Alluvione in Libia, a Derna un’ecatombe con oltre 20 mila morti e più di 30 mila sfollati

La tempesta Daniel ha piegato la città portuale libica di Derna. Le immagini sono aggiacchianti: ci sono corpi senza vita che giacciono ovunque nel mare, nelle valli, sotto gli edifici. Dall’Italia sono già partiti i primi soccorsi

di Corinna Pindaro

E’ una vera e propria ecatombe quella nella città portuale di Derna in Libia dove a seguito dell’inondazione hanno perso la vita oltre 20 mila persone mentre gli sfollati sono oltre  30 mila. L’Onu ha definito la tempesta Daniel, che ha piegato la Libia, una “calamità di proporzioni epiche”.

“Il bilancio delle vittime è enorme”, ha commentato Tamer Ramadan, inviato per la Libia della Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. “Il 25% della città è sommerso” ha avvertito il ministro libico per la Sanità Othman Abdel Jalil. Il ministro dell’Aviazione civile Hichem Chkiouat, in visita in quella che finora era una normale cittadina con 50 mila abitanti ha restituito immagini agghiaccianti: “i corpi giacciono ovunque: nel mare, nelle valli, sotto gli edifici”. Nel cimitero ci sono più di 700 corpi accatastati in attesa di essere identificati. L’acqua, hanno raccontato i testimoni, “è salita fino a toccare i tre metri”, distruggendo case, trascinando auto e persone, rendono inagibili le strade trasformate in torrenti torbidi di fanghiglia rossastra. E proprio lo stato delle vie di comunicazioni rende difficili le operazioni di soccorso che sono state dirottate in alcuni casi via mare: da Tripoli è partita una nave carica di materiali sanitari. Intanto si è messa in moto la macchina internazionale degli aiuti insieme alle testimonianze di vicinanza e solidarietà alla popolazione già provata da oltre un decennio di guerra civile.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso solidarietà e vicinanza al Paese sia al  primo ministro di Tripoli, Abdul Dabaiba, sia al generale Khalifa Haftar, ed ha assicurato ampio sostegno nei soccorsi.

DaSono già partiti  dall’aeroporto militare di Pisa, due aerei  C130 J dell’Aeronautica Militare per tre viaggi che ospiteranno il trasporto di personale dei Vigili del fuoco e, in particolare, esperti di rischio acquatico con relative attrezzature di supporto e materiale logistico di prima necessità. Partita anche la nave San Giorgio della Marina Militare che raggiungerà l’area di Derna nelle prossime 24 ore per assicurare le funzioni logistiche, di Comando e Controllo, oltre che di supporto sanitario. Inoltre, è in corso di valutazione, qualora le condizioni sul terreno dovessero richiederlo, anche l’impiego di Nave “San Marco” della Marina Militare.

“La Difesa e le Forze Armate daranno il loro massimo sostegno per aiutare il popolo libico, colpito da un devastante alluvione”, ha affermato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che già ieri aveva disposto allo Stato Maggiore della Difesa e al Covi (Comando Operativo di Vertice Interforze) di fornire immediatamente tutto l’aiuto possibile delle Forze armate italiane alla Libia e al suo popolo. La San Marco potrebbe trasportare il restante personale della Protezione civile, della Croce rossa italiana e di tutto io materiale necessario di sostegno della Difesa. Tra questi ci sono anche due elicotteri per le eventuali attività di ricerca e recupero. Domani prevista la partenza di un altro volo con 36 unità.

La Croce Rossa Italiana ha già fatto partire una idrovora,  un’altra è in partenza e sono già a disposizione, pronti per l’invio,  strutture sanitarie, potabilizzatori, gruppi elettrogeni e altro  materiale d’emergenza. Oltre a 1.500 sacchi per salme.

Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michael, ha assicurato che l’Europa è “pronta ad aiutare le persone colpite da questa calamità”.

La Turchia ha già inviato tre aerei carichi di  aiuti mentre l’Algeria ha predisposto un ponte aereo di otto velivoli militari per consegnare beni di prima necessità.

Gli Usa stanno “inviando fondi di emergenza alle organizzazioni umanitarie e si stanno coordinando con le autorità libiche e le Nazioni Unite per fornire ulteriore supporto”. Lo ha fatto sapere il presidente americano Joe Biden.

Ed anche la Russia  di Vladimir Putin si è detta pronta a “fornire la necessaria assistenza”.

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