Sistema Difesa 27 Febbraio

Ucraina. Il presidente francese Emmanuel Macron, in una conferenza stampa dopo il vertice straordinario sull’Ucraina, non esclude la possibilità di un futuro invio di truppe Nato in Ucraina pur mancando al momento del consenso, sottolineando l’importanza di un rafforzato aiuto a Kiev di fronte alla minaccia russa. Nel frattempo, mentre la Svezia entra nella Nato ponendo fine a una lunga storia di neutralità, le nazioni membri discutono a Parigi fino a che punto si possa spingere il supporto a Kiev, con la Germania che si oppone all’invio di truppe e una generale ritrosia a un coinvolgimento diretto nella guerra.
Stefano Montefiori sul Corriere

La conferenza di Macron. Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato una conferenza a sostegno dell’Ucraina all’Eliseo, mirando a mostrare unità e solidarietà europea verso Kiev e inviare un messaggio di deterrenza a Mosca. Durante l’incontro, è stata sottolineata la necessità di forti decisioni riguardo la fornitura di armi e la minaccia costituita dalla Russia in termini di cybersicurezza, mentre il presidente ucraino Zelensky sollecitava un rinnovato impegno nella lotta contro l’aggressione russa.
Danilo Ceccarelli sulla Stampa

La posta in gioco a Kiev. La guerra in Ucraina prosegue con potenziali cambiamenti geopolitici; è improbabile che Kiev recuperi i territori persi dal 1991 e potrebbe diventarsi simile alla situazione tedesca durante la Guerra Fredda, con una divisione tra un’area Ucraina orientata verso l’Occidente e una verso la Russia. È fondamentale che l’Ucraina riceva il supporto promesso dal G7, comprensivi di armamenti e aiuti finanziari, mentre il ruolo degli Stati Uniti è cruciale in un anno elettorale, e l’Europa si trova di fronte alla necessità di rafforzare la propria difesa e sicurezza indipendentemente dagli USA.
Marta Dassu su Repubblica

Macron e Meloni assenti ingiustificati. La Presidente del Consiglio italiano e il Presidente francese Macron hanno giustificato le loro assenze rispettivamente da un vertice europeo e da una videoconferenza G7 a causa di impegni interni, segnali negativi che denotano disunione agli occhi di Kiev e Mosca e mettono in dubbio il sostegno dell’Occidente all’Ucraina. Il Presidente Zelensky ha lanciato un appello urgente per aiuti, enfatizzando le pesanti perdite ucraine e il rischio di crollo della resistenza senza il supporto, specialmente degli Stati Uniti, mentre le promesse europee rimangono parzialmente adempiute e le assenze evidenziano la mancanza di coesione europea che potrebbe essere cruciale per l’Ucraina e per l’Europa stessa in futuro.
Stefano Stefanini sulla Stampa

Mar Rosso. Un presunto attacco degli Houti contro i cavi a fibra ottica sottomarini nel Mar Rosso, i quali svolgono un ruolo vitale nelle comunicazioni globali trasportando il 97% delle comunicazioni, ha sollevato preoccupazioni in tutto il mondo; il danno, mitigato dal reindirizzamento del traffico su altre condotte, ha evidenziato la vulnerabilità di queste infrastrutture. La notizia dell’attacco non è stata confermata ufficialmente, ma la NATO e le marine internazionali sono in allerta, con tentativi di proteggere queste strutture essenziali, dimostrandosi però difficile difenderle data la loro vastità e il pericolo di nuove forme di guerra nei confronti delle reti di comunicazioni e infrastrutturali.
Gianluca Di Feo su Repubblica

Aspides e Levante. Il Consiglio dei Ministri italiano ha esteso le missioni internazionali in corso e dato il via a due nuove operazioni, Aspides e Levante, in attesa dell’approvazione parlamentare. Aspides, con il comando italiano proposto, mira a proteggere le rotte marittime nel Mar Rosso, mentre Levante ha l’obiettivo di supportare la popolazione palestinese.
Sul Fatto

L’industria bellica non si improvvisa. L’Europa deve affrontare la necessità di una difesa comune per rispondere alle sfide globali come l’espansionismo russo e l’instabilità in Medio Oriente, muovendosi verso l’integrazione delle forze armate e lo sviluppo di tecnologie difensive, anche spaziali, per superare la dipendenza dal supporto nucleare americano. La Commissione UE sta lavorando sulla European Defence Industrial Strategy, prevedendo un investimento di 100 miliardi di euro per progetti comuni e l’istituzione di un Commissario alla difesa, mentre i ministri della Difesa UE hanno creato un meccanismo finanziario cooperativo con un budget di 5 miliardi per nuovi equipaggiamenti, cercando di unire gli sforzi militari per aumentare l’efficacia internazionale della difesa europea.
Carlo Valentini su Italia Oggi

