La decisione del giudice si basa sulla riforma Cartabia, che esclude alcune aggravanti legate alla sicurezza sul lavoro
Il processo sull’incidente della funivia del Mottarone, in cui morirono 14 persone il 23 maggio 2021, dovrà ricominciare da capo. Il giudice per l’udienza preliminare, Rosa Maria Fornelli, ha accolto le richieste della difesa, restituendo il fascicolo alla procura di Verbania, rappresentata dalla procuratrice Olimpia Bossi e dalla sostituta Laura Carrera.
Il contesto
Gli imputati sono Luigi Nerini (gestore dell’impianto), Enrico Perocchio (direttore d’esercizio), Gabriele Tadini (capo servizio) e i manager della Leitner, responsabili della manutenzione. Sono accusati di reati come disastro colposo, omicidio plurimo colposo, e lesioni gravissime (riguardanti Eitan, l’unico sopravvissuto).
Riforma Cartabia
La decisione del giudice si basa sulla riforma Cartabia, che esclude alcune aggravanti legate alla sicurezza sul lavoro. La procura si è opposta, affermando che il giudice non può costringere a modificare l’impianto accusatorio.
Secondo la procura, la mancanza di manutenzione ha causato la corrosione della fune. Inoltre, l’uso dei “forchettoni” per disattivare il freno di emergenza aveva reso inattivo un sistema di sicurezza che avrebbe potuto salvare i passeggeri.
Conseguenze
L’udienza, iniziata il 17 gennaio, è stata azzerata. La procura dovrà fissare una nuova udienza. L’avvocato Andrea Da Prato, difensore di Perocchio, ha parlato di una “fase nuova” del processo. Anche Marcello Perillo, difensore di Tadini, ha sostenuto che la decisione del giudice è stata corretta. Secondo lui, il contraddittorio è parte di un processo giusto.
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