivata a Palazzo Chigi, e ribadisce la necessità di una destra che aderisca ai valori costituzionali. Critica l’approccio di Trump verso l’immigrazione e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, mentre difende lo ius scholae come strumento di integrazione. Fini afferma che la memoria storica è fondamentale per combattere l’antisemitismo e il suprematismo, e nonostante le sfide, rifarebbe la scelta di Fiuggi, ritenendola essenziale per il successo attuale della destra.
_Alessandro De Angelis su Stampa_

*Firme per Zaia.* Luca Zaia, governatore del Veneto, difende l’autonomia regionale come principio costituzionale e critica l’opposizione per il loro atteggiamento centralista. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha respinto i referendum su autonomia di altre regioni, Zaia vede confermato il percorso verso un federalismo concreto. Nel suo libro “Autonomia, la rivoluzione necessaria”, sostiene la necessità di una riforma che superi le disuguaglianze territoriali e promuova un’equa distribuzione del benessere. Zaia ringrazia i sostenitori che raccolgono firme per la sua ricandidatura, considerandolo un segno di democrazia, e difende la Lega e il suo ruolo storico in Veneto, regione che descrive come fondamentale per il partito.
_Federico Novella su La Verita’_

*Tour con gli imprenditori.* Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, è determinata a rafforzare il legame tra il suo partito e il mondo dell’impresa, avviando una campagna di ascolto per definire proposte di rilancio per l’Italia. Ha già iniziato a cambiare il suo approccio, concentrando l’attenzione sulle politiche industriali e sulla conversione ecologica. L’ex ministro Andrea Orlando è stato incaricato di guidare questa iniziativa, che prevede incontri con le parti sociali e un tour nei distretti industriali del Nord, a partire dal Veneto a febbraio. La campagna culminerà con una grande conferenza nazionale sulle politiche industriali in primavera, dove verranno presentate le proposte del Pd per stimolare la crescita del Paese.
_Niccolò Carratelli su Stampa_

*Spiati.* Tre agenti dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna (Aisi) hanno condotto indagini sul capo di gabinetto di Giorgia Meloni, Gaetano Caputi, su richiesta dei loro superiori. La Procura di Roma ha scoperto queste attività di spionaggio quasi per caso, mentre indagava su possibili fughe di notizie relative a un esposto di Caputi contro il giornale Domani. I documenti giudiziari rivelano che le indagini dell’Aisi erano motivate dalla necessità di verificare voci su figure che cercavano di influenzare il governo per affari di alto livello. Il direttore dell’Aisi, Bruno Valensise, ha confermato che le indagini su Caputi sono state autorizzate dall’ex direttore Mario Parente e dall’ex vice Giuseppe Del Deo. La situazione solleva questioni sulla trasparenza e il controllo delle attività dei servizi segreti, che non passano sotto il vaglio di un giudice.
_Stefano Iannacone su Domani_

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