Assicurazioni: Nello scontro su Generali ora tiene banco il caso Perotti

Il consigliere indipendente eletto con Assogestioni di fatto è stato tra i promotori della lista Mediobanca. Potenziali patti occulti dietro la lista del Consiglio?

 di Ennio Bassi

In altre società quotate o in situazioni meno conflittuali magari sarebbe passato inosservato o quasi, invece nello scontro all’ultima azione sul controllo delle Generali che vede contrapposte la lista Mediobanca da una parte e quella di Franco Caltagirone dall’altra il caso di Roberto Perotti è l’ultimo, ma non meno importante, degli argomenti che tiene banco tra gli avvocati esperti di diritto societario dei due schieramenti ed è ovviamente sul tavolo della Consob.

Ma chi è il professor Perotti e perchè è salito alla ribalta? Docente alla Bocconi, è dal 2016 consigliere di amministrazione della compagnia di Trieste come indipendente, cosa che ne fa componente di diritto dei comitati Controllo e rischi, Nomine e remunerazioni e Investimenti, tre degli organismi chiave del board della più grande società italiana di assicurazione.

Tre anni fa era stato confermato dunque come membro della lista di Assogestioni, quella dei fondi di investimento, ma ha finito il mandato lavorando attivamente alla formazione della lista del Consiglio, cioè quella di Mediobanca, partecipando da protagonista all’istruttoria e poi all’approvazione della squadra che è stata messa in campo per contrastare la lista di Caltagirone con Andrea Sironi alla presidenza e la conferma di Donnet come amministratore delegato.

Perotti questo ovviamente come consigliere indipendente non avrebbe potuto farlo, tantomeno esserne promotore, come ambienti della stessa Assogestioni fanno trapelare con qualche imbarazzo. In particolare, essendo evidente che il professore era al corrente dei forti contrasti tra i soci di fatto ha contribuito, schierandosi, ad accentuare la conflittualità dell’azionariato, ad impedire il dialogo costruttivo sugli assetti di governance, alterando dunque quella che si definisce “leale competizione” tra i soci per l’elezione del nuovo consiglio.

Altrettanto ovviamente, la posizione del professore (che è anche “socio” di Tito Boeri con il quale firma articoli a quattro mani su Repubblica) è vista presso la cordata Caltagirone come la riprova dell’esistenza di potenziali patti occulti dietro le decisioni del Consiglio, patti a beneficio del socio di maggioranza relativa Mediobanca, e sono dunque ipotizzabili contestazioni relative ad un collegamento tra la lista del Consiglio e la lista che sta per presentare Assogestioni, e di cui aveva fatto parte sino a poco tempo fa Perotti. Si tratta di un passaggio delicato nel più importante scontro della finanza italiana su cui probabilmente la Consob non potrà del tutto lavarsene le mani cercando, come arbitro, di non fischiare falli, come ha fatto sinora.

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