Meta denuncia una campagna globale di spyware che ha compromesso dispositivi in Italia, sollevando dubbi sul coinvolgimento del governo e sulla tutela della privacy
Meta ha denunciato una massiccia campagna di spionaggio informatico attraverso spyware, che ha compromesso i dispositivi di 90 attivisti e giornalisti in tutto il mondo. Anche in Italia l’operazione ha avuto un impatto significativo: tra i bersagli figurano il capomissione di Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini, e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Fonti riportano che potrebbero esserci almeno altri sei attivisti italiani coinvolti.
Allarme lanciato da WhatsApp: dispositivi compromessi
Venerdì scorso, WhatsApp ha inviato un avviso urgente agli utenti coinvolti, suggerendo di sostituire immediatamente i loro dispositivi a causa di una compromissione grave della sicurezza. Il software responsabile è lo stesso utilizzato per violare il telefono dell’attivista libico Husam El Gomati, noto per la sua opposizione al governo di Tripoli e per le denunce sulle contraddizioni degli accordi Italia-Libia.
Luca Casarini ha raccontato di aver ricevuto il messaggio direttamente da WhatsApp. Dopo aver contattato i suoi legali, si è rivolto al team di ricerca canadese Citizen Lab, indicato dalla piattaforma come consulente per la gestione della crisi. La scoperta ha portato alla conferma che l’attacco era parte di una campagna globale mirata a violare la privacy di attivisti e giornalisti.
Paragon3: il software utilizzato
Secondo Citizen Lab, lo spyware utilizzato si chiama “Paragon3”, un sofisticato software di tipo militare prodotto dalla società israeliana Paragon Solution. Questo strumento avanzato consente l’accesso a tutti i contenuti presenti nei dispositivi, come foto, video, messaggi e contatti, trasformando smartphone e altri dispositivi collegati in microfoni e telecamere ambientali.
Le analisi sono tuttora in corso per determinare quando sia iniziata l’incursione e quali dati siano stati compromessi. Casarini ha espresso particolare preoccupazione per la possibile compromissione delle attività di soccorso in mare e del lavoro dei legali che collaborano con Mediterranea Saving Humans.
Il coinvolgimento di governi e il ruolo del governo italiano
Il presidente di Paragon, John Fleming, ha dichiarato che l’azienda vende le proprie tecnologie solo a governi selezionati, principalmente Stati Uniti e loro alleati. Tuttavia, il quotidiano israeliano Ynet ha sollevato l’ipotesi che il governo italiano sia un cliente di Paragon. Nel caso in cui emergesse il coinvolgimento di un’agenzia governativa italiana nell’uso improprio del software, la società ha dichiarato che interromperà ogni rapporto.
Da Mediterranea Saving Humans riferiscono che ci sono altri casi analoghi, sia in Italia che all’estero, coinvolgendo attivisti e giornalisti impegnati nella difesa dei diritti umani. La preoccupazione riguarda in particolare l’attività di soccorso in mare e il sostegno a migranti rinchiusi nei centri di detenzione libici.
Richieste di chiarimenti al governo Meloni sull’attacco spyware
Luca Casarini ha chiesto chiarimenti al governo italiano, esprimendo il timore che i servizi di intelligence possano essere coinvolti nell’operazione di spionaggio. La Presidenza del Consiglio ha escluso qualsiasi controllo su soggetti tutelati dalla legge, compresi i giornalisti, e ha attivato l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) per indagare sull’accaduto.
Da parte loro, esponenti di Alleanza Verdi Sinistra, tra cui Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, hanno annunciato interrogazioni parlamentari per ottenere risposte chiare dal governo. Marco Grimaldi ha duramente criticato l’atteggiamento delle autorità, sottolineando come chi salva vite venga spiato, mentre i responsabili di gravi crimini rimangano impuniti.
Indagini in corso e autodistruzione dei dispositivi
Citizen Lab continua l’analisi dei dispositivi compromessi, ma alcuni utenti hanno segnalato che i loro telefoni si sono autodistrutti poco dopo la scoperta dell’incursione. La situazione resta delicata, con numerosi interrogativi ancora senza risposta.
La vicenda mette in evidenza la necessità di garantire una maggiore tutela della privacy per giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani. Rimane fondamentale un chiarimento da parte del governo italiano per comprendere l’eventuale coinvolgimento dei servizi di intelligence e adottare misure adeguate per prevenire simili attacchi in futuro.
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