Ucraina. La pace non é piú una prioritá per la Ue che non bada a spese per le armi

In cima all’agenda della Ue guerra e armi, Tra il 2022 e il 2024 sono stati forniti a Kiev 44 mld di euro solo di aiuti militari cui se ne vanno aggiungere ora altri 50

Che fine ha fatto l’Europa della pace? L’Europa della libertá, della solidarietá, della democrazia? Quell’Europa che affonda le sue radici nell’Atene di Socrate e Platone? Quell’Europa immaginata a Ventotene da un gruppo di confinati antifascisti  che facevano capo ad Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, e che a un certo punto, a conclusione della Seconda Guerra Mondiale è diventata un progetto politico concreto, che si poneva come principale obiettivo assicurare che non si ripetessero piú conflitti come quelli che hanno segnato la nostra storia del Novecento?

Gli ideali traditi 

Oggi ci troviamo su un fragilissimo crinale e la Ue sembra aver smarrito la via e tradito lo spirito d dei suoi padri fondatori. In cima alla sua agenda ci sono solo la guerra in Ucraina e le armi.  Non piú i diritti, l’ambiente, l’energia, la crisi economia post covid, la disoccupazione, l’inflazione, l’indebolimento del welfare, l’emergenza migrazioni. E’ questo che emerge con assoluta chiarezza dal documento finale del  Consiglio europeo del 21 e 22 marzo dove si legge: “Nell’esercitare il suo diritto naturale di autotutela, l’Ucraina necessita con urgenza di sistemi di difesa aerea, munizioni e missili. In questo momento critico, l’Unione europea e gli Stati membri accelereranno e intensificheranno la fornitura di tutta l’assistenza militare necessaria”. Parole che confermano che nell’Unione è in atto una vera e propria svolta, una pericolosissima svolta in chiave bellica. Una svolta che arriva a tre anni dalla nascita in seno al Consiglio Europeo dell’Epf (European Peace Facility), lo strumento creato proprio “per consolidare la capacità dell’Ue di prevenire i conflitti, costruire e preservare la pace nonché rafforzare la sicurezza e la stabilità internazionali”. Una dichiarazione di intenti che oggi suona ipocrita tanto piú che è proprio attraverso questa nuova istituzione, che si finanzia la guerra in atto tra Ucraina e Russia.

La supremazia dell’idea di nazione 

E’ prevalsa, fa male dirlo, la visione miope della supremazia dell’idea di nazione, “non considerata come lo storico prodotto della convivenza degli uomini, che, pervenuti, grazie ad un lungo processo, ad una maggiore uniformità di costumi e di aspirazioni, trovano nel loro stato la forma più efficace per organizzare la vita collettiva entro il quadro di tutta la società umana, ma – per citare proprio il Manifesto di Ventotene- come un’ entità divina, un organismo che deve pensare solo alla propria esistenza ed al proprio sviluppo, senza in alcun modo curarsi del danno che gli altri possono risentirne”. Ed è proprio a questa idea di “stato scatoletta”, circondato da filo spinato e carrarmati che deve essere legato Volodymyr Zelenskyj che ha mandato al massacro il suo popolo e messo a rischio la vita e la stabilitá di un intero continente per il suo insano desiderio di portare il suo paese  nella Nato e mantenere il controllo di terre che vorrebbero scegliersi un altro destino: la Crimea e il Donbass, dove la maggioranza della popolazione è russofona e ha tenuto anche referendum per affermare la propria indipendenza, i cui risultati non stati riconosciuti dalla comunitá internazionale nonostante la presenza di osservatori Onu. Nessuno si è peritato di verificare se l’etnia non ucraina di questi territori sia stata vittima di repressioni o di tutelarne il diritto all’autodeterminazione lasciandola in balia dell’atroce regime Putin che si é giocato la carta di queste popolazioni per opporsi al sogno atlantico di Kiev. Un problema che la diplomazia avebbe saputo risolvere.

33 mld di aiuti militari dai paesi Ue + 11 mld da Epf

Ma l’Europa, ha snobbato ogni intento negoziale e seguito a rimorchio il carro degli Stati Uniti, i soli che da questa situazione, essendo anche geograficamente lontani,  possono trarre solo benefici economici, al contrario della Ue che corre stupidamente  verso il baratro senza una strategia e senza badare a spese. Tra il 2022 e il 2024 l’Ue e i suoi Stati membri hanno fornito o impegnato oltre 143 miliardi di euro a sostegno dell’Ucraina e del suo popolo, di cui 81 mld  in sostegno finanziario, di bilancio e di assistenza umanitaria, 33 miliardi di euro in sostegno militare cui vanno ad aggiungersi gli 11,2 mld stanziati dall’Epf.

Accelerare la consegna di armi

Nel marzo 2023 il Consiglio ha concordato un piano in tre punti per accelerare la consegna degli armamenti all’Ucraina. I primi due del valore di due miliardi di euro impegnano lo strumento europeo per la pace (Epf), un miliardo è stato destinato ai paesi donors europei e l’altro all’ acquisto congiunto di munizioni e missili  da parte di operatori economici che si trovano nell’Ue o in Norvegia. Il terzo punto prevede il sostegno alla produzione di armi, con la mobilitazione di 500 milioni di euro dal bilancio dell’Ue per sostenere l’incremento delle capacità produttive di munizioni terra-terra e di artiglieria, nonché di missili.

Altri 50 mld 

il  6 febbraio scorso il Consiglio e il Parlamento hanno concordato una proposta volta a istituire un nuovo strumento unico dedicato per contribuire al risanamento, al recupero e alla ricostruzione dell’Ucraina. Lo strumento per l’Ucraina fornirà un sostegno finanziario prevedibile di 50 miliardi di euro all’Ucraina per il periodo 2024-2027. Il 28 febbraio 2024 il Consiglio ha dato il via libera definitivo alla revisione intermedia del bilancio a lungo termine dell’UE, compresa l’istituzione dello strumento. L’Ue ha anche concesso all’Ucraina una liberalizzazione commerciale temporanea e altre concessioni . Tali misure, entrate in vigore per la prima volta il 4 giugno 2022, sono state rinnovate fino al 5 giugno 2024. Il 20 marzo 2024 il Consiglio e il Parlamento hanno convenuto di rinnovarle per un altro anno, fino al 5 giugno 2025.

 

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