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Nidal Shoukeir, “Papa Francesco ci ha lasciati, ma il Documento sulla Fratellanza Umana vive”

di Nidal Shoukeir

“Per oltre dodici anni alla guida del Vaticano, è stato molto più di un leader spirituale per i cristiani: è stato una coscienza vivente in un’epoca troppo spesso segnata dal silenzio di fronte alle ingiustizie, dalle divisioni crescenti e dal progressivo distacco della politica dai valori. Le sue posizioni coraggiose su povertà, giustizia sociale, diritti dei migranti e dialogo interreligioso hanno ispirato un mondo assetato di equità e misericordia”

 

“Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto.»Questo potente appello è stato uno dei tanti lanciati da Papa Francesco nel corso di una vita segnata da posizioni umanistiche e momenti indimenticabili. Purtroppo, quel cammino si è concluso questa mattina, quando il mondo si è svegliato con la triste notizia della sua scomparsa. Milioni di persone in tutto il mondo provano ora un profondo senso di perdita, mentre danno l’addio a Jorge Mario Bergoglio — non solo il capo della Chiesa cattolica, ma una vera e propria icona dell’umanità, la cui influenza rimarrà impressa nella memoria collettiva. Papa Francesco ci lascia un’eredità straordinaria fatta di compassione, empatia e coraggio morale, difficile da cancellare dalla storia contemporanea.

Una voce globale di compassione

Per oltre dodici anni alla guida del Vaticano, è stato molto più di un leader spirituale per i cristiani: è stato una coscienza vivente in un’epoca troppo spesso segnata dal silenzio di fronte alle ingiustizie, dalle divisioni crescenti e dal progressivo distacco della politica dai valori. Le sue posizioni coraggiose su povertà, giustizia sociale, diritti dei migranti e dialogo interreligioso hanno ispirato un mondo assetato di equità e misericordia.

Dal momento in cui è stata annunciata la sua morte, messaggi di cordoglio sono giunti da leader mondiali, pensatori, credenti e non credenti — uniti nel riconoscere in lui una voce rara di pace, un ponte tra fedi e culture, e la dimostrazione vivente che la vera fede non è mai in contrasto con l’apertura e la tolleranza.

L’eredità di un costruttore di pace

Le conquiste di Papa Francesco meritano tempo e riflessione per essere adeguatamente documentate e comprese. Ma, a mio avviso, ciò che davvero lo ha reso unico è stato il suo impegno instancabile, coraggioso e coerente in difesa della dignità umana. Una volta disse:
«La famiglia umana deve passare dalla semplice tolleranza alla vera convivenza e alla vita pacifica.»

È in questo spirito che dobbiamo soffermarci su uno dei momenti più emblematici della sua eredità: quel giorno storico ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, quando si affiancò al Grande Imam di Al-Azhar, Dr. Ahmed Al-Tayeb, e insieme firmarono il Documento sulla Fratellanza Umana — un’iniziativa ospitata e sostenuta da Sua Altezza lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti.

Da Abu Dhabi, Papa Francesco lanciò il suo ormai celebre appello:«Il Documento sulla Fratellanza Umana è un appello alle coscienze risvegliate perché si alzino e costruiscano la pace.»

Da quel giorno, il documento è diventato un punto di riferimento globale nella promozione della comprensione, della tolleranza e del rifiuto del linguaggio d’odio e dell’estremismo. Non fu solo una dichiarazione di intenti, ma una vera e propria mappa morale ed etica che ha reindirizzato l’attenzione del mondo verso la possibilità concreta di partenariati reali tra seguaci di fedi e culture diverse. Ha cercato di radicare i principi della convivenza e della cooperazione tanto nella società quanto nelle istituzioni.

Partner nella costruzione della pace

Come recita un antico detto: «Una mano da sola non può applaudire» — e in effetti, costruire e diffondere una cultura della pace richiede veri partner, impegnati e uniti da una visione comune del futuro. Questo è esattamente ciò che Papa Francesco trovò in alcuni leader mondiali, in particolare in Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, che divenne un alleato fidato e fondamentale lungo questo cammino.

Non tutti conoscono il legame personale profondo e la visione umana condivisa che unì questi due uomini. La loro relazione si fondava su un impegno reciproco al dialogo, alla tolleranza e alla dignità umana. La “trinità” di tolleranza, dialogo e pace, che Papa Francesco e Sheikh Mohamed hanno coltivato insieme, ha giocato un ruolo cruciale nel trasformare il Documento sulla Fratellanza Umana da una dichiarazione ideale a un quadro operativo, adottato da stati e società.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno da allora integrato il Documento nella propria identità nazionale. Per Sheikh Mohamed bin Zayed, tolleranza e fratellanza umana non sono ideali astratti, ma risorse strategiche e pilastri fondamentali della nazione. Non è un caso che, il 6 luglio 2021, Sua Altezza sia stato insignito della Medaglia dell’Umanità dal Cardinale Giuseppe Versaldi, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, in riconoscimento del suo costante sostegno agli sforzi umanitari e di soccorso, e della sua instancabile difesa della pace, del dialogo e della promozione dei valori umani condivisi.

Un’eredità viva

Oggi, Papa Francesco — una delle più alte figure morali del nostro tempo — ci ha lasciati. E lo ha fatto, come sempre, con dignità silenziosa, lasciando dietro di sé una pesante eredità di principi, azioni e speranza che ha riacceso la coscienza globale.
E se una vita grande si misura dall’eco che lascia, allora Papa Francesco ci ha lasciato con un’eco che continua a risuonare nel Documento sulla Fratellanza Umana — vivo, attuale, in continua espansione grazie a chi crede nel suo messaggio.

La continuità di questo documento non risiede soltanto nella sua presenza a conferenze o tra le pagine di un testo, ma nella sua trasformazione pratica in politiche, programmi educativi e piani d’azione internazionali. Sopravvive non solo nello spirito, ma grazie al lavoro di coloro che vogliono proteggerlo e farlo avanzare — coloro che sono in grado di tradurre i suoi ideali in pratiche quotidiane, in normative, in iniziative transnazionali.

Questa eredità ora è nelle mani di coloro che hanno condiviso il cammino con lui — tra cui, in primis, il Dr. Ahmed Al-Tayeb e Sua Altezza Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan, che oggi porta con sé non solo la memoria del suo sodalizio con il Papa, ma anche la responsabilità di portarne avanti la visione per le generazioni future.

Sì, Papa Francesco ci ha lasciati.

Ma il Documento sulla Fratellanza Umana vive.

Vive nel suo testo e nella sua anima, nei suoi principi e nel suo scopo — nei cuori di chi ci crede e nelle mani di chi lo rende realtà.

Vive perché il mondo ne ha bisogno — oggi più che mai.

Vive attraverso la volontà e l’operato di Mohamed bin Zayed.

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