Acqua Foundation lancia Alteration Space: la moda digitale a tutela dell’acqua

acqua-fondation-lancia-collezione-digitale

di Emilia Morelli

Sostenibilità ambientale, transizione ecologica, tutela del territorio e delle acque sono locuzioni di uso comune cui devono corrispondere azioni concrete finalizzate a cambiare lo status quo del mondo in cui viviamo.

acqua-fondation-lancia-collezione-digitaleAcqua Foundation è l’Art Charity dell’acqua, un’organizzazione che è stata fondata per far crescere la consapevolezza su temi che riguardano l’acqua e per raccogliere fondi da impiegare in progetti innovativi per tutela della stessa. L’organizzazione si pone l’ambizioso obiettivo di migliorare l’attuale crisi idrica e informare le comunità sui problemi che riguardano gli oceani, l’accesso all’ acqua potabile che non è scontato in tutto il mondo, e la promozione di soluzioni sostenibili per il futuro. L’arte è il dirompente mezzo con cui si vuole influenzare l’opinione pubblica e ottenere il sostegno necessario a promuovere idee in grado di smuovere le coscienze e, specularmente, azioni concrete che possano determinare una radicale inversione di rotta.

La nuova iniziativa lanciata da Acqua Foundation  si chiama Alteration Space, si tratta di un  progetto digitale nato per combattere l’impatto ambientale della fast fashion, che mira a scuotere le maggioranze rendendole edotta circa i danni ambientali e l’inquinamento causati dalla moda “usa e getta”. Due artiste di fama internazionale,  Anna Nazaretskaia e Daria Elkina, hanno creato appositamente una collezione digitale ispirata all’acqua e ai suoi stati fisici. Dalla rugiada alla pioggia, dalla neve al giacchio la collezione digitale trasforma in vestiti le bellezze naturali dell’acqua, e non solo, vuole valicare i confini della moda per sensibilizzare il pubblico e le industrie tracciando la via per un futuro più equilibrato e sostenibile.

La Digital Couture è un modo di fare arte e di creare moda senza essere vittime del consumismo, senza produrre beni che inevitabilmente finiscono per inquinare il pianeta. La moda digitale, si pone quindi come antitesi della moda tradizionalmente intesa, e vuole sottolineare gli effetti devastanti che la fast fashion comporta. Da quando negli anni 90 ha preso piede la moda “usa e getta” sono aumentate esponenzialmente alcune criticità che non possono essere sottaciute: a fronte di prezzi di mercato convenienti si sconta un aumento esponenziale di rifiuti, dell’inquinamento e dello sfruttamento dei lavoratori. I materiali che vengono utilizzati, inoltre, comportano enormi danni per il pianeta. Il cotone richiede un ingente consumo idrico mentre i materiali sintetici quali nylon o poliestere rilasciano nelle nostre lavatrici microplastiche che inevitabilmente finiscono nei nostri sistemi idrici e, se il problema non si argina, finiranno nelle catene alimentari.

La collezione digitale sarà disponibile sul online e sulla pagina Instagram di @alterationspace e @acquafoundation, dove ogni sostenitore, tramite una piccola donazione, potrà scegliere il proprio outfit digitale. Le artiste elaboreranno, poi,  una nuova immagine combinando l’outfit digitale con una foto caricata dal sostenitore.

Le Donazioni contribuiranno a mitigare l’impatto ambientale in una delle regioni più colpite del globo, l’Africa, attraverso un progetto di beneficenza in collaborazione con Amref Health Africa-Italia per supportare alcune comunità del Sud Sudan, in particolare l’area del Greater Equatoria.

Acqua Foundation, comunque, non è nuova di progetti che attraverso l’arte si pongono obiettivi di sostenibilità. Tra le iniziative più recenti la coproduzione, per Manifesta 12, del Planetary Garden, un’opera site-specific di Michael Wang; il progetto dei brick d’acqua in cartone riciclato e della relativa installazione dell’artista Andreco per la Biennale di Venezia; e il documentario del duo di artisti Flatform presentato al Festival di Cannes.