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Papa Francesco: tra il lutto del mondo e l’ombra sul Conclave

Mentre il mondo si prepara ai solenni funerali di Papa Francesco, emergono dettagli sulle sue ultime ore e si apre un nodo giuridico che potrebbe mettere in discussione l’elezione del suo successore

papa francescoPapa Francesco si è spento serenamente alle 7:35 del mattino di lunedì, dopo aver accusato i primi sintomi di un malore attorno alle 5:30. Secondo Vatican News, era stato svegliato dai primi segnali di debolezza, prontamente assistito dal suo infermiere di fiducia Massimiliano Strappetti. Solo il giorno prima, nella domenica di Pasqua, aveva pronunciato la benedizione Urbi et Orbi dal loggione della Basilica di San Pietro e, a sorpresa, aveva voluto uscire per un ultimo giro in papamobile tra i fedeli riuniti in Piazza San Pietro. «Grazie per avermi riportato in piazza», avrebbe detto con riconoscenza al suo assistente sanitario, apparendo visibilmente stanco ma sereno.

Dopo una giornata trascorsa in tranquillità, tra riposo e una cena senza particolari segni di allarme, il Pontefice si è spento rapidamente, entrando in coma poco dopo aver salutato con un lieve gesto della mano. Il decesso è avvenuto nel suo appartamento a Casa Santa Marta, circondato dalla discreta presenza di chi lo ha assistito fino all’ultimo.

Una cerimonia che mobilita il mondo

I funerali solenni di Papa Francesco si terranno sabato 26 aprile e si prevede un’affluenza straordinaria a Roma. Leader politici, autorità religiose, fedeli e pellegrini da ogni continente convergeranno nella capitale per rendere omaggio al Pontefice argentino. Sono già state confermate presenze di alto profilo, come il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il capo di Stato brasiliano Lula e l’ex presidente americano Donald Trump con la consorte Melania. Dall’Europa parteciperanno anche Ursula von der Leyen e Roberta Metsola. Non mancano le indiscrezioni su una possibile partecipazione del presidente argentino Javier Milei, che renderebbe omaggio al Papa proveniente dalla sua stessa terra natale.

Sul fronte opposto, il presidente russo Vladimir Putin ha già annunciato la sua assenza, lasciando irrisolta la questione su chi rappresenterà ufficialmente il Cremlino. Ancora più incerta la posizione della Cina, con il Ministero degli Esteri che ha dichiarato di non avere informazioni in merito alla delegazione in partenza. Questa ambiguità è particolarmente rilevante vista la natura delicata dei rapporti diplomatici tra Pechino e il Vaticano.

Il caso Becciu e l’incognita sul prossimo Conclave

All’ombra del lutto per la scomparsa di Francesco, si apre una questione che rischia di gettare confusione sul Conclave imminente: la posizione del cardinale Angelo Becciu. Coinvolto in un processo vaticano che si è concluso con una condanna in primo grado, Becciu aveva ricevuto nel 2020 la richiesta di rinunciare ai suoi diritti cardinalizi da Papa Francesco stesso. Tuttavia, non esiste un documento scritto che sancisca formalmente questa rinuncia. Né lo stesso Becciu ha mai firmato un atto ufficiale, né è mai stato pubblicato un provvedimento esplicito da parte del Papa.

Secondo il diritto canonico, il diritto di voto in Conclave spetta a tutti i cardinali sotto gli ottant’anni, salvo revoca espressa. Becciu ha oggi 76 anni. Tuttavia, il suo nome appare tra i non elettori nell’elenco pubblicato dalla Sala Stampa Vaticana, una classificazione priva di validità giuridica secondo lo stesso Becciu, che in un’intervista ha dichiarato di non essere mai stato formalmente estromesso. Il rischio, in assenza di documenti ufficiali, è che qualsiasi elezione papale alla quale Becciu partecipasse o da cui fosse escluso, possa in futuro essere messa in discussione.

Un nodo lasciato irrisolto

Fonti interne al Vaticano riferiscono che già a febbraio, durante uno dei ricoveri più critici di Papa Francesco, due autorevoli esperti di diritto canonico si sarebbero rivolti al cardinale segretario di Stato Pietro Parolin per sollecitare un chiarimento scritto sulla questione Becciu. La risposta, tuttavia, è stata un rifiuto a intervenire. «Lasciamo tutto com’è. Il Papa sa cosa fare», avrebbe risposto Parolin. Un’affermazione che oggi pesa, lasciando aperta la possibilità che documenti decisivi, se esistenti, siano custoditi nella stanza privata di Papa Francesco, attualmente sigillata e inaccessibile.

Il sospetto che tali carte possano emergere solo dopo l’elezione del nuovo Pontefice alimenta timori di invalidazioni o contestazioni canoniche. Lo scenario sembra quasi tratto da una sceneggiatura cinematografica, come quella del recente film Conclave, ma nel cuore del Vaticano potrebbe avere conseguenze molto reali e profondamente destabilizzanti per la Chiesa cattolica.

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