Bankitalia, dipendente cade in un raggiro per 107 mila euro

L’uomo chiede ora alla banca la restituzione completa del denaro rubato, oltre ai costi legali e alla compensazione per i danni patrimoniali e morali

di Corinna Pindaro

L’incubo per un impiegato della filiale bresciana della Banca d’Italia ha inizio a fine febbraio, quando ha ricevuto una chiamata da un presunto funzionario della Nexi, gigante dei pagamenti digitali che fra le altre cose, è convenzionato con la Csr, l’istituto riservato ai dipendenti di Bankitalia. Segue poco dopo un messaggio sotto il nome di Nexi che avvisa l’uomo della limitazione della sua carta/conto a causa di un problema di sicurezza. Colto di sorpresa e allarmato, l’uomo è caduto nella trappola e ha aperto il link indicato nel messaggio, attivando la seconda fase della truffa.

Il falso rappresentante Nexi ha così contattato altri colleghi all’interno della Banca d’Italia, fingendo di essere la vittima e richiedendo il ripristino del token di sicurezza per accedere all’account dell’uomo. Nonostante i colleghi della banca sentiti in seguito abbiano rivelato di aver riscontrato anomalie nella voce che gli appariva “del tutto diversa” procedono con l’operazione, innalzando anche il limite giornaliero di utilizzo del conto da 20mila a 100mila euro.

A questo punto, i truffatori hanno libero accesso al conto della vittima. Entro una settimana dall’inizio dell’operazione, dal conto dell’uomo sono partiti quattro bonifici indirizzati a cosiddetti conti correnti della filiale di Salerno di Poste Italiane.  Dei quattro bonifici, uno è stato riaccreditato perché i dati del destinatario risultano errati. Gli altri tre invece procedono senza intoppi, facendo sparire dal conto della vittima un totale di 107mila euro.

Il 63enne ha denunciato l’incidente ai carabinieri locali e  di recuperare il denaro attraverso la sua banca, senza successo. Infine, rivolgendosi a un avvocato, l’uomo invia una lettera di diffida alla sua banca, la Csr, sulla cui responsabilità non sembra esserci dubbio. Oltre alla banca, l’uomo ha chiesto anche a Poste Italiane di fornire i dati personali dei destinatari dei bonifici fraudolenti.

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