Banco Bpm, entra in gioco Crédit Agricol e potrebbe avere un peso determinante

La banca francese, che deteneva già il 9,9% delle azioni di Banco Bpm, ha acquisito ulteriori partecipazioni attraverso strumenti derivati, raggiungendo il 19,9%. Questa mossa ha avuto un duplice effetto: il rialzo del valore delle azioni di Banco Bpm ha reso più complessa l’operazione di Unicredit

banco bpmLa battaglia per il controllo di Banco Bpm si è trasformata in una competizione complessa, dominata da strategie aziendali e finanziarie. Da un lato, c’è Andrea Orcel con l’offerta di Unicredit, dall’altro Giuseppe Castagna, CEO di Banco Bpm, che cerca di difendere l’autonomia della banca. A complicare il quadro è intervenuto il Crédit Agricole, che con mosse mirate ha spostato l’equilibrio della trattativa.

Un’offerta in calo

Unicredit ha presentato una proposta che prevede uno scambio azionario: 0,175 azioni proprie per ogni titolo di Banco Bpm. Inizialmente l’offerta sembrava moderatamente interessante, con un premio dello 0,5%. Tuttavia, l’aumento del valore delle azioni di Banco Bpm, salite del 16% dopo l’annuncio, ha reso l’offerta meno allettante, portandola a uno sconto di oltre il 13%. Questo scenario spinge Unicredit a rivalutare la sua strategia e a considerare un eventuale rilancio.

L’intervento dei francesi nella vicenda di Banco Bpm

L’ingresso in scena di Crédit Agricole ha cambiato le carte in tavola. La banca francese, che deteneva già il 9,9% delle azioni del gruppo italino, ha acquisito ulteriori partecipazioni attraverso strumenti derivati, raggiungendo il 19,9%. Questa mossa ha avuto un duplice effetto: il rialzo del valore delle azioni del gruppo e ha reso più complessa l’operazione di Unicredit e ha aperto la possibilità di creare un fronte comune di azionisti contrario alla cessione.

La difesa di Banco Bpm

Giuseppe Castagna sta adottando diverse strategie per proteggere la banca dall’acquisizione. Da un lato, sta lavorando per incrementare il valore dell’azienda attraverso misure come la distribuzione di dividendi straordinari. Dall’altro, punta a costruire alleanze strategiche, cercando il sostegno di azionisti di rilievo come le Fondazioni (6,5%), Enasarco (3%) e il gruppo Caltagirone (circa il 2%).

Crédit Agricole potrebbe diventare un partner decisivo in questa operazione. Il supporto della banca francese, combinato con il patto degli azionisti italiani, potrebbe bloccare l’offerta di Unicredit semplicemente evitando di cedere i titoli.

Le condizioni di Unicredit e il rischio di controffensive

Per portare a termine l’offerta, Unicredit ha posto due condizioni fondamentali. La prima riguarda il raggiungimento di una partecipazione minima del 66,7% del capitale sociale di Banco Bpm, anche se potrebbe accontentarsi del 50%. La seconda prevede che Banco Bpm non alteri i termini dell’offerta su Anima Holding, una società del risparmio gestito.

Nel frattempo, Banco Bpm valuta anche altre opzioni, come un’acquisizione del Monte dei Paschi di Siena. Tuttavia, un’operazione del genere potrebbe ridurre il valore delle sue azioni, esponendola ulteriormente a Unicredit.

Crédit Agricole al bivio

Crédit Agricole si trova in una posizione centrale. La banca francese potrebbe sostenere Castagna e rafforzare l’indipendenza dell’istituto italiano, consolidando il terzo polo bancario italiano. Alternativamente, potrebbe accettare eventuali incentivi di Unicredit, come un premio in contanti o l’estensione degli accordi distributivi con Amundi.

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