Il Tribunale di Bologna ha inviato il decreto Paesi sicuri alla Corte di Giustizia

La vicenda è nata da un caso specifico: un cittadino del Bangladesh che ha contestato il rifiuto della sua richiesta di asilo. La sua domanda è stata respinta dalla commissione territoriale italiana poiché il Bangladesh è stato inserito tra i Paesi sicuri, rendendo quindi la sua richiesta infondata

corte di giustiziaRecentemente, il Tribunale di Bologna ha sollevato dubbi sulla lista dei “Paesi sicuri” stabilita dal governo italiano, richiedendo l’intervento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). La questione riguarda la possibilità, per i giudici italiani, di disapplicare questa normativa nazionale qualora si ritenesse in contrasto con le disposizioni europee che prevedono specifiche tutele per gruppi vulnerabili.

Il Caso del Cittadino del Bangladesh e la Designazione di Paesi Sicuri

La vicenda è nata da un caso specifico: un cittadino del Bangladesh che ha contestato il rifiuto della sua richiesta di asilo. La sua domanda è stata respinta dalla commissione territoriale italiana poiché il Bangladesh è stato inserito tra i Paesi sicuri, rendendo quindi la sua richiesta infondata senza che fossero presentati motivi per considerare il Paese d’origine come insicuro. Tuttavia, il Tribunale di Bologna ha sollevato il dubbio che i criteri nazionali italiani possano risultare più restrittivi di quelli richiesti dal diritto europeo, che richiede maggiori tutele per individui esposti a rischi specifici, come minoranze etniche, persone LGBTIQA+ e donne vittime di violenza.

Definizione di Sicurezza e Rischi per i Gruppi Minoritari

Per i giudici bolognesi, considerare un Paese sicuro solo in base alla sicurezza garantita alla maggioranza della popolazione può portare a valutazioni non adeguate, escludendo le difficoltà vissute da alcuni gruppi a rischio. L’ordinanza del tribunale ha sottolineato che anche Paesi apparentemente stabili possono presentare minacce per minoranze specifiche, portando a una “sicurezza” non universalmente valida e, quindi, a una nozione di “Paese sicuro” che potrebbe non essere giuridicamente sostenibile.

Il Ruolo della Corte di Cassazione e il Caso dei Rimpatri in Albania

Parallelamente, la Corte di Cassazione italiana è stata coinvolta in un altro caso riguardante i rimpatri di alcuni migranti in Albania, considerato anch’esso un Paese sicuro. Tuttavia, la Prima Sezione civile discuterà a dicembre l’applicazione di questa normativa, anche in relazione ai diritti stabiliti a livello europeo.

La decisione della Corte di Giustizia Europea, attesa con grande interesse, dovrà chiarire se i giudici italiani possano derogare alla normativa nazionale laddove questa non garantisca le stesse tutele previste dalle direttive dell’Unione, garantendo così una protezione più conforme ai diritti umani.

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