Svezia nella Nato. La Svezia ha finalizzato la sua richiesta di adesione alla NATO, ponendo fine a una politica di neutralità durata 200 anni; l’approvazione parlamentare dell’Ungheria ha eliminato l’ultimo ostacolo e l’adesione del Paese è stata accolta come una mossa che rafforzerà la sicurezza dell’alleanza. La mossa è una risposta diretta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha alterato in modo significativo i confini orientali della NATO e ha sollevato preoccupazioni per la difesa in tutta la regione, mentre l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO raddoppia quasi il confine dell’alleanza con la Russia.
Marton Dunal sul Financial Times

La guerra low cost. La stretta connessione tra progresso tecnologico e ambito militare ha spinto alla nascita di soluzioni creative e low-cost, come l’utilizzo di materiali riciclati e di fortuna, dimostrato dall’assemblaggio di droni con rami o pezzi di plastica di recupero. Al di fuori dei teatri di guerra convenzionali, innovazioni come droni commestibili fatti di gallette di riso e tecnologie adattate per budget limitati stanno ridefinendo i confini tra cibo e robotica, all’interno di un contesto di sostenibilità e accessibilità tecnologica.
Filippo Lubrano sul Foglio

Il G7 dell’IA. La premier italiana Giorgia Meloni discuterà con il presidente Joe Biden la necessità di regolamentare l’intelligenza artificiale e di affrontare la concorrenza della Francia su questo tema, oltre ad altri argomenti chiave in preparazione al G7 di giugno; la Microsoft ha investito 2 miliardi di euro in una startup francese come parte dell’espansione continentale francese in questa area. Altre priorità dell’agenda includono l’Ucraina, la questione di Gaza, la situazione in Africa, e la cooperazione tra nazioni per affrontare sfide globali come l’intelligenza artificiale, dove l’Italia vuole che il G7 assuma un ruolo di leadership nella definizione di regolamenti.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Todde a sorpresa. Alessandra Todde ha vinto di stretta misura le elezioni regionali in Sardegna, diventando la prima presidente donna della regione e segnando un sorpasso inaspettato sul candidato del centrodestra Paolo Truzzu. I ritardi nello spoglio delle schede e i problemi organizzativi hanno reso il conteggio dei voti particolarmente teso e combattuto, con numerose implicazioni politiche per le parti in lizza.
Cesare Zeppieri sul Corriere

Un eccesso di certezze. Per la prima volta dal suo successo alle elezioni politiche del settembre 2022, la destra guidata da Giorgia Meloni viene sconfitta in Sardegna da un’alleanza PD-M5S-Avs con un candidato grillino, costringendo la coalizione al governo a una riflessione radicale sulla strategia e sulle dinamiche interne. Il risultato sardo potrebbe avere ripercussioni sulla politica nazionale, suggerendo ai partiti di ricalibrare la loro posizione in vista delle future scadenze elettorali e di affrontare il malcontento sociale, mentre la sinistra festeggia una vittoria inaspettata che potrebbe influenzare la dinamica tra le opposizioni e il voto europeo a giugno.
Massimo Franco sul Corriere

Una partita tutta da scrivere. Il voto in Sardegna ha segnato una svolta inaspettata nella politica italiana, mettendo in luce errori strategici del governo Meloni e scuotendo le dinamiche della coalizione di centrodestra e dell’opposizione. La sconfitta elettorale sfida i rapporti interni al centrodestra, con Salvini che potrebbe guadagnare terreno e pone domande sul futuro politico a livello nazionale, mentre l’opposizione cerca di sfruttare la situazione a proprio vantaggio.
Stefano Folli su Repubblica

Effetto manganello. La vittoria di Todde e del centrosinistra nelle elezioni regionali sarde interrompe una serie di sconfitte dello schieramento, provocando riflessioni su strategie future sia a sinistra che a destra, specialmente considerando i conflitti interni e le divergenze emerse. Il centrosinistra, se avesse riunito tutti i voti dispersi, avrebbe potuto superare il 50%, mentre il centrodestra affronta le conseguenze di scelte strategiche discutibili e la pressione di eventi recenti, come gli scontri di Pisa, evidenziando tensioni all’interno della coalizione e necessità di ripensare le proprie posizioni in vista delle prossime elezioni in Abruzzo.
Marcello Sorgi sulla Stampa

E la Lega si blinda su Zaia. La Lega subisce una significativa perdita di consensi in Sardegna, venendo sorpassata da Forza Italia, ma Matteo Salvini intende utilizzare il risultato deludente per spingere una strategia incentrata sulla ricandidatura di Luca Zaia in Veneto con l’approvazione del terzo mandato per i governatori. Salvini si concentra sulla riconferma di Zaia, evitando ripetizioni degli errori fatti in Sardegna e in altre regioni, mentre nel centrodestra emergono critiche e riflessioni su futuri candidati e sulla gestione dell’attuale governo.
Andrea Fraschilla su Repubblica

