Usa, la Corte Suprema ha concesso l’immunità a Trump per tutti gli atti compiuti in veste ufficiale

Spetterà quindi al tribunale di primo grado, e in particolare alla giudice Tanya Chutkan, determinare quali azioni di Trump durante l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 siano considerate ufficiali e quali no

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che Donald Trump, in quanto ex presidente, gode di un’immunità dalle incriminazioni penali per gli atti compiuti nella sua veste ufficiale. Questa decisione, tuttavia, non estende la protezione agli atti privati. Spetterà quindi al tribunale di primo grado, e in particolare alla giudice Tanya Chutkan, determinare quali azioni di Trump durante l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 siano considerate ufficiali e quali no.

Dettagli della Sentenza

La sentenza della Corte Suprema ha stabilito che Trump “non può essere perseguito per aver esercitato i suoi principali poteri costituzionali” e ha diritto a una “presunta immunità dall’azione penale per tutti i suoi atti ufficiali”. Tuttavia, non ha specificato quali azioni rientrino in questa categoria, lasciando questa decisione al tribunale di primo grado. Questo processo di determinazione richiederà tempo e, date le possibilità di appello, rende improbabile che il processo avvenga prima delle elezioni presidenziali del 5 novembre 2024.

Contesto e Reazioni

Il procuratore speciale Jack Smith ha incriminato Trump per il suo ruolo nell’assalto al Congresso, ma la difesa di Trump ha sostenuto che come ex presidente godeva di un’immunità assoluta. La Corte d’Appello aveva rigettato questa tesi, ma la Corte Suprema, con una maggioranza conservatrice di sei giudici su nove, ha accettato di discutere il caso e ha emesso una sentenza favorevole a Trump. La decisione è stata accolta con critiche dai giudici liberal, con la giudice Sonia Sotomayor che ha affermato che la sentenza trasforma il presidente in “un re”.

Implicazioni per il Processo

La decisione della Corte Suprema implica che la giudice Chutkan dovrà riesaminare l’atto di incriminazione presentato dal procuratore speciale Smith, decidendo quali capi d’accusa mantenere e quali cancellare. Questo processo di revisione e i successivi potenziali appelli allungheranno notevolmente i tempi del procedimento. Di conseguenza, è altamente improbabile che il processo si concluda prima delle elezioni presidenziali del 5 novembre. Se Trump dovesse vincere, avrebbe la possibilità di nominare un segretario alla Giustizia che potrebbe decidere di cancellare l’intero procedimento contro di lui.

La via giudiziaria per impedire a Donald Trump di tornare alla Casa Bianca sembra quindi sostanzialmente chiusa, almeno nel breve termine.

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