di Massimo Cellini
In Sud Africa, la questione relativa al possesso di armi da fuoco per autodifesa sta diventando un caso nazionale. Una nuova proposta di legge ha provocato la dura reazione soprattutto tra gli agricoltori che negli ultimi anni sono sempre di più al centro di attacchi e violenze varie.
A testimonianza di quanto critica e al tempo stesso difficile sia diventata la situazione viene la recente dichiarazione resa da Theo de Jager, presidente della Southern African Agri Initiative (SAAI). De Jager è una delle personalità più forti e rappresentative del Sud Africa di oggi perché oltre a rappresentare gli agricoltori locali è anche il Presidente della World Farmers Organisation, l’ente globale più importante del settore agricolo. Non solo questo: de Jager è anche una delle personalità emergenti della nuova classe dirigente locale, insomma uno dei potenziali nuovi leader politici del Sud Africa. Per questo le sue parole, soprattutto su un argomento così divisivo, sono di grande importanza.
“Ci opporremo alla proposta con tutto quello che abbiamo – ha detto perentoriamente de Jager – è un fatto certo che la maggior parte delle armi da fuoco che si perdono in Sudafrica provengono da membri del Servizio di Polizia Sudafricano (SAPS). La proposta di divieto presentata dal CPS (il Servizio di Polizia) è semplicemente illogica“.
Insomma, una bocciatura secca – quella di de Jager – che non lascia spazio a dubbi su quale sia la posizione degli agricoltori sudafricani su questa delicata materia. Ma cosa vi è alla base di questa nuova proposta di legge che sta dividendo ancora di più un paese già lacerato dalla crisi economica e dal Covid?
Il tema di fondo è l’autodifesa. Gli agricoltori vogliono avere di diritto di proteggere sé stessi e le proprie proprietà, anche utilizzando armi da fuoco, dai continui attacchi cui sono sottoposti. Attacchi violenti, spesso dettati da fame e povertà, che però stanno rendendo durissima la vita ai tanti agricoltori sparsi in tutto il paese. Al contrario, la riforma presentata dal Servizio di Polizia (CPS) propone forti limitazioni al possesso e all’uso di armi da fuoco. Nella proposta, tra le varie cose, ad un certo punto si legge “che nessuna licenza per armi da fuoco può essere rilasciata per scopi di autodifesa”.
La questione è ora di grande attualità, e anche urgenza, perché c’è tempo fino al prossimo 8 luglio per emendare o abrogare questa proposta di legge. Ed è per questo che gli animi si scaldano ed i big scendono in campo.
Christo van der Rheede, il direttore esecutivo di Agri SA, ha definito la proposta come “bizzarra”. In una intervista al Farmer’s Weekly ha spiegato che questa iniziativa, definita “un’idea assurda”, non serve l’interesse dei cittadini sudafricani rispettosi della legge, ma fa il gioco di tutte quelle persone che detengono armi da fuoco illegalmente.
Questo è effettivamente uno dei temi più caldi. La grande diffusione di armi da fuoco illegali rende furiosi gli agricoltori perché, se la legge dovesse passare, loro si troverebbero a doversi difendere senza armi mentre invece chi li assale è sempre ben munito. Una disparità di trattamento inaccettabile che appunto accende gli animi.
Vedremo nelle prossime settimane come andrà a finire. Vedremo se si arriverà ad una mediazione oppure se il Governo adotterà una soluzione che dividerà ancora di più una nazione da sempre vittima di lacerazioni interne.
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