Meloni avverte Salvini. Al pranzo con i suoi vice, Giorgia Meloni avverte Matteo Salvini di evitare comportamenti nocivi per la coalizione, esprimendo la necessità di un nuovo approccio nel partito alla luce delle sfide incontrate alle elezioni in Sardegna. Tensioni interne nel centrodestra, nostalgia per la “Lega Nord” e la sconfitta a Cagliari segnalano la necessità di una riflessione approfondita sulla strategia e sull’immagine pubblica del partito di Meloni e sui futuri accordi dell’alleanza.
Francesco Verderami sul Corriere

Campo largo. Elly Schlein, leader del Partito Democratico, festeggia il suo primo anniversario da segretaria nel pieno di un conteggio elettorale teso in Sardegna, rimanendo convinta che “l’alternativa c’è” e che l’intesa con il Movimento 5 Stelle è essenziale per battere la destra e costruire un’ampia coalizione centrosinistra. A un anno dalla sua vittoria alle primarie del PD, ha mantenuto la promessa di ritornare in Sardegna a supporto della candidata del centrosinistra, Alessandra Todde, evidenziando l’importanza dell’unità e dell’asse PD-M5S nonostante le sfide interne e le criticità nell’accordo con i grillini.
Giovanna Vitale su Repubblica

Risultato inimmaginabile. Giuseppe Conte, ex primo ministro e leader del M5S, esprime soddisfazione per i risultati sorprendenti delle elezioni in Sardegna, attribuendo il merito alla campagna straordinaria di Alessandra Todde e al lavoro svolto in loco, riconoscendo il successo come frutto del contesto sardo e non come preludio a un modello replicabile ovunque. Conte, attento a non appropriarsi del successo, rifiuta l’idea di un “campo largo” creato artificialmente per la condivisione del potere, preferendo una collaborazione basata su serietà e progetti concreti, sottolineando l’orgoglio per una sfida politica più aperta del previsto.
Niccolò Carratelli sulla Stampa

Meloni con la Polizia, Piantedosi indaga. La premier Giorgia Meloni ha difeso il suo governo dalle accuse di repressività dopo gli incidenti di Pisa e Firenze, sottolineando che l’Italia non limita le libertà e che se qualcuno ha sbagliato sarà sanzionato, mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è concentrato sulla narrativa degli episodi come casi isolati, negando una strategia repressiva e indicando che i manifestanti hanno evitato la mediazione. Le opposizioni, tuttavia, vogliono chiarimenti sulle direttive del Viminale riguardo la gestione dell’ordine pubblico, con una risposta attesa da Piantedosi in Parlamento durante un’informativa programmata.
Serena Riformato sulla Stampa

Vannacci indagato per odio razziale. Il generale Roberto Vannacci è indagato per istigazione all’odio razziale a seguito di affermazioni fatte nel suo libro “Il mondo al contrario”, e la Lega lo difende considerando le indagini come riconoscimenti. Contestualmente, Vannacci è accusato anche di truffa e peculato per eventi durante il periodo in cui era addetto militare all’Ambasciata a Mosca.
Fulvio Fiano sul Corriere

Si dimette il governo di Gaza. Il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh e il suo governo hanno rassegnato le dimissioni in risposta alla crisi in corso a Gaza, dove l’escalation del conflitto ha visto un considerevole aumento delle vittime palestinesi, innescando pressioni per nuovi accordi politici e una responsabilità ampliata dell’Autorità Nazionale Palestinese. Parallelamente, dopo un picco di attività nella quasi-guerra tra Israele e Hezbollah, quest’ultimo ha abbattuto un drone israeliano nel Sud della Beqaa, provocando una sequenza di bombardamenti aerei di rappresaglia da parte di Israele.
Daniele Raineri su Repubblica

Navalny stava per essere liberato. L’oppositore russo Aleksei Navalny, deceduto misteriosamente in carcere, stava per essere scambiato con un agente segreto russo detenuto in Germania, ma Putin ha cambiato idea e l’accordo è saltato. La trattativa prevedeva anche la liberazione di due cittadini americani, ma le obiezioni tedesche e un cambiamento nel contesto politico russo hanno portato alla cancellazione dello scambio e ora si stanno organizzando i funerali di Navalny in un clima di incertezza e tensione.
Fabrizio Dragosei sul Corriere

Putin non poteva sopportare di vederlo libero prima del voto. Sergei Guriev, economista ed esule russo, conosceva Aleksei Navalny e rivela che c’era stato un negoziato fallito per uno scambio di prigionieri tra Navalny e il killer Vadim Krasilov sostenuto da Putin. Secondo Guriev, Putin ha annullato lo scambio uccidendo Navalny prima del voto come messaggio strategico, mostrando il suo controllo e proponendo nuovi scambi con altri detenuti politici.
Federico Fubini sul Corriere

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