Venezia. Il Leone d’oro ad Almodovar per “La stanza accanto”, film che rilancia il dibattito sull’eutanasia

 

“Terminare la vita quando questa offfre solo dolore senza soluzione. redo sia questo un diritto fondamentale di qualsiasi persona, non un tema politico, ma umano e chiedo a tutti i governi che si faccia una legge in merito”. E’ l’appello lanciato dal grande regista spagnolo

“Il mio film parla non solo della solidarietà senza limiti di Julianne ma anche della decisione di Tilda di terminare la sua vita quando questa le offre solo un dolore senza soluzione. Credo sia questo un diritto fondamentale di qualsiasi persona, non un tema politico, ma umano e chiedo a tutti i governi che si faccia una legge in merito. Se questo va contro a qualche credo o religione chiedo che rispettino e non intervengano nelle decisioni individuali: l’essere umano deve essere libero di vivere e di morire quando la vita diventa insopportabile”. Lo ha detto ritirando il Leone d’Oro Pedro Almodovar, che con “La stanza accanto”, interpretato da Tilda Swinton e Julianne Moore, si è conquistato il riconoscimento più ambito della Mostra del Cinema di Venezia, cinque anni dopo essere stato insignito del premio alla carriera.

Tra i più grandi registi del cinema spagnolo contemporaneo, Almodovar è nato il 25 settembre 1949 a Calzada de Calatrava, nella regione di Castilla-La Mancha, Spagna, è ha iniziato la sua carriera negli anni ’80, dopo che la fine della dittatura di Franco, distinguendosi per il modo speciale che ha di affrontare le grandi questioni universali attraverso personaggi che esprimono con passione drammatica la cultura popolare del suo paese. Il suo primo grande successo mondiale il film “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” (1988) cui seguiranno  “Tacchi a spillo” (1991), “Il fiore del mio segreto” (1995) e “Tutto su mia madre” (1999), che vince l’Oscar per il miglior film straniero. Del 2002 è “Parla con lei” (2002), un racconto straordinario che tratta di temi come il coma, il bullismo e la solitudine, premiato con l’ Oscar per la miglior sceneggiatura originale, con il Golden Globe per il miglior film straniero e il Bafta al miglior film. Seguono “Volver- Tornare” (2006) e “La pelle che abito” (2011),  “Dolor y gloria” (2019), “Madres Paralelas” (2021)  con Penélope Cruz, che per questo film a Venezia ha vinto il premio per la migliore attrice.

Il Leone d’argento Gran premio della giuria è andato  a Maura Delpero che ha presentato la sua seconda opera, “Vermiglio”, girata quasi totalmente con attori non protagonisti. Coppa Volpi a Nicole Kidman, che proprio ieri è stata raggiunta dalla notizia della morte della madre e ha dovuto lasciare la Laguna, e a Vincent Lindon. Alla cerimonia, nel corso della quale Nanni Moretti ha lanciato un appello, contro la nuova legge sul cinema, ha visto anche il debutto del nuovo ministro della cultura Alessandro Giuli, fresco di nomina.