Terremoto in Marocco, in continuo aggiornamento il bilancio dei morti: sono oltre mille. Tajani: “Non ci sono italiani”

La situazione è aggravata dal fatto che i paesi colpiti dal sisma sono molto poveri, le abitazioni sono costruite con fango e paglia e sono ovviamente  prive di collegamento ad internet. Si è immediatamente attivata la macchina umanitaria e dalla solidarietà

di Corinna Pindaro

Continua a salire il numero delle persone che hanno perso la vita a causa del forte terremoto che ha colpito il Marocco nella tarda serata di venerdì 8 settembre 2023. Al momento si contano 1.047 morti, i feriti sono 1.204, 721 in gravi condizioni. La provincia più colpita è quella di Al Haouz dove si registrano finora 542 morti. Lo ha fatto sapere il ministero dell’Interno marocchino annunciando ” un lutto nazionale di tre giorni, con bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici”.

Secondo quanto registrato dai sismologi marocchini la magnitudo è stata di 7 mentre secondo quelli americani di 6.8. Poco cambia se si considera la furia distruttrice che si è abbattuta sul Paese. Molto considerevoli i danni materiali. Sono state mobilitate le forze dell’ordine, la protezione civile e il personale medico e paramedico per predisporre un eventuale piano di emergenza. Il bilancio del sisma si aggiorna di minuto in minuto, man mano che arrivano i dati dalle città e soprattutto dalle località di montagna vicine all’epicentro, localizzato al centro del paese, a 16 chilometri del villaggio Tata N’Yaaqoub, nel municipio di Ighil, 72 chilometri a sud-ovest di Marrakech. La situazione è aggravata dal fatto che i paesi colpiti dal sisma sono molto poveri, le abitazioni sono costruite con fango e paglia e sono ovviamente  prive di collegamento ad internet .

E’ nella medina di Marrakech che finora si registrano i maggiori danni, oltre alle abitazioni sono crollate anche  le mura che costeggiavano il centro storico. Sono migliaia le persone rimaste sfollate, che si sono riversate in strada nel tentativo di salvarsi la vita. Le testimonianze dei sopravvissuti fanno rabbrividire. “Stavamo preparando la cena quando abbiamo sentito qualcosa come un’esplosione. Presa dal panico, sono uscita velocemente con i miei figli. La nostra casa purtroppo è crollata”, ha racconto ad Afp una donna di 50 anni che si è rifugiata con la sua famiglia in una grande piazza all’ingresso nel suo quartiere. Anche Mbarka El Ghabar, una vicina, ha visto la sua casa “distrutta” dalle scosse. “Dormivamo quando c’è stato il terremoto, parte del tetto è crollata, ci siamo ritrovati bloccati dentro ma siamo riusciti a scappare, io e mio marito”.

Mentre ancora si contano i danni la strada della ricostruzione sembra essere molto lunga. Lo testimonia il direttore regionale della Federazione internazionale della Croce Rossa per il Medio Oriente e il Nord Africa, Hossam Elsharkawi, ha detto in una nota che la risposta al terremoto che ha colpito il Marocco potrebbe richiedere “mesi, se non anni”.

Ad ogni modo la macchina degli aiuti e della solidarietà si è immediatamente attivata. L’Algeria ha aperto lo spazio aereo per facilitare il trasporto di cose e persone, l’Ue si è detta pronta a fornire  “tutta l’assistenza necessaria”. Si è mobilitata la Cei che ha stanziato 300 mila euro dai forndi 8xmille. Una delegazione Caritas è già sul luogo a prestare soccorso materiale.

Ovviamente, come ogni volta in cui purtroppo accade una catastrofe ci si ritrova bisognosi dei beni di prima necessità. “Servono medicine e coperte, bisogna fare presto. Noi le porteremo assieme a kit igienici, le coperte servono per il freddo che scende la sera”, ha detto il direttore della Caritas di Rabat Padre Oscar Arturo Garcia Padilla. Altri aiuti dal Belgio, che ha sbloccato 5 milioni di euro per “aiutare le vittime e sostenere la ricostruzione”, ha annunciato la ministra federale per la Cooperazione allo sviluppo, Caroline Gennez su X.

“La notizia del sisma che ha colpito questa notte il Marocco ha suscitato negli italiani tutti e in me personalmente immensa tristezza. In questa circostanza così dolorosa per l’amico popolo marocchino, desidero far pervenire a Vostra Maestà, al Governo e a tutte le famiglie di quanti hanno perso la vita le espressioni di profondo cordoglio dell’Italia e le mie sentite condoglianze. Vi siamo vicini con sentimenti di autentica solidarietà e auguriamo ai feriti un completo ristabilimento, manifestando disponibilità a contribuire ai complessi lavori di soccorso”, ha scritto il  il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al re del Marocco Muhammad VI.

Intanto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto per rassicurare le famiglie di italiani che abbiano parenti in Marocco. “Abbiamo accertato attraverso la nostra ambasciata, il nostro consolato a Casablanca, il consolato a Marrakech, l’Unità di crisi e il ministero degli Esteri che gli italiani in Marocco sono 500. Duecento erano quelli registrati, poi ce ne sono altri 180 non registrati e 200 che sono un gruppo di persone che facevano una riunione aziendale”, ha affermato Tajani. Per quanto riguarda i rientri il ministro ha spiegato che all’aeroporto di Marrakesh è stato attivato “un desk organizzato dal nostro consolato con il console onorario e un suo assistente che dà indicazioni sul da farsi a tutti i connazionali. Chi non ha il biglietto è inutile che vada all’aeroporto di Marrakesh, vada all’aeroporto o di Rabat o di Casablanca perché da lì partono gli aerei dall’Italia. Da Marrakesh non vi sono più aerei perché è tutto pieno. Se non hai il biglietto è inutile andare”. Il ministro ha ricordato che c’è il numero speciale dell’unità di crisi +39 06 36225 per avere informazioni 24 ore su 24, che si possono chiamare ambasciata, consolato e consolato onorario e ottenere informazioni sul sito Viaggiare Sicuri.